Grandissima giornata di musica ieri sera nel parco londinese di Finsbury. Un concerto che era sold out da svariati mesi e che non ha deluso le aspettative dei 45.000 fan accorsi per assistere all'esibizione di Liam Gallagher, salito sul palco alle 20.45 (le 21.45 in Italia) e preceduto (a partire dal pomeriggio) da Sherlocks, DMA'S, Loyle Carner e Wolf Alice. Alcuni video della serata sono alla fine del post.
Apre - graditissima sorpresa - Richard Ashcroft, che non era tra gli artisti della lista ufficiale dell'evento. Quattro canzoni, tutti classici dei Verve: Sonnet, Lucky Man, The Drugs Don't Work e Bittersweet Symphony. Poi è la volta di Liam, accompagnato dalla sua nuova band. Diciassette brani, di cui dodici degli Oasis e cinque del suo album uscito ad ottobre, As You Were. Clamorosa, prima della chiusura con Wonderwall, l'inattesa D'Yer Wanna Be A Spaceman?, canzone che decenni fa era Noel a cantare in veste acustica.
Gli occhi sono tutti per lui, il più piccolo dei Gallagher: la gente canta a squarciagola i brani degli Oasis e anche i nuovi, molti gli adolescenti, la birra scorre a fiumi e l'aria si riempe dei canti calcistici inneggianti alla nazionale inglese. Per due brani è sul palco con Liam e soci anche Bonehead, chitarrista degli Oasis dagli inizi al 1999. Si torna alle atmosfere del luglio 2002, ultima esibizione degli Oasis qui a Fisbury.
Stavolta, però, manca Noel. E senza di lui non è e non sarà mai la stessa cosa, ma la carriera da solista di Liam prosegue a gonfie vele. E la foltissima presenza di pubblico di oggi lo conferma.
Scaletta:
Rock 'n' Roll Star
Morning Glory
Wall of Glass
Greedy Soul
Bold
For What It's Worth
Bring It On Down
Listen Up
Slide Away
I've All I Need
Whatever
Encore:
Supersonic
Some Might Say
Cigarettes and Alcohol
Live Forever
D'Yer Wanna Be A Spaceman?
Wonderwall
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In questo breve video pubblicato oggi da Virgin Radio alcuni estratti del concerto di Noel Gallagher all’I-Days di Milano (Area Expo Experience, Rho) lo scorso 23 giugno. Si tratta di riprese professionali, che immortalano due spezzoni di Wonderwall e Don’t Look Back in Anger e anche i fan.
Source: virginradio.it
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La sestina dell'Inghilterra a Panama al Mondiale di calcio di Russia 2018? Meglio di un giretto sull'Isola di Wight. Liam Gallagher, ex voce degli Oasis e dei Beady Eye e da un anno attivo come solista, avrebbe dovuto chiudere ieri sera il festival estivo inglese Isle of Wight (a Newport), ma una volta saputo che l'Inghilterra avrebbe giocato nel pomeriggio contro i panamensi ha preferito declinare l'invito, come ha scritto il New Musical Express, che cita il tabloid Daily Mirror.
Il cantante, che era headliner della serata con i Depeche Mode, avrebbe dovuto chiudere le esibizioni con la sua performance nella serata di domenica 24 giugno, ma ha detto agli organizzatori di anticipare il suo concerto a sabato 23 giugno in modo da non perdere la partita, disputatasi alle ore 14 italiane del 24 giugno. L'incontro si è concluso con un roboante 6-1 per gli inglesi, che si sono così qualificati per gli ottavi di finale e si giocheranno il primo posto nell'ultima sfida del girone, contro il Belgio.
Nel video seguente l'intera esibizione di Liam in pro-shot.
Ricordiamo che Liam, esibitosi all'I-Days di Milano il 21 giugno, tornerà in Italia per due date a novembre. CLICCA QUI per saperne di più.
Varie recensioni del concerto di Liam Gallagher all'I-Days di Milano, il 21 giugno scorso nell'Area Expo Experience di Rho.
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Liam
inizia alle 19:30 e finisce alle 20:44 con un concerto teoricamente di
"apertura" agli headliner Killers, ma che di concerto di apertura ha
avuto ben poco, perché la risposta del pubblico è stata memorabile.
