giovedì 30 novembre 2017

Video - Noel Gallagher si confessa: "Odio lo streaming: il mio talento non è in affitto, ma solo in vendita"

Noel Gallagher si confessa ai microfoni di FACT, 24 novembre 2017. Sottotitoli ITA by oasisnotizie.



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Noel Gallagher: "Liam? Musicalmente vigliacco, si fa scrivere le canzoni. Il rock 'n' roll non è chitarre elettriche, ma libertà di espressione. Non mi frega dei social network"

Intervista di Lior Phillips per Consequence of Sound. Traduzione italiana di oasisnotizie.

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(Noel Gallagher): Ti sono mancato?

Noel Gallagher a Milano, 29.11.2017 (foto di @luca_lpl)
Non riesco a credere che siano passati già due anni da quando abbiamo parlato l'ultima volta. Mi è mancato tormentarti.

Perché mi tormenterai?

Be', di solito ti riempiono di interviste l'agenda di impegni. Allora, ti stai divertendo a fare di nuovo tutte questi incontri con la stampa?

Ha! Non direi che mi sto divertendo, ma non me la sto neanche passando male. Sto rilasciando molte interviste. Non sono male. Questa sarà la migliore però.

Nella tua conferenza stampa, tra le tue tante citazioni tratte da varie occasioni, ce n'è una che dice: "Sono un cazzo di genio".

Quella l'ha scritta un mio amico. È un uomo molto spiritoso. Si chiama Matt Morgan ed è uno sceneggiatore.
Ma in termini di sviluppo come persona, come essere umano, cosa ti è successo nell'ultimo paio d'anni, invecchiando e diventando un po' più saggio?

Sai, sono arrivato alla fine del mio ultimo tour e avevo una consapevolezza molto precisa di quello che ero diventato, di chi fossi e di dove stessi andando. Ho deciso di mettere il punto e di andare a capo, perché ero un po' annoiato, cazzo. E ho pensato: se non riesci a spassartela facendo cose come queste quando l'etichetta discografica è tua e finanzi tu i tuoi stessi dischi e tutto quello, allora che cazzo farai? Ho semplicemente deciso di lanciare tutte le carte in aria e vedere dove sarebbero atterrate.


Allora, adesso hai appena pubblicato Who Built the Moon?, il tuo terzo album come solista. Ti sei dato delle regole da seguire quando l'hai creato? Cose da evitare, cose su cui spingere?

Oh, sì. Ho lavorato con un produttore e la regola principale che abbiamo stabilito era che non avrei scritto nulla al di fuori dello studio. Sarei entrato in studio senza canzoni completate e l'avrei semplicemente fatto in studio. L'intero disco è costruito su lampi di ispirazione e sul fatto di essere un po' scemi. Una delle canzoni ho deciso di scriverla come Kanye West, solo per vedere cosa sarebbe successo. E alla fine suonano tutte fantastiche.

Era Fort Knox, giusto?

Fort Knox è quella che daremo a Kanye, sì.

Suona fantastica, cazzo. È strana: il tuo primo album, l'eponimo Noel Gallagher's High Flying Birds, era più cinematografico ed era fatto con un produttore. Poi sull'ultimo album, Chasing Yesterday, ricordo che abbiamo chiacchierato dicendo come somigliasse più ad una serie televisiva che anche tu avevi prodotto da te. Come si colloca Who Built the Moon?

Ero semplicemente arrivato ad un punto in cui mi ero annoiato del procedimento che si seguiva in studio. Ci entravo per 16 canzoni, con la consapevolezza precisa di quale sound avrebbe avuto. E poi uscivo con 16 canzoni che suonavano esattamente come volevo che suonassero. E quello l'ho fatto per 25 cazzo di anni. Ho incontrato questo tizio, David Holmes, che mi ha incoraggiato a guardare attraverso le cose, a seguirle, per provare cose diverse, cantare in modo diverso e provare diversi strumenti. Lui è l'influenza più grande per questo album.

Dopo anni in cui hai mantenuto questo controllo, che cosa hai provato nei riguardi di qualcuno che ti diceva di uscire dalla tua comfort zone? Gli hai detto direttamente di andare a fare in culo o di fare quattro chiacchiere con te?

No. Ascolta, questa immagine di me come maniaco del controllo è stata formata principalmente dai giornalisti e da quel cazzo di idiota di mio fratello. Non sono affatto così. Sono piuttosto determinato e so cosa sono, ma non sono tanto indisponente quanto pensa la gente. Non che me ne fotta qualcosa, neanche quello, capisci cosa intendo? Non mi importa di quello che pensa la gente. Ero in studio a vigilare su me stesso.

Ho la sensazione che la tua parte cantata e la tua voce abbiano un volume molto più alto stavolta. È stato anche questo un prodotto di questo cambiamento? Suona come se tu volessi lavorare più sodo sulla tua voce qui.

(ride, ndr) In realtà ho lavorato di meno!



Davvero?

Be', ho smesso di fumare. Ecco cos'è successo.

Quando hai smesso di fumare?
Circa due anni fa, quando abbiamo parlato l'ultima volta.

Ora potrebbe essere un pensiero strano, ma la musica parla tutta di te? Perché ne fai ancora? So che molte delle canzoni di questo album parlano di relazioni e amore, come Holy Mountain, She taught Me How to Fly, If Love is the Law. È bellissimo, ma quando scrivi queste canzoni il cuore siete tu e le tue esperienze, tua moglie, il tuo rapporto con gli amici?

Be', è indefinibile. È semplicemente dove mi trovo ora come persona. Quando scrivevo le backing track, mi suggerivano semplicemente che sarebbero state spiritualmente incoraggianti. Penso che a quest'epoca se muori dalla voglia di imbracciare una chitarra sei quasi acciecato e scrivi sulle notizie del giorno. Giusto? È noioso, cazzo! Questi coglioni che scrivono canzoni sulle notizie del giorno sono noiosi. È noioso, cazzo! Non dicono mai niente. È tutta merda oscura e del tipo: "Il mondo è una merda". Ma il mondo non è una merda, amico. L'unica cosa merdosa del mondo sono le cazzo di persone che ci vivono. Il mondo è fantastico. Holy Mountain è quasi una dichiarazione rivoluzionaria. Parla della gioia della ragaza che ami. È quasi rivoluzionaria. Ecco quanto è folle il mondo: l'amore è diventato rivoluzionario. Cos'è successo?

Sì, come se fosse quella la cosa verso cui abbiamo bisogno di orientarci. Ha molto senso. Non la vedevo proprio in questi termini, perché ovviamente la gente si domanda sempre cosa non dici invece di cosa dici.

Esattamente.

Quindi, dato che la situazione politica e il panorama di cui la gente vuole parlare sono così profondamente tremendi e prevalentemente opprimenti, suppongo che abbia assolutamente senso che non ci si voglia addentrare e creare qualcosa che sia un po' una fuga. Questo album dà quella sensazione, ma la tua musica è sempre sembrata quello, in realtà. Voglio dire: forza, non è una cosa nuova. Hai già provato a farla in passato.

No, lo so, ma forse le canzoni stavolta sono migliori. Sono piuttosto uptempo, movimentate. La cosa che di solito non faccio sono canzoni uptempo. Sono semplicemente uscite così. C'è una forte influenza femminile sul disco. Ci sono molte ragazze sul disco. Mia moglie in copertina, per l'amor del cielo!

Mi piace come canti di tua moglie. È davvero bellissimo. Scrivi e canti canzoni unicamente su di lei o canti l'amore in un senso più metaforico?

Be', può darsi che la canzone parli soltanto di una donna eroica e io mi giro, la guardo e proietto tutti quei pensieri su di lei. Non è scritta specificamente per mia moglie. Quando sono ad un punto in cui ho bisogno di una figura femminile di riferimento su cui scrivere allora guardo mia moglie, che è dannatamente splendida e bellissima e ogni cosa che la tua amata dovrebbe essere, e proietto tutte queste cose su di lei.

Il procedimento ti ha rivitalizzato, facendoti uscire dalla noia creativa?

Non lo so. Ho avuto quella sensazione durante il ciclo dell'ultimo album, ma non avevo queste canzoni. Queste canzoni sono arrivate in studio perché il mio produttore mi ha detto di non scrivere canzoni a casa. Ogni volta che scrivevo qualcosa che suonava un po' come quello che avevo fatto in precedenza mi fermava e diceva: "No, no, no, questo l'hai già fatto prima. Prova qualcosa di diverso". 
E alcune canzoni sono nate da conversazioni. Dicevo: "Bene, cosa intendi per diverso?". E lui mi diceva: "Oh, Blondie cosa farebbe?". E ci siedevamo lì ad ascoltare Blondie, e lui faceva: "Scrivi una canzone come Blondie".

Hai mai incontrato Debbie e Chris?

Sì.

Sono notevoli.

Sì, lei è la migliore. La migliore, cazzo! Quella donna la amo, cazzo! L'ho incontrata un paio di volte e, stranamente, le due volte che l'ho incontrata è stato all'aeroporto.

È una cosa che succede molto alle rock star. A proposito, ora che sei stato spinto verso un sound uptempo, com'è cambiata la tua visione del rock 'n' roll? Ovviamente c'è The Man Who Built the Moon supportato da questi due strumentali e poi la bonus track molto spoglia, Dead in the Water. Ma cosa pensi sia rock 'n' roll ora?

