mercoledì 3 gennaio 2018

Liam Gallagher si confessa (con aneddoti): "Vi racconto la mia passione per la musica e come sono nati gli Oasis. E quei fan che vanno di fretta ..."

Intervistato da Matt Everitt per BBC 6 Music, Liam Gallagher ha parlato a cuore aperto, toccando molti argomenti. L'ex Oasis ha raccontato com'è nata la sua passione per la musica, ricordando anche la prima volta che vide gli Stone Roses in concerto, rimanendone affascinato. Oltre alla band di Ian Brown e soci ha parlato di Beatles, di George Harrison e di come sono nati gli Oasis. E di molto altro. Abbiamo tradotto integralmente le sue parole.  AUDIO - CLICCA QUI O ALLA FINE DEL POST

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Liam Gallagher in una foto del 1989
Qual è stato il tuo primo contatto con la musica?


Mio padre si considerava un DJ di musica country, country-western, quindi a casa metteva su sempre quella musica. A mia madre piaceva Mick Jagger, ma non è stata mai una grande appassionata di musica. Di sicuro la musica le piaceva, ma non quanto piaceva a mio padre. Quindi è stato allora che sono venuto per la prima volta a contatto con la musica. Ero appassionato più di calcio che di musica. Molta gente fa: "Oh, ero appassionato di Beatles all'età di sei anni". Buon per te, io non lo ero, capisci? Io ero appassionato di calcio e tutta quella roba.

La prima volta in cui qualcosa si è connessa con me ... Mi sono cacciato un po' nei guai a scuola, mi hanno colpito in testa con un martello. Mi sono svegliato in ospedale. All'epoca frequentavo una ragazza e a lei piaceva Madonna. Comunque la prima volta in cui qualcosa in cui mi è entrato in testa e mi è rimasto è stato la prima volta in cui ho sentito Madonna. Era Like a Virgin. È stato allora che per la prima volta ho pensato: "Non è male". 

A parte quello la musica mi entrava e usciva dalla testa e non ero interessato. È stata quella la prima volta.

Bella canzone, però. 

Sì, un classico.

Liam con una maschera di Ian Brown a Glastonbury 1995
Era un martello vero e proprio?

Sì, un martello vero. 

Chi è stato?

Mi ero un po' azzuffato con questi ragazzi a scuola e uno di loro ha tirato fuori un martello. Sarebbe potuto essere un sax, quindi sono piuttosto felice che sia stato solo un martello. 

Il primo singolo che hai comprato?

La prima band a cui mi sono appassionato sono stati gli Stone Roses. E il primo disco che ho comprato è stato forse The Stone Roses. So che molta gente farà: "Bugiardo!, è stata Whitney Houston o qualcosa del genere", ma non è così. Penso che sia stato il primo album degli Stone Roses. È stato allora, nel periodo in cui iniziavo ad apprezzare la musica. 

È un bel posto da cui iniziare!

Amico, sì, ed è anche un bel posto per finire. Sono la mia band, amico. Quell'album mi ha cambiato la vita. È stata quella la cosa ... il mio modello di musica, capisci? E non che abbia avuto dei dubbi, ma i Roses sono costantemente lì, capisci? Hanno creato la mia collezione di dischi. 

Appena li hai ascoltati hai capito: "Sono di qua"? 

Sì. Ricordo che la prima canzone fu I Wanna Be Adored. Ricordo che in quel periodo andavo ancora a scuola e ricordo che i miei amici facevano: "Devi dare un ascolto a questa band, gli Stone Roses!". Pensavo che la canzone si chiamasse I Wanna Be a Dog e feci: "È un titolo strano!". Comunque mi appassionai ai Roses, amico, e fu tutto lì. Mi indirizzarono per la mia strada.

Liam Gallagher con Ian Brown nel 2012
Li hai visti dal vivo?

Sì, li vidi nell'89 prima che uscisse il loro album. Al National One, a Longsight. 

Cosa ricordi del concerto?

