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giovedì 3 ottobre 2024

Mao racconta: "Quando aprimmo agli Oasis al Palalido. Quell'odore di Marmite ..."


Sul numero 393 (ottobre 2024) della rivista Rumore, il cantautore Mao, 53 anni, ha raccontato un piccolo aneddoto sugli Oasis e Noel Gallagher.

Al centro della cronaca recente c’è la reunion degli Oasis, dei quali in quegli anni apriste una data (con i Mao e la Rivoluzione). Come andò? Riuscisti a incontrarli?

"Era il 29 marzo del 1996 al Palalido di Milano. Avevamo già firmato con la Mescal, che stava valutando se farci uscire con la Polygram, all’epoca guidata da Stefano Senardi, o con  la Virgin. 

Valerio Soave, manager della Mescal, deve aver pensato che aprire il concerto degli Oasis fosse una bella vetrina per presentare il suo nuovo gruppo, e così siamo finiti a suonare sul palco della band di Manchester, per la quale andavo pazzo. Passai tutto il pomeriggio a sentire Noel che provava riff di chitarra, mentre il resto della band non salì sul palco per il soundcheck, solo per il concerto. 

Mi aggiro per il backstage, avvolto dall’aroma delle cose che si mangiano gli inglesi, come la Marmite, quando vengo fermato dal mio manager, che vuole presentarmi una persona: era Noel Gallagher. Giusto il tempo di stringersi la mano, 'Hi Noel, nice to meet you', poi del concerto non ricordo quasi nulla".

Source: Rumore di ottobre 2024

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sabato 24 febbraio 2024

Liam Gallagher racconta il disco con John Squire: "Mother Nature's Song è bellissima. Non sniffo più, ora ho una missione"

La nostra traduzione in italiano della nuova intervista concessa da Liam Gallagher alla rivista irlandese Hot Press

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Il sedicenne Liam starà pensando, dodici volte al giorno, "Porca troia! Come è successo questo?"

Per niente, amico. So che cosa stai dicendo. Sono molto eccitato di fare musica con John Squire, giusto? È un grande autore e uno dei miei idoli di sicuro, ma non ho più sedici anni, no? Se avessi sedici anni, di sicuro, ma ne ho cinquantuno e vorrei pensare che sono cresciuto un po'! Sono sicuramente in fermento e sono contento di sentirlo fare musica di nuovo. Lo intendo dal profondo del cuore. Non lo dico tanto per martellare sul punto, per me lui è il più grande chitarrista della sua generazione in questo paese e nel mondo. Sono davvero molto contento che non abbiamo fatto solo questo disco, ma saremo anche sullo stesso palco a spaccare.

Sei consapevole del fatto che ti esibirai al  3Olympia di Dublino il 16 marzo, alla vigilia del giorno di San Patrizio con tutta la follia che questo comporta?

Amico, non faccio più quelle cose. Ora quando sono in tour non sono più un grande bevitore, devo comportarmi bene. Posso infilarci una cosetta sfacciata e cose così, ma dovrò fare attenzione, cazzo, perché le ruote possono venire via molto velocemente! Sarò in fermento, però, per la folla che è sempre matta a Dublino. Non hanno bisogno di nessun cazzo di incoraggiamento da me!

I programmi per l'album sono nati Knebworth. Hai preso come una cosa naturale il fatto che John sarebbe venuto di nuovo a suonare Champagne Supernova per te?

Assolutamente no, amico, non sono così presuntuoso da dare per scontata una cosa del genere. Penso che quello che è accaduto è che qualcuno che lavora con me ha contattato qualcuno che lavora con lui. Penso di non averglielo neanche chiesto la prima volta. Qualcuno ha detto che John era disponibile a venire e io ho fatto: "Figo, amico, fantastico, cazzo!". 

Quindi non c'è stato qualcuno che ha bussato alla porta del camerino di Knebworth per dirti: "C'è John Squire nel parcheggio con la sua chitarra"?

No, non si è semplicemente presentato in giornata! Qualcuno ha detto che era disponibile e io ho pensato: "Be', anche io sono disponibile, cazzo!". È venuto e ha provato con noi per un giorno o due - non che abbia bisogno di provare, ma per vedere la band e cose così. Abbiamo iniziato a parlare della vita - sai, "cosa mi racconti? E bla ba bla", "bella giacca, dove l'hai presa?", quel tipo di cosa. Non mi interessava chiedere dei Roses perché so che fanno un po' i preziosi e non voglio fare il ficcanaso sulle band degli altri e cose così. Comunque gli ho chiesto: "Cosa mi racconti?" E lui mi ha risposto: "Ho scritto delle canzoni". Gli ho domandato: "Chi le canterà?" E mi fa: "Be', eccoci, sei disponibile a cantarle?" E io ho fatto: "Sì, a condizione che ci siano molte chitarre sulle canzoni e che le scriva tu le cazzo di canzoni, perché io non faccio niente. Devo andare a sottopormi a un'operazione".

Ho sentito che sei stato fuori dai giochi per un po'. Ora stai bene?

Sì, avrei dovuto prendermi un intero anno di pausa dopo questa operazione al bacino. Non riuscivo a camminare e cose così (a causa dell'artrite, ndr). Quello era il programma, ma poi John ha mandato queste canzoni e lo ha rovinati, cazzo. 

L'ultima volta in cui abbiamo parlato avevi fatto 15mila metri e speravi di fare una maratona piena. Ora quella cosa è andata in fumo?

Non riesco più a correre, ma riesco ad andare in mountain bike, quindi faccio molta bicicletta e un po' di pugilato.

Prima di continuare, c'è qualcosa su cui ho bisogno di conferma. John è uno zozzo Red (Devil), no?

Sì, è uno zozzo Red (Devil), nessuna scappatoia su questo.

E hai visto la varietà di merchandise dello United che ha fatto?

Sì, potrei fargli fare qualcosa per noi e dirgli: "Togli quel cazzo di gagliardetto!"

Quando vi siete incontrati per la prima volta tu e John?

I Roses registravano Second Coming ai Rockfield e noi registravamo Definitely Maybe a Monnow Valley e quei due studi distano circa due miglia e sono di proprietà di due fratelli. E non penso che loro si parlassero. Stavamo andando al pub di mattina - penso che ci fosse Phil Smith, che faceva il roadie per gli Stone Roses. Ian e John uscivano da Boots o qualcosa del genere e andammo a incontrarli sulla strada principale, abbiamo detto "ciao", tutto qui. Mark Coyle, che ha registrato Definitely Maybe, abitava nella vecchia casa di Mani, quindi conoscevamo persone che li conoscevano e loro conoscevano persone che ci conoscevano e roba così. 

Mi hai raccontato prima di come vedere i Roses a un concerto benefico all'International 2 di Manchester nel 1988 ti abbia cambiato la vita.

Ho dovuto chiedere dieci sterline a mia madre. Le ho detto: "Devo andare a vedere questa band. È importante. Sarà una cosa unica, sarà una cosa che mi cambierà la vita". Lei mi ha fatto: "Quando li riavrò?", ma me li ha dati. Ero con un mio amico e fuori c'era un bagarino che vendeva biglietti a dieci sterline l'uno. L'ho fatto scendere a cinque sterline, così sarei riuscito a prendere un paio di drink, sono entrato e non ricordo molto del concerto, a parte Ian Brown che arriva all'inizio con queste campane e fa I Wanna Be Adored. La cosa buffa è che quando mia madre e mio padre si incontrarono  lì quel posto si chiamava The Carousel. Ho avuto la mia epifania in quella stessa pista da ballo. Bizzarro, no?

Immagino che i Roses a Spike Island sia stato un altro momento da "eureka!".

Spike Island era la grande adunata, ma noi eravamo fuori di melone allora, non ascoltavamo la musica, facevamo solo: "wahaaaaaaay!". Il momento clou per me è stato il concerto dei Roses all'Empress Ballroom di Blackpool, quando siamo rimasti chiusi dentro e tutto quello.

Sei mai stato in scaletta insieme a John?

Gli Oasis e i Roses? No, ma i Seahorses ci hanno fatto da gruppo spalla in Europa. Erano una band eccezionale.

Che, come i Beady Eye, erano verso un punto di non ritorno, provavano a venire dopo a una cosa accaduta subito prima.

Sì, i Seahorses erano una band eccezionale e i Beady Eye erano una band eccezionale. Penso che la gente faticasse con i nomi. Se i Roses avessero fatto uscire quell'album (Do It Yourself, l'unico album dei Seahorses, ndr) sarebbe stato salutato come dannatamente grandioso. Se gli Oasis avessero pubblicato alcune delle canzoni dei Beady Eye, stessa cosa. In fin dei conti era meglio di quello che tutti gli altri stronzetti facevano nello stesso periodo, quindi mi va bene. 

Tornando al 2022, cosa è accaduto dopo che le acque di Knebworth si sono calmate?

John mi ha mandato un paio di demo con queste parti vocali multitraccia, perché lui non ama la propria voce. Non riuscivo a capire la sua pronuncia, ma ho colto la melodia - era solo chitarra, di cui io ero ossessionato. Ho detto: "Senti, puoi mandare le parole, così riesco a scegliere dei pezzetti?". Me le ha mandate e ho pensato: "Porca troia, queste sono proprio belle!". Prima di rendermene conto ne ha mandata un'altra, poi un'altra. Sono andato a casa sua a Macclesfield - ha un piccolo studio lì - ed è stato allora che le canzoni hanno davvero iniziato a prendere forma.

Poi sei andato in tour con C'mon You Know, ma sei riuscito a ricongiungerti con John a Los Angeles

Ero tornato dal Giappone e avevo un'infezione polmonare presa sugli aerei e tutta quella roba. Mi frego sempre su quei voli - l'aria condizionata mi ammazza. Ho trascorso una settimana riposandomi e rimettendo a posto le vie respiratorie e poi ho trascorso tre settimane in studio a fare la registrazione.

È stato proprio veloce.

Io non cazzeggio! Non ascoltare cosa dice il fratellone sui giornali di me, che sono pigro, amico. Io non perdo tempo e Squire non perde tempo e Greg Kurstin, il produttore, non perde tempo.

In precedenza Greg ha lavorato ai tuoi album da solista e con gente come Adele, Paul McCartney e Harry Styles. 

La cosa di Greg è che sa suonare anche gli strumenti - è bravissimo alla batteria, al basso e al pianoforte. Non hai proprio bisogno di essere lì con una band, chiaro? Inoltre tutta la sua strumentazione è proprio figa e funziona. Sei in uno di quegli studi e pensi: "Tiriamo fuori il mellotron!", per poi sentirti dire: "Il tizio che ne capisce è in vacanza a Benidorm e non tornerà prima della prossima settimana". Tutti quei giorni in cui eri seduto in studio a bere e sniffare la cazzo di cocaina e andare fuori di melone sono finiti, amico. Il tempo è denaro. Devi fare le cose. 

