sabato 28 novembre 2015

Contrordine: Adele non ha battuto gli Oasis, che restano i primatisti delle chart per copie vendute in una settimana

Adele sconfigge gli Oasis? Niente affatto. È quanto ha scritto ieri il sito della BBC, secondo cui la cantante inglese non ha battuto il record per l'album più venduto in una settimana stabilito nel 1997 dalla band di Manchester, come invece aveva dichiarato la Official Charts Company. 

Secondo i dati della Official Charts Company Adele avrebbe ottenuto la palma di album più venduto in una settimana, con 737.000 copie vendute, contro le 696.000 degli Oasis. Come avevamo detto, però, questo dato è viziato da un equivoco. Be Here Now, il terzo disco di Noel e Liam Gallagher e soci, potè contare solo su tre giorni (21-24 agosto 1997) prima della chiusura dei conteggi (che la Official Charts Company fissa sempre per la giornata di domenica), mentre il dato di 25, il nuovo disco di Adele, era relativo a sei giorni (da venerdì 20 a giovedì 26 novembre 2015).

La 27enne artista ha dunque avuto più giorni a disposizione dall'uscita del suo disco alla domenica dei conteggi. Le 737.000 copie  di 25 sono riferite a sei giorni di vendite, non a tre giorni (come Be Here Now) e per questo Adele ha prevalso sulla rock band.

Se si contano le vendite totalizzate in una settimana effettiva sia da Be Here Now che da 25 - e il 27 novembre, essendo trascorsa una settimana dall'uscita di 25, si è potuto finalmente effettuare questo conteggio - si scopre che il disco degli Oasis ha la meglio, con 813.000 copie contro 800.307. 

E anche nei primi tre giorni dall'uscita del disco gli Oasis hanno prevalso per 158.000 copie (696.000 contro le 538.000 di Adele).

Dunque sorry Adele, non hai battuto gli Oasis. 

Fonte: bbc.co.uk 

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giovedì 26 novembre 2015

Adele batte il record degli Oasis: suo l'album più venduto in una settimana nel Regno Unito

Un altro primato per Adele. Con 737.000 copie vendute in sei giorni, l'album 25, l'ultimo lavoro della 27enne cantante inglese, ha battuto il record di vendite stabilito nel 1997 dagli Oasis con il disco Be Here Now ed è divenuto oggi l'album venduto più rapidamente di tutti i tempi nel Regno Unito.

Lo ha comunicato stamane la Official Charts Company, la società che stila le classifiche musicali di vendita in UK. 

Il terzo album della band di Manchester, lanciato sul mercato giovedì 21 agosto 1997, aveva venduto 696.000 copie in tre giorni, cioè sino a domenica 24 agosto (nei sette giorni dal 21 al 28 agosto le copie vendute erano state 813.000). 

Da venerdì 20 a lunedì 23 novembre il nuovo album di Adele ha battuto anche il record stabilito nel 2000 dagli 'N Sync di Justin Timberlake, divenendo il singolo più venduto in una settimana negli Stati Uniti, e ha scavalcato 1989 di Taylor Swift diventando l'album più venduto del 2015 negli USA (1.760.000 copie). Inoltre il disco della cantante inglese è ad un passo dal superare i 3 milioni di copie vendute negli USA in una settimana, impresa mai riuscita a nessuno da quando, nel 1991, la Nielsen rileva le vendite dei dischi oltreoceano. 

Un successo di vendite che non oscura minimamente quello degli Oasis. In primo luogo perché, come detto, Be Here Now potè contare solo su tre giorni fino alla chiusura delle classifiche settimanali (i tre giorni che trascorsero dalla sua pubblicazione alla domenica seguente). In secondo luogo perché la band dei fratelli Gallagher riuscì in un'impresa storica pur non potendo contare, a differenza di Adele, sulla sovraesposizione mediatica di Internet.

Vedi anche: Contrordine, Adele non ha battuto gli Oasis

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lunedì 23 novembre 2015

Liam Gallagher accusa: "Noel è un venduto, ha concesso l'utilizzo di un suo brano per lo spot di John Lewis"

"Mio fratello è un venduto". Con questo epiteto Liam Gallagher avrebbe accusato Noel per aver accettato che un brano degli Oasis fosse usato per il nuovo spot di John Lewis (catena inglese di grandi magazzini), che dal 2007 segna, ufficiosamente, l'inizio del periodo natalizio, almeno in Inghilterra. 

Lo spot, ambientato tra la Terra e la luna, ha infatti come colonna sonora una versione di Half the World Away reinterpretata dalla giovane cantante norvegese Aurora. Si intitola "The Man on the Moon" e narra la storia di Lily, che guardando il cielo con il telescopio ogni notte scopre un uomo solo sulla luna.

Stando a quanto riporta il tabloid Daily Mirror, fonte tutt'altro che attendibile, il consenso di Noel all'utilizzo del brano non sarebbe piaciuta al minore dei Gallagher. 

La solita ineffabile "fonte anonima" citata dal giornale avrebbe dichiarato: "Liam ha fatto i suoi soliti commenti di derisione all'indirizzo della cover che compare nello spot di John Lewis. Nel pub di Hampstead, North London, dove va di solito, se ne è lamentato con chiunque l'abbia ascoltata. Ha accusato Noel di essere uno svergognato per aver consentito che John Lewis usasse il suo pezzo. Ad amici comuni e alla famiglia ha detto che Noel è un venduto e ha anche scherzato che non sarà certo il benvenuto nel pub vicino a casa di mamma Peggy".

Sempre secondo il Daily Mirror, la cessione dei diritti di riproduzione del brano per lo spot, trasmesso dal 6 novembre, avrebbe fruttato a Noel Gallagher un milione di sterline.


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Foto: Noel Gallagher immortalato mentre dona 20 sterline ad un senzatetto

Immortalato sabato 21 novembre mentre con la moglie Sara MacDonald lasciava il ristorante San Carlo a Manchester, Noel Gallagher ha donato dei soldi ad un senzatetto, con cui si è anche fermato a scambiare due chiacchiere. Forse intenerito dal clima natalizio - con l'avvicinarsi del Natale siamo, come si suol dire, tutti più buoni - Noel ha tirato fuori alcune banconote e ha consegnato all'uomo un taglio da 20 sterline, per la gioia di curiosi e fotografi dei tabloid. Immancabile alle sue spalle il fido amico Scully.





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giovedì 19 novembre 2015

Si avvicina la data di diffusione del nuovo documentario sugli Oasis, tra gli acquirenti anche Lucky Red Italia

Prosegue a pieno ritmo il cammino che condurrà alla diffusione al pubblico del nuovo documentario sugli Oasis di cui vi abbiamo parlato giorni fa.

La Independent Film Sales ha stipulato vari contratti di distribuzione del documentario dopo averlo presentato agli acquirenti qualche giorno fa nel corso dell'annuale American Film Market a Santa Monica, in California. Lo riporta il sito variety.com. 

Il docufilm, di cui non si conosce ancora il nome, documenta l'ascesa della the band dal 1991 alla gloria internazionale e sarà impreziosito da materiale d'archivio sinora inedito. Non mancheranno nuove interviste a Liam e Noel Gallagher. 

Noel Gallagher e la folla di Maine Road, aprile 1996
La casa di produzione ha stipulato contratti con Ascot Elite (Germany), Lucky Red (Italia), Madman (Australia e Nuova Zelanda), D Films (Canada), Edko (Hong Kong), Ascot Elite (Svizzera), Cine Lux (Corea del Sud), Movie Matters (Thailandia) e MovieCloud (Taiwan). A breve sarà negoziata anche la vendita del film in Giappone.

