martedì 10 ottobre 2017

Torna Noel Gallagher: "Liam? È il Signor Arrabbiato. Ecco i contenuti del nuovo disco. Coldplay e Travis hanno reso il pop esercizio di introversione"

Noel Gallagher è tornato con Who Built the Moon?. E parla con il Sunday Times Culture Magazine (dell'8 ottobre 2017) del suo nuovo album, di Manchester, di Liam, di terrorismo, di politica. E di come, a suo dire, Coldplay e Travis abbiano reso la musica pop britannica esercizio di introversione.

intervista di Jonathan Dean - traduz. italiana by oasisnotizie

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Noel Gallagher fotografato da Pal Hansen per il Sunday Times Culture Magazine

Noel Gallagher ha compiuto 50 anni a maggio. Gli importa qualcosa? "È significativo. Dal momento che sai che non ne compirai altri 50 anni", dice. Potrebbe. "No". Invece festeggia con stile. "Ho fatto una festa piuttosto ampia che è sfociata in un terzo giorno, ma non c'erano nanetti".

Foto di Pal Hansen
Non è la sola storia che ha da raccontare sulle edonistiche 'sessioni' durate metà settimana, la migliore delle quali è iniziata a casa di Bono, il quale ha tenuto "un discorso incredibile, su cosa non ne ho idea", prima di terminare, dopo un volo con il jet, a Parigi, dove un malconcio Noel, che ha fatto fatica ad ordinare il servizio in camera, ha acceso la televisione e ha visto il cantante degli U2 parlare di Africa con il presidente francese Macron.

Un'altra delle storie che racconta ha come protagonista lo stesso Noel, di nuovo ubriaco, e Ray Davies, incontrato ad una cerimonia di consegna di premi. I due cercavano di capire come hanno fatto otto persone a scrivere una canzone ad Emeli Sandé. "La cosa più spassosa?", dice Gallagher, raggiante, perplesso. "Che Emeli Sandé non era neanche tra questi!".

È l'ora di pranzo in un costoso ristorante di Londra. Noel è seduto e conversa calmo come quando è sul palco. Riflette sugli Oasis, ossessione nazionale da 25 anni, e sul fratello Liam, con cui ha rotto i rapporti nel 2009, con lo scioglimento della band.

"A 50 anni non puoi sostenere di essere la stessa persona che eri a 25, quando vivevi sopra un negozio di Levenshulme e tutto ciò che avevi nella vita erano i funghetti magici al parco. Non puoi neanche sederti a Maida Vale a parlare del primo ministro irlandese e affermare che la cosa non ti ha cambiato".  

Il fratello rimane un estraneo, situazione non facile per la loro madre, Peggy. "Non diventiamo troppo Jeremy Kyle su questo", afferma drastico Noel. "Ma mia madre ha tipo perso due figli nell'industria musicale. Non mi ha visto dai 25 ai 30 e dai 35 ai 40 anni, quando giravo per il mondo. E quando torni anche se non sei un'altra persona ti trattano in modo diverso".

L'altro membro della famiglia di cui si parla nel documentario Oasis: Supersonic, uscito l'anno scorso, è il loro padre violento, Tommy. Molti compositori avrebbero potuto cedere alla tentazione di usare quel materiale. Non Noel. "La gente non vuole sentire quelle cose", dice. "Potrei approfondire la cosa se scrivessi un libro". Vuole che la sua musica sia aperta alle interpretazioni e se una canzone è troppo personale pensa che restringa l'orizzonte dell'universale. "Poi ascolterei qualcuno aprire il proprio cuore e farei: 'Buon per te. Racconta qualcosa su di me' ".

È tornato, dunque. Il Gallagher con le canzoni migliori, sia negli Oasis che fuori dagli Oasis. Dopo che la band si è sciolta tra insulti e oggetti scagliati, Noel è emerso e ha pubblicato due album divenuti dischi di platino con i suoi High Flying Birds. Il suo terzo disco, prodotto da David Holmes, guru della dance, si chiama Who Built the Moon?, esce il 24 novembre e non ha nulla a che vedere con il sound di quello che Noel ha composto finora.

A primo ascolto l'album rivela qualcosa di totalmente inaspettato e fresco sul suo nuovo sound. Ci sono accenni ai Primal Scream, ai Doves e ai Chemical Brothers. Sara MacDonald, moglie di Noel, che "non ama la guitar music", è stata il vero test. "Se faccio musica", spiega il cantautore, "dice: 'Bello'. Ma stavo suonando qualcosa di nuovo quando ha fatto irruzione e ha detto: 'È incredibile'. È stato allora che ho pensato: 'Qui c'è qualcosa di buono' ".