È il vecchio mantra: entra lì, fai il danno ed esci prima che qualcuno se ne accorga.

Esattamente. Più invecchi, più la cosa ha i caratteri di una missione. Quando sei giovane ti trastulli per giorni, settimane e mesi. Non più, cazzo.

"Avresti dovuto scoparmi quando ne avevi la possibilità", verso di One Day At A Time, urla "verso di Liam Gallagher", ma in realtà è del signor Squire. 

Sì, lui ha scritto tutte le parole e fatto tutte le canzoni. È un autore migliore di me, amico. A volte devi prendere un sedile posteriore. Mi sento molto più a mio agio a cantare che a dovermi preoccupare dei testi. Io scrivo canzoni a denti stretti. Avevo sempre Noel che lo faceva per noi. Sono un autore part-time, ma, per tornare a quel verso, mi piace cantare "avresti dovuto scoparmi quando ne avevi la possibilità", di sicuro. 

Una delle mie canzoni preferite dell'album è One Day At A Time, che comprende l'ugualmente irriverente verso "Grazie per i tuoi pensieri e le tue preghiere ... e vaffanculo pure a te!".

(ride, ndr) Non sono gli U2, la band ... (la pronuncia inglese di U2 è uguale a quella di you too, "pure a te", ndr)

Hai avuto modo di vedere l'one man show di Bono?

No, non vado ai concerti, amico. A meno che non sia io a cantare, me ne sto a casa. Si chiama "compiere cinquant'anni"! 

Hai fatto anche un discorso per il cinquantesimo compleanno?

No, amico, no. Siamo ancora qui. Ho un aspetto piuttosto decente e speriamo di continuare a lungo, cazzo, a vivere e a respirare.

Sembra anche che tu te la stia spassando su I'm a Wheel, che è una canzone blues sporca e scabrosa. 

Non so molto di blues a parte la squadra di calcio (i blues del Chelsea, ndr), ma non ho mai cantato qualcosa di simile in passato. Non ho pensato: "Porca troia, non so fare questo", però. Semplicemente ci sono entrato dentro a tutto gas e l'ho azzeccata in pieno.

Mi ricorda Mick e Keith che ci danno dentro in The Rolling Stones Blues in Hackney Diamonds. 

Ah sì? Non ascolto niente di successivo ai cazzo di anni '60 e '70.

Hai detto di recente che il brano di chiusura dell'album, Mother Nature's Song, ti ha fatto piangere - e posso capire perché. Intendo: il cazzo di lavoro di chitarra ...

Le melodie e la voce e il sentimento della canzone ... è bellissima.

L'unica parola per il riff all'inizio di Just Another Rainbow è "biblico!" Cosa ti è passato per la testa quando l'hai ascoltato per la prima volta?

Per me quel riff di chitarra è come una chiamata alle armi. È come essere sulla luna e piantare la tua bandiera: "Bene, siamo qui!". Anche il testo ... Immagino che sia la canzone con cui apriremo i concerti. Non vedo l'ora di cominciare a provare tra qualche settimana.

Quando sarai in tour in Europa e negli States viaggerai con il tuo adorabile passaporto irlandese mentre John sarà bloccato in coda con trecento altri britannici?

Non ce l'ho, amico. Devo procurarmelo. Continuo a minacciarlo, ma non ne ho ancora trovato il tempo. Quindi sarò bloccato in coda come una ciambella.

Fai richiesta ora e lo avrai in tempo per l'inizio del tour.

D'accordo, dolcezza! 

Infine cosa direbbe il maturo, casalingo, mite 51enne Liam Gallagher all'adolescente che negli anni '80 è rimasto a bocca aperta di fronte a John Squire e al resto dei Roses?

Non prenderti troppo sul serio, amico. Divertiti, prova a fare la cosa tua. Non stiamo curando il cancro, stiamo solo facendo musica. E non essere neanche troppo duro con te stesso.

Source: Hot Press Magazine, Dublino - traduzione di oasisnotizie - foto di Tom Oxley

(Continua con l'intervista a John Squire, nei nostri prossimi post)

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giovedì 22 febbraio 2024

Liam Gallagher racconta: "Io e l'album con John Squire, il mio eroe chitarristico. Mai stato così meglio dopo gli Oasis"

ROCK&FOLK: Torniamo agli inizi: come vi siete conosciuti?

Liam Gallagher: Stranamente in Galles. Fu quando gli Oasis stavano realizzando Definitely Maybe e gli Stone Roses stavano realizzando Second Coming in un posto chiamato Monmouth. C'erano due monolocali. I Roses erano negli studi di Rockfield e noi in quelli di Monnow Valley. Stavamo andando al pub e abbiamo visto John e Ian (Brown) uscire da un negozio e abbiamo parlato per un po'. Una volta siamo saliti di nascosto su un trattore e siamo sgattaiolati fuori ad ascoltare cosa stessero facendo. E qualcuno ha aperto una cazzo di porta e ci ha sorpreso. Ci hanno detto: "Ma perché non siete entrati?", e siamo rimasti a parlare per venti minuti. Più tardi Mani (il bassista degli Stone Roses, ndr) ha rubato il trattore ed è venuto a casa nostra. Lavoravamo durante il giorno, da mezzogiorno alle cinque. Eravamo a letto a mezzanotte, ubriachi come maiali, e Mani veniva a cercare di rubarci l'erba.

R&F: Liam, come hai scoperto gli Stones Roses?

Liam Gallagher: Il fratellone (Noel, che Liam chiama ourkid, ndr) ha portato a casa il singolo Sally Cinnamon e lo metteva di continuo. Avevo un amico a scuola il cui fratello maggiore adorava gli Stone Roses. L'abbiamo ascoltato fumando e ho trovato i testi assurdi. "Voglio essere un cane", ma che cazzo vuol dire? Più tardi ho capito che era "I wanna be adored", non "I wanna be a dog". Gli Stone Roses mi hanno ispirato a fare quello che faccio. La musica, i vestiti, la mentalità, la fiducia, tutto. Ne avevo bisogno in quel momento. E poi mi sono unito a un gruppo e questo mi ha messo sulla strada giusta. Senza musica avrei potuto passare la vita in prigione.

R&F: Quando gli Oasis sfondarono c'era qualche rivalità tra voi?

John Squire: Ho pensato: "Questi ragazzi sembrano fantastici". Ovviamente stavano ascoltando le nostre stesse cose. Eccezionale. Benvenuti alla festa! Non abbiamo mai sentito alcuna competizione.

Liam Gallagher: No, perché erano i nostri cazzo di eroi! Sono loro che ci hanno fatto venire voglia di farlo. Come puoi competere con i tuoi eroi? Volevamo fare buona musica. Cambiare il mondo. Non mi sono mai sentito così, nemmeno con le band che sono venute dopo gli Oasis. Finché è buona, tanto meglio! La musica appartiene a tutti. E il mondo è un posto migliore con più buona musica e meno musica schifosa. Non tutto quello che abbiamo fatto è stato grandioso, sono il primo ad ammetterlo, ma l'entusiasmo c'è sempre stato.

R&F: Sorprendentemente, Liam, il primo brano per il quale sei accreditato come compositore è stato Love Me And Leave Me, brano scritto con John Squire e contenuto nell'album di debutto dei Seahorses del 1996 ...

Liam Gallagher: Ringrazio John per questo, ma non ho fatto molto. Non è che ci siamo seduti per scrivere una canzone. È successo solo una notte, eravamo ubriachi e John ha composto questa melodia e mi ha gentilmente accreditato il merito.

John Squire: L'hai scritta con me. Io suonavo la chitarra, tu cantavi qualcosa...

Liam Gallagher: Non ricordo, ho una memoria schifosa. Non ho mai provato a scrivere canzoni per competere con il fratellone o per avere i diritti di pubblicazione. A volte suoni la chitarra a casa e succede qualcosa, scrivi una canzoncina e basta, ma non mi sono mai appassionato, non sono un cantautore, preferisco cantare canzoni piuttosto che scriverle. Non mi importa se non scriverò mai più un'altra canzone, finché posso cantarla è l'unica cosa che conta.

R&F: Raccontaci la nascita del progetto ...

Liam Gallagher: È successo in questo momento. Non è che ci siamo scambiati e-mail o abbiamo avuto riunioni. È stato subito dopo Knebworth, eravamo nel camerino e John mi ha detto: "Vuoi fare qualcosa?". E io ho risposto: "Sono d’accordo, ma pensa tu a tutta la scrittura". Mi ha mandato le canzoni ed erano perfette.

John Squire: Ricordo di aver mentito a Liam. Gli ho detto che avevo delle canzoni quando non avevo niente. Avevo qualche idea, qualche piccolo consiglio, ma ero a secco. È stato solo dopo il concerto che ho iniziato a lavorare, scrivendo canzoni pensando a Liam. Non ho mai smesso di suonare la chitarra, ma di solito non scrivo canzoni. Avevo già scritto per i Roses canzoni che non avevo cantato, quindi sapevo come farlo, ma è stato molto stimolante sapere che la voce sarebbe stata al centro di questo progetto. Posso scrivere qualsiasi vecchia merda, suonerà comunque bene con la voce di Liam.

R&F: Con Liam come cantante hai scelto di concentrarti sulle melodie?

Liam Gallagher: Questo è ciò che conta di più per me. Per quanto mi riguarda voglio che le persone possano cantare queste canzoni con me. Tutti hanno paura della melodia oggi. Anche i Sex Pistols erano melodici. Erano rumorosi, arrabbiati, ma riuscivamo a cantare le loro canzoni.

R&F: Come è andata questa collaborazione? Vi siete scambiati dei file?

Liam Gallagher: File? Sono un cazzo di cavernicolo! Non ho niente di tutto ciò. John stava mandando roba su ... uh, Dropbox, giusto?... Stavo cercando di capire i testi, ma ho finito per chiedergli di mandarmeli. John mi stava inviando materiale, ma non sono riuscito a inviare nulla. Finirebbe a Baghdad o chissà dove.

John Squire: Da parte mia è stato molto amatoriale. Inviavo voci graffianti su mix scadenti e testi scritti con una grafia illeggibile. Fotografavo i testi per inviarli a Liam ...

Liam Gallagher: ...e Debbie (Gwyther, suo socio e manager, nonché compagna, ndr) doveva assistermi in ogni momento affinché potessi lavorare e registrare le mie parti vocali.

John Squire: Le demo mi hanno lasciato senza fiato. C'era solo una chitarra tremante, niente batteria, un ritmo un po' irregolare, ma quando arriva Liam diventa qualcosa. Guardando indietro, abbiamo trovato strano il nostro modo di utilizzare la tecnologia moderna. Tecnologia digitale, ma in modo molto analogico. Ricordo anche che mi hai mandato un messaggio dicendo: "So cosa pensano tutti di te, che la tua passione sono i riff, e posso farlo anch'io, ma possiamo essere molto di più". Quindi ti ho inviato la registrazione demo di Mars To Liverpool. "Ehi, ti va bene?".

