martedì 22 ottobre 2019

Noel Gallagher a tutto campo: "Reunion? Non ha senso. È Wandering Star il mio nuovo brano. La musica? Muore, come le band e i dischi. Parleremo tutti cinese"

Intervistiamo Noel Gallagher cominciando da D'You Know What I Mean?, il singolo di lancio dell'attesissimo album Be Here Now degli Oasis, il terzo della band, pubblicato nel 1997.  Il disco arrivò dopo il travolgente successo di (What’s The Story?) Morning Glory (4 milioni e 565 844 copie vendute) e il suo primo singolo, il già citato D'You Know What I Mean? appunto, vendette 846 453 copie. Ma con 7 minuti e 42 secondi di durata e una produzione ampollosa, il brano fece discutere non poc (VEDI ANCHE QUI).

"Mi era stato chiesto di recarmi al meeting per l'ascolto del brano", ricorda Noel. "Al tavolo c'erano persone provenienti da tutto il mondo e appena hanno messo su il disco ho notato che almeno mezza dozzina di loro iniziavano a cronometrare. Quella cosa mi ha dato sui nervi".

"Il primo minuto del brano", spiega il chitarrista, "è feedback sonoro. La batteria non entra prima del minuto e mezzo e la parte cantata non inizia prima del terzo minuto. C'era gente inorridita. Una volta finita la canzone, c'era un altro minuto di feedback sonoro. Ci fu silenzio e poi qualcuno disse: 'Ci sarà un edit?'. E io dissi: 'No' ...".

Per il remix del 2016, Noel ha tolto 20 secondi di D’You Know What I Mean? e considera quel taglio un significativo miglioramento rispetto al'originale.

"Be', non fu mixata sotto l'effetto della cocaina", ricorda Noel ridendo. "Ricordo che in studio ero fatto come un cavallo. All'epoca avevo 30 anni, era pazzesco, cazzo!".

Be Here Now fu salutato con entusiasmo e vendite da record nella prima settimana dopo la pubblicazione, ma ben presto la dura realtà si fece strada. Le vendite si fermarono a 1 milione e 933 564 copie, vette che gli Oasis, all'epoca la più grande band del mondo, non avrebbero mai più toccato. Rimpianti? Qualcuno ...

"Prima ancora che iniziassimo a suonare l'album dal vivo, io ero assolutamente convinto che fosse la cosa più grandiosa mai concepita. Solo dopo quattro o cinque concerti iniziai a pensare: 'Queste canzoni non stanno commuovendo nessuno'. E la gente non dice bugie".

"Quell'album non mi piace", ribadisce Noel, il cui odio per Be Here Now è diventato quasi proverbiale. "Ho perso l'opportunità di fare qualcosa di dannatamente grandioso. E ho sempre pensato che forse le canzoni fossero troppo lunghe".

Nove delle tracce di Be Here Now hanno una durata di oltre cinque minuti, mentre il terzo singolo, All Around the World, rimane la canzone più lunga ad aver raggiunto il numero uno nella storia della UK singles chart, con i suoi 9 minuti e 38 secondi.  Dati certamente in contrasto con le hit di oggi: si calcola che la durata media di un brano giunto al primo posto nella classifica britannica dei singoli nel 2019 sia di 3 minuti e 4 secondi.

Noel, Sara e Anais agli BMI Awards il 21 ottobre 2019
"Tre minuti e quattro secondi?", irrompe Noel. "È una barzelletta, cazzo. Io faccio fatica a tenere i miei brani sotto i quattro minuti".

"Non mi piace il modo in cui oggi l'industria musicale detta le regole all'artista. Quando ero ragazzo, era l'artista che comandava sull'industria. Ora vedi gente che striscia sulle mani e sui piedi per ottenere un contratto discografico. Fanno qualsiasi cosa venga loro chiesta e non può essere certo una coincidenza per chiunque sia dotato di almeno mezzo neurone che la qualità della musica a ogni ciclo degrada".

Per Noel sono già otto gli anni di carriera da solista, con tre album giunti al primo posto. Il debutto del 2011, Noel Gallagher’s High Flying Birds, ha venduto 864 601 copie finora, Chasing Yesterday, del 2015, ne ha vendute 340 742, e Who Built The Moon?, del 2017, ne ha vendute 285 300.