All'inizio nemmeno Liam credeva che sarebbe andata così bene, tanto che
ha dovuto (piacevolmente) prolungare lo show
di una decina di minuti rispetto al previsto...Quando parte l'intro
Fuckin in the bushes, il pubblico impazzisce letteralmente, Liam entra,
si avvicina al microfono, saluta i presenti e inizia alla grande con
Rock 'n' Roll star. In molti in fila ai gazebo delle bibite iniziano a
scalpitare perchè il concerto è già iniziato e loro non sono in
postazione.... I momenti degni di nota sono tanti e risultano molto
soggettivi. Liam ha cantato alla grande, non lo si vedeva cosi (come in
questo tour) da almeno 16 anni, ed ha interagito più del solito con il
pubblico. Ha parlato dei mondiali, ha dedicato Wonderwall alla gente che
veste "Stone Island", ha confessato di essere felice di tornare a
cantare a Milano, e tante altre cose che proprio non siamo riusciti a
comprendere dal suo linguaggio. Liam sembra stia facendo risorgere il
Britpop spingendolo nuovamente ad alti livelli, ricevendo forte
consenso dalle masse. Ourkid tornerà in Italia a novembre e pubblicherà
il nuovo album il prossimo anno, ma prima dovrebbe arrivare (a spezzare
l'attesa) il docufilm dedicato alla sua grande "resurrezione" dal titolo
AS IT WAS.
Alle 19:30 ci si sposta a Manchester: è la volta di Liam Gallagher, che
resiste stoicamente in parka per tutta l’esibizione nonostante il caldo
cocente. Il live è di prim’ordine: Gallagher conferma la nostra
impressione di qualche tempo fa, ovvero quella che lo vede in questa
nuova veste solista più a suo agio in contesti più grandi rispetto al
classico club. Nonostante sia di poche parole, la chimica
con il pubblico (davvero numeroso, giunto principalmente per lui e non
per gli headliner di giornata) è totale. I momenti degni di nota del
live sono parecchi, ma vanno ricordate in particolar modo l’imperiale
esecuzione di D’You Know What I Mean? dove la sua ottima band mostra i
muscoli e Listen Up, b-side amatissima dai fan ripescata dopo vent’anni
di oblio. Gallagher è promosso a pieni voti ed è davvero curioso pensare
a questa reunion a distanza degli Oasis che si consumerà all’I-Days:
dopo Liam, sabato il fratello Noel accompagnato da Gem Archer e Chris
Sharrock, preceduto dai Ride di Andy Bell.
--- Sono
passate da poco le 19.30 e il minore dei fratelli Gallagher fa il suo
ingresso accolto dall’ovazione dei fan degli Oasis, che non l’hanno
dimenticato, e da quelli dell’ultima ora, più giovani, che sanno a
memoria anche l’ultima fatica solista di Liam Gallagher, quell’”As You
Were” campione di vendite che il cantautore di Manchester porta a Milano
insieme alle canzoni che l’hanno fatto conoscere al mondo, su tutte
“Whatever”, “Supersonic”, “Some Might Say”, “Live Forever” e
“Wonderwall”, che Liam canta in sequenza in chiusura del suo set. Lo
spirito rock’n’roll non ha mai abbandonato lo spavaldo musicista, che
rimarca la sua appartenenza a quel mondo aprendo il concerto con il
pezzo degli Oasis “Rock’n’Roll Star”, eseguito davanti a una scenografia
che porta la scritta “Rock’n’roll”. E poi c’è la posa, quell’attitudine
da mattatore rock che lo ha sempre caratterizzato e oggi, sotto parka
giallo e occhiali scuri, non fa eccezione. Il pubblico lo chiama in
coro, Liam è di ottimo umore: ringrazia spesso, in italiano, e dice
qualche bonaria parolaccia che scatena puntualmente la folla, felice di
riconoscere il suo uomo. La voce di “(What’s The Story) Morning Glory”
non si scompone nemmeno quando la band sbaglia l’attacco di “For What
It’s Worth” – singolo tratto dal suo album solista, del quale Liam
proporrà anche “Greedy Soul”, “Wall of Glass”, “Bold”, “I’ve All I Need”
e “You Better Run” – e ci scherza su, prendendo un po’ in giro i suoi
compagni e proseguendo con uno show che vede il gruppo sempre un po’
esitante, la cui velata insicurezza fa da contraltare alla solidità
granitica di Gallagher. Il set si chiude al calar delle luci del giorno.
