martedì 31 maggio 2022

Liam Gallagher a La Stampa: "Ora voglio serenità. Gli Oasis? Voglio bene a Noel, andremmo lontano. C'era ancora molto da fare insieme"


«Se non fossi stato una rockstar? Non credo che sarei diventato un calciatore professionista», si chiede Liam Gallagher. E di motivi per fermarsi a riflettere sulla percezione collettiva di rockstar e sull’impronta che ha lasciato in decenni ne ha. Quando insieme a Noel ha traghettato il Britpop dai sobborghi e le scuole superiori di Manchester alle vette delle charts, tutto ciò che i fratelli Gallagher toccavano diventava icona: dall’album d’esordio, l’ossimorico Definitely Maybe, uscito nell’estate del 1994 ai riferimenti dei video, compreso l’ambito school bus di Go Let It Out che, per la generazione MTV, passava a ciclo continuo con la promessa di condurci altrove. Ora Liam Gallagher, classe 1972, ha quasi 50 anni e con un nuovo album in studio appena uscito, C’Mon You Know, il terzo da solista dopo As You Were (2017) e Why Me? Why Not? (2019), entrambi schizzati al numero uno delle chart britanniche, ha lasciato alle spalle turbolenze, le tenzoni, rimbalzate da un tabloid all’altro, con Liam e l’edonismo lisergico dei Novanta.

«Amo svegliarmi presto la mattina, mi piace la quiete - racconta -. Se esci alle undici è già pieno di pazzi in giro». Aggiunge, quasi a scandire il tempo che lo separa dagli esordi: «Ho quasi cinquant’anni, voglio vivere momenti sereni. So di aver perso qualcosa, ne siamo tutti consapevoli quando ci guardiamo allo specchio, ci sono cose che ho fatto di cui non sono orgoglioso, ho fatto cose stupide». Il percorso solista, fin dalla separazione nel 2009 da Noel, dopo la chitarra andata in frantumi al festival francese Rock en Seine il 28 agosto di quell’anno (e insieme il sogno Britpop), indica una nuova via in ascesa, la rivista NME ha descritto il nuovo lavoro di Liam come il «migliore e più sperimentale» realizzato da Gallagher fino ad ora, tra rimandi alla Summer of Love e distorsioni rap. Il nuovo disco, anticipato dal singolo Everything’s Electric firmato con Dave Grohl, porta i segni di una fratellanza di vecchia data - i due si sono conosciuti anni fa quando i Foo Fighters sono stati in tour con gli Oasis. «L'album è insolito e mi piace: per l’80 per cento è follia e per il 20 per cento è classico». Pochi giorni dopo l’uscita del disco - i cui testi sono rapidi come ritratti dallo specchietto retrovisore, snapshot di quotidianità - con 160 mila biglietti polverizzati il primo giorno, Liam si esibirà per due date al Knebworth Park, teatro di uno dei momenti memorabili, il live degli Oasis del 1996. Un riferimento a quella data impressa nella memoria collettiva? A chi gli chiede l’ultima volta che ha visto Noel, lui risponde: «A una partita di calcio dieci anni fa». Prosegue: «È un peccato, no? Non ci parliamo da circa tredici anni, potremmo andare avanti ore a chiederci di chi è la colpa. Non avremmo dovuto dividerci, ma è accaduto, ora siamo a questo punto. Voglio bene a Noel».

Il resto si è visto, letto, raccontato, deformato mentre un desiderio collettivo invocava una reunion. «Mi piacerebbe che gli Oasis tornassero insieme, non accadrà ora, se succede, succede. Per il momento sono contento di ciò che faccio, cosa significa un “forse”?», si chiede Liam. Per ora c’è un tracciato comune, un passato che, ventenni, li ha resi al centro del sistema musicale. «Tutti dicono che eravamo i più grandi, in realtà era pieno di posti in cui avremmo potuto essere più famosi. Eravamo "the biggest thing" in Inghilterra, ma non era così in America, in Spagna non abbiamo mai suonato negli stadi, c’era tanto lavoro che avremmo potuto fare se non ci fossimo sciolti», prosegue Liam. Riavvolgendo il nastro, quando i due fratelli Noel e Paul erano già coinvolti nella scena musicale delle scuole superiori, Liam ci finì per caso dopo essere finito in ospedale e aver subito ingiurie da un gruppo di un’altra scuola. Dell’infanzia difficile, dei complessi rapporti con il padre, violento in famiglia, molto si sa. Meno dei momenti che, prima di fuggire dalla provincia, ora sono ricordi lievi: «La vita è tutto qui, essere vivi e amati - riflette Liam -. Dei giorni difficili chi vuole saperne? Vogliamo uscire e dire cose che ci rendono felici. Quando il sole splendeva, quando giocavamo a pallone al parco o avevamo abbastanza soldi da permetterci una birra. Erano le piccole cose a renderci felici, amavamo la via di fuga offerta da una chitarra. Tutto il resto era un bonus».

Un bonus regalato ai fan a ogni live. Con una data in Italia - a Lucca, il 6 luglio - e un tour che toccherà anche Manchester, Belfast e Glasgow, Liam conosce il potere della parola nonsense magica come una formula surrealista: Wonderwall: «L’ho cantata alla fine di un concerto qualche tempo fa, porta fuori di testa il pubblico anche se l’abbiamo sentita mille volte, state certi la risentirete». E, come ultima curiosità, a chi gli chiede per cosa vorrebbe essere ricordato, lui risponde: «Per aver fatto esattamente quello che ci si aspettava da me. E per essere stato bene mentre lo facevo».

Sofia Mattioli

(La Stampa, 30 maggio 2022)



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lunedì 30 maggio 2022

Liam Gallagher si racconta: "Il mio segreto? Guardare oltre le banalità e tenere sotto controllo il mio ego. Noel non poteva licenziarmi e ha sciolto gli Oasis"

Intervista rilasciata da Liam Gallagher al giornale canadese Ottawa Times.

Liam Gallagher ammette di aver esagerato un po' quando ha descritto il suo nuovo album da solista come "per l'80% strano e per il 20% classico". 

"Forse mi sono spinto un po' oltre", dice in un'intervista telefonica da Londra. "È più 60-40. Ci sono alcune canzoni che hanno suoni con cui normalmente non sperimento piuttosto che essere più rock 'n' roll vero e proprio, ma penso che funzioni. La quarantena è stato un buon momento per fare un album come questo".

Pubblicato venerdì, C'mon You Know è il terzo disco da solista dell'ex frontman degli Oasis e lo vede alternare pezzi rock retrò (I'm Free, Everything's Electric), inni che piacciono alla folla (Better Days) e più brani più melodici, ispirati ai Beatles (World's In Need, It Was Not Meant to Be). Un sassofono suonato da Ezra Koenig dei Vampire Weekend compare persino nella title track dell'album.

"Qualcuno l'ha travestita da chitarra. Ho detto: 'Suona come un sassofono' e mi hanno detto che era un nuovo tipo di chitarra. Sono incazzato!", scherza il 49enne. "Sto chiamando i miei avvocati".

Dopo che gli Oasis si sono separati nel 2009 in seguito all'acceso diverbio tra Noel e suo fratello minore a Parigi, Liam Gallagher ha fondato i Beady Eye, con cui è stato attivo fino al 2014, prima di cominciare la carriera da solista nel 2016 e di pubblicare, nel 2017, As You Were. Il suo secondo album da solista, Why Me? Why Not., è stato pubblicato nel 2019.

"Non ho deciso di fare il solista", spiega. "Tutti nella band sembravano in qualche modo non interessati. Anche quando ho detto: 'Pagherò per farci andare in tournée', non erano ancora sicuri. Quindi ho pensato, 'Fanculo a questa cosa. Me ne vado. Nessuno ne è entusiasta, cazzo!' "

Dopo qualche anno di pausa, Gallagher ha avuto un'illuminazione. "Sono qui per fare musica, non per fissare le quattro mura. È stato allora che ho deciso di fare la cosa da solista".

Ovviamente Gallagher sa che le domande sugli Oasis lo seguiranno durante ogni ciclo mediatico. Nei diciotto anni di carriera, la band premiata con più dischi di platino ha avuto numerose hit di successo nelle classifiche, tra cui Live Forever, Wonderwall e Don't Look Back in Anger.

Un martedì mattina, Liam, padre di quattro figli, ha detto coraggiosamente che gli Oasis non avrebbero mai dovuto separarsi e sembrava far aumentare le possibilità di una reunion.