"È andata bene", dice Noel degli ultimi otto anni trascorsi. "Ho già sperimentato dei cambi di formazione, che sembra una cosa che faccio da oltre 25 anni, ma quando ho iniziato non immaginavo che avrei fatto la musica che sto facendo oggi".

Il produttore David Holmes ha consentito a Noel di uscire dalla sua comfort zone con il disco Who Built The Moon? e di continuare a sperimentare con gli EP di quest'anno, Black Star Dancing e This is the Place. Un nuovo singolo, Wandering Star, tratto da un terzo EP, dal titolo Blue Moon Rising, uscirà agli inizi di novembre. L'EP uscirà ai primi di gennaio.

"Una volta che ho pubblicato il primo disco, che era un album più alla Oasis standard, ho provato a spingermi un pochino oltre e a vedere quanto lontano potessi portare quello che faccio. Ecco perché l'idea degli EP ha esercitato un fascino su di me", spiega il 52enne.

"La cosa buffa è quando è uscita Black Star Dancing tutti hanno fatto: 'Oh, è questa la nuova direzione?'. Pensi: 'No, è solo una canzone, ascoltala per quello che è'. E poi, con This is the Place, la gente ha fatto: 'Oh, ti sei dato all'acid house?'. 'No, è solo una cazzo di canzone!' ...".

Se gli Oasis su Spotify sono ascoltati da 13,3 milioni di ascoltatori ogni mese, il materiale da solista di Noel fa registrare un modesto milione e mezzo di ascoltatori, ma ciò è dovuto all'approccio di Noel verso la musica moderna, un approccio che non ammette compromessi. Se oggi, nell'epoca dello streaming, mettere il ritornello dopo 30 secondi di canzone è una decisione incoraggiata dai produttori, i versi del bano Black Star Dancing, la title track del primo di questi tre EP, non arrivano prima di 50 secondi dall'inizio del pezzo.

"Se fossi sotto contratto con una major sarei spinto in una certa direzione. Se fossi con una major e proponessi Black Star Dancing, ti garantisco che non sarebbe pubblicata come singolo. Te lo garantisco io".

Tra i parolieri migliori della sua generazione, il "re del Britpop" è stato insignito del BMI Presiden't Awards ieri sera alla cerimonia londinese degli BMI Awards.

William Booth, chief operating officer della Sony/ATV UK che ha sotto contratto Gallagher, ricorda di aver visto gli Oasis con il suo allora collega Blair McDonald al bar Canal Café, durante una conferenza stampa a Manchester.

"Scritturare Noel divenne una missione cruciale per noi in qualità di nuovi manager della Sony Music Publishing UK, che era stata da poco rivitalizzata", commenta Booth. "Il nostro fiuto per il suo talento da compositore si è dimostrato straordinariamente azzeccato, dato che molte delle sue canzoni sono divenute inni generazionali e visto che continua a scrivere in modo prolifico, andare in tour e raggiungere nuovo pubblico".

"Siamo molto fortunati di aver avuto il piacere di collaborare con Noel per tutti questi anni e per ognuno di noi della Sony/ATV è inconcepibile vederlo pubblicare canzoni con un'altra etichetta".

Music Week incontra Noel Gallagher all'ufficio centrale di DawBell, azienda di pubbliche relazioni che organizza gli BMI Awards. Anche se nessun argomento di discussione è tabù, alimentare l'ossessione dei media per il rapporto tra Noel e Liam non sembra prioritario.

Qui Gallagher puntualizza un po' di cose sullo streaming, sulla composizione e sullo stato attuale dell'industria musicale. E rivela cosa ci vorrebbe per riunire gli Oasis. Tenetelo a mente, non è un uomo che con la mezza età si addolcisce.

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Sono passati alcuni anni da quando hai criticato le persone per essere felici di spendere un deca per due tazze di caffè, ma meno disposte a pagare per la musica. La tua posizione sullo streaming si è ammorbidita?