Penso che in fin dei conti questo sia il mio disco più rock 'n' roll di sempre. Te lo dico io perché la penso così: il rock 'n' roll non è un sound. Non è un beat. Non è una chitarra elettrica. Il rock 'n' roll è libertà. È libertà di espressione e libertà di pensiero. Quando ero in studio ero completamente libero: libero di essere chi ero, quello che ero diventato. Non me ne importava. Ero stato Noel Gallagher degli Oasis per 30 anni e mi è piaciuto dannatamente e mi piace ancora, ma quando ero in studio vivevo semplicemente questo momento di libera espressione. Quella è per me l'essenza del rock 'n' roll.


Sei stanco di quel legame con il tuo passato? Mi chiedevo se avresti fatto musica senza gli High Flying Birds, semplicemente come 'Noel Gallagher'. E ovviamente c'è la narrazione di te e tuo fratello che pubblicate due album nello stesso tempo, con tutti che consultano il suo profilo Twitter dove lui parla di te e di lui. C'è mai un momento in cui pensi: "Cazzo, voglio parlare solo della mia musica"?

Certo, ma mio fratello è un cazzo di imbecille. Devo fare i conti con lui ogni giorno.

E a volte sei tu quello etichettato come bullo, anche se spesso è lui che twitta su di te.

Ovviamente.

Che intendi per "ovviamente"? È stato sempre così, anche quando eravate più giovani?

Sai, lui è così da quando è diventato famoso. Parlando in generale, non me ne fotte un cazzo di quello che la gente pensa di me. Non me ne importa. Non mi importa di quello che la gente pensa di lui. Non me ne fotte un cazzo.

So che il successo è qualcosa che può infondere fiducia nel tuo modo di comporre canzoni e nella tua passione, ma ...

No, lascia che ti fermi. Non ho alcun profilo sui social media. Quindi in ogni caso la cosa non mi tocca.

Quindi non leggi mai i suoi tweet su di te?
No. Non ho nulla sul mio telefono. Non ho un computer. Ho un iPad e un cazzo di telefono e non ho profili sui social. Sono a conoscenza di ciò che dice la gente perché mia figlia torna a casa da scuola e mi dice: "Guarda questo. Guarda quello che stanno dicendo queste persone". E poi ci ridiamo tutti su. Per me non significa proprio nulla.

È proprio bizzarro, perché l'immagine che si dipinge è proprio diversa. E so che tu non sei così, perchè ascolto la tua musica, e ritengo che questo sia il modo migliore per conoscerti. C'è, però, un grande fraintendimento, come hai accennato: si pensa che tu sia un bullo o un maniaco del controllo, ma essere appassionati non è la stessa cosa, e deve essere per questo che non avverti il bisogno di vendicarti.

Questo album è la migliore vendetta. Questo album e la sua gioia, il suo incoraggiamento, la sua influenza femminile sono il più grande dito medio a tutte queste persone. finger to all those people. Qualcosa del tipo: "Non mi frega un cazzo di quello che pensate. Non siete i miei padroni". Può darsi che siate i padroni di Liam, perché lui vive nel passato ed è un codardo in termini musicali, quindi deve andare in giro a farsi scrivere il sound degli Oasis da altre persone. Qualunque cosa tu debba fare per sopravvivere è quello che devi fare. Tutta la mia vita è stata trascorsa senza fregarmene. Non voglio che mi possieda nessuno. Non lo voglio.

Di cosa ti importa allora?

Mi importa della mia famiglia, dei più cari: mia moglie, i miei tre figli, mia nipote, i miei amici, mia madre e la mia cazzo di musica, le persone della mia band e le persone che lavorano nel mio ufficio. E basta. Non mi importa di nient'altro.

È così che vuoi essere ricordato tra 30 anni? Solo per la musica e per la tua famiglia invece di tutte le opinioni? Sembra che oggi tutti gli artisti siano afflitti da più opinioni che mai, perché oggi la società rumorosa. È impegnativo non risentirne.

Tutte le persone che conosco mi ricorderanno come mi ricorderanno. Non me ne fotte un cazzo. Tu mi ricorderai con affetto perché sei una signora molto carina, ma a come mi ricorderà qualcuno che non mi ha mai incontrato francamente non dedicherei neanche un pensiero di più.

Traduz. di oasisnotizie - Source: Consequence of Sound

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Noel Gallagher a Paste: "Spero che Liam stia vivendo il periodo più merdoso della sua vita. Gli manco? Falso, non me la bevo"

Intervista  a Noel Gallagher per Paste Magazine, pubblicata il 29 novembre 2017. Traduz. italiana di oasisnotizie. Foto di by Philip Cosores (@philipcosores | Instagram)

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In questo disco ti descrivi come un outsider o un'altro.
 

Be', io opero al di fuori del music business e non ho un contratto con nessuna casa discografica. Quindi faccio quello che voglio sotto quell'aspetto. E ho estrema libertà di creazione, per sempre. E non avrei potuto fare questo disco se fosse stato sotto un'etichetta major, perché qualcuno sarebbe venuto in studio a metà delle registrazioni e avrebbe detto: "Davvero? Questo non è un album di Noel Gallagher, quindi non lo pubblichiamo!". Quindi provo a non farmi coinvolgere nell'industria. E una volta che il disco è fatto, dai semplicemente la licenza ad altre persone ed eviti completamente il music business. La mia casa, la Sour Mash, è stata fondata interamente da me e non è affiliata con nessun'altra etichetta. Pago di tasca mia per averla, pago da me i frutti del mio genio. Quindi non ho il desiderio di farmi coinvolgere nel music business. E tutte queste cerimonie di consegna dei premi sono solo il riflesso delle chart, perché sembra che ormai nessuno si scriva la propria musica da solo. Vanno in queste fattorie di composizione dove hanno un negoziante di canzoni personale che entra e dice: "Puoi farmi quella in rosso? E io prendo quella nera, poi prendo quella, quell'altra e quell'altra". Capisci cosa intendo? Sono tempi tremendi. È questo che rende questo disco così rivoluzionario.

Hai utilizzato molti suonatori di archi, un flauto a fischietto e una marea di voci di supporto per Who Built the Moon? Inoltre Paul Weller ha aggiunto l'organo in Holy Mountain e Johnny Marr ha suonato la chitarra e l'armonica in If Love Is the Law. Hai iniziato a farti prendere la mano, come Brian Wilson?

Porca troia, odio Brian Wilson! E sai una cosa? Se nel music business c'è una persona più sopravvalutata di me è quel tizio, ma questi esperimenti sono stati fantastici. Dal momento in cui abbiamo iniziato a registrare Holy Mountain - e ho inventato io il campionamento su cui si basa il riff di flauto - sapevo che stavo facendo la cosa giusta. Lo sapevo e basta. E il mio produttore mi guardava e mi diceva: "Davvero? Ne sei sicuro?". E ho detto: "Amico, questo sarà il primo singolo! Questo è rock 'n' roll!". Non ero preoccupato di andare troppo lontano, non ero in quello stato d'animo. E non me ne fotteva un cazzo. Finché le canzoni sono ottime il resto va da sé. Se c'era l'essenza della canzone, la spingevamo più avanti possibile. E sapevo che Holy Mountain sarebbe stata divisiva una volta uscita: lo sapevo ed è stato così. Quindi non mi ha sorpreso, ma penso semplicemente che ora la mia fiamma arda un po' più forte: sono ad un picco creativo. E la band che ho fondato sei o sette anni fa non è la stessa band di cui faccio parte ora. Ho persone diverse e ho ragazze nella band.

E a bordo hai il tuo vecchio chitarrista con gli Oasis, Gem Archer, fresco di Beady Eye, la defunta band di Liam.

Gem è tornato. Sì. L'ho perdonato per essere passato al lato oscuro per un po' di anni, quindi va tutto bene.

Parlando di perdono, ho appena intervistato Liam per Paste e sotto tutta la spacconeria e le bravate raccontava in modo commovente come gli mancasse far parte di una band con te e che gli mancava semplicemente essere tuo fratello. Sembrava piuttosto sincero.

Be', forse la prossima volta dovrebbe fare un respiro profondo prima di premere il pulsante "manda" sul suo profilo Twitter. Non pensi che tutto quello sia stato a tuo beneficio? Be', io lo so, cazzo. È più a beneficio dei fan degli Oasis, ecco cos'è. Quindi mi dispiace, ma non me la bevo. Non me la bevo, cazzo, e non me ne importa. Ha detto troppo. Quindi spero che stia vivendo il periodo più merdoso della sua cazzo di vita.

Invece tu perché ti senti così in vena di far festa?

Be', sono sempre stato così. Guardo sempre il quadro generale. E vedo sempre il bello in ogni cosa. Be', okay, in realtà non è vero, ma provo sempre a migliorare quanto più è possibile qualcosa. Il mio bicchiere è sempre mezzo pieno. Sempre. L'unica cosa brutta del mondo sono le persone.

Ma non ti capita oggi di sintonizzarti sul telegiornale e di scrollare le spalle?

