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martedì 7 novembre 2023

Video e foto: Noel Gallagher in concerto a Düsseldorf, domani sbarca a Milano per il live al Mediolanum Forum

Seconda tappa del tour invernale di Council Skies, l'album di Noel Gallagher. Dopo essersi esibito ad Amsterdam venerdì 5 novembre, ieri sera l'ex Oasis è stato di scena a Düsseldorf, in Germania, mentre domani sarà in concerto al Mediolanum Forum di Assago (Milano).
Ecco la scaletta, probabilmente la stessa di domani in Italia:

Pretty Boy
Council Skies
Open the Door, See What You Find
We're Gonna Get There in the End
Easy Now
You Know We Can't Go Back
We're on Our Way Now
In the Heat of the Moment
If I Had a Gun...
AKA... What a Life!
Dead in the Water
Going Nowhere
The Importance of Being Idle
The Masterplan
Half the World Away
Little by Little
Quinn the Eskimo (The Mighty Quinn)(Bob Dylan cover)
Live Forever
Don't Look Back in Anger



VIDEO INTEGRALE DEL CONCERTO DI IERI (DIRETTA YOUTUBE)

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giovedì 2 giugno 2022

Liam Gallagher a Visions: "Noel sia pure felice di suonare di fronte a 300 persone, io preferisco riempire Knebworth. I Beady Eye? Meritavano più elogi"

Che mi dici dei Beady Eye?

Come band non abbiamo ricevuto gli elogi che meritavamo. Forse era troppo presto. Gli Oasis si erano appena sciolti e tecnicamente i Beady Eye erano gli Oasis senza Noel, a molti la cosa non piaceva, ma che scelta avevamo? Ti scrolli di dosso la polvere e continui ad andare avanti. Siamo stati fortunati a poter continuare. Quando mi guardo indietro penso che abbiamo fatto un paio di belle canzoni.

Che mi dici della collaborazione alla scrittura delle canzoni?

Se facessi tutto per conto mio non oserei lasciare la casa, ma lavoro con Andrew e Simon, per cui la pressione è condivisa. Non lo vedo come un fardello. Quando hai vent'anni forse è diverso, specialmente quando vuoi opporre resistenza, ma, dal mio punto di vista, se alla gente non piace allora faccio un altro album e forse l'altro piacerà di più. Riproverò, semplice. Capisci cosa intendo? No, intendo che è solo musica. La gente dovrebbe ascoltarla e poi decidere se salire a bordo, ma di certo non mi agita. Se a loro piace, bene. Se a loro non va a genio, allora anche in questo caso va benissimo, capisci cosa intendo? Non è una questione di vita o di morte, semplicemente facciamo quello che facciamo. Se facciamo un nuovo disco, basta. Non viene ucciso nessuno. Abbiamo provato un po' di cose e hanno funzionato. Se non avessero funzionato, allora saremmo tornati a fare quello che abbiamo sempre fatto, ma hanno funzionato, quindi: cazzo, è fantastico, amico!

Invecchiando ti stai ammorbidendo?

Può darsi, ma la gente ha sempre una certa immagine di me. Di sicuro ho fatto delle cose non carine in passati, litigi e zuffe, ma quella è solo una piccola parte di me. Se qualcuno mi infastidisce mi arrabbio, ma in fondo sono un tipo tranquillo. Potrebbe sembrare buffo sentirlo dire da me, ma è la verità. In parte è dovuto al fatto che non esco spesso. Un tempo ero costantemente in bar e in pub pieni di teste di cazzo. Una parola tira l'altra. Oggi penso: 'Fanculo! Me ne sto a casa. Ora sono molto più consapevole di ciò che mi circonda. Ci sviluppiamo e cambiamo costantemente, è un processo lungo.

Quando penso a me ventenne, i primi pensieri sono a quanto sono cambiato. Un momento dopo dico tra me e me: ascolto ancora la stessa musica, fumo le stesse sigarette e bevo la stessa birra, per cui non posso essere così diverso. Ci sono molte piccole cose che oggi sono diverse, però.

Come hai vissuto il COVID e la quarantena?

Al mattino me ne stavo seduto sulla mia sedia a dondolo o in poltrona e mi piaceva ascoltare gli uccelli cinguettare. Lo facevano il doppio più forte, perché non volava nessun aereo. Una fottuta sinfonia. Fantastico! Ovviamente la pandemia è stata una grandissima tragedia, incredibile quante persone siano morte di Coronavirus. Allo stesso tempo un fenomeno simile ha un grande potere. Se ci pensi, l'intero pianeta era alle prese con questa cosa. Forse la Terra aveva bisogno di una tregua per respirare. A tutta questa storia dei laboratori di prova non credo. Guarda cosa abbiamo fatto alla natura, al cambiamento climatico e tutta quella roba. Forse è stato il modo in cui la natura ha reagito? Mi va bene. Come il festival di Glastonbury. Ogni pochi anni i campi devono recuperare dopo essere stati maltrattati da orde di gente. È solo il modo in cui la vedo io, specialmente quando sono seduto al buio di notte, sballato. 

L'hai visto poi il film sui Beatles, Get Back?

Tutti mi dicono: amico, devi vederlo. Io dico: fanculo! Lo vedrò quando voglio, a modo mio. Non faccio quello che vuoi tu. Mi spavento. Perché? Perché so che è dannatamente incredibile, da quello che ho sentito dire. Come se fossi nella stanza con loro, pazzesco. Ecco perché sono spaventato. È come quando eri bambino. Se lo mangi è finita. Ecco com'è con Get Back. Quando comincerò non smetterò e poi sarà finito. Quando lo farò dovrò concentrarmi in modo assoluto. Al momento ci sono troppe cose in corso con il nuovo album e le interviste e tutta quella roba. Appena avrò più tempo per me stesso, forse quando sarà finito il tour, mi siederò e lo guarderò piacevolmente. Devo essere completamente concentrato.

Il tuo atteggiamento nei confronti dei Beatles è mai cambiato?

Assolutamente no. Mai. Li ho sempre amati, questo non è mai cambiato. Forse non li ascolto tanto quanto quando mi sono avvicinato a loro. È stato come entrare in un nuovo mondo, in una nuova dimensione. Tutto il resto poteva andarsene a fanculo, capisci cosa intendo? Quell'intero esercito di leggende, Beatles, Hendrix, Stones, The Who, Small Faces, Pink Floyd, è pazzesco. I Beatles fanno parte del mio DNA. E non dimentichiamo i Sex Pistols, li adoro. Nessuno ci si avvicina. Steve Jones è una leggenda, un animale. I Beatles e i Sex Pistols, non c'è qualcosa di migliore, quella potenza. Senza di loro tutto sarebbe stato diverso.

Mi puoi dire qualcosa sul processo di registrazione del nuovo album?

Oh Sweet Children è stata la prima canzone che Andrew Wyatt mi ha inviato e io gliel'ho rimandata dopo aver aggiunto la mia voce registrata nel mio studio di casa. Per un po' abbiamo fatto così, finché non abbiamo avuto 6 canzoni. Poi Wyatt è venuto a Londra e abbiamo lavorato insieme al nuovo materiale. Molto facile.

E i Foo Fighters? Con Dave Grohl hai composto Everything's Electric.

Amo i Foo Fighters, hanno canzoni fantastiche. Quello che ho sempre rispettato di loro è stato il loro intero atteggiamento nei confronti dei tour. Quando le band diventano famosissime, a volte vanno in tour solo ogni pochi anni. I Foo Fighters sono costantemente in tour, non c'è rallentamento. Ho un grande rispetto per loro. Film, serie, produzione di album, non è così facile fare tutto questo e poi cose così grandiose. Enorme rispetto.

Di recente è morto Taylor Hawkins.

Una grande tragedia. Non eravamo i migliori amici, ma parlavamo regolarmente al telefono. Una settimana prima della sua morte eravamo insieme su Facetime, a parlare di concerti condivisi e di alcune idee. La sua famiglia e i suoi amici, la sua cerchia ristretta, saranno devastati. Dio benedica la sua anima.

C'mon You Know è sperimentale?

Non è supersperimentale, ma ci sono alcuni dettagli insoliti che normalmente non avrei creato. Non sono davvero il tipo che entra nei dettagli, discutendo ogni possibile dettaglio della produzione. Questo era il bello di essere in una band. Noel si occupava di tutto questo.

Sensazioni in attesa di Knebworth?

Sarò più preparato questa volta. Nel 1996 eravamo in tour, si beveva molto. Bevevo il giorno prima, bevevo sul palco. Quando lo riguardo ora, penso che non abbiamo suonato in modo ottimale, qualcosa era un po' in fuorigioco. Oggi sono più maturo, sarà grandioso.

Hai fatto il tutto esaurito per i concerti di Knebworth del 3 e 4 giugno prossimi.

Sinceramente sono ancora un po' sotto shock. Non mi aspettavo che la gente sarebbe stata così pronta. Poi è iniziata la prevendita e ho pensato: boah, cosa sta succedendo qui? Per il momento l'ho rimosso. Quando cominceremo a provare sarà di nuovo tutto diverso, te lo posso garantire. Non vedo l'ora. L'ho fatto prima, lo farò di nuovo. La gente lo chiede, sarà fantastico, capisci cosa intendo?