Liam Gallagher: Ci siamo scambiati molti messaggi. Probabilmente mi sono arrabbiato la metà del tempo nei miei post perché mi lascio prendere la mano velocemente e basta, cavolo, siamo a posto! Stiamo facendo un album! Facevo parte del ritorno di John. Scrive musica e suona la chitarra. So che continuo a dirlo, ma, che io sia coinvolto o meno, sono felice che lui lo faccia di nuovo perché è il migliore.

R&F: Cosa possiamo aspettarci dai tuoi prossimi concerti?

Liam Gallagher: Solo l'album, amico. Il set sarà breve, ma è così. È un nuovo gruppo! Quando faremo un altro album, e poi un altro, avremo più repertorio.

R&F: Questa vicenda sembra destinata a durare!

John Squire: Voglio fare di più. Ho già qualche idea ...

Liam Gallagher: Non vedo l'ora di ascoltare le prossime canzoni che scriverà John.


R&F: Hai un 2024 impegnativo, Liam, tra questo progetto e i concerti per l'anniversario di Definitely Maybe quest'estate.

Liam Gallagher: Sì, ma fare musica non è un peso. Fare i lavori domestici, falciare il prato, portare i bambini a scuola, è un peso, ma alzarsi e cantare davanti alla gente è magnifico!

R&F: C'è qualcosa di leggermente frustrante nell'album, è che molti assoli iniziano e poi scompaiono nella dissolvenza delle canzoni ...

Liam Gallagher: Anche a me ha deluso un po' il fatto che l'abbiamo fatto. C'erano cose davvero interessanti che avrei tenuto, ma penso che abbia a che fare con la lunghezza dell'album.

R&F: Possiamo immaginare versioni più lunghe di questi pezzi sul palco?

John Squire: Certamente! Ci sono alcune canzoni che io mi vedo già estendere.

Liam Gallagher: Sì, eccoci qui, eseguiamo una scaletta di due ore! E quando suoneremo a Kentish Town, a cinque minuti da casa mia, io sarò già nella mia vasca da bagno e lui starà ancora facendo i suoi cazzo di assoli! 

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Intervista per Rock & Folk, rivista francese
traduzione di oasisnotizie

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sabato 20 gennaio 2024

Intervista a Gem Archer: "Vi racconto i segreti del sound e delle chitarre degli Oasis. Reunion tra Liam e Noel? Non avverrà"



Come pilastro della scena chitarristica britannica, Gem Archer ha influenzato innumerevoli giovani musicisti a prendere in mano lo strumento. Con una tecnica da professionista e una mentalità da tuttofare ha fatto rumore con le sue band The Edge, The Contenders e Whirlpool. A metà degli anni '90 ha aperto una strada con gli Heavy Stereo, un gruppo che unisce glam e hard rock che ha registrato un disco mostruoso ma sottovalutato, Déjà Voodoo, nel 1996.

Archer era il frontman e aveva grandi speranze per gli Heavy Stereo. "Nei Whirlpool ci siamo allontanati dalla musica per chitarra e ho dovuto tornare al tavolo da disegno perché volevo tornare alla chitarra di base", dice a Guitar World. "Questo è ciò che ha portato agli Heavy Stereo. E presto abbiamo firmato con la Creation Records. È stato allora che ho incontrato per la prima volta Noel Gallagher, Liam Gallagher e Andy Bell, che era con i Ride".

Mentre gli Heavy Stereo non hanno resistito, la reputazione di Archer come musicista capace con una buona attitudine e abilità nello scrivere brani di qualità sì. Ciò ha portato Noel Gallagher a chiamarlo nel 1999, quando il chitarrista ritmico originale degli Oasis, Paul "Bonehead" Arthurs, si separò dalla band all’apice della fama del Britpop.

Il nuovo arrivato era tutt’altro che un mercenario: Gallagher non lo chiamò solo per suonare la chitarra ritmica, ma per aiutare a rimodellare la dinamica degli Oasis. "Bonehead ha contribuito a ottenere quella cosa del muro del suono", dice Archer. "Era lì anche prima che Noel si unisse. Una volta arrivato Noel, è stato: 'Giusto, Bonehead, per te ci sono gli accordi di barré, e mi occuperò io di tutto il resto' ...". È stato dannatamente geniale e lo abbiamo adorato tutti.

"Quando mi sono unito, il primo giorno stavamo facendo Cigarettes and Alcohol e lui mi ha chiesto: 'Puoi fare questa parte?'. Ho detto: 'Oh, wow, questa è una parte di chitarra solista!' Gli ho detto: 'Certo che posso. Andiamo!'. Ed è stata la stessa cosa con Morning Glory: mi ha chiesto di fare alcune parti di chitarra solista.

Per dieci anni Archer è stato un punto di riferimento per il suono degli Oasis e ha prestato il proprio talento al disco dal vivo Familiar to Millions (2001) e a tre album in studio: Heathen Chemistry (2002), Don't Believe the Truth (2005) e l'ultimo disco della band, Dig Out Your Soul (2008). Poco dopo uno scontro a colpi di chitarra tra Liam e Noel a Parigi nel 2009 portò alla fine degli Oasis.

Archer so è poi agganciato a Liam per la sua band post-Oasis, i Beady Eye, che hanno realizzato altri due album – Different Gear, Still Speeding (2011) e BE (2013) – prima di unirsi a Noel come membro dei suoi High Flying Birds, dove rimane tuttora. 

Alla richiesta di spiegare l’alchimia tra lui e Noel, Archer risponde: "Quando facciamo Don’t Look Back in Anger o The Masterplan è diverso dal vivo che su disco. Dio sa che dopo ventiquattro anni trascorsi a suonare insieme ci conosciamo bene. Abbiamo un'intesa, una certa lunghezza d'onda".

"Ma Noel scrive ancora canzoni che mi fanno dire: 'Wow. È la cosa migliore che tu abbia mai scritto!', e ripartiamo!".

Cosa ti ha spinto a prendere in mano la chitarra?

"Era una combinazione tra l'essere troppo giovane per sapere perché ne ero attratto e il vedere film di Elvis, cartoni dei Beatles e frammenti di cose qua e là. Inizi ad essere attratto da qualcosa.

"Ricordo di aver visto ragazzi che giocavano a calcio con le chitarre sui supporti negli spogliatoi e pensavo: 'Oh, sono fantastiche!'. Non sapevo se fossero fottuti bassi o chitarre, ma pensavo: 'Sembrano proprio belle, cazzo!' ...".

Ricordi la tua prima chitarra?

"Non ricordo di che tipo fosse, ma a quanto pare ho avuto la mia prima chitarra quando avevo quattro anni. L'ho chiesta e l'ho rotta, mentre correvo per mostrarla a mia zia! Ho ancora una piccola ammaccatura sulla testa dove la chitarra mi ha colpito!"

Quell'ammaccatura potrebbe essere il catalizzatore per la tua musa creativa...

"La sento ancora adesso… La cosa più divertente è che quando ero giovane pensavo che più manopole avesse una chitarra, meglio era! Dicevo: 'Oh, guardala!', senza nemmeno sapere cosa fosse una Telecaster. E poi ho visto una Les Paul, che aveva più manopole, e ho pensato: 'Deve essere migliore!' ...".

Quando ha iniziato a cambiare la tua mentalità?

"Ho ricevuto la mia prima vera chitarra quando avevo circa dieci anni. A scuola suonavo il violino e il violoncello e mi piaceva il violino perché anche il mio insegnante suonava la chitarra. Il mio insegnante di violino indossava jeans ed era figo, ma il mio insegnante di piano, amico, era un rompicoglioni. Non mi permetteva di portarlo a casa, ma alla fine mio padre lo fece".

"Poi un giorno sono andato a casa di questo tizio con mio zio, ed è stato allora che ho sentito per la prima volta due chitarre insieme. Mi è stato mostrato un accordo di re e l'intera esperienza è stata per me un fottuto momento di illuminazione. Non avevo mai sentito due chitarre insieme prima di allora".

"Ho preso lezioni da quel tizio per due anni, il che è stato dannatamente fantastico. Le cose che mi ha mostrato hanno decifrato il codice per me e sono partito da lì".

Come si è formata la vostra prima vera band, gli Edge?

"Dopo aver finito con quell’insegnante sono andato in un'altra scuola, ed è lì che si sono riuniti gli Edge. Erano solo un paio di chitarre, frutto dell'ascolto di molta musica proveniente da Liverpool, Glasgow e Manchester: la nostra scena locale era inesistente".

"Ci siamo spinti il più lontano possibile nel nord-est dell'Inghilterra, facendo molte cover di Jam, Blondie, Undertones, Buzzcocks e Vaselines. Quando avevo circa vent'anni trasferii la band a Londra".

"I Contenders erano fondamentalmente la seconda parte degli Edge: erano come gli Edge, ma nella versione londinese. Ho pensato: 'Bene, facciamo una piccola reinvenzione'. La nuova versione della band era essenzialmente costruita attorno a questa Rickenbacker a dodici corde che avevo".

"Ho preso quella chitarra perché ero disoccupato e avevo un sussidio per l'alloggio, ma mi hanno pagato più del dovuto, quindi ho preso quei soldi, ho comprato la Rickenbacker e mi sono trasferito a Londra molto rapidamente!".

È l'unica chitarra che avevi quando formasti i Whirlpool e poi gli Heavy Stereo?

"Per molto tempo la Rickenbacker è stata la mia unica chitarra, ma era abbastanza buona perché ne amavo il suono e nella configurazione a tre era fantastica collegata a un Marshall. Mi dava questo suono potente e spesso usavo un tape delay WEM Guild Copycat, che allora non capivo del tutto, ma mi dava un suono grandioso".

"Quando abbiamo formato i Whirlpool ci siamo concentrati maggiormente sui campionatori e sui loop. Abbiamo ottenuto un contratto discografico con la Food Records e abbiamo realizzato un album, ma è rimasto bloccato all'inferno e ci ha fatto girare in tondo, il che ci ha portato agli Heavy Stereo".

Scavando alle basi del suono distorto della chitarra degli Heavy Stereo, quale attrezzatura usavi quando hai registrato Déjà Voodoo?

"A quel punto avevo venduto la Rickenbacker a dodici corde perché dovevo pagare l'affitto! Ho messo in fila tutte le mie chitarre e ho detto: 'Giusto, purtroppo, quella deve andare'. Quindi per gli Heavy Stereo tutto quello che ho usato è stata una Epiphone Casino, e credo di avere una Gibson Les Paul Studio Deluxe con mini humbucker".

"Avevo anche un'acustica Epiphone J-200 e, stranamente, la collegavo a un pedale distorsione DOD FX55-B. Mi piaceva la mancanza di sustain che dava".

Da dove traevate influenza tu e il chitarrista degli Heavy Stereo Pete Downing in quel momento?

