martedì 28 aprile 2015

Noel Gallagher: "Liam? Se è triste mi chieda di scrivergli canzoni. Gli Oasis? Non originali, ma il rock è questo. Oggi non avrebbero più nulla da raggiungere. Da solista sono più libero"

La carriera da solista? Secondo quanto dichiarato da Noel Gallagher, non è qualcosa cui aveva pensato prima dell'ultimo tour degli Oasis. Il musicista, che si appresta a vivere la tappa nordamericana del suo tour (sarà impegnato fino al 7 giugno in Canada, USA, Messico), ha concesso un'intervista alla Wisconsin Gazette in cui ha parlato anche di com'è nata la decisione di intraprendere l'avventura in solitaria e di come la reunion degli Oasis non sia una prospettiva plausibile, dato che - a suo dire - non ci sarebbe nessun altro obiettivo da raggiungere.

Al cantautore è stato domandato se si chiede come mai non abbia iniziato prima la carriera da solista. "Non l'ho fatto prima perché amavo fottutamente stare negli Oasis", spiega. "Quella band è una delle più grandi ed è stato solo quando la cosa, durante l'ultimo tour, si è fatta veramente poco godibile che ho pensato: potrebbe esserci qualcos'altro che mi renderebbe felice".

"Ora sono un cantante", prosegue, "ma c'è un che di spirito libero nel sol fatto di suonare la chitarra elettrica e cantare la singola canzone. Sai, quando suoni la chitarra puoi fantasticare comportandoti come Keith Richards alle 5 del mattino, ma quando sei un cantante non lo puoi fare. Devi andare a letto, badare alla tua voce. È un'arma a doppio taglio". 

Poi Noel ha ribadito che, rispetto a quando era in una band, comporre adesso è un'attività più appagante. 
"Quando sei in una band fai i dischi in modo collettivo, è una democrazia. Puoi beneficiare delle opinioni di tutti e si cerca di forgiare qualcosa tra quelle cinque persone. Ciò che faccio ora, però, in un certo senso è più soddisfacente, perché è l'espressione di se stessi in modo completo. Le canzoni di questo disco le ho scritte io, arrangiate io, prodotte io, le ho suonate io e ho progettato la fottuta copertina. Può darsi si tratti dell'album più 'definitivo' di ciò che sono io. Tutto mi viene dal cuore e dall'anima. Quindi è espressione di sé portata ai suoi estremi limiti".

Forse con gli Oasis sarebbe stato complicato utilizzare degli strumenti musicali diversi? 
"È più facile far piacere a se stessi che star lì a combattere per provare a convincere qualcuno che un sassofono è l'elemento giusto in un disco", osserva il musicista. "Non mi piacciono le baruffe e non mi piace litigare, quindi forse avrei semplicemente detto: fanculo, mettiamo la chitarra. Non è, però, una cosa che mi secca. Era una rock 'n' roll band quella e l'ho amata, capisci? E (se fossi rimasto negli Oasis, ndr) non avrei mai scritto Riverman. Quella canzone non sarebbe esistita perché non avevo quello stato d'animo. Avrei scritto canzoni per gli Oasis". 

Come sono nate canzoni come Riverman e The Right Stuff? 
"La cosa che ho imparato stando nel mondo della musica e che mi ha condotto dove sono oggi è: non pensare troppo su una cosa. Se seguo il mio istinto allora andrà bene. Se seguo l'istinto e la cosa in cui ripongo fiducia fallisce allora va benissimo lo stesso, perché non ci ho dedicato molto tempo. È stato solo un fottuto pensiero che mi è venuto, bang! Ed è andato via". 

C'è spazio anche per una riflessione sul fratello Liam. Ora che i Beady Eye non ci sono più - chiede il giornalista - quali sono i sentimenti che provi nei confronti di Liam? Ti dispiace per lui dopo che ha sciolto la sua band?
"Dispiacere forse non è la parola giusta. Ha una linea di abbigliamento che riscuote molto successo. Non so cosa gli passi per la testa in questo momento. Non è che lo abbiano privato di qualcosa, è stato lui a decidere di andarsene. Quindi è ovviamente qualcosa che ha voluto. Quindi no, non mi dispiace per lui. Se è felice allora è felice. Se è triste per il fatto di non trovarsi più nel mondo della musica allora dovrebbe chiedermi di scrivere qualche canzone per lui".

Ed è a questo punto della chiacchierata che arriva l'inevitabile domanda sulla reunion. Ci potrebbe essere un futuro musicale comune per i fratelli Gallagher? 
"Se tornassimo insieme", risponde Noel, "cosa potremmo fare che non abbiamo già fatto? Niente. Abbiamo fatto i concerti più grandi che siano mai stati fatti. Siamo stati la cosa più grande in Inghilterra negli anni '90, quindi non vedo cos'altro ci sia da raggiungere". 

Noel si è poi detto "molto sorpreso e deluso" del fatto che né Kasabian né Arctic Monkeys hanno fatto il tutto esaurito a Wembley. 

Secondo Noel fare il tutto esaurito a Wembley era la condicio sine qua non per essere definiti i "nuovi Oasis". Ora che Ed Sheeran ci è riuscito, è lui l'erede degli Oasis? "Potrebbe esserlo per tutte quelle ragazzine di 15 anni, ma d'altro canto queste 15enni non hanno mai visto gli Oasis, quindi non si può fare il paragone se non hanno visto quello che abbiamo fatto noi".

Il rock 'n' roll è morto per sempre o potrà risollevarsi?
"Dovrebbe arrivare un cantautore della Madonna per raccontare di nuovo la storia. La mia band, gli Oasis, non era originale. Non ha fatto nulla di diverso rispetto a quello che hanno fatto in passato, ma il rock 'n' roll è proprio questo. Raccontare di nuovo la storia. Forse la gente deve dimenticare la storia per un po' di generazioni. Ci vorrà, tuttavia, un cazzo di cantautore della Madonna, se pensi che dovrà scrivere pezzi migliori di … dovrà scrivere un album migliore di Definitely Maybe. Non potrei farlo neanche io. E sono io!".

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Vedi anche: Video - Liam Gallagher: "Reunion degli Oasis? Non oggi, non stasera, non prima di aver finito quella cosa ..."

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