"Be', finché respiriamo e siamo ancora qui, allora c'è una possibilità che potremmo tornare insieme", ha detto. "Vedremo, amico. Penso che tutto sia possibile, ma non sarà questa settimana".

Gallagher è ancora felice per l'attenzione che gli riserva il pubblico, anche se ora è solista.

Quest'estate andrà in tournée in alcune parti d'Europa e suonerà nel parco di Knebworth, dove gli Oasis furono headliner due volte davanti a 250 000 persone a serata nel 1996.

"Ovviamente Noel era l'autore principale di quella band, ma anche io ho fatto la mia parte", dice. "Voglio solo continuare a fare musica e dare la mia voce a quante più grandi canzoni possibili e poi lasciare il pianeta".

In che modo la pandemia ha influenzato C'mon You Know e le cose di cui volevi cantare?

"Le cose di cui voglio cantare sono sempre le stesse, non importa se sta per finire una pandemia e moriremo tutti. Canterò sempre dell'amore, della vita e di quel genere di cose, ma siamo stati fortunati. Il tour di Why Me? Why Not. era appena finito e siamo entrati nella quarantena, quindi all'inizio non avevo intenzione di fare un disco. Dopo sei mesi, ho pensato: 'Sono stufo di starmene seduto con le mani in mano a guardare questi fottuti idioti alla TV che ci dicono di comportarci bene'. Così sono entrato e ho lavorato su alcuni brani. Prima che me ne rendessi conto, avevo mezzo album. Quando siamo stati in grado di spostarci un po', mi sono riunito con il (produttore) Andrew (Wyatt) e sono andato avanti. È stato abbastanza facile".

Collabori con Dave Grohl in Everything's Electric. Come è successo?

"Abbiamo finito l'album a novembre, avevamo tutte le canzoni, poi Dave Grohl è stato in America con il (produttore) Greg Kurstin e ho ricevuto una chiamata dal mio manager che mi diceva che stavano lavorando a questa canzone. Sono tornato indietro, l'ho ascoltata ed era proprio bella, cazzo. Sono un grande fan di Dave Grohl e non rifiuti mica la sua musica, perché i Foo Fighters hanno delle grandi canzoni e adoro le melodie di Dave. Sono tornato immediatamente in studio e ci ho messo la mia voce”.

È passato molto tempo da quando gli Oasis hanno deciso di smettere ...

"Aspetta... Noel Gallagher è quello che ha deciso di smettere, perché non poteva sopportare che gli venissero raccontate un paio di fottute verità casalinghe e sa che non poteva licenziare suo fratello e l'uomo principale, quindi ha deciso di andare a casa. È stato lui a farla finita".

Quindi, come ha fatto quella divisione a renderti un musicista migliore? 

"Mi ha reso più determinato. Sono qui per fare musica, che sia con Noel o Dave Grohl o Andrew Wyatt o Kermit la rana o il cazzo di Topolino. Non mi interessa chi sia. Penso che sia un peccato che ci siamo sciolti. Gli album che avremmo potuto realizzare negli ultimi dieci anni o quanto tempo è passato avrebbero potuto essere fantastici. Non ho sputato ai suoi figli né sparato al suo gatto. Penso che sia ridicolo, ma mi ha reso più determinato a portare avanti il ​​nome degli Oasis, cantare quelle canzoni dal vivo e aggiungere alcune delle mie nuove". 


Com'è sapere che la tua musica ha toccato così tante generazioni diverse? 

"Sono molto fortunato e privilegiato a cantare ancora  ai massimi livelli canzoni che sono state scritte trent'anni fa. È bellissimo vedere ai concerti ragazzini che non hanno mai visto gli Oasis. È fantastico. Mi fa pensare: 'Non vedo l'ora di uscire e fare quello che devo fare, amico' ".

Qual è stata la chiave per la tua sopravvivenza rock 'n' roll?

"Ovviamente la musica. Avevamo un bell'aspetto e abbiamo parlato con il cuore. Abbiamo anche parlato molto di merda, ma quando lo fai arrivi al punto molto più velocemente. Non ce ne fregava un cazzo e abbiamo parlato schiettamente e abbiamo fatto grandi canzoni. Avevamo un look fantastico, be', alcuni di noi lo avevano, ma penso che sia questa la chiave. Dopo abbiamo continuato ad andare avanti. Sono fortunato, farò musica fino al giorno della mia morte". 

Quest'anno compirai cinquant'anni. È solo un numero? Riesci a vederti ancora cantante quando avrai settant'anni?

"Nella mia mente mi sento come se avessi circa ventidue anni. Ovviamente non posso fare festa come prima, ma ho partecipato alla mia giusta dose di feste. Continuerò ad andare avanti, amico, finché qualcuno non spegnerà le luci"

In che modo i tuoi sogni da rockstar sono stati all'altezza della realtà in cui sei finito?

"È stato perfetto. Sono sulla buona strada. Sapevo che avrei visto il mondo e incontrato così tante belle persone. È stato fantastico ed è ancora fantastico, ma sentivo anche che avrei chiuso il cerchio. Quindi sono contento di non essere rimasto intrappolato nello showbiz. Ci sono molte persone della mia epoca che sono rimaste coinvolte nella vita del mondo dello spettacolo e nella fama, ma il mio ego è ancora intatto. Questa, per me, è la cosa migliore. Sono sempre la stessa persona di trent'anni fa. Molte altre persone che conosco che fanno parte di una band pensano che la loro cacca non puzzi. I loro ego sono fuori controllo. Quindi questa è stata la chiave del successo per me, più che vendere i dischi. Sono stato in grado di guardare oltre le banalità e di tenere sotto controllo il mio ego".

Cosa pensi della nuova musica quando guardi le classifiche musicali?

"Non guardo nessuna di queste sciocchezze, ma ascolto la radio e ci sono alcune band decenti là fuori. C'è anche un sacco di merda pop là fuori che trovo confusa. Non voglio sembrare quel tipo di persona che dice che era meglio la sua generazione. Se questo è ciò che interessa ai ragazzi, è ciò che interessa loro, chi sono io per contestarlo? Finché c'è spazio per quello che faccio, sono abbastanza felice". 

Ma pensi che alcuni di questi nuovi artisti avranno il potere di durare che hai avuto tu?

"Per niente. Assolutamente no. Pensi che qualcuno di questi tizi, e non farò nomi perché non voglio risultare un vecchio trombone, faranno il tutto esaurito a Knebworth tra venticinque anni o anche una sola volta nella vita? Io lo farò quattro cazzo di volte. Quindi no, non li vedo duraturi, ma se succede sarò il primo a dire loro tanto di cappello”.

traduzione di oasisnotizie - Source: Ottawa Times


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domenica 29 maggio 2022

Liam Gallagher a BBC Radio 2 su nuovo disco e concerti: "A Knebworth dedico un brano a Noel per il suo compleanno e gli mando in fumo il cervello. Mia madre sarà lì, mi devo comportare bene"

Venerdì 27 maggio, giorno dell'uscita del disco C'mon You Know, Liam Gallagher è stato intervistato da Zoe Ball di BBC Radio 2. Ecco parte delle sue dichiarazioni (in un prossimo post riporteremo il resto delle sue parole).

"Sono più eccitato per il campionato vinto dal Man City che per il mio disco appena uscito", ha detto Liam. "Tu sei tifosa del Liverpool? Avete ancora la Champions League a Parigi".

"Hai visto i miei tweet dell'altra notte? Non avrei dovuto bere, avrei dovuto prendermi un periodo di riposo, ma il calcio mi stressa e mi fa bere. In un certo senso sono felice che il Man City non sia in finale di Champions League, perché il concerto di mercoledì 1° giugno all'Etihad Stadium sarebbe stato rinviato, perché sarei stato ancora a Parigi. Sono felice che la stagione calcistica sia finita, così ci concentriamo sul rock 'n' roll". 

"Com'è stato il concerto fatto a Blackburn ad aprile? Bello! Blackburn è grandiosa, lì ci andavamo per i rave anni fa, quando eravamo giovani. Avevamo questo treno firmato Adidas, con il mio amico Gary (Aspden, ndr). Lui è di Blackburn e mi ha chiesto: 'Vieni a fare un concerto per i senzatetto?'. E ho detto: 'Sì, amico, facciamolo'. È bello, amica".

"L'ultima volta che ci ci siamo visti ho detto che avrei composto un disco punk duro e puro, ma ho un debole per le melodie beatlesiane e in questo album ci sono ancora alcune influenze beatlesiane. Mi scuso per questo, gente! Un giorno ne verremo fuori, amica".

