Liam Gallagher era a casa, a Londra, a godersi quei rari giorni di riposo in un anno pieno di azione. "Me ne sto seduto a casa, amico, a rimescolare le carte", dice al telefono con marcato accento di Manchester.
Questo mese torna negli USA per alcuni concerti a supporto del suo nuovo album Why Me? Why Not. e tre serate a supporto degli Who all'Hollywood Bowl. "Mi piace tenermi impegnato, amico. Fa bene", dice Liam, 47 anni compiuti il 21 settembre. "Al momento sono in buon posto, quindi perché no?".
Fare gli album non lo trovo affatto stressante. Lo amo. Amo veder nascere una canzone dal nulla, e sai cosa intendo, fino a diventare qualcosa di bellissimo. E quando la gente ne viene in possesso e la porta nella propria vita, per me, e non voglio sembrare un cretino, è quasi un miracolo. Qualcuno che mi segue con una videocamera e me la punta in faccia mentre io faccio il mio lavoro quotidiano, quello sì che può essere una rottura di coglioni. Non mi sono goduto molto il film, ma quando lo riguardo penso: "Sai che c'è? Abbiamo del bel materiale video lì. Ci sono i miei figli e mia madre e tutto quello, quindi penso sia una bella cosa".
Il documentario ti mostra sotto una bella luce, specialmente con la tua fidanzata Debbie Gwyther, tua mamma Peggy e i tuoi figli.
Ci sono molte ragioni per le quali ci stiamo sposando. Lei è incredibile e io solo incredibile e due persone incredibili non dovrebbero stare separate. Nah, nah, nah, ascolta, tutti escono bene nel film, penso. I miei figli, la band, io, mio fratello Paul, mia madre, Debbie. Molta gente fa: "Oh, sei disposto a girare dei film?". Non è stata una mia idea, è successo e basta. Non sono uno che si siede lì e fa: "Ehi, facciamo un film su una persona", perché non sono lì per quello. Sono lì per fare musica e fare dei concerti e dare fastidio alla gente.
Il tuo primo disco, As You Were, ha fatto molto bene nel 2017. Com'è stato, dopo che gli Oasis si erano sciolti e la tua band, i Beady Eye, non avevano fatto molto?
È stato un peso che mi sono tolto, onestamente, perché con i Beady Eye le cose non andavano. Quindi questa è l'ultima occasione per ballare, capisci cosa intendo? Non aveva senso che andassi a formare un'altra band con un altro nome, perché lo avevamo già fatto, per cui, qualora non avesse funzionato con il nome mio, allora sarei rimasto fregato! Quindi è stato bello. Tiene il lupo lontano dalla porta. È stato bellissimo il riscontro che ho avuto e i fan mi hanno prestato di nuovo ascolto per un altro paio d'anni, così potrò andare a fare un altro disco.
Mentre realizzavi questo disco, Why Me? Why Not., c'è stata più pressione per rimanere all'altezza del successo del primo disco?
Per me no, perché i tizi con cui lavoro (Greg Kurstin e Andrew Wyatt, ndr) sanno esattamente cosa fanno. Quindi fanno loro tutte le parti difficili e io subentro solo alla fine e mi prendo tutta la gloria e roba simile. Sto scherzando, ovviamente. Onestamente non sono mai stato una di quelle persone che si stressano in studio. Non stiamo mica curando il cancro e non stiamo cambiando il mondo.
Non sono mai stato uno di quegli artisti tormentati che si strappano i capelli perché non ottengono un suono decente di batteria o non riescono a trovare una parola per quella cazzo di cosa. Fare musica è una benedizione, non una maledizione.
Avevi in mente un tema per questo album o ragioni canzone per canzone?
Si tratta sempre delle canzoni, amico. Non c'è un unico tema importante nella vita e si chiama vita, capisci cosa intendo? E succedono robe che riguardano amici, familiari e roba così. Sono quelli i miei temi. Quando inizio a scrivere canzoni la mia mente diventa nera. Prendo la chitarra. Provo a suonare un paio di accordi e viene prima la melodia. Poi ci giro intorno e d'improvviso quelle parole mi vengono in mente.
