Durante l'intervista concessa a BBC Radio 4 di cui vi abbiamo parlato qui e qui Noel Gallagher si è soffermato anche sulle sei settimane che ogni anno da piccolo trascorreva in Irlanda, su come vive il suo ruolo di padre senza aver avuto un padre vicino e sui ricordi dei primi tempi con gli Oasis, quando ancora le cose dovevano ingranare.
Kirsty Young: Hai detto che i ricordi più felici che hai della tua infanzia erano le sei settimane che ogni anno trascorrevi a Charlestown, nella Contea di Mayo.
"Sì, ed è una cosa tanto rurale quanto ti immagini, in casa di mia nonna. Una volta non avevamo neanche la corrente elettrica e ci piaceva un sacco. Uno zio ci portava sempre lì in macchina da Manchester. Guidava da Manchester ad Hollyhead e - dico davvero - succedeva che quando arrivavamo vicino al traghetto per salpare, mettevano tutti noi bambini sul tappetino dell'auto e ci coprivano con una coperta, così non dovevamo pagare per salire sul traghetto. Ecco quanto eravamo poveri! Le nostre estati lì sembravano infinite, semplicemente eccezionali".
La tua è stata un'infanzia segnata dalla violenza?
"Be', se la paragoni all'infanzia che stanno avendo i miei figli, la mia era orrenda, sì, ma direi che la mia infanzia, il modo in cui sono stato cresciuto e il rapporto con mio padre non erano diversi da quelli degli amici con cui sono cresciuto. Semplicemente era così negli anni Settanta, anche negli anni Ottanta. Erano periodi tetri, cupi, tormentati, per il lavoro e ... l'uomo moderno non era ancora nato. L'uomo era l'uomo, la donna era donna. Era un periodo brutto, ma era così e basta".
In che modo pensi che avere un padre così ti abbia cambiato?
"Non sono sicuro che questa cosa mi abbia cambiato. Devo dire che quando ho cominciato ad avere figli ero un po' preoccupato. Mi domandavo che padre sarei stato, dato che non avevo niente su cui basarmi se non mio padre, che era stato un padre po' schifoso. Quindi pensavo come sarei stato, ma ... non per vantarmi, ma ho un po' di tazze che dicono che sono il miglior padre del mondo. E non le comprerei senza motivo, no?".
"Amo fare il padre. Penso che quello mi abbia fatto bene perché mi ha fatto ritirare nel mio mondo e da quello è venuta la spinta ad imparare la chitarra ed è scoccata la scintilla che ha fatto sì che perseverassi finché non sono divenuto quello che sono divenuto. Mettiamola così: nelle mie canzoni non ne parlo, non ho mai sentito l'esigenza di consultare qualcuno in merito. È così e basta".
Parlami del negozio di Mr. Sifter's di Burnage (menzionato nella canzone Shakermaker degli Oasis, ndr).
"Era il negozio di dischi del posto. Non si chiamava Mr. Sifter's (ma Sifter's, ndr), io l'ho chiamato Mr. Sifter. Il sabato pomeriggio andavamo lì. Ricordo bene che comprai Stand and Deliver degli Adam & The Ants. Era avvolto da un poster. Sull'angolo del poster c'era scritto: 'edizione limitata, copia numero 1 di 750.000 con poster gratuito incluso'. La prima su 750.000!. Oggi sei fortunato se becchi la prima copia su 750. Lì comprai il mio primo disco dei Beatles. Potevi vendere dischi, scambiarli, era fantastico".
E come andavi a scuola?
"Non me ne importava della scuola. Non ero molto bravo a scuola, il che è sempre frustrante, ma la cosa interessante è che chiaramente avevo talento per la musica. E, se sei in ascolto, mio ex insegnante di musica: il tuo mestiere era adocchiare il potenziale negli alunni. Sento che io ci ero quasi arrivato, ma come fa un insegnante a tirartelo fuori? Ricordo che un giorno facevo carpenteria e dopo avevo francese. Ricordo che pensai: 'Non conosco nessuno che parli francese. So per certo che non imparerò mai la differenza tra la versione maschile e femminile di una frase in francese. È una scemenza, non fa per me'. Capisci?".
Ti sentivi destinato alla grandezza?
"Per niente. Amavo la musica, amavo la gente che la faceva, i vestiti e tutte quelle cose lì. Non ero il tipo che se ne stava con la racchetta in mano di fronte allo specchio pensando che ce l'avrebbe fatta".
Eri a tuo agio sul palco sin dall'inizio? Pensi che sia una cosa che avevate già?
"Per i primi due anni facevamo schifo. Le canzoni che scrivevo non erano grandiose. Poi un giorno scrissi una canzone di nome Live Forever e cambiò tutto. E poi la settimana dopo scrissi forse tre altri brani che sarebbero finiti nel primo album. Dato che avevo un'enorme collezione di dischi, conoscevo abbastanza la musica e le canzoni per capire che quelle erano piuttosto buone. Anche allora, però, non mandavamo i nastri alle case discografiche. Non cercavamo quella cosa, capisci? Ho sempre avuto la percezione che qualora fosse successo sarebbe stato lui a venire da noi. E fu così. Penso che aiuti il fatto di far parte di una band in cui c'è tuo fratello. Alla fine quello diventa il tallone d'Achille, ma Alan McGee, che possedeva la casa discografica, ci amava. Quando sei in quella posizione e hai dietro di te l'amore di tutta la nazione, non saprei dirti quale eccitazione tu viva. È incredibile".
oasisnotizie
Vedi anche: Video sottotitolato - Noel Gallagher: "Vi racconto come sono nate Wonderwall e i classici che ho scritto. Non ci fregava un cazzo di piacere alla gente, ce la spassavamo"
Kirsty Young: Hai detto che i ricordi più felici che hai della tua infanzia erano le sei settimane che ogni anno trascorrevi a Charlestown, nella Contea di Mayo.
