“Ricordo distintamente qualcuno che avanza furtivamente verso di me,” ricorda, “dicendo, “È ora che tu faccia il tuo album da solista adesso.” Andiamo avanti al 2011 e Gallagher sta finalmente seguendo il consiglio di quel dirigente sconosciuto: infatti prepara l’uscita del suo primo album solista, Noel Gallagher’s high Flying Birds, ad ottobre. Dato che, nei 15 anni intermedi, gli Oasis hanno tentato e fallito di essere all’altezza del loro barcollante successo artistico e commerciale della metà degli anni ’90, non avrebbe voluto dare subito ascolto a quel consiglio e fare un album solista prima nella sua carriera?
“Beh,” riflette, sorseggiando cappuccino nel Mirror Bar dell’hotel Landmark di Londra, “Ho sempre detto che non l’avrei fatto se la band fosse stata insieme.”
Quel Noel Gallagher è qui oggi, con non uno, ma due album solisti nella borsa, è testimonianza del fatto che la band è tutt’altro che insieme adesso. Lo scioglimento degli Oasis è stato confusionario come qualsiasi altra cosa nei loro instabili 18 anni di carriera, la band alla fine è implosa durante una furiosa discussione fra Gallagher e il frontman Liam, suo fratello minore, dietro le quinte del France Rock en Seine festival nell’Agosto del 2009. La ragione precisa dello scioglimento varia a seconda del fratello che ascolti (la versione degli eventi di Noel ha provocato azioni legali del Gallagher più giovane) ma entrambi sembrano essere d’accordo su una cosa: che, a dispetto della loro lunga carriera di litigi e riconciliazioni, questa volta lo scioglimento è permanente.
“Liam ha già detto che il pensiero di tornare insieme gli fa venir voglia di vomitare,” dice Gallagher, seccamente. “E non ho nient’altro da aggiungere a questo.”
Se Noel è grato al suo fratellino per una cosa, però, è sicuramente il fatto che ha tirato fuori il suo progetto post-Oasis, la band retro rock’n roll dei Beady Eye, mentre Gallagher Senior era ancora rintanato in studio. Mentre Noel difende il successo commerciale dell’album Different Gear, Still Speeding dei Beady Eye (“Hanno venduto 10.000 copie in meno degli Artic Monkeys – è solo un singolo di successo”), sicuramente ha allentato la pressione quando è giunto il debutto del proprio album solista.
“Non posso decidere quanto venderà,” fa spallucce. “Se ti piace ciò che faccio, ce ne sono molte che ti piaceranno, ma anche roba che non ti aspetti. E se non ti piace quello che faccio, credimi, ne avrai abbastanza da odiare.
Infatti High Flying Birds è buono abbastanza da far girare la testa persino a molti denigratori degli Oasis. L’accusa che Gallagher stesse tenendo per sé le sue canzoni migliori per un progetto solista sembra adesso avere una qualche consistenza, almeno nel senso che On The Run, If I Had A Gun, AKA...What A Life! and (Stranded On) The Wrong Beach sono molti chilometri avanti rispetto a qualsiasi cosa dell’ultimo album degli Oasis, Dig Out Your Soul del 2008.
In maniera cruciale liberarsi dal giogo del rock da stadio degli Oasis significa anche essere libero di sperimentare tutto dai delicati passetti di danza agli imbarazzanti e tristi passi pesanti accanto ai previsti classici per chitarra del cantante-cantautore, rendendo questo l’insieme di canzoni più soddisfacente dal pluripremiato (What's The Story) Morning Glory? del 1995.
Arriverà di più, con Gallagher che è vicino a firmare il suo musicalmente ambizioso progetto con i compositori di musica elettronica Amorphous Androgynous, aka Future Sound of London. A dire la verità, quell’album si supponeva uscisse per primo, finché Gallagher ha deciso che “sconvolgerebbe troppo le persone, cazzo.” Quattro delle canzoni di High Flying Birds, in origine, erano destinate alla collaborazione con gli Amorphous Androgynous, ma dopo aver sentito come il duo elettronico avesse trattato If I Had A Gun – “non l’hanno distrutta, ma demolita e rimessa insieme di nuovo”- Gallagher ha deciso di inciderle in una maniera più convenzionale. Le quattro canzoni adesso appaiono su entrambi gli album, ma su quello con gli Amorphous Androgynous sono integrate da altri 10 pezzi nuovi che si adattano meglio al progetto sperimentale.
Una produzione così prolifica dipinge il ritratto di un uomo che sta passando attraverso una creativa macchia viola dopo anni di stagnazione artistica. Ma non c’è possibilità di essere commercialmente all’altezza della sua band precedente, il gruppo che ha definito l’era del Britpop. Dopotutto gli Oasis vantano la stupefacente cifra di 663.000 copie vendute in UK con Be Here Now del 1997 in soli tre giorni, un record che, grazie alla crisi delle vendite degli album, certamente non sarà mai spezzato. Né probabilmente esiste una rock band inglese che sia così culturalmente influente da essere invitata per un drink al numero 10 di Downing Street (come lo fu Gallagher da Tony Blair nel 1997) in qualsiasi momento. Questo fa di lui l’equivalente rock dell’ultimo uomo sulla luna, un raro essere umano che ha scalato altezze che pochi hanno sperimentato prima e che nessuno ha sperimentato da allora. “Non viviamo in un’era dove le band rock indie vendono 60 milioni di album,” concorda. “Gli Oasis erano l’ultima grande, rock’n roll band tradizionale. Noi arrivammo molto prima di Internet così, se volevi vederci, dovevi essere lì. Dire questa cosa mi fa sentire come un vecchio saggio.”
D’altro canto non solamente gli Oasis non hanno mai uguagliato i loro primi successi – nessun altro lo ha fatto, dai Radiohead agli Artic Monkeys. Così, con la gente ancora desiderosa del prossimo disco con grandi chitarre crossover, potrebbe adesso Gallagher, con il suo album solista, essere ciò che tutti stavano aspettando? “Devo dire che sarei fottutamente disgustato se un quarantacinquenne padre di tre figli giungesse per salvare la guitar music inglese,” ride, mentre finisce il suo caffè. “Dovrei andare al telegiornale e dire ai ragazzi che hanno fallito.”
(time.com - translated by Carrie)
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