"Sono felice perché il disco era stato ultimato lo scorso novembre, così per tutto questo tempo mi ci sono seduto su. Quindi è passato molto tempo e non l'ho ascoltato molto, perché non vuoi che ti stufi. Per questo ho iniziato a riascoltarlo di recente e mi piace, ne vado fiero".

"Quando invecchi sei meno stressato sulle cose, no?", ha riflettuto Liam. "Quando sei giovane ce l'hai con il mondo e te ne vai in giro per la città. Ovviamente è ancora importante fare grande musica e fare concerti grandiosi, ma nella vita in generale, pensi: 'Sai che c'è? Quello che era superimportante quando avevi vent'anni ora non è più così importante, invecchiando', capisci? Temo sia così. Sono rilassato, me la sto spassando e voglio continuare a vivere, capisci?".

"La mia canzone preferita del nuovo album? Better Days per me è molto pop e fatta per la radio. Riascoltandola pensavo che fosse troppo pop, ma ora suona bene dal vivo. Everything's Electric suona bene. Sono tutte belle, amica. Ovviamente dal vivo non le suoniamo tutte. Non sono uno di quelli che suona tutto l'album, perché tutti inizierebbero ad addormentarsi, capisci? Non importa quanto sia bello il disco, capisci? Per cui a Knebworth ne suoneremo cinque delle nuove, cinque (della mia carriera) da solista e dieci degli Oasis. Quindi sarà bello".

Quanto agli auguri di buon compleanno al fratello Noel, che il 29 maggio compie 55 anni, Liam ha detto: "Fargli gli auguri? Nah, nah, nah. Quando è, domenica? Quando mi esibirò a Knebworth, Dio lo benedica, forse gli farò un fischio, gli dedicherò una canzone. Questa cosa gli manderà in fumo il cervello, no?".

"La prima sera a Knebworth (Liam vi suonerà il 3 e il 4 giugno, ndr) mi comporterò bene", ha aggiunto il cantante, "perché sta venendo mia madre, poi la seconda sera impazzirò. Cioè intendo che tu non ... Impazzirò la seconda sera, amica. Mi farò un paio di birre e poi dirò: 'Sai che c'è? Me ne vado a letto!' ".

traduzione di oasisnotizie - Source: BBC Radio 2


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Liam Gallagher intervistato in Germania: "Di me la gente ha un'immagine distorta. Noel invitato al mio compleanno? No, è troppo infelice"

Traduzione dell'intervista a Liam Gallagher per il nuovo numero di Rolling Stone Germania.

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Hai trovato difficile trovare l'ispirazione per l'album, dato che non c'è stato molto da fare negli ultimi due anni?

In realtà, per me sta diventando più facile, amica. Non facciamo concept album! Suoniamo la chitarra e vediamo cosa succede. Non sono uno di quei cantautori che ha costantemente delle idee in movimento. Perché dovrei lamentarmi della pandemia? Stavo bene. Inoltre, non ne so molto, ma a quanto pare non è stata così male per il clima. Forse c'è di più oltre che lavarsi le mani. Forse dovresti cercare di non avere molti piani in cielo. Dai alla Terra la possibilità di prendere fiato.

La canzone Everything's Electric è stata composta insieme a Dave Grohl. Come è successo?

Ci siamo incontrati alcune volte ai festival e abbiamo sempre parlato di fare qualcosa insieme. Quando l'album è finito, Greg Kurstin mi ha chiamato e mi ha parlato di una canzone che lui e Dave avevano pronta per me. Così sono tornato in studio.

Spero tanto che Dave e i Foo Fighters continuino a fare musica, amico! Dicono che la musica salva e così via, ma quest'uomo ne ha passate tante: prima muore Kurt Cobain, ora il suo batterista. I suoi migliori amici. Brutale.

Dave Grohl è presumibilmente l'unica persona che piace a tutti nel mondo della musica. Con te è tutta un'altra storia ...

È quello che dici tu, ma vado molto d'accordo con la maggior parte delle persone! Ho solo questa immagine. La gente pensa che io sia circondato da piccole band indie decadenti che mi seguono in giro e urlano che una volta le ho stroncate sull'NME: "Liam, ti colpirò con il giornale!". In realtà, a loro piace e mi invitano a bere e mi portano le sigarette. E se nel 1996 ho davvero detto qualcosa di brutto su qualcuno, allora quelle erano persone che nel peggiore dei casi mi avrebbero colpito con un narciso. A tutti piace che si parli di loro, perché si sentono importanti. Quindi Dave è un brav'uomo, io sono un brav'uomo.

Oggi è possibile una carriera come quella degli Oasis?

Ci sono molte grandi band là fuori. Ma le persone trovano difficile essere se stesse in questi giorni. Preferiscono mordersi la lingua (non parlare apertamente, ndr) perché hanno delle bollette da pagare. Noi potevamo dire quello che volevamo, bere quello che volevamo, prendere quello che volevamo. Eravamo come i Sex Pistols. Era accettato. Oggi è tutto molto più severo, ecco perché tutti si comportano bene. Non c'è più punk rock con mentalità.

Vedi dei musicisti che seguono le tue orme?

No. Semplicemente non hanno le canzoni che avevamo noi. Avevamo la mentalità, avevamo il look, ma principalmente avevamo Noel e al momento non vedo nessuno al suo livello. Noel è un cantautore dannatamente grandioso, siamo stati fortunati. Senza canzoni non funziona.

Ti manca come autore?

Ovviamente è stato fantastico allora. Ha scritto un classico, l'ho cantato e 15 minuti dopo stavo festeggiando al pub. Era così facile, avevo il miglior lavoro del mondo e poi l'ha rovinato.

L'opinione è divisa su chi sia stato il responsabile della divisione degli Oasis.

È così che la vedo io. Non importa.

Ti esibirai a Knebworth a giugno, come hanno fatto gli Oasis 26 anni fa. Come ti prepari?

Proviamo molto. Mi occupo principalmente della mia voce. Non bevo così tanto prima di uno spettacolo. Amo cantare! Forse non sembra, ma mi piace! Scrivere canzoni va bene, lo studio va bene, ma stare sul palco dietro un microfono è la cosa migliore.

Come scegli la scaletta?

Ovviamente suono quello che vogliono sentire le persone che pagano bene. Quindi con 20 canzoni sono circa 10 classici degli Oasis e 10 miei. I Beady Eye meglio di no. E comunque allora nessuno lo voleva.

Compirai 50 anni a settembre. Ci sarà una grande festa?

Strano, vero? Forse li dimostro, ma non me li sento. Ho circa 25 anni. Ho uno spirito giovane, ma ovviamente festeggerò, magari alle Barbados. Con mia madre, l'altro mio fratello, i miei figli, la mia compagna e la sua famiglia e alcuni amici.

Noel non è invitato?

No, è troppo infelice.

traduzione di oasisnotizie

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sabato 28 maggio 2022

Noel Gallagher rivela: "Nel mio prossimo disco canto come David Bowie"

Noel Gallagher, alle prese, insieme agli High Flying Birds, con il seguito dell'album Who Built the Mmoon? del 2017 e dei tre EP pubblicati due anni dopo, avrebbe rivelato alcuni dettagli delle canzoni di prossima pubblicazione. 

Stando a quanto riporta il tabloid Daily Star, le cui parole vanno sempre prese con le pinze, l'ex chitarrista degli Oasis avrebbe detto che Pretty Boy, brano incluso nel prossimo disco dell'ex Oasis, avrebbe "un sound alla David Bowie". 

"Stavo lì fino a tarda notte a registrare la voce", avrebbe dichiarato Noel, "e pensavo: 'Se questa canzone suona come David Bowie, allora la canterò come David Bowie fino a quando non l'avrò scritta del tutto' ...". 

A gennaio Noel aveva fatto sapere che poco prima di Natale aveva finito di abbozzare i nuovi brani, per poi aggiungere: "L'intero album ha atmosfera. Ci sono dieci canzoni e sei di esse hanno una sezione di archi. Quando stavo scrivendo queste nuove canzoni mi ero immaginato archi e cori".

