Ottava parte della nostra traduzione dell'intervista concessa
mercoledì 14 febbraio da Liam Gallagher a Jo Whiley di BBC Radio 2. L'audio della chiacchierata è alla fine del post.
PARTE 8
Liam
parla di come si appassionò alla musica, delle sue vacanze in Irlanda da piccolo e della sua infanzia e adolescenza piene di momenti beneficamente "vuoti" se paragonati all'adolescenza dei suoi figli e dei loro coetanei.
"Intrattenimento a casa mia? Avevamo una TV. Top of the Pops, si
trattava di quello in realtà. Lo amavo. Il mio primo ricordo musicale?
Sarà stata una canzone dei Beatles. Un giradischi? Una radio? Non da mia
madre. Mio padre era appassionato di musica, quindi il giradischi penso
che venisse da mio fratello Paul, appena lui se ne procurò uno. Penso
sia stato Paul a comprarlo e a portare tutta la musica. Paul aveva una
stanza tutta sua e gli piacevano più i Jam e tutta la roba mod. Noel
aveva tutta la sua roba che io condividevo con lui e a lui piacevano di
più i Pistols e i Damned. Quindi era un bel mix, capisci?".
"Vacanze
fuori? In Irlanda. Mio zio Puddy ci portava lì in auto. Dovevamo salire
di nascosto sul traghetto, quindi quello era divertente. Sì, amavo
andare in Irlanda, era eccezionale. Andavo a trovare mia nonna. Che
giochi facevo? Cazzeggiavo per i campi con i miei cugini, inseguivo le
mucche, tutta quella roba".
"Infanzia diversa rispetto
ai miei figli? Be', loro è andata di lusso, no? Saint-Tropez, Giamaica e
Thailandia! Non sanno quanto sono fortunati i ragazzi di oggi, capisci?
Noi dovevamo sederci lì e individuare una macchina gialla. Sì, su quei
libri Eye Spy (pieni di oggetti disegnati, che i bimbi dovevano crociare
quando li vedevano nella realtà di ogni giorno, ndr). Preferirei
crescere allora che crescere oggi. I ragazzini di oggi non sanno dove
entrare o uscire, amica. Qual è il problema oggi? Hanno troppo e troppa
roba attorno. Ora so che sembro un vecchio trombone, e forse lo sono, ma,
indipendentemente dal fatto di essere genitore o meno, io come essere
umano credo che accada troppa roba nel mondo. Io preferivo quando
c'erano dei momenti sgombri dalle cose. Ora c'è troppa roba, in ogni
percorso di vita".
"Quando i miei figli vengono a casa
mia mi fanno: 'Che facciamo?'. Io rispondo: 'Niente. Ci sediamo,
guardiamo la TV e chiacchieriamo'. 'Oh, ci vediamo domani allora'.
Capisci? Vengono da me solo se accade qualcosa. 'Oggi non accade nulla',
capisci? 'Guardiamo la partita e siete i benvenuti. Mangiamo un po''.
Ma loro vogliono sempre azione 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Quello causa
ansia? Sì, i ragazzi non amano la calma, no? Che lezione dò loro?
Niente di che. Li lascio fare. Devono fare la loro cosa, credo, no?".
fine parte 8 (segue)
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