Nel Regno Unito i diritti di trasmissione del documentario se li è aggiudicati eOne/Lorton Distribution.

Il film è diretto da Mat Whitecross e vede tra i produttori James Gay Rees, Fiona Neilson e Simon Halfon. Il direttore esecutivo è Asif Kapadia, già deus ex machina dell'acclamato Amy, il documentario sulla vita di Amy Whinehouse. 


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lunedì 16 novembre 2015

Video - Noel Gallagher in TV: "I Beatles hanno cambiato il mondo innumerevoli volte"

Intervistato per lo show televisivo britannico The Nation's Favourite Beatles Number One, andato in onda l'11 novembre su ITV, Noel Gallagher è tornato a parlare di Beatles (video qui sotto).

"I Beatles hanno cambiato il mondo innumerevoli volte. Le loro canzoni sono sbalorditive nella loro semplicità. In cima a tutto ci sono le melodie, sono eccezionali, ma il modo in cui 'appendono' quelle melodie su quegli accordi - specialmente la roba dei primi tempi, la roba pop - è strabiliante. Passare da Love Me Do a Hey Jude in sette anni e qualcosa è strabiliante, sì, strabiliante. Io ho avuto vacanze più lunghe di quella durata ... capisci?"

Grazie a birchy per il video




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martedì 10 novembre 2015

Noel Gallagher: "Io via dagli Oasis anche perché Liam li usava per fare pubblicità a Pretty Green. Reunion? Di sicuro non di qui al 2020"

"Liam è convinto che io sia una sorta di burattinaio della stampa e dà tutta la colpa a me. Nell'ultimo tour degli Oasis si respirava un'atmosfera orribile. Prima di andare on the road abbiamo avuto un enorme litigio. E a Parigi c'è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mio fratello licenziava i tour manager sol perché non gradiva le scarpe che indossavano e usava la band per sponsorizzare i suoi parka firmati Pretty Green sul palco. Questa roba non faceva per me. Reunion? Di certo non di qui a cinque anni. E se tra dieci decidessi di farla, Liam per ripicca si rifiuterebbe. Jimmy Page? Bravo chitarrista, ma non è eccezionale quanto me". [N.G.]

Ecco la  sesta e penultima parte della nostra traduzione dell'intervista concessa da Noel Gallagher alla rivista Esquire UK, che lo ha messo in copertina sul numero di dicembre.

Tra le altre cose, Noel torna sui motivi che lo hanno spinto a lasciare gli Oasis e rivela che nel 2008, già prima dell'inizio dell'ultimo tour mondiale degli Oasis, ebbe una violenta lite con Liam. Poi aggiunge: "Liam sul palco pubblicizzava la sua linea di abbigliamento e la cosa non faceva per me". E sull'ipotesi reunion avverte: "Sicuramente non avverrà da qui a cinque anni".
Gli Oasis erano così fottutamente enormi. Non sto dicendo che non era spassoso, perché lo era. Ce la siamo spassata alla grande, cazzo, ma abbiamo anche trascorso dei periodi di merda.

Gli ultimi sei mesi con gli Oasis sono stati fottutamente orribili, sono stati strazianti. Io e Liam abbiamo avuto un litigio enorme, enorme, enorme tre settimane prima dell'inizio del tour mondiale. Zuffe come quella in passato sarebbero state sempre facili da superare, ma per una qualche ragione stavolta io non l'avrei lasciata passare. Pensavo: "Fanculo a 'sto coglione". E c'è stata un'atmosfera simile in tutte le parti del mondo.

Se avessi pensato che era rimasto ancora qualcosa da raggiungere non avrei lasciato gli Oasis. Ho preso una decisione molto rapida quella sera in auto a Parigi: avevamo fatto tutto, ora avremmo cominciato di nuovo il giro e avremmo fatto tour più grandi e avremmo fatto più soldi e avremmo ingaggiato un altro fottuto batterista, ne avevamo avuti 11 a quel punto. Abbiamo fatto sold out in tutti i grandi posti del mondo: Hollywood Bowl, Madison Square Garden, Wembley fottuto Stadium, City of Manchester Stadium, Hampden Park. Puoi nominarli, abbiamo fatto tutto.

A quel punto prendevo un volo separato da quello del resto della band, e devo dirti che era fottutamente fantastico. E Liam licenziava i tour manager perché non gli piacevano le loro scarpe. Poi ha fondato la sua linea di abbigliamento e sul palco ha iniziato a dedicarle le canzoni e io facevo: "Davvero? È a questo che siamo arrivati?". Sul palco faceva da modello per parka che potevi acquistare sul suo sito. E io facevo: "Questo non fa per me".
Detto tutto questo, erano rimasti solo due concerti e ritengo che se fossi arrivato alla fine di quel tour e mi fossi preso sei mesi di pausa me ne sarei dimenticato, me ne sarei fatto una ragione. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la serata di Parigi, dove c'è stata una zuffa. Non c'è nulla di nascosto, di oscuro. È stato semplicemente un litigio su fottute insulsaggini, lui era semplicemente ubriaco. Aveva fatto cancellare il concerto al V Festival e sulla stampa stavamo ricevendo un sacco di merda per quel motivo.
E ancora oggi Liam pensa che io sia amico intimo di ogni giornalista di Londra, come se fossero amici miei, come se venissero a pranzo da me ogni domenica. È incredibile che tu non ci sia stato! È fantastica la tavolata che mia moglie mette su per tutti. Ma Liam è convinto che io sia una sorta di burattinaio e dà tutta la colpa a me. E poi la cosa è semplicemente andata oltre. È esplosa. E basta. Io mi sono seduto in macchina e ho pensato: "Sai che ti dico? Ne ho abbastanza ora. Fanculo, io lascio".
Mi hanno fatto domande sulla reunion cinque settimane dopo aver lasciato la band. È un fenomeno moderno. È una malattia moderna. Tutte le band che tornano insieme, tutte quelle che hai citato (Fleetwood Mac, Led Zeppelin) nella line-up non avevano nessuno di fottutamente eccezionale quanto me. Come si chiama il chitarrista dei Fleetwood Mac? Lindsay Buckingham. Non ricordo che abbia infiammato il mondo. Jimmy Page? È opinabile. È un bravo chitarrista, ma non so bene quanti album da solista abbia fottutamente fatto.

Se mai gli Oasis dovessero tornare, non potremmo essere più famosi di quanto siamo stati. Non c'è gloria per noi nel fare sold out per tre serate a Wembley perché ne abbiamo già fottutamente fatte sette. Gli Stone Roses non hanno mai fatto concerti di quella grandezza. Sono tornati e sono diventati più famosi di quanto erano prima. Quindi era una cosa giustificata.

Tra dieci anni se mi dovessi svegliare e fare: "Sai che ti dico? Penso che farò la reunion", ti posso garantire che, per pura ripicca, Liam direbbe: "Oh, no, a me non va". Perché è così che funziona la merda. Posso soltanto dirti che i prossimi cinque anni ce li ho già programmati. Quindi non accadrà nei prossimi cinque anni. Chissà quali circostanze potranno in futuro presentarsi, ma di certo non è neanche all'orizzonte. Neanche all'orizzonte.

