Dopo le
anticipazioni dei giorni scorsi, ecco la versione integrale dell'articolo sui Beady Eye pubblicato sul numero di
NME del 12 gennaio. Segue una traduzione dell'articolo.
Potete sfogliare l'articolo di NME qui sotto.
Read the NME article at the end of this post.
Liam spiega che "il primo disco dei Beady Eye aveva alcune buone canzoni, aveva bei numeri", ma non si dice soddisfatto dal riscontro che ha avuto: "Credo che alla gente non sia piaciuto. È arrivato troppo a ridosso della fine degli Oasis, la gente non l'ha fottutamente comprato, non l'ha capito, non ci si è connessa. Quindi si riparte da zero. Non ti giudicano da un disco, torni e ne fai un altro. Sapevamo che avremmo fatto un altro ed eccoci qui".
Quasi due anni fa, quando era in Italia per promuovere il nuovo disco dei Beady Eye, Liam
diceva:
"Spero proprio che faremo un sacco di altri
dischi belli come questo, non cercheremo mai di reinventarci, perché
noi siamo così e non ci piace essere in nessun altro modo. Ci piace
fare rock 'n' roll. E basta".
Ora sembra aver almeno in parte sconfessato questo intento, dal momento che il disco è, per sua stessa ammissione, alquanto "sperimentale". E lo stesso cantante usa un'immagine eloquente quando lo illustra: "Guarda, per qualche ragione abbiamo sempre aperto la porta e dato un'occhiata ad un altro mondo, ma ce la siamo sempre fatta addosso, o qualcuno se l'è fatta addosso e siamo rimasti intrappolati nella solita formula ... la gente rimane imprigionata in un sentiero. La gente si spaventa, amico. La gente a volte ha una cazzo di paura di guardarsi allo specchio, amico. Quando vendi 20 milioni di dischi o chissà quanti hai gente attorno che ti fa: 'Continuiamo a lucrare dalla solita formula'. Quindi sono un po' deluso dal fatto che non l'abbiamo fatto, ma con questo cazzo di disco abbiamo scardinato la porta e siamo entrati facendo fumo in questo nuovo mondo".
Gem Archer è d'accordo: "Abbiamo attraversato qualcosa, tutti noi, e ora ci siamo fatto sette mesi di ... non direi 'ci siamo reinventati', non voglio essere così rozzo, ma abbiamo dato un'occhiatina alla stanza, capisci? E alla fine questa roba salta fuori. E quando cominci a costruire qualcosa su quella roba allora diventa una cosa che va da sé, anziché fare: 'Oh, dobbiamo andare a suonare questa cosa dal vivo'. Non ha più senso".
Stavolta non ci sono canzoni che erano 'avanzate' dalle registrazioni con gli Oasis. Sono tutte canzoni nuove. Liam ne ha scritte 20 nuove di zecca e il produttore, Dave Sitek, è un nome che difficilmente qualcuno si sarebbe immaginato di accostare ai Beady Eye. Lo statunitense, noto per i suoi lavori con TV On The Radio, Liars, Yeah Yeah Yeahs, Telepathe, Scarlett Johansson (per cui produsse Anywhere I Lay My Head nel 2008), Daniel Higgs e Dragons Of Zynth, nel 2008 fu nominato tra gli artisti più innovativi e progressisti nel mondo della musica dalla stessa rivista NME.
"Erano in ballo molti nomi", rivela Gem, "ma per molti di essi pensavi: 'Riesco già a sentire come suonerà il disco'. Non voglio mancare di rispetto a questi nomi, ma è stato un atto di fede, una sensazione. La musica è questo. Avere fiducia nei tuoi istinti viscerali".