No. Non guardo il telegiornale. Le notizie sono dannatamente noiose. Quindi se il mondo finirà non voglio saperlo. Non voglio rivedere la fase preparatoria. Se il cielo prenderà fuoco perché un piccolo e grasso idiota nordcoreano lancia in cielo un missile, facciamolo finire, cazzo. Non voglio saperlo. Preferirei fare qualcos'altro.

Quindi non hai opinione sulla Brexit, su Trump, neanche su Jeremy Corbyn? Hai detto che "il 99% delle persone sono stupide come la merda" quando nel Regno Unito hanno votato per la Brexit.

Fanculo Jeremy Corbyn. È un comunista. E Trump è un ... un ... non voglio neanche nominarlo, ma non influenza la mia vita. Be', Donald Trump, forse, dato che la sua visione dell'ambiente è piuttosto spaventosa, cazzo, e quello influenzerà i miei figli. Ma i politici? Sono dei cazzo di idioti. Sono economisti, ecco cosa sono tutti. Dicono un sacco di stronzate e dovrei saperlo, perché ne ho conosciuti un bel po'.

Traduz. italiana di oasisnotizie - Source: pastemagazine.com 

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mercoledì 29 novembre 2017

Noel Gallagher in Francia: "Liam e gli altri non meritavano la gloria: non scrivevano le canzoni. Liam pensa che il rock sia la giacca di pelle, io faccio parlare la musica"

Le Point Pop : Sembra che tu sia ossessionato dalle scarpe da ginnastica e che ne abbia a centinaia, accuratamente immagazzinate a casa.

Noel Gallagher : Me ne offrono tante, ma preferisco pagarle, ma è un po' triste per un uomo che ha superato i 50 anni comprare tonnellate di scarpe da ginnastica, non credi? Sono un accumulatore. Non butto via mai nulla. Indosso la stessa maglietta da vent'anni.

PP : Collezioni altre cose?

NG : Ho molti dischi, occhiali da sole e chitarre ...

PP : Niente auto?

NG : Non so guidare! A scuola, quando ai miei amici interessavano le auto, io preferivo suonare la chitarra. Penso che abbia avuto un certo successo ... ma che faccia infuriare mia moglie!

PP : Collezioni opere d'arte?


NG : Ne ho alcune, ma non mi definirei un collezionista. Avrei preferito comprarne di più, onestamente, ma non ne so molto. Se mi mostrano un Picasso lo trovo bellissimo, ma non riconosco l'artista.

PP : Sei buon amico di Damien Hirst ... (Noel ha visitato tempo fa anche due sue mostre allestite a Venezia, ndr)

NG
: Damien è un amico. I miei due figli sono ossessionati dai suoi squali!

PP : Fate entrambi parte della generazione della Cool Britannia!

NG : Londra è stata il centro dell'universo tra il 1994 e il 2000. Era una città divertente e libera ... Colpisce in modo particolare pensare a questo oggi. Con il terrorismo, la guerra, Donald Trump ... Penso che allora l'arte fosse migliore.

PP : Di recente hai cantato per l'album dei Gorillaz, la band di Damon Albarn. Ti sei riconciliato con lui per nostalgia?

NG
: Per molto tempo non abbiamo parlato! Una sera mi sono imbattuto in lui in un piccolo club privato di Londra. Io mi dirigevo verso il bagno e Damon camminava al mio fianco. Non ci siamo potuti evitare. Non ci siamo ignorati, ma è stato molto strano. Una volta nel bagno, ho pensato che fosse ora di seppellire la cazzo di ascia di guerra. Quando sono uscito lui era al bar. Mi sono sistemato vicino a lui. Mi ha detto: "Sai, in comune abbiamo più cose di quante vogliamo ammettere: abbiamo entrambi sperimentato qualcosa di incredibile negli anni '90 ...". Qualche minuto dopo abbiamo riso quando abbiamo rievocato i bei giorni passati. Da allora siamo amici. Inoltre lui vive vicino a casa mia e abbiamo molti amici in comune!

PP : Ma vi odiavate davvero all'epoca?

NG : Gli Oasis erano i rivali dei Blur, ma in realtà i membri dei gruppi non si conoscevano. La verità è che l'alcol e le droghe hanno giocato un ruolo importante in questa storia ... Eravamo sempre sballati e dovunque andassimo c'era lì qualcuno pronto a puntare il microfono di fronte alle nostre bocche e a provocarci. Siamo vent'anni più vecchi, eravamo troppo giovani e stupidi per prestare attenzione a quello che dicevamo.

PP : Tuo fratello è anche più linguacciuto di te ...

NG : Liam pensa che il rock and roll sia solo una questione di mentalità, di giacca di pelle, di camminata. Io lascio parlare la musica al posto mio. Nessun altro membro degli Oasis ha scritto una nota di una canzone a parte me. Per loro la gloria e il successo sono stati un fardello, perché non se li meritavano: a malapena suonavano! Un cantante che aspetta tutto il giorno a casa che qualcuno scriva un album per lui non ha nulla a che vedere col diventare una rock star. È pronto a fare qualsiasi cosa purché duri. All'inizio questa differenza tra me e lui era fantastica perché costituiva l'identità degli Oasis, ma quando sei un coglione di 50 anni è semplicemente ridicola. La mentalità muore man mano che invecchi. Quanto a me, invece, la gente canta sempre le mie canzoni, quelle durano per sempre. Anche se smettessi di essere famoso avrei ancora canzoni da scrivere.

PP : Dopo l'attentato di Manchester Don't Look Back in Anger è divenuta l'inno della città.

NG : Quando scrivi canzoni trascorri tutta la tua vita sognando di scrivere un giorno una canzone che tutto il mondo canterà. Ed è quello che è successo, ma in un contesto di morte e orrore ... Da un lato sono molto orgoglioso e dall'altro mi intristisce.

PP : Sarebbe stato un bellissimo segno di pace tornare sul palco con gli Oasis per cantarla otto anni dopo la separazione della band ...

NG : Non ci ho mai pensato.

PP : Sei ottimista?

NG
: Insopportabilmente ottimista. Spesso voglio solo vedere il bello di una situazione, il che fa venire a mia moglie voglia di strangolarmi! Quando ho lasciato gli Oasis la gente mi diceva: "Ma hai appena lasciato il più grande gruppo del mondo, cosa farai ora?". Dicevo:: "Gli Oasis erano tristi. Questo sarà fantastico".

PP : Su questo album possiamo sentire anche Johnny Marr (ex chitarrista degli Smiths), di cui sei caro amico. Ti ha dato qualche consiglio quando hai lasciato gli Oasis?
NG : Abbiamo molte cose in comune: siamo della stessa generazione, veniamo dallo stesso posto, i nostri genitori sono irlandesi, tifiamo per la stessa squadra di calcio, abbiamo entrambi fatto parte di rock band leggendarie con cantanti complicati, con cui abbiamo litigato e che non riformeremo mai. Ma né io né Paul Weller (ex cantante dei Jam, ndr), anch'egli su questo album, possono darmi consigli: ho venduto più dischi io di loro due messi insieme! In ogni caso non ho bisogno dei consigli di nessuno: conosco i miei difetti.

PP : Quali sono i tuoi difetti?

NG : Non sono un animale da palcoscenico come Jim Morrison, Nick Cave o Dave Grohl.

PP : Credi in Dio?

NG : Non credo né in Dio né nei fantasmi.

PP : Il tuo peccato più grande?

NG : La gola. Perché acquistare una chitarra quando posso acquistarne 50?

Traduz. italiana di oasisnotizie - Source: Le Point Pop

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Liam Gallagher sul palco a New York: "Voi americani degli Oasis conoscete solo una canzone". Poi si esibisce in TV con Come Back to Me

Liam Gallagher ha punzecchiato i fan americani durante un recente concerto tenuto a New York.

Il più piccolo dei fratelli Gallagher è attualmente impegnato con il tour nordamericano in supporto al suo album solista As You Were, uscito lo scorso ottobre, e lunedì 27 novembre si è esibito sul palco del Terminal 5, sala da concerti newyorkese. Il tour è partito il 13 novembre da San Francisco.

Verso la fine del concerto l'ex Oasis ha permesso ai suoi fan di scegliere quale canzone avrebbe dovuto suonare e ha detto loro: "Quale avete intenzione di scegliere? A quanto pare voi americani conoscete solo una canzone degli Oasis".

Poi, subito dopo, ha chiesto di scegliere tra Wonderwall e Live Forever: alla fine ha suonato la seconda, lasciando fuori dalla scaletta Wonderwall.

Intanto Liam ha dovuto cancellare alcuni concerti previsti negli States. 
Venerdì 24 novembre il cantautore ha scritto su Twitter: "Ho un forte raffreddore, ce l'ho da Minneapolis (lunedì 20 novembre era sul palco di Minneapolis, ndr) e il dottore mi ha detto che devo riposare. Mi dispiace dover cancellare il concerto di Boston". Liam avrebbe dovuto suonare alla House of Blues della città del Massachusetts sabato 25 novembre. 
Ieri, martedì 28 novembre, Liam ha annunciato: "Sono molto dispiaciuto di annunciare che, nonostante abbia cantato a New York ieri sera, non sono stato in grado di debellare il raffreddore che ho avuto e mi hanno consigliato di cancellare i miei spettacoli a Philadelphia e Washington per riprendermi completamente. Stiamo lavorando per riprogrammare e sperare presto in un annuncio".

