martedì 4 maggio 2021

Noel Gallagher a GQ: "Con gli Oasis ero pavido, ora sono un artista, ma non ho mai odiato gli Oasis e ne vado fiero"

Intervista a Noel Gallagher realizzata dalla rivista britannica GQ (numero di maggio 2021). Seconda parte della nostra traduzione. (PER LA PRIMA PARTE CLICCA QUI)

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Come prendi le critiche? Essendo stato sempre un cantautore autonomo, i produttori sono le uniche persone che ora ascolti? 

Di solito non ascoltavo mai nessuno quando ero negli Oasis, per via del marchio e per via della band. Ricordo che quando abbiamo fatto Standing On The Shoulder Of Giants con Spike Stent, c'era una drum machine nella stanza di controllo. E dissi: "Spike, di quella non hai bisogno. Crea più problemi che benefici". Non ho mai visto una persona così pavida in vita mia (parla di sé, ndr), ma una volta uscito da quella cosa, mi sono aperto a tutto. Ho co-composto circa sei canzoni nel periodo di quarantena con persone con cui ai vecchi tempi non avrei mai avuto a che fare. Penso sia dovuto al fatto che ora sono completamente soddisfatto di come gli Oasis ora si collochino e di quale sia l'eredità, perché quella cosa ce l'ho sempre. E nel peggiore dei casi se finisco per fare qualcosa che la gente vuole che io faccia, cioè tutte le canzoni degli Oasis, e ne tiro fuori una gran bella vita, sarebbe dannatamente fantastico e darà molta gioia alle persone. Come artista, però, non voglio quella cosa. Perché ho appena accettato che in realtà sono un artista.


Perché ci è voluto tanto?

Perché non era il tipo di cosa che diresti nelle case popolari. Io ero sempre il tizio delle case popolari con la chitarra, che sapeva suonare She Loves You. 

Ma quella è una cosa di anni fa.

Sì, certo, ma quando ero negli Oasis, se qualcuno mi diceva che ero un artista, io quella cosa la liquidavo sempre. Quando ho fatto Who Built The Moon? e spiegavo che sono entrato in studio senza niente e ho subito registrato e che quello significa essere un artista ... ho pensato: "Porca troia! Farei meglio a comprarmi una sciarpa, allora, e un cazzo di cappello!". Quindi solo di recente ho accettato questa cosa ed è una cosa avvincente essere in grado di farlo. 

Com'è stato cominciare come solista? Il pubblico si aspettava che tu avresti suonato le canzoni degli Oasis?

È stato difficile. E più è piccolo il concerto, più riesci a sentire, più senti il tizio che grida: "Dov'è Liam?" o cos'altro. Quando fai i concerti nei grandi luoghi chiusi, però, sei sovrastato da 16mila persone, guardi la scaletta e pensi: "Be', è solo qualcosa entro cui devi procedere", perché definirà il modo in cui andrai avanti". Nei primi tempi degli  High Flying Birds c'erano un sacco di macchine urlatrici. Sai, il tizio che fa: "Sei il tipo che scriveva le canzoni, perché cazzo non le canti?". 

Hai mai capitolato? 

No. La lista delle canzoni degli Oasis si  fatta più corta man mano che si è andati avanti. Ho iniziato suonando le canzoni degli Oasis, perché avevo un solo album. Quindi facevo 21 canzoni e metà di queste erano degli Oasis, ma metà di questa metà erano lati B. Andando avanti, ho avuto più roba da solista. Le canzoni degli Oasis sono diventate sempre meno. Ora ho trovato la formula. Quando faccio i concerti suono quello che voglio suonare, ma quando vado ai festival rigiro la cosa, perché non è il mio pubblico. La scaletta che ho fatto per Glastonbury, dove avrei dovuto suonare ma non ho suonato (a causa della pandemia, ndr), era piena di Oasis. 

Ti ho visto quando hai suonato allo stadio di Twickenham con gli U2 per il tour di The Joshua Tree qualche anno fa. Come stato fare da supporto a loro?

Mi è piaciuto tanto. È un pubblico più anziano, quindi non ci sono molte persone che urlano dannatamente.

Come sono cambiate le tue ambizioni da quando sei diventato un solista?

Non sono sicuro di averne molte altre. Le cose che avrei voluto raggiungere le raggiungerò ora, cioè un album al primo posto negli Stati Uniti.

Perché dici questo?

Perché non ho firmato per una major e non voglio firmare per una major. Ogni volta che pubblico un disco, devo fare delle licenze diverse per varie etichette indie in America, il che è una rottura di palle. E probabilmente mi sto pure svendendo un po'. Ricevo sempre offerte dalle major, ma non mi interessano, perché loro vogliono farti fare musica degli Oasis e basta. Vogliono che tu sia una versione di quello che è popolare. Scusate, ma l'ho già fatto e non voglio farlo. Voglio che questa ragazza francese parli in fottuto francese nel mezzo della sessione di registrazione di questo disco. Se facessi il disco per una major, vorrebbero che lo cambiassi e probabilmente potrei cavarmela perché sono pur sempre io, ma non voglio entrare in conflitto con nessuno.

Di cosa vai più fiero nella tua carriera?

Nel complesso, direi che la cosa di cui vado più fiero sono gli Oasis, perché significano così tanto per la gente e hanno continuato a significare così tanto che a volte ancora mi gratto la testa (mentre rifletto) su questa cosa. Quando abbiamo fatto il documentario Supersonic, è arrivata un'altra generazione di fan e l'altra faccia della medaglia di questo è che hanno una loro specifica versione degli Oasis che vogliono. Io non posso dargliela e c'è un pochino di tira e molla con questa cosa, ma è divenuta una cosa simile completamente per caso. Mi piacerebbe dire che era tutto un disegno mio, ma non è stato così. 

Mi piace tantissimo l'eredità della band. La amerei anche se non avessi scritto io tutte le canzoni. Inizialmente, quando una band si scioglie, tutti dicono cose stupide di cui presto finisci per pentirti, ma non penso di aver mai espresso odio per gli Oasis. C'è ancora una sorta di conflitto con alcune parti della fanbase, ma a parte quello lo amo dannatamente. Lo amo letteralmente. È una cosa globale. Non avrei potuto chiedere di più come cantautore. 

Source: GQ UK
traduzione di oasisnotizie - Fine parte 2 di 3

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