E Noel?

Penso che sia infastidito dal fatto che io lo stia facendo, ma non lo ammetterebbe mai. Oggi dice che non vuole fare grandi concerti, proprio come il suo amico Paul Weller. Suonano alla Guildhall e festeggiano. 'Ehi, siamo musicisti che lavorano sodo'. Fanculo, amico! Col cazzo! Divertiti con il tuo spettacolo davanti a 300 persone. Io preferisco esibirmi a Knebworth.

Ricordi della Germania?

So che quando facevo parte degli Oasis ci sono stati degli incidenti qui. Monaco di Baviera di certo non era bella, ma quando sei ubriaco, puoi uscire dai binari. Fa parte del passato, lasciamo perdere. Mi piace essere lì, è sempre tutto così rilassato.

traduzione di oasisnotizie - Source: Intervista per Vision, rivista tedesca

thanks to joladella for providing the English translation of the original text


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domenica 29 maggio 2022

Liam Gallagher intervistato in Germania: "Di me la gente ha un'immagine distorta. Noel invitato al mio compleanno? No, è troppo infelice"

Traduzione dell'intervista a Liam Gallagher per il nuovo numero di Rolling Stone Germania.

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Hai trovato difficile trovare l'ispirazione per l'album, dato che non c'è stato molto da fare negli ultimi due anni?

In realtà, per me sta diventando più facile, amica. Non facciamo concept album! Suoniamo la chitarra e vediamo cosa succede. Non sono uno di quei cantautori che ha costantemente delle idee in movimento. Perché dovrei lamentarmi della pandemia? Stavo bene. Inoltre, non ne so molto, ma a quanto pare non è stata così male per il clima. Forse c'è di più oltre che lavarsi le mani. Forse dovresti cercare di non avere molti piani in cielo. Dai alla Terra la possibilità di prendere fiato.

La canzone Everything's Electric è stata composta insieme a Dave Grohl. Come è successo?

Ci siamo incontrati alcune volte ai festival e abbiamo sempre parlato di fare qualcosa insieme. Quando l'album è finito, Greg Kurstin mi ha chiamato e mi ha parlato di una canzone che lui e Dave avevano pronta per me. Così sono tornato in studio.

Spero tanto che Dave e i Foo Fighters continuino a fare musica, amico! Dicono che la musica salva e così via, ma quest'uomo ne ha passate tante: prima muore Kurt Cobain, ora il suo batterista. I suoi migliori amici. Brutale.

Dave Grohl è presumibilmente l'unica persona che piace a tutti nel mondo della musica. Con te è tutta un'altra storia ...

È quello che dici tu, ma vado molto d'accordo con la maggior parte delle persone! Ho solo questa immagine. La gente pensa che io sia circondato da piccole band indie decadenti che mi seguono in giro e urlano che una volta le ho stroncate sull'NME: "Liam, ti colpirò con il giornale!". In realtà, a loro piace e mi invitano a bere e mi portano le sigarette. E se nel 1996 ho davvero detto qualcosa di brutto su qualcuno, allora quelle erano persone che nel peggiore dei casi mi avrebbero colpito con un narciso. A tutti piace che si parli di loro, perché si sentono importanti. Quindi Dave è un brav'uomo, io sono un brav'uomo.

Oggi è possibile una carriera come quella degli Oasis?

Ci sono molte grandi band là fuori. Ma le persone trovano difficile essere se stesse in questi giorni. Preferiscono mordersi la lingua (non parlare apertamente, ndr) perché hanno delle bollette da pagare. Noi potevamo dire quello che volevamo, bere quello che volevamo, prendere quello che volevamo. Eravamo come i Sex Pistols. Era accettato. Oggi è tutto molto più severo, ecco perché tutti si comportano bene. Non c'è più punk rock con mentalità.

Vedi dei musicisti che seguono le tue orme?

No. Semplicemente non hanno le canzoni che avevamo noi. Avevamo la mentalità, avevamo il look, ma principalmente avevamo Noel e al momento non vedo nessuno al suo livello. Noel è un cantautore dannatamente grandioso, siamo stati fortunati. Senza canzoni non funziona.

Ti manca come autore?

Ovviamente è stato fantastico allora. Ha scritto un classico, l'ho cantato e 15 minuti dopo stavo festeggiando al pub. Era così facile, avevo il miglior lavoro del mondo e poi l'ha rovinato.

L'opinione è divisa su chi sia stato il responsabile della divisione degli Oasis.

È così che la vedo io. Non importa.

Ti esibirai a Knebworth a giugno, come hanno fatto gli Oasis 26 anni fa. Come ti prepari?

Proviamo molto. Mi occupo principalmente della mia voce. Non bevo così tanto prima di uno spettacolo. Amo cantare! Forse non sembra, ma mi piace! Scrivere canzoni va bene, lo studio va bene, ma stare sul palco dietro un microfono è la cosa migliore.

Come scegli la scaletta?

Ovviamente suono quello che vogliono sentire le persone che pagano bene. Quindi con 20 canzoni sono circa 10 classici degli Oasis e 10 miei. I Beady Eye meglio di no. E comunque allora nessuno lo voleva.

Compirai 50 anni a settembre. Ci sarà una grande festa?

Strano, vero? Forse li dimostro, ma non me li sento. Ho circa 25 anni. Ho uno spirito giovane, ma ovviamente festeggerò, magari alle Barbados. Con mia madre, l'altro mio fratello, i miei figli, la mia compagna e la sua famiglia e alcuni amici.

Noel non è invitato?

No, è troppo infelice.

traduzione di oasisnotizie

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giovedì 16 settembre 2021

Liam Gallagher infiamma Stoccarda: 80 minuti di concerto per il ritorno sul palco in Germania

Liam Gallagher è tornato a esibirsi in Germania. Lo ha fatto mercoledì 15 settembre, sul palco della Schlossplatz (Piazza Castello) di Stoccarda, per il festival Jazz Open.

Non sono mancati neanche questa volta i pezzi degli Oasis, a cominciare da Hello, Rock'n'Roll Star e Morning Glory (eseguiti in sequenza), oltre a brani tratti dai due album da solista del cantante, per un totale di circa 80 minuti di concerto. 

Liam ha poi ringraziato i fan con un post su Twitter: "Un grande urlo a Stoccarda, ieri sera siete stati un pubblico biblico e lo apprezzo. Rimanete sicuri e rimanete fichi. Ci vediamo presto". 

Il cantante si era esibito l'11 settembre al TRNSMT Festival di Glasgow e nella serata di sabato 17 settembre. A Stoccarda la band ha suonato tutti i pezzi che aveva suonato a Glashow tranne Go Let It Out e Acquiesce, rimaste fuori dalla scaletta. 

Qui sotto alcune foto del concerto tedesco di ieri e le scalette dei concerti scozzese e tedesco.










Scaletta del concerto del 15 settembre a Stoccarda:

    Hello
    Rock 'n' Roll Star
    Morning Glory
    Wall of Glass
    Halo
    Shockwave
    Why Me? Why Not. (in chiusura una parte di Come Together)
    Cigarettes & Alcohol
    Stand by Me
    Greedy Soul
    The River
    Once
    Supersonic
    Roll With It
    Live Forever

    Encore:
    Wonderwall

 
Scaletta del concerto dell'11 settembre a Glasgow:

    Hello
    Rock 'n' Roll Star
    Morning Glory
    Wall of Glass
    Halo
    Shockwave
    Why Me? Why Not. (in chiusura una parte di Come Together)
    Go Let It Out
    Cigarettes & Alcohol
    Stand by Me
    Greedy Soul
    The River
    Once

    Encore:
    Supersonic
    Acquiesce
    Roll With It
    Live Forever

    Encore 2:
    Wonderwall


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mercoledì 5 febbraio 2020

Video: Liam Gallagher abbandona il palco per problemi alla gola durante il live ad Amburgo

Problemi per Liam Gallagher, che stasera ha abbandonato il palco di Amburgo dopo sole quattro canzoni per problemi alla gola. Per il cantante, che ha iniziato questa tranche del tour europeo il 2 febbraio a Stoccolma, era la terza data del tour, dopo quella ieri sera a Copenaghen. 

Clicca qui per vedere il video del momento in cui Liam interrotto l'esecuzione del brano Come Back to Me e ha lasciato il palco. Video di @talktonight27.

Liam è tornato brevemente sul palco solo per dire: "Ascoltate, me ne sono dovuto andare perché la voce non sta funzionando.  Potete riavere tutti i vostri soldi alla cazzo di porta. Mi dispiace veramente tanto, cazzo".

Poi l'ex Oasis ha lasciato pubblicato questo messaggio sul proprio profilo Twitter.