Pausa di una mezz’oretta e il cambio della guardia vede avvicendarsi
sul palco niente popò di meno che Mr. Liam Gallagher. Come per magia,
basettoni e t-shirt degli Oasis si moltiplicano nel pit sotto al palco.
Con un tipo come Liam non c’è tempo da perdere, si inizia subito col
botto: Rock n Roll Star e Morning Glory mandano in estasi
il pubblico, che nel frattempo sembra essere cresciuto a dismisura. Our
Kid sembra essere in ottima forma e totalmente a suo agio, pur
rimanendo tutto il concerto avvolto in un parka giallo non esattamente
adatto per il mese di giugno, almeno in Italia.
Con la consueta
posa con le mani unite dietro la schiena, Liam sputa fuori tutto il suo
veleno sulle note di veri e propri inni generazionali che stringono il
cuore di molti dei presenti, alcuni dei quali in lacrime. C’è spazio
anche per alcune canzoni di As You Were, il suo ultimo disco pubblicato
nell’ottobre dello scorso anno. Greedy Soul, Wall of Glass e For What
it’s Worth, con quest’ultima sbagliata nell’attacco e fatta ripartire,
animano la parte centrale del suo concerto.
L’indole
stupendamente arrogante della rockstar di Manchester viene fuori ogni
qual volta si rivolge al pubblico, così come il suo accento inglese
incomprensibile per gran parte dei presenti. La scaletta è perfettamente
bilanciata tra pezzi del repertorio Oasis e canzoni del suo progetto
solista. “Preferite che faccia Live Forever o Wonderwall?” chiede ad un
certo punto. Domanda retorica in effetti, il Parco EXPerience è ancora
affamato e lui lo sa bene. C’è ancora tempo per un’ultima scarica di
adrenalina. “Ok, le faccio entrambe”. Saranno queste le ultime due
canzoni del live milanese di Liam Gallagher che, pur con qualche
sbavatura tecnica, regala a tutti i presenti una parentesi di rock senza
fronzoli. Il tramonto fa da sfondo a uno dei momenti più impressionanti
della giornata, con più di diecimila persone con le braccia al cielo
che intonano le stesse quattro parole: YOU’RE MY WONDERWALL.
Rock 'n' Roll Star (Oasis)
Morning Glory (Oasis)
Greedy Soul
Wall of Glass
Bold
For What It's Worth
Bring It on Down (Oasis)
Listen Up (Oasis)
D'You Know What I Mean? (Oasis)
I've All I Need
You Better Run
Whatever (Oasis)
Supersonic (Oasis)
Some Might Say (Oasis)
Live Forever (Oasis)
Wonderwall (Oasis)
Vi avanzano giusto 4,3 milioni di dollari? Siete sempre stati dei fan di Liam Gallagher? Allora è perfetto perché l’ex cantante degli Oasis ha appena messo in vendita il suo mega attico di Londra.
L’appartamento si trova nel nord di Londra, a Cholmeley Park,
Highgate Village. È a pochi passi dalle stazioni della metropolitana di
Highgate e Archway e si trova nelle vicinanze di Hampstead Heath.
Volete saperne qualcosa di più? L’attico dispone di cinque camere da letto e cinque bagni. Dexters lo ha definito un "attico bifamiliare mozzafiato (forse uno dei migliori di Highgate) che offre una vista spettacolare sullo skyline di Londra e oltre, grazie a una vasta terrazza panoramica di 460 metri quadrati".
E non solo. L’attico si trova "al secondo e al terzo piano di un edificio discreto e moderno e
offre dei locali straordinariamente luminosi, sorprendenti e
contemporanei in 2.400 metri quadrati, con un eccezionale salone 29 'x
23' lungo l’intera facciata con una vetrata che si apre direttamente
sulla terrazza sul tetto".
Secondo Homes and Property il cantante ha acquistato l’appartamento solo tre anni fa e lo ha arredato con numerosi cimeli dei Beatles.
Lo stesso artista lo descriveva così all'Evening Standard: "È come una vista a 360 gradi su Ally Pally, quindi era solo pura luce (…) E questo mi ha aiutato un po’ con la testa".