Source: Radio X 



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venerdì 27 maggio 2022

Liam Gallagher e il nuovo disco a Rolling Stone Italia: "Ho fatto dei casini, ho chiesto scusa e rieccomi. Un privilegio essere ascoltato da tanti giovani"


«A 20 anni potevo salire sul palco dopo aver fatto lo schifo la sera prima, ora mi devo preparare per non deludere chi ha pagato». Ladies and... lads, ecco Liam Gallagher sulla soglia dei 50 anni, uno che non combina più grandi casini (se non su Twitter) e si appresta a riaffrontare Knebworth. È la storia che ritorna in versione più matura, come nel nuovo album C’mon You Know, in cui riecheggia mezzo secolo di rock, dai Beatles a Madchester

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Il terzo disco solista di Liam Gallagher C’mon You Know arriva in un mondo diverso da quello in cui, come disse mi pare su Twitter, aveva anche un tizio addetto a fargli il tè. D’altronde a lui sembra comunque un miracolo avere ancora la voce e avere ancora un pubblico. Lo racconta molto bene in As It Was, il documentario che dimostra (I believe) che tra Noel e Liam l’essere umano era Liam, anche se sembrava lui quello che faceva saltare i concerti perché si sfondava troppo.

Nel documentario racconta il crollo della sua carriera subito dopo gli Oasis, il rimpicciolimento delle venue e la fine della rilevanza. Naturalmente è stato girato solo perché poi con i dischi solisti è tornato a vendere – un ritorno che lo porterà a suonare in posti enormi come Knebworth e Etihad Stadium – ma è bello pensare che Liam sia il tipo di artista/non artista in grado di fare un documentario sul fallimento. Liam più che un artista è uno dei lads che hanno fatto la storia della musica inglese: la genealogia per me va da Roger Daltrey degli Who a Ian Brown degli Stone Roses a lui.

Siccome so che di regola chi fa musica dà interviste noiose, ho pensato che la telefonata con Liam potesse essere l’occasione per dirgli cosa pensavo di lui.

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Non ho davvero delle domande da farti. Voglio dirti delle cose e sentire come reagisci. Ho guardato il tuo documentario e mi è piaciuto moltissimo. È una storia fantastica e tu sei come al solito molto sincero e vero e onesto e stavo pensando: la narrazione su di te è sempre che devi chiedere scusa. E non lo capisco. Tu sei una delle voci più grosse della storia del rock and roll e sei una bella persona. Perché ti mettono sempre nella posizione di quello che deve chiedere scusa? Sei stato una grande rock and roll star, hai una voce fantastica.

Non lo so. Diciamo che per la rottura degli Oasis hanno dato la colpa a me, capito? E mi ci è voluto molto tempo per riprendermi. Mi sono beccato un sacco di odio, mi dicevano che avevo ucciso la band bla bla bla, che per me non era vero, no? E poi l’altra cosa è che i miei matrimoni sono stati dei fallimenti, e ho fatto dei casini nella mia vita personale, e su quello ho chiesto scusa, non è stato assolutamente un problema chiedere scusa, perché è vero, e ho fatto soffrire molte persone.

Ah quindi siccome tu sei sempre così, sincero, se qualcuno ti chiede di chiedere scusa tu dici: ok, sì, scusate…

Sì, esatto. E perché no? Se nemmeno puoi chiedere scusa, che altro puoi fare nella vita? Senti, certo non mi metto a chiedere scusa per cose che non ho fatto. Chiedo scusa per le cose che ho fatto.

Ora vorrei dirti cosa penso del disco. Mi sono piaciute le influenze che hai messo insieme. Vorrei dirti cosa ci ho sentito e sentire che ne pensi. Andrei in ordine. More Power. Ci sento questa roba sinfonica, orchestrale, un po’ alla Spiritualized. Non so se li odi. A me è piaciuto molto il ritmo, e come introduce il disco.

Non conosco molto gli Spiritualized, so che c’è chi l’ha detto, e lo prendo come un complimento, ma non li ho ascoltati molto. Secondo me ci stanno un po’ gli Stones, e un po’ i La’s. I Polyphonic Spree…

I La’s, sì! Invece in Diamond in the Dark ci sento la scena di Madchester anni ’80: gli Happy Mondays… La scena che c’era appena prima che arrivaste voi, praticamente.

Sì, ci sta. Per me però è più che altro lo Ian Brown (Stone Roses, sempre scena di Madchester, ndr) dei dischi solisti. Ma sì, ci sta, la canzone ha un po’ di swag. Ci posso stare. Però non è che ci siamo messi a farla dicendo: facciamo una canzone in quel genere. Ha quei beat hip hop… Sono cose che succedono per caso.

No, figurati. Mi emoziona sentire te che parli di Ian Brown. Sono cresciuto con voi due.

He’s a very cool man.

E siete tutti e due Godlike Geniuses (il premio alla carriera che dà NME, ndr).

Sì, sì.

Poi nel pezzo dopo, Don’t Go Halfway ci sento un po’ i Charlatans.

Ok, può darsi, sai… Sì.

Insomma è un disco molto mancuniano, quel passaggio dagli anni ’80 ai ’90, l’epoca che poi ha portato a voi. Quel sound molto rilassato di Manchester di quel periodo. Mi piace.

Vai avanti, voglio sentire.

In Too Good For Giving Up c’è quella linea di discendenza da John Lennon agli Oasis. Infatti ci sento anche i Mercury Rev. È una vibe che mi piace.

Nice. Nice.

E poi si passa agli Stone Roses con It Was Not Meant to Be, no?

Sì, però anche i Beatles.

Certo. E poi in Everything’s Electric ci sento qualcosa di Definitely Maybe. Ma anche delle cose Brit dei primi 2000. E poi in quella dopo, World’s in Need ci vedo i Rolling Stones passando dai Primal Scream più rétro.

Sì, ti seguo, ma per me c’è anche molto Bo Diddley e anche gli Who.

Bello.

Quest’album suona molto bene.

Sì, suona molto bene. E mi piace l’atmosfera e la tua voce. Senti, ho letto che fai dei concerti grossi per questo disco. Knebworth, e l’Etihad Stadium dove gioca il City. Cosa ti aspetti? Suonare in dei posti così grossi a 50 anni, come te la vivi?

Stiamo facendo le prove. Sta venendo bene, suoniamo bene. Nessun problema con le dimensioni: più è grande il concerto meglio è, per me. Non vedo l’ora di andare sul palco e suonare per tutti. Nessuna ansia. Ci andrei oggi. Non sto nella pelle.

Qual è la differenza tra suonare a 25 anni, svegliarsi di pomeriggio e andare al venue, e adesso che ne hai 50? Come ti prepari fisicamente?

Quando invecchi devi prenderti cura di te. Quando hai 20 anni vai dritto sul palco dopo aver fatto lo schifo la sera prima. Riesci a gestirlo meglio. Adesso invece mi devo preparare, non voglio deludere le persone, pagano bei soldi per venire a sentirti. Anche prima li pagavano, ma quando sei più giovane ti puoi permettere di combinare più casini, capito? Ma da grande devi prepararti seriamente. Non vedo l’ora. Ah, spero che il tempo sia bello.

Verso la fine del documentario c’è questa scena molto tenera in cui stai correndo nel bosco e incroci non so che festa o festival dove ci sono tanti ragazzini e ti immagini loro che ti riconoscono e si chiedono che cazzo ci fai nel bosco a quell’ora a correre e pensano che forse sono troppo fatti e ti stanno allucinando. Com’è il rapporto con il pubblico più giovane?

È un privilegio essere ascoltati da un pubblico giovane. Questa gente che si inizia ad ascoltare le mie cose, le cose con gli Oasis. Anche se il mio vecchio pubblico è fantastico, è presente fin dagli inizi, i ragazzi si divertono e portano un’energia enorme. Quando fai un concerto, sotto al palco ci vengono i ragazzi. Sì, anche qualcuno di chi mi segue dall’inizio, ma soprattutto i ragazzi. Ti serve la giovinezza, quell’energia.

Sono come il dodicesimo uomo.

Esatto.

Perché i ventenni si identificano molto negli anni ’90?

Be’ io sono nato negli anni ’70 e avrei voluto vivere negli anni ’60, e aver visto i Beatles. I ragazzi nati negli anni 2000 vorrebbero aver vissuto l’epoca in cui non c’erano. Vogliono sempre tutti tornare indietro. E tra vent’anni la gente vorrà tornare a oggi.

Be’ comunque non capisco perché funziona così.

Senti, negli anni ’90 c’era un sacco di musica bella. E non c’erano i cellulari e i social media. Dopo c’è stato un punto di svolta nella vita umana. Ora è molto diverso.

A proposito di social media. Al telefono, come nel documentario, mi sembri una persona sensibile che ascolta la persona con cui sta parlando. Com’è invece quando sei su Twitter e fai i numeri? È come scrivere poesia?