La traccia d'apertura del disco, Fort Knox, è stata scritta immaginando che Kanye West ci avrebbe rappato su, mentre It's a Beautiful World contiene un po' di francese. Una donna dice qualcosa del tipo: "Riposa in pace / È solo la fine del mondo". Sono versi dal significato insolitamente esistenziale per Gallagher. Sorride. Il fatto è che nessuno in studio parlava francese e non hanno pensato di chiedere cosa era stato detto fino a che non sono stati stampati i fogli con i testi. "Ma poi la Francia al momento è un posto piuttosto instabile", riflette. Ed è qui che le cose si fanno pesanti.

Noel a Buenos Aires, 9 ottobre @oasisworld | Instagram
"C'era un brano che non abbiamo finito che era ispirato agli attentati di Parigi", spiega. "E a quello di Nizza. Ci lavoravamo su anche nel periodo del Brexit e non che me ne fotta qualcosa, ma simbolicamente abbiamo abbandonato la Francia nel momento in cui loro erano sotto attacco. Mi è dispiaciuto per i francesi". 

Con quella canzone non terminata la musica di Gallagher diventa più politica che mai. "Dopo gli attentati al telegiornale è venuta fuori una notizia di qualcosa che abbiamo fatto andare in orbita ed era fantastico quello che il genere umano aveva fatto. L'indomani al telegiornale c'era una testa di cazzo che lavorava da Lidl che buttava gli omosessuali da un tetto a Raqqa e pensi: 'Pezzo di merda!. Il resto di noi sta scoprendo il cosmo e voi stronzi medievali lanciate i gay'. E questo lavorava da Lidl? A Bury? Coglioni del cazzo! Ci sarà tutto questo in quella canzone". 

Non abbiamo mai visto un Noel "artista tormentato" fino a tal punto.  "Be', prima del terrorismo internazionale tutto era un po' troppo infiorettato secondo me", risponde. "E quello che mi secca di più è vedere il sindaco di Londra che dice: 'Non ci faremo intimidire' ". Gallagher spiega che non c'è nulla di sbagliato nel farsi prendere dalla paura. "Io sulla metro ci vado. La mia figlia più grande (Anaïs, ndr) ha 17 anni. I miei figli (Donovan, 10 anni, e Sonny, 7, ndr) crescono a Londra e usano i trasporti pubblici. Io ho paura".

"Cadrai vittima di un attentato e morirai? O sopravviverai con mezzo braccio? I tuoi figli cadranno vittima di un attentato durante una serata trascorsa fuori? Non mi bevo quello che dice Khan e non mi va giù la sua 'Londra non cederà'. Vivo in centro e la cosa mi fa venire una cazzo di fifa blu".

E ovviamente il terrorismo non riguarda Londra. Il 4 giugno Noel non ha partecipato all'emozionante concerto di Manchester in memoria delle vittime dell'attentato terroristico di maggio, organizzato da Ariana Grande. Ed è un mancuniano. E suo fratello Liam c'era. Perché tu no, Noel?

Buenos Aires, 9 ottobre @laviolabar | Instagram
"Non me l'hanno chiesto", ribadisce senza mezzi termini. Lui, simbolo della città, ape operaia, si siede sulla sua giacca. Ciò che ho detto lo ha infastidito? "Sono solo chiacchiere", dice scrollando le spalle. "Coglioni male informati". Parla di quanto accaduto di recente a St Ann's Square, dove una veglia in memoria delle vittime dell'attentato si è trasformata in un canto collettivo di Don't Look Back in Anger. Quella stessa sera Noel ha fatto in modo che tutti i proventi della vendita del brano andassero nelle casse del comune. Il sindaco lo ha saputo, ma il gesto doveva rimanere segreto. 

"Fino a che", rivela Noel, "il signor Arrabbiato ha bombardato internet con il suo odio". Il signor Arrabbiato è, ovviamente, Liam. Per difendersi dalle accuse del fratello riguardo alla sua assenza dal concerto del 4 giugno, Noel ha reso pubblica la notizia della sua donazione. "Quindi mi arrivavano telefonate di gente che fa: 'Sicuro di non voler rilasciare un'intervista?'. No, sono morte delle persone. Non si tratta di me o di qualche altro idiota. Una donna si è appena svegliata dal coma e ha scoperto che sua figlia è morta. Abbiate un po' di rispetto". 

Il mese scorso (9 settembre) Gallagher ha partecipato come artista principale al concerto organizzato per la riapertura della Manchester Arena, dove a maggio in un attentato terroristico sono morte 22 persone, per lo più giovanissimi. "È stata una serata strana", racconta. "Perché vivi per momenti in cui tutti sono con le braccia al cielo a cantare una canzone che hai scritto tu, ma ti auguri che questo momento non accada mai, che Don't Look Back in Anger parli ancora di una donna di una certa età che ricorda la sua vita che scorre, piuttosto che essere inno di ribellione".