"Volevo fare quella cosa dei T. Rex. Allora avevo solo un Vox AC30 e Pete aveva un Marshall con volume principale. Non avevamo molti pedali, quindi usavamo sempre i nostri amplificatori per spingere verso quella cosa coraggiosa e distorta. Pete forse aveva un suono un po' più pulito, quindi immagino di essere stato io a preferire suoni più spezzati".

​Da lì sei entrato negli Oasis. Cosa ha portato Noel a darti più opportunità di fare il chitarrista solista rispetto a Bonehead?

"All'inizio, penso che Noel e Bonehead mettessero tutto su dieci e dicessero: 'Appiatteremo il pubblico', sai? Ma poi arruvò (What's the Story) Morning Glory? e all'improvviso ebbero Whitey [Alan White] alla batteria, e ci fu una dinamica completamente diversa. Facevano sessioni acustiche e le cose diventarono più complesse".

"Le cose sono cambiate quando io e Andy Bell ci siamo uniti. Ricordo che Andy imparò Wonderwall esattamente come era nel disco e Noel disse: 'Puoi provarla di nuovo?'. Andai da lui e dissi: "'Dai un po' di Sid Vicious' e Andy disse: 'Giusto. Ho compreso' ...".

"Con Andy e me nella band, Noel poteva fare altre cose. Posso dirti che non c’è mai stata una direttiva di suonare accordi di barré".

Gem Andy da McCartney (Glastonbury, 2022)

Avevi degli amplificatori meravigliosi sul palco con gli Oasis. Com'era il tuo tipico impianto da tour?

"Si è evoluto da quando sono entrato nel 1999 fino alla fine del 2009. Spesso avevo almeno due amplificatori sul palco; a volte Noel ne voleva ancora di più. Il mio amplificatore principale era un Vox AC50, che era molto ingombrante, ma è diverso da un Marshall o da un Fender: ha un sacco di carne sulle ossa. Spesso avevo una testata Marshall con quello".

"Per quanto riguarda Noel, che ci crediate o no, il suo amplificatore preferito in assoluto è un Fender Blues Junior. Abbiamo sempre avuto amplificatori che ci dessero chiarezza, anche se il concerto era enorme. Un pilastro del suono degli Oasis era un Ibanez Tube Screamer TS9".

"Quando sono entrato a far parte del gruppo non avevo i pedali, quindi abbassavo il volume della chitarra per pulire le cose e alzavo il volume per avere più grinta. Ma Noel disse: 'Non abbassare la voce, amico, premiamo il dannato boost e saliamo'. Quindi abbiamo sempre avuto il Tube Screamer e abbiamo sempre avuto anche il Boss Delay DD-3 bianco, e un'altra enorme parte del suono era il SIB Echodrive, questa grande scatola di metallo con una valvola al suo interno".

​E che dire delle chitarre?

"Ho scelto principalmente le Gibson Firebirds, che si adattavano bene a Noel. Volevo qualcosa con una tonalità diversa, cosa che ho ottenuto soprattutto con la mia rossa; ha un isolamento fantastico. Quella chitarra era proprio fantastica mentre suonavamo Champagne Supernova!".

"E spesso prendevo in prestito l'Epiphone Sheraton di Noel, che era ed è la migliore, cazzo! Quando mi ha chiesto di suonare con lui con gli High Flying Birds nel 2017, ha detto che avrei potuto usare qualsiasi sua attrezzatura avessi voluto. Gli ho subito chiesto se avesse ancora l'Epiphone Sheraton rossa e lui ha detto: 'Sì, lo voglio' e io ho detto: 'Okay, sì, mi unisco'. La uso su tutti i tipi di canzoni".

"Ma utilizzo anche una Gibson ES-355 e una Paisley Telecaster, che ho ricevuto nel 2001. È divertente: Noel e io abbiamo preso le Paisley Telecaster lo stesso giorno, senza saperlo, e poi siamo arrivati al concerto con loro! Sono chitarre fantastiche e di fabbricazione messicana, quindi ci costano solo 500 sterline".

Noel sembra più concentrato sulla chitarra ritmica, rendendoti importante. Presumo che abbia molta fiducia in te dopo tutti questi anni.

"Sì, penso di sì. Abbiamo una lunga storia e ci siamo evoluti al punto da capire cosa farà Noel a livello di chitarra, il che è positivo perché gli High Flying Birds sono diversi".

"Mi viene chiesto di coprire molti approcci e suoni diversi, il che può essere difficile perché alcune delle cose sui dischi mi fanno dire: 'Questo non è umanamente possibile!', ma Noel ha sempre detto: 'Quella è la versione studio, ma questa è dal vivo – le sfumature cambiano'. Mi piace davvero, e lo capiamo entrambi".

Hai navigato in acque agitate di quando sei stato in una band con Liam e Noel nel corso degli anni, e sei ancora qui oggi. Qual è il tuo segreto?

"Ah, sarei uno sciocco a pensare di conoscerne il segreto! Deve esserci qualcosa nelle nostre comuni anime del Nord che ha permesso alle stesse influenze e mentalità di penetrare. E per quanto riguarda Liam e Noel nessuno di noi saprà mai la profondità da cui provengono alcune di quelle emozioni. È meglio lasciarlo tra loro due".

Questa è una buona lezione per chiunque speculi sul loro futuro musicale.

"Oh, sì, questo è sicuro. Tutta quella conversazione è una di quelle in cui non mi piace approfondire troppo, sai? Potrebbe andare avanti all’infinito e non arrivare da nessuna parte. Ma la cosa divertente è che non c’è scampo".

"Alcuni mesi fa mia figlia, che ha 24 anni - intelligente come una frusta e una brava bambina - mi ha detto: 'Papà, posso farti una domanda?'. Ho detto: 'Vai avanti'. E lei ha detto: 'Tornerete insieme tutti voi?' ...". Ho dovuto ridere; Ho detto: 'Oh, non anche tu!'. E lei ha risposto: 'Beh, sei stato a Manchester'. Io ho risposto: 'Sì, per girare un video!' ...".

"Se qualcuno pensa che torneremo insieme o che metteremo su una sorta di pista, semplicemente non è una di quelle cose che stanno accadendo. Quindi quando emergono queste conversazioni, o mia figlia me lo chiede, dico: 'Senti, no'. Prendiamo una fottuta tazza di tè?' ...".

traduzione di oasisnotizie - ​Source: guitarworld


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martedì 16 gennaio 2024

Liam Gallagher e John Squire raccontano: "Ecco la nostra risurrezione psichedelica. Niente imbrogli stravaganti, le canzoni di John spaccano e sono perfette per me. E Noel ..."

Quando Liam Gallagher ascoltò per la prima volta le canzoni che John Squire aveva scritto per il loro nuovo album collaborativo, ebbe due pensieri: che "spaccavano" e che istintivamente sapeva come cantarle. Dopotutto canta le canzoni di Squire fin da quando era adolescente.

"Devi ricordare che sono un grande fan degli Stone Roses", annuncia Gallagher dall'altra parte del tavolo in uno studio a Kentish Town, a nord di Londra. "Sono stati loro a farmi entrare in una band, quindi conosco i ritmi. Non è che stia cantando Trent Reznor dei cazzo di Nine Inch Nails, capisci cosa intendo? Non sto dicendo che sia stato facile. Lo faccio semplicemente sembrare facile".

Lanciato con il recente singolo dalle sfumature psichedeliche Just Another Rainbow, questo è un matrimonio tra due dei membri più celebri della scena musicale di Manchester: John Squire, il chitarrista ancora sorprendentemente talentuoso degli Stone Roses, e Liam Gallagher, il frontman degli Oasis la cui spavalderia ha definito l’ottimismo e l’edonismo degli anni ’90. Anche se non sei un tipo dall'acconciatura generosa che indossa Adidas Sambas, l'unione sembra un momento importante: Just Another Rainbow è salito al numero 1 nella classifica infrasettimanale e potrebbe rimanere in cima anche oggi.

La collaborazione omonima ha preso piede dopo la partecipazione del chitarrista ai giganteschi concerti di Gallagher a Knebworth nel 2022. Emozionato nell'apprendere che Squire stava di nuovo componendo, il cantante ha voluto partecipare ("Quando il rock'n'roll chiama devi prendi il telefono"), ma a due condizioni: il materiale doveva essere ricco di chitarre e Squire avrebbe dovuto scrivere i testi. Non sono stati impostati altri parametri; non ci sono state discussioni strategiche attorno al tavolo di una casa discografica. "È così che dovrebbe essere", dice Gallagher. "Chiamare la gente per fare delle riunioni è un po' da fottuto agente immobiliare, vero?". Lui e Squire avevano già collaborato una volta per Love Me and Leave Me, una canzone scritta per la band post-Roses di Squire, i Seahorses, ma i ricordi di entrambe le parti sono confusi su come ciò sia avvenuto.

I messaggi di testo hanno volato avanti e indietro; Squire ha inviato dei demo dei suoi lavori in corso, mentre Gallagher lo ha tempestato di video YouTube di altri artisti, tra cui Sex Pistols, Jimi Hendrix, Faces – e Bee Gees. "Lo ha inviato non molto tempo dopo che gli avevo inviato [il mio primo demo] Love You Forever, che avevo cantato in un registro molto acuto, fuori dalla mia portata", dice a bassa voce  Squire (con cui parlo in una stanza adiacente , poiché l'addetto stampa pensa che Gallagher potrebbe dominare la conversazione se fossero intervistati insieme). Quando in risposta apparve una traccia dei Bee Gees, Squire pensò che Gallagher lo stesse "prendendo per il culo; il sentimento era: Non mi interessa questa cosa, abbiamo bisogno di un ripensamento". Si è scoperto che non aveva mai ricevuto la demo di Squire e quei falsetti di Gibb gli erano stati inviati sinceramente, come gli altri video, come guida su come sperava che l'album avrebbe suonato

Dopo aver lavorato in remoto per alcuni mesi, nel maggio 2023 Gallagher si è recato nello studio di casa di Squire a Macclesfield per registrare alcune voci iniziali. Quattro mesi dopo sono andati a Los Angeles e hanno registrato 10 tracce in tre settimane. Greg Kurstin ha prodotto e suonato il basso e il piano; lui e Squire si sono uniti grazie a Déjà Vu di Crosby, Stills e Nash & Young, Paul McCartney e il batterista dei Jimi Hendrix Experience, Mitch Mitchell. Joey Waronker (che ha lavorato con Beck, R.E.M. e Roger Waters) ha suonato la batteria. Volevano evitare di realizzare un album in cui la musicalità suonasse "meccanica". "La perfezione è soggettiva, non è vero?", suggerisce lo scudiero. Aggiunge che spesso gli piace "qualcosa che è un po’ fuori dal tempo, un po’ sciatto. Ci sono un sacco di percussioni nei dischi degli Stones e dei Beatles che sono fuori luogo e tuttavia è perfetto".

