domenica 11 febbraio 2018

I segreti del mixaggio di Who Built the Moon? con Emre Ramazanolgu, che ha mixato il disco di Noel Gallagher


A colloquio con Emre Ramazanolgu, che ha collaborato alla composizione di canzoni di Sia e Lily Allen, alla batteria e alla programmazione per William Orbit e Duffy, al mixaggio e all'ingegnerizzazione di Prodigy, Ticky e Noel Gallagher.

Ci siamo seduti a discutere con lui per capire come, insieme al produttore David Holmes, sia riuscito a condurre Noel Gallagher in territori musicali inesplorati.

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Hai condotto l'album verso un allontanamento sperimentale, ma entusiasmante e psichedelico, dai precedenti lavori di Noel. Come hai mescolato tanti stili e generi musicali diversi in Who Built the Moon?

Be', in realtà David Holmes ha iniziato a lavorare da zero all'album con Noel, a Belfast, molto prima di coinvolgere me. Ha spinto davvero Noel fuori dalla sua comfort zone e gli ha fatto esplorare un nuovo approccio. Una delle cose che ha fatto con Noel è stata questa: i due si sedevano, ascoltavano tutti i tipi di dischi diversi, rari e meno noti e conversavano lungamente di musica. David Noel e io condividiamo gusti musicali simili. Abbiamo tutti dei gusti molto simili e a tutti noi piace molta roba diversa.

Ciascuno, inoltre, faceva costantemente appassionare l'altro a roba veramente figa e rara. Ci sono pesanti influenze sperimentali e di rock psichedelico, una sorta di sound alla Roxy Music. Poi ci sono influenze krautrock: band come i Can, mescolate a sound di Manchester degli anni '80 e dei primi anni '90 che vengono da band come gli Inspiral Carpets, gli Happy Mondays, o gli Stone Roses. Chitarre mescolate a rullate di batteria, il che divenne la quint'essenza del sound di Manchester. Non suona come nessuna cosa fatta da Noel e dalla band in passato, penso sia fantastico.

La prima canzone dell'album, Fort Knox, si ispira in realtà a Power di Kanye West, uno dei pezzi preferiti di Noel. Nell'iniziare la composizione di quella canzone Noel e David (Holmes) hanno scelto quel sound di voce grandioso, audace, quadi gridato, da inno, che è anche quello che abbiamo scelto dal punto di vista sonoro.

Essendo nel contempo batterista e ingegnere del suono per questo album, come hai registrato, mixato e messo insieme quel grandioso sound di batteria?

Sulle tracce per cui ho suonato la batteria e che ho mixato (Fort Knox, Holy Mountain, It’s A Beautiful World, ndr) ho raggiunto quel sound registrando dal vivo, con molta riamplificazione, tape saturation e processing parallelo. Fort Knox è stata piuttosto figa. Tutte le registrazioni di batteria sull'album sono proprio in presa diretta, innumerevoli prove in cui sono tornato indietro e ho riarrangiato. È stato veramente importante per noi mantenere quanta più energia umana "grezza" e quanto più tocco possibile.

Inoltre molte stratificazioni. Ho catturato molto del sound dagli altoparlanti della stanza. C'era un pochino di rinforzo e poi l'ho mixato di nuovo nei microfoni della stanza. Il mixing della batteria, per esempio, è una combinazione di microfoni di contatto sulla grancassa, sul rullante e sui tom. Ho usato anche trigger per batteria e ho riamplificato quei segnali attraverso amplificatori valvolari vintage di tutti i tipi: valvole, valvole e ancora valvole! Riamplificavo un rullante attraverso qualcosa come un vecchio amplificatore Selmer per ottenere quel netto sound croccante e poi lo mandavo in uno spring reverb. O mandavo il trigger della grancassa in un amplificatore separato per ottenere o un riverbero diverso o uno space delay, dando ai microfoni della stanza questo suono "a volta".

Tendo ad eseguire un processing estremo su singoli componenti della batteria prima ancora che entrino nel bus della batteria. Ci sono anche due fasi di compressione parallele a questo processo. Mando questi ad un altro bus di batteria, dove aggiungo un riverbero a piatti come l'Abbey Road Plates, creando un suono forte e clamoroso. Quinti in realtà tutti questi strati sono mixati insieme. Mi piace colorare molti luoghi diversi con i suoni. Uso molti strati per dare alla cosa quel tipo di energia entusiasmante, leggermente aggrovigliata, totale.


C'è una fuzz-osità pungente e psichedelica per tutta la durata dell'album. Su Holy Mountain, per esempio, come hai ottenuto quel sound volutamente di bassa fedeltà passando in un mix ad alta fedeltà?

Sì, Holy Mountain è stata piuttosto grandiosa. Molti brani avevano molti elementi in mono, quindi era enormemente difficile far adattare bene tutto. Per fortuna, però, quando mixo tendo a dedicarmi al lavoro con grande rapidità. Quindi portavo una sessione con 150 tracce a 30 o 40 tracce. Il mio cervello non riesce a lavorare su 150 tracce dal vivo. Dedicarsi a tutte quelle tracce è simile a fare paracadutismo (ride, ndr); bam, bam, bam, stampa, stampa, stampa: vai, vai, vai! (ride, ndr). Ma voglio dire: devo incolpare solo me per questo album, perché sono stato per lo più io a lavorare sulle tracce.