 "Beh, tanto per cominciare suona di merda. Ho l'app Spotify sul mio telefono, ma in realtà ho premuto il pulsante per andare avanti forse una mezza dozzina di volte. Sono proprio infastidito dalla cosina che viene fuori e ti dice: 'Pensiamo che potrebbe piacerti'. Penso: 'Non dirmi che cazzo mi potrebbe piacere!'. Questo fottutissimo telefonino mi sta dicendo: 'Abbiamo creato questa playlist per te' e io faccio: 'Fottuto arrogante piccolo pezzo di fottuta spazzatura!'. Non mi piace. Vengo alla musica da un'altra strada: voglio trovarla, scoprirla, possederla e voglio che viva nella mia vita per sempre. Adesso stiamo tutti iniziando a essere pagati un po' meglio dallo streaming, grazie a Dio, ma questo è anche un ostacolo, perché se stai cercando di fare qualcosa, le persone guarderanno solo quanti stream hai ottenuto e, se non è il numero magico, non daranno neanche un ascolto. La musica che sto producendo ora, e questo mi viene persino detto dalla mia etichetta discografica, 'è difficile da incasellare, perché ci sono queste playlist'. Io penso: 'Andate tutti a fare in culo!'. Non mi interessa, è così che è la mia musica adesso. Non ho intenzione ad adattarla a una playlist, ma vaffanculo!".

Gli Oasis hanno più ascoltatori Spotify mensili rispetto a gruppi come Arctic Monkeys, Foo Fighters e The 1975. E siete divisi da 10 anni ...
 
"Come un cantautore ho toccato un tasto che non sarà mai più toccato: l'arte della verità universale. Le mie canzoni non sono personali per me, non riguardano me, ma quella cosa. E penso che ciò che le distingue da quelle degli Arctic Monkeys, in particolare, è che sono tutte molto inclusive. Alcune delle canzoni degli Arctic Monkeys sono un po 'troppo fighe per andare a scuola' e non sai bene di cosa cazzo stiano parlando. Ho sicuramente toccato qualcosa in quella prima esplosione di me come cantautore e non proverei ad analizzare troppo questa cosa, a parte il fatto che tutti i testi sono molto inclusivi e riguardano la nostra generazione ".


Alcune delle tue canzoni più amate sono lati b, quindi cosa pensi della morte del lato B?

"Beh ... la morte di tutto: i 45 giri, i lati B, i locali, le classifiche, Top Of The Pops, i negozi di dischi. Puoi fare i cazzo di nomi. È una metafora della vita: tutte le vecchie modalità stanno morendo a poco a poco. L'album sarà il prossimo. E poi alla fine sarà la volta della canzone e ci saranno solo cazzo di pop star. Poi moriranno pure loro e ci saranno solo le emoji. Poi, cazzo, moriranno pure loro e parleremo tutti cinese".


Non vediamo l'ora. Il presunto declino del disco ha influito sulla tua decisione di pubblicare degli EP?
 
"No, ero in tournée e sentivo che Who Built The Moon? aveva fatto il suo corso. Un pomeriggio ho fatto un meeting ed è stata una cosa del tipo: 'Che ne dici di pubblicare qualcosa il prossimo anno?'. E ho pensato che fosse una buona idea. Ho pensato: 'Non devo creare un album, quindi non deve essere un 'cartello' artistico, non ci deve essere una grande campagna legata a questo album. Facciamo solo tre EP'. Siamo arrivati al punto in cui penso semplicemente: 'Per chi sto facendo musica ora? Per me o per gli altri?'.  Ho solo seguito il mio istinto e sono uscite fuori cose grandiose. In realtà sto pensando di allegare alla title track del mio prossimo EP una lettera di scuse, perché è talmente lontano da tutto quello che stavo facendo un anno fa - figuriamoci da quello che facevo con gli Oasis - che dividerà ciò che resta della mia base di fan" (ride, ndr). 


Cosa ne pensi della velocità con cui oggi si pubblica musica? Vedi artisti come Ariana Grande ed Eminem che pubblicano due album a pochi mesi di distanza ...