Non farò mai sold out al Wembley Stadium come solista. Gli Oasis riuscivano a fare 15 serate soldout in un fottuto batter d'occhio, ma non è questo che ora mi motiva. Mi motiva fare quello che faccio ora nel modo migliore possibile.

Non dico una parola al pubblico per due ore se non me ne può fregare fottutamente di meno. Se non vi piace allora la prossima volta non venite. 
Traduz.: oasisnotizie. Fonte: esquire.co.uk

Seguirà la parte finale dell'intervista, stay tuned.

Vedi anche: Noel Gallagher: "Gli Oasis? Settimi di sempre. Liam? Essere solo il cantante lo faceva ammattire. Un grande errore non sparire dopo Knebworth"

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lunedì 9 novembre 2015

Noel Gallagher, parole al miele per la moglie: "È fantastica, ma vi spiego perché negli anni Novanta non sarebbe durata 10 minuti"

VEDI ANCHE: Noel Gallagher, coccole a Formentera con la moglie: "Lei è bellissima e io no. Vi racconto come la conobbi in discoteca ad Ibiza" 

Prosegue la nostra traduzione dell'intervista di Noel Gallagher alla rivista Esquire UK. Ecco la quinta parte. 
Sai a che ora è rientrata mia moglie stanotte? Alle sei e mezza! Stanotte è stata fuori con le sue amiche. Stamane sono stato svegliato da un colpetto sulla testa dal maggiore dei miei figli. Ho guardato l'orologio ed erano le sei e mezza e lui ha fatto: "È appena rientrata". Così le ho detto: "Non farò più il tuo PR. Non ricevo nulla in cambio".

So che è estremamente e fottutamente anti-rock 'n' roll dire questo, ma la persona con cui preferisco uscire più di ogni altra è mia moglie. È la persona con cui preferisco andare in vacanza, andare a cena, fare pranzi di 12 ore, andare alle feste. Semplicemente lei, sì, lei significa tutto per me. È una ragazza fottutamente brava.

Amo fottutamente le donne. Preferisco di gran lunga uscire con loro. Ricordo che sono stato allevato principalmente da mia madre e dalle sue sorelle, e anche quando andavamo in Irlanda non c'erano mai uomini. Preferivo di gran lunga uscire con le ragazze. Cioè chi non lo preferirebbe? Cazzo, se hai la possibilità di scegliere tra una serata con sei pollastrelle o sei fottuti tizi, grazie mille, ma io vado con le sei donne. Non partecipo mai alle serate tra ragazzi. Mai.

Ho detto a Sara molte volte: lei negli anni Novanta non sarebbe durata 10 minuti. Tutta la scena attorno alla mia casa l'avrebbe divorata. Sarebbe stata troppo bella per gli anni Novanta. C'era troppo caos e droga e tutto quel tipo di cose. E l'ho incontrata proprio nel momento giusto: avevo smesso con le droghe, il mio primo matrimonio si era sostanzialmente sfasciato ed eccola lì. Tra tutti i fottuti posti, a Ibiza. Di solito a Ibiza ci si aspetta l'avventura di una sera, non ci si aspetta di trovare la ragazza, men che meno la moglie, men che meno la madre di due tuoi fottuti figli.

Sa essere un po' indecisa. Cambia idea a metà della frase. D'altronde sono così la maggior parte delle donne, no? Stronze indecise.

Lei è molto spiritosa e va da sé che è bellissima e tutte queste cose. Sì, è eccezionale, amico. È fantastica. E non vedo l'ora di andare a casa oggi perché avrà la fifa (da birra, ndr). È una delle cose che preferisco dell'avere una relazione, quando hai la fifa, perché le piombo addosso come un leone,  e non intendo sessualmente. Alimento la paura per quattro o cinque ore buone prima che vada a letto. E poi semplicemente la guardo e le faccio: "Sembra che ti stessero esplodendo le mutande quando sei rientrata stamattina". Distruggendola mentalmente. Sono proprio stronzo.

Per pura definizione ogni cantautore è un romantico. Ma tutti i miei sforzi in quel campo vanno verso la scrittura di canzoni. Se mai mi trovassi a camminare per la strada con i fiori, avrei un momento di lucidità e dovrei riportarli in garage: "Posso scambiarli con una barretta di cioccolato Starbar, per favore?".

In cambio di tutte le public relations di cui mi occupo per quella donna, l'ultima volta non ho ricevuto neanche un fottuto regalo di compleanno. Porca puttana! Lei da quella cosa si tira fuori: "Ma hai tutto! Quanti altri effetti a pedale posso comprarti?". Un altro! Un altro, cazzo, e sono a posto. Un altro! Sapessi la quantità di volte che mi dice "Puoi farci un cazzo di massaggio lì?". "No! Vai in un fottuto centro benessere! Io non massaggerò nessuno stronzo".

Lei è uno sbirro cattivo. Io sono uno sbirro buono. Io ai miei figli la faccio passare liscia. Sara è più pignola con le regole. Io concedo loro di fare colazione con il gelato. E di pranzare con la liquirizia e di stare seduti a guardare la TV tutto il giorn. Perché sei fuori di casa per la maggior parte del giorno e non puoi tornare a casa e poi dettare legge. I bambini penserebbero: "Chi è questo stronzo". Io ai miei figli dico: "Stronzi fortunati!".

Mia figlia, che viene da un matrimonio andato in frantumi, lavora per la TV ora, ne è proprio presa, cazzo. Io con la musica sono stato abbastanza fortunato, mi sono attaccato a qualcosa che amavo e ne sono rimasto ossessionato. Se quei due ragazzi trovano quella cosa allora spetterà a me indirizzarli, guidarli verso quella cosa. Ma non voglio neanche pensarci troppo su. Cioè probabilmente finiranno per lavorare per me. Donovan sarà il tour manager e Sonny il capo della security. Mi piacerebbe molto.

I figli delle rock star che fanno qualcosa da sé forse potresti contarli sulle dita di una mano. Lo scopriremo, credo. Ma se i miei figli non solleveranno mai un dito per il resto della loro vita, sul mio letto di morte direi loro: "Buon per voi, cazzo".
Fonte: esquire.co.uk

Seguiranno le altre parti dell'intervista, stay tuned.

Vedi anche: Noel Gallagher al vetriolo: "One Direction succhiacazzi, Styles non ha nulla da dire, come tutte le rock star di oggi"


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domenica 8 novembre 2015

Noel Gallagher: "Gli Oasis? Settimi di sempre. Liam? Essere solo il cantante lo faceva ammattire. Un grande errore non sparire dopo Knebworth"

Ecco un altro estratto dell'intervista di Noel Gallagher a Esquire UK, che gli ha dedicato la copertina del numero di dicembre.

Tra aneddoti e curiosità, Noel racconta gli esordi con gli Oasis, da quando portò Live Forever in sala prove al primo concerto, quando suonò la chitarra rimanendo in piedi per la prima volta, e parla del rapporto con la fama e le droghe. "Bisognava sparire dopo Knebworth 1996", dice. Non manca una frecciatina al fratello Liam.
Allora non avevo piani, non facevo programmi. Forse ora esiste un canale sulle carriere su Sky, Sky School Leavers. Ma io da qualche parte nella mia testa ho sempre sentito questa cosa: la musica. Ero solito andare ai concerti e lo amo. Lì incontrai uno dei tizi degli Inspiral Carpets, che mi offrì un lavoro come roadie e io pensai: "Bene, eccoci! I miei istinti avevano ragione". E la cosa mi eccitava fottutamente. E poi per un qualche motivo mi licenziarono, forse perché facevo il coglione o prendevo droga.