Mi piace parlare con la gente. Se la gente fa le domande mi piace rispondere. Mi piace parlare di tutto con la gente. Qualcuno fa un po’ lo spaccone e allora devo abbatterlo. Ma la vita è così. Mi piace chiacchierare. E la gente poi esagera, e io pure esagero, ma la vita è così. Non è che ci stiamo ammazzando, stiamo solo sparando cazzate. È una cosa innocua.

È come stare su un palco?

Ma sul palco non parlo tanto. Sui social ho il tempo per parlare con i fan e con le persone. Sul palco canto.


Intervista di Francesco Pacifico

Source: Rolling Stone Italia

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Superintervista a Liam Gallagher: "Noel? Gli donerei un rene. Un cantante come me non lo troverà mai. Vi svelo cosa temo e cosa direi a Dio"

Liam Gallagher è stato intervistato dai lettori del Guardian su patatine, parka, cosa direbbe a Dio e perché canta sempre con le mani dietro la schiena. E molto altro. Ecco la nostra traduzione della bella chiacchierata.

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Mi affascina la tua storia di uno che non provava nulla per la musica fino a quando ti hanno dato una martellata in testa. Cosa è accaduto esattamente?

"Da ragazzo non ero molto preso dalla musica. La gente dice: 'Ero appassionato di Beatles quando avevo quattro o cinque anni'. Io ero il contrario, ero sempre fuori a giocare a pallone. Noel suonava la chitarra, cosa che pensavo fosse strana. Avevo 14 o 15 anni, ero a fumare una sigaretta con i miei amici e alcuni ragazzi vennero da un'altra scuola, con i cappucci, e uno di loro mi diede una botta in testa con il martello. Non un maglio grande, enorme, uno di quelli piccoli. Finii all'ospedale e dopo inziai a sentire la musica in modo diverso. La mia fidanzata dell'epoca era proprio presa da Madonna. Metteva Like a Virgin e dicevo: 'Non mi piace questa merda'. Poi fui colpito in testa con un martello e pensai: 'Questa è una bella canzone, in realtà!'. Quindi chiunque sia stato a colpirmi vorrei incontrarlo e ringraziarlo. Se non fosse stato per lui sarei ancora disoccupato. 

Il successo ti ha sorpreso?

"Sì e no. Ovviamente amo quello che faccio, ma ho molta gente che mi aiuta: gli autori, Debbie (Gwyther, sua fidanzata e manager, ndr), la compagnia discografica, e ovviamente i fan sono fantastici. Quindi mi sono circondato delle persone giuste, però esibirsi di nuovo a Knebworth all'età di 50 anni è una cosa che non immaginavo. Non pensavo che avrei fatto di nuovo il tutto esaurito in grandi concerti come quelli".

Come ci si sente a non fregarsene ancora un cazzo di niente alla soglia dei 50 anni?

"Il fatto è che probabilmente a me frega molto di più di quanto non freghi a molte altre persone. A me frega di non fregarmene un cazzo, capisci cosa intendo? Avrei potuto facilmente trasformarmi in una primadonna. Vengo invitato a tutte queste cose, ma le rifuggo. Tutto ciò che voglio è fare i miei concerti, cantare le mie canzoni, farmi un paio di pinte e andare in vacanza con la mia famiglia e la mia compagna. Non sono caduto nella trappola della celebrità, ed è una cosa difficile. Quindi a me frega, immensamente". 

Che ricordi hai dei concerti di Knebworth con gli Oasis e in cosa pensi che questa volta sarà diverso?

"Ricordo che volavamo in elicottero e pensavo: 'Guarda tutti questi campi. Come mai non c'è nessuno in questi? Avremmo sicuramente potuto suonare di fronte a 5 milioni di persone, non 250 000'. Eravamo in tour ed eravamo in forma-partita, quindi non ero agitato. Ora che sono 25 anni più vecchio i miei nervi ti fanno desiderare che vada bene e che tutti si divertano, ma andare sul palco ed essere me è una figata".

Da uno come me che ha trascorso gli anni '90 con l'ansia, ho sempre ammirato la tua fiducia in te stesso, ma tu hai quei momenti in cui pensi: "Posso scappare e nascondermi in una stanza buia?".

"Oh, molte, molte volte, sicuramente. Ogni giorno, ma è la vita. Qualunque paura tu abbia, devi colpirla frontalmente. Molte paure sono illusioni, quindi devi semplicemente fare un respiro profondo e pensare: 'Sai che c'è? Non è poi così brutta'. Tutti noi abbiamo queste sensazioni, ma in fin dei conti devi solo alzarti e affrontarla". 

Cosa ti fa paura?

"I ragni. I miei gatti, Sid e Nancy, portano sempre topi. Lo so che dovrebbero essere un regalo, ma io non li reggo. Le cose che vanno più veloci di me. Se fossi in quel programma televisivo nella giungla (I'm a celebrity ... Get me out of here!, ndr) i punteggi andrebbero sopra il soffitto. Sono proprio un saccone di merda quando si tratta di cose del genere. Sarei un milione di volte peggio di Dean Gaffney".

Se la vita di Noel dipendesse da un rene nuovo e tu fossi l'unico donatore compatibile, gliene daresti un dei tuoi?

"Senza dubbio. Certo che lo farei. È mio fratello, amico, e gli voglio tanto bene. Ne darei uno anche a te, amico. Pensi che lui me ne darebbe uno dei suoi? Sì. È tutto spavalderia. Lui e tutti i suoi amici famosi sono tutti presi dal proprio culo. Sono sicuro che siano persone buone, ma sono molto insicure. Se sono sorpreso che alla fine ho avuto più successo io? Dipende da cosa intendi per successo. Sono sicuro che Noel sia molto felice nel suo mondo. Ha scritto alcune canzoni grandiose e io le ho cantate. È la voce che la gente vuole sentire. Potrei far suonare le parti di chitarra di Noel, se ne trovano tanti. Noel non può trovare nessuno che canti come me. Io lavoro duro, dò alla gente ciò che vuole e non sono pretenzioso. Non si può andare sul palco, suonare il proprio nuovo album, dalla prima all'undicesima canzone, e aspettarsi che la gente venga ai tuoi concerti. Si mettono delle nuove canzoni qui e là, ma bisogna suonare le hit". 

Perché metti le mani dietro la schiena quando canti?

"Credo che dia più potenza alla mia voce. Quando sono teso canto in modo un po' più aggressivo e il mio stile è così. Ovviamente quando canti delle ballate ti rilassi un po', ma con il rock 'n' roll e la roba punk penso che mi dia più potenza".

Hai mai pensato di chiedere un'asta per microfono più corta in modo da non dover allungare il collo?

"No, ma capisco cosa stai dicendo".

Quanti parka possiedi? Indossare un parka sul palco non significa sudare completamente? Li indossi anche a letto?

"Ho troppi parka, troppi di Clarks, troppi di tutte le marche. Mi piace indossarli, quindi tendo a indossare quelli sottili sul palco. Canto come se da quello dipendesse la mia vita. Se cantassi nudo con le palle al vento suderei anche in quel modo, quindi potrei anche avere un aspetto figo così. E no: a letto indosso il mio completo da Superman".

Se dovessi vederti in giro casualmente, quale sarebbe il modo migliore di esprimerti i miei rispetti?

"Semplicemente un complimento. Dimmi semplicemente: 'Sei l'unico e il solo Liam Gallagher?' e avvicinati a me inchinandoti. Qual è la cosa peggiore? Dire: 'Ciao, Noel'. Quante volte la gente viene da me ogni giorno? Be', sono appena uscito per la mia camminata e mi hanno chiesto direttamente come stanno i miei fianchi, Ho detto: 'Stanno tutti bene'. Un'altra signora mi ha chiesto una foto. Poi mi hanno chiesto se volessi una striscia di cocaina, il che è stato meraviglioso per essere le 10 del mattino. Ho detto: 'È un po' troppo presto per quello, amico'. Poi mi hanno dato della fichetta perché mangio fragole. Mi hanno detto: 'Perché mangi fragole?' e ho risposto: 'Perché se mangiassi un panino con la salsiccia mi trasformerei in un vero stronzo'. Quindi ecco cosa mi è già successo stamattina". 

Le migliori tre patatine?

"Le Tayto, le irlandesi; formaggio e cipolla o cocktail di gamberetti. Ho mangiato un sacco di Monster Munch ieri sera e mi piacevano quelle con le cipolle sottaceto, ma sono tornato a quelle al manzo. Cos'altro mi piace? Le Skips. Le Quavers. Le Ringos, i piccoli anelli alla cipolla. Le Frazzles. Le Space Raiders! Te le ricordi? Penso costino ancora 10 centesimi di sterlina (30 centesimi, ndr)".