"Mi scuso con tutti coloro che stasera sono venuti al concerto di Amburgo. La mia voce non c'era e se avessi proseguito l'avrei danneggiata ancora di più. Vi amo tutti e spero che capiate. Mi farò perdonare. LG"




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giovedì 3 ottobre 2019

Liam Gallagher a Visions: "Ho imparato a non ferire la gente. Il mio nuovo disco riflette la mia felicità odierna. Negli Oasis ero in una bolla, mentre ora vivo nel mondo reale"

Dopo anni, Liam Gallagher finalmente regge il confronto con il fratello Noel. Nel nuovo album non fa molte cose nuove, ma fa molte cose giuste. Il titolo del suo nuovo disco, Why Me? Why Not., deriva da due dipinti di John Lennon, uno acquistato da Liam a Monaco di Baviera e un altro regalato all'ex Oasis da Yoko Ono. "Sì, a Monaco. Non ricordo. Forse ero in vacanza. Non era un concerto. Ero con Patsy all'epoca, quindi di sicuro si tratta della fine degli anni '90", ricorda.

Durante una camminata si imbatte in una mostra con opere di Yoko Ono e John Lennon. Nota immediatamente un ritratto di Lennon datato 1972: un semplice disegno che mostra un barbuto JL con le braccia tese e uno sguardo interrogativo, sopra il titolo 'Why Me?', 'perché io?'. "In qualche modo quel quadro aveva molto da dirmi. Così lo comprai", spiega.

Anni dopo, Liam, che nel frattempo era diventato papà di Lennon, nato dalla relazione con la prima moglie, Patsy Kensit, si trovava a New York per un concerto degli Oasis. "Yoko Ono voleva incontrarmi. Andai a farle visita al suo appartamento nel Palazzo Dakota".

"Mi chiese di togliermi le scarpe, bevemmo del caffè e mangiammo dei biscotti. Parlammo di Lennon e io le dissi del quadro. Lei mi rivelò che esisteva un altro disegno di quella serie e aggiunse che avrebbe voluto mandarmelo. Dopo delle belle ore trascorse insieme la salutai".

"Yoko fu gentilissima, ma non volevo abusare della sua ospitalità. Pensai che magari dovesse stirare un po', dovesse lavarsi i capelli o fare dello yoga. Alcune settimane dopo ero seduto a casa in giardino con i miei gatti Mick e Keith sulle mie ginocchia quando all'improvviso suonarono alla porta". Era un pacco da parte di Yoko. L'ho aperto e c'era proprio il secondo disegno di John. Raffigurava lui seduto su una sedia, anche lui con un gatto sulle ginocchia. Sotto c'era la scritta 'Why Not', 'perché no'. Non avrei mai potuto scordarmelo. In qualche modo è divenuto il mio mantra".

Circa quindici anni dopo Liam chiama il suo secondo disco da solista Why Me? Why Not. Non è certo la prima volta che Lennon ispira il più piccolo dei Gallagher. Per il disco del 2017, As You Were, Liam aveva utilizzato, nella canzone I've All I Need, la frase "Vado in letargo e raccolgo le mie ali", che fa il verso a "Mentre ero in letargo raccoglierò le mie ali", che compariva su uno stendardo appeso a casa di Yoko Ono. Fu la stessa Yoko a raccontarlo a Liam, in quella stessa visita di cui parlavamo qualche riga fa. Lennon aveva smesso di fare musica per un periodo, negli anni '70, e aveva notato il drappo a casa dei genitori di Yoko, in Giappone. Così pensò di farlo suo. E così ha fatto anche Liam.

As You Were, scritto con Greg Kurstin, Andrew Wyatt e Dan Grech-Marguerat, è un grande successo: il disco balza in vetta alle classifiche e nel Regno Unito vende 103 000 copie, più di quanto hanno venduto in una settimana tutte le altre nove posizioni della top 10 messe insieme.

"Se il disco non fosse andato bene", dice Liam, "non dico che non ne avrei fatto un altro, ma la se alla gente non fosse piaciuto, avrei pensato: forse si sono stancati di me? Non ha senso fare musica solo per farla. Con As You Were, però, abbiamo aperto la porta e abbiamo reso possibile il nuovo disco".

"Sai, ci sono momenti della tua vita in cui sei infelice, ma la musica non lo riflette, o il contrario. In questo disco, però, sono tutti e due sullo stesso livello. Le canzoni riflettono esattamente dove mi trovo al momento. Sono proprio felice. Più invecchi più sei in grado di affrontare le cose. I miei figli mi rendono felice, la mia ragazza mi rende felice, mia madre mi rende felice, i miei due gatti mi rendono felice. Mi sono semplificato la vita. Ho 46 anni, non ho problemi di droga, non ho problemi di alcol. Mi sento bene!".

L'ultimo decennio non è certamente stato il migliore della vita di Liam, sia musicalmente che per le tribolate vicende personali. Padre di Moll, nata nel 1998 da una relazione extraconiugale con Lisa Moorish, e di Lennon, nato nel 1999 dalla moglie Patsy Kensit, Liam divorzia nel 2000 e nel 2001 ha un figlio, Gene, dalla nuova compagna, Nicole Appleton, cantante delle All Saints. Nel febbraio 2008 convola a nozze con la Appleton, ma quattro anni e mezzo dopo ha una figlia dalla giornalista statunitense Liza Ghorbani (la piccola Gemma nasce nel dicembre 2012). Lo scandalo della paternità segreta scoppia nel luglio 2013: Nicole lo apprende per via telefonica e divorzia dall'ex Oasis.

"Non è stato proprio il periodo migliore, ma parlando di tempi bui ... in altre parti del mondo i bambini muoiono di fame, la gente vive per strada. Io vivo ancora in una bella casa e ho abbastanza soldi. Semplicemente non andava tanto bene quanto andava prima. Vivevo in un mondo di avvocati, per via del divorzio con mia moglie ... Niente di tutto quello era cosa buona. Ferire la gente non è mai bello. Un bel giorno la realtà si è presentata da me, ma ho imparato la lezione, ho imparato a non essere scortese con la gente e a smettere di ficcarmi in situazioni che non finiscono bene e distruggono la vita degli altri. Non dico che è tutto sistemato, si fa un passo alla volta, ma ad esempio so quando bisogna andare a letto. La voce nella mia testa che mi dice 'hai 46 anni, vai a letto!' è alta. Prima era bassa e riuscivo a malapena a sentirla".

Invece di bere fino a tardi, oggi Liam preferisce alzarsi presto e andare a fare jogging. Il bad boy del Britpop è diventato ragionevole? "Non voglio sembrare noioso, ma un pochino sì. Sono un mattiniero e amo uscire presto al mattino. Se lasci casa alle 12 è un inferno di selfie. Quindi provo a ritagliarmi un po' di ore per me, quando nessun altro è sveglio. Ovviamente il motivo principale per cui si fa jogging è tenersi in forma, ma di sicuro fa bene alla mia mente. Posso pensare a cose di tutti i tipi, a quello che devo fare, a chi se le beccherà perché si è preso gioco di me o al fatto che potrei usare un nuovo parka".

Why Me? Why Not. rispecchia questa 'ripulita' che ha dato alla sua vita. "Gli ultimi 10 anni sono stati un guardare in faccia la realtà, un tornare con i piedi per terra. Gli anni degli Oasis erano come una bolla. Posso dire che oggi vivo nel mondo reale, anche se il mio mondo forse è un po' più bello dei mondi di tanti altre persone".

Anche Why Me? Why Not. è stato composto con Andrew Wyatt e Greg Kurstin. Se Noel ha intrapreso la strada del cosmic pop con sintetizzatori e ritmi disco, Liam sforna ancora quello che sa fare meglio: rock 'n' roll semplice e senza fronzoli, ma piuttosto buono.

Nel nuovo disco ci sono molti grandiosi ritornelli. "Niente a che fare con me. Non sono un grande autore, ho iniziato come cantante. So scrivere dei versi, ma non quei ritornelli grandiosi e da inno. Non ho problemi, però, a collaborare con altre persone, l'ha fatto anche Elvis.  La musica è quello. Tutti quelli che dicono 'faccio tutto da me' poi sono degli egoisti quando si tratta di avere a che fare con i fan. Il mio scopo stavolta era quello di comporre canzoni ancora migliori ed ecco perché ho dovuto condividere il lavoro. A coloro che comprano i dischi e vengono ai concerti questo non importa, finché le canto tutte io".

Non solo One of Us. Tra i nuovi brani anche Shockwave sembra parlare di Noel.

"La canzone dice che sei uno stronzo e io lo dirò a tutti. Ovviamente potrebbe trattarsi di Noel, ma non è l'unico stronzo nel mondo, anche se al momento lui è il più fastidioso! Vive ancora in quella bolla. A giudicare dai suoi recenti commenti, è ora che qualcuno distrugga quella bolla. Si diventa una persona migliore se lo si fa. Ma la cosa è già cominciata, lui non è più al top. Neanch'io, ovviamente, ma almeno io sto tornando, mentre lui sta precipitando. Ne rimarrà stupito".

In One of Us Liam suona molto riconciliante. Se Noel gli chiedesse in modo educato di riformare la band, lui sarebbe disponibile? "Certo! Amo gli Oasis. La parola 'solista' mi fa vomitare, io preferisco far parte di una band. Per la gente significavamo molto, penso che sarebbe bello, ma se lui non vuole io continuerò a fare il 'solista' ..."

