lunedì 25 luglio 2022

Corriere della Sera: Arriva Supersonic, il libro in cui gli Oasis si raccontano


Oasis, c’eravamo tanto amati: arriva «Supersonic», l’unico libro autorizzato dalla band

Il «demonio» Liam e il «solitario» Noel tra aneddoti personali e artistici. I Gallagher: «Noi fratelli? Siamo solo parenti»

Comincia tutto in un quartiere popolare appena fuori Manchester, lungo una strada molto trafficata, dentro una casa con le stanze piccolissime e il bagno esterno. I fratelli Noel e Liam Gallagher, cinque anni di differenza e due caratteri che non potrebbero essere più diversi, si trovano a dividere la camera da letto, non senza malumori. Qualche anno dopo, si trovano a dividere anche lo scettro di una delle rock band più famose al mondo, gli Oasis. I loro litigi scandiscono il percorso del gruppo quasi quanto la loro musica, che intanto fa la storia degli anni '90. All’ennesimo mandarsi a quel paese, nel 2009 Noel se ne va, il gruppo si scioglie e lascia i fan nella disperazione, in attesa di una reunion che ancora non si è concretizzata.

Nel 2015, però, i due fratelli, insieme al resto della band, alla madre e a tanti personaggi che ruotavano intorno all’universo-Oasis, si fanno intervistare dall’amico designer Simon Halfon per quello che diventerà il documentario «Supersonic». Ci sono 16 ore di interviste con Noel e 12 con Liam, un materiale ricchissimo che in buona parte non ha trovato posto nel film ed è invece confluito nel libro omonimo, «Supersonic», in uscita in Italia martedì 26 luglio per Baldini+Castoldi (traduzione di Riccardo Vianello, 448 pagine, 20 euro), unico libro autorizzato dalla band, tanto da essere considerato un’autobiografia.

È dalle loro parole in prima persona, caustiche ma spesso esilaranti, unite a quelle di chi li circonda, che viene ricostruita la loro storia, partendo dall’infanzia nei sobborghi di Manchester, fino al culmine del successo, con le due date inglesi a Knebworth Park nel 1996 andate subito sold out.

Liam, definito dalla madre Peggy «un demonio», fin da piccolo ha un’energia incontenibile ed è costantemente alla ricerca di attenzioni. Il fratello maggiore Noel è più tranquillo e passa le giornate in camera con la sua chitarra. «Non saprei dire perché Liam e io siamo così diversi, in fondo abbiamo avuto la stessa infanzia, no? Io sono più solitario — dice Noel —. Se anche dovessi passare qualche anno in prigione, la cosa non mi darebbe il minimo problema». E Liam commenta: «Se uno mi dice che potrebbe tranquillamente andare in prigione, io mi preoccupo. Mi fa paura». «Liam è un maledetto palo nel c… Non basta una sola parola per definire esattamente quando sia una perfetta testa di c...», prosegue poco dopo il fratello.

Entrambi senza peli sulla lingua, entrambi spregiudicati nel volersi prendere tutta la gloria per cui sentono di essere nati, sono però legatissimi alla madre che racconta come sbarcasse il lunario pulendo cinque case al giorno. Fanno i conti con un padre violento che presto esce dalla loro vita: «Le dava sempre a mia madre. Non mi ha mai toccato. A Noel e Paul (il terzo fratello, ndr) le suonava di tanto in tanto, ma a me non mi ha mai toccato», dice Liam.

«Se devo essere sincero, non so quanti padri dei miei amici fossero meglio di lui. Per me tutti i padri erano così», continua Noel che poi sostiene di non aver mai voluto riversare nella musica le cicatrici dell’infanzia: «Se volessi vendicarmi di mio padre, gli darei una mazza da baseball sulla testa. Non sono così poetico da aver fatto una cosa del genere in modo artistico, tramite una canzone».

Dei loro primi anni nella band Noel e Liam parlano senza filtri: ci sono quintali di droga e di alcol, stanze di hotel distrutte e il celebre arresto dopo una rissa scoppiata sulla nave che li portava ad Amsterdam per la prima data all’estero: «Tutto ciò che ricordo è che sembrava una scenetta di Benny Hill, con la polizia che ci inseguiva per tutto il dannato traghetto», rievoca Liam. Sono anni selvaggi: «Spendevamo tutto in alcol, cocaina e droghe assortite. Andavamo a casa di qualche fan oppure in albergo, e facevamo danni ovunque», descrive Noel. «Si chiama divertimento senza preoccuparsi più di tanto del futuro. Vivere il momento. Il rock’n’roll è esattamente questo», sostiene Liam. E se in Giappone i fan impazziscono per loro, negli Stati Uniti è più dura, soprattutto strafatti di metanfetamine. Così un concerto andato storto a Los Angeles porta Noel a un primo, temporaneo allontanamento.

Ma quando i due fratelli si ritrovano in studio, sono delle macchine da guerra: Noel scrive, Liam canta alla perfezione al primo colpo. Con «(What’s the story) morning glory?» inizia la rivalità con i Blur, «uno dei più grandi episodi nella musica pop inglese», dice Noel. E se i rapporti con Damon Albarn, negli anni, sono migliorati, quelli fra i due fratelli restano interrotti: «Io non amo Liam e non lo odio. Siamo semplicemente parenti», taglia corto Noel. Mentre Liam, che della band ha sempre avuto nostalgia, è molto meno gelido: «Prima di tutto è mio fratello. E questa è la cosa più importante».

Barbara Visentin

(Corriere della Sera, 24 luglio 2022)

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