Ieri a New York Liam si è esibito dal vivo con Come Back to Me, nuovo singolo, al Tonight Show con Jimmy Fallon, in onda su NBC negli Stati Uniti, sfoggiando un coppola. Qui sotto il video dell'esibizione.

Source: Rockol - Thanks to Devoti di Liam Gallagher (Facebook page)


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Noel Gallagher dice la sua su Kanye West, Ed Sheeran, libri, baffi, Twitter, umiltà, ciambelle ...

Kanye West
Kanye è di questo mondo? Direi che è sottovalutato. Pur non essendo suo grandissimo fan, lo amo, cazzo! Penso che ci sia un po' di Kanye in ognuno di noi, capisci cosa intendo?

I libri
Quello che davvero mi infastidisce, cazzo, dei libri è quando vai in libreria, vedi un libro e si intitola 'La felicità dello scoiattolo omosessuale'. E fai: 'Di cosa parla questo libro?'. 'Parla di tossicodipendenti'. 'Perché che cazzo ha quel titolo allora?'. 'Come catturare un ippopotamo'. 'Di cosa parla questo libro?'. 'Oh, parla di un cazzo di viaggio erotico di una donna attraverso la cazzo di Europa dell'est'. Le persone che scrivono libri sono dei cazzo di idioti. Ne ho incontrate un bel po', si credono superiori a tutte le altre. Onestamente, pensi che io si arrogante? Cazzo, ne ho visti di esempi nella mia vita. Fai: 'Davvero?'. Hai scritto un cazzo di libro sulla felicità della giraffa. 

Le ciambelle
Le ciambelle sono dannatamente sopravvalutate. Non ne sono mai stato un fan, anche se il tizio che ha messo la marmellata nelle ciambelle è un cazzo di genio! 

Gli assistenti elettronici
Quando potranno andare a prendere la droga a tuo nome, faremo un passo avanti come società. "Vai a prendere dell'erba". "Torno tra poco". Tutti i gadget sono dannatamente sopravvalutati. Non ci sono mai serviti per non so quanto, duemila anni? Hanno costruito le piramidi senza elettricità. Non c'è una app per quello.  


Umiltà
L'umiltà è una cosa buona da avere e vorrei davvero trovarne un po' ad un certo punto della mia vita, ma devo ancora arrivarci. 

Il baffo
Non bisogna mai tollerarlo, mai. La barba ... OK, quella è una cosa, significa "Fanculo, non me ne può fregare (di radermi, ndr)!". Il baffo, però, significa radersi attorno. È allora che cominci a pensare di avere l'aspetto di un cazzo di moschettiere francese del XIV secolo e pensi: "C'è un certo tipo di donna cui piacerà questo". Il baffo è dannatamente sopravvalutato ed è roba da sfigati. 

Ed Sheeran
La furia pel di carota. Onestamente quali sono i suoi cazzo di costi generali? Duecento dollari a sera? Ha una chitarra, un microfono, un cazzo di pedale loop e un tour manager. Perché vuole un grande tour bus? Ed è un gran bravo ragazzo e ha il cuore d'oro. Ha il cuore pel di carota in realtà, ma penso che la sua musica sia ampiamente sopravvalutata.

Le auto con guida autonoma
Siamo andati troppo lontano ora, o no? Tu entreresti in un'auto senza guidatore? No, non ha senso, cazzo! Nel futuro ci saranno aerei senza pilota. È ridicolo. Chiunque abbia tirato fuori questa idea onestamente dovrebbe essere rinchiuso in una stanza oscura.
Twitter
Twitter è il parco giochi di idioti del cazzo. Amerei scoprire la percentuale di uomini single con un profilo Twitter. Provo a indovinare, cazzo: è piuttosto alta. Il presidente Trump è su Twitter? Anche il mio cazzo di fratello. Li metterei letteralmente tutti e due in due auto senza pilota (autonome, ndr) e li farei scontrare, cazzo, l'uno con l'altro. 

Source: Pitchfork - Traduz. di oasisnotizie


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martedì 28 novembre 2017

Video (sottot. ITA) - Noel Gallagher risponde al gioco delle alternative con Matt Morgan

In questo video una nuova divertente intervista di Matt Morgan a Noel Gallagher con sottotitoli in italiano by oasisnotizie. "Sesso o droghe? Stones o Who? Quanta cocaina hai preso in un solo giorno?". Noel Gallagher risponde alle domande divertenti di Matt Morgan, che gli propone di volta in volta due alternative tra cui scegliere.


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Video (sottot. ITA) - 44 minuti con Noel Gallagher intervistato da Noisey: "Liam? Twitter è intossicante per lui, ma basta che mi paghi le royalties"

In questo video di 44 minuti l'intervista integrale di Noisey a Noel Gallagher con sottotitoli in italiano by oasisnotizie. 

La chiacchierata, trasmessa in diretta Facebook il 16 novembre, verte su molti argomenti, dal nuovo disco ("quando uscirà la gente cambierà idea rispetto alle prime reazioni contrastanti che ci sono state") all'influenza di Kanye West, dall'impatto dei social media sull'arte per le nuove generazioni alla potenza degli Oasis e a Liam ("Non so dove trovi tutto il tempo per sedersi al cazzo di  ... su Twitter. Per lui è intossicante, ma mi sta promuovendo i dischi. Finché riempie i piccoli moduli alla fine dei concerti, spuntando le canzoni che ho scritto io, va tutto bene").

Noel risponde anche alle domande di alcuni fan arrivate in diretta. Enjoy.


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lunedì 27 novembre 2017

Liam Gallagher si confessa a Zeit Magazin: "Temo il dolore per la morte di mia madre. Noel? Sta diventando un mini Bono.Tra poco andrà a pregare in chiesa, aspettate e vedrete!"

Intervista davvero bella concessa da Liam Gallagher in Germania a Zeit Magazin. Traduz. italiana di oasisnotizie. Clicca qui per leggere l'intervista che Zeit Magazin ha fatto a Noel.

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ZEITmagazin: Signor Gallagher, sei considerato l'ultimo selvaggio del rock britannico, ma a quanto pare fai jogging ogni giorno e ascolti musica classica. Voci erronee?

Gallagher
: Vado a camminare ogni mattina perché mi fa bene. Sono stato in tour in Asia per un mese e non ho quasi mai potuto alzarmi per andare a correre, perché faceva troppo caldo. Mi ha fatto capire quanto abbia bisogno di fare sport. Se non faccio esercizio per molto tempo divento una casalinga nevrotica.

ZEITmagazin: Che?

Gallagher: Una casalinga nevrotica, hai sentito bene. Con quello intendo che i nervi ti saltano se non puoi neanche sfogarti ogni giorno. Se non potessi più correre sbatterei porte, sfascerei piatti o appiccherei fuoco a qualcosa. Quando corro sento che posso sopportare meglio il mondo, ma devo correre da solo, quello mi aiuta ad organizzare le cose nella testa. Comincio sempre alle 5 del mattino. Anche se a quell'ora è ancora quasi buio, purtroppo mi riconoscono troppo spesso.

ZEITmagazin: Come fanno a riconoscerti?

Gallagher: Ho un'andatura molto speciale e cammino nel modo in cui cammino (salta e balla con i piedi rivolti verso l'esterno e le braccia curve, ndr). Non c'è molta gente in giro, ma la maggior parte delle persone che mi riconosce grida semplicemente: "Liam, stai bene, amico?". Le persone sono in realtà tutte carine con me.

ZEITmagazin: E davvero ascolti musica classica?

Gallagher: Sì, ma solo di domenica. La musica classica fa bene anche ai miei nervi. Non possiedo nessun CD di musica classica, ma ogni domenica abbiamo una stazione radiofonica che passa musica classica. Tutta questa cosa che sta andando avanti è figa. Questa musica è come una medicina, posso consigliarla a tutti.

ZEITmagazin: Non corrispondi più al cliché del ruggente brontolone che hai coltivato per anni. Sei giunto alla crisi di mezza età?

Gallagher: Non esagerare adesso! Amo ancora i Sex Pistols e mi piace bere qualche birra al pub. Non in modo sfrenato come prima, però. Non lascio ballare le bambole, quello è vero. Negli ultimi quattro anni sono cambiato. Negli anni '90 ho partecipato a tutte le feste e al gossip sino alla fine, ma onestamente non mi sono mai sentito a mio agio in quegli eventi. Ci arrivavo di fretta, in modo concitato, davo la sveglia (salta sul pavimento, ndr), mi facevo scattare delle foto come un idiota e poi tornavo indietro. Sembrava spassoso, ma non lo era. Di recente mi è mancato andare in tour con una band. Per anni, invece, me ne sono stato seduto a casa assonnato, a fissare i dannati muri. Ero talmente annoiato che mi faceva male fisico. Stare in piedi su un palco e cantare canzoni è una cosa che amo in ogni aspetto. Dopo la fine degli Oasis e della mia band successiva, i Beady Eye, non avevo né nuove canzoni né un palco. Poi c'è stato un brutto divorzio e altre merdate private. Non andava bene, in qualche modo la mia vita mi stava sfuggendo di mano, sia dal punto di vista professionale che da quello privato. Avevo bisogno di una pausa ed ero talmente depresso che mi chiedevo perfino se il mio tempo nel mondo della musica fosse finito.