Il risultato è un disco blues psichedelico straordinariamente vivace e disinvolto, in cui le linee di chitarra di Squire si riversano allegramente e la voce di Gallagher spesso si eleva al di sopra del suo solito ringhio o ghigno. Negli Stone Roses il modo di suonare di Squire era di lunga durata, esplorava i grandi spazi aperti dai groove della band; qui è più parsimonioso e propositivo, lascia che siano le canzoni a dettare qualsiasi cosa. Il suo modo di suonare sembra ringiovanito, mentre Gallagher ha trovato la sua forma post-Oasis più confortevole. La chiusura dell'album, Mother Nature's Song – un'ode alla bellezza del nostro mondo naturale accompagnata da chitarre acustiche da falò e, giustamente visto il titolo, slide in stile George Harrison – è una delle canzoni più toccanti che entrambi gli artisti abbiano registrato. La voce di Gallagher ha fatto venire le lacrime agli occhi di Squire quando l'ha sentita per la prima volta, qualcosa che secondo Squire non è mai successo per qualsiasi cosa abbia scritto prima.

Quando chiedo se Gallagher avesse il potere di veto sui testi, Squire dice che l'argomento non è mai stato sollevato, mentre Gallagher si arrabbia alla stessa domanda: "Se nella pentola ci fossero stati degli imbrogli stravaganti in corso, ovviamente glielo avrei rimproverato! Ma ricordo di aver letto il testo e di aver pensato: si attaglia a me".

Con indosso un parka verde regolamentare e imprecando liberamente, Gallagher rimane se stesso in tutto e per tutto. Mentre parliamo a volte ho l'impressione che la spavalderia della giovinezza stia lasciando il posto alla saggezza dell'età, per poi tornare a un altro classico e spavaldo liamismo. Dice che gli piacerebbe lanciare alle band rivali degli strali verbali, tranne che non ce n'è "nessuno in giro", o almeno nessuno che consideri degno. "È un peccato, perché lo capirebbero dannatamente anche loro", dice in tono rassicurante. "Nessuno vuole far parte di una band e condividere il successo di questi tempi. Sono tutte star soliste del tipo 'me me me' ...".

Sebbene Gallagher abbia registrato tre album da solista – tutti numeri uno nel Regno Unito – prospera chiaramente come parte di una squadra. Il suo primo progetto post-Oasis fu la band Beady Eye; il co-fondatore degli Oasis Bonehead è stato in tournée come membro della sua band dal vivo; e Gallagher rivisiterà il debutto degli Oasis del 1994, Definely Maybe, per un tour nei palazzetti e sarà protagonista al Festival di Reading e Leeds quest'anno. L’intenzione è quella di mantenere vivo il catalogo della band. "Non posso assolutamente lasciare che gli Oasis si trasformino in una di quelle [band] in cui avvolgi un album nel cellophane ogni 10 anni", dice.

​Nel senso più stretto del termine, però, gli Oasis sono in letargo dal 2009, dopo un alterco nel backstage del festival Rock en Seine di Parigi, dopo il quale Noel Gallagher se ne andò e non tornò più. Liam farebbe qualcosa di diverso se potesse tornare a quella notte di quasi 15 anni fa? "Sì, li riempirei (di botte) entrambi", si arrabbia, riferendosi sia a Noel che al manager della band, Marcus Russell. All'improvviso si alza dal suo posto e cammina per la stanza, gesticolando. "Mi hanno gettato sotto il fottuto autobus. Tutta la mia vita è crollata".

Noel ha sempre avuto intenzione di andare a fare il solista, afferma, citando come prova i concerti acustici da solista di Noel tra i tour degli Oasis. "Se vuoi fare le tue cosette perché non ricevi abbastanza attenzione, sentiti libero, amico. Andrò alle Barbados e mi siederò su una spiaggia per sei mesi, ma non staccherò la spina alla band. Questo è il modo in cui la vedevo io". Noel, da parte sua, ha dichiarato nel 2009 di aver lasciato la band perché "il livello di intimidazione verbale e violenta nei miei confronti, nei miei confronti, nella mia famiglia, nei miei amici e nei miei compagni è diventato intollerabile", e nel 2021 ha descritto l'alterco di Parigi come "solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso".

Liam sostiene che il dito sia stato puntato contro di lui quando il gruppo è crollato e la colpa è stata attribuita alle sue bevute. Si siede e traccia una linea retta sul tavolo per indicare coerenza. "Questo è stato il mio comportamento fin dal primo giorno, e anche il suo. Questo è ciò che ha reso gli Oasis quello che sono stati", dice. "Io non ero diverso, ma all'improvviso si è trasformato in Ronan Keating o in qualche stronzo tenero, dicendo: 'Non possiamo sopportare quel comportamento' ..." Gallagher ora è nel pieno del flusso. "Nel frattempo [in questi giorni] è in tour con il fottuto [ex frontman dei Kasabian] Tom Meighan, che presumibilmente, a quanto pare, ha ..." Si ferma prima di citare la condanna di Meighan per aggressione del 2020. "Eppure non torneresti indietro in una band con me perché sono un 'fottuto stronzo'?! Eh, rilassati, amico!".

Definisce i cinque anni successivi alla scomparsa degli Oasis un "assoluto incubo… ero seduto a casa senza management, senza ufficio e senza nessuno con cui parlare veramente, mentre Noel" – in quanto principale cantautore e forza creativa degli Oasis – "entrava ancora nel suo grande ufficio dirigenziale con tutti che gli correvano dietro, facendo il furbo e insultando la gente. Guardando indietro con il senno di poi, puoi dire: 'Sei un ragazzone' e tutto il resto, ma quando hai avuto tutte quelle cose per 20 anni... riuscivo a malapena ad allacciarmi le scarpe, figuriamoci gestire i miei affari o la mia vita. Tutto quel supporto mi è stato portato via, mentre il piccolo Noely G aveva ancora tutto lì". 

E continua: "C'erano 40 o 50 persone che lavoravano per gli Oasis. All'improvviso tutti erano senza lavoro. Nel frattempo lui se ne va con la sua chitarra e sua moglie, divertendosi un sacco". Ne ha mai parlato direttamente con Noel? "NO. Non c'è stata alcuna chiacchierata. Non l'ho visto e non ci vedremo. Sono tutti presi da sé, tutti quanti". La differenza, dice, è che "so di essere stato umiliato. E grazie al cielo, perché mi ha reso una persona migliore. Ma lui non lo è. Va ancora in giro pensando di essere lui  il migliore, ma vedremo".

Rimasto a raccogliere i cocci, Gallagher dice di aver formato i Beady Eye come un "cerotto", per sé e per i restanti membri del gruppo. "Gem [Archer] e Andy [Bell] avevano messo il cuore e l'anima negli Oasis e sono stati gettati nel cassonetto". Non hanno mai avuto grandi obiettivi nei Beady Eye, aggiunge. "Cercavamo solo di mantenerci sani di mente". La band ha pubblicato due album prima di chiudere baracca nel 2014. La carriera solista di Gallagher è iniziata nel 2017, con quei tre album di successo culminati in due serate con il tutto esaurito a Knebworth, sede del più grande trionfo dal vivo degli Oasis nel 1996. Non più umiliato, quindi, ma è ancora scosso.

Quando raggiungo Squire nella stanza accanto il cambiamento di atmosfera è palpabile. Ho l’impressione che calcoli l’impatto di ogni sillaba prima di lasciarla entrare nell’atmosfera.

Quando è salito sul palco di Knebworth insieme a Gallagher, nel giugno 2022, era la prima volta che si esibiva dal vivo da quando i Roses si arenarono nel 2017. L'improbabile riunione del gruppo era durata cinque anni: stadi pieni, festival in primo piano e dubbiosi che si chiedevano se le loro infiammabili relazioni tra membri della band potessero durare essendo in qualche modo messe a tacere. Registrare un album, tuttavia, era un passo troppo lontano.

​"È diventato evidente che non sarebbe successo", dice Squire sobriamente, con gli occhi che sbirciano da dietro la frangia. Due nuove canzoni, All for One e Beautiful Thing, sono emerse nel 2016, ma a quel punto "la sensazione generale era che nessuno fosse interessato nemmeno a far parte di una band insieme, figuriamoci a fare un album".

E così i Roses si sono separati. Il cantante Ian Brown ha ripreso la propria carriera da solista e ha utilizzato i social media per trasmettere le sue diatribe contro il vaccino anti-Covid, mentre Squire è tornato all'arte visiva (ha co-creato la copertina pop art di Just Another Rainbow). "Considero creare qualsiasi cosa come una parte valida della mia personalità e della mia felicità", dice, “"quindi non importa quanto grande o piccolo sia, o se sia visivo o sonoro. Ciò che mi stimola è creare".

La musica, tuttavia, non era nella sua agenda. E forse sarebbe rimasto così se il disastro non si fosse verificato nel 2020. Mentre giocava a basket con suo figlio di nove anni, Squire è inciampato e si è rotto il polso della mano dominante, colpendosi il pollice. "Mi ha fatto prendere dal panico", dice. "C'era un punto interrogativo sulla possibilità di recuperarne il pieno utilizzo". Alla fine la fisioterapia combinata con un rigoroso regime di pratica chitarristica lo ha riportato al livello a cui era prima.

​L’infortunio non lo ha solo costretto a suonare di nuovo; ha riacceso il suo desiderio di farlo. "Sono ancora un fanatico dei cambi di tonalità, di accordi, di testi scelti", dice. "Se riesco a realizzarlo è davvero emozionante." Quando gli viene chiesto se si rammarica di non aver pubblicato più musica nel corso degli anni, è cauto: "Ci sarebbe un compromesso. Potrei non essere sposato. Potrei non avere così tanti figli" – ne ha sei – "e potrei non averli visti così tanto. Non mi sento come se avessi fatto un grosso casino".

Quando si è trattato di lavorare insieme, lui e Gallagher, Squire dice che aveva "grandi speranze", ma la loro alchimia ha superato le sue aspettative: "Penso che siamo rimasti entrambi sorpresi da quanto il mio tono di chitarra sia complementare con la sua voce e da come le canzoni che ho scritto abbiano funzionato per lui". Squire rifiuta, tuttavia, di farsi trascinare dal significato dei suoi testi, dicendo: "Penso che sia una prerogativa dell'ascoltatore", dopo aver composto versi intriganti come "So che sei felice nella tua trance suburbana / Avresti dovuto scoparmi quando ne hai avuto la possibilità" (One Day at a Time); "Questo viaggio alla scoperta di me stesso ha le mie vele in fiamme" (Mars to Liverpool); e "Grazie per i tuoi pensieri e le tue preghiere / E vaffanculo anche a te” (Make It Up As You Go Along) destinato a rimanere un mistero.

Gallagher e Squire sperano che questo sia l'inizio di una relazione musicale continua. Vogliono fare un tour più avanti nel corso dell'anno e Squire lascia intendere che ha iniziato a lavorare a un secondo album. "La chitarra reagisce", dice.