Facevo la compressione parallela in ogni singola fase. In questo album è stato usato molto il Kramer Tape. Mi piace l'alta velocità di tape saturation con il wow e il flutter: è incredibile per quella funzione. E poi un altro livello di compressione parallela sul bus della batteria con la tape saturation per strapparlo via, usando un plugin diverso come l'Abbey Road Vinyl. Mi piace optare per un sound con una calda esplosione di saturazione guidata; nient'altro sembra fare meglio.

La maggior parte dei canali li mando ai bus, dove spesso divento piuttosto aggressivo con compressione parallela e a catena, e poi una compressione con tape saturation molto immediata sui bus veri e propri.

Per un controllo dinamico aggiuntivo uso un compressore a catena come il C1 Compressor come modellatore del tono e poi semplicemente ne introduco un pochino, perché con quel plugin poco è tanto. Nello stesso tempo riesco a tenere molte informazioni transitorie.

Per ottenere sulla voce di Noel quella parte bella e robusta, quando spinge al massimo la sua voce, la compressione a catena è stata ottima. Ho usato il C6 Multiband Compressor per prendere le cose e livellarle. O in un altro caso, se le cose si fanno troppo dure nella zona a 2 o 3 kHz, o sulle sillabe ad alto volume, semplicemente imposto la catena laterale C6 su quella frequenza e le "levigo". Colpisce, afferra, blocca e fa la cosa giusta, è un compresore split-band eccezionale.

Era uno scenario piuttosto complicato in realtà: bus a mix multiplo, strati di cose attive con compressione parallela, colpendo saturatori diversi in modi diversi. Abbiamo fatto livelli su livelli di saturazione. L'Abbey Road Vinyl sta facendo molto lavoro su questo album come saturatore, quindi tutto viene arrotondato in un vecchio modo sovraccaricato. Ne uso una tonnellata, specie sul bus del mix. È assolutamente straordinario per tornare immediatamente ad un sound rétro. È incredibile. 

Quando abbiamo reso le cose fuzz-ose abbiamo fatto molta attenzione a non perdere chiarezza. In quel modo abbiamo raggiunto un sound che a Noel è davvero piaciuto. In realtà si basa tutto su una chitarra con il fuzz, che è difficile far emergere distintamente come cosa principale, ma è come un unico grande sound di chitarra fuzz quello che a volte cercavamo.
E poi il produttore David Holmes, che è anche un DJ e uno che scava nei cesti di vinili, ha collaborato con Noel ad Holy Mountain per incorporare un campione di flauto a fischietto tratto da un disco bubblegum pop dei tardi anni '60. Ha messo il suo tocco sulla produzione, ottenendo le vibrazioni di musica rara e oscura; io ne ho solo alzato il volume finché nel mix non mi è sembrato giusto (ride, ndr).

It’s A Beautiful World suona come una mostruosa rullata di batteria! In che modo hai fatto suonare un kit vero come una rullata vintage?

Quel suono di batteria è stato creato per lo più il giorno della sessione e semplicemente è rimasto nel mix. Noel aveva già buttato giù tutte le chitarre e un riff per quel brano in una precedente sessione con David (Holmes). Io mi sono messo dietro la batteria. David ha messo un click e mi ha detto: "Suona un beat di batteria alla maniera dei Can". Così ho detto va bene e abbiamo buttato giù le parti di batteria. Ho mixato il rullante per quella canzone usanto per lo più i microfoni di contatto sui tom, con del processing parallelo serio, e ovviamente la tape saturation, usando il bus della batteria per ottenere un sound eccezionale e audace che mi è davvero piaciuto, quel sound sperimentale e krautrock, leggermente alla maniera dei Can.
Di nuovo, ogni cosa è suonata dal vivo. Poi ho fatto un altro overdub di hi-hat, sordine per piatti e cose. Oltre a quello è semplicemente quella sorta di registrazione e poi abbiamo modificato quella. Per rendere la batteria un po' più breakbeat abbiamo tenuto la registrazione dal vivo, mantenendo il sound originale, ma rendendolo ancora più "picchiato" colpendo i punti caldi di tutti i compressori, spingendoli fino a che aggradava me e Noel, come piaceva a noi.

Quindi l'aquila quando è atterrata nel mix? Quando è stato veramente completato tutto?

Penso che in realtà, detto in parole crude, se niente mi infastidisce nel mix allora è fatta. So di poter spingere i suoni fondamentalmente dovunque io voglia mentre sto mixando. A seconda dello stile della musica, mi chiedo cose del tipo: la vibrazione è proprio perfetta per tutta la durata? La sensazione è ottima per tutta la durata?
Mi prendo molte pause. Quindi tendo sempre a tornare al mix, costantemente. Voglio dire: ci sono delle cose su cui so proprio sgobbare, come la voce. Altrimenti ci torno tutte le volte. Il mio consiglio è prendersi un pochino di tempo libero dal mix, lasciarlo, ma continuare a tornarci in modo da ascoltarlo sempre in modo fresco. Torturare se stessi per dodici, tredici ore di fronte ai monitor non aiuta proprio. Tutto sta a tornarci.

Source: waves.com - Traduzione by oasisnotizie

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