ZEITmagazin: Ora esageri.

Gallagher: No, neanche un po'. Ho davvero considerato l'idea di smettere. Non mi si addiceva più. Amo la musica, è stata sempre buona con me. Ho bisogno della musica, anche se non sono un musicista in senso classico. Quando mi guardo allo specchio non vedo un compositore. Non so suonare bene nessuno strumento, però mi piace proprio cantare e sono bravo a farlo. Ho scritto delle buone canzoni, ma spesso ho bisogno di un po' di aiuto. Ho comunque evitato la musica per un po' e ho rimesso ordine nella mia vita. E un giorno ero seduto a casa e ho preso la chitarra, è stata una sensazione meravigliosa. E ho scritto una canzone. E poi un'altra ed è stata una sensazione bellissima. La mia fidanzata mia ha quindi suggerito di bussare alla porta di una casa discografica. Ed ora eccoci seduti qui.

ZEITmagazin: Nella tua nuova canzone For What It's Worth ti scusi per alcune affermazioni fatte in passato. Cosa ti ha spinto a farlo?

Gallagher: Ho fatto arrabbiare un po' di persone negli anni e mi dispiace davvero per alcune di loro. Ma non tiratemi fuori Noel Gallagher adesso! Non ho nulla di cui scusarmi con Noel Gallagher. Molta gente pensa che questa sia una canzone su mio fratello, ma non è così, errore! Se mi viene in mente qualcosa in particolare, se devo scusarmi con qualcuno allora dico i miei figli. Devono sopportare moltissime cose con me: due matrimoni falliti e così via. Ho scombussolato la loro vita troppo spesso e la cosa mi dispiace davvero un sacco. Neanche mia madre con me ha avuto vita facile.

ZEITmagazin: Nella canzone canti: "Sono stato crocifisso per il sol fatto di essere vivo". Il tuo umorismo è stato frainteso?

Gallagher: Giusto. Molte persone non capiscono il mio senso dell'umorismo. Tutti danno di matto quando spontaneamente dico qualcosa che mi passa per la testa. Che non si dovrebbe prendere tutto alla lettera è un fatto chiaramente e beatamente ignorato dai media. Non preoccupatevi per me, però. Il punto è più l'amore che l'odio. I giornalisti mi "crocifiggono", e allora? Sono adulto e lo sopporto.

ZEITmagazin: Come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, hai una passione per Twitter. Ad entrambi piace diffondere commenti controversi. Qualcuno legge i tuoi tweet in anticipo?

Gallagher
: Fermate quel dannato idiota. Comunque sì, anche a me piace commentare su Twitter, è il punk che c'è in me. Se un giornalista mi dà sui nervi posso rispondere immediatamente, oppure se qualcuno, come l'altro giorno, mi ruba i dannati occhiali al concerto. Qualcun altro l'altro giorno mi ha rubato il parka. Non è un segreto che mi piaccia sfogarmi, ma nessuno controlla i miei tweet, questa cosa me la sono persa.

ZEITmagazin: Ti sei mai pentito di uno dei tuoi tweet?

Gallagher: Certo, ma non te lo dirò mica quali erano. Ciononostante non consento a nessuno di filtrarmi. La mia fidanzata a volte mi parla in coscienza: "Sei pazzo? Non puoi scrivere quello!". E ne scrivo ancora di più. Non ho veri segreti, non sono un alcolista segreto o cos'altro. Attacco solo chi mi attacca. A volte quando salto fuori dalla stanza con un umore buono lei mi dice: "Hai twittato di nuovo qualcosa?". "No", le mento. "Vuoi annusarmi le dita? Non ho scritto nulla".

ZEITmagazin: Sei una figura pubblica, specialmente in Inghilterra. Quanto ti ci è voluto per abituarti a questo?

Gallagher: Non mi ci sono mai abituato. Ovviamente quando faccio un concerto sono una persona pubblica, ma dietro le quinte ho bisogno di un po' di tempo anche per me. Quando vado a fare compere e viaggio con i miei figli non voglio posare per i selfie. Chi non lo accetta vada al diavolo.

ZEITmagazin: A casa sei diverso rispetto a quando sei in pubblico?

Gallagher: Nella mia vita privata faccio le cose in maniera più calma. Non vivo una dannata vita da celebrità né frequento feste alla moda o club alla moda. Non vivo nel centro di Londra, ma in un piccolo, calmo villaggio molto verde di nome Highgate, in periferia. Ci sono dei vecchi pub dove puoi startene da solo.

ZEITmagazin: Su YouTube si vede un video divertente in cui canti canzoni folk in un pub con degli anziani. Come è successo?

Gallagher: È stato proprio bello a Montreal l'altro giorno. Ancora una volta ero andato a fare una camminata da solo, ero arrivato in un grande pub e avevo bevuto in po' di Guinness. Erano le undici del mattino e c'era una pace divina quando sono entrati questi tizi con le chitarre e hanno iniziato a cantare. Mi sono seduto, ho ascoltato le loro canzoni folk e ho offerto loro delle birre. Ad un certo punto mi sono unito nel cantare ed è stato uno spasso divino fino a che il locale non si è riempito e alcuni hanno tirato fuori i loro stupidi cellulari. Allora sono fuggito via, ma preferisco una sessione del genere in un pub a qualunque party glamour.

ZEITmagazin: Negli ultimi anni è risultato sempre più chiaro quanto la musica britannica sia diventata priva di sorprese e senza i vostri caratteri volubili. Ecco perché mancate a molti.

Gallagher: Per me il rock 'n' roll è diventato più che musica. Non sono entrato in una band per fare carriera il più velocemente possibile e fare un sacco di soldi. Innanzitutto volevo spassarmela! La musica rock è una grande fortuna: dà una forza che significa qualcosa per molte persone e che va oltre la musica. Okay, la tua vita  un disastro, anche la musica rock sarà un disastro, ma forse un po' di canzoni eccitanti ti daranno un po' di tregua dalla merda che altrimenti ti opprime. Mi sono sempre aspettato che le stelle del rock 'n' roll fossero qualcosa in più rispetto alla musica. Ammiravo tipi folli come il batterista degli Who Keith Moon, che prometteva una vita abbagliante. Invece di recente siamo stati circondati da tizi che ti dicono, con espressione pensierosa, che si sono ritirati per un anno in un dannato capanno sull'Himalaya per creare il loro nuovo album. Quando sento qualcosa di quel tipo penso semplicemente: (urla, ndr) Vaffanculo! Non mi importa di come questi tipi noiosi hanno scritto una canzone, quello importa solo a quei tipi noiosi. Per inciso credo che la musica provenga da una sfera superiore. Tutta la musica appartiene all'universo! Semplice.

ZEITmagazin: Tui fratello Noel una volta disse qualcosa di simile.

Gallagher: Non litighiamo mica su tutto. Per quanto mi riguarda siamo proprio in accordo, ma d'altro canto siamo persone molto diverse. Lui ora si sta trasformando in un mini Bono. Ben presto pregherà in una chiesa. Aspettate e vedrete! Noel vive davvero una vita completamente diversa dalla mia.

ZEITmagazin: Tornerai mai sul palco con tuo fratello?

Gallagher: Non voglio fallire, ma sono anche felice se qualcun altro vuole fare musica con me.

ZEITmagazin: Quando è stata l'ultima volta in cui sei stato in una stanza con lui? A Natale con tua madre?

Gallagher: No, comunque noi Gallagher non abbiamo mai celebrato il Natale. Siamo sempre stati una famiglia strana o, per meglio dire, una famiglia divisa. Vedo regolarmente mia madre e anche il mio fratello più grande, Paul. Molti anni fa, quando i figli di Noel e i miei erano piccoli, abbiamo persino provato i ricongiungimenti familiari un paio di volte, ma erano sempre eventi molto strani, freddi, che davano la sensazione di essere qualcosa di molto forzato per tutti quelli che ne erano coinvolti. I festeggiamenti in famiglia hanno avuto sempre l'effetto contrario in casa Gallagher.

ZEITmagazin: Qual è il primo momento importante della tua vita che ricordi?

Gallagher: Quando abbiamo firmato un contratto discografico con gli Oasis, quello per me ha cambiato tutto. È stata la cosa migliore che avessi sperimentato sino ad allora. Non era affatto una questione di soldi, significata molto, molto di più: mi apriva un nuovo mondo, un universo che fino ad allora avevo solo sognato. Quando ci fu detto che saremmo potuti andare in uno studio a registrare un disco vero quasi morii per l'entusiasmo. Perché non avevo mai visto uno studio dall'interno. Sapevo che eravamo una buona band dal vivo. Ed ero desideroso di dimostrare al mondo che eravamo bravi anche in studio. Quella prima eccitazione mi accompagna ancora oggi.

ZEITmagazin: Avevi un piano B all'epoca?