Ricordo che entrarono sul suono di queste campanelle (riproduce l'intro di I Wanna Be Adored, ndr). E ricordo che avevo due spinelli. Non avevo molti soldi. Penso che mia madre mi avesse dato 15 sterline. Con un deca comprai il biglietto e poi una pinta di birra. Mi misi lì in prima fila a spassarmela e fu tutto lì, mi strabiliò. Sembravano persone con cui io uscivo, per come vestivano, capisci?

È stato il tuo primo concerto?

Sì, il mio primo concerto.

Liam con Matt Everitt, che lo ha intervistato
Quando è nata l'idea di cantare?

Quando sono andato a vedere gli Stone Roses.

Tutto è legato a quella cosa?

Tutto è legato a quella cosa. Ricordo che assistevo al concerto e pensavo: "Potrei farlo, amico. Potrei farlo bene, amico". Anche se lui (Ian Brown, ndr) è un bravo cantante, ogni tanto gli lanciano delle frecciate, ma lui è un tipo vero, tanto per cominciare. Ho pensato: "Potrei sicuramente farlo, è qualcosa che so fare. Ho i vestiti, ed è tutto. Ho il taglio di capelli. L'unica cosa che devo fare è aprire la bocca. Dov'è il microfono? Portatemi un microfono!". Ed è andata così, amico. È stata la prima volta che mi sono appassionato alla cosa.

Qual è stata la prima volta in cui ... ?

... ho cantato al microfono? È stato quando sono entrato nella band. Si chiamava The Rain, ma prima di andare oltre abbiamo dovuto fermare quel nome Rain. Quel nome non mi era mai piaciuto. Non ho mai fatto parte dei Rain, ho fatto parte degli Oasis. Il giorno in cui sono entrato io nella band eravamo gli Oasis. È stata quella la prima volta in cui siamo stati a provare in un posto a Longsight, abbiamo dovuto pagare qualcosa per usare la sala alle tre del pomeriggio, credo. È stata quella la prima volta in cui ho cantato al microfono, ricordo che sì, è stato interessante.

Ero sicuro, amico, semplicemente pensavo che avrei dovuto lavorarci un po'. Lassù mi sentivo a mio agio, senza dubbio. È stato come: "Bene, mi avete portato il microfono. Ora portatemi la gente!". Capisci?

È stato allora che hai pensato: altre persone capiranno questo? Quello che stiamo facendo qui avrà ...

Prima che Noel si unisse alla band avevamo un paio di canzoni. Non eravamo per niente bravi, ma - come ho detto - ho sentito di peggio, capisci? Ma sapevo che avevamo davvero bisogno di canzoni come si deve. E nessuno di loro era un bravo compositore. E sapevo che il nostro ragazzo (Noel, ndr) era un po' invidioso, perché lui scriveva canzoni da sempre e aveva fatto parte di piccole band, ma non avevano mai raggiunto tanto, suonavano dietro casa. Sapevo che se l'avessi fatto entrare nella band avremmo volato. E ovviamente quando ha iniziato a scrivere canzoni sapevo che saremmo diventati famosi, amico. Naturalmente, però, devi dedicarci del tempo. Non ha senso avere buone canzoni se non fai le prove. E come Oasis provavamo senza sosta, otto giorni alla settimana.

È una delle leggende che circolano su di voi: "Non c'è niente da fare qui, ma crediamo in questo".

Assolutamente sì. Ricordo che era l'epoca dell'Haçienda e tutta quella roba e tutti i miei amici ... Su venti di noi forse tre erano appassionati di guitar music, gli altri erano presi dal dum dum dum ... quindi venivano da noi nella nostra sala prove, il Boardwalk, e ci facevano: "Uscite con noi oggi?". E noi: "No, no, no". "Andiamo qui davanti, amici". Provavamo dall'altra parte della strada, vicino all'Haçienda. E noi: "No, restiamo qui e facciamo questo. Abbiamo bisogno di canzoni". E loro: "Voi siete pazzi. Ciao, ci vediamo!". Capisci? Ma ci siamo fatti il mazzo, amico!

Hai parlato dei Beatles. Qual è stata la prima canzone dei Beatles che hai sentito per poi dire: "È questa la mia band!"?