Ti depili le sopracciglia?

"No. Cioè, se ce ne sono un po' di selvagge alla Denis Healey (politico inglese noto anche per le folte sopracciglia, ndr) in giro, dò una tirata, ma non tolgo quelle in mezzo come molte persone pensano che io faccia. Se mi taglio i peli delle orecchie e del naso? Sì, ma non mi danno fastidio, amico. Cioè, devi darci un taglio quando devi darci un taglio, capisci cosa intendo? È come essere vivi, per cui se essere vivi significa invecchiare allora fanculo, che accada. E non mi tingo i capelli, per tutte le teste di cazzo che pensano che io lo faccia. Non mi dispiace il look da volpe ingrigita, per cui quando avverrà avverrà, ma non mi piace la gente che fa: 'Oh, si tinge i capelli!'. Per un cazzo. E non mi faccio il botulino".

Cosa dirai a Dio quando lo incontrerai? Cosa che farai ...

"È una domanda impegnativa. Non sono sicuro di credere in Dio, ma se si suppone che sia il tizio più importante e tutta quella roba lì, allora forse gli darei un calcio nelle palle e gli direi: 'Che cazzo stai facendo, permetti che tutti questi ragazzini vengano uccisi in tutte queste guerre e roba simile?'. Gli darei un calcio nelle palle e poi vedrei dove andremo da quel momento".

Preferisci essere una rock 'n' roll star o preferiresti giocare per il Man City?

"Mi piace essere un tizio rock 'n' roll o una rock 'n' roll star, quello che è. Lo amo ed è grandioso, ma segnare una tripletta contro lo United o mandare giù il Liverpool sarebbe fantastico. Quindi rispondo: giocare per il Man City".

Ovviamente batteresti Robbie Williams in una rissa, ma penso che Richard Ashcroft ti batterebbe. Concordi?

"Oh sì, penso che Richard Ashcroft ucciderebbe molti di noi. Penso sia un vero duro, lo stronzo. L'hai visto? È una macchina snella. Penso che prenderebbe a calci volanti molti di noi con una sola passata".

Quando hai pianto l'ultima volta?

"Bella domanda, amico. Bella domanda. Probabilmente di recente. Non mi siederò a fare: 'No, non piango mai'. Piango un bel po' ".

Cosa farai scrivere sulla tua tomba?

"Onestamente non riesco a pensare a niente di spettacolare. Non sarò sepolto, comunque. Sarò mummificato ed esposto in un museo".

Noel Gallagher o Noel Edmonds?

"Noel Edmonds. Amo quel tizio, amico. Da ragazzo, Swap Shop (il "negozio dello scambio", serie TV per bambini molto popolare in Gran Bretagna negli anni '70) era grandioso: scambiavi i tuoi giocattoli con altri diversi. Che idea grandiosa, cazzo! Dovrebbero riproporla. Se mi piacerebbe condurlo? No. Non sono bravo alla TV, amico. Sono troppo aggressivo per la TV, ecco perché non mi piacciono i talk show, perché penso sempre di risultare un po' dannatamente chiassoso. Se mi piacerebbe riformare gli Oasis con Noel Edmonds al posto di Noel Gallagher? Forse! Come ci si sente a essere un tesoro nazionale certificato? Incredibile. Amo i fan, amo la gente, amo il mio lavoro, amo la mia vita e continuerò a farla fino a che la luce andrà via".

traduzione di oasisnotizie - Source: The Guardian 

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Ascolta lo speciale di Virgin Radio sul nuovo album di Liam Gallagher, C'mon You Know (con intervista a Liam Gallagher)

Liam Gallagher parla del nuovo album C'mon You Know, che esce oggi, nello speciale di Virgin Radio Italia condotto da Andrea Rock e andato in onda ieri sera. L'abbiamo registrato e caricato per voi. 



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giovedì 26 maggio 2022

Liam Gallagher: "I musicisti di oggi hanno paura di dire quello che vogliono. E si atteggiano tutti ad artisti! Fate concerti, non spettacoli. State zitti!"

Liam Gallagher si è schierato contro quella forma di ostracismo verso persone e termini ritenuti oggi "scorretti" che viene definita cancel culture (cultura della cancellazione). E ha attaccato le band di quest'epoca, che ritiene pretenziose e troppo timorose di dire quello che pensano.

Per Liam la prassi di "cancellare" le figure pubbliche è deprecabile, così come le campagne volte a rovinare la carriera di una persona famosa sui social media.

"Comunque chi cazzo sono queste persone che ti stanno cancellando?", ha detto al podcast The 2 Johnnies. "Cioè, vaffanculo. A meno che non vengano a casa tua e ti dicano che sei stato cancellato, farai ancora le tue fottute cose. Non parlano per tutti, vero? Le persone che cancellano parlano solo per il mondo cancellato, non parlano per tutti, cazzo!".

"Puoi ancora andare a fare il tuo concerto, ci sono persone là fuori a cui piacerà quello che hai da dire. Fatevi sotto, 'inquadrati' del cazzo!”

L'ex cantante degli Oasis per anni ha condotto una vita al limite e si è cacciato in un bel po' di guai lungo la strada, ma soprattutto è sopravvissuto. E  dice che gli è stato permesso di commettere errori, a differenza dei cantanti di oggi, che sono "troppo spaventati per divertirsi".

Alla domanda se sia l’ultima grande rock star, Liam ha risposto: "Lo sento dire sempre, ma non puoi esserlo, ci deve essere qualcuno che adesso è salito alla ribalta".

Il cantante ha aggiunto che le band attuali si prendono troppo sul serio. "Penso solo che questo mondo ora, il mondo in cui viviamo, ci siano molte persone là fuori che hanno paura di dire quello che vogliono, sono sicuro che verrebbero cancellate e tutta quella roba lì".

"Odierei pensare di essere stato l'ultima rock star, perché è proprio dannatamente triste.”

Gallagher, che domani pubblica il nuovo album C'mon You Know, crede che il problema principale sia che le band si prendono troppo sul serio.

"Ho un problema con molte di queste band di oggi che dicono: 'Sono un artista'. 'No, sei un cazzo! Sei un tizio di una band, quindi stai zitto. Sono tutti un po' pretenziosi, parlano tutti dell’arte. Fate i bravi, amici . 'Venite al mio spettacolo'. È un concerto, amico!".

Source: The 2 Johnnies Podcast, 9 maggio 2022 - traduzione di oasisnotizie

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martedì 24 maggio 2022

Liam Gallagher: "L'anno prossimo mamma Peggy fa 80 anni. Sarà un party più grande dei concerti di Knebworth"


Intervistato un paio di settimane fa dai due irlandesi che conducono il podcast The 2 Johnnies su Spotify, Liam Gallagher ha raccontato le sensazioni alla vigilia dei grandi concerti di Knebworth e ha rivelato che ha in programma una bella festa per gli 80 anni della madre Peggy, l'anno prossimo.

"I due concerti di fronte 160.000 persone in due sere (il 3 e 4 giugno, ndr)? A Knebworth sarà biblico, amico. La folla lo è. Non ho alcuna preoccupazione a riguardo, non vedo l'ora, non vedo l'ora di iniziare le prove e di tenere il concerto. Se il tempo sarà buono sarà una figata, ma lo sarà anche se pioverà. Chissà come sarà ... immagino che sarà biblico, sarà fantastico e me la spasserò alla grande".

"L'anno prossimo ci sarà l'ottantesimo compleanno di mia madre, per cui sarò in Irlanda. Sarà più grande (dei concerti) di Knebworth, amico. Affitterò un posto, ci porterò tutta la famiglia, tutte le sorelle e i cugini. Sarà bello, ma non tornerò di nuovo in Irlanda se non per qualche concerto o qualche ospitata televisiva".

Parlando di Irlanda, a Liam è stato chiesto se abbia mai assistito a una partita di calcio gaelico. La replica è stata: "Qualche volta le ho viste, ma Dublino fa sempre il culo a tutti". 

Quanto alla presunta maledizione che ci sarebbe sulle squadre di calcio gaelico della contea di Mayo, contea di cui è originaria la madre, Liam ha commentato: "Ne ho sentito parlare. Non credo a tutte quelle stronzate. È quello che è. Ascolta, se vieni sconfitto da una squadra migliore, è una cosa che succede. Un giorno vinceranno anche loro. Il Man City ha fatto schifo per anni e guardali adesso". 

