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traduzione di frjdoasis2 - riproduzione riservata “Morti, finiti, kaput” dice Liam Gallagher nel mezzo di un’intervista ritardata, già cancellata una volta e che non mi aspettavo né divertente né rivelatoria di qualcosa, data la reputazione di tipo maleducato e difficile da trattare. Un editto implicito recitava: in nessun caso Liam parlerà di Noel, del suo abbandono alla band, del futuro della band o di qualsiasi cosa collegata alla band. Capito? Sarebbe stata un’intervista sui vestiti, sulla passione che ha Liam per gli abiti, la sua nuova linea di abbigliamento Pretty Green, alla quale alcuni hanno ingenuamente additato come causa del furioso abbandono di Noel.
Quando, però, Liam, appena sollecitato, risponde alla domanda su cui si sono angustiati fan e giornalisti musicali, non sono ancora sicuro che la sua reputazione sia interamente giustificata. Prima, tuttavia, in un Liamese appena modificato, ecco la parte che sarà più cara ai fan degli Oasis.
Liam: “Ci siamo sempre divertiti molto [in tour con la band, ndr]. Io mi sono sempre divertito molto” [i suoi occhi luccicano in maniera luciferina].
“Ecco perché per me non è mai stata una grande fatica. Era una gioia ed era sempre un po’ desolante quando finiva il tour. Sai [pausa malinconica, ndr], è stato grande. Ovviamente devi tornare dalla tua tipa e dai tuoi figli e tutto il resto. Niente dura per sempre. Ma non ho mai pensato ‘Oh, cazzo, devo lasciare il tour perché mi sento di merda!’” [Può darsi che si riferisca indirettamente a Noel? Quasi sicuramente] .
Giornalista: “Gli Oasis sono la tua band. È giusto dire che questa [indico un capo della collezione autunno/inverno 2009 della Pretty Green] sia solo una proiezione?” (intendevo “progetto solista”, ma ero agitato. Lui ti inquieta un po’).
Liam. “Be’, gli Oasis non ci sono più. Penso che lo sappiamo tutti. Quindi è andata”.
Giornalista: “Avverti sinceramente che sia così?”
Liam: “Oh, lo so. Senza dubbio. Ed è un peccato, ma così è la vita. Abbiamo fatto un bel percorso. Il fatto degli Oasis è che nessuno … noi abbiamo fatto finire gli Oasis. Nessuno li ha fatti finire a nome nostro. Il che è stato abbastanza … cool (la parola “cool” è pronunciata con veleno). Sto pensando a quale sarà la prossima decisione musicale, ci sto pensando su”.
La collezione di vestiti e scarpe (e altro, ma sarà così per il futuro) della Pretty Green di Liam Gallagher è nata dalla sua mente un giorno di novembre dell’anno passato, a metà del tour, mentre era seduto vicino a una piscina di Los Angeles con Steve Allen, uomo della sua security. Ecco Liam di nuovo: “Abbiamo iniziato a parlare di vestiti, principalmente scarpe. Io ho una fissa per le scarpe e e cose così. E poi ce ne siamo usciti con questa cosa della Pretty Green ... è successo. Abbiamo cominciato a scrivere il nome, abbiamo disegnato qualcosa di simile ad un logo della Paul Smith. Sembrava un po’ scontato, quindi l’abbiamo messo in un cerchio e siamo andati avanti – vada per questa soluzione!”.
A novembre, forse non per una mera coincidenza, erano circolate voci secondo cui Noel aveva intenzione di intraprendere la carriera da solista. Liam (detentore della quota di maggioranza e vertice ultimo della Pretty Green) e Steve (la sua CEO) ultimarono la creazione del logo a bordo piscina e proseguirono nel progetto. Quasi un anno dopo, in questo mese, la Pretty Green presenterà la sua prima collezione, creata dal designer Nick Holland, che opera a Nottingham, ma soggetta interamente all’approvazione di Liam: pare che il nostro abbia rimandato indietro 19 prototipi di t-shirt perché non pesavano il giusto. Liam odia, infatti, le t-shirt pesanti.
Come per gli Oasis, anche per la Pretty Green, il cui logo ricorda la copertina dell’album Rubber Soul, si notano molti riferimenti ai Beatles nei nomi dei vestiti (Lennon, Fool on the Hill).
[… l’intervista prosegue trattando l’argomento Pretty Green]
“Se una cosa mi prende allora continuo a farla fino a quando posso, capisci? Per me vestiti e musica sono la stessissima cosa: farò musica fino al giorno in cui morirò e farò questo fino a quando morirò. Almeno spero”.
[…]
Poi comincia a parlare furiosamente di Noel e dello scioglimento. Vuole aspettare un momento prima di dare la propria versione su quello che è successo tra loro due. Non vuole che la sua “pietra tombale sugli Oasis” venga pronunciata con rabbia e in maniera irrevocabile. Vuole che si depositi la polvere. In ogni caso non va tutto per il peggio, aggiunge, perché Noel può fare le sue cose e io le mie. Premo il pulsante “registra” (sul dittafono, ndr).
Liam: “La gente potrà comprare i suoi dischi. La gente potrà comprare i nostri dischi. Così sono tutti contenti”.
Giornalista: “E forse, col tempo, il rapporto con Noel sarà diverso? Non sarà più tutto incentrato sulla musica e sul management?”.
Liam: “Esatto! Esatto! Be’, quei rapporti sono finiti da un bel po’, amico, ma chissà” .
Liam Gallagher: un commerciante che incute un po’ di timore, sempre teso – assolutamente. Ma anche serio, sensibile, appassionato e, dallo sguardo che volteggia, un uomo a cui manca suo fratello. E poi un produttore di vestiti rock per la gente. L’avreste detto? traduzione di frjdoasis2 - riproduzione riservata
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1 commento:
Davvero una bellissima intervista, si sente la spontanea emozione del giornalista e quella dello stesso Liam.
Grazie, come al solito!
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