Non credo siano stati i Beatles, credo si sia trattato di Imagine. Ricordo che mia madre una mattina di Natale venne al piano sotto ... Credo fosse il periodo in cui a Lennon spararono, quindi avrò avuto otto anni e nell'angolo c'era un albero di Natale pieno di regali. Lei venne di sotto e io fissavo la TV, guardavo John Lennon a The Box. Non me ne importava dei regali, fissavo la TV, guardavo il video di Imagine. Quindi è stata quella la prima canzone di Lennon che mi ha colpito davvero, amico.

Chi dei Beatles hai incontrato?

Ho incontrato John un po' di volte (ride, ndr) ... No, chi ho incontrato? Ho incontrato Paul McCartney un po' di volte ed è veramente eccezionale, amico. Ho incontrato Ringo.

Liam con Paul McCartney nell'ottobre 2012
Parlami del tuo primo incontro con McCartney.

La prima volta che lo incontrai fu a Los Angeles, eravamo ai Capitol Studios. Zak (Starkey, figlio di Ringo Starr, ndr) suonava con noi, quindi era venuto a vedere Zak. Facemmo una foto con lui e poi penso che stessimo registrando la parte di basso della mia canzone The Boy with the Blues. Fece: "E il basso? Non è così bello". Gli dissi: "Sei qui accanto. Perché non vai a prendere il tuo basso e lo mettiamo?". Si chiamò fuori. E fu quella la prima volta che lo incontrai.

La seconda volta che lo incontrai fu alla Royal Albert Hall. Il manager che avevamo per i Beady Eye si chiamava Scott Rodger, fa ancora il manager di McCartney. Ero andato lì perché l'insegnante di scuola di mio figlio compiva 60 o 70 anni e gli dissi: "Ti farò avere un autografo, anche se non so come". Normalmente non faccio queste cose, ma feci un salto lì. Andai da Paul McCartney dopo il concerto e gli chiesi: "Come stai, amico? Non starò qui per molto tempo. Ti è possibile firmarmi questo? È il programma. È per il preside della scuola di mio figlio". E lui: "Sì, sì, sì". E io: "Bene, me ne vado". E me la stavo dando a gambe. "Mi disse: "Calma, calma. Dove vai? Sei sempre di fretta". Gli dissi: "Sì, ma so com'è. Hai appena fatto un concerto, vorrai riposarti'. Mi fece: "Ti piacciono i margarita?". E io: "No, no. Ho già mangiato, non mangio a quest'ora della notte". E lui: "Parlo della bevanda, stupido idiota!". Pensavo mi stesse offrendo una pizza Margherita. Il suo amico prepara i margarita, così tirò fuori un margarita. Pensai che era meglio andarsene, così gli dissi: "Bevo un margarita con te, Macca, e psoi me ne vado, perché altrimenti inizierò a leccarti!" ...

Era un Macca-rita? 

Sì, era un Macca-rita, sì. È un tipo eccezionale, amico.

La prima recensione su di voi?

Sarà stata del Manchester Evening News, penso sia stata piuttosto buona. Avevamo partecipato a una competizione di nome The Sound of the City o qualcosa del genere. Ricordo la prima recensione del New Musical Express, che ci stroncò.

Cosa disse di voi?

Ci stroncò.

Hai mai prestato tanta attenzione alle recensioni?

Sì, senza dubbio, perché capisci presto come va, no? Sai quanto sei bravo o sai quanto fai schifo. Quindi vuoi vedere se la gente lo capirà, no? Qualcuno ti punzecchia e tu volti pagina, no?

Cosa ricordi della registrazione del vostro primo singolo, Supersonic?

In Galles, no?

Ai Sawmills Studios?

Sì, ai Sawmills, bellissima parte del mondo (in realtà i Sawmills sono in Cornovaglia, ndr). Bellissimo il Galles, amavo stare in studio all'epoca. Lo amo ancora. Era la prima volta che andavamo in studio con la band, molta erba, molta aria di campagna, molte bevute ... Era la prima volta che eravamo in studio, quindi dicevo: "Penso che siamo una band piuttosto decente dal vivo. La gente ha mostrato interesse, quindi andiamo a dimostrare quanto siamo bravi". Era bello sentire la musica che veniva dal desk con tutte le ripuliture. Sì, ricordo quei giorni. Proprio belli, amico.