"Non mi preoccupo, sono comunque americani. Ma quando sono andato a fare il solista mi vengono offerti - e mi vengono continuamente offerti - buoni affari dalle major. Ogni volta che partecipo a una cerimonia di premiazione mi becco una fila di persone che mi fanno: 'Perché sei sotto contratto con un'etichetta indie?'. E tu fai: 'Ad essere sincero, tutto ciò che tu puoi offrirmi sono soldi e, francamente, io ho più soldi di te'. Non vorrei essere nella situazione in cui un giovanotto di 20 anni di una divisione di 'scoperta dell'artista e ingaggio' (A&R) mi dice come dovrebbe suonare la mia musica, perché gli caverei gli occhi, capisci cosa intendo? Non volevo provare a fare ciò che avevo fatto con gli Oasis. Che senso ha? Fallo una volta, rendilo speciale, e basta. Ecco perché non torneremo mai più insieme. L'abbiamo fatto una volta e rimarrà iconico. Andiamo a fare qualcos'altro".

Avresti voluto cominciare prima come solista?

"È difficile da dire. Mi è stato offerto per la prima volta un contratto discografico come artista solista dopo Knebworth (nel 1996, ndr) e l'ho rifiutato ... No, penso che queste cose accadano quando accadono. Penso che dovesse succedere per un motivo. So essere un po' fatalista quando si tratta di cose del genere e tendo a seguire il mio istinto. Sono state un bel po' le volte in cui avrei potuto lasciare gli Oasis, ma per qualche ragione, la sera in cui l'ho fatto, qualcosa mi ha istintivamente detto: 'Adesso è il momento giusto' ...".

Stranamente, devi ancora esibirti a Glastonbury come artista solista ...

"Non mi hanno mai fatto un'offerta che non potevo rifiutare! Ma mi piace andarci. Ci vado quasi tutti gli anni, quindi esibirmici sarebbe un dolore alle palle per me, a meno che non possa trascorrere il giovedì sera in una mensa da qualche parte. Mi è stato offerto un paio di volte ed è stato tipo: 'Nah'. Sarebbe stato nel bel mezzo di un tour e non ha funzionato. Ma il festival in sé è fantastico, lo adoro e l'anno prossimo ci andrò".

Congratulazioni per il tuo BMI Award. Il fatto che tu l'abbia ricevuto in qualità di autore lo rende più significativo per te?


"Sì, perché è una cosa proprio personale. Hai mai letto Isle Of Noises? Questo ragazzo (Daniel Rachel, ndr) ha intervistato 30 cantautori britannici, da me a Ray Davies, sul procedimento che si segue per comporre le canzoni, e la cosa affascinante del libro è che non ci sono regole ferree e assolute. Tutti hanno un modo diverso di approcciare la scrittura di canzoni. Quindi quando ricevi un premio per il tuo songwriting, ti viene chiesto di definirlo e lo trovi difficile, perché è una cosa proprio istintiva per me. Non ho mai preso una lezione di musica in vita mia, semplicemente possiedo un cazzo di talento per la creazione di una melodia da qualsiasi cosa e l'entusiasmo per portare a compimento le idee, e amo davvero quello che faccio. Ma per quanto riguarda il modo in cui lo fai, non lo so. Piovono dal cielo"

Ma cosa viene di solito per primo: il verso o il ritornello?


“L'unica costante è che le parole verranno sempre per ultime. Organizzo l'intera canzone, poi aspetto solo le parole. Il primo verso è di solito il più difficile e poi diventano progressivamente più facili. Alcuni brani possono richiedere dieci minuti per essere scritti; otto anni è il periodo più lungo che ho impiegato per scrivere una canzone".

Quale canzone era?

"Era tratta dall'album Don't Beliebe the Truth ... Let There Be Love. Ci sono voluti otto anni per scriverla. Per This is the Place mi ci sono voluti quattro o cinque anni, perché 'quella parte non ha funzionato, dovrò scrivere una nuova parte per quella porzione di canzone e poi quella parte ha funzionato'. Ma trovo difficile parlarne; è solo qualcosa che è sempre stato lì per me. Dovrò alzarmi e fare un discorso ai BMI Awards e senza dubbio farò arrabbiare qualcuno mentre lo faccio, perché non ho niente da dire" (ride, ndr).