Source: The 2 Johnnies Podcast, 9 maggio 2022 - traduzione di oasisnotizie






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Liam Gallagher: "Sobrietà e niente idiozie. Ormai ho 50 anni e la gente per i concerti paga molto ...". Poi svela l'origine del titolo dell'album C'mon You Know

Liam Gallagher è stato intervistato qualche settimana fa da The 2 Johnnies Podcast, trasmissione condotta da due irlandesi su Spotify. In questa occasione ha rivelato da dove ha tratto il titolo del suo nuovo album e le proprie sensazioni prima dei grandiosi concerti di Knebworth, in programma agli inizi di giugno. 

"Il nuovo album mi terrà fuori dai guai per un po', finché non farò il prossimo. Da dove deriva il nome del disco, C'mon You Know? C'è una trasmissione calcistica quaggiù, segue tutti i risultati delle partite, si chiama Soccer Saturday. Lo conduce quel tizio, Jeff Stelling. È dannatamente ridicolo perché lui dà i risultati delle partite inglesi anche se vive in America. E poi il tizio che conduce Soccer AM, quello che si chiama Fenners, è terribile! Lui fa questa battuta dicendo sempre 'Dai, lo sai!'. E ho pensato: questa battuta mi piace! Non mi piacciono i titoli di album lunghi, penso siano pretenziosi. Per me devi andare dritto al punto".

"Come mi trovo a scrivere canzoni? Lo faccio fare agli altri", ha scherzato Liam tra le risate dei presentatori. "Perché no, amico? Prima mi limitavo a cantare e mi prendevo tutta la gloria. Ho sempre qualche canzoncina qui e là in sospeso, ma ho bisogno di aiuto per terminarle. Non sono uno che si preoccupa di scrivere canzoni, sono più un cantante, capito? Quindi butto giù dei pezzi, li mando ai miei amici e loro me li rimandano, poi ci si lavora su insieme. Sono più un cantante che un autore, quello era il lavoro di Noel". 

Sulla collaborazione con Dave Grohl per la canzone Everything's Electric, Liam ha detto: "Mi ha telefonato Greg Kurstin, con cui avevo fatto il mio ultimo album. Eravamo alla fine delle registrazioni di questo nuovo disco. Lui era con Dave Grohl e mi ha detto: 'Stiamo lavorando a questo brano. Vuoi sentirlo?'. Così sono tornato in studio e ho detto: 'Sì, amico'. Non puoi mica rifiutare di lavorare con Dave Grohl, è un gran cantautore. Così ho registrato la mia parte vocale e l'abbiamo fatto. Non siamo stati nella stessa stanza insieme, ma forse un giorno sistemeremo anche quello. È una gran bella canzone, amico".

"Perché canto? Non sono bravo in nessun'altra cosa, è quello il mio lavoro: cantare", ha spiegato l'ex cantante degli Oasis, che nel 2016 ha iniziato la carriera da solista dopo l'esperienza quinquennale nei Beady Eye. "Lo faccio da anni e a dire il vero lo amo fottutamente. Mi piace andare in giro in tour, a vedere il sole e festeggiare. Lo amo. Sono ventiquattr'ore ... È il miglior concerto del mondo. Non sono bravo a fare nient'altro, ecco perché faccio quello, capito?". 

"Cosa farei se mi ritirassi? Niente! Non mi sto ritirando! Continuerò a finché qualcuno non spegnerà la luce per tutti. La vedo così".

"Se ho cambiato approccio per tutelare la voce? Quando sei giovane puoi rimanere sveglio tutta la notte, si fa così. Ora ho questi concerti a fine mese e mi mantengo sobrio. Devo tenere un profilo basso, mi ci devo dedicare, prepararmi, perché ora ho cinquant'anni, non posso correre per la città ubriaco prima del concerto, altrimenti sarà uno shock. E la gente paga molto per i concerti, bisogna prepararsi bene. E non voglio essere sul palco e suonare come un cazzo di idiota! Voglio spaccare e spassarmela". 

"Se mi tengo in forma andando in palestra? No, no, non sono uno di quelli, cazzo ... Mi alzo presto, faccio una bella camminata in questo grande parco, poi ho un grande box nel retro del mio giardino, per un po' me ne sto lì. E mi mantengo lontano dall'alcol. La prossima settimana inizio le prove, per cui mi sto tenendo lontano dal pub, quello vicino casa, dove vado. La prossima bevuta la farò dopo l'ultima serata a Knebworth (concerti del 3 e 4 giugno, ndr). Probabilmente sarò ubriaco fradicio!". 

Source: The 2 Johnnies Podcast, 9 maggio 2022 - traduzione di oasisnotizie

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lunedì 23 maggio 2022

Man City campione, Noel Gallagher in ospedale per una testata involontaria del padre di Ruben Dias

Quella di ieri è una giornata che Noel Gallagher non dimenticherà mai. L'ex chitarrista degli Oasis, da sempre tifoso del Manchester City, ha assistito all'Etihad Stadium alla vittoria in rimonta della squadra di Guardiola contro l'Aston Villa e ha rimediato una testata dal padre di Ruben Dias durante i festeggiamenti per il terzo gol, quello decisivo per la vittoria del titolo. 

A TalkSport ha raccontato l'accaduto: "Il Man City ha segnato il terzo gol e allo stadio si è scatenato il pandemonio assoluto, come potete immaginare. La famiglia di Rúben Dias era seduta un po' più in alto, un paio di box più in alto del mio; io saltellavo come un idiota, passavo mio figlio come se fosse il trofeo della Premier League, tutta la gente lo sollevava. Quando mi sono girato, il padre di Ruben Dias mi ha colpito in faccia con una testata e sono caduto a terra, coperto di sangue. Non ho visto gli ultimi due minuti. Mi hanno portato in ospedale in ambulanza, mi hanno applicato dei punti di sutura sul labbro superiore e ho gli occhi neri. Il padre di Dias? È un uomo grosso, sembra un orso. Mi ha quasi fatto cadere i denti ... Mentre andavo negli spogliatoi Pep Guardiola saliva le scale, mi ha visto e ha pianto, mi ha chiesto cosa fosse successo e gli ho detto di andare a festeggiare. Sembra che sia appena tornato da Elland Road (lo stadio del Leeds, ndr) negli anni '80, sembra che mi abbiano spaccato la testa. È incredibile. I tifosi mi guardano e mi chiedono cosa sia successo. E io: 'Non indovinerete mai' ... ".


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mercoledì 18 maggio 2022

Bonehead e la lotta al tumore: "Le cure procedono, mi sento bene. Divertitevi quest'estate ai concerti, mi scuso per non esserci"

L'ex chitarrista degli Oasis Paul Arthurs, che sta combattendo una battaglia contro il tumore, ha un pubblicato un bel messaggio su Twitter.

"Un rapido aggiornamento. Ho sostenuto la mia prima seduta di radioterapia e ora sto facendo un ciclo di chemioterapia che finirà alle 6 del mattino, quindi è un soggiorno di una notte all'ospedale Christie.  Un'altra sessione di radioterapia al mattino e poi a casa. 30 sessioni di radioterapia e 2 sessioni di chemio in totale, quindi l'ho iniziata e la sto ultimando. Non vi annoierò con un diario giornaliero, non lo vuole nessuno, ma mi sento bene e probabilmente twitterò le solite scemenze mentre vado avanti nel percorso. Ci vediamo presto, scusatemi se non ci sarò a Knebworth o ai concerti di quest'estate, ma per chi di voi ci sta andando: spassatevela! Tanto amore.  

Bonehead".

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lunedì 16 maggio 2022

Haaland al Man City, Liam Gallagher gode e si esalta: "È il nuovo Cantona! Abbiate paura di lui"

L'ufficialità dell'acquisto di Erling Haaland - arrivatal'11 maggio - è stata accolta con grandissimo clamore dai tifosi del Manchester City (e non solo). Tra di loro Liam Gallagher si è particolarmente scatenato, invadendo Twitter con post celebrativi dell'ingaggio del giovane centravanti: "Saluti e abbiate paura di Erling Haaland", "Operazione fantastica del City, lui è il futuro", "Colpo del secolo", "Assolutamente eccitato", sono alcuni dei commenti lasciati dall'ex componente degli Oasis.

Il celebre musicista si è successivamente lanciato in un paragone tecnico tra il 21enne norvegese e uno degli attaccanti più iconici della storia della Premier League, che ironia della sorte ha scritto le pagine più importanti della sua carriera sull'altra sponda della città di Manchester, tra il 1992 e il 1997. "Haaland è il nuovo Eric Cantona", ha scritto Gallagher, che con l'ex stella francese del Manchester United ha recentemente collaborato (guarda qui). E infine: "Sto ancora delirando, che giocatore!".

