domenica 10 luglio 2016

Noel Gallagher: "Il rock 'n' roll? Morto e sepolto. Il rock invece vive. Ecco come Ryan Adams mi ha fatto cambiare Wonderwall"

Noel Gallagher e Ryan Adams sono buoni amici da oltre dieci anni. Nel 2004 la cover di Wonderwall che Adams presentò gli fece vincere un Grammy Award e a quella cover si è ispirato Noel per una "nuova" versione acustica del brano, proposta più volte nei suoi tour dopo lo scioglimento degli Oasis.

Martedì 12 luglio Adams e gli High Flying Birds di Noel saranno sul palco del Meadow Brook Amphitheatre di Rochester Hills, Michigan. 

"La scaletta che seguo è divisa in tre sezioni: il primo terzo è la roba nuova, il secondo terzo è un misto di nuovo e vecchio e poi la terza parte è i vecchi Oasis", spiega Noel, 49 anni, 18 dei quali trascorsi in una delle più grandi band del Regno Unito. "Quindi a seconda di quale sia il tuo gusto c'è qualcosa per tutti".

Intervistato dal Detroit Free Press prima del concerto al Meadow Brook, Noel parla delle sue vecchie hit, di come Ryan Adams gli abbia fatto cambiare il modo di suonare Wonderwall, della sua nuova canzone scritta con Paul Weller per i Monkees e della distinzione che fa tra "rock 'n' roll" e "rock" di oggi.

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Tu e Ryan Adams siete noti per essere ... diciamo così, personalità elettriche. Andate d'accordo?

Tanto d'accordo quanto potresti sperare, sì. Sono sempre andato d'accordo alla grande con lui. Penso che lui potrebbe essere un po' più complicato di me. L'ho visto indossare calzini di colori diversi, sai? No, non so cosa significhi, ma io indosso sempre calzini dello stesso colore, sai? Prendila per quel che può valere. Ma lui mi piace. Quando escono i suoi dischi ci dò sempre un ascolto e possiedo il disco uscito di recente. Assumendo che non ne abbia fatti altri sei nel frattempo, che è quello che fottutamente fa.

Che ne pensi della sua cover di Wonderwall? È l'unica cover di quella canzone di cui ti ho sentito parlare bene.

Ci ha messo dentro la tristezza, la malinconia. Scrissi quella canzone e poi la registrai molto rapidamente. Poi alcuni anni dopo lui ne faceva una versione dal vivo e qualcuno che era lì in quel luogo mi chiamò e mi disse: "Sta facendo questa canzone!". Ci ha messo dentro proprio la malinconia, la tristezza. E devo dire che rimasi sbalordito quando la sentii. Veramente sbalordito. Cazzo, l'ha fatta alla grande.

Ti ha ispirato nel modo in cui ora ti approcci a quella canzone? 

Sì, ho modificato leggermente la melodia proprio per come la cantava lui. Il modo in cui Liam la cantava era fantastico, è la versione del disco e ha cambiato la vita alle persone e bla bla bla, ma quando ho sentito Ryan cantarla l'ho modificata leggermente. Ora è più blues triste, la faccio così per via di Ryan. E per questo lo ringrazio.

Ti senti ancora in grado di investire emotivamente nelle vecchie canzoni? Siamo a 25 anni da alcuni di quei brani. 

Sì, finché va avanti io lo faccio ancora. Perché molte di quelle canzoni furono scritte e registrate molto rapidamente. Quindi non sono mai invecchiate in studio. E, volendo essere brutalmente onesti su molte delle canzoni degli Oasis, a me non piace come sono state registrate. Non avevamo proprio idea di cosa stessimo facendo in studio. Eravamo molto giovani. Quindi tiri ancora fuori parti migliori, capisci? Per me quelle canzoni sono ancora molto vive. Non invecchiano. 
E, onestamente, quando guardi e tra il pubblico vedi un gruppo di ragazzi che non erano neanche nati quando l'hai scritta, e loro hanno preso questo brano e l'hanno portato nelle loro vite, non puoi permetterti di farlo invecchiare. La tua prossima generazione di fan - che sono fottutamente fortunato ad avere, il pubblico continua ad rigenerarsi - sono loro che lo mantengono giovane. Lo ascolti attraverso le loro orecchie per la prima volta. Quindi provi a non perderlo mai di vista.

Che ne pensi dello stato attuale del rock 'n' roll?