Nella tua carriera ci sono stati periodi in cui le canzoni non ne volevano sapere di venire fuori?
"Mi è successo una volta, in un periodo in cui non stava succedendo niente. Non c'era verso. E ricordo che Paul Weller mi disse: 'Non inseguire la cosa'. E quello fu un buon consiglio. Se la insegui, stai sprecando le tue energie. Non l'ho mai più vissuto da quando ho lasciato gli Oasis, perché lavoro a ritmo mio, all'orizzonte non c'è nulla per cui la cosa debba essere ultimata. C'era quel periodo centrale degli Oasis: Be Here Now, Standing on the Shoulder of Giants, Heathen Chemistry ... Erano gli anni in cui facevo fatica. Ripensandoci ora, stavo aspettando che succedesse qualcosa nel mondo della musica, qualcosa che accadesse e a cui io potessi accodarmi".


Quanto è stata sopravvalutata l'influenza dei Beatles sul tuo songwriting?

“Amico, in modo pazzesco. È solo perché eravamo grandi fan dei Beatles. Ero in imbarazzo quando andavo in America e ti sedevi con un giornalista che diceva: 'Ci si aspetta che suoniate come i Beatles'. E io facevo ... (scrolla le spalle, ndr). Ho sempre pensato che suonassimo come una fottuta rock band, capisci cosa intendo? Ma quando hai il cantante che la mena costantemente con John Lennon e chiama i propri figli come lui, te la stai proprio cercando".

Ti vedi ancora qui a fare questo quando avrai l'età che ha ora Macca?
"Settantasette? Immagino che dovrei diventare vegetariano se vorrò fare questo all'età che ha oggi McCartney. In futuro riesco a vedere me che compongo e vado in tournée, ma, a differenza di un album ogni tre anni, sarebbe un album ogni sei. Per come la vedo io, se puoi farlo, sei obbligato a farlo. Nel mondo c'è talmente tanta merda - merda brutta, oscura, folle - che se sei un cazzo di artista e sei seduto a casa e non lo fai, sei una vergogna. Devi uscire, amico. Stai infrangendo la monotonia della merda per la gente".


Hai avuto molto da dire sulla co-scrittura, ma sapevi che il numero medio di compositori dei 100 singoli più venduti nel Regno Unito lo scorso anno era 5,34?

"Stai scherzando, cazzo? Porca troia! Non lo afferro. Ma questa è tutta la merda delle etichette discografiche major: due ragazzi fanno i beat, un altro fa la linea principale, un altro fa questo, quello e l'altro ... E in questo senso è la morte dell'arte, perché non ci sono artisti: ci sono solo compositori e interpreti. Ora c'è una linea chiara: o sei un artista o sei un act. Io vado in studio e creo qualcosa dal nulla, vivo e muoio per merito mio e basta. Tutti gli altri? Fanculo a quei coglioni, sono inesistenti nel mio mondo. So per certo che alcuni artisti solisti, i cui nomi sono nei ringraziamenti, non hanno fatto un cazzo: sono solo lì perché è scritto nel loro contratto. Ma sono orgoglioso di essere l'ultimo di una razza morente. Il business della musica alla fine si mangerà da solo. Cinque persone per scrivere una canzone? Se cinque persone scrivono una canzone, dovrebbero essere insieme in una band. Ecco perché le band sono morte".

In questi giorni è raro che una rock band entri nella top 40 ...

"Se sei un ragazzo della divisione 'scoperta e ingaggio dell'artista', un A&R, perché dovresti puntare su cinque ragazzi delle case popolari che sono tutti drogati, che magari alla fine potrebbero scrivere Cigarettes & Alcohol, quando hai questo ragazzo che muore dalla voglia di entrare nel mondo della musica? Un fottuto tizio post-Ed Sheeran con una chitarra acustica che puoi vedere in qualsiasi serata di microfono aperto, che canta canzoni sul suo cane che lo lascia, o sulla sua ragazza, o sul suo fottuto piccione che tossisce. E ottiene un milione di visualizzazioni su YouTube perché indossa calzini strani. Corri il rischio puntando su questa band che potrebbe cambiare il mondo? Hai i tuoi numeri da raggiungere, amico, e scegli la via facile".