Nomino ancora Liam, che qualche settimana fa ha twittato: "Non bevetevi le lacrime di Noel (sul palco della Manchester Arena il 9 settembre, ndr), è una trovata pubblicitaria". Una serata nata per omaggiare delle vittime innocenti si è trasformata in un teatrino di due fratelli che bisticciano."Per la seconda volta", afferma Noel interrompendomi, "ha bisogno di consultare uno psichiatra. Non lo dico per scherzo. Perché dei giovani di Manchester, dei giovani appassionati di musica, sono stati massacrati e lui, per la seconda volta, ha sfruttato questo per far parlare di sé.  Deve consultare qualcuno".

Noel Gallagher a Buenos Aires @jorge7786 | Instagram
Gli faccio notare che sa un po' di incoerente sentir parlare di "trovata pubblicitaria" uno che ha colto al balzo l'occasione della diretta televisiva su BBC del concerto del 4 giugno a Manchester per presentare e promuovere il suo nuovo singolo, Wall of Glass. "Dunque", dice Noel in modo calmo, "se fossi giovane, sballato e ubriaco, il mio istinto sarebbe quello di fare una sfuriata. Ma ora ho una dignità". Ad onor del vero va detto che dopo l'incontro tra me e Noel Liam ha specificato che i tweet che parlavano di "trovata pubblicitaria" sono stati opera di un hacker che si è impossessato del suo profilo, anche se i tweet ci sono ancora (non sono stati rimossi).

Nel nuovo disco di Liam, As You Were, c'è una canzone, For What It's Worth, che secondo alcuni parla del rapporto tra Liam e Noel (Liam lo ha smentito in varie interviste, ndr). "Ce ne sono alcune simili anche nei suoi due album precedenti", osserva Noel. "Penseresti che lui scriva canzoni sulla sua ex moglie, con cui ha appena divorziato, capisci?".

Parliamo anche della tragedia della Grenfell Tower ("l'odore si sentiva dalla nostra casa") e dei tagli ai fondi per i servizi pubblici. "In che decennio viviamo?", si chiede Noel. Non vota da anni e, mentre questo governo potrebbe portare alla risalita nelle classifiche musicali di un pop disperato fatto da emarginati, come avvenne sotto la  Thatcher, non trattiene il fiato.

"Le chart sono ancora dominate da stronzate transatlantiche pseudo-americane", dice. "Mettici del rap e appioppagli un ritornello. Mandalo per email a qualcuno che è a Mogadiscio affinché ci metta su un po' di maracas. Fai un sacco di soldi".   

Buenos Aires, 9 ottobre @soundslikerose | Instagram
Quindi sì, è agitato, arrabbiato e disilluso, ma per la maggior parte Who Built the Moon? è gioia, un antidoto al mondo che tanto preoccupa Gallagher. Il disco è pieno zeppo di ritornelli grandiosi e sentimenti di tutti i tipi, il che è una fortuna, perché l'argomento che preferisce di meno è cosa significano le canzoni. Il pop per lui dovrebbe essere una sensazione, il che è lontano da cosa è oggi che un verso rimanda a blog della lunghezza di un libro.

"Sono cresciuto nell'epoca d'oro del pop, i tardi anni '70, i primi '80", spiega. "Nessuno parlava dei testi. Ascoltavi. Ballavi. Influenzava la tua vita. A chi importa di cosa parlasse?". Quando sono cambiate le cose? "Nell'epoca del Britpop, quando tutti volevano essere considerati 'artisti'. Quando sono arrivati i Travis e i Coldplay ed è diventato tutto introverso, tutta roba alla 'perché piove sempre su di me?' (cita la canzone dei Travis del 1999, ndr) Non piove solo su di te. Piove su tutti. Preferirei scrivere una canzone sull'ombrello, non sulla cazzo di pioggia".

"Prendi il primo album di ogni artista del Britpop. Quello degli Oasis, quello dei Blur, quello dei Pulp. Gioia rabbiosa". Ma la rabbia che è venuta dopo non era una reazione agli eccessi? "Penso che dopo sia diventato più cupo, quando le droghe hanno preso il sopravvento, sì. E poi finisci come i Libertines: tizi senza denti che indossano cappelli dei loro nonni". 

Quando ci sarà la reunion degli Oasis? Ride fragorosamente. "Tu la faresti?", abbaia in tono retorico. "Potresti per 200 mlioni di dollari. Ma mettiamo che non ti servano 200 milioni di dollari". Onestamente sembra che abbia bisogno di quella band tanto quanto si ha bisogno di una mosca nella birra e poi ora ha anche la sua famiglia a cui badare, e un bel po'.

"Mi chiedono: 'E i fan?'. Tutto ciò che devo fare è indirizzarvi verso il profilo Twitter (di Liam, ndr). Quello che vedete lì è quello che è sempre accaduto: semplicemente adesso avviene in pubblico".

intervista di Jonathan Dean - traduz. italiana by oasisnotizie

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