Il rock è vivo e scalcia e urla e grida. Il rock 'n' roll è morto e sepolto, tesoro. E c'è una enorme differenza. Vallo a chiedere a Keith Richards. È come se il rock fosse da qualche parte a urlare e gridare in pantaloncini corti. 
Il rock 'n' roll è suonato da vecchi come me e non sono molte le giovani band che sanno fare rock 'n' roll. Sanno fare rock. Sono sicuro che anche Justin Bieber ha una canzone rock. Quando tutte queste pop star attaccano la spina e fingono di suonare una Les Paul (fa una voce acuta, ndr): "Ehi, facciamo rock, amico!".
Rock 'n' roll è il tuo modo di camminare e il tuo modo di parlare e di fumare e il tipo di occhiali che indossi e il tuo taglio di capelli. E il rock è più di un amplificatore Marshall e una bottiglia di jack Daniel's. Anche se il Jack Daniel's aiuta (ride, ndr). 
Qualunque cosa sia artificiosa non è rock 'n' roll, no? Vedi queste mamme che accompagnano i figli e questi hanno l'obbligatoria maglietta del tour del 1972 dei Rolling Stones, che hanno comprato da Gap. Quindi dovremmo adorare i vecchi dischi e quelle cose lì.

Se ci pensi può risultare un po' triste.

Be', sì. Solo quest'anno abbiamo perso Prince, uno dei più grandi. Abbiamo perso Bowie, uno dei più grandi. Abbiamo perso Lemmy, uno dei più grandi. Ti chiedi: ci sarà lo stesso clamore il giorno in cui morirà uno dei Maroon 5? Non penso. Ce ne sono ancora un sacco: Neil Young, Iggy Pop, John Lydon, Paul Weller. Ancora grandiosi. McCartney è ancora grandioso. Di recente ero ad una festa e si è presentato David Gilmour e ha suonato, ed è stato fantastico. È un peccato. Di rado vai in un posto e vedi una band di ventenni di fronte a cui fai: "Wow!". Alcuni di loro indossano gli abiti giusti e suonano di merda. Alcuni di loro suonano bene, ma non indossano i vestiti giusti.

A proposito di Paul Weller, puoi parlarci della canzone che con lui hai scritto per i Monkees, inserita nel loro nuovo album Good Times?

Per quanto possa sembrare bizzarro, è proprio così. Allora, io e Paul Weller siamo amici da oltre 20 anni. Siamo vicini di casa, viviamo l'uno dietro l'angolo dell'altro a Londra. Talvolta ci ritroviamo insieme in studio e cazzeggiamo, scriviamo canzoni. Abbiamo scritto questa canzone intitolata The Birth of an Accidental Hipster (La nascita di un hipster casuale). Non l'abbiamo finita in tempo per inserirla nel disco che stava facendo Paul e poi neanche per il disco che stavo facendo io. Quindi è rimasta lì in uno stato di "semiscritta". Non sapevamo cosa farne. 
Poi un giorno un tizio mi ha mandato una e-mail di punto in bianco e mi ha detto: "I Monkees stanno facendo un nuovo disco, stanno chiedendo alla gente di scrivere canzoni per loro". Io ho pensato: "Chi diavolo è questo tizio? I Monkees? Pensavo fossero tutti morti". Poi mi è capitato di parlarne con Paul Weller e lui mi ha chiesto: "Che ne dici di quella canzone che abbiamo?". Siamo andati ad ascoltarla e ci siamo detti: "Sai che c'è? Suona veramente come qualcosa dei Monkees". Così abbiamo mandato loro un demo e a loro è piaciuto. 

Suppongo che sul tuo curriculum ci sia un bel rigo piccolino: "Ha collaborato ad un disco dei Monkees".

È la cosa più bizzarra che mi sia capitata in vita mia.

Eri fan di questi tizi da ragazzino?

Be', ero fan della trasmissione televisiva e tutta quella roba lì. E Porpoise Song resta uno dei grandi momenti psichedelici di cui si abbia notizia nella storia. È una canzone incredibile. Sai, sentire Mike Nesmith e Mickey menzionare il mio nome in un'intervista per Rolling Stone è stato tipo: "Wow, è fuori di testa! È pazzesco". I Monkees! È pazzesco.


Negli ultimi due anni hai detto che all'orizzonte vedi un termine, che forse tra 10 anni ti stancherai di andare in tour. Operi con un reale orizzonte temporale definito nella tua testa?

Non penso che farei tour tanto per farli. Penso che se ancora stai facendo musica sei obbligato a registrarla e pubblicarla. Perché Dio solo sa ... c'è tanto di quel dolore e sofferenza e barbarie nel mondo che pubblicare musica è ancora un atto rivoluzionario. Dovrebbe essere fatto il più possibile. Quindi finché continuerò a pubblicare canzoni continuerò a farlo.
Se smettessi di scrivere canzoni non sono il tipo di persona che se ne starebbe seduto a casa a pensare: "Oh, mi piacerebbe andare in tour perché è ciò che faccio". Finché avrò degli album andrò ancora in tour.

Fonte: Detroit Free Press - traduzione oasisnotizie

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