"Se John tira fuori un altro carico di canzoni che spaccano, lo capiranno anche loro", dice Gallagher. "Squire ha molto di più dentro di sé. La gente vede John come un eroe della chitarra, ma lui sa sicuramente come scrivere una fottuta canzone". Mentre mi alzo per andarmene mi complimento con Gallagher per il disco e suggerisco che, sebbene sia sempre stato bravissimo, Squire gli ha dato un po' di carica.

Una settimana dopo, mi viene detto di richiamare Gallagher. "Volevo tirarti su su una cosa", dice. "Hai detto che John mi aveva dato un po' di 'roll'?" Affermo timidamente di averlo fatto. "Sì, mi è venuto il muso pensando a quella cosa mentre me ne andavo. Ho pensato: 'Fanculo' ".

"Sono sempre stato rock e sono sempre stato roll". Si ferma per un momento. "Ma, detto questo, John mi ha ispirato a far parte di una band. Quindi forse mi ha dato il rock e il roll".

Just Another Rainbow è ora disponibile. L'album Liam Gallagher John Squire uscirà in primavera.

Intervista di Greg Wetherall, traduzione di oasisnotizie - Source: The Guardian



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domenica 22 ottobre 2023

Liam Gallagher: "Noel ha rifiutato di partecipare al nuovo tour di Definitely Maybe". Il chitarrista: "Cerca di riscrivere la storia e mente"

Com'è noto, qualche giorno fa Liam Gallagher ha annunciato un tour per celebrare il trentennale di Definitely Maybe, il primo album degli Oasis. La tournée, che vedrà il cantante impegnato insieme alla band con cui si esibisce come solista e a Paul “Bonehead” Arthurs, chitarrista ritmico degli Oasis dal 1991 al 1999, ha fatto registrare già il tutto esaurito per tutte le date, con vendite di 250.000 biglietti in un solo giorno. Sono andate sold out anche le due date aggiuntive di Londra e Manchester, annunciate successivamente proprio a causa dell'elevata richiesta.

Rispondendo a una domanda che gli è stata posta su Twitter (ormai chiamato X), cioè "Ci farai una sorpresa e Noel si unirà al tour di Definitely Maybe o no?", Liam ha risposto seccamente: "Gli è stato chiesto e ha rifiutato". 

Secondo quanto riportato dal tabloid Daily Star, Noel Gallagher non è proprio convinto che il fratello voglia davvero una reunion del gruppo e avrebbe ricordato (il condizionale è d'obbligo, visto che le parole del tabloid sono sempre da prendere con le pinze) come l'ultimo anno nella band sia stato terribile.

"L'ultimo tour non è stato felice", avrebbe detto Noel. "L'altro tizio (il fratello Liam, ndr) sta cercando di riscrivere la storia dicendo che era tutto dannatamente fantastico. Non lo era. È stato un anno dannatamente terribile per gli Oasis. Hai una sola possibilità nella vita. Perché essere infelice? Che sia la tua vita personale o professionale, perché? Stai solo sprecando una cosa preziosa".


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sabato 19 agosto 2023

Noel Gallagher aiutò Lars Ulrich a combattere la dipendenza dalla cocaina

Nel 2004, quando Lars Ulrich rinuncia all’ultimo momento a suonare al Download Festival a Donnington (il festival che raccoglie l’eredità del Monster of Rock in Inghilterra), dove i Metallica sono attesissimi, il chitarrista Kirk Hammett passa l’intero pomeriggio a cercare qualcuno che abbia il coraggio di suonare la batteria al suo posto e oltre al tecnico della batteria di Lars, Flemming Larsen trova un amico, Dave Lombardo degli Slayer e un fenomeno, Joey Jordison degli Slipknot, che salva il concerto e il festival suonando otto pezzi. Si dice che la causa del malore improvviso di Lars Ulrich, ricoverato in ospedale, sia un violento attacco di panico ma le indiscrezioni della stampa scandalistica inglese parlano anche del problema del batterista con la cocaina. “Assolutamente no! Magari fosse così, sarebbe stato più facile da spiegare” ha detto Lars Ulrich, “Ero nel pieno del mio divorzio, tante cose nella mia vita stavano andando totalmente fuori controllo, e il panico ha preso il sopravvento”.

Il problema delle dipendenze ha afflitto i Metallica fin dall’inizio della loro carriera (quando venivano chiamati ironicamente Alcohollica) è stato raccontato nel documentario Some Kind of Monster che testimonia il difficile periodo di recupero di James Hetfield e le dinamiche interne alla band durante la registrazione dell’album St.Anger del 2003. Uno dei contrasti più forti, non solo dal punto di vista creativo (mentre anche la formazione della band cambia con l’addio del bassista Jason Newsted e l’arrivo di Robert Trujillo) è quello tra James Hetfield appena uscito dalla rehab e Lars Ulrich nel pieno del suo periodo di trsagressione, che continua almeno fino alla metà del primo decennio degli anni duemila.

La svolta arriva, secondo quanto ha raccontato lo stesso Lars Ulrich in una intervista intorno al 2006, grazie all’aiuto sorprendente e inaspettato (e anche inconsapevole) di Noel Gallagher: "Sono sempre stato un fan degli Oasis", ha detto, "E sono rimasto colpito dalle dichiarazioni di Noel Gallagher e su come è riuscito a smettere con la cocaina. Mi sono detto: se l’ha fatto lui posso farlo anche io. E ho smesso da un giorno all’altro, mi sono detto: non ne ho bisogno, che si fotta". Il batterista ha detto di essere contento di averlo fatto prima che diventasse un problema: "Mi sono divertito per un po', ma non è mai stata una cosa seria o pericolosa. Per fortuna non abbiamo mai passato giornate chiusi in qualche stanza in paranoia a sbirciare fuori dal buco della serratura".

Source: Virgin Radio


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domenica 18 giugno 2023

Liam Gallagher il napoletano: "Adoro il babà con il rum". E svela le sue prime scarpe da ginnastica e la passione giovanile per l'hip hop

Durante la chiacchierata con Jo Whiley su BBC Radio 2 (audio qui), andata in onda il 15 giugno, Liam Gallagher ha raccontato vari aneddoti sulle proprie passioni e la propria infanzia. 

"Il mio dessert preferito? Il babà con il rum. È come una ciambella con rum e dentro crema. Lo facevano in un posto di Londra che si chiama The Ivy. Ovviamente lo vendono anche in altri posti o da McDonald's, ma per qualche bizzarra ragione hanno smesso di prepararlo al The Ivy. Non lo fanno più lì". 

"La caratteristica più fica della mia casa? Ho dei bei quadri, ma mi piace la mia carta da parati, è strepitosa. È come Kew Gardens. Non so bene come la facciano, Debbie lo sa, ma è costosa. È come stare ... Ho molti fiori ovunque ed è piuttosto psichedelico. Sì, abbastanza fico, non è qualcosa che ti aspetteresti. Ho un sacco di fiori. Se mi piace il giardinaggio? No, non mi piace sporcarmi le mani. Ho dei giardinieri che vengono a casa a fare tutto per noi".  

"Quali scarpe da ginnastica indosso oggi? Ho le mie. Quando avevo 16 o 17 anni eravamo ossessionati dalle Dunlop Green Flash. Non ricordo quanto costassero, ma ne prendevi un paio ogni settimana, perché erano proprio economiche. Le potevi martoriare, potevi andare a vedere concerti con quelle scarpe, non aveva importanza. Poi hanno cominciato a produrle in vari colori, ma le mie preferite ... mi piacciono quelle che abbiamo fatto uscire, le Adidas Barrington".

"La prima canzone che ho comprato era di Tricky Tee. Molti miei amici all'epoca erano presi dall'hip hop e io flirtavo con questa musica, capisci? C'era I Need Love di LL Cool J, ma quella di Tricky Tee era Johnny the Fox, no? Sì, quella". 

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sabato 17 giugno 2023

Liam Gallagher racconta la propria infanzia. "Fui cacciato dalla scuola. A 15 anni guadagnavo 50 sterline a settimana e le scuotevo sulle ringhiere. Non era male!"

Nel corso della chiacchierata con Jo Whiley su BBC Radio 2 (audio qui), andata in onda l'altro ieri, Liam ha rievocato la propria infanzia. 

"Mia madre metteva su molta musica irlandese, molte canzoni di Foster and Allen e roba così", ha raccontato. "Mio padre era un po' un DJ o si immaginava tale nei social club irlandesi, quindi faceva sentire molta di quella roba. Poi arrivò Top of the Pops e noi lo pregavamo di guardarlo in modo che lo registrasse, per cui lui lo registrava e non tirava fuori i suoi dischi, ma i suoi nastri".

"Mio fratello maggiore Paul era preso dai Jam, Noel dagli Smiths. Io all'epoca non sentivo la musica, ero più in giro. Se ricordo in particolare qualche esibizione a Top of the Pops? Non ce n'era una che spiccasse, in realtà. Se ne stavano tutti lì seduti, o gli Smiths o i Jam. Non faceva per me, a me piacciono anche gli stupidi, capisci? Forse le puntate natalizie erano belle. Ricordo i Five Star".

"Qual è il mio titolo professionale? Oh, sicuramente è stella del rock 'n' roll. Non sono neanche un intrattenitore. Di sicuro non sono un anti-intrattenitore, voglio solo cantare e toccare le persone più che assicurarmi che si stiano divertendo andandomene in giro".

"Il mio primo lavoro? Sono stato cacciato presto dalla scuola, a quindici anni, ben prima del momento in cui avrei dovuto andarmene. A che età si lascia la scuola? A diciassette anni o qualcosa del genere. A quindici anni, appena prima degli esami, per cui sono stato cacciato perché davo sui nervi alle persone. E mi hanno mandato in questo centro di giardinaggio in cui costruisci steccati e roba così. Ho fatto un po' di quelle cose, iniziavo a lavorare alle 8 e finivo alle 12 di venerdì, per cui i miei amici rimanevano a scuola per altre tre ore dopo che io avevo finito". 

"Guadagnavo 50 sterline a settimana, il che era buono. Scuotevo il cinquantone sulle ringhiere quando alle 12 passavo sulla mia bicicletta di motocross (BMX). Come lo spendevo? Dio lo sa ... vestiti, forse, scarpe, scarpe da ginnastica e roba così". 

"Poi ho fatto un altro lavoro. E poi ho lavorato con mio padre per un po'. Sono tornato a vedere mio padre, che era un costruttore. E andata bene? Per niente. Ci ho guadagnato l'abbronzatura. Ero davvero in forma per avere sedici anni. Ho provato un po' di lavori, ma niente di eccessivo. Il rock 'n' roll era migliore? Ovviamente".

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venerdì 9 giugno 2023

Intervista doppia a Noel Gallagher e Shirley dei Garbage: "Finalmente in tour insieme, galeotte le nostre nonne". "Noi Garbage amavamo gli Oasis, erano di ispirazione"

Shirley Manson, cantante scozzese nota per essere la frontman dei Garbage, e l'ex Oasis Noel Gallagher hanno fatto due chiacchiere con azcentral alla vigilia del tour che i Garbage e gli High Flying Birds stanno tenendo in questi giorni in Nordamerica.