Certo che a Liam piacerebbe rimettere in piedi gli Oasis. In As It Was, il documentario che accompagna il suo ritorno con questo nuovo disco, afferma che non fa musica per diventare più famoso: lo è già abbastanza. E poi non è una questione di soldi. È entrato a far parte di una band perché ama la musica.

"Mi piace come una canzone nasca dal nulla. Certi giorni ti alzi, accendi la tele e pensi che tutto faccia schifo. Ti prepari una tazza di tè, ti siedi e vedi la chitarra. La prendi e all'improvviso succede qualcosa. Nasce una canzone, la registri, la pubblichi e poi commuove qualcuno che abita a Taiwan. È un miracolo, è magia".

Liam immaginerebbe la sua vita senza la musica? "Non sarebbe vita, sarebbe l'inferno. Non riuscirei a immaginare di lavorare in ufficio e ricevere ordini. Molto probabilmente prenderei molta droga e di solito queste cose non finiscono bene. Quindi sono felice di avere la musica. Penso che la gente che ha la musica nella prorpia vita è benedetta. La musica non mi ha mai abbandonato. Il giorno in cui non proverò più sentimenti per la musica sarà il giorno in cui tutto diventerà buio".

Source: Visions, magazine tedesco - traduzione di oasisnotizie - thanks to joladella for translating from German to English

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lunedì 19 febbraio 2018

Liam Gallagher: "La polizia tedesca mi strappò due denti con le pinze come ritorsione per aver partecipato alla rissa di Monaco di Baviera"

Un momento della rissa del 2002
In un'intervista concessa ad Alexis Petridis del Guardian, Liam Gallagher è tornato a parlare della rissa con cinque ragazzi italiani in cui fu coinvolto all'hotel Bayerischer Hof di Monaco di Baviera il 1° dicembre 2002, rissa che costò al cantante degli Oasis due denti. 

Gallagher ha accusato la polizia tedesca di avergli strappato i denti con le pinze come ritorsione.

"Non so da dove deriva, ma sono stato sempre uno stronzo arrogante", dice Liam. "Anche quando scavavo buche a Manchester, seduto lì a fare: 'Che cazzo ci faccio qui?'.  Anche il modo in cui mi vestivo per andare a scavare buche a Manchester era dannatamente figo". 

Qual è stato il momento della sua carriera in cui Liam si è sentito spaventato o travolto da una situazione in cui si è trovato? L'ex Oasis risponde subito indicando l'episodio che provocò la cancellazione del tour degli Oasis in Germania nel 2002, con il suo arresto per lesioni personali, violazione di domicilio e danni materiali, oltre ad una multa di 50.000 euro.

Tutto partì da uno dei roadie degli Oasis, che "lanciò ad una ragazza una cazzo di occhiata". Il fidanzato della ragazza non gradì ed espresse la propria disapprovazione a modo suo.

"Ricordo che eravamo seduti ad un tavolo sotto ad un balcone e la nostra guardia del corpo ci prese per il collo, ci trascinò al cazzo di tavolo e un secondo dopo un tizio dal balcone fece cadere un cazzo di tavolo di vetro sulle nostre teste, ma la security ci fece spostare in tempo, o avrebbe potuto ammazzarci, cazzo. E poi io esplosi, amica".

Secondo quanto riportato, per sedare la zuffa che ne conseguì furono chiamati 80 poliziotti. Nella baruffa, che coinvolse la maggior parte del mobilio del nightclub, ridotto a legno per fiammiferi, Liam perse gli incisivi. O forse no: il cantante ha formulato una teoria secondo cui gli incisivi gli furono "strappati via con le tenaglie dalla cazzo di polizia tedesca" mentre lui era privo di sensi, come per una sorta di ritorsione per aver partecipato al parapiglia.

"Se dovessi colpirti sulla bocca penseresti: 'Mi si gonfia il labbro', giusto? Io non avevo il labbro gonfio. Fischiavo ancora, amica. Ecco cosa penso sia successo: penso che tutto sia degenerato dopo che ad un certo punto nel cazzo di atrio ho dato un calcio ad uno sbirro, perché dopo mi sono svegliato nella cazzo di prigione. Quindi penso che mi abbiano dato un colpo forte in testa in fondo al cazzo di furgone e penso che poi abbiano fatto proprio: 'Vaffanculo, stronzo!'. Perché sono stati estratti che erano completamente intatti. Mi dicevano: 'Oh, mentre salivi le scale sei inciampato e ti sono saltati lì', ma si sarebbero rotti, no? Cazzo, mica ti cadono così, completamente intatti! E mi svegliai in una cella di prigione, ammanettato, senza denti, ma riuscivo ancora - fischia - e senza alcun altro segno su di me. Quindi faccio: cazzo, me li hanno strappati via perché ho toccato uno dei loro amici, ecco cosa è successo in quella occasione".

Liam si risiede. "Quindi è stata quella l'occasione in cui ho pensato: 'Che cazzo ci faccio qui?''. Lì ho imparato la lezione, amico. Questo risponde alla tua domanda?". 

oasisnotizie - Source: The Guardian

Foto segnaletica di Liam dopo il suo arresto nel 2002

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lunedì 27 novembre 2017

Liam Gallagher si confessa a Zeit Magazin: "Temo il dolore per la morte di mia madre. Noel? Sta diventando un mini Bono.Tra poco andrà a pregare in chiesa, aspettate e vedrete!"

Intervista davvero bella concessa da Liam Gallagher in Germania a Zeit Magazin. Traduz. italiana di oasisnotizie. Clicca qui per leggere l'intervista che Zeit Magazin ha fatto a Noel.

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ZEITmagazin: Signor Gallagher, sei considerato l'ultimo selvaggio del rock britannico, ma a quanto pare fai jogging ogni giorno e ascolti musica classica. Voci erronee?

Gallagher
: Vado a camminare ogni mattina perché mi fa bene. Sono stato in tour in Asia per un mese e non ho quasi mai potuto alzarmi per andare a correre, perché faceva troppo caldo. Mi ha fatto capire quanto abbia bisogno di fare sport. Se non faccio esercizio per molto tempo divento una casalinga nevrotica.

ZEITmagazin: Che?

Gallagher: Una casalinga nevrotica, hai sentito bene. Con quello intendo che i nervi ti saltano se non puoi neanche sfogarti ogni giorno. Se non potessi più correre sbatterei porte, sfascerei piatti o appiccherei fuoco a qualcosa. Quando corro sento che posso sopportare meglio il mondo, ma devo correre da solo, quello mi aiuta ad organizzare le cose nella testa. Comincio sempre alle 5 del mattino. Anche se a quell'ora è ancora quasi buio, purtroppo mi riconoscono troppo spesso.

ZEITmagazin: Come fanno a riconoscerti?

Gallagher: Ho un'andatura molto speciale e cammino nel modo in cui cammino (salta e balla con i piedi rivolti verso l'esterno e le braccia curve, ndr). Non c'è molta gente in giro, ma la maggior parte delle persone che mi riconosce grida semplicemente: "Liam, stai bene, amico?". Le persone sono in realtà tutte carine con me.

ZEITmagazin: E davvero ascolti musica classica?

Gallagher: Sì, ma solo di domenica. La musica classica fa bene anche ai miei nervi. Non possiedo nessun CD di musica classica, ma ogni domenica abbiamo una stazione radiofonica che passa musica classica. Tutta questa cosa che sta andando avanti è figa. Questa musica è come una medicina, posso consigliarla a tutti.

ZEITmagazin: Non corrispondi più al cliché del ruggente brontolone che hai coltivato per anni. Sei giunto alla crisi di mezza età?

Gallagher: Non esagerare adesso! Amo ancora i Sex Pistols e mi piace bere qualche birra al pub. Non in modo sfrenato come prima, però. Non lascio ballare le bambole, quello è vero. Negli ultimi quattro anni sono cambiato. Negli anni '90 ho partecipato a tutte le feste e al gossip sino alla fine, ma onestamente non mi sono mai sentito a mio agio in quegli eventi. Ci arrivavo di fretta, in modo concitato, davo la sveglia (salta sul pavimento, ndr), mi facevo scattare delle foto come un idiota e poi tornavo indietro. Sembrava spassoso, ma non lo era. Di recente mi è mancato andare in tour con una band. Per anni, invece, me ne sono stato seduto a casa assonnato, a fissare i dannati muri. Ero talmente annoiato che mi faceva male fisico. Stare in piedi su un palco e cantare canzoni è una cosa che amo in ogni aspetto. Dopo la fine degli Oasis e della mia band successiva, i Beady Eye, non avevo né nuove canzoni né un palco. Poi c'è stato un brutto divorzio e altre merdate private. Non andava bene, in qualche modo la mia vita mi stava sfuggendo di mano, sia dal punto di vista professionale che da quello privato. Avevo bisogno di una pausa ed ero talmente depresso che mi chiedevo perfino se il mio tempo nel mondo della musica fosse finito.

ZEITmagazin: Ora esageri.