Sai quale è stata la cosa più bizzarra del mio primo concerto? Non avevo mai suonato la chitarra in piedi in vita mia. L'avevo suonata sempre seduto ai piedi del letto. Quindi dovetti prendermi una tracolla. Ricordo che la settimana prima del concerto pensavo: "Che cazzo faccio?". Rimasi semplicemente immobile, still. E fu da lì che nacque l'arte dello Stillismo, che gli Oasis hanno perfezionato.
Per i primi due anni in cui ero negli Oasis pensavo: "È solo una barzelletta". Poi una sera ero nel mio appartamento di India House in Whitworth Street a Manchester e scrissi Live Forever. Sapevo abbastanza di musica abbastanza da rendermi conto che era una gran fottuta canzone. Lo sapevo! Ricordo che la portai in sala prove, la suonai con la chitarra e Bonehead disse: "Non hai potuto scrivere tu questa canzone. No, cazzo!". Si era ostinato. Faceva: "No, no, no, no, no, ci stai prendendo per il culo". E poi quando arrivammo all'assolo nella sala ci fu uno sguardo come a dire: "Porca troia, questo è fantastico".

Si trattava solo di aspettare che la gente venisse da noi. "Perché non avete diramato alcun fottuto demo?". Io direi: "Ascolta, questo tipo di musica non può non essere ascoltato dal mondo. È proprio fottutamente impossibile".

Una volta ottenuto un contratto discografico, il mio modus operandi fu: vado a Londra e mi ci farò coinvolgere. C'è un posto di nome Camden, ci andrò e mi farò coinvolgere in ogni sorta di merdata. Ed ero proprio disposto a farlo.  Salii sul treno con un borsone e non tornai più indietro. Mai, mai più. Pensavo: "Datemelo, lo voglio, cazzo!". Non ce l'ho fatta finché non mi sono fatto di 27 anni, quindi in termini di rock 'n' roll ero vecchio. Ero molto preparato a spassarmela fottutamente.

Metaforicamente nel 1993 la cultura giovanile era morta. La acid house si era esaurita. Il palco era pronto per qualcos'altro. E arrivammo noi. E la gente disse: "Sì". E, ragazzo, noi portammo la cosa a compimento. E poi la cosa esplose.
C'è quell'elemento magico quando inizi il viaggio. Dura solo circa sei mesi fino a quando diventi ricco. È quando indossi gli stessi vestiti che indossa il tuo pubblico e sei nelle stesse circostanze in cui si trova il tuo pubblico. E forse c'è gente tra il pubblico che se la passa meglio di te, ha un lavoro migliore del tuo. Quindi è un momento di verità. Non sei una rock star. Sei in una rock band, ma non hai ancora la supermodella né la tossicodipendenza e tutto quello. Sei solo un cazzo di tipo con la chitarra.

Noel dopo un concerto all'Astoria di Londra, nel 1994
Il nostro primo album è un vero e proprio fottuto momento chiave della cultura. Nessuno mi dirà mai qualcosa di fottutamente diverso. Allora eravamo solo un gruppo di ragazzi. Non avevamo un cazzo e lo avevamo trasformato in musica. Quanto al secondo album, Morning Glory, se ascolti le canzoni, il secondo verso di ogni canzone è semplicemente una ripetizione del primo. Ma era il nostro momento. E penso che quando eravamo bravi eravamo fottutamente fantastici e penso che quando scarsi eravamo pur sempre abbastanza bravi, cazzo.

Gli anni belli sono quelli dal ’91 a Knebworth [1996, ndr]. Poi la cosa è andata verso il basso. Non c'era nessun altro posto dove andare. Cosa fare? Era l'apice e facemmo l'errore di scendere dal palco e andare in America per sei settimane, quando invece saremmo dovuti scendere dal palco di Knebworth e sparire.

Di solito io mettevo la mia band al settimo posto. Era così la classifica: Beatles, Stones, Sex Pistols, Who, Kinks … chi era sesto? Non lo so. Noi eravamo settimi. C'erano gli Smiths, gli Specials. Dove metterei gli Oasis adesso? Penso nella top 10. Non eravamo grandi quanto i grandi, ma eravamo i migliori del resto del lotto. Abbiamo fatto più di quanto gli Stone Roses potessero fottutamente anche solo immaginare. Siamo migliori dei Verve, che, cazzo, non riuscivano a rimanere insieme neanche per sei mesi ogni volta. Se tutti i grandi sono nella top 4, noi siamo in basso nella top 4, combattiamo costantemente per il quinto posto, ce lo lasciamo sfuggire. Ci lasciamo sfuggire la top 4, direi.

Morning Glory quando uscì fu stroncato. E poi quando divenne la cosa più famosa di sempre, e questo me l'hanno detto due direttori di giornali, quelli hanno pensato: "La prossima volta non ci faremo cogliere in fallo". E lodarono Be Here Now, che chiaramente era un fottuto album merdoso, pieno di fottute rock star grasse. E furono colti nuovamente in fallo. E non ce la perdonarono mai. Fecero: "Mezze seghe. Non riusciamo a venirne a capo, cazzo".

Non ho mai visto gli Oasis dal vivo, ma non ci sarebbero potuti essere molti altri migliori di noi. Sono stato a vedere molte band a Wembley, ma non ho mai visto l'intero stadio pogare. Mai, per il concerto di nessun altro. Eri sul palco e pensavi: "Sta per crollare. Lo stadio sta per crollare, cazzo!".

Noel Gallagher e Goldie ai BRIT Awards 1997
Ogni sera dai 30 ai 40 ragazzi dormivano fuori casa mia, tanto che l'amministrazione comunale mise due panchine, le inchiodò fottutamente al mio muro. E mise un cassonetto dei rifiuti su una fottuta strada laterale a Primrose Hill. I vicini diedero fottutamente di matto.

Facevamo party con supermodelle e gente di tutti i tipi. Era tipo: "Siamo a corto di sigarette. Chi va a comprarle?". "Assolutamente no. C'è la stampa fuori". Così semplicemente uscivi e dicevi ad uno dei ragazzi: "Facci un cazzo di favore: vai da Tesco's e prendici 400 Benson and Hedges, puoi?".

Negli anni Novanta tutti noi ci facevamo di brutto di fottuta cocaina, tutte le volte. Ce la spassavamo. L'ultimo party. A nessuno importava un cazzo.

Non ho una storia da "Il mio inferno con la droga", perché era fottutamente eccezionale, ma quello che successe fu che iniziarono a venirmi enormi attacchi di panico. Pensi di essere sul punto di morire. Così smisi. Non mi faccio dal ’98. Forse mi sono fatto una striscia, un paio d'anni dopo aver smesso, perché ero ubriaco e dovevo smaltire la sbornia rapidamente. E da allora non l'ho più toccata. È una droga di merda.

Può darsi che abbia avuto la mia crisi di mezza età a trent'anni. Iniziai a indossare pellicce, a farmi un casino di cocaina e a pensare: "Sono una rock star. Cazzo, procuratemi quella pelliccia". "Ma è fatta di coniglio". "Non me ne fotte un cazzo. Portatemela qui".
Fumo un po'. E bevo un po'. Troppo, in verità. Ma nient'altro. Anche ora, quando sono ad una festa, riesco a capire che la serata sta prendendo una svolta quando la gente va in bagno in coppie e all'improvviso non è più divertente. Diventano tutti molto severi.

