sabato 2 settembre 2017

Liam Gallagher: "Vi racconto la mia vita prima della fama, tra speranze e funghetti allucinogeni"

Liam Gallagher racconta la sua vita prima della fama sulla rivista GQ UK, in edicola dal 3 agosto 2017.

"La musica? Gente con chitarre? Pensavo fosse roba per sfigati. E quella volta a 15 anni quando io e un mio amico ci sballammo da fare schifo ..."
"Non credo di essere andato mai al bancomat e di aver premuto su 'Mostra il saldo sullo schermo'. Per 20 fottuti anni (quelli vissuti da persona famosa, ndr) ho inserito la mia scheda, premuto il pulsante per ottenere 100 sterline, incrociato le dita, recitato una preghierina e il denaro usciva. Non ho idea di quanti soldi abbia avuto o abbia perso. Non avevo la consuetudine di suonare la chitarra perché non ho mai saputo suonare. Per un po' ho avuto un tamburello, però. Ma, ad essere onesti, quando hai suonato un tamburello li hai suonati tutti, amico".
"Sono nato a Longsight, che è lungo Stockport Road. Ci siamo trasferiti a Burnage e poi abbiamo traslocato di nuovo quando mamma e papà si sono separati. La gente pensa che vivessimo in case popolari in un quartiere con condomini, ma erano case decenti. Non era uno zoo. Non era male, ad essere onesti. Sono stato in posti peggiori. Ci sono posti peggiori di quello lungo la strada ...".

"Non andavo a scuola per imparare, no? Ci andavo solo perché mia madre era l'addetta alla mensa. Faceva: 'Cosa hai dopo, Liam?'. 'Oh, due ore di religione'. E attraversavo i binari ferroviari per raggiungere un mio amico e fumare erba. Non ho imparato un tubo. Ho lasciato la scuola senza sostenere gli esami".

"Non sono mai stato in riabilitazione. Ho vissuto il mio inferno di droghe quando avevo circa 15 anni, camminavo come Pac-Man, mangiando centinaia di funghetti. A me e al mio amico veniva un po' di fame e sgranocchiavamo roba seduti in questo capanno. Capivo che lui stava per perdere il controllo, così decidevo che saremmo dovuti andare a fare una passeggiata. Stava arrivando una tempesta. Furono tuoni e lampi. Biblico. Sai quando vedi pozzanghere di petrolio lungo la strada? Sembravano arcobaleni arrabbiati. Ci stiamo sballando da fare schifo. Decidiamo di andare a piedi in ospedale. Ci presentiamo da questa infermiera e diciamo: 'Scusami, amore, abbiamo preso un sacco di funghetti e non sta andando bene. Abbiamo la possibilità di rimanere qui fino a che non è finito l'effetto?'. Intuisco che ci tireranno fuori di tutto con la siringa, ma lei ci porta in una stanza bianca e ci dice di sederci. Una stanza totalmente bianca, che se sei drogato come Elton John nel '77 non è l'ideale. Gente viene al pronto soccorso con la cazzo di testa e le braccia mezze staccate, reduce da incidenti stradali. Facciamo: 'Porca troia! ...'. Qualunque cosa venga dopo questo, un po' di strisce di coca con una supermodella, sono un gioco da ragazzi, amico".

"Pensavo semplicemente che la musica fosse roba per sfigati. Se vedevo qualcuno con la chitarra gli facevo: 'Vai a tirare calci ad un pallone, strambo!'. La scena musicale di Manchester era così tetra negli anni '80, band sdolcinate come gli Smiths. Pensavo: 'Fanculo quella roba'. Volevo fare il calciatore, ma non ero abbastanza disciplinato. Crescendo volevo fare semplicemente il meno possibile. Ecco perché alla fine è scoccata la scintilla del rock 'n' roll. 'Starmene seduto a bere, ad avere un aspetto figo, a prendere droga, indossare bei vestiti, gridare in un microfono con i miei amici ... Farò un po' di quelle cose'. L'acid house, l'Haçienda, l'ecstasy. Mi piaceva un po' di musica, ma già allora sapevo che avevo bisogno di un po' più di sostanza. Ricordo che una sera uscii da un club, tornai a casa, andai al piano di sopra e misi su gli Stone Roses. La cosa principale che mi piaceva di loro? Aveva una fine. Non come i pezzi dance che continuano per tre cazzo di giorni. Iniziava, ti portava da qualche parte e poi finiva".

"In un certo senso sapevo che l'avrei potuto fare. Andai a vedere i Rain allo Yate's Wine Bar, a Didsbury. Ne rimasi elettrizzato. Conoscevo Guigsy e Bonehead. Abitavano lungo la mia strada. Intendo dire: la musica non era per niente bella, ma mi chiesero di fare un provino. Feci: 'Provino?' Come se fossero i cazzo di Rolling Stones o qualcos'altro. Così andai e cantai un po' ...".

"Penso che fossi nervoso, ma questa cosa la devi affrontare. Non avevo un cazzo altro. Lo vidi come un trampolino di lancio. In testa mia quel giorno sapevo che se fossi riuscito a entrare lì sarei potuto tornare dal nostro ragazzo (Noel, ndr), che aveva scritto un macello di canzoni, e si sarebbe potuto unire anche lui. E saremmo stati una band eccezionale. Come lo sapevo? Condividevamo una stanza Dio solo sa da quanti anni, quindi avevo sentito cosa componeva. Sapevo quanto fosse bravo, quanto bravi saremmo potuti essere. Ed eravamo. Accadde. Iniziò".
 traduz. oasisnotizie
 Source:  GQ UK, 3 agosto 2017

OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.

Nessun commento:

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails