Intervista a Noel Gallagher realizzata dalla rivista britannica GQ (numero di maggio 2021). Terza e ultima parte della nostra traduzione. (PER LA PRIMA PARTE
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Molta gente contestualizza la fine degli anni '90 con la morte di Diana, Principessa del Galles, la delusione finale del New Labour e Be Here Now.
Sì. E con la terza serie di The Fast Show. Sì, è vero, ecco perché con il documentario sugli Oasis ci siamo fermati al punto più glorioso, perché chi vuole documentare la cazzo di caduta di qualcosa? È come il film di Alan McGee, Creation Stories: nessuno vuole leggere di riabilitazione (post-tossicodipendenza, ndr). Qualunque cosa su quel periodo dovrebbe arrestarsi a Knebworth, perché quello che è divenuto noto come Britpop poi si è intrecciato in qualche modo con la politica e quello ha portato alla guerra e a tutta quella cazzo di cosa. Il fotografo di Manchester Kevin Cummins stava facendo il suo libro e io ho concesso un'intervista per il libro. Mi ha fatto una domanda sul Britpop e sul nazionalismo e io scherzosamente gli ho detto: "Chiedi a Paul Morley e lui ti dirà". Ha fatto così e Paul Morley incolpa letteralmente gli Oasis per il Brexit. Io ho pensato: "Wow. Porca troia! È particolarmente folle, perfino da parte tua. Ma non puoi attribuire molta riflessione a quello che la gente dice".
Con il senno di poi, come vedi il supporto alle industrie creative fornito da Tony Blair e dal New Labour?
Perché il thatcherismo aveva colorato tutte le nostre vite, cosa che era ancora prevalente con John Major, poi arrivò Tony Blair, io lo sentii parlare e pensai – e lo penso ancora oggi – che lui fosse fantastico. È l'ultima persona che per me abbia avuto un qualche senso. la terza via, o la politica centrista, era una cosa nuova. Pensavo: "Cazzo, questa è una cosa davvero intelligente!". Inizia a incontrarlo in varie cerimonie di consegna di premi. John Prescott era un po' un personaggio da fumetto, ma pensavo che il resto di loro non fossero male.
I tuoi pensieri sulla Cool Britannia?
Ho amato gli anni '90 e la maggior parte degli anni '90 sono passati dalla mia cucina. Mi piaceva Damien e Kate Moss era una grande amica. Era un grande periodo, un gran bel momento storico. Nessuno lo ammetterà mai e ogni volta che lo dico viene ripreso dai fottuti membri sbagliati della stampa e stravolto, ma siamo stati tutti bambini della Thatcher, che ci siamo fatti il culo e ci siamo fatti da noi. Questo verrà preso dal Daily Mail, ma quello che intendo è che tutto questo è successo nonostante il thatcherismo. Eravamo tutti disoccupati, prendevamo tutti il sussidio e ci saremmo dovuti accorgere che non avremmo ottenuto nulla e che non ci sarebbe stato regalato nulla, per cui avremmo fatto meglio ad andare a prendercelo, cazzo!
Per me gli anni '90 sono stati un sacco di intellettuali della classe operaia che non erano per niente in sintonia, che approdarono tutti nello stesso momento nella politica, nella musica, nella moda, nella fotografia, nell'arte, nello sport. Sai, il giovane musulmano Prince Naseem fu il più grande pugile che fosse mai vissuto sino a quel momento e si diceva: "Chi cazzo è questo tizio?". Sembrava una cosa della classe operaia. Ecco cosa ho preso da quella cosa. Chiunque incontrassi era sano, più o meno, e tutti gli altri giocatori della partita, come Jarvis (Cocker, ndr), Hirsty (Damien Hirst, ndr), tutti erano dannatamente grandiosi. C'erano anche un sacco di settentrionali, un'altra cosa inusuale: non è più così. Ricordo una di quelle conversazioni alla cocaina alle cinque del mattino, in cui dissi: "Questo cazzo di decennio sarà ricordato come uno dei più grandi" e tutti gli altri mi dicevano: "Nah". All'epoca sentivo che questo gruppo di persone alla fine sarebbe diventato il mainstream. Sentivo che era un momento unico della storia, e ha finito per essere così.
Ora gli anni '90 sono venerati come l'ultimo grande decennio in cui siamo stati liberi, perché Internet non ci aveva schiavizzato tutti e non aveva portato la nevrosi del mondo al punto della fottuta paralisi, in cui non puoi dire o fare o proporre di prendere per il culo qualcuno o essere irriverente verso nulla, nessuna parte della società. Allora, invece, era dannatamente spontaneo. Tutto era spontaneo e su due piedi, in particolare nella mia vita. Non pensavo a nulla. E ora ogni cosa è riflettuta.
L'altra sera stavo vedendo il film di McGee e pensavo: "Questa cosa non accadrà mai più", dato che oggi ci sono troppi fogli di calcolo. All'epoca era: "Pubblicalo, vedi cosa succede e passa alla cosa successiva". Non so che sensazione avessi tu, ma io provavo questo. Voglio dire, guarda tutte le grandi cose iniziate negli anni '90. Sai, le riviste e i cazzo di programmi radiofonici e le cose fisiche che la gente poteva possedere, mentre ora è tutto podcast e fottuto Netflix.
Uno dei pochi libri sul periodo è The Last Party di John Harris, che, pur essendo piuttosto comprensivo, è continuamente negativo.
Sì, ma lui è un coglione. Dice che è orribile perché lui è un nerd che non ne è mai stato coinvolto. ne ha scritto, ma non ne ha mai fatto parte. Non è mai venuto a casa mia. Non era amico di nessuno. Odiava gli Oasis perché gli Oasis divennero popolari. E odiava me perché accettai di andare al numero 10 (di Downing Street, ndr) perché la sua cazzo di mamma e il suo papà erano fottuti socialisti e lui non fu invitato. Fine della storia. E Paul Morley è lo stesso.
La gente ha sempre detto che gli anni '90 furono un eco degli anni '60, ma quell'eco è piuttosto forte.
Guardiamo Top Of The Pops ogni finesettimana a casa mia, dato che non c'è un cazzo alla tele, e ora siamo arrivati agli anni '90. Mia moglie diceva, e non ricordo quale artista fosse, ma durante la trasmissione, "ci sono molti artisti gay e uomini e donne nere". Voglio dire, tutti erano ben rappresentati negli anni '90, quindi cosa è successo per arrivare a una situazione in cui ora nessuno è rappresentato o la percezione è che ormai nessuno sia rappresentato? Torna agli anni '90 e tutti erano rappresentati a pieno e senza pensarci su. Nessuno compilava delle quote.
È anche l'ultimo decennio analogico.
C'è una ripresa fantastica di Knebworth, fatta da Jill Furmanovsky dal retro del palco. Il palco è vuoto, i Prodigy stanno suonanto e Keith (Flint, ndr) è andato in mezzo al pubblico con un microfono per fare Firestarter. E ricordo perfettamente il momento. Era andato di fronte a 125mila persone e lo si riesce a vedere perché è l'unica persona con i capelli verdi. La cosa più significativa, però, è che non c'è una singola persona che abbia in mano un telefono. C'è solo la band nel momento con la gente. Questo è davvero significativo, perché ora quando vedi Glastonbury sono tutte stupide fottute bandiere e telefoni e gente che prova a catturare merdate ora per condividerle con qualcuno, ma negli anni '90 dovevi essere lì.
Qual è stato il momento più euforico degli anni '90?
Non sono proprio il tipo di persona che diventa emotivamente euforico sulle cose. Ci sono stati momenti in cui sono stato colto alla sprovvista, come quando abbiamo fatto il tutto esaurito alla Sheffield Arena, perché appena quattro mesi prima eravamo in una cazzo di sala prove. Per la maggior parte di quel periodo sono stato in una bolla. Scrivevo e scrivevo ed ecco perché nell'iniziale esplosione dal 1993 al 1997 avevo così tante canzoni dannatamente grandiose, perché ci dedicavo la vita. E poi dopo mi sono dedicato a spendere e a sniffare.
Nelle prime dieci posizioni del canone rock, in che posizione sono gli Oasis? Prime cinque?
Di solito li collocavo sempre ad una solida posizione numero sette, la band e tutta la sua gloria. Una sera sul tour bus me ne sono uscito con questa lista: Beatles, Jam, Sex Pistols, Smiths, Happy Mondays e Stone Roses vanno insieme, poi gli Stones e poi noi.
E quanto è bello (What’s The Story) Morning Glory?
Quel disco mi fa piegare. Erano solo dei demo. Non avevo neanche finito il cazzo di disco quando siamo entrati in studio. Ecco perché la metà di quelle canzoni sul disco hanno un verso e un ritornello, perché facevo: "Fanculo! Lo farò quando arrivo lì". Ovviamente non l'ho mai fatto. Preferisco Definitely Maybe, perché per me quello è gli Oasis. ma Morning Glory, voglio dire, è una cosa incredibile. Non so dove lo metterei, ma lo metterei lì alla pari con gli altri. Viene continuamente inserito nella top due di tutti i tempi, quindi non lo contesto.
Odi ancora Be Here Now?
Me ne sono innamorato un po' di più negli ultimi anni, ma quando penso a quel disco penso all'occasione che ho sciupato per cementarla, cazzo, per mandare la nostra eredità nella stratosfera. Nei due album precedenti avevo dedicato la mia vita a quelle canzoni e a farle per bene. E all'epoca di Be Here Now ero diventato piuttosto ricco e facevo fatica. All'epoca non l'avrei mai ammesso, probabilmente all'epoca non me ne rendevo neanche conto, ma quando la luce del mondo musicale sta splendendo da qualche altra parte e tu sei, per così dire, nell'ombra, a scrivere quelle grandi canzoni, io preferisco quello, ma quando la luce splende su di te e tutti aspettano quello che farai, io mi sono trovato un po' sballottato.
Me la spassavo alla grande con le droghe e la composizione di canzoni divenne una cosa secondaria. Ricordo che facevo i demo e poi li portavo in studio e li facevo ascoltare a tutti. Mi aspettavo che mi dicessero: "Sì, vanno bene", ma tutti impazzivano e mi dicevano: "Porca troia! Sono incredibili!". E onestamente ricordo di essere tornato da un incontro e di aver pensato: "Non può essere così facile. Non ho fatto praticamente un cazzo per questo disco!". Me ne andavo letteralmente in vacanza e non ci mettevo proprio molto impegno né dedicavo troppo tempo alla cosa. E ora tutti mi dicevano che sarebbe stato più grande di Morning Glory. Pensavo: "Amico, se è così facile, sono nei guai". Non mi piace nessuna delle mie parti di chitarra su quel disco. So che i testi sono una sega. Voglio dire, il mio ego aveva tirato fuori il meglio di me, penso. "Sì. Fanculo! Questo basterà". Mi aspettavo che qualcuno mi dicesse: "Sì, va bene, ma magari vorrai andare a ultimarli".
Quando tornai in Inghilterra, però, tutti mi dicevano che era la cosa migliore che avessi fatto e io pensavo: "Porca puttana! Forse è così". Per riprendermi da quell'episodio legato alla composizione delle canzoni mi ci è volto molto, fino al 2000 inoltrato, perché giravo in tondo e mi sforzavo dannatamente troppo. Alcune canzoni erano diventate un po' una parodia. Per esempio, Little By Little era grandiosa, ma non mi piace molto com'è stata registrata.
Infine, quel decennio sarebbe accaduto senza le droghe?
Erano importanti? No. Erano uno spasso? Sì. Avevano tutti abbastanza soldi da potersi permettere di comprare molte droghe? Sì. E non sto parlando solo della mia cerchia di persone. Penso che forse sarebbe accaduto comunque, anche senza le droghe. Sì, cioè la cocaina, che è quello di cui stiamo parlando qui ...
Voglio dire, il decennio è iniziato bene, con tutti che prendevano ecstasy.
Sì. Porca troia! Che droga! Se fosse successo negli anni '90, sarebbe stato un po' più ritmato. La cocaina non è la droga più creativa del mondo. E di nuovo, non è come Internet. Fa venire la nevrosi. E parli a cazzo. Voglio dire, la ragione per cui ci ho dato un taglio è che ne avevo abbastanza di conversare delle piramidi e del fottuto questo o quello alle 5 del mattino. Ogni cosa che abbia fatto sotto l'uso di cocaina andrebbe rifatto. Be Here Now fu scritto, registrato ed eseguito sotto effetto di cocaina e se hai assunto quella roba ... Incontro tanti ragazzi e ho firmato tanti autografi e mi parlano sempre di questo album. E io faccio: "Se lo ami, ottimo, cazzo!". Posso solo avere una mia opinione e basta.
Source: GQ UK
traduzione di oasisnotizie - Fine parte 3 di 3
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