La traccia di apertura, Shockwave, è un bel pezzo rock, forse più rock di qualsiasi canzone sia contenuta nel disco precedente.
Ricordo che Greg faceva: "Iniziamo con quest'impronta, facciamo un po' così". Fa: "Che ne pensi di questa scemenza?". "Cazzo, è proprio quello che fa per me! Facciamola". Preferisco tornare con una canzone rock piuttosto che con una ballata. Mi piace sfondare la porta e far sapere alla gente che sono tornato. Vuoi fare un po' di casino con la tua prima canzone, no?
One of Us è una canzone più soft, più toccante e personale.
È stata l'ultima che abbiamo fatto in realtà. Per me ha un po' un tocco alla Wonderwall. Ha un beat di batteria che skippa. Ovviamente è nostalgica e parla di famiglia. E ovviamente ho un fratello che si chiama Noel con cui non vado d'accordo, ma ho un altro fratello, Paul, con cui vado d'accordo. Ha un po' di quella cosa. Ha molte cose, in realtà. Mi piace il groove. Mi piace il canto gospel alla fine. Suona fresco.
Hai menzionato Noel e ovviamente la canzone si riferisce a lui. Fai riferimento a come non parli con lui da un decennio, da quando si sono sciolti gli Oasis. Che effetto fa una cosa che dura da così tanto tempo?
A volte è buffo e certi giorni fai: "Aw, fanculo, possiamo finire con questa cazzo di roba?". Sai che c'è? Lui la vede in un modo, io in un altro. Sostanzialmente è proprio così semplice. Non so neanche perché ci siamo divisi, quindi se lui sa perché ci siamo divisi può mandarmi una cazzo di cartolina? Perché abbiamo avuto dei litigi, litigi ben più grossi su altre cose. Penso semplicemente che lui volesse andarsene, amico, e volesse fare la sua cosa da solista. E ovviamente lui pensa che stia sfondando, pensa che stia reinventando la ruota. Io so solo che è questione di tempo. Eccoci qua, che ci puoi fare?
Nel film sembra proprio che tu voglia riallacciare i rapporti con Noel.
Sì, ma ogni volta che lo dico sembra che tutti pensino che io voglia disperatamente rimettere insieme gli Oasis, ma non è così. Ascolta, io gli Oasis li amo, non avremmo mai dovuto scioglierci, ma sono piuttosto felice di fare questo, e lui è piuttosto felice di fare la sua cosa o cos'altro. La questione principale è che mia madre non sta mica ringiovanendo, noi non stiamo mica ringiovanendo e lei questa cosa dà fastidio. Sarebbe bello se la gente non lo costringesse, ma lo incoraggiasse a incontrarmi. Io cerco sempre di incoraggiare questa cosa. Sarebbe bello, ad un certo punto, piantarla prima che mia madre non sarà più tra noi, perché quello sarebbe molto triste. Come ho detto, però, certi giorni è buffo ed è un po' di presa in giro e roba così e certi giorni va un po' oltre … io supero il limite e lui supera il limite.
Hai in programma alcuni show con gli Who a breve. Che effetto ti fa?
Non vedo l'ora. Ovviamente per me i Beatles, i Rolling Stone, gli Who, gli Small Faces, i Kinks ... ci sono un sacco di grandi band inglesi che provengono da quell'epoca. Ho incontrato Roger Daltrey un po' di volte ed è stato sempre un gentiluomo. Stessa cosa con Pete Townshend. Una volta ho incontrato John
Entwistle. Non ho mai incontrato Keith Moon, ma io e lui ci saremmo cacciati in un mucchio di guai. Sono la band mod definitiva e per quanto mi riguarda - capisci? - loro e gli Small Faces sono le cazzo di band numero uno. Quadrophenia è il mio album preferito ed è anche il mio film preferito, quindi è un privilegio condividere il palco con loro.
Source: Los Angeles Daily News - traduzione by oasisnotizie
The Who
With: Liam Gallagher
When: 7:30 p.m. Friday, Oct. 11, 7 p.m. Sunday, Oct. 13, and 7:30 p.m. Thursday, Oct. 24
Where: Hollywood Bowl, 2301 N. Highland Ave., Los Angeles
How much: $49-$475
For more: Liamgallagher.com or Thewho.com
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