Gallagher: No, neanche un po'. Ho davvero considerato l'idea di smettere. Non mi si addiceva più. Amo la musica, è stata sempre buona con me. Ho bisogno della musica, anche se non sono un musicista in senso classico. Quando mi guardo allo specchio non vedo un compositore. Non so suonare bene nessuno strumento, però mi piace proprio cantare e sono bravo a farlo. Ho scritto delle buone canzoni, ma spesso ho bisogno di un po' di aiuto. Ho comunque evitato la musica per un po' e ho rimesso ordine nella mia vita. E un giorno ero seduto a casa e ho preso la chitarra, è stata una sensazione meravigliosa. E ho scritto una canzone. E poi un'altra ed è stata una sensazione bellissima. La mia fidanzata mia ha quindi suggerito di bussare alla porta di una casa discografica. Ed ora eccoci seduti qui.

ZEITmagazin: Nella tua nuova canzone For What It's Worth ti scusi per alcune affermazioni fatte in passato. Cosa ti ha spinto a farlo?

Gallagher: Ho fatto arrabbiare un po' di persone negli anni e mi dispiace davvero per alcune di loro. Ma non tiratemi fuori Noel Gallagher adesso! Non ho nulla di cui scusarmi con Noel Gallagher. Molta gente pensa che questa sia una canzone su mio fratello, ma non è così, errore! Se mi viene in mente qualcosa in particolare, se devo scusarmi con qualcuno allora dico i miei figli. Devono sopportare moltissime cose con me: due matrimoni falliti e così via. Ho scombussolato la loro vita troppo spesso e la cosa mi dispiace davvero un sacco. Neanche mia madre con me ha avuto vita facile.

ZEITmagazin: Nella canzone canti: "Sono stato crocifisso per il sol fatto di essere vivo". Il tuo umorismo è stato frainteso?

Gallagher: Giusto. Molte persone non capiscono il mio senso dell'umorismo. Tutti danno di matto quando spontaneamente dico qualcosa che mi passa per la testa. Che non si dovrebbe prendere tutto alla lettera è un fatto chiaramente e beatamente ignorato dai media. Non preoccupatevi per me, però. Il punto è più l'amore che l'odio. I giornalisti mi "crocifiggono", e allora? Sono adulto e lo sopporto.

ZEITmagazin: Come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, hai una passione per Twitter. Ad entrambi piace diffondere commenti controversi. Qualcuno legge i tuoi tweet in anticipo?

Gallagher
: Fermate quel dannato idiota. Comunque sì, anche a me piace commentare su Twitter, è il punk che c'è in me. Se un giornalista mi dà sui nervi posso rispondere immediatamente, oppure se qualcuno, come l'altro giorno, mi ruba i dannati occhiali al concerto. Qualcun altro l'altro giorno mi ha rubato il parka. Non è un segreto che mi piaccia sfogarmi, ma nessuno controlla i miei tweet, questa cosa me la sono persa.

ZEITmagazin: Ti sei mai pentito di uno dei tuoi tweet?

Gallagher: Certo, ma non te lo dirò mica quali erano. Ciononostante non consento a nessuno di filtrarmi. La mia fidanzata a volte mi parla in coscienza: "Sei pazzo? Non puoi scrivere quello!". E ne scrivo ancora di più. Non ho veri segreti, non sono un alcolista segreto o cos'altro. Attacco solo chi mi attacca. A volte quando salto fuori dalla stanza con un umore buono lei mi dice: "Hai twittato di nuovo qualcosa?". "No", le mento. "Vuoi annusarmi le dita? Non ho scritto nulla".

ZEITmagazin: Sei una figura pubblica, specialmente in Inghilterra. Quanto ti ci è voluto per abituarti a questo?

Gallagher: Non mi ci sono mai abituato. Ovviamente quando faccio un concerto sono una persona pubblica, ma dietro le quinte ho bisogno di un po' di tempo anche per me. Quando vado a fare compere e viaggio con i miei figli non voglio posare per i selfie. Chi non lo accetta vada al diavolo.

ZEITmagazin: A casa sei diverso rispetto a quando sei in pubblico?

Gallagher: Nella mia vita privata faccio le cose in maniera più calma. Non vivo una dannata vita da celebrità né frequento feste alla moda o club alla moda. Non vivo nel centro di Londra, ma in un piccolo, calmo villaggio molto verde di nome Highgate, in periferia. Ci sono dei vecchi pub dove puoi startene da solo.

ZEITmagazin: Su YouTube si vede un video divertente in cui canti canzoni folk in un pub con degli anziani. Come è successo?

Gallagher: È stato proprio bello a Montreal l'altro giorno. Ancora una volta ero andato a fare una camminata da solo, ero arrivato in un grande pub e avevo bevuto in po' di Guinness. Erano le undici del mattino e c'era una pace divina quando sono entrati questi tizi con le chitarre e hanno iniziato a cantare. Mi sono seduto, ho ascoltato le loro canzoni folk e ho offerto loro delle birre. Ad un certo punto mi sono unito nel cantare ed è stato uno spasso divino fino a che il locale non si è riempito e alcuni hanno tirato fuori i loro stupidi cellulari. Allora sono fuggito via, ma preferisco una sessione del genere in un pub a qualunque party glamour.

ZEITmagazin: Negli ultimi anni è risultato sempre più chiaro quanto la musica britannica sia diventata priva di sorprese e senza i vostri caratteri volubili. Ecco perché mancate a molti.

Gallagher: Per me il rock 'n' roll è diventato più che musica. Non sono entrato in una band per fare carriera il più velocemente possibile e fare un sacco di soldi. Innanzitutto volevo spassarmela! La musica rock è una grande fortuna: dà una forza che significa qualcosa per molte persone e che va oltre la musica. Okay, la tua vita  un disastro, anche la musica rock sarà un disastro, ma forse un po' di canzoni eccitanti ti daranno un po' di tregua dalla merda che altrimenti ti opprime. Mi sono sempre aspettato che le stelle del rock 'n' roll fossero qualcosa in più rispetto alla musica. Ammiravo tipi folli come il batterista degli Who Keith Moon, che prometteva una vita abbagliante. Invece di recente siamo stati circondati da tizi che ti dicono, con espressione pensierosa, che si sono ritirati per un anno in un dannato capanno sull'Himalaya per creare il loro nuovo album. Quando sento qualcosa di quel tipo penso semplicemente: (urla, ndr) Vaffanculo! Non mi importa di come questi tipi noiosi hanno scritto una canzone, quello importa solo a quei tipi noiosi. Per inciso credo che la musica provenga da una sfera superiore. Tutta la musica appartiene all'universo! Semplice.

ZEITmagazin: Tui fratello Noel una volta disse qualcosa di simile.

Gallagher: Non litighiamo mica su tutto. Per quanto mi riguarda siamo proprio in accordo, ma d'altro canto siamo persone molto diverse. Lui ora si sta trasformando in un mini Bono. Ben presto pregherà in una chiesa. Aspettate e vedrete! Noel vive davvero una vita completamente diversa dalla mia.

ZEITmagazin: Tornerai mai sul palco con tuo fratello?

Gallagher: Non voglio fallire, ma sono anche felice se qualcun altro vuole fare musica con me.

ZEITmagazin: Quando è stata l'ultima volta in cui sei stato in una stanza con lui? A Natale con tua madre?

Gallagher: No, comunque noi Gallagher non abbiamo mai celebrato il Natale. Siamo sempre stati una famiglia strana o, per meglio dire, una famiglia divisa. Vedo regolarmente mia madre e anche il mio fratello più grande, Paul. Molti anni fa, quando i figli di Noel e i miei erano piccoli, abbiamo persino provato i ricongiungimenti familiari un paio di volte, ma erano sempre eventi molto strani, freddi, che davano la sensazione di essere qualcosa di molto forzato per tutti quelli che ne erano coinvolti. I festeggiamenti in famiglia hanno avuto sempre l'effetto contrario in casa Gallagher.

ZEITmagazin: Qual è il primo momento importante della tua vita che ricordi?

Gallagher: Quando abbiamo firmato un contratto discografico con gli Oasis, quello per me ha cambiato tutto. È stata la cosa migliore che avessi sperimentato sino ad allora. Non era affatto una questione di soldi, significata molto, molto di più: mi apriva un nuovo mondo, un universo che fino ad allora avevo solo sognato. Quando ci fu detto che saremmo potuti andare in uno studio a registrare un disco vero quasi morii per l'entusiasmo. Perché non avevo mai visto uno studio dall'interno. Sapevo che eravamo una buona band dal vivo. Ed ero desideroso di dimostrare al mondo che eravamo bravi anche in studio. Quella prima eccitazione mi accompagna ancora oggi.

ZEITmagazin: Avevi un piano B all'epoca?

Gallagher: Non avevo neanche un piano A. Ero sempre guidato dal rock 'n' roll. Questa fede mi ha aiutato nei quattro anni bui che ho alle spalle, ma al rock 'n' roll ho dato sempre qualcosa in cambio. Lui mi ha dato forza e io gli ho dato una voce.

ZEITmagazin: Il tuo figlio 18enne Lennon, che sta celebrando il suo primo successo come modello, è stato fotografato con indosso una maglietta dei tuoi disprezzati Blur. È un segno di ribellione?