Ricordi come hai registrato la voce?

Forse no, ma sono sicuro che sia stato bello. Ero bravo all'epoca, l'avrò fatto con una sola registrazione o due registrazioni.

Questo è un altro mito. Quello secondo cui facevi tutto "con una sola registrazione o due registrazioni".

Direi al massimo tre. Se ne fai tre riesci sicuramente a mettere insieme la cosa. Direi che normalmente la seconda è la migliore. Ma non più di tre, amico. Se me ne fai fare quattro o cinque me ne vado. Tre sono anche troppe. C'è gente che fa: "Registrazione 59!". Seee, amico, vai avanti ... capisci? Forse non fa per te questa roba, capisci?

Ricordo che quando uscì il primo album degli Oasis un paio di riviste misero in copertina voi con la scritta ...

I Sex Beatles.

I Sex Beatles, sì. Pensai: "È proprio un bel titolo!"

Sì, mi piace. Lo indosso ogni giorno. È la roba che faccio io, capisci? Mi piacciono molto i Beatles, mi piacciono molto i Sex Pistols e mi trovo da qualche parte in mezzo a loro due, almeno penso di esserlo. Penso che vocalmente mi colloco tra John Lennon e John Lydon. Quindi sì, lo amo. È un bel vestito e penso che sia stata la prima volta o forse l'unica volta che ci hanno cucito addosso uno stile. Un tizio ha tirato fuori questo caffettano e questa cravatta. Non è mettersi del trucco in faccia. Pensavo: "Uh, il trucco? Meglio il caffettano!".

Non riesco ad immaginarti con il caffettano.

Fino alle ginocchia, amico. Di sicuro sembrerei comunque un cameriere, ma mi piace quel tipo di cosa. Quando uscì l'album bevemmo un bel po', credo. Quando ci ripensi avresti voluto che fosse una cosa un po' più sobria, perché era un bel periodo, ma all'epoca forse eravamo in tour, capisci? Ti ritrovi in tour e prima che te ne accorga esce il tuo disco. Sono sicuro sia stata una cosa grandiosa, ma non ricordo molto.

Hai menzionato i Sex Pistols. Scegli il loro pezzo preferisci. 

Submission è bella, ma mi piace Bodies. L'inizio di Bodies, quando fa din din, din din, è la parte che conta. Poi dopo inizia la parte in cui fa "she was a girl ...", sembra si sia preso la scossa infilando il dito nella presa di corrente. Ma il riff che fa din din ... è lì lo spasso.

Abbiamo ascoltato Morning Glory, tratto dal secondo disco degli Oasis, il quinto album più venduto di sempre nel Regno Unito. È un album che è stato 14 volte disco di platino e ha venduto 4,7 milioni di copie nel Regno Unito e 22 milioni di copie nel mondo.
Liam, parlami del tuo primo assegno incassato per i diritti d'autore.

Non so dell'assegno, lo sto ancora aspettando, capisci? Ricordo che la prima cosa che comprai fu uno scooter, una lambretta del 1954, che possiedo ancora. È sulla copertina di Definitely Maybe. Ce ne sono alcuni scatti lì. Fu quella la prima cosa che comprai.

Poi ricevetti un assegno maggiore e comprai a mia mamma una casa, ma lei non la voleva. Era un piccolo cottage carino lassù a Heaton Moor, bellissimo. Le diedi le chiavi e mi disse: "Perché dovrei volerlo?". E io: "Perché è migliore di quello in cui ti trovi, no?". Lei mi fece: "No, non lo voglio".

Quindi dovetti rivenderlo al tizio. Lei non lo voleva. Mi fece: "Tutto quello che voglio è un cancello nuovo di zecca". Poche pretese, amico, capisci cosa intendo? Così feci: "Ti dico una cosa, posso fare di meglio: ti compro una staccionata e un cancello". E questo è tutto ciò che lei abbia mai desiderato.