Liam a 19 anni era in quella trasmissione The Word. Lasciò casa una settimana dopo e si trasferì in una nuova casa con Patsy Kensit.

Ti dico cosa penso di  Liam e questa è solo un'opinione. Lui sarebbe in disaccordo in modo fottutamente aggressivo. Fu giustamente messo lassù come questa fottuta rock star, ma non scriveva una nota, neanche una parola. Dalla mia prospettiva non so quanto mi sentissi a mio agio con la mania che ci circondava, e con il fatto che in cuor mio sapessi che era merito mio se indossavamo quei vestiti. E questa non è una frecciata. Ma quando fai interviste su un album che non hai scritto tu ... so che il fatto che lui fosse soltanto il cantante lo faceva un po' ammattire.
Liam era un cantante fantastico e un fantastico frontman di una band fantastica. Quando era al meglio era il migliore. Penso che tra sé e sé dopo Knebworth Liam abbia pensato: "Ora ce l'hai fatta". Non durò molto, sai.

La fama certe persone le colpisce troppo forte. Io ci prosperavo. La amo. Non sono mai andato fuori strada per diventare famoso e non voglio risollevare una fottuta questione, ma se qualcuno vuole prestarmi il suo superyacht solo perché sono famoso, "grazie mille, amico". Quella parte della fama mi piace e dovresti godertela, cazzo.

Più a lungo durava più forte mi sentivo, perché nessun altro era responsabile del mio successo. Non un produttore, non un cazzo di tizio della A&R [una divisione dell'etichetta discografica che fa da tramite tra gli artisti e l'etichetta, ndr], non uno dei tizi che hanno fatto quei video, perché erano tutti merdosi. Ho scritto io tutte le canzoni, tutti i testi, ho inventato io tutte le parti, ho fatto io tutte le interviste. Mi sentivo a prova di proiettile perché facevo tutto io.

Odio fottutamente le rock star piagnucolose. E odio le pop star che sono proprio ... neh. Il nulla, capisci? "Oh, sì, il mio ultimo selfie ha preso 47mila milioni di mi piace su Instagram". Sì, perché non te ne vai a fanculo e ti droghi, coglione?
La fama non era sprecata su nessuno degli Oasis. Di sicuro non era sprecata su di me o su Liam. E la ricchezza, la notorietà e tutto quello non era sprecata su di noi.
Una volta qualcuno mi ha chiesto: "Di che cosa parla Champagne Supernova?". E io: "A chi cazzo frega di cosa parli?". E lui mi fa: "Be', se l'hai scritta di sicuro saprai di cosa parla, no?". Sul palco, due ore dopo, in Scozia, la suonavo con la chitarra acustica e c'era un ragazzino di 15 anni che si era tolto la maglietta e la cantava con le lacrime agli occhi, e ho pensato: "Ecco di cosa parla".
Traduz. by O.N. - Fine parte quarta. Vedi i precedenti e i successivi post per le altre parti dell'intervista.

Vedi anche: Noel Gallagher racconta la sua infanzia: "Mia madre? Maestra di bestemmie. Mio padre? Inventò la rabbia al volante. Avessi avuto il cellulare non sarei diventato ciò che sono"

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sabato 7 novembre 2015

Noel Gallagher racconta la sua infanzia: "Mia madre? Maestra di bestemmie. Mio padre? Inventò la rabbia al volante. Avessi avuto il cellulare non sarei diventato ciò che sono"

Nella lunga intervista concessa per il numero di dicembre della rivista Esquire UK, di cui vi abbiamo già parlato in precedenti articoli, Noel Gallagher è tornato anche sulla sua difficile infanzia trascorsa a Manchester, caratterizzata dalla violenza, dal degrado sociale e dall'assenza di una forte figura maschile. Ecco il suo ricco racconto.
Sono nato a Longsight, una zona di Manchester particolarmente malfamata. Negli anni Settanta demolirono la nostra strada per costruire questa cosa moderna chiamata superstore Asda e ci trasferirono in questo posto di nome Burnage, che all'epoca era un sobborgo piuttosto verdeggiante. Ma quando dagli anni Settanta si passò agli anni Ottanta divenne un po' più desolato. C'era un luogo che si chiamava Renold Chains. Produceva catene per le ancore delle navi, fottute cose grandi. Quando chiuse, fu proprio la fine. Nessuno aveva un lavoro. Ora lì non c'è un cazzo. La maggior parte dei negozi sono chiusi con assi di legno.

Mia madre viene da una famiglia di 11 figli. Direi che è la settima degli undici che si trasferirono tutti da Manchester all'Irlanda, e si sono riuniti in un'area di cinque miglia quadre. E nessuno di loro si è trasferito altrove. A qualcuno hanno sparato in faccia fuori dalla casa di mia madre circa quattro mesi fa. Lei non fa una piega di fronte alla violenza. Ama quel posto.

Duro lavoro e modo di esprimersi fottutamente sboccato, ecco cosa ho ereditato da mia madre. Ha insegnato agli anni Novanta come bestemmiare. E qual è la parola, stoicismo? Sì, lei era irriducibile. A lei non fregava un cazzo.

Ricordo che una volta, quando ero bambino, il sacerdote del posto venne a casa nostra perché lei non ci portava a messa da secoli. Lei lo trattò in malo modo in casa. Parole del tipo: "Che ha mai fatto la chiesa per me? Io conduco la mia vita. Questi ragazzi possono andare in chiesa se vogliono". Andare nella fottuta chiesa? Cazzo, stai scherzando, amico.

Da mio padre ho ereditato l'amore per il Man City, grazie al fottuto Dio, anche se gliel'ho rimproverato fino a circa otto anni fa. E lui faceva il DJ nei social club irlandesi del posto, quindi aveva una grande collezione di vinili. A dire il vero, ciò che ho preso da lui è la mia fottuta devozione totale per i Best Of… Perché era questo tutto ciò che lui aveva: Il Meglio dei Drifters, Il Meglio di Questo, Il Meglio di Quell'altro.

Il mio paparino ha inventato la rabbia al volante. Quando uscì la nuova Ford Sierra era una cosa grandiosa. Ricordo che dal finestrino chiamò un tizio che era in strada "fottuto bastardo con la faccia da Sierra!". Questa è poesia, amico.
Io sono il figlio mezzano. Conosco un po' di persone che sono figli mezzani e sono in ottimi rapporti con loro. Hanno tipo un atteggiamento rilassato. Credo che ci sia qualcosa di particolare nell'essere quel tipo di figlio. Io ero molto solitario da bambino e quella è una cosa che mi è rimasta. Non ho affatto bisogno di un sacco di persone.

Mio fratello Paul? Penso che per lui debba essere stato strano, ma posso solo supporlo. Se la cava. Fa il DJ. Quando sono in tour o quando Liam è in tour viene con noi a suonare in ogni città e gli consentiamo di mettere il logo della band sui suoi volantini. Mi segue in tutta Europa. Una cosa, però, va detta: non ha perfezionato l'arte di prendersi un respiro tra una frase e l'altra, per cui le frasi possono andare avanti per fottute ore, sino al punto che non so neanche cosa stia dicendo, sta solo dicendo un mucchio di fottute stronzate. Paul ti dirà che canta meglio di me e di Liam. Fanne ciò che vuoi. Ma è un bravo ragazzo.