Quindi l'epoca degli anticonformisti come Alan McGee e Tony Wilson che gestiscono le etichette appartiene al passato?

Noel e Raye agli BMI Awards il 21 ottobre 2019
"Sì, ma, ad essere sinceri, tutti hanno preso soldi. Tony no, glielo riconosco, ma Alan ha preso soldi. Alla fine si sono venduti tutti, quindi non puoi lamentartene. Sono contento di provenire da un'era diversa. Tutto ciò che è bello era mainstream: la Creation Records, la Go! Discs, la Factory (note etichette discografiche, ndr). Tutto ciò che è bello ora è completamente e assolutamente fottutamente piccolissimo, uscito dal retrobottega di qualche posto. C'è proprio una mentalità diversa nel mondo della musica. È tutto orientato verso i numeri: comandano i numeri, comanda Internet; è come se ogni canzone fosse ora di tre minuti e quattro secondi: il business sta dettando ciò che l'arte dovrebbe essere. Un amico mi ha inviato alcune demo di questo ragazzo. È un bravo ragazzo con delle buone canzoni, quindi l'ho passato a un'etichetta discografica e alla fine ha ottenuto un contratto. E gli ho detto: 'Ti dò solo un consiglio, amico. Quando entri in quella etichetta discografica, ascolteranno le tue canzoni e ti diranno: 'È fantastica, non è un singolo però. Questo è il ragazzo che scriverà un singolo per te'. Devi resistere a tutti i costi' ...".

Qual è la tua opinione sull'enorme aumento dei dispute per copyright dopo la sentenza Blurred Lines?

"Non avevo mai sentito la canzone di Marvin Gaye (Got To Give It Up, ndr) fino a quando non è venuta fuori la storia. Ma poi la ascolti e pensi: 'Dov'è la parte che hanno copiato?'. E fai: 'Amico, se mettono il copyright anche sulle vibrazioni siamo fottuti. Io sono completamente fottuto'. Come si perde quella battaglia legale? Non puoi mettere il copyright su un'atmosfera! Una volta un produttore mi ha detto che voleva che lo riconoscessi come autore di un mio brano e gli ho fatto: 'Per cosa stai ottenendo un riconoscimento?'. E lui mi ha detto: 'Be', per l'atmosfera'. E io gli ho detto: 'L'atmosfera? Sei pagato per portare l'atmosfera, stupido idiota! Non abbiamo mai più lavorato di nuovo insieme".

Infine, conosciamo la tua posizione sulla reunion degli Oasis, ma qual è la tua opinione sulle band che si riuniscono in generale?

"Lo capisco perché la nostalgia è una malattia che sta conquistando il mondo, perché è proprio un posto di merda. Io sono fatto allo stesso modo: mi siederò volentieri un venerdì sera e guarderò per sempre Top Of The Pops, perché in TV non c'è nulla a parte qualche cagata su Netflix su zombie, cani che parlano e vampiri. Sono un po' nostalgico per la TV e per gli anni '80, perché al giorno d'oggi non c'è niente di decente su cui posso poggiare i denti. Capisco il ricongiungimento degli Stone Roses, che non sono mai stati pagati. A parte questo, non mi piace in alcun modo. Semplicemente non vedo cosa diavolo se ne ricavi. Voglio dire, se siete al verde, fatelo pure. Non mentire, però, ditelo che lo state facendo per i fottuti soldi! Il denaro va bene, non è una cosa sporca. Adoro fare soldi: più ne ho, meglio è. Immagino sia una cosa personale: non ho bisogno di soldi. Non ho bisogno della seccatura. Non voglio mettere in pausa gli High Flying Birds per due anni per andare in giro per il mondo a discutere con qualcuno con cui non vado d'accordo. Che senso ha farlo? Quindi non mi piace. Se mai dovessi perdere tutti i miei soldi investendo nel fottuto commercio di armi da qualche parte in Cecenia e sarò al verde, fidati di me, sarò il primo alla conferenza stampa. Ma non mentirò a riguardo, dirò che lo sto facendo per i fottuti soldi".

traduzione di oasisnotizie - Source: MusicWeek

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