Davvero? 

Sì, amico. A lei non piaceva. Mi disse: "Perché dovrei volere quella casa? Sono felice a casa mia!". Si offese, amico! Mi fece: "Stai insultando la mia casa?". Le dissi: "È una bella casa, ma quella casa è migliore. Ha un giardino più grande e ha un cancello, è un po' più sicura". Mi disse di no. Vive ancora nella stessa casa con lo stessa staccionata e lo stesso cancello. Lei è una leggenda.

È incredibile, amo questa cosa. È proprio dolcissimo questo, della serie: "Sto bene così".

Sì. Il suo pensiero era: "Senti, la tua vita cambierà e in bocca al lupo a te. La mia vita rimarrà la stessa". Non vuole farsi coinvolgere da tutta l'appariscenza.

Ovviamente tutti dobbiamo ringraziare le nostre mamme per molte cose, ma pensi che lei ti abbia aiutato?

Sì, mi ha tenuto con i piedi per terra, anche se ogni tanto ti allontani dalla retta via, che tu sia un fiorista o un cioccolataio o un orologiaio. Siamo tutti umani. Lei, però, di sicuro mi ha tenuto ancorato alla realtà, ha la mentalità del "niente assurdità", capisci? Sono rimasto intrappolato in tutti gli aspetti di questo business, o lo show business, com'è che si chiama, ma ho imparato rapidamente che puoi farti ingannare una volta, capisci? Non vado ai party per i vip. Ci andai una volta negli anni '90 e non facevano per me, amico. 

Ad un certo momento finisti sulla copertina del Sun per esserti semplicemente rasato la testa.

Esatto. Ridicolo, no? L'altro giorno ho preparato una tazza di tè in TV sulla BBC. Ora vado in giro per strada e molte persone mi fanno: "Facci una tazza di tè! Ne prendo due!". E a questi faccio: "Ma sei adulto?". È pazzesco che la gente per strada fermi la macchina per dirmi: "Grandioso il modo in cui hai preparato quella tazza di tè l'altro giorno". "Calmati, amico!". Quindi sì, tempi molto strani, ma nel contempo belli.

Qual è stata la prima canzone scritta da te e finita su un album degli Oasis?

La prima canzone si chiama Little James e parla del mio nipotastro (James Kerr, figlio di Patsy Kensit e Jim Kerry dei Simple Minds, ndr), che amo molto e che non è più piccolo. Eravamo nel sud della Francia. Non ricordo quale album stessimo registrando, era dopo Be Here Now. Molta gente dice provavo a scrivere canzoni, ma io ero piuttosto felice di cantare le canzoni di Noel, capisci? Ero felice di essere il cantante. Lui si faceva il mazzo e io ero felice di cantare. Un giorno ero seduto in giardino a suonare la sua chitarra molto male e facevo: "Little James ...". Lui passa vicino a me e mi chiede: "Cosa stavi cantando?". "Non lo so, stavo solo cazzeggiando". "Scrivi un testo e la sistemiamo dopo cena". E la storia è iniziata così. La gente pensa che volessi scrivere canzoni, ma è stato lui ad istigarmi. Così dopo cena la sistemammo. So che a molta gente non piace, ma la suonerò a dicembre in un'arena sold out vicino a voi! È stata quella la prima canzone che ho creato, sì. Quindi è stato lui (Noel, ndr) ad aprire a questa cosa, è tutta colpa sua!

Non sono mai stato uno di quelli che fanno: "Voglio fare il compositore". Ero felice di cantare le canzoni di Noel, togliermele dalla testa e fare tutto quello. Come sai, però, ogni tanto vedi una chitarra e provi ad imparare e a perfezionare l'arte. E anche ora sto ancora imparando. Rimarrò ancora strabiliato sino al giorno in cui abbandonerò questo pianeta.

George Harrison è un altro ndella lista di coloro che significano molto per te. Quale suo brano scegli?

All Things Must Pass, l'album. Penso sia forse il migliore album post Beatles dopo Imagine. In realtà penso sia anche migliore di Imagine.