Gallagher: Non avevo neanche un piano A. Ero sempre guidato dal rock 'n' roll. Questa fede mi ha aiutato nei quattro anni bui che ho alle spalle, ma al rock 'n' roll ho dato sempre qualcosa in cambio. Lui mi ha dato forza e io gli ho dato una voce.

ZEITmagazin: Il tuo figlio 18enne Lennon, che sta celebrando il suo primo successo come modello, è stato fotografato con indosso una maglietta dei tuoi disprezzati Blur. È un segno di ribellione?

Gallagher: Quella cosa non aveva nulla a che vedere con quello, perché il povero ragazzo è stato ingannato da gente che ha provato ad eliminarmi. Lennon è agli esordi nel mond odella moda e non ha ancora idea di cosa si faccia e di cosa sia meglio non fare. Lascia che te la faccia breve: quando incontrerò questo stronzo gli spaccherò le cazzo di gambe e i Blur glieli faccio a botte. Chiunque utilizzi i miei figli per infastidirmi se ne pentirà. Però di nuovo chiaramente: non sono arrabbiato con mio figlio, perché è stato ingannato.

ZEITmagazin: Cosa pensi che sia particolarmente britannico di te?

Gallagher: Il mio stile! E in ogni aspetto. La moda per me è importante, ma è britannico anche dire onestamente quello che ti passa per la testa. Non mi tengo nulla. Anche i miei gusti musicali sono britannici in tutto e per tutto.

ZEITmagazin: Cosa pensi della Brexit?

Gallagher: Penso che la maggior parte della gente che ha votato al referendum non avesse idea di cosa stesse facendo. Ho già sentito "Rivogliamo il nostro paese!". Qual è il tuo programma? Qual è il miglioramento? Per quanto mi riguarda posso dire chiaramente che penso che l'Europa sia fantastica. Mi sento parte dell'Europa e mi piace viaggiare qui. Se immagino di dover ottenere il visto per raggiungere un paese europeo durante il tour che farò a breve, impazzisco.

ZEITmagazin: Finora hai sempre vitato affermazioni politiche. Perché?

Gallagher: Perché? Non ne ho idea. Ecco perché per lungo tempo non ho votato. Nell'ultimo anno, però, alla fine ho ridato il mio voto, perché mi sono anche reso conto che le cose devono cambiare. Non lo so ancora, ma almeno sento che devo dare una mano perché qualcosa cambi. E che sei un idiota ancora più grande se non voti, ho capito anche quello.


ZEITmagazin: Dopo l'attentato di Manchester, la canzone degli Oasis Don't Look Back in Anger è divenuta un inno di riconciliazione. La canzone ha assunto un significato consolatorio che era inaspettato anche per te?

Gallagher: Il potere della musica può essere enorme, ma non dovresti esagerare. Il male insito nel viaggiare per il mondo in questo momento non può fermare il rock 'n' roll, ma dopo tutto il rock 'n' roll mette insieme le persone e porta conforto, il che è già tanto. Mi auguro con tutto il cuore che il rock 'n' roll possa fermare quei bastardi che decapitano le persone, ma dopo tutto il rock 'n' roll infonde coraggio. Al concerto benefico di Ariana Grande a Manchester dopo l'attentato, mentre mi incamminavo verso il palco una donna mi ha chiesto se fossi agitato. Le ho detto che non sono mai agitato quando mi è concesso di andare su un palco. È a quel posto che appartengo e so sempre cosa devo fare. Di questi tempi sono solo preoccupato per la gente che viene ai miei concerti.

ZEITmagazin: Ti definiresti un ottimista?

Gallagher: Certo! Guarda da dove vengo, dal nulla, e quel nulla era a Manchester. Il vento contrario durante la nmia giovinezza era feroce. La mia infanzia può essere descritta come difficile. Ovviamente c'è sempre gente che vive cose più difficili, ma io ho già avuto tanto. Non è stato facile con mio padre, ma ho avuto una madre forte, che ha sempre creduto in se stessa. Aveva tre bambini con cui era rimasta sola e ad un certo punto faceva tre lavori per farci andare avanti. Avrebbe potuto semplicemente mollare. Si sarebbe potuta consolare con droghe e alcol, sprofondando nell'autocommiserazione, ma non si è mai lamentata, si è solo assicurata che i suoi tre ragazzi avessero da mangiare e andassero a scuola.

ZEITmagazin: Essendo il più giovane eri un caso particolarmente problematico?

Gallagher
: Lo si può dire? Non facevo molte cose da bambino. A scuola ero un fallimento, come in ogni cosa, le mie prospettive erano buie. Avevo questa ferma convinzione. Sapevo che il rock 'n' roll mi avrebbe salvato. Chiamala spiritualità! Che tu ci creda o no, non mi era chiaro che gli Oasis un giorno avrebbero avuto molto successo. Questo è ottimismo, giusto?

ZEITmagazin: Quanto spesso chiami tua madre?

Gallagher: Ogni giorno, ovviamente! Le ho parlato stamattina, è di buon umore. Vorrei farle visita più spesso, ma il mio lavoro non me lo consente. Per me è la donna più figa che abbia mai camminato su questo pianeta. Sai di cosa ho timore?

ZEITmagazin: No.

Gallagher: Che mia madre muoia prima di me. Non sarò in grado di impedirlo, ma non ho idea di come sopportarlo. Sarà molto difficile per me. Ovviamente dovrò riprendermi perché anche io ho figli, ma sarà un giorno dannatamente terribile per me.

ZEITmagazin: Cos'ha di bello l'invecchiare?

Gallagher: Non lo so. Sto diventando sempre più rugoso e forse un giorno sarò anche più saggio. La cosa buona dell'invecchiare è che trovi il tuo posto nel quadro generale della vita e lì ti senti bene. E tutti dobbiamo morire, quello non lo temo. La vita è dannatamente estenuante e non diventa mica più facile quando hai venduto qualche milione di dischi. Il mondo in cui viviamo mi terrorizza sempre. Penso che sia proprio una prova che ci impongono degli strani esseri. Forse alieni? O angeli? Chi lo sa?

ZEITmagazin: Credi negli angeli?

Gallagher: Dipende dal giorno. A volte credo negli angeli e il giorno dopo non credo più in nulla. E il giorno dopo credo in Dio e l'indomani negli alieni. Cosa difficile. C'è solo una persona in cui credo, e sono io!

Source: Zeit Magazin - traduz. di oasisnotizie

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Noel Gallagher a Zeit Magazin: "Liam? Mi vede come un padre sostitutivo. Da piccolo ero un sognatore solitario. Il '95 e il '96? Anni terribili, sballottati da elicotteri a campi isolati in cui suonare"

Bella intervista concessa da Noel Gallagher in Germania a Zeit Magazin. Traduz. italiana di oasisnotizie. Zeit Magazin ha intervistato questo mese anche Liam (leggi qui).

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ZEITmagazin: Signor Gallagher, quest'anno hai compiuto 50 anni. Quanto ti senti adulto?

Gallagher
: Mi sentivo adulto già a 16 anni. Quanto alla mia visione della vita, da allora sono cambiato poco. All'epoca iniziavo a vedere le cose in maniera più rilassata. Accettavo che non si può resistere al corso delle cose e da allora sono stato meno agitato. Sono più calmo di tutte le persone che conosco.


ZEITmagazin: Con gli Oasis festeggiavi alla grande. Anche quello corrispondeva alla tua nozione di relax?

Noel Gallagher per Zeit Magazin. Foto: Maxime Ballesteros
Gallagher: Assolutamente sì, perché non ho mai approfittato del nostro status per danneggiare gli altri. Non ho mai distrutto una stanza d'albergo o qualcos'altro. Ero solo perennemente e stupidamente ubriaco. Tanto tempo fa. Diciamocelo, la maggior parte delle persone che si rendono conto di essere rock star si trasformano in tipi piuttosto sgradevoli. Spero di non essere diventato così stronzo.

ZEITmagazin: Cosa ti distingue da una rock star sgradevole?

Gallagher: Non aver mai perso il mio senso dell'umorismo. Nella merda peggiore so scoprire qualcosa di divertente. Ho trovato meraviglioso il fatto di aver compiuto 50 anni. Guarda i miei capelli: non ne cade nessuno e non devo tingerli: fantastico! Inoltre non ho tatuaggi, orecchini o piercing, niente di tutte questi ninnoli che la gente indossa per sembrare giovane e alla moda. Richiedimelo tra dieci anni, però. Magari avrò una parrucca e un po' d'oro addosso.

ZEITmagazin: Il tuo 50° compleanno l'hai festeggiato con un party i cui ospiti si sono travestiti da personaggi della serie televisiva statunitense Narcos, ricevuti alla corte di Pablo Escobar. Dopo tutto era un trafficante di droga molto violento, noto per i suoi omicidi. Cosa ti collega a lui?

Gallagher: Questo party è stato un'idea di mia moglie. Questa cosa di Escobar va avanti da un po', perché i miei amici mi hanno dato alla fine il soprannome Escoba, che dovrebbe essere buffo.

ZEITmagazin: Come sono arrivati a soprannominarti Escobar?

