È un successo il primo tour da solista dopo l’addio al capriccioso fratello Liam
Andrea Malaguti
Corrispondente da Londra

Ma qui ha cantato anche Patty Smith e Noel ha bisogno di un vero e proprio battesimo. La Roundhouse è perfetta per valutare gli umori del Paese. C’è un clima euforico, molta birra, gente di ogni età, ma per lo più tra i trenta e i cinquanta. Sudore. Grida sgagherate. La pancia dell’Inghilterra che fa festa nel nome di un mito che si è scansato, forse per fare posto a un altro. L’idea è cercare di capire che cosa è rimasto degli Oasis, 11 album, 70 milioni di dischi venduti e una romanzesca guerra familiare - Noel contro Liam - che ha schiantato la band dopo 18 anni di risse, sbronze, droga e successi. L’ultimo atto il 28 agosto del 2009. Noel convoca una conferenza stampa. E’ furioso: «Con grande tristezza e un po’ di sollievo annuncio che lascio gli Oasis. Con Liam non potevo lavorare un giorno di più». Una frase che molla lì in modo vago e che riprenderà poi all’Electric Cinema di Londra. «Vi ricordate il concerto del 23 agosto? Lo annullammo perché mio fratello era ubriaco. Non perché aveva la laringite». Quando si dice la goccia che fa traboccare il vaso. In questo caso era whisky. Liam negò tutto. Minacciò querele. Ma insomma la storia era finita. Ed era finita male. Ognuno per conto suo. Per questo adesso l’ex architrave degli Oasis - lui creava, Liam ci metteva la faccia e una voce migliore della sua - è qui a presentare il suo Noel Gallagher’s High Flying Birds, il primo album da solista registrato tra l’Inghilterra e Los Angeles. È uscito il 18 ottobre, dopo una settimana era in testa alle classifiche del Regno Unito, anticipato dallo spettacolare successo radiofonico di The Death of You and Me. Il 28 novembre il tour sarà a Milano.
Camicia azzurra, jeans, solita faccia da duro con l’anima, Noel si presenta sul palco alle nove spaccate. Boato, piedi che battono sul pavimento, braccia al cielo. «Noel, Noel, Noel». Lui dice grazie con una voce da Tom Waits, prende la chitarra e attacca con un classico degli Oasis. It’s Good To Be Free , è bello essere liberi. Ciao Liam, a mai più.

(lastampa.it)
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
Nessun commento:
Posta un commento