giovedì 17 luglio 2025

Un 17enne progettava un attacco terroristico al concerto degli Oasis a Cardiff


Ha 17 anni il ragazzo che lo scorso 21 giugno è comparso davanti alla corte di giustizia di Westminster con l’accusa di voler pianificare un attacco alla prima data del tour di reunion degli Oasis, andata in scena il 4 luglio al Principality Stadium di Cardiff, come avrebbe detto in alcune chat con degli amici.

Stando a quel che riporta il Times, come scrivono i giornali inglesi, il giovane uomo – il cui nome non può essere menzionato per motivi legali – aveva elogiato Axel Rudakubana, il 17enne che il 29 luglio 2024 a Southport uccise 3 bambine (di 9, 6 e 7 anni) e ferì 10 altre persone tra cui 8 bambini in un workshop dedicato a Taylor Swift. Il 17enne stava punto un piano simile in una scuola di danza vicino a casa sua oltre che allo show della band di Manchester. Per questo motivo avrebbe cercato di procurarsi coltelli di grandi dimensioni inviando foto a un amico e domandandogli: “Funzionerebbe?”. A evitare che dalle parole si passasse ai fatti è stata l’intuizione di uno dei suoi interlocutori su Snapchat, che ha riferito alla polizia le intenzioni del 17enne originario di Cwmbran, nel Galles del Sud, a proposito del concerto dei fratelli Gallagher.

Secondo quanto emerso, il 2 giugno il ragazzino aveva un appuntamento con uno psicologo, dopo che la sua famiglia aveva sollevato delle preoccupazioni, e nel corso della seduta non aveva mancato di elogiare il già citato Rudakubana. L’accusa ha inoltre fatto sapere che l’adolescente ha utilizzato una versione errata del nome di Rudakubana sul proprio account Snapchat e ha fatto ricerche sull’assassino salvandone immagini sul telefono con parole che deridevano le vittime della strage di Southport. Le altre ricerche online, dai coltelli a un manuale di addestramento di Al-Qaeda e una nota relativa a possibili luoghi in cui mettere a segno gli attacchi, lo hanno portato dritto dritto in tribunale con l’accusa di possesso di materiale utile per atti di terrorismo. Ora la palla passa alla corte di giustizia di Crown per la sentenza.

Il tour degli Oasis nel Regno Unito e Irlanda, per i fortunati che sono riusciti a mettere mano sui “carissimi” biglietti, può proseguire in sicurezza. Tra di loro anche Pep Guardiola, allenatore del Manchester City che proprio a Manchester è stato omaggiato dal duo che gli ha dedicato “Don’t Look Back in Anger”: un momento divenuto immediatamente virale anche a causa dell’inaspettata reazione del pubblico.

(Il Fatto Quotidiano) 

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