Non direi così ...

È un disco bellissimo. Per me il brano di quel disco che spicca è Isn't it a Pity? Ovviamente ce ne sono tanti, ma quella mi fa partire di testa. Un classico assoluto.

Qual è stato il momento in cui hai pensato: "Per gli Oasis è finita"? È stato dopo quel grande round finale o prima?

Prima, sentivo puzza di bruciato molto prima. Ti dico io quando ho sentito puzza di bruciato. L'ultimo tour britannico avremmo dovuto finirlo al Reading and Leeds Festival o al V Festival. Non ricordo dove, comunque ad uno di quei festival. Penso che avessimo fatto un concerto al Bridlington Spa e lì ho sentito puzza di bruciato. Ho origliato una conversazione tra Noel e il suo manager di questo tenore: "Ora o mai più".

Davvero?

Entrai nella loro stanza e parlavano della possibilità di affittare una casa a Los Angeles e di andare lì con Dave Sardy (produttore degli ultimi due album degli Oasis, ndr) per fare qualcosa. Così entrai e dissi: "OK". Hai presente quando le cose le sai? Forse sarò stato paranoico, ma ho avuto questa sensazione: "Vuole staccare la spina dopo l'ultimo concerto e andarsene, e basta". Ovviamente dovevamo fare quel concerto a Parigi. Non lo so, sentivo semplicemente che qualcosa ... Hai presente quando semplicemente sai le cose?

Quindi pensi che fosse una cosa ... 

Oh, di sicuro era pianificata. Amico, ascolta. Possiamo andare avanti all'infinito con questa storia, ma non esiste che gli Oasis si siano sciolti dopo l'incidente di Parigi. Era premeditato, lui aveva pianificato di fare quello, capisci? È così che la vedo, capisci? Di sicuro c'è stata molta premeditazione nello scioglimento degli Oasis. Non è una cosa successa e basta, amico.

È stato un peccato?

Un grande peccato, amico, perché erano una bella band che significava molto per la gente. E sono stati bei periodi. Se vuoi andare a fare roba e fare il solista, non le fai quelle cose. Se ti ci vogliono dieci anni per toglierti le cose dallo stomaco non ... Non penso che ci saremmo dovuti sciogliere.  Ognuno di noi sarebbe potuto andare a fare la sua cosa. Bonehead avrebbe potuto fare il ventriloquo o ... vabbe' lui all'epoca era in una band, ma anche giocare a tennis o cos'altro. Non c'era bisogno che la band si sciogliesse. Penso che significassimo troppo per andare in pezzi così, secondo me.

Come ho detto prima ... No, non ho problemi a parlarne. Molta gente tiene il becco chiuso sulle cose, ma io amavo gli Oasis. Come ho detto prima (nel film Oasis: Supersonic, ndr) , i bei momenti hanno prevalso di tantissimo i brutti momenti, quindi in fin dei conti almeno è successo, ma è un peccato che sia finita così, ma è così che stanno le cose.

E per te la porta non è chiusa.

È chiusa perché non ci parliamo, ma in fin dei conti io sto pubblicando un album, lui sta pubblicando un album. I fratelli Gallagher stanno facendo roba buona al momento. Se gli Oasis non torneranno insieme, la seconda cosa migliore possibile sono due dischi solisti di noi due.

Il primo disco da solista di Liam, As You Were, è uscito ad ottobre ed è salito direttamente al primo posto, vendendo più del resto dei dischi della top 15 messi insieme. Per il disco Liam è andato in studio con il produttore Greg Kurstin, famoso per il suo lavoro con Adele, i Shins, Beck, Ellie Goulding e i Foo Fighters. 
Liam live in Byron Bay, 2 Jan 2017. Pic by Nathan Richter

Di sicuro avevo bisogno di aiuto, senza dubbio. So scrivere un paio di canzoncine rock 'n' roll, ma pensavo che dodici pezzi così in un album non avrebbero sicuramente fatto al caso della gente. Quindi avevo bisogno di entrare in studio con qualcuno che sapesse scrivere grandi canzoni. Siamo volati a Los Angeles, abbiamo incontrato Greg ed è stata una figata. Abbiamo sentito un paio di canzoni, chiacchierato un po'. C'era Andrew Wyatt. Mi ha fatto sentire un po' di accordi di Wall of Glasse e mi ha chiesto cosa ne pensassi. Ho detto: "Va bene". Abbiamo registrato la canzone in un giorno. E il giorno dopo abbiamo registrato Paper Crown. Così abbiamo fatto tre canzoni in tre giorni.