Liam: "Il nostro nuovo manager, Scott, ci ha detto: 'Che ne dite di quel tizio che ha prodotto gli Yeah Yeah Yeahs e tutta quella roba lì?'. Ho sentito un paio di pezzi di questa band e ho pensato: 'Sì, figo'. In realtà non me ne fotte un cazzo, non me ne importa, perché le mie parti vocali le gestisce Gem, lui sa a che punto mi trovo. So che fa parte di una band, i TV On The Radio. Non li ho mai sentiti nominare, ma non voglio sapere molto di loro. Viene dritto in studio, bussa alla porta, viene e fa. 'OK, io sono Dave'. E io: 'OK, io sono Liam'. E basta. Il resto è storia, siamo al largo, stiamo volando".
Gem: "Pare che non abbandoni mai il suo recinto. Gli amici gli facevano: 'Stai facendo cosa? Stai andando dove? Con chi?'. Non abbandona mai Los Angeles, è proprio una testa da studio. Vive tra le casse. Quindi penso sia un po' un salto anche per lui capisci".
"Mi chiedi se Dave ha mai sentito nominare gli Oasis?", prosegue Liam. "Dice che provò a prendere i biglietti per vedere gli Oasis al Madison Square Garden di New York, ma non riuscì. Gli ho fatto: 'Chi dorme non piglia pesci, amico'. Sono sicuro che gli Oasis li abbia sentiti nominare, ma non ha menzionato se gli piacciono o no. Non lo so e non mi importa. Non è un disco cosmico in senso sofisticato, ma in modo pacchiano, sgargiante. Non facciamo: 'Oooh, abbiamo dei suoni strani in sottofondo', è: 'Spassiamocela dandoci dentro'. La gente ne rimarrà sconvolta, te lo dico!".
Capitolo canzoni. Quali sono i nuovi pezzi? Conosciamo già World Not Set In Stone, scritta da Liam e presentata lo scorso anno durante i concerti. Farà parte del disco, ma con la supervisione di Sitek è stata modificata fino quasi a non riconoscerla. Titoli? La band serra le labbra, non vuole far trapelare nulla. Il titolo del disco? "È Lay Off My Avocado, per il quale sto lottando", scherza Liam.
"Fare questo disco ci sta affascinando", prosegue Gem. "Ci sono suoni che non sarebbero mai saltati fuori. E sono sicuro che ci sono suoni che Dave non ha mai manipolato in precedenza, su cui non ha mai messo le mani. Ogni giorno c'è un vero scossone, perché tutti ci stiamo spingendo l'un l'altro. A volte finisco là fuori".
Non teme, Liam, che i fan più conservatori possano reagire male ad un disco insolito? "Be', non ne abbiamo molti da perdere in ogni caso ... ma no, non me ne importa, davvero. Non che voglia mancare di rispetto ai fan, io faccio ciò che faccio per tutti, non solo per loro. Lo faccio per me e per loro. Se prendiamo fan prendiamo fan, se li perdiamo li perdiamo. Non è quello il punto. Non lo sto facendo per quello. Lo sto facendo per fare un cazzo di grande disco, così da poter dormire la notte".
"Forse l'uomo comune potrebbe fare: 'Oooh, no'. Alla gente non piacciono i cazzo di cambiamenti. Non piacciono a me, i cazzo di cambiamenti! Ma devi farli a volte. Ora sono giunto ad un'età, tutti lo siamo, siamo nei quaranta, in cui sono ben consapevole di cosa vuole la gente. La gente vuole vedere facce nuove. Io voglio vedere ragazzi nuovi, con le chitarre, e so di far parte di quella zona, quella zona di vecchie rock star, quella in cui si trovavano gli Stones anni fa, in cui la gente fa 'Oh, loro'. Sono per le facce nuove, ma non c'è nessuno stronzo qui. E non penso che lì fuori ci siano molte persone che ci mettano tanta passione quanta ci mettiamo io e la mia band. Quindi penso che dobbiamo essere lì, ma per essere lì dobbiamo dare un po' una rimescolatura e penso che con questo disco l'abbiamo fatto. Lo penso davvero. Ma non è che siamo andati lì a fare qualcosa che non volevamo fare. È una cosa che rientra pur sempre nella nostra sfera, sai cosa intendo? Ci troviamo proprio sul suo bordo".
oasisnotizie - via NME - grazie a Dean per le scansioni del numero di NME
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