mercoledì 17 gennaio 2018

Liam Gallagher racconta la sua infanzia e dialoga col giovane Liam: "Gli Oasis partono da me. La musica non mi ha mai deluso"

Abbiamo chiesto a Liam Gallagher cosa penserebbe il giovane Liam del Liam di oggi.


Ero il piccolo della famiglia. Noel è cinque anni più grande di me, Paul sette, ma mia madre ci trattava tutti allo stesso modo. Burnage era un bellissimo posto in cui crescere. Non è triste come fa vedere gente. Sorge tra Didsbury, che è una bella zona, e Heaton Moor, che è snobissima. A Manchester tutti aspirano ad arrivare lì.

Se ero sempre in giro a giocare a pallone, pieno di energia, mai depresso, non un solitario, radunavo le truppe e si andava a fare qualche marachella. Inseguivo sempre le ragazze, ma una volta che le prendevo facevo: "Preferisco uscire con i ragazzi".

Avevo circa sette anni quando mia madre lasciò mio padre. Era sempre in giro, faceva a botte, picchiava mia madre, picchiava Noel e Paul. A me non ha mai toccato, però. Poi una notte, una volta che lui era uscito, mia madre contattò i suoi fratelli, mise tutta la nostra roba in un furgone, gli lasciò un materasso e ce ne andammo nella nostra nuova casa.

Fu immediatamente meglio per tutti noi, anche se a me mancavano i miei amici: ci eravamo trasferiti semplicemente lungo quella strada, ma non potevo tornare in quella zona perché lui era sempre in giro. Se marinavo la scuola lo vedevo. Me ne stavo lì, a fumarmi una sigaretta con i miei amici, lui ci vedeva, iniziava ad inseguirci gridando: "Dove vi siete cacciati, bastardi?", perché non sapeva dove ci fossimo trasferiti. Lo seminavo sempre.

Mia madre faceva l'addetta alla mensa nella nostra scuola. Io entravo, firmavo il registro, poi saltavo giù dalla staccionata e andavo a casa del mio amico. Poi tornavo a scuola, firmavo di nuovo l'ingresso, giusto in tempo per pranzare con mia madre. Lei chiedeva: "Come sono andate le due ore di matematica?". "Sì, tutto bene, ho faticato un po' ". Alla fine il preside lo scopriva e parlava con lei e lei mi dava un colpo di spazzola dietro la testa.

Ho abbandonato la scuola senza diplomi e la scuola mi ha procurato un lavoro in un vivaio, a verniciare staccionate, un Programma di Formazione Giovanile. Prendevo 50 sterline a settimana. Finivo alle 3 del pomeriggio, a mezzogiorno il venerdì, quindi passavo vicino alla scuola, sventolando 50 sterline ai miei amici.

Ho scoperto che sapevo cantare accompagnando con il canto la Top 40 alla radio. Quando ho visto gli Stone Roses dal vivo ho pensato: "Sarei in grado di farlo. Ho il look, ho i vestiti, il taglio di capelli è intatto, tutto ciò che devo fare è starmene in piedi di fronte al microfono e aprire la bocca: facile". Tre amici che conoscevo perché ci giocavo a calcio avevano una band di nome The Rain. Pensavo: "Se riesco ad arrivare lì con loro e cantare, so per certo che posso coinvolgere il nostro ragazzo (Noel, ndr)".

Noel viaggiava per il mondo come roadie e scriveva musica con vari stramboni della città. Ma io sapevo che una volta che lui fosse tornato dal tour gli avrei potuto dire: "Hai presente quelle canzoni che hai? Be', facciamole salire a bordo di questo vascello". Sapevo che sarebbe venuto con me. Quindi fondamentalmente gli Oasis partono da me. Ero ossessionato dall'idea di far parte di una aband, ossessionato dal cantare. E mi sento ancora così. Finché potrò salire lì e tirare fuori tutto, sarò piuttosto felice. Non ho idee grandiose di essere il miglior compositore del mondo, non lo sarò mai.

Il Liam 16enne immaginava di far parte di una band esattamente come è per me ora. La musica non mi ha mai deluso. È tutto quello che immaginavo di essere. Anche quando tra me e Noel le cose si sono messe particolarmente male dopo la fine degli Oasis era pur sempre meglio che scavare buche.

Il giovane Liam non sarebbe rimasto sconvolto da come è andato tutto. Io penso in grande, amico, sempre. Il giovane Liam probabilmente avrebbe fatto: "Sì, amico, forse sarebbe dovuto essere un po' più grandioso".

Source: Telegraph

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