Poi sono tornato in Inghilterra e mi è venuta la fissa. Ne avevo scritte già due, quindi ero a quota cinque. Così mi sono posto l'obiettivo di finire le canzoni lasciate in sospeso e prima ancora di rendermene conto ne avevamo quindici canzoni. Quindi è successo tutto in modo molto agevole.

Pensi che ci siano dei temi nei testi del disco?

C'è molta riflessione e a tratti è proprio arrabbiato. È un po' incazzato a tratti. E poi ci sono momenti del tipo "la merda succede e voltiamo pagina". La gente definisce un brano una canzone di scuse, ma è quello che è. So che se chiedo scusa non è a Noel Gallagher. Forse è ai miei figli e alla gente che mi vuole bene. Ci diamo dentro. Sono stato quattro anni senza fare niente a girarmi i pollici e ad annoiarmi a morte. Torniamo alle faccende solite, amico. Avevamo bisogno di fare delle canzoni come si deve e al momento le abbiamo. Ho una buona voce, la voce suona mezza decente, quindi sono pronto per partire, amico.

Com'è stato Glastonbury quest'anno? È stato interessante notare che molta gente della nostra età diceva: "Voglio vedere Liam" e sentirlo dire anche da molti 14enni e 15enni cresciuti dai loro genitori con le canzoni degli Oasis. 

Sì, forse i loro padri sono stati i primi a venire a vederci. No, è andata benissimo. Incrociamo le dita, ma sinora è andata bene. La gente che è venuta ai concerti ha risposto bene, ci sono state belle folle. Un'altra cosa grandiosa è che nessuno sta portando i telefonini al concerto. Non so com'è, ma  per qualche motivo sembra che quella cosa stia morendo. Come tutti, ho notato il cambiamento. Molta gente che viene ai miei concerti vive il momento, non tira fuori il telefono. Saltella come si deve e se la spassa.

Non oso immaginare come possa essere la tua vita quando cammini per strada e oggigiorno incontri la gente con i telefonini. Negli anni '90 potevi fare qualsiasi cosa e nessuno aveva un telefonino per fare le foto. 

Immagina Keith Moon all'epoca con questi aggeggi. Che ci puoi fare? La cosa peggiore, amico, è la gente che viene da te e ti fa: "Selfie!". Sai quelli che si girano e con fretta ti fanno: "Ah, sei tu!". Si fanno un selfie e se la svignano. "Amico, ho ancora dieci minuti. Vuoi una birra o qualcosa? Possiamo farci una chiacchierata se vuoi!". È il mondo che va così, capisci? Cosa ci puoi fare?

Sono felice, amico. Sono proprio soddisfatto di aver pubblicato un disco. Amo andare in tour, ho molti concerti in programma. Sono le grandi arene che contano per me. È bello suonare nei piccoli posti e quella roba lì, ma se sei lì tutto l'anno poi fai un po' fatica. Le arene più grandi però ... farò il culo alle grandi arene!

Introduci l'ultimo pezzo.

Bene, finiamo questa adorabile chiacchieratina con una canzone di Bob Marley. Il suo vero nome è Robert, a proposito. Ultim'ora! E si chiama Natural Mystic.

Quando l'hai sentita per la prima volta?

Di nuovo, penso quando ho iniziato a costruire la mia collezione di dischi, da ragazzo. Quindi è stato in quel periodo. Bellissima canzone.

È stato bello parlare con te.

Grazie. È stato bello parlare con te, amico.

Traduzione di oasisnotizie - Source: BBC 6 Music


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