Gallagher: Quella cosa non aveva nulla a che vedere con quello, perché il povero ragazzo è stato ingannato da gente che ha provato ad eliminarmi. Lennon è agli esordi nel mond odella moda e non ha ancora idea di cosa si faccia e di cosa sia meglio non fare. Lascia che te la faccia breve: quando incontrerò questo stronzo gli spaccherò le cazzo di gambe e i Blur glieli faccio a botte. Chiunque utilizzi i miei figli per infastidirmi se ne pentirà. Però di nuovo chiaramente: non sono arrabbiato con mio figlio, perché è stato ingannato.

ZEITmagazin: Cosa pensi che sia particolarmente britannico di te?

Gallagher: Il mio stile! E in ogni aspetto. La moda per me è importante, ma è britannico anche dire onestamente quello che ti passa per la testa. Non mi tengo nulla. Anche i miei gusti musicali sono britannici in tutto e per tutto.

ZEITmagazin: Cosa pensi della Brexit?

Gallagher: Penso che la maggior parte della gente che ha votato al referendum non avesse idea di cosa stesse facendo. Ho già sentito "Rivogliamo il nostro paese!". Qual è il tuo programma? Qual è il miglioramento? Per quanto mi riguarda posso dire chiaramente che penso che l'Europa sia fantastica. Mi sento parte dell'Europa e mi piace viaggiare qui. Se immagino di dover ottenere il visto per raggiungere un paese europeo durante il tour che farò a breve, impazzisco.

ZEITmagazin: Finora hai sempre vitato affermazioni politiche. Perché?

Gallagher: Perché? Non ne ho idea. Ecco perché per lungo tempo non ho votato. Nell'ultimo anno, però, alla fine ho ridato il mio voto, perché mi sono anche reso conto che le cose devono cambiare. Non lo so ancora, ma almeno sento che devo dare una mano perché qualcosa cambi. E che sei un idiota ancora più grande se non voti, ho capito anche quello.


ZEITmagazin: Dopo l'attentato di Manchester, la canzone degli Oasis Don't Look Back in Anger è divenuta un inno di riconciliazione. La canzone ha assunto un significato consolatorio che era inaspettato anche per te?

Gallagher: Il potere della musica può essere enorme, ma non dovresti esagerare. Il male insito nel viaggiare per il mondo in questo momento non può fermare il rock 'n' roll, ma dopo tutto il rock 'n' roll mette insieme le persone e porta conforto, il che è già tanto. Mi auguro con tutto il cuore che il rock 'n' roll possa fermare quei bastardi che decapitano le persone, ma dopo tutto il rock 'n' roll infonde coraggio. Al concerto benefico di Ariana Grande a Manchester dopo l'attentato, mentre mi incamminavo verso il palco una donna mi ha chiesto se fossi agitato. Le ho detto che non sono mai agitato quando mi è concesso di andare su un palco. È a quel posto che appartengo e so sempre cosa devo fare. Di questi tempi sono solo preoccupato per la gente che viene ai miei concerti.

ZEITmagazin: Ti definiresti un ottimista?

Gallagher: Certo! Guarda da dove vengo, dal nulla, e quel nulla era a Manchester. Il vento contrario durante la nmia giovinezza era feroce. La mia infanzia può essere descritta come difficile. Ovviamente c'è sempre gente che vive cose più difficili, ma io ho già avuto tanto. Non è stato facile con mio padre, ma ho avuto una madre forte, che ha sempre creduto in se stessa. Aveva tre bambini con cui era rimasta sola e ad un certo punto faceva tre lavori per farci andare avanti. Avrebbe potuto semplicemente mollare. Si sarebbe potuta consolare con droghe e alcol, sprofondando nell'autocommiserazione, ma non si è mai lamentata, si è solo assicurata che i suoi tre ragazzi avessero da mangiare e andassero a scuola.

ZEITmagazin: Essendo il più giovane eri un caso particolarmente problematico?

Gallagher
: Lo si può dire? Non facevo molte cose da bambino. A scuola ero un fallimento, come in ogni cosa, le mie prospettive erano buie. Avevo questa ferma convinzione. Sapevo che il rock 'n' roll mi avrebbe salvato. Chiamala spiritualità! Che tu ci creda o no, non mi era chiaro che gli Oasis un giorno avrebbero avuto molto successo. Questo è ottimismo, giusto?

ZEITmagazin: Quanto spesso chiami tua madre?

Gallagher: Ogni giorno, ovviamente! Le ho parlato stamattina, è di buon umore. Vorrei farle visita più spesso, ma il mio lavoro non me lo consente. Per me è la donna più figa che abbia mai camminato su questo pianeta. Sai di cosa ho timore?

ZEITmagazin: No.

Gallagher: Che mia madre muoia prima di me. Non sarò in grado di impedirlo, ma non ho idea di come sopportarlo. Sarà molto difficile per me. Ovviamente dovrò riprendermi perché anche io ho figli, ma sarà un giorno dannatamente terribile per me.

ZEITmagazin: Cos'ha di bello l'invecchiare?

Gallagher: Non lo so. Sto diventando sempre più rugoso e forse un giorno sarò anche più saggio. La cosa buona dell'invecchiare è che trovi il tuo posto nel quadro generale della vita e lì ti senti bene. E tutti dobbiamo morire, quello non lo temo. La vita è dannatamente estenuante e non diventa mica più facile quando hai venduto qualche milione di dischi. Il mondo in cui viviamo mi terrorizza sempre. Penso che sia proprio una prova che ci impongono degli strani esseri. Forse alieni? O angeli? Chi lo sa?

ZEITmagazin: Credi negli angeli?

Gallagher: Dipende dal giorno. A volte credo negli angeli e il giorno dopo non credo più in nulla. E il giorno dopo credo in Dio e l'indomani negli alieni. Cosa difficile. C'è solo una persona in cui credo, e sono io!

Source: Zeit Magazin - traduz. di oasisnotizie

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Noel Gallagher a Zeit Magazin: "Liam? Mi vede come un padre sostitutivo. Da piccolo ero un sognatore solitario. Il '95 e il '96? Anni terribili, sballottati da elicotteri a campi isolati in cui suonare"

Bella intervista concessa da Noel Gallagher in Germania a Zeit Magazin. Traduz. italiana di oasisnotizie. Zeit Magazin ha intervistato questo mese anche Liam (leggi qui).

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ZEITmagazin: Signor Gallagher, quest'anno hai compiuto 50 anni. Quanto ti senti adulto?

Gallagher
: Mi sentivo adulto già a 16 anni. Quanto alla mia visione della vita, da allora sono cambiato poco. All'epoca iniziavo a vedere le cose in maniera più rilassata. Accettavo che non si può resistere al corso delle cose e da allora sono stato meno agitato. Sono più calmo di tutte le persone che conosco.


ZEITmagazin: Con gli Oasis festeggiavi alla grande. Anche quello corrispondeva alla tua nozione di relax?

Noel Gallagher per Zeit Magazin. Foto: Maxime Ballesteros
Gallagher: Assolutamente sì, perché non ho mai approfittato del nostro status per danneggiare gli altri. Non ho mai distrutto una stanza d'albergo o qualcos'altro. Ero solo perennemente e stupidamente ubriaco. Tanto tempo fa. Diciamocelo, la maggior parte delle persone che si rendono conto di essere rock star si trasformano in tipi piuttosto sgradevoli. Spero di non essere diventato così stronzo.

ZEITmagazin: Cosa ti distingue da una rock star sgradevole?

Gallagher: Non aver mai perso il mio senso dell'umorismo. Nella merda peggiore so scoprire qualcosa di divertente. Ho trovato meraviglioso il fatto di aver compiuto 50 anni. Guarda i miei capelli: non ne cade nessuno e non devo tingerli: fantastico! Inoltre non ho tatuaggi, orecchini o piercing, niente di tutte questi ninnoli che la gente indossa per sembrare giovane e alla moda. Richiedimelo tra dieci anni, però. Magari avrò una parrucca e un po' d'oro addosso.

ZEITmagazin: Il tuo 50° compleanno l'hai festeggiato con un party i cui ospiti si sono travestiti da personaggi della serie televisiva statunitense Narcos, ricevuti alla corte di Pablo Escobar. Dopo tutto era un trafficante di droga molto violento, noto per i suoi omicidi. Cosa ti collega a lui?

Gallagher: Questo party è stato un'idea di mia moglie. Questa cosa di Escobar va avanti da un po', perché i miei amici mi hanno dato alla fine il soprannome Escoba, che dovrebbe essere buffo.

ZEITmagazin: Come sono arrivati a soprannominarti Escobar?

Gallagher: (silenzio molto lungo, ndr) Non ne ho idea, forse me lo sai spiegare tu? Be', in questa serie televisiva Escobar è ritratto come un mecenate minimalista. Ho degli amici che sembrano aver fatto i conti con me. Soprattutto mia moglie trova questo paragone divertente e quindi ha programmato il party. L'evento era solo uno scherzo sul fatto che ad un altro Gallagher, che non è stato invitato, la cosa sarebbe andata di traverso.