Me la rido quanto sento la gente che si lamenta della sua infanzia. Di solito sono persone della classe media. Penso: "La mia è stata peggiore". La mia infanzia l'ho trascorsa avvolto nella violenza e nell'ubriachezza e non c'erano soldi. E ciononostante non andavamo in giro a rapinare fottutamente la gente. Rubavamo delle cose, non rapinavamo la gente.

È assurdo dire che sei della classe operaia quando il tuo cortile è più grande della fottuta strada in cui sei cresciuto. Ma è una cosa che c'è sempre. Se mi sento della classe operaia? In cuor mio penso di sì.

Se fossi qui a dover fare i sacrifici a quasi cinquant'anni, penserei di essere stato ingannato dalla società. Ma essere disoccupato non mi turbava. Era così e basta. Non direi che la cultura della disoccupazione negli anni Ottanta fosse figa, ma tutti i miei amici erano disoccupati e lo erano anche tutti i padri dei miei amici. E da quella cultura della disoccupazione degli anni Ottanta venne fuori quello che fu chiamato Britpop.

È una cosa buona che non abbia avuto il telefono cellulare quando ero disoccupato a 17 anni. Adesso non sarei seduto qui, te l'assicuro, cazzo. Avrei trascorso tutta la giornata a guardare i Beatles su YouTube, a sballarmi, pensando: "Questa è la cosa più grande di tutti i tempi". Oggigiorno persino le persone che hanno il sussidio di disoccupazione hanno gli iPhone 6 e i fottuti iPad e le TV a schermo piatto e tutte quelle merdate. E queste persone in fila per la distribuzione dei viveri? Che cazzo, amico? Noi non avevamo nulla da fare, così lo abbiamo dovuto inventare.

Non potevamo permetterci un tappeto ed era imbarazzante quando portavi a casa le ragazze. "Oh, non hai il tappeto?". E ricordo di essere arrivato a Londra per la prima volta e come fosse uno status symbol per le persone non avere il tappeto sul pavimento. E sono dovuto tornare indietro per dirglielo a mia madre: "Sai che a Londra non hanno i tappeti sul pavimento? Ciò che hanno fatto è stato lucidare l'asse del pavimento".
"Davvero? Perché non hanno i tappeti?"
"Porca troia, sono cockney. Come faccio a saperlo? Fottuti pazzi". Ancora oggi mi fa ridere.

Ti dirò che forse avevo 12 o 13 anni. Mi tenevano chiuso in casa in castigo molte volte perché marinavo sempre la scuola e mi scoprivano a fumare e sniffare fottutamente colla e tutta la roba tipica degli anni Settanta e Ottanta. E c'era questa chitarra dietro la porta posteriore, nessuno sa come fosse finita lì. Ero solito suonare una corda e poi tipo tutto è partito da lì. Non fu una cosa istantanea e non sono mai stato in piedi davanti allo specchio con in mano una racchetta da tennis. Non avrei mai pensato di diventare una rock star. Era solo qualcosa da fare mentre aspettavo che questi due deficienti di genitori al piano di sotto si intenerissero e mi concedessero di uscire per prendere un po' di funghi. 
trad.: oasisnotizie

Fonte: Esquire UK. Seguiranno altri stralci tradotti della lunga intervista.


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venerdì 6 novembre 2015

Noel Gallagher: "I Radiohead? Non li ascolta più nessuno, ma se Thom Yorke cacasse in una lampadina sarebbe elogiato dalla critica"

Dalle pagine di Esquire UK, che gli ha dedicato la copertina del numero di dicembre, Noel Gallagher ha raccontato vari aneddoti sulla sua carriera e con la sua consueta lingua tagliente non ha risparmiato neanche i Radiohead. Ecco alcune delle sue parole.
Se sono consapevole della gerarchia delle band britanniche? Sono consapevole del fatto che i Radiohead non hanno mai ricevuto una fottuta recensione negativa. Ritengo che se Thom Yorke cacasse fottutamente in una lampadina e cominciasse a soffiarci dentro come si fa con una bottiglia di birra vuota forse riceverebbe 9 stelle su 10 dalla fottuta rivista Mojo. Ne sono consapevole.
Ricordo di aver scritto Don't Look Back in Anger a Parigi in una serata piovosa. Avevamo appena suonato in uno strip club. Finita la nostra esibizione, arrivarono le spogliarelliste. Non eravamo nulla, eravamo una piccola band insignificante. E ricordo che tornai nella mia stanza di hotel e la scrissi, e pensai: "Sarà abbastanza bella quando la registreremo". Se quella sera avessi saputo quello che so ora, cioè che la gente la fa suonare ai fottuti funerali e ai matrimoni, non avrei mai completato quella canzone. Troppa pressione. Tecnicamente ci sono cantautori migliori di me. Quelli che scrivono sul Guardian ti diranno questo, però ci sono canzoni di altri artisti che abbiano veramente influenzato una generazione? I Radiohead? Quando li ascolta la gente? Quando esce o quando torna a casa? Perché fatico a immaginarmelo.

Nelle mie canzoni c'è una certa gioia quando si abbinano bene con le sbronze.
Guarda, appena Thom Yorke scrive una canzone  bella come la fottuta Mony Mony fateci un cazzo di fischio. Io e mia moglie eravamo al Festival di Coachella un paio d'anni fa e i Radiohead erano headliner. Abbiamo fatto: "Bene, diamo loro un'altra possibilità. Andiamo a vederli". Giornata bellissima e soleggiata. Appena loro uscirono ci incamminammo tra la folla e suonavano questa roba post-techno: "de-de de de". Eravamo un po' ebbri. Fottutamente fantastico. E poi lui ha iniziato a cantare. No. Non fa per noi. Noi siamo gente da party.

Non scriverò mai una canzone che sia in sintonia con la gente tanto quanto lo è Don't Look Back in Anger, ma questo non mi impedisce di tendere verso il meglio ogni mattina. Penso che ci siano canzoni fantastiche che non sono state ancora scritte. E penso ancora, quando mi metto lì seduto per ultimare quella canzone, che me ne uscirò con quel verso che trasforma una canzone bella in una canzone fantastica. Ritengo che sia così per ogni scrittore. Non che io consideri me stesso "uno scrittore", perché quelli là sono i fottuti stronzi più noiosi del mondo, ma come scrittore, come autore di sicuro pensi sempre che la tua opera migliore sia sempre davanti a te, anche se ho abbastanza consapevolezza di me stesso da rendermi conto che probabilmente è fottutamente dietro di me.
Fonte: esquire.co.uk

Seguiranno le altre parti dell'intervista, stay tuned.

Vedi anche: Noel Gallagher al vetriolo: "One Direction succhiacazzi, Styles non ha nulla da dire, come tutte le rock star di oggi"

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giovedì 5 novembre 2015

Noel Gallagher al vetriolo: "One Direction succhiacazzi, Styles non ha nulla da dire, come tutte le rock star di oggi"

Noel Gallagher contro tutti, ennesima puntata. Questa volta l'ex chitarrista degli Oasis ha lanciato i suoi strali contro i colleghi e la musica moderna dalle pagine di Esquire UK, che lo mette in copertina sul numero di dicembre. Ecco alcune delle sue dichiarazioni al vetriolo.
Ve lo dico io cosa c'è che non va: la fama è sprecata su questi stronzi di oggi. A parte Kanye West. Lo vedi agli MTV Music Awards e pensi: cazzo, tu puoi starci, tu sei a posto. A qualcuno frega un cazzo di cosa fanno tutte queste pop star contemporanee? A chi cazzo frega di cosa cazzo fanno gli One Direction? Succhiacazzi, finiranno tutti in riabilitazione prima di compiere trent'anni.
A chi cazzo frega di cosa faccia Ellie Goulding? Davvero? Adele, che? Mi fotte la cazzo di mente! Mi fotte il cazzo di cervello! Non importa a nessuno! La fama è sprecata su di loro, con i loro cazzo di in-ear monitor e le sigarette elettroniche. E i loro profumi che stanno facendo uscire per Natale. Cazzo di coglioni!