Dopo Liam anche Noel Gallagher è stato protagonista di un servizio del Tg2 (edizione delle 13 del 124 giugno). VIDEO QUI
Rho (Milano), 23 giugno 2018. Il terzo giorno di I-Days 2018 ha visto protagonista il rock britannico in molte delle sue sfaccettature. Alle 17 è stata la volta di Isaac Gracie,
giovanissimo astro nascente del cantautorato d’oltremanica, che ha
accarezzato l’arena con le sue melodie malinconiche a metà strada tra
Tom Odell e Jeff Buckley. A seguire i redivivi Ride,
tornati insieme dopo la reunion del 2014. L’araba fenice capitanata
dall’ex-Oasis Andy Bell, passato poi dalla parte di Liam come
chitarrista dei Beady Eye, precede l’esibizione dei Placebo, tra le più attese dell’intera manifestazione.
L’Open Air Theatre del Parco Experience Milano è carico per l’arrivo
della rock band inglese. Poco dopo le 19 un boato accompagna l’entrata
sul palco degli attuali turnisti della band: i 15mila di Milano
sembrano particolarmente ansiosi di riascoltare la musica di Brian Molko
e Stefan Olsdal, che fanno il loro ingresso in scena sulle note di Pure Morning.
Le lenti scure sugli occhi cercano di contrastare il sole che splende
esattamente difronte al palco, come un faro naturale che li espone
inesorabilmente agli sguardi famelici dei fan. Il frontman sembra in
giornata, la voce è ferma e precisa, mentre le mani picchiano con forza
sulla Fender azzurra che agguanta. Segue in scaletta Loud Like Love,
che sprigiona tutta l’energia dei presenti, ai quali Brian si limita a
rivolgere un gelido “Buonasera e grazie”. Per fortuna le poche parole
del cantante sono inversamente proporzionali al vigore delle sue
performance dal vivo, come nel caso della cupa Special Needs, terzo singolo del fortunato Sleeping with Ghosts del 2003, eseguita alla perfezione.
Neanche il tempo di fermarsi a guardare Molko far ringhiare a pugni
la sua chitarra in chiusura del pezzo, che sul palco compare un
pianoforte dietro al quale si posiziona Olsdal: l’arpeggio che parte è
quello di Too Many Friends. Il canto di Brian è affilato come
sempre, mentre il resto della band si limita a fare (giustamente) da
spalla al loro leader, carismatico come pochi. Special K mette
tutti d’accordo, il refrain della strofa è preda delle voci affamate
degli oltre 15mila spettatori accorsi per questa giornata di festival.
Molko, tra un pezzo e l’altro, fuma e beve intrugli non meglio
identificati. La scarica finale è un crescendo rock pazzesco: Song to Say Goodbye, The Bitter End e Infra-Red
sono le ultime canzoni suonate dai Placebo agli I-Days, che fanno
letteralmente impazzire l’arena. Molko continua a fumare tra una canzone
e l’altra, pur non risentendone sul piano vocale. Un attimo prima di
salutare il pubblico italiano, Olsdal sventola al cielo la sua chitarra
arcobaleno. Molko rimane da solo sul palco e gioca ancora qualche minuto
coi feedback delle chitarre distorte, prima di ringraziare la platea e
uscire definitivamente di scena.
Alle 21:30 è invece la volta dei Noel Gallagher’s High Flying Birds, tornati a Milano dopo la data al Fabrique dello scorso aprile. Come in quell’occasione, ad aprire le danze ci pensa Fort Knox, l’opening del loro ultimo album Who Built The Moon?.
Le voci della cantante di colore Ysée (pseudonimo di Audrey Gbaguidi), presenti anche su disco,
alimentano l’atmosfera magica d’inizio concerto. L’arazzo del Manchester
City che campeggia sul palco del maggiore dei fratelli Gallagher si
specchia addosso a tanti spettatori che, più per sentimento di
solidarietà verso il proprio idolo che per reale fede calcistica, sono
giunti alla venue vestiti d’azzurro. L’ambiente “cosmic pop” dell’intro
(come lo stesso Noel l’ha definito) lascia spazio alle ritmiche serrate
di Holy Mountain, che scuote l’arena. La resa sonora dal vivo
dei pezzi dell’ultimo disco, obiettivamente diverso dai suoi lavori
precedenti, è più “chitarristica” che nell’album. Tuttavia ogni suono
prodotto sul palco è estremamente pulito e riconoscibile, così come il
canto dell’ex membro degli Oasis.