Gallagher: (silenzio molto lungo, ndr) Non ne ho idea, forse me lo sai spiegare tu? Be', in questa serie televisiva Escobar è ritratto come un mecenate minimalista. Ho degli amici che sembrano aver fatto i conti con me. Soprattutto mia moglie trova questo paragone divertente e quindi ha programmato il party. L'evento era solo uno scherzo sul fatto che ad un altro Gallagher, che non è stato invitato, la cosa sarebbe andata di traverso.

ZEITmagazin: Tra gli invitati c'erano Madonna, Stella McCartney e il tuo amico Bono. Poi hai trascorso le vacanze estive con Calvin Klein, Bruce Springsteen e Jade Jagger a Ibiza. Non sembra surreale per un ex ragazzo della classe operaia come te?

Gallagher: Non c'è nulla di surreale in questo. Questi ora sono tutti amici miei. Ho rapporti alla pari con ognuno di loro. Nessuno di questi tizi è più importante, se vogliamo. Be', con Madonna sono diventato così intimo solo di recente, ma abbiamo un caro amico comune. Lei era in città quando era in corso la mia festa e ha chiesto se poteva venire anche lei. Ovviamente è stata la benvenuta. Mia moglie fremeva per l'entusiasmo e festeggiare con Madonna è stato davvero qualcosa di surreale. A proposito, donna molto spiritosa con un pazzesco senso dell'umorismo, di cui ora sono amico anche io.

ZEITmagazin: Anche tu hai 'parcheggiato' dei soldi in paradisi fiscali? E quanti dei tuoi nuovi amici lo hanno fatto?

Gallagher: Purtroppo non mi beccano mai con niente. Non sono ancora così importante. Nessuno mi hackera il profilo Instagram o il profilo Facebook né il mio dannato telefono. Nessuno mi hackera i pensieri. Cosa sto facendo di sbagliato? Ma fiuu, sono felice che il mio nome non compaia in questi documenti!

ZEITmagazin: Potresti fornire conforto al tuo amico Bono? Mi sembra una cosa molto spiacevole.

Noel Gallagher intervistato da Anthony Mason di CBS
Gallagher: No, sinora la questione non è stata sollevata, perché io non ne sono dentro per nulla, ma sostanzialmente non riesco a capire tutta l'eccitazione per i paradisi fiscali. Penso che tutti noi paghiamo troppe tasse, dall'edicolante alla rock star, ma lasciamo perdere questo. Dirò di più se mi beccheranno.

ZEITmagazin: Hai appena fatto un tour negli stadi con gli U2. Ti ha ricordato il tuo periodo con gli Oasis?

Gallagher: No, mi ha solo confermato che non mi piaceva suonare negli stadi. Mi era risultato chiaro negli ultimi periodi con gli Oasis e mi è risultato di nuovo chiaro ora quando ho aperto i concerti degli U2. Non sono il tipo per quelle cose lì. Alla fine ho accettato l'offerta di Bono sol perché mi dava l'opportunità di promuovere il mio nuovo album. Altrimenti non l'avrei fatto. Comunque alle persone che sono nella mia band non è piaciuto, perché, a differenza mia, non sono fan degli U2. È stato davvero spassoso viaggiare per il mondo con un team di 50 irlandesi. Fanno bisboccia ogni dannata sera. Ecco perché con questo tour sono invecchiato di anni, ma è valsa la pena.

ZEITmagazin: Era così anche con gli Oasis.
Gallagher: No, non spreco nessun pensiero per gli Oasis. Be', nei miei concerti ho suonato anche alcune vecchie hit, perché la gente se lo aspettava, ma a parte quello non penso mai agli Oasis, neanche per un secondo. Vivo nel presente, non nel passato. 

ZEITmagazin: Il periodo che una volta definisti i tuoi "anni sull'elicottero" è stato così brutto?

Gallagher: Gli anni terribili sono stati il 1995 e il 1996, quando suonavamo solo in arene enormi e in campi isolati e ci portavano ad ogni concerto con l'elicottero. Non mi piaceva più. Andare sul palco dopo essere stato sballottato con forza in un elicottero così traballante nel cielo non era affatto una gioia. Nel contempo gli Oasis avevano assunto una dimensione tale che non sarebbe potuto essere altrimenti. Non un bel periodo.

ZEITmagazin: Ti manca qualcosa degli Oasis?

Gallagher: No, niente. Mi interessano solo le canzoni, e sono mie. Sento e risento dire che gli Oasis sono una faccenda in sospeso. Per quanto mi riguarda è tutto finito.

ZEITmagazin: Alcune delle tue nuove canzoni sorprendono per i loro beat techno e i fan che le criticano li hai già liquidati come "scimmie con il parka". Ma sono proprio loro il pubblico cui devi tutto, no?

Gallagher
: Non dovreste prendere tutto quello che dico letteralmente. Non pensavo che avrei causato tutto quel casino con un termine buttato rapidamente lì. Era solo una battuta. Non tengo traccia di quello che accade sui social network, ma mia moglie e mia figlia erano eccitate e mi facevano: "Oddio, guarda qui, guarda lì!". Sì, accadeva qualcosa. Era una battuta sui genitori di quelle scimmie con il parka, che avevano insultato Bob Dylan quando prese in mano la chitarra elettrica e si eccitavano per i capelli lunghi dei Beatles e per Yoko Ono, la diabolica donna giapponese. Nessuno di loro ha senso dell'umorismo.

ZEITmagazin: Ti sei mai pentito di una rapida battuta?

Gallagher
: Hai voglia! Migliaia di commenti che ho fatto sono stati stupidi.

ZEITmagazin: Quante volte ti sei scusato?

Gallagher: Tutte le volte che l'ho ritenuto opportuno. Non ho conti in sospeso. Il mio errore più grande è stato augurare a Damon Albarn di prendere l'AIDS. Be', è stato molto tempo fa ed erano gli anni folli del Britpop. Di sicuro ho esagerato, ma mi sono scusato e oggi io e Damon siamo buoni amici.

ZEITmagazin: Da quando litighi con tuo fratello Liam?

Gallagher: È stato mio fratello a inaugurare tutta questa insulsaggine del "Noel o Liam". Quando ha pubblicato il suo primo album da solista con la sua band di allora, i Beady Eye, ha annunciato che uno dovesse scegliere di stare da una parte: dalla sua o dalla mia! Questa scemenza la porta avanti ancora oggi. Se ha bisogno di saperlo: dalla mia!

ZEITmagazin: C'è stato un periodo in cui tu e Liam andavate più d'accordo?

Gallagher: Certo. Quando eravamo giovani le cose non finivano in litigio. La frattura si è verificata quando io mi sono trasferito da Manchester a Londra all'età di 26 anni. Da allora ha dato di matto completamente. Non me l'ha mai perdonato. E quando ha sentito le prime persone che lo convincevano che era una star è partito completamente. È andata così, che gli piaccia o no.

ZEITmagazin: Perché ti sei trasferito a Londra allora?

Gallagher: Perché mi ero stufato a morte di Manchester. Andavo a Londra sempre più frequentemente, quindi per me è stato ovvio ad un certo punto trasferirmi lì definitivamente. E quando ho comunicato la mia decisione alla famiglia Liam è impazzito.

ZEITmagazin: Si è sentito abbandonato da suo fratello?

Gallagher: Ma non rimaneva mica da solo! C'era il resto degli Oasis, loro vivevano tutti a Manchester.

ZEITmagazin: Dopo tutto sei il suo fratello maggiore.

Gallagher: (lungo silenzio, ndr) Penso che in me veda molto di più.

ZEITmagazin: Cosa?

Gallagher: Forse un padre sostitutivo. Ma lasciamo perdere questo. Io comunque mi sono trasferito a Londra e mio fratello è divenuto un completo idiota a Manchester.

ZEITmagazin: Non hai mai provato a chiarirti con lui?

Gallagher: No, perché? È stato detto tutto. E io ero impegnato a scrivere altre canzoni per gli Oasis. Non c'era tempo per questo 'circo di anime'. E tutti i cantanti delle band sono comunque degli idioti insensibili, no?
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ZEITmagazin: L'hai mai detto al tuo amico Bono?

Gallagher: Ha! Non ho bisogno di dirglielo, lo fa sempre il suo batterista Larry, ma seriamente: Manchester era noiosa e non aveva nient'altro da offrirmi. A Londra era iniziata l'ondata del Britpop e sapevo che avrei recitato un ruolo da protagonista. Non avevo proprio tempo per Manchester. E non mi sono perso nulla, proprio nulla di quella città.

ZEITmagazin: Nulla?

Gallagher: Okay, Manchester è casa mia e il posto della mia infanzia. Ci sono anche la mia squadra di calcio, il Manchester City, e la mia famiglia, ma negli anni '90 non mi mancavano per nulla.

ZEITmagazin: Quando è stata l'ultima volta in cui tu, i tuoi fratelli e tua madre vi siete trovati insieme in una stanza?

Gallagher: Fiuu. (lungo silenzio, ndr) Molto tempo fa. Molto, molto, molto tempo fa. Proprio non ricordo.

ZEITmagazin: Più di dieci anni fa?

Gallagher: Sarà un'eternità. Forse ad un funerale. Di mio zio, penso. O di mia nonna? Di sicuro è stato molti anni fa. Sai, non siamo mai stati una famiglia unita. Non c'era vicinanza tra i Gallagher.

ZEITmagazin: Neanche quando eravate piccoli?