Il mio profumo? Oh, sta per arrivare, sta per uscire. Si chiama Straccio per l'alluce. E il contenitore sarà un enorme alluce.

Ormai non ci sono più persone rock 'n' roll. Oggi ciò che la gente pensa sia rock 'n' roll è il fatto di poter comprare da Topman la maglietta del tour del 1972 dei Rolling Stones. Questa nuova generazione di rock star ha un look fantastico: Alex Turner, Miles Kane, i tizi dei Royal Blood. Hanno i fottuti jeans attillati e gli stivali, e hanno tutti quell'eyeliner. Ho un gatto che è più rock 'n' roll di tutti loro messi insieme. I piccioni? Quella cazzo di testa gliela staccano!

Torno a dire questo: la fama è fottutamente sprecata su queste persone. Questa nuova generazione di rock star ... quando mai hanno detto qualcosa che vi ha fatto ridere? Quando mai hanno detto qualcosa di memorabile?
La gente dice: "Sono interessanti". Interessanti! Questa è una parola che è invalsa nell'uso nel mondo della musica. "Sì, amico. Hai sentito il nuovo disco di Skrillex?". "No". "Sì, amico. È proprio interessante". Io non voglio il cazzo di interessante! Il rock 'n' roll non è quella roba. Per me è essere dei completi imbecilli del cazzo, proprio dei fottuti svitati. Be', non proprio svitati, ma quello che voglio io, onestamente, è qualcuno con una fottuta tossicodipendenza che non sia Pete Doherty. Capisci cosa intendo?

Oggi le case discografiche possono vendere un miliardo di download di Ed Sheeran domani mattina. Nei loro uffici non vogliono qualcuno come Ian Brown, o Liam o Bobby Gillespie o Richard Ashcroft o me. Vogliono professionisti. Ecco cosa è diventato oggi.

Ti garantisco questo, cazzo: gli Stone Roses non hanno mai menzionato la parola "carriera" in nessuno degli incontri che tenevano come band. Mai. Né i Primal Scream, né i Verve. Gli Oasis di sicuro non l'hanno mai menzionata. Scommetto che oggi è molto menzionata dai manager e dagli agenti: "Non fare così, nuoce alla tua carriera". "Cosa? Vaffanculo!". Come quando andammo ai Brits e vincemmo tutti quei premi e non suonammo. Il capo dei Brits ci disse: "Questa cosa vi rovinerà la carriera". Fanculo, wow. Io dissi al tizio: "Sai quanto sto fatto? Sai chi mi rovinerà la carriera? Io, non tu. Testa di cazzo. Altro champagne. Fanculo".

Dieci anni fa lo dicevo che noi saremmo stati gli ultimi. Semplicemente lo sentivo. Sentivo la storia dei poveri ragazzi riscattatisi, che veniva narrata di nuovo, da Elvis ai Beatles (e non menzioniamo gli Stone Roses perchè erano ragazzi eleganti) ai Sex Pistols agli Smiths agli Stone Roses. Sentivo che all'epoca eravamo alla fine. E i fatti mi hanno dato ragione. E questo non mi piace. Cioè mi piace che i fatti mi diano ragione, ma non in questo caso.

Questa cosa me la dicono tutti i cazzo di ragazzetti brufolosi con le chitarre, tutte le volte: "Oh, è proprio difficile. Tutti dicono sempre che non ci sono grandi band, ma ci sono". Il mio ragionamento è questo: mi state fottutamente dicendo che qualcuno là fuori, non scoperto da nessuna industria discografica, è la più grande band del mondo? Con la quantità di esposizione che puoi ottenere cliccando sul tuo telefono? Fanculo.

Il rock 'n' roll è tutto libertà e onestà. Libertà di pensiero, libertà di espressione. Hai il dovere di essere onesto.

Qualcuno mi ha detto: "Sei stato da Saint Laurent di recente". Ci sono stato, a proposito. E io ho risposto: "No, perché?". "Oh, dovresti andarci, la loro nuova collezione è davvero rock 'n' roll". E io ho fatto: "Sai almeno cosa significa? Intendi dire che sono abiti che indosserebbero le rock star?". "Be', sì". "Be', sai, è proprio ...". "Be', io sono una rock star. E sto indossando questi cazzo di vestiti".

Harry Styles non ha nulla da dire, nulla. "Tutto bene, amico?". "Uhhh". E basta.

Non è una coincidenza che tutte le persone famose negli anni Novanta siano rimaste tali. Per tutta l'estate sono stato a vari festival. Ognuno di questi festival aveva come attrazione principale qualcuno famoso negli anni Novanta. Ecco perché Kate Moss trascende le epoche. Nessuno ha preso il suo posto.

Sono tutti lì per farsi elogiare dal Guardian. E questo è l'atteggiamento sbagliato. So di gente che vive per le recensioni che riceve da loro. Una volta ho chiesto a qualcuno come stesse andando il suo nuovo album e mi ha risposto: "In modo fottutamente fantastico. Ho ricevuto solo una recensione negativa". A chi cazzo frega? "Solo una recensione negativa". Porca troia, davvero? Merda, Gesù. Ecco la seconda.

Non vorrai mica dirmi che, sul serio, qualcuno ascolterà i Foals tra 12 anni. Qualcuno implorerà fottutamente gli Hot Chip di fare la reunion tra 22 anni? Credo proprio di no, cazzo.
Fonte: esquire.co.uk

Seguiranno le altre parti dell'intervista, stay tuned.

Vedi anche: Video sottotitolato: Lunga videochat con Noel Gallagher. Da Cameron a Liam, da Taylor Swift ai Blur, dagli U2 a Spotify, dagli One Direction ai tipi di fan incontrati

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lunedì 2 novembre 2015

In arrivo un documentario sugli Oasis con "inedito materiale video d'archivio"

James Gay-Rees della casa di produzione On The Corner e il regista Asif Kapadia faranno presto seguire a Amy, il film sulla vita di Amy Winehouse, un nuovo documentario che racconterà l'ascesa degli Oasis dagli esordi a Manchester al successo internazionale. Lo riporta oggi il sito della rivista NME

A quanto riportano fonti della produzione, il team ha avuto accesso a "materiale video d'archivio mai visto sinora". Kapadia sarà il direttore esecutivo del documentario sugli Oasis, mentre Mat Whitecross ne sarà il regista. Whitecross ha già diretto numerosi video dei Coldplay e Spike Island, il docufilm del 2012 sullo storico concerto degli Stone Roses a Spike Island. 

Screen Daily scrive che la Independent Film Sales lancerà il documentario nel corso dell'annuale American Film Market AFM, evento che si svolgerà a Santa Monica, in California, dal 4 all'11 novembre. 

Andrew Orr, managing director della Independent, ha dichiarato: "Gli Oasis sono senza dubbio una delle band classiche del British rock, hanno venduto oltre 70 milioni di copie in tutto il mondo e hanno definito il sound di un'intera epoca. Il cuore pulsante della band erano Liam e Noel Gallagher, due delle più fulgide stelle del rock 'n' roll che questo paese abbia prodotto. Lo stile e la sensibilità di Mat faranno da perfetto complemento a questo racconto dell'ascesa di una delle più grandi rock 'n' roll band". 