ZEITmagazin: Tra gli invitati c'erano Madonna, Stella McCartney e il tuo amico Bono. Poi hai trascorso le vacanze estive con Calvin Klein, Bruce Springsteen e Jade Jagger a Ibiza. Non sembra surreale per un ex ragazzo della classe operaia come te?

Gallagher: Non c'è nulla di surreale in questo. Questi ora sono tutti amici miei. Ho rapporti alla pari con ognuno di loro. Nessuno di questi tizi è più importante, se vogliamo. Be', con Madonna sono diventato così intimo solo di recente, ma abbiamo un caro amico comune. Lei era in città quando era in corso la mia festa e ha chiesto se poteva venire anche lei. Ovviamente è stata la benvenuta. Mia moglie fremeva per l'entusiasmo e festeggiare con Madonna è stato davvero qualcosa di surreale. A proposito, donna molto spiritosa con un pazzesco senso dell'umorismo, di cui ora sono amico anche io.

ZEITmagazin: Anche tu hai 'parcheggiato' dei soldi in paradisi fiscali? E quanti dei tuoi nuovi amici lo hanno fatto?

Gallagher: Purtroppo non mi beccano mai con niente. Non sono ancora così importante. Nessuno mi hackera il profilo Instagram o il profilo Facebook né il mio dannato telefono. Nessuno mi hackera i pensieri. Cosa sto facendo di sbagliato? Ma fiuu, sono felice che il mio nome non compaia in questi documenti!

ZEITmagazin: Potresti fornire conforto al tuo amico Bono? Mi sembra una cosa molto spiacevole.

Noel Gallagher intervistato da Anthony Mason di CBS
Gallagher: No, sinora la questione non è stata sollevata, perché io non ne sono dentro per nulla, ma sostanzialmente non riesco a capire tutta l'eccitazione per i paradisi fiscali. Penso che tutti noi paghiamo troppe tasse, dall'edicolante alla rock star, ma lasciamo perdere questo. Dirò di più se mi beccheranno.

ZEITmagazin: Hai appena fatto un tour negli stadi con gli U2. Ti ha ricordato il tuo periodo con gli Oasis?

Gallagher: No, mi ha solo confermato che non mi piaceva suonare negli stadi. Mi era risultato chiaro negli ultimi periodi con gli Oasis e mi è risultato di nuovo chiaro ora quando ho aperto i concerti degli U2. Non sono il tipo per quelle cose lì. Alla fine ho accettato l'offerta di Bono sol perché mi dava l'opportunità di promuovere il mio nuovo album. Altrimenti non l'avrei fatto. Comunque alle persone che sono nella mia band non è piaciuto, perché, a differenza mia, non sono fan degli U2. È stato davvero spassoso viaggiare per il mondo con un team di 50 irlandesi. Fanno bisboccia ogni dannata sera. Ecco perché con questo tour sono invecchiato di anni, ma è valsa la pena.

ZEITmagazin: Era così anche con gli Oasis.
Gallagher: No, non spreco nessun pensiero per gli Oasis. Be', nei miei concerti ho suonato anche alcune vecchie hit, perché la gente se lo aspettava, ma a parte quello non penso mai agli Oasis, neanche per un secondo. Vivo nel presente, non nel passato. 

ZEITmagazin: Il periodo che una volta definisti i tuoi "anni sull'elicottero" è stato così brutto?

Gallagher: Gli anni terribili sono stati il 1995 e il 1996, quando suonavamo solo in arene enormi e in campi isolati e ci portavano ad ogni concerto con l'elicottero. Non mi piaceva più. Andare sul palco dopo essere stato sballottato con forza in un elicottero così traballante nel cielo non era affatto una gioia. Nel contempo gli Oasis avevano assunto una dimensione tale che non sarebbe potuto essere altrimenti. Non un bel periodo.

ZEITmagazin: Ti manca qualcosa degli Oasis?

Gallagher: No, niente. Mi interessano solo le canzoni, e sono mie. Sento e risento dire che gli Oasis sono una faccenda in sospeso. Per quanto mi riguarda è tutto finito.

ZEITmagazin: Alcune delle tue nuove canzoni sorprendono per i loro beat techno e i fan che le criticano li hai già liquidati come "scimmie con il parka". Ma sono proprio loro il pubblico cui devi tutto, no?

Gallagher
: Non dovreste prendere tutto quello che dico letteralmente. Non pensavo che avrei causato tutto quel casino con un termine buttato rapidamente lì. Era solo una battuta. Non tengo traccia di quello che accade sui social network, ma mia moglie e mia figlia erano eccitate e mi facevano: "Oddio, guarda qui, guarda lì!". Sì, accadeva qualcosa. Era una battuta sui genitori di quelle scimmie con il parka, che avevano insultato Bob Dylan quando prese in mano la chitarra elettrica e si eccitavano per i capelli lunghi dei Beatles e per Yoko Ono, la diabolica donna giapponese. Nessuno di loro ha senso dell'umorismo.

ZEITmagazin: Ti sei mai pentito di una rapida battuta?

Gallagher
: Hai voglia! Migliaia di commenti che ho fatto sono stati stupidi.

ZEITmagazin: Quante volte ti sei scusato?

Gallagher: Tutte le volte che l'ho ritenuto opportuno. Non ho conti in sospeso. Il mio errore più grande è stato augurare a Damon Albarn di prendere l'AIDS. Be', è stato molto tempo fa ed erano gli anni folli del Britpop. Di sicuro ho esagerato, ma mi sono scusato e oggi io e Damon siamo buoni amici.

ZEITmagazin: Da quando litighi con tuo fratello Liam?

Gallagher: È stato mio fratello a inaugurare tutta questa insulsaggine del "Noel o Liam". Quando ha pubblicato il suo primo album da solista con la sua band di allora, i Beady Eye, ha annunciato che uno dovesse scegliere di stare da una parte: dalla sua o dalla mia! Questa scemenza la porta avanti ancora oggi. Se ha bisogno di saperlo: dalla mia!

ZEITmagazin: C'è stato un periodo in cui tu e Liam andavate più d'accordo?

Gallagher: Certo. Quando eravamo giovani le cose non finivano in litigio. La frattura si è verificata quando io mi sono trasferito da Manchester a Londra all'età di 26 anni. Da allora ha dato di matto completamente. Non me l'ha mai perdonato. E quando ha sentito le prime persone che lo convincevano che era una star è partito completamente. È andata così, che gli piaccia o no.

ZEITmagazin: Perché ti sei trasferito a Londra allora?

Gallagher: Perché mi ero stufato a morte di Manchester. Andavo a Londra sempre più frequentemente, quindi per me è stato ovvio ad un certo punto trasferirmi lì definitivamente. E quando ho comunicato la mia decisione alla famiglia Liam è impazzito.

ZEITmagazin: Si è sentito abbandonato da suo fratello?

Gallagher: Ma non rimaneva mica da solo! C'era il resto degli Oasis, loro vivevano tutti a Manchester.

ZEITmagazin: Dopo tutto sei il suo fratello maggiore.

Gallagher: (lungo silenzio, ndr) Penso che in me veda molto di più.

ZEITmagazin: Cosa?

Gallagher: Forse un padre sostitutivo. Ma lasciamo perdere questo. Io comunque mi sono trasferito a Londra e mio fratello è divenuto un completo idiota a Manchester.

ZEITmagazin: Non hai mai provato a chiarirti con lui?

Gallagher: No, perché? È stato detto tutto. E io ero impegnato a scrivere altre canzoni per gli Oasis. Non c'era tempo per questo 'circo di anime'. E tutti i cantanti delle band sono comunque degli idioti insensibili, no?
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ZEITmagazin: L'hai mai detto al tuo amico Bono?

Gallagher: Ha! Non ho bisogno di dirglielo, lo fa sempre il suo batterista Larry, ma seriamente: Manchester era noiosa e non aveva nient'altro da offrirmi. A Londra era iniziata l'ondata del Britpop e sapevo che avrei recitato un ruolo da protagonista. Non avevo proprio tempo per Manchester. E non mi sono perso nulla, proprio nulla di quella città.

ZEITmagazin: Nulla?

Gallagher: Okay, Manchester è casa mia e il posto della mia infanzia. Ci sono anche la mia squadra di calcio, il Manchester City, e la mia famiglia, ma negli anni '90 non mi mancavano per nulla.

ZEITmagazin: Quando è stata l'ultima volta in cui tu, i tuoi fratelli e tua madre vi siete trovati insieme in una stanza?

Gallagher: Fiuu. (lungo silenzio, ndr) Molto tempo fa. Molto, molto, molto tempo fa. Proprio non ricordo.

ZEITmagazin: Più di dieci anni fa?

Gallagher: Sarà un'eternità. Forse ad un funerale. Di mio zio, penso. O di mia nonna? Di sicuro è stato molti anni fa. Sai, non siamo mai stati una famiglia unita. Non c'era vicinanza tra i Gallagher.

ZEITmagazin: Neanche quando eravate piccoli?