Noel è di poche parole e si muove spedito tra un pezzo e l’altro
della scaletta. “Ciao Milano, c’è qualche fan degli Oasis tra voi?”
chiede beffardo. Il boato dell’arena cela la risposta, e segue la prima
canzone presa in prestito dal repertorio della sua vecchia band, Little by Little.
La sete di Oasis di gran parte del pubblico è così momentaneamente
appagata. La coda del brano è più lunga del solito ed è tutta per Gem
Archer, già chitarrista della storica band inglese a partire dal 1999. I
cori che inneggiano “Oasis! Oasis!” fanno a gara con quelli singoli per
Noel tra un brano e l’altro. L’artista inglese non sembra fare molto
caso a quello che accade sotto al palco, se non quando scherza con
alcuni ragazzi del pubblico autori di un cartellone che recita “Noel ha
messo incinta mia mamma”.
Con l’attacco improvviso di Wonderwall probabilmente gli
addetti al pronto soccorso avranno avuto un bel po’ da fare. Il potere
di quei quattro semplici accordi è indescrivibile e Noel lo sa bene,
lasciando che sia la gente a cantare gran parte del brano. Ma non è
ancora finita per i fan della prima ora: dopo una toccata e fuga nel
“nuovo” repertorio, con AKA… What a Life! e The Right Stuff, è la volta di Don’t Look Back in Anger.
I brividi lasciano il posto alla meraviglia dell’Open Air Theatre, che
canta all’unisono lo storico ritornello del brano. “C’è tempo solo per
un ultimo pezzo” dirà Noel poco dopo, in riferimento alla cover di All You Need is Love dei Beatles che chiude le setlist dei suoi concerti.
È innegabile che l’aver ascoltato Liam e Noel a distanza di due
giorni l’uno dall’altro abbia provocato una strana sensazione, come
quando un bambino deve dividere il suo tempo tra una mamma e un papà
separati. La speranza di rivederli insieme è sempre viva, non vuole cedere il passo alla rassegnazione. Qualcuno
dice di aver visto Andy Bell nei pressi del camerino di Noel ad I-Days
Milano. Non si erano lasciati benissimo dopo lo scioglimento degli
Oasis… ma se?
A poco meno di un anno di distanza (era il luglio 2017, a supporto degli U2 allo Stadio Olimpico), Noel Gallagher torna a esibirsi a Roma.
Ricorda il passato glorioso ma non lo celebra. Lo Stranded on the Earth
World Tour, che ha portato Noel Gallagher all'Auditorium Parco della
Musica per il Roma Summer Fest, segna una nuova fase della vita
artistica del re del Britpop. A cinquant'anni compiuti, Gallagher
ritrova l'energia per proporsi allo scenario musicale contemporaneo in
una nuova veste, di certo la più credibile da quando l'ennesimo litigio
con il fratello Liam aveva provocato, nel 2009, la definitiva rottura e
separazione di carriera (proprio ieri hanno suonato in contemporanea in
Italia, l'uno a Napoli l'altro a Milano). Non fosse per i capelli
brizzolati, l'artista sembrerebbe il ragazzo indisciplinato che negli
Novanta era passato dalla quotidianità del lavoro in una ditta di
costruzioni a diventare il paladino di un nuovo genere musicale
battezzato "Britpop" e l'idolo - insieme e in competizione con Damon
Albarn, leader dei Blur - di un'intera generazione.
La performance dei Noel Gallagher's High Flying Birds (chitarre,
basso, batteria, percussioni, piano, fiati e cori, per un totale di 12
elementi compresa la voce) inizia con lo strumentale "Fort Knox", brano
psichedelico dichiaratamente ispirato a The Power di Kanye West che
apre ultimo album Who Built The Moon?, pubblicato lo scorso novembre.
Gallagher prosegue con Holy Mountain, il singolo "gioioso" su cui
punta tutto il suo nuovo lavoro, e con un altro paio di brani sempre
dell'ultimo album. I fan alzano le mani al cielo, danzano a ritmo di
musica, fanno selfie di gruppo.