Di recente Amy è schizzato al secondo posto dei documentari che hanno incassato di più nel Regno Unito, facendo registrare guadagni per 3,44 millioni di sterline.

Il Guardian ha scritto che Liam e Noel hanno dato il proprio assenso a comparire nel documentario, per il quale saranno intervistati. 




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domenica 1 novembre 2015

VIDEO - Noel Gallagher: "Nuovo album? Dopo aprile. Io e Liam odiavamo gli abbracci di gruppo pre-esibizione. Bisogna dare solo il 75% sul palco ..."

Sabato 24 ottobre Noel Gallagher è stato ospite di Soccer AM su Sky Sport UK, regalando siparietti e commenti divertenti su vari argomenti.

In studio, oltre all'ex Oasis, c'era anche l'ex leggenda del Manchester United Peter Schmeichel, che, dopo aver vinto molti trofei con i Red Devils e giocato con Sporting Lisbona e Aston Villa, chiuse la carriera nel Manchester City alla soglia dei 40 anni.

"È un peccato che Peter non sia venuto a giocare con noi nei suoi anni migliori. Ci siamo già incontrati. Una volta ci incontrammo ad Upton Park quando suo figlio giocava per un club come si deve", ha detto Noel, alludendo al Manchester City, nelle cui file il figlio di Peter, il 29enne Kasper, attuale portiere del Leicester City, militò alcuni anni fa.

Nell'intervista Noel ha confermato di non amare i set dei video musicali. "Li detesto, li odio, non li sopporto. In tutti quei video che avete appena mostrato si vede come io sia furioso. È un male necessario, ma non lo sopporto. Si portano via tutto il giorno e di solito i registi sono piuttosto presuntuosi. Quelli che giriamo all'aperto sono i peggiori. Quello per Ballad of the Mighty I, poi, lo girammo a novembre e fuori si gelava. Non riesco a gestirli, non sono nato per stare di fronte alla telecamera".

Noel non ama neanche i social network. "Non sono su Twitter, la vita è troppo breve per quelle cose, ma è il modo in cui ci si connette con i giovani, chiunque essi siano". 

Twitter ha contribuito a togliere quel bel velo di mistero che prima avvolgeva l'industria musicale? "Certamente", risponde il cantautore. "Quando gli Oasis erano agli esordi, se avevi sentito parlare di noi e volevi sentirci dovevi venire a vederci, no? Ora è molto facile picchiettare il nome sul computer, andare su YouTube e farsi istantaneamente un'opinione sulla band in trenta secondi, mentre allora, quando tutti noi eravamo giovani, dovevi trovarti lì, no?".
 
Sul nuovo album in studio degli Stone Roses Noel ha rivelato: "Sì, so esattamente cosa sta succedendo: loro sono in fiore".

L'artista ha poi rivelato come il suo nuovo album, che farà seguito a Chasing Yesterday, non sarà completato prima della fine del tour che lo sta attualmente impegnando, la cui chiusura è fissata per il prossimo mese di aprile. "Fino ad allora il mio magic trick non sarà pronto, quindi tirerò fuori solo la vecchia roba", ha detto Noel, che l'anno prossimo suonerà il 12 aprile a Vienna, il 14 a Colonia e il 15 a Monaco di Baviera.

"Se mi diverto ancora ad andare in tour? Sì, lo amo, è la parte migliore", ha aggiunto il chitarrista. "Se mi tiene fuori di casa? Sì, dai bambini quando non sono a scuola. Mi piace tanto quanto mi piaceva quando ci andavo con gli Oasis. Non direi che mi piace di più. Allora era fantastico perché era una band famosa, grande, enorme, e il caos era eccezionale. Ora è una cosa più contenuta, ma mi piace".

Alla domanda se in tour ha dei rituali prima di salire sul palco, Noel ha risposto in modo netto e ha confermato la fama di "duri" degli Oasis. "No, non ho rituali. Con gli Oasis vedevamo che le band che suonavano prima di noi aprendo i nostri concerti facevano piccoli abbracci in cerchio o si davano il cinque prima di salire sul palco. Questa cosa ci disgustava. Sai, si tratta di finire il drink, fumare una sigaretta, salire sul palco, fare le cose in fretta e tornare in camerino, no?". Poi ha spiegato: "Devi dare il 75% quando sali sul palco ... Sai ... bisogna lasciare qualcosa per l'after show, no?", ha spiegato tra le risate del pubblico.

Ecco il parere di Noel sul City di Pellegrini. "Credo che Pellegrini stia facendo bene, ma sarà per quello che farà in Europa che sarà giudicato. L'altra sera giocavamo in Champions League contro i vincitori dell'Europa League, il Siviglia. Li ha affrontati con il 4-4-2 e io ho pensato che ancora non ha imparato nulla. In termini di Premier League, però, credo abbia fatto straordinariamente bene e non gli si rende abbastanza merito. In Champions League però ha onestamente molto da imparare. L'anno prossimo saranno disponibili Ancelotti, ... Klopp lo sarebbe stato prima di impazzire e di firmare per il Liverpool ... dicono Guardiola".

Sui recenti fatti avvenuti all'Etihad Stadium durante i match europei Noel ha detto: "Cosa vogliono fare? Mettere degli steward durante le partite per impedire che i tifosi del City fischino l'inno della Champions League? Se avessimo potuto pensare che la UEFA si sarebbe coperta ancor di più di ridicolo, ecco che se ne sono usciti con questa cosa. E pensi: chissà cosa ci sarà dopo a questo punto ... Penso che a questo punto i tifosi fischieranno ancor più spesso forse. Cosa fischio? Io fischio il testo dell'inno della Champions League. Sembra dica: 'Lasagneee'. Il testo è orribile".

Di fronte alla possibilità che Ryan Giggs alleni gli odiati rivali del Manchester United, Noel sorride e dice: "Giggs al Manchester United? Spero di sì, sarebbe incredibile".

Noel ha anche raccontato come guarda le partite: "Se le guardo in piedi? Sì, in cucina, specialmente per i derby. Da quel punto di vista i derby non li amo: sono troppo stressanti. Se passeggio nervosamente? Sì. A volte il gatto mi fissa e forse pensa: 'Mi sta portando dei Dreamies (cibo per gatti, ndr) o cosa? ' ... Le guardo da solo. Odio la gente che parla mentre guarda le partite. Ho un amico con cui a volte vado allo stadio. Non mi dice una parola per tutto il giorno, poi appena inizia la partita inizia a parlarmi ...".

A Noel hanno fatto vedere un filmato in cui l'ex capitano del Manchester United Gary Neville si esibisce in concerto con i Charlatans suonando la chitarra acustica. Questo il severo giudizio del 48enne: "Tanto per cominciare quella chitarra è una porcheria. Non so che marca sia, forse Yamaha o una cosa simile. Fa schifo. Quanto all'abilità ... come chitarrista fa dei commenti calcistici eccezionali. E quanto a presenza scenica direi che ne ha meno del cantante. Davvero quello con la chioma bionda è Tim Burgess? È diventato Lady Gaga".

Alla fine Noel si è prestato ad un giochino in cui era stato nominato "allenatore dei tifosi dell'Everton". "Sei felice in questo ruolo?". "No". "Vorresti augurare buon compleanno a Wayne Rooney?". "No".

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