Gallagher: No, mai. Almeno io non ricordo nulla di tutto questo. La nostra famiglia era più un aggregato sciolto di individui messi insieme a caso dal fato. Almeno è questa la visione che ho della mia famiglia, ma forse è perché sono rimasto particolarmente isolato dagli altri. Mi sentivo un lupo solitario. Era quello il mio ruolo nella famiglia Gallagher. Sono stato anche il primo ad andarmene via.

ZEITmagazin: Da quando ti sei sentito il "lupo solitario"?

Gallagher: Dalla tenera età. Molto prima di imparare a suonare uno strumento avevo questa sensazione di essere una cosa a sé. Anche se la casa pullulava di gente, da bambino cercavo sempre un angolino tranquillo. Mia madre allora mi diceva: "Noel, dove ti sei cacciato? Non troverai mai te stesso".

ZEITmagazin: E cosa facevi tutto solo?

Gallagher: Ero un sognatore. Mi piaceva leggere fumetti e ascoltare musica.

ZEITmagazin: Tua madre ha lavorato per un po' alla mensa della scuola. È vero che andavate a trovarla ogni giorno?

Gallagher: Sì, è vero, e poi sparivamo subito. Erano visite fatte meramente per avere un'alibi. La scuola per me sono stati dieci anni sprecati. Non mi andava di imparare quello che la scuola offriva e l'ho lasciata senza la laurea. Mia madre non mi ha mai perdonato il fatto di non essere interessato alla scuola. Ancora oggi mi dice che a scuola ero proprio una mina vagante.

ZEITmagazin: Quanto spesso chiami tua madre?

Gallagher
: Due, forse tre volte alla settimana. Vive lontano da Londra, per lo più in Irlanda.

ZEITmagazin: Quando tua madre si è separata dal tuo padre violento, questi ha lasciato una chitarra con cui hai scritto le tue prime canzoni. Ce l'hai ancora?

Gallagher: No, è andata persa. Non ricordo neanche che chitarra fosse. È stato molto tempo fa.


ZEITmagazin: Ma senza quella chitarra oggi faresti qualcos'altro, giusto?

Gallagher: Non he ho la più pallida idea. Mi ci è voluto molto tempo per credere in un futuro per la nostra band, gli Oasis. Le nostre prime canzoni erano decenti, ma niente di più. Non saremmo andati molto lontano con quelle. Ad un certo punto mi sono reso conto che avremmo ottenuto un contratto discografico, ma non me ne importava proprio, perché anche senza grande musica quello non ci avrebbe portato da nessuna parte. Lavoravo come muratore e scrivevo canzoni nel tempo libero. Dopo un infortunio al piede ebbi più tempo per la musica e un giorno mi venne in mente Live Forever. Fu quella la canzone che cambiò tutto, perché non era semplicemente buona, era ottima. Lo capii immediatamente. "Buone" possono essere tante, "ottime" solo alcune, e Live Forever era ottima.
ZEITmagazin: Non sai leggere la musica. Come crei le tue canzoni?

Gallagher: In realtà ho imparato tutto registrando e registrando di nuovo. La canzone su cui ho indugiato in modo interminabile è stata House of the Rising Sun di Eric Burdon. Così ho imparato a suonare i primi accordi. Una volta perfezionato questo, mi consideravo già un genio. E poi c'erano sempre dei tizi che ammiravo ancora di più. Era spassoso, ma da piccolo non ho mai voluto essere una rock star.

ZEITmagazin: Perché?

Gallagher: Perché sono sempre stato realista. Vengo da una casa popolare della periferia di Manchester. Non è un posto che produce rock star.

ZEITmagazin: Siete stati la prova del contrario.

Gallagher: Perché poi all'improvviso è arrivata la speranza. All'epoca c'è stata subito questo sensazionalismo sulle band di Manchester. Vedere gli Smiths in TV a Top of the Pops ha cambiato tutto per me. Era la prova che tizi come noi potevano sfondare. Da quella sera in cui li guardai alla TV sognavo di essere Johnny Marr, il chitarrista degli Smiths. Poi sono arrivati gli Stone Roses e gli Happy Mondays, tutti di Manchester. Così ho lasciato il mio lavoro di muratore e sono divenuto un roadie degli Inspiral Carpets, band con cui ho viaggiato per il mondo. Portavo le loro custodie per chitarra, allestivo il sistema audio per i loro concerti e pensavo di essere arrivato nel paradiso del rock 'n' roll.

ZEITmagazin: Qual è stata la primissima musica che ti ha colpito?

Gallagher: I Sex Pistols. Il loro album di debutto, Never Mind the Bollocks, mi parlava direttamente. Negli alloggi popolari dove vivevamo all'epoca, all'improvviso si diffuse ovunque. Il fratello maggiore di un amico aveva l'album, lo ascoltammo in preda ad un'eccitazione mozzafiato. All'epoca eravamo colpiti dalle parolacce che i Sex Pistols inserivano nelle loro canzoni. Gridammo: "Incredibile! Ha davvero cantato 'cazzo'!". Non c'era mai stato un disco in cui si potesse sentire la parola 'cazzo'. Per noi era davvero una questione importante, non dimenticare quanto ero giovane. All'epoca eravamo entusiasti di noi stessi. L'album di debutto dei Sex Pistols è stato anche il primo disco che ho comprato. È ancora il più grande album di tutti i tempi per me, dico sul serio.

ZEITmagazin: La tua canzone Don't Look Back in Anger è da molto tempo considerata un classico. Due settimane dopo l'attentato di Manchester è stata cantata al concerto benefico One Love Manchester da Ariana Grande come una sorta di inno di speranza.

Gallagher: Quando è successo l'attentato non ci ho pensato, si parlava di altri argomenti. Tuttavia ho trovato interessante che, in un momento di dolore inimmaginabile, non siano stati i politici o rappresentanti di una religione a fornire conforto. Non hanno ricambiato molto quando si aveva bisogno di loro. È stata la musica a riempire questo vuoto e a dare conforto a coloro che ne avevano bisogno. Che sia stata una mia canzone a farlo è stata una pura coincidenza.

ZEITmagazin: Così umile ti si sente di rado.

Gallagher: So cosa intendi. E di solito ho qualcosa di viscido da dire per tutti, ma quell'attentato è stato una delle poche, pochissime situazioni nella mia vita che mi hanno lasciato proprio senza parole. La mia mente si è fermata, guardavo con shock, shock totale quello che era successo a Manchester.

ZEITmagazin: Tra le vittime dell'attentato ci sono stati tuoi parenti o conoscenti?

Gallagher: Fortunatamente no. Erano lì amici di amici. E poi ad un certo punto ci sono andato io, perché a Manchester hanno ascoltato e cantato in lungo e in largo la mia canzone. Dopo vari mesi mi sono chiesto cosa hanno trovato così tante persone in quella canzone in una situazione simile. Non volgio essere civettuolo: mi rendo conto che è un gran bel pezzo musicale, ma ovviamente c'è stato molto di più. Sai cos'è incredibile? Poco prima dell'evento di Manchester (la riapertura della Manchester Arena il 9 settembre, ndr) avevo rimesso la canzone nella scaletta dei miei concerti. E dato che molti testi di canzoni degli Oasis non ricordo come li abbia ideati - ero sempre ubriaco - mi sono scervellato per capire cosa significasse il testo di quella canzone.

ZEITmagazin: E quindi?

Gallagher: È una canzone che parla di una donna che riesamina la propria vita. Brinda e dice a se stessa: non ho rimpianti! Come quella canzone di Édith Piaf. Non avere rimpianti su niente, non essere arrabbiato con nessuno. E quando ho ricordato tutto  questo, è successa la tragedia di Manchester. Da allora la canzone ha acquisito una carica di ribellione. Dice che non lasceremo che questi fanatici religiosi ci obblighino a inginocchiarci. Che li affronteremo con forza e uniti quando ci attaccheranno e che non avremo paura. Non è quello che intendevo io, ma che intendeva la gente di Manchester. È, comunque, un'interpretazione meravigliosa che posso accettare di buon grado.

ZEITmagazin: La gente che vive a Londra e prende di frequente la metro quanto spesso ti riconosce?

Gallagher: Quasi mai. E le poche persone che mi riconoscono di solito pensano che io sia Liam.

ZEITmagazin: Non ci credo.

Gallagher: Sì, sul serio. Di recente sono stato a Manchester con una troupe cinematografica. Siamo andati nell'appartamento dove ho scritto i primi due album degli Oasis. Mi sono seduto su una scalinata di fronte alla casa e ho aspettato il tizio che ora vive nel mio vecchio appartamento. Poi è arrivato un gruppo di turisti, in tour musicale a Manchester. C'erano circa un centinaio di persone che mi fissavano, mentre la loro guida diceva: "In questa casa Noel Gallagher ha scritto i primi due album degli Oasis". E nessuno di loro mi ha riconosciuto. Mentre camminavano una donna è venuta dietro di me e mi ha detto timidamente: "Sei Liam Gallagher, giusto?". E ho risposto: "Purtroppo no, vorrei essere Liam Gallagher: sarei ricco e non sarei qui seduto come uno stupido". 

Source: Zeit Magazin - traduz. di oasisnotizie

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