Gallagher: No, mai. Almeno io non ricordo nulla di tutto questo. La nostra famiglia era più un aggregato sciolto di individui messi insieme a caso dal fato. Almeno è questa la visione che ho della mia famiglia, ma forse è perché sono rimasto particolarmente isolato dagli altri. Mi sentivo un lupo solitario. Era quello il mio ruolo nella famiglia Gallagher. Sono stato anche il primo ad andarmene via.

ZEITmagazin: Da quando ti sei sentito il "lupo solitario"?

Gallagher: Dalla tenera età. Molto prima di imparare a suonare uno strumento avevo questa sensazione di essere una cosa a sé. Anche se la casa pullulava di gente, da bambino cercavo sempre un angolino tranquillo. Mia madre allora mi diceva: "Noel, dove ti sei cacciato? Non troverai mai te stesso".

ZEITmagazin: E cosa facevi tutto solo?

Gallagher: Ero un sognatore. Mi piaceva leggere fumetti e ascoltare musica.

ZEITmagazin: Tua madre ha lavorato per un po' alla mensa della scuola. È vero che andavate a trovarla ogni giorno?

Gallagher: Sì, è vero, e poi sparivamo subito. Erano visite fatte meramente per avere un'alibi. La scuola per me sono stati dieci anni sprecati. Non mi andava di imparare quello che la scuola offriva e l'ho lasciata senza la laurea. Mia madre non mi ha mai perdonato il fatto di non essere interessato alla scuola. Ancora oggi mi dice che a scuola ero proprio una mina vagante.

ZEITmagazin: Quanto spesso chiami tua madre?

Gallagher
: Due, forse tre volte alla settimana. Vive lontano da Londra, per lo più in Irlanda.

ZEITmagazin: Quando tua madre si è separata dal tuo padre violento, questi ha lasciato una chitarra con cui hai scritto le tue prime canzoni. Ce l'hai ancora?

Gallagher: No, è andata persa. Non ricordo neanche che chitarra fosse. È stato molto tempo fa.


ZEITmagazin: Ma senza quella chitarra oggi faresti qualcos'altro, giusto?

Gallagher: Non he ho la più pallida idea. Mi ci è voluto molto tempo per credere in un futuro per la nostra band, gli Oasis. Le nostre prime canzoni erano decenti, ma niente di più. Non saremmo andati molto lontano con quelle. Ad un certo punto mi sono reso conto che avremmo ottenuto un contratto discografico, ma non me ne importava proprio, perché anche senza grande musica quello non ci avrebbe portato da nessuna parte. Lavoravo come muratore e scrivevo canzoni nel tempo libero. Dopo un infortunio al piede ebbi più tempo per la musica e un giorno mi venne in mente Live Forever. Fu quella la canzone che cambiò tutto, perché non era semplicemente buona, era ottima. Lo capii immediatamente. "Buone" possono essere tante, "ottime" solo alcune, e Live Forever era ottima.
ZEITmagazin: Non sai leggere la musica. Come crei le tue canzoni?

Gallagher: In realtà ho imparato tutto registrando e registrando di nuovo. La canzone su cui ho indugiato in modo interminabile è stata House of the Rising Sun di Eric Burdon. Così ho imparato a suonare i primi accordi. Una volta perfezionato questo, mi consideravo già un genio. E poi c'erano sempre dei tizi che ammiravo ancora di più. Era spassoso, ma da piccolo non ho mai voluto essere una rock star.

ZEITmagazin: Perché?

Gallagher: Perché sono sempre stato realista. Vengo da una casa popolare della periferia di Manchester. Non è un posto che produce rock star.

ZEITmagazin: Siete stati la prova del contrario.

Gallagher: Perché poi all'improvviso è arrivata la speranza. All'epoca c'è stata subito questo sensazionalismo sulle band di Manchester. Vedere gli Smiths in TV a Top of the Pops ha cambiato tutto per me. Era la prova che tizi come noi potevano sfondare. Da quella sera in cui li guardai alla TV sognavo di essere Johnny Marr, il chitarrista degli Smiths. Poi sono arrivati gli Stone Roses e gli Happy Mondays, tutti di Manchester. Così ho lasciato il mio lavoro di muratore e sono divenuto un roadie degli Inspiral Carpets, band con cui ho viaggiato per il mondo. Portavo le loro custodie per chitarra, allestivo il sistema audio per i loro concerti e pensavo di essere arrivato nel paradiso del rock 'n' roll.

ZEITmagazin: Qual è stata la primissima musica che ti ha colpito?

Gallagher: I Sex Pistols. Il loro album di debutto, Never Mind the Bollocks, mi parlava direttamente. Negli alloggi popolari dove vivevamo all'epoca, all'improvviso si diffuse ovunque. Il fratello maggiore di un amico aveva l'album, lo ascoltammo in preda ad un'eccitazione mozzafiato. All'epoca eravamo colpiti dalle parolacce che i Sex Pistols inserivano nelle loro canzoni. Gridammo: "Incredibile! Ha davvero cantato 'cazzo'!". Non c'era mai stato un disco in cui si potesse sentire la parola 'cazzo'. Per noi era davvero una questione importante, non dimenticare quanto ero giovane. All'epoca eravamo entusiasti di noi stessi. L'album di debutto dei Sex Pistols è stato anche il primo disco che ho comprato. È ancora il più grande album di tutti i tempi per me, dico sul serio.

ZEITmagazin: La tua canzone Don't Look Back in Anger è da molto tempo considerata un classico. Due settimane dopo l'attentato di Manchester è stata cantata al concerto benefico One Love Manchester da Ariana Grande come una sorta di inno di speranza.

Gallagher: Quando è successo l'attentato non ci ho pensato, si parlava di altri argomenti. Tuttavia ho trovato interessante che, in un momento di dolore inimmaginabile, non siano stati i politici o rappresentanti di una religione a fornire conforto. Non hanno ricambiato molto quando si aveva bisogno di loro. È stata la musica a riempire questo vuoto e a dare conforto a coloro che ne avevano bisogno. Che sia stata una mia canzone a farlo è stata una pura coincidenza.

ZEITmagazin: Così umile ti si sente di rado.

Gallagher: So cosa intendi. E di solito ho qualcosa di viscido da dire per tutti, ma quell'attentato è stato una delle poche, pochissime situazioni nella mia vita che mi hanno lasciato proprio senza parole. La mia mente si è fermata, guardavo con shock, shock totale quello che era successo a Manchester.

ZEITmagazin: Tra le vittime dell'attentato ci sono stati tuoi parenti o conoscenti?

Gallagher: Fortunatamente no. Erano lì amici di amici. E poi ad un certo punto ci sono andato io, perché a Manchester hanno ascoltato e cantato in lungo e in largo la mia canzone. Dopo vari mesi mi sono chiesto cosa hanno trovato così tante persone in quella canzone in una situazione simile. Non volgio essere civettuolo: mi rendo conto che è un gran bel pezzo musicale, ma ovviamente c'è stato molto di più. Sai cos'è incredibile? Poco prima dell'evento di Manchester (la riapertura della Manchester Arena il 9 settembre, ndr) avevo rimesso la canzone nella scaletta dei miei concerti. E dato che molti testi di canzoni degli Oasis non ricordo come li abbia ideati - ero sempre ubriaco - mi sono scervellato per capire cosa significasse il testo di quella canzone.

ZEITmagazin: E quindi?

Gallagher: È una canzone che parla di una donna che riesamina la propria vita. Brinda e dice a se stessa: non ho rimpianti! Come quella canzone di Édith Piaf. Non avere rimpianti su niente, non essere arrabbiato con nessuno. E quando ho ricordato tutto  questo, è successa la tragedia di Manchester. Da allora la canzone ha acquisito una carica di ribellione. Dice che non lasceremo che questi fanatici religiosi ci obblighino a inginocchiarci. Che li affronteremo con forza e uniti quando ci attaccheranno e che non avremo paura. Non è quello che intendevo io, ma che intendeva la gente di Manchester. È, comunque, un'interpretazione meravigliosa che posso accettare di buon grado.

ZEITmagazin: La gente che vive a Londra e prende di frequente la metro quanto spesso ti riconosce?

Gallagher: Quasi mai. E le poche persone che mi riconoscono di solito pensano che io sia Liam.

ZEITmagazin: Non ci credo.

Gallagher: Sì, sul serio. Di recente sono stato a Manchester con una troupe cinematografica. Siamo andati nell'appartamento dove ho scritto i primi due album degli Oasis. Mi sono seduto su una scalinata di fronte alla casa e ho aspettato il tizio che ora vive nel mio vecchio appartamento. Poi è arrivato un gruppo di turisti, in tour musicale a Manchester. C'erano circa un centinaio di persone che mi fissavano, mentre la loro guida diceva: "In questa casa Noel Gallagher ha scritto i primi due album degli Oasis". E nessuno di loro mi ha riconosciuto. Mentre camminavano una donna è venuta dietro di me e mi ha detto timidamente: "Sei Liam Gallagher, giusto?". E ho risposto: "Purtroppo no, vorrei essere Liam Gallagher: sarei ricco e non sarei qui seduto come uno stupido". 

Source: Zeit Magazin - traduz. di oasisnotizie

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