Source: Tuttosport

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domenica 15 maggio 2022

In arrivo un documentario su Liam Gallagher che torna agli studi di Rockfield con i figli. "Un film intimo pieno di esclusive"

Liam Gallagher e i suoi figli Lennon e Gene compariranno in un documentario speciale di un'ora in onda su Sky nel Regno Unito. La pellicola si intitola Liam Gallagher: 48 Hours At Rockfield e segue l'ex cantante degli Oasis e i suoi figli, di 23 e 21 anni, nella loro visita agli studi di Rockfield, in Galles, dove gli Oasis registrarono (What's the Story) Morning Glory?, per "48 ore di musica, memorie e caos". (Qui sotto il video sottotitolato in italiano di Liam e Bonehead che ricordano le registrazioni del secondo album degli Oasis agli studi di Rockfield). 

"Il programma darà gli spettatori un accesso senza precedenti alla rinnovata rockstar di fama mondiale mentre si dirige ai famosi studi di Rockfield, in Galles, con i suoi figli, Lennon e Gene", si legge nel comunicato della casa produttrice. "Prima della pubblicazione del suo nuovo album C'mon You Know (prevista per il 27 maggio, ndr) e di un'estate succulenta di concerti, tra cui quelli del ritorno a Knebworth, Liam si vuole rilassare con i figli nei suoi luoghi preferiti, lo studio e il pub, e ci ha invitato in questo viaggio. Con dietro le quinte intimi e candide conversazioni, oltre che scherzi in famiglia, la trasmissione ci fornisce uno spaccato unico nella vita di Liam, presente e passata".

"Ai famosi studi di Rockfield – il primo studio di registrazione 'residenziale', sede di alcune sessioni storiche come quelle di Iggy Pop, Black Sabbath, Queen e Oasis – gli spettatori vedranno Liam eseguire in esclusiva brani del suo nuovo album più due classici degli Oasis. Tra una sessione e l'altra Liam viene immortalato nel suo fare tipico, mentre chiacchiera candidamente di musica e composizione e del prossimo tour".

"Mentre poi si rilassa in un pub della campagna tra una pinta e una partita di biliardo con i figli Lennon e Gene, Liam si apre su tutta la roba importante: il cinquantesimo compleanno ormai prossimo, la paternità, i suoi più grandi rimpianti, i suoi più grandi successi, ciò che ama e ciò che odia, le sue citazioni, la sua carriera rock 'n' roll, le su esibizioni nel parco di Knebworth, le grandi serate fuori, la quarantena e la regina".

"È stato bellissimo tornare ai Rockfield dopo tutti questi anni e vedere che il vecchio studio se la passa così bene. Mi ha riportato tanti ricordi", ha detto Liam dell'esperienza.

Kate Shepherd, amministratore delegato di Warner Music Entertainment UK, ha detto: "Liam è davvero un uomo della gente e questo documentario lo immortala nel suo ambiente più naturale, mentre si esibisce con la propria band, interagisce con le persone del posto e sta con i propri figli. È stato un momento speciale testimoniare il ritorno di Liam ai Rockfield, tra gli studi più rappresentativi della Gran Bretagna, dopo 27 anni. I fan ameranno i momenti intimi che abbiamo catturato e come il vero Liam splenda per tutto il documentario. Siamo felicissimi di collaborare con Sky in questo".

In Gran Bretagna la trasmissione andrà in onda su Sky Max, Sky Arts e Now simultaneamente il 24 maggio 2022 alle ore 21.00 e con tutta probabilità arriverà su Sky Italia nei prossimi mesi.

oasisnotizie - Source: NME


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venerdì 13 maggio 2022

Video (sottot. ITA) - Liam Gallagher: "Il mio incontro con Éric Cantona. E quella volta a Maine Road ..."

In questo video Liam Gallagher racconta l'incontro con Éric Cantona per la realizzazione del video del singolo Once e ricorda la prima volta in cui vide l'ex calciatore. 

Sottotitoli by frjdoasis. Grazie a Cris per la segnalazione. 


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mercoledì 11 maggio 2022

Sergio Pizzorno: "Un onore aprire a Knebworth per Liam Gallagher. Ecco cosa hanno significato gli Oasis per un ragazzino degli anni '90 come me"

Sergio Pizzorno ha definito un "vero onore" per i Kasabian supportare Liam Gallagher a Knebworth. Il musicista di origine genovese ha ammesso che sarà "veramente magico" aprire i concerti dell'ex cantante degli Oasis il 3 il 4 giugno, dato che nel 1996 perse l'occasione di vedere la band dei fratelli Gallagher esibirsi proprio a Knewborth in due concerti che sono entrati nella leggenda.

"Io ero uno di quelli che cercavano di procurarsi un biglietto", ha ricordato. "Ero lì, a picchiare forte sui tasti del telefono per provare a ottenere un biglietto. Me lo sono perso, ma l'ho guardato su MTV. Loro erano in cima alla montagna dell'isteria e io avevo l'età perfetta per vederli fare a pezzi una cosa di quelle. È stato di grande ispirazione". 

"Ti facevano credere che potessi farlo da solo", ha aggiunto Sergio. "La cosa grandiosa del movimento Oasis è che non dicevano: 'Questi siamo noi, guarda quanto siamo grandiosi', ma dicevano: 'Noi l'abbiamo fatto, ora devi farlo tu'. Liam è stato lì per noi sin dal primo giorno, quindi quando ci ha chiesto di farlo abbiamo pensato: 'Porca miseria, amico, è un vero onore'. Questa volta non solo posso andarci, ma posso farne parte. Non vedo l'ora".

I Kasabian si apprestano a pubblicare il 5 agosto il nuovo album, The Alchemist's Euphoria, il primo dopo cinque anni e il primo senza lo storico frontman Tom Meighan, che non fa più parte del gruppo dal luglio 2020 a seguito di alcune delicate vicende personali. Il cantante, in preda agli effetti dell'alcol, ha aggredito la fidanzata Vikki Ager (poi divenuta sua moglie) nell'aprile 2020, durante il periodo del lockdown, ed è stato poi condannato a 200 ore di lavoro non retribuito. Se Tom ha intrapreso la carriera da solista, i Kasabian hanno pubblicato il primo singolo del nuovo disco, ALYGATYR, lo scorso anno. Ora la band, composta dal cantantautore e chitarrista Pizzorno, dal bassista Chris Edwards, dal batterista Ian Matthews e dal chitarrista Tim Carter, ha pubblicato un altro singolo, SCRIPTVRE. 

Coprodotta con Fraser T Smith (al lavoro con Stormzy, Adele, Dave e Sam Smith), SCRIPTVRE ha, secondo Pizzorno, una "eleganza cinematografica", ma è guidata da un "un battito di rafforzamento".

"Sono proprio quelle prime otto battute, è tutto ciò che hai bisogno di sapere", ha spiegato. "Si ha la sensazione di una nuova era, come se stessimo entrando sul ring e spostassimo via tutti". 

"L'album ha questo suono grandioso che che deriva dai miei ascolti di Kanye e di vecchi pezzi soul anni '70 che ho trovato curiosando nelle casse. C'è un momento euforico, bellissimo da braccia tese in aria, poi torna in questo battito pesante e feroce. È dritto in faccia".

Come detto, Sergio è diventato il frontman dei Kasabian dopo la separazione della band da Tom Meighan e si è calato completamente nel nuovo ruolo. "È stata un'esperienza straordinaria. Ci sono momenti in cui è pura trascendenza, in cui non stai pensando a niente. Sei semplicemente in questa ultra-zona dove tutto scorre. Poi ci sono momenti in cui pensi: 'Cazzo! Qual è la prossima strofa? Qual è la prossima canzone?'. Ci sono momenti in cui ci sei solo dentro e non c'è nient'altro come quell'esperienza. È la cosa più intensa che abbia mai provato".

Del disco Pizzorno ha detto: "L'album ha un suono grande ed epico, ma con un tocco personale. Ci sono delle parti più morbide ed alcune massicce. Nel complesso è una cosa bellissima e il disco più coeso che abbiamo mai realizzato. È un viaggio emotivo".

I Kasabian presenteranno i brani del loro nuovo album in concerto anche in Italia. Questa estate la band si esibirà per quattro volte nel nostro paese con il seguente calendario: 

2 luglio – Piazza Sordello, Mantova

3 luglio – Cavea dell'Auditorium Parco della musica, Roma

5 luglio – Stupinigi Sonic Park, Nichelino (Torino)

6 luglio - Lucca Summer Festival, Lucca

Source: NME


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