Come siete finiti a fare un tour insieme?

Shirley Manson: Mia nonna conosce la nonna di Noel e tutti hanno pensato che sarebbe stata una buona idea se fossimo andati in tour insieme in America.

Noel Gallagher: Mia nonna ha detto alla nonna di Shirley: "Ascolta, ne ho abbastanza di lui. E tu ne hai abbastanza di lei, quindi spediamoli in America". 

I vostri percorsi si saranno pur incrociati qualche volta nel corso degli anni.

Gallagher: Ci siamo incontrati.

Manson: Noel non ricorda di avermi incontrato, ma io ricordo di aver incontrato lui, ovviamente. Non ho dimenticato quanto fu carino. E di conseguenza da allora sono sua grande fan. In realtà noi Garbage siamo stati ossessionati dagli Oasis per un po'. Li guardavamo come maniaci su MTV quando facevamo i nostri dischi in studio ed eravamo molto ispirati da loro, quindi sì, siamo eccitati all'idea di essere in tour insieme. Sarà grandioso.

Dici che ricordi di averlo incontrato. In che circostanza? 

Gallagher: Non rovinare le cose. Di' qualcosa di figo.

Manson: Fu al festival natalizio di KROQ ...

Gallagher (interrompe, ndr): Parto da qui. Eravamo su un cazzo di super yacht, giusto? Nel Mediterraneo con ...

Manson (ride, ndr): Affabulatore!

Gallagher: Con Omar Sharif. E ...

Manson: E Brigitte Bardot.

Gallagher: Brigitte Bardot e Peter Sellers. E Shirley si è girata verso di me e mi ha detto: "Dov'è andato tutto storto?". E le ho risposto: "Non ne ho idea, ma me ne sto andando via da qui". E lei: "Vengo con te". E io: "Spacchiamo!"

Manson: È andata così.

Capisco. Perché ho l'impressione che sarà difficile ricevere una risposta seria da Noel?

Manson: Sì, lui è uno molto difficile. È un peccato, in realtà. Sarebbe potuto andare molto lontano nel mondo della musica, ma, sai, è un tipo proprio sgradevole, ma arriveremo alla fine di questa intervista, non preoccuparti.

Noel, pubblichi un nuovo album, Council Skies. Ho sentito i singoli. Cosa mi puoi dire dell'album nel complesso? 

Gallagher: Beh, è stato scritto durante il primo periodo di confinamento, nel 2020. È un album piuttosto riflessivo, perché penso che quello sia stato un anno di riflessione per tutti. Non so come sia stato in America, ma in Gran Bretagna eravamo tutti a casa e ho scritto molto materiale. Stavo passando alcune merdate nella mia vita personale ed è tutto lì. Non voglio dire alle persone come ascoltare un disco, ma se lo si potesse sintetizzare con una parola direi riflessivo. 

Pensi che il fatto di aver pubblicato la raccolta Back the Way We Came: Vol. 1 (2011-2021) mentre cominciavi a lavorare a questo disco ti abbia messo in una dimensione mentale più riflessiva? O non c'è alcuna attinenza con questo?

Gallagher: Vuoi una risposta onesta? 

Preferibilmente. 

Gallagher: C'erano molte persone sedute in ufficio a non fare niente. E ho fatto: "Dobbiamo fare qualcosa". Il 2020 è stato un periodo strano. E abbiamo deciso che erano trascorsi dieci anni da quando avevo iniziato come solista e sembrava un buon periodo per pubblicare quel disco. Volevo mantenere tutti noi concentrati e non solo gironzolare per la casa ubriachi alle 3 del pomeriggio. 

Lo capisco, anche se per un po' di giorni quella cosa può essere spassosa.

Gallagher: Può essere spassoso per nove mesi.

So che il titolo del tuo album proviene dal libro di Pete McKee Council Skies. Speravo che mi parlassi di come quello sia divenuto il titolo e su che ruolo quella canzone abbia avuto nella nascita dell'album.

Scrivevo la canzone e in quella parte che menziona "Council Skies" ("cieli popolari", ndr) c'era un vuoto tra le parole e non sapevo come chiamarlo. Quel libro era sul tavolino a casa e mi è semplicemente capitato di dargli un'occhiata. È stato lo stesso quando ho scritto Wonderwall. C'era un vuoto nel testo e avevo un poster del film Wonderwall incorniciato su un muro a casa. Ci ero passato vicino mille volte al giorno e non l'avevo mai notato. E quel giorno, stessa cosa del libro, l'ho vista e ho pensato: "Uau, che titolo fantastico!".

(...)

Sospettate che ci saranno degli ospiti sia per te sia per Noel sul palco durante questo tour?

Manson (ride, ndr): Nessuna pressione, Noel.

Gallagher: Be', io sono single e pronto a socializzare, per cui ...

C'è qualcosa che aspettate con ansia in questo tour?

Gallagher: Attendo con ansia proprio tutta l'esperienza. Voglio dire: amo andare in tour in America, specialmente d'estate. Mi piace stare sul bus. Amo la mia band e quello che faccio. E sarà proprio un'esperienza fantastica. Sai, queste cose sono quello che tu ne fai. Io sono determinato a renderlo fantastico. E so che Shirley ha la stessa sensazione. E ce la spasseremo alla grande.

Manson: Urrà! Beh, stiamo portando i Metric, che sono una band fantastica. Non so se tu li abbbia mai visti suonare, ma sono più nel nostro stile, probabilmente, che nello stile di Noel. Usano molta elettronica come facciamo noi, ma Emily Haines è una front woman agguerrita. Avrò il mio bel da fare per seguirla ogni sera. Quindi siamo eccitati. È un gran pacchetto, in realtà. Se ti piacevano i Garbage, gli Oasis e Noel e i Metric, penso che trascorrerai un'estate veramente bella con noi, ma io non lo direi, no?

Source: azcentral

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martedì 6 giugno 2023

La bellissima lettera di Noel Gallagher a se stesso: "La forza di mia madre. Ecco le parole che vorrei dire prima di morire, ecco cosa farei se potessi tornare indietro"

Pubblichiamo la nostra traduzione italiana della bellissima Lettera al giovane me che Noel Gallagher ha scritto per il nuovo numero del periodico Big Issue, uscito a maggio.

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Ho lasciato la scuola a 15 anni e la mia visione della vita era la stessa di adesso. Sono sempre stato un bambino pieno di speranza, se non sempre felice. Ero estroverso, socievole, divertente ed ero ben accetto dai miei coetanei. Tutto ciò che mi interessavano era la musica e l'evasione. Non credo di essere cambiato molto. Ovviamente le circostanze sono cambiate lungo la strada, ma penso che i miei valori fondamentali siano sempre gli stessi. Non sono mai stato il tipo di persona che ha pensieri negativi su me stesso. Se la mia educazione mi ha insegnato qualcosa, è stata la resilienza. L'ho preso da mia madre. Lei mi ha anche dato l'idea che nessuno ti darà niente. L'unico modo per ottenere ciò che vuoi è attraverso il duro lavoro. A meno che tu non diventi un maestro del crimine, ovviamente, ma sono stato molto fortunato nella mia breve vita di microcriminalità. Sono stato scoperto molto presto e ho pensato: fanculo, questo non fa per me.

Ancora oggi mia madre personifica la parola resilienza. Il suo abbaiare era dannatamente feroce. Il suo morso era inesistente. Aveva un linguaggio molto, molto scurrile. È lì che ho imparato a imprecare, da mia madre. Non ci siamo sempre divertiti molto, ma non mi sono mai veramente preoccupato per il futuro né mi sono sentito insicuro, perché veniamo da una famiglia irlandese così numerosa che c'era sempre qualcuno che si prendesse cura di te. Mia madre aveva 10 fratelli. Si sono tutti sposati. Tutti avevano almeno tre figli. Quindi non si veniva mai trascurare.

Da adolescente ho romanticizzato tutto. Top of the Pops, il calcio, andare ai concerti, i dischi, le ragazze, tutto. All'epoca non lo sapevo, ma stavo già gettando le basi per quello che sarei diventato: un artista, un romantico. Perché, anche se non sei un romantico nel vero senso della parola, stai elevando qualcosa, lo stai glorificando quando ne scrivi e ne canti.

La prima musica a cui sono stato esposto è stata la musica folk irlandese. Allora non mi ha colpito, ma ciò che è interessante della musica irlandese è che possono cantare delle cose più tristi e difficili, di ribellione e oppressione, ma sono le più edificanti canzoni da cantare che tu abbia mai sentito. Possono far sembrare i soggetti più tristi sorprendenti e quasi spirituali. L'ho adorato e lo amo ancora oggi.

La prima musica moderna che è arrivata al momento giusto per me è stata quella degli Smiths. Anche se non sono quello che si potrebbe definire un fan stereotipato di Morrissey - voglio dire, non sono il tipo di poeta meditabondo, allora ero più un teppista del calcio - Morrissey, se non mi ha parlato nel suo complesso, certamente ha parlato con un certo lato di me. E ovviamente gli Smiths erano molto mancuniani e Johnny Marr era estremamente simpatico e un grande compositore, e Morrissey era semplicemente impavido, divertente, brutale. Ho adorato gli Smiths. Ero lì, erano la mia band e li amavo dannatamente e li amo ancora.

Il Man City è stata una parte importante della mia vita da bambino. Non andavamo a vedere il Manchester City perché avrebbe vinto qualcosa, ci andavamo perché era la nostra squadra locale. Riuscivo a vedere i riflettori di Maine Road da casa mia. Quando eravamo ragazzi andare alla partita era semplicemente una delle tre o quattro cose eccitanti che potevi fare nella tua vita. Le cose erano: andare a partita di calcio, guardare Top of the Pops, giocare a calcio nel parco e farsi di sidro. Questo è tutto. Non era come adesso, dove hai una copertura televisiva continua, Internet e il fottuto TikTok. Dovevi trovare il tuo divertimento. Il calcio era una cosa enorme, enorme e lo è ancora per me. Quando senti 40.000 persone cantare in uno stadio per la prima volta è sbalorditivo. Cantare fa bene all'anima. Rilascia endorfine nel cervello, ti sballi cantando. È per questo che le persone cantano in chiesa. Gli stadi di calcio sono le cattedrali dei lavoratori. E se la tua vera vita familiare sta diventando un po' fratturata, prendi conforto dalla famiglia sugli spalti.

