venerdì 5 luglio 2019

Liam Gallagher, cronaca del concerto di apertura al Festival Collisioni di Barolo

Arriva nelle Langhe il tour mondiale dell’ex leader degli Oasis: tra storici successi e nuove canzoni del suo secondo album da solista, il più giovane dei fratelli Gallagher ha anche dedicato al pubblico italiano una versione speciale di Wonderwall
di Valentina Clemente




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Microfono inclinato verso il basso, braccia dietro la schiena, occhiali da sole, giubbotto in perfetto stile Oasis (già indossato al Festival di Glastonbury lo scorso 29 giugno) e quel particolarissimo timbro di voce, quasi trascinato: Liam Gallagher e il suo inconfondibile carisma british restano immutati al passare del tempo. Anzi, sono tornati, sul palco, ancora più forti rispetto agli Anni Novanta.
 
Tanti successi - vecchi e nuovi - per la prima data del tour


La conferma che il tempo, per il più giovane dei Gallagher, sembra non essere passato, è proprio il concerto di Barolo, una prima volta per il cantautore di Manchester, che inaugura nella cittadina patrimonio dell’Unesco un tour che lo porterà in tutto il mondo. Un piccolo centro che, per una sera, diventa il centro di quel brit pop, intramontabile, che ha animato le scene musicali di un periodo che difficilmente può essere dimenticato. Lo aspettavano da tempo questo concerto, i suoi fan. Che conoscono ogni nota di ciascuna canzone, comprese quelle dei singoli Shockwave e The River, brani del nuovo album Why me? Why Not,  annunciato il 12 giugno e in uscita il 20 settembre. E che arriva dopo due anni di silenzio che seguirono l’uscita del suo primo fortunato debutto da solista con il disco As You Were del 2017. È inutile, però: quando Liam canta i vecchi successi, proprio quelli di una band di nome Oasis, come lui spesso la definisce durante il suo concerto, la musica prende un’altra strada. Da Rock’n Roll Star a Morning Glory, passando per Slide Away e Roll with it e Cigarettes & Alcohol, con qualche riferimento alle nuove canzoni, che descrivono al meglio il suo stile, che non cambia mai.

La dedica al pubblico italiano


La magia del concerto, però, diventa estremamente forte quando si sentono le prime note di Wonderwall, successo targato Oasis, pubblicato nel 1995. Ed è proprio in quel momento che, ancora una volta, Liam Gallagher stupisce i suoi fan, con una versione-dedica: “There are many things that I’d like to say to you but…I don’t speak Italian", dice guardando i presenti che, quasi increduli, continuano a cantare. E lo continuano a fare anche quando, dopo una brevissima pausa e il timore che il concerto si fosse già concluso, Liam e la sua band si ripresentano sul palco per la conclusione, in bellezza, della serata: tocca alle note di Champagne Supernova salutare e dare l’appuntamento al prossimo concerto. Con la stessa magia, lo stesso carisma e lo stesso rock ‘n roll di stampo Oasis che, nonostante il tempo, fanno di Liam Gallagher un riferimento, musicale, per tante generazioni. Passate e future. Definitely (maybe).

La scaletta del concerto


Manchester City Champions Chant
Fuckin' in the Bushes (Oasis song)
Rock 'n' Roll Star (Oasis song)
Morning Glory (Oasis song)
Wall of Glass
Greedy Soul
For What It's Worth
Shockwave
Columbia (Oasis song)
Slide Away (Oasis song)
Roll With It (Oasis song)
Bold
Universal Gleam
The River (Live Debut)
Cigarettes & Alcohol (Oasis song)
Wonderwall (Oasis song)
Supersonic (Oasis song)
Champagne Supernova (Oasis song)

(SkyTg24.it)

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Liam Gallagher sa come alleviare la nostalgia

di Cristina Torti



Our Kid arriva sul palco con occhiali da sole e parka a quadrettoni, lo stesso con cui pochi giorni fa è salito sul Pyramid Stage del Glastonbury Festival di fronte a qualcosa come centocinquantamila spettatori. Come sempre asciutto, non esattamente empatico, ma con un carisma invidiabile ed una voce inconfondibile attacca con Rock & Roll Star (e la sudatissima ed iperaccalcata folla di fan non aspettava altro). In fondo al palco, del resto, campeggia l’ormai immancabile scritta “rock & roll” che Liam abbraccia e riabbraccia durante tutto il live. In scia arriva Morning Glory, un altro evergreen della band più uncorrect d’Inghilterra. D'altronde, quando hai fatto parte di una band come gli Oasis, implosa sotto il peso di una guerra fratricida, hai due scelte: quella di portare avanti il baluardo della tua storia oppure quella di cambiare del tutto direzione. Liam ha scelto la prima e porta sul palco una versione 2.0 degli Oasis, senza Noel, sì, ma comunque fedele all’originale. E gli riesce bene, dannatamente bene: è quello che vuole il suo pubblico ma è anche quello che vuole lui e proprio come allora si lascia andare a quel gioco di mosse e sguardi che tre decadi fa lo hanno reso l’uomo più influente del rock inglese anni novanta.
Wall of Glass, Greedy Soul, Bold, For What It’s Worth arrivano una dietro l’altra per poi lasciare spazio al riff alla T-Rex di Shockwave (settimo pezzo in scaletta). “It’s coming round like a shockwave”, canta Liam nel primo singolo estratto dal nuovo album in uscita il 20 settembre a cui seguirà un altro tour in giro per l’Europa che farà tappa in Italia in inverno per due date (il 15 febbraio al Palazzo dello Sport di Roma e il 16 al Mediolanum Forum di Milano). «C’è qualcuno di Manchester, il centro dell’Universo?», chiede a quelle che definisce più volte beautiful people. I settemila rispondono con “Liam! Liam!” che risuona nella piazza piemontese con una potenza degna di una finale tra il City e lo United. Perché si tolga gli occhiali da sole deve calare il buio che arriva su Columbia. Un’ora e mezza di live, diciasette brani in scaletta di cui ben dieci tratti dal repertorio dei classici degli Oasis e il finale ne vede ben cinque di fila (Cigarettes & Alcohol, Wonderwall, Supersonic, Lyla e Champagne Supernova) che arrivano come fosse un antidoto alla nostalgia da Oasis. E funziona. Eccome se funziona.

Source: HeyJude Magazine

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