Se qualcuno tra di loro, legato alla vecchia produzione di
Gallagher, pensava di assistere a un revival degli Oasis (a giudicare
dagli smartphone alzati su Little by Little e su The Importance of
Being Idle e dal coro "Oasis" finale, sono in tanti), si sbagliava: i
ritmi si scostano dal pop, le chitarre non mancano ma sono decisamente
più rock rispetto al passato, le sonorità intrecciano l'alternative
rock, il glam, l'ambient, la dance music. Sono brani maturi quelli che
il Chief di Manchester - forte della recente collaborazione con il
produttore, DJ e compositore di colonne sonore David Holmes - porta sul
palco della Cavea, davanti a un pubblico di trentenni (con poche
eccezioni) che riempie il parterre e le tribune dell'anfiteatro
disegnato da Renzo Piano.
Noel, store romano Stone Island (@noelthegoodrebelofficial)
Con il consueto apparente disinteresse verso l'approvazione e la
glorificazione del pubblico, ma sicuramente più attento di una volta
alla sua performance, il fratello maggiore degli Oasis suona il disco
che aveva annunciato di fare quando aveva chiuso i rapporti con la sua
vecchia band, arrivato dopo quasi dieci anni dalla separazione e altri
due album pubblicati. Il pubblico sembra aver apprezzato, visto che il
lavoro ha debuttato in prima posizione in Gran Bretagna. Una volta
chiarita la sua direzione, su un territorio al confine tra il rock e la
dance, Noel Gallagher concede ai più affezionati l'esecuzione di Wonderwall, quel brano che nel 1995, quando non aveva neppure
trent'anni, lo consacrò al successo mondiale insieme con la sua band e
con suo fratello Liam. Basti ricordare che l'album da cui è estratto il
brano conta un numero come 22 milioni di copie vendute. Non c'è
nostalgia nella performance dell'artista britannico, il passato,
tuttavia, non si dimentica: su Don't Look Back in Anger, terzo pezzo
del bis, i fan cantano all'unisono, applaudono, si abbracciano e
manifestano tutta la loro emozione.
Noel Gallagher chiude il concerto con All You Need Is Love
dei Beatles, omaggio a una delle sue band più care, quella alla
quale tante volte gli Oasis sono stati paragonati.
L'artista di
Manchester prosegue il suo tour all'I-Days Festival di Milano,
accompagnato da Placebo, Ride, Isaac Gracie e Paul Kalkbrenner.
Noel Gallagher e la sua band, gli High Flying Birds, si sono esibito giovedì 21 giugno all’Arena Flegrea di Napoli nell’ambito della manifestazione Noisy Naples Fest.
Due ore in cui il musicista e la sua band hanno incantato e
intrattenuto il pubblico della suggestiva Arena con una scaletta dello Stranded On The Earth World Tour. Noel e soci hanno suonato sia nuovi brani come It’s a Beautiful World, She Taught Me How to Fly, e una performance da brividi di Dead In The Water, sia vecchi successi come le famosissime Wonderwall, Don’t Look Back in Anger e Little by Litttle, per poi concludere con un omaggio ai Beatles con le note di All You Need Is Love.
Poco prima di concludere il concerto, Noel, grande amante del calcio e tifoso del Manchester City, scherza e ride con il pubblico, ringraziando per la cessione di Jorginho e augurando buona fortuna al Napoli per la prossima stagione. Prima di suonare All You Need Is Love ha detto (video qui sotto): "Ci vediamo la prossima volta. In bocca al lupo per la prossima stagione. Grazie per Jorginho. Perché cazzo fischiate? Viene nel club più grande del mondo. Arrivederci".
Gli studenti universitari della Federico II e della Suor Orsola Benincasa hanno potuto usufruire dello speciale prezzo di 20 euro per accedere all'esibizione dell'ex Oasis.
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Ore 19:00. I cancelli si aprono, la
folla ordinata si raccoglie pian piano all’interno dell’Arena, in questa
calda notte di inizio estate. Nitida e tangibile è la speranza di
ascoltare qualche brano della celebre band, gli Oasis, che ha, senza
dubbio, segnato l’adolescenza e non dei nati negli anni ’80 – inizio
’90.
Ore 21: 00. Noel Gallagher’s High Flying Birds
di certo non si fanno attendere, entrano puntualissimi e tra euforia e
applausi, ecco riecheggiare le note del primo brano “Fort Knox”.
Il pubblico dell’Arena Flegrea accoglie
la sorprendente e catartica rockstar con veri e propri cori da stadio
durante tutta la sua esibizione, illuminando l’arena con telefonini e
accendini.