"Sì, ed è una cosa tanto rurale quanto ti immagini, in casa di mia nonna. Una volta non avevamo neanche la corrente elettrica e ci piaceva un sacco. Uno zio ci portava sempre lì in macchina da Manchester. Guidava da Manchester ad Hollyhead e - dico davvero - succedeva che quando arrivavamo vicino al traghetto per salpare, mettevano tutti noi bambini sul tappetino dell'auto e ci coprivano con una coperta, così non dovevamo pagare per salire sul traghetto. Ecco quanto eravamo poveri! Le nostre estati lì sembravano infinite, semplicemente eccezionali".
La tua è stata un'infanzia segnata dalla violenza?
"Be', se la paragoni all'infanzia che stanno avendo i miei figli, la mia era orrenda, sì, ma direi che la mia infanzia, il modo in cui sono stato cresciuto e il rapporto con mio padre non erano diversi da quelli degli amici con cui sono cresciuto. Semplicemente era così negli anni Settanta, anche negli anni Ottanta. Erano periodi tetri, cupi, tormentati, per il lavoro e ... l'uomo moderno non era ancora nato. L'uomo era l'uomo, la donna era donna. Era un periodo brutto, ma era così e basta".
In che modo pensi che avere un padre così ti abbia cambiato?
"Non sono sicuro che questa cosa mi abbia cambiato. Devo dire che quando ho cominciato ad avere figli ero un po' preoccupato. Mi domandavo che padre sarei stato, dato che non avevo niente su cui basarmi se non mio padre, che era stato un padre po' schifoso. Quindi pensavo come sarei stato, ma ... non per vantarmi, ma ho un po' di tazze che dicono che sono il miglior padre del mondo. E non le comprerei senza motivo, no?".
"Amo fare il padre. Penso che quello mi abbia fatto bene perché mi ha fatto ritirare nel mio mondo e da quello è venuta la spinta ad imparare la chitarra ed è scoccata la scintilla che ha fatto sì che perseverassi finché non sono divenuto quello che sono divenuto. Mettiamola così: nelle mie canzoni non ne parlo, non ho mai sentito l'esigenza di consultare qualcuno in merito. È così e basta".
Parlami del negozio di Mr. Sifter's di Burnage (menzionato nella canzone Shakermaker degli Oasis, ndr).
Noel dal vivo a Roskilde, in Danimarca, 01/07/2015 |
E come andavi a scuola?
"Non me ne importava della scuola. Non ero molto bravo a scuola, il che è sempre frustrante, ma la cosa interessante è che chiaramente avevo talento per la musica. E, se sei in ascolto, mio ex insegnante di musica: il tuo mestiere era adocchiare il potenziale negli alunni. Sento che io ci ero quasi arrivato, ma come fa un insegnante a tirartelo fuori? Ricordo che un giorno facevo carpenteria e dopo avevo francese. Ricordo che pensai: 'Non conosco nessuno che parli francese. So per certo che non imparerò mai la differenza tra la versione maschile e femminile di una frase in francese. È una scemenza, non fa per me'. Capisci?".
Ti sentivi destinato alla grandezza?
"Per niente. Amavo la musica, amavo la gente che la faceva, i vestiti e tutte quelle cose lì. Non ero il tipo che se ne stava con la racchetta in mano di fronte allo specchio pensando che ce l'avrebbe fatta".
Eri a tuo agio sul palco sin dall'inizio? Pensi che sia una cosa che avevate già?
"Per i primi due anni facevamo schifo. Le canzoni che scrivevo non erano grandiose. Poi un giorno scrissi una canzone di nome Live Forever e cambiò tutto. E poi la settimana dopo scrissi forse tre altri brani che sarebbero finiti nel primo album. Dato che avevo un'enorme collezione di dischi, conoscevo abbastanza la musica e le canzoni per capire che quelle erano piuttosto buone. Anche allora, però, non mandavamo i nastri alle case discografiche. Non cercavamo quella cosa, capisci? Ho sempre avuto la percezione che qualora fosse successo sarebbe stato lui a venire da noi. E fu così. Penso che aiuti il fatto di far parte di una band in cui c'è tuo fratello. Alla fine quello diventa il tallone d'Achille, ma Alan McGee, che possedeva la casa discografica, ci amava. Quando sei in quella posizione e hai dietro di te l'amore di tutta la nazione, non saprei dirti quale eccitazione tu viva. È incredibile".
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Vedi anche: Video sottotitolato - Noel Gallagher: "Vi racconto come sono nate Wonderwall e i classici che ho scritto. Non ci fregava un cazzo di piacere alla gente, ce la spassavamo"
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