La cosa del figlio di mezzo è sicuramente una cosa. La cosa del figlio di mezzo è che non sei mai il più piccolo e non sei mai il primogenito. Quindi sei un po' lasciato ai tuoi dispositivi. Ho trascorso molto tempo da solo a guardare fuori dalla finestra. Quindi, tra tutti noi, sono stato io il primo ad appassionarmi alla musica, sono stato io il primo a imparare a suonare uno strumento. Sono stato io il primo a lasciare casa. Conosco altri figli di mezzo, femmine e maschi, e sembrano tutti formati abbastanza bene. Immagino che ci sia sempre così tanto investimento dei genitori nel figlio maggiore e poi, ovviamente, il più piccolo è il più piccolo. Quello nel mezzo prosegue indisturbato.

Non avevo intenzione di unirmi agli [Oasis], ma il destino ha preso il sopravvento. All'epoca facevo parte del gruppo della tournée degli Inspiral Carpets, ero appena tornato dalla Germania ed ero diretto da qualche altra parte. Avevo il mio da fare ed è stato fantastico. È stato solo quando Liam mi ha chiesto di andare a suonare con la band, e non avevo niente di meglio da fare, che ho accettato. Per quel mese iniziale non mi ero davvero unito a loro, ma provavo suonando le loro canzoni. E poi un giorno Liam [Gallagher, fratello e frontman degli Oasis] mi ha detto: tu scrivi canzoni, suonacene una delle tue. Quindi ho suonato loro una canzone che avevo scritto e ho detto loro: questa suonatela così e fate questo e fate quello. È stato solo quando altre persone si sono unite alla mia musica e Liam ha iniziato a cantare che la lampadina si è accesa. Ed è stato: wow, in effetti questo potrebbe essere davvero dannatamente bello. Non riesco ad articolare che tipo di emozione fosse. Non è stato un enorme momento eureka, ma non è stata nemmeno indifferenza.

Nei primi mesi non me ne fregava niente di chi si sarebbe preso cura del nostro futuro. Ciò sarebbe avvenuto più tardi, quando abbiamo iniziato a trattare con le persone del settore e tutti delegavano a me, perché scrivevo tutte le canzoni ed ero il più articolato. Quando ho firmato un contratto pensai che avevamo solo una possibilità per fare qualcosa di noi stessi e preferirei che voi ragazzi non ci rovinaste tutto.

Ricordo il momento esatto in cui siamo stati ingaggiati [da Alan McGee al King Tut's Wah Wah Hut di Glasgow nel 1993]. Ricordo persino cosa indossava Alan McGee. Facevamo questa versione di I Am the Walrus [dei Beatles] e non riuscivamo mai a capire come finirla. Quindi Liam sarebbe uscito per primo dal palco. E poi mettevo la mia chitarra su una specie di pedale delay continuo e uscivo dal palco dietro di lui. Poi uscivamo davanti e guardavamo la band, prendevamo per il culo e vedevamo cosa avrebbero escogitato per farla finita. Quella sera ero al banco di missaggio e Alan McGee si è avvicinato con una camicia blu e jeans bianchi e mi ha chiesto: come si chiama la tua band? E io ho detto: Oasis. E lui ha detto: hai un contratto discografico? E io ho detto di no. E lui ha detto: ne vuoi uno? E ho chiesto: con chi? E ha detto: con la Creation. E ho fatto: OK. E questo è tutto, la notte che ha cambiato la vita di tutti.

Non sapevi mai con che umore si sarebbe presentato Liam e ho trovato l'intera faccenda davvero dannatamente stressante. La mia sensazione prevalente era: questa cosa è così dannatamente inutile. Questo è il sogno per cui tutti abbiamo vissuto e ti stai ancora lamentando per alcune stronzate che sono successe 18 ore fa. È solo una cosa insensata. Sai cosa voglio dire? Dipende tutto dall'insicurezza e dalla paura da parte sua. I cantanti sono i re a dare la colpa a tutti gli altri. Io avevo l'àncora del lavoro, scrivevo le canzoni, quindi dirigevo io. Sapevo cosa stavo facendo. Spesso mi chiedevo come sarebbe stato se fossi stato in una band e non avessi avuto il controllo della direzione della band perché il tizio che ha scritto tutte le canzoni era così dannatamente bravo. Non avrebbe avuto senso lasciarsi coinvolgere. Quindi non c'è da stupirsi che lui sia andato fuori dai binari, ma puoi bilanciarlo dicendo: beh, gli Oasis non sarebbero un cazzo di niente se non mi avessero chiesto di unirmi a loro.

Potrei intervenire per mettere in pausa il mio io più giovane alcune volte e dire aspetta un minuto. Possiamo solo tornare indietro di un paio di mesi e sistemare questa cosa, cazzo? Dicevo sempre cazzate assurde. Quando sei in preda alla merda delle droghe e pensi che il prossimo che busserà alla porta sarà la polizia, e tutto ciò che dici viene intenzionalmente frainteso dalla stampa, e hai dei giornalisti sotto casa casa e la cosa influenza la vita della tua famiglia, vorresti poter tornare indietro nel tempo e non dire o non fare delle cose. Ora? Tutti ne sono usciti dall'altra parte ed è tutto parte della storia.

Cosa penserebbe il mio io più giovane se lavorassi con Damon Albarn? [Gallagher ha fatto le seconde voci per il brano We Got the Power dei Gorillaz nel 2017 ed è apparso con la band diverse volte sul palco]. Dipenderebbe interamente da quale lato del letto mi sono alzato quel giorno. Se tu mi beccassi in una buona giornata direi: sì, potrei vederlo accadere. In una giornata storta mi accoltellerei alle palle.

Quando arrivi a 55 anni arrivi a una sorta di bivio nella tua vita. Non è raro che le persone che hanno avuto relazioni a lungo termine si separino a 50 anni. Conosco molte persone sulla stessa barca come me e Sara [quest'anno Noel Gallagher e Sara MacDonald hanno annunciato il divorzio dopo 22 anni insieme]. In particolare dopo la pandemia. La cosa della crisi di mezza età è vera per uomini e donne, ma di certo non sto diventando nostalgico del passato, assolutamente no. Le cose vanno benissimo nel presente. Il Man City è fantastico, la mia vita è fantastica. Sono felice e in salute. Sto per andare in tournée in giro per il mondo. Sta accadendo ora per me.

Mi dispiace per i giovani che crescono in questo paese ora, la Brexit è stata un cazzo di disastro assoluto. E sarà un incubo vivente fino a quando qualche politico non avrà le palle per mettere un referendum in un manifesto, fare campagna su quello e tornare nell'UE. Niente funziona più in questo paese. La politica non funziona. I servizi sociali non funzionano. La gente è in sciopero. Non ci sono delle cazzo di uova al supermercato. È tutto una merda. La politica è arrivata a un fottuto vicolo cieco. Non capisco più cosa rappresenti nessuno di loro. I conservatori faranno crollare questo paese e poi lo passeranno ai laburisti e diranno loro "buona fortuna". Sadiq Khan e tutti questi altri cazzo di idioti quaggiù potrebbero pure voler salire su un treno una volta ogni tanto e uscire dalla M25 e vedere quanto cazzo di buco di culo è questo paese. Nella periferia di Manchester, dove sono nato, tutto è chiuso. Tutto è andato. E non è stato abbattuto per costruire grattacieli lucenti per fondi speculativi e appartamenti per investitori come a Londra. È stato proprio chiuso con assi e lasciato marcire. Questo doveva essere un mondo moderno in cui nessuno sarebbe rimasto indietro.

La musica di tutte le forme è così dannatamente borghese adesso. Perché i ragazzi della classe operaia non possono permettersi di comprare strumenti musicali o provare o fare nessuna delle cose che potremmo fare noi. Ed eravamo poveri. Il musicista della classe operaia è il fanalino di coda ora. Ecco perché la musica adesso fa schifo, perché la cultura giovanile, 99 volte su 100, viene dalle classi popolari. Ecco perché così tanti ragazzi ora adorano gli Oasis. Perché eravamo una cosa seria. E riconoscono le cose serie quando lo vedono. Gran parte di me è davvero lusingata e onorata che gli Oasis siano così popolari ora, ma una parte di me è un po' triste perché nessuno è venuto a prendere il nostro posto. Nessuno è venuto a parlare per loro delle loro vite, della loro cultura e di dove andranno dopo.

Ho due figli piccoli, di 13 e 16 anni, e sono in ansia per i giovani. Non sanno davvero come comportarsi con tutta questa merda woke (Noel fa riferimento alla cosiddetta cultura woke, ndr) che ora viene imposta a tutti. Donne bianche di mezza età arrabbiate che dicono ai giovani come comportarsi e tutte queste stronzate. Guardo i miei figli e a volte devo prendere la loro testa tra le mani e dire loro: non preoccuparti per queste persone, sii solo quello che sei. Eravamo scatenati da ragazzi. Non ce ne fregava niente. Non sono così spensierati. Sono incatenati da Internet e dal wokeismo e vivono in un paese dove non funziona un cazzo.

Se potessi tornare indietro per rivivere un momento qualsiasi della mia vita, sarebbe difficile scegliere tra due. Uno sarebbe la mia festa per i 50 anni. È stata stupefacente. È stata una faccenda di tre giorni, quindi ovviamente i miei ricordi sono un po' confusi, ma mi piacerebbe rivivere quel fine settimana. Il periodo tra i 40 e i 50 anni è stato il migliore decennio della mia vita, sono stati anni incredibili, sorprendenti. Ogni giorno da quando ho compiuto 50 anni, però, è stato un cazzo di dolore di palle. Letteralmente ogni cazzo di giorno degli ultimi cinque anni è stato una rottura di coglioni, ma la mia festa per il 50° compleanno è stata una delle feste più pazze di sempre.

L'altro momento sarebbe la sera in cui sono andato a vedere David Bowie e Morrissey alla Wembley Arena negli anni '90. Ero fatto e ubriaco. Poi, prima che arrivasse Bowie, qualcuno è venuto da me e mi ha chiesto: ti piacerebbe venire a conoscere David? Sono stato portato a vedere David Bowie nel suo camerino. E non ne ho alcun ricordo. Ricordo di essere entrato e lui si stava truccando in uno specchio e basta. È lassù con John Lennon per me e non ho idea di cosa ci siamo detti quando l'ho incontrato. Se potessi tornare indietro lo apprezzerei molto di più. Gli direi cosa ha significato per me quando crescevo e quanto significa per me adesso, e gli direi: ti plagerò alla grande, cazzo, quando sarai morto, lo sai.

Se potessi avere un'ultima conversazione con qualcuno nella mia vita, forse parlerei con tutte le mie ex ragazze e direi semplicemente: "Vedi? Te l'ho detto, cazzo". No, sto scherzando. Ovviamente. No, forse parlerei con il mio ex suocero, recentemente scomparso. Non ho davvero avuto la possibilità di salutarlo. Vorrei dirgli che grande uomo pensavo fosse. E vorrei anche parlare con la mia vecchia nonna, la mamma di mio padre. Vorrei solo dirle: non indovineresti mai, cazzo, cosa è successo a me e all'altro tizio.

Noel Gallagher

Source: Big Issue - traduzione italiana di oasisnotizie

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