Una volta infiammato il pubblico, dopo
una successione di energici brani del suo nuovo repertorio, l’eterno
giovanotto classe ’67 saluta i suoi fans in italiano, con un caloroso:
“Ciao Napoli! È la prima volta che suono nella vostra città!” mandando
la folla in delirio e accennando dopo poco il riff iniziale di “Little
By little”. Il brano è intonato nostalgicamente da tutti i presenti. Il
live prosegue con la rapida esecuzione di “The Importance of Being
Idle”, “Dead in the Water”, “Be Careful What You Wish For”, “She Taught
Me How to Fly”, “Half the World Away”.
Le note degli Oasis di tanto in tanto
tornano, arriva così, l’atteso momento di “Wonderwall” che fa
letteralmente impazzire il pubblico il quale canta all’unisono in unico
grido.
Dopo circa un’ora e mezza il concerto sta per terminare e Noel Gallagher
e i suoi si prendono una pausa dietro le quinte per rientrare dopo
pochi minuti e regalarci l’atteso bis: “The Right Stuff” cantato in
duetto con la talentuosa corista, “Go Let It Out” e l’immancabile “Don’t
Look Back In Anger” di cui ci ha regalato un’appassionata versione
acustica che ha commosso l’intera platea.
Dopo le dovute presentazioni della Band, Noel saluta affettuosamente
Napoli con una personale e vivace versione di “All You Need Is Love”.
In questo video il bellissimo servizio del TG2 del 22 giugno (edizione delle 13) sul concerto di Liam Gallagher all'I-Days Festival del 21 giugno all'Area Expo Experience di Rho (Milano). Grazie a Giuseppe Schillaci per la segnalazione.
Più in basso il servizio di Studio Aperto del 22 giugno (ore 18.30) in cui si parla della giornata inaugurale dell'I-Days, con un breve passaggio su Liam e un pezzo di Wonderwall dal vivo. Grazie a Cristian per la segnalazione.
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Nella meravigliosa cornice del Teatro Antico di Taormina, location impareggiabile, ieri sera è andato in scena il concerto di Noel Gallagher e dei suoi High Flying Birds, tra cui gli ex Oasis Gem Archer e Chris Sharrock, prima tappa del tour italiano di giugno dell'artista di Manchester.
Bandiera del Manchester City e copertina di Who Built the Moon? sulla batteria, il cantautore, reduce dal concerto del 16 giugno al Pinkpop Festival, nei Paesi Bassi, ha deliziato i suoi fan in uno scenario mozzafiato, a due passi dallo splendido mare di Sicilia.
Tanti i fan accorsi da ogni parte d'Italia nella cittadina in provincia di Messina. Presenti in buon numero anche fan stranieri, per la gioia di alberghi e b and b.
Inevitabile la caccia al selfie e all'autografo con il cantante, che in occasione del soundcheck, nel pomeriggio, ha stretto mani e firmato magliette e dischi ai fan. Noel era atterrato a Catania lunedì ed era stato immortalato da alcuni fan all'Aeroporto Fontanarossa. Poi il trasferimento a Taormina.
Questi i prossimi concerti di Noel:
21 giugno - Napoli, Etes Arena Flegrea (Noisy Naples Fest)
22 giugno - Roma, Auditorium Parco della Musica - Cavea (Roma Summer Fest)
23 giugno - Milano, Area Expo Experience (I-Days Festival)
Ecco il racconto di Noemi, che ha avuto modo di incontrare Noel, di fare una foto con lui e farlo posare con un bel sorriso (evento non proprio frequente).
Senza dubbio, questa è stata LA PIÙ BELLA ESPERIENZA DELLA MIA VITA. Due giorni interi di stalking, ansia, felicità ed agitazione. Il concerto più bello che io abbia mai visto in una location che mozzava il fiato, una delle città più belle della Sicilia ed una compagnia spettacolare. È stato tutto perfetto. Ho passato sicuramente i 2 giorni più belli della mia vita tra mare, ottimo cibo e lunghe passeggiate in centro per cercare quel testone di Noel. Quando ho saputo che Noel aveva firmato alcuni autografi nel posto in cui io ero stata fino a 2 minuti prima per 3 ore, mi è venuto un colpo, sono morta dentro. Ho pensato “vabbè, l’importante è che io sia al concerto”, mi ero rassegnata. Ho visto il concerto, sono riuscita a saltare due file e vederlo ancora da più vicino, ho sentito le canzoni più belle dal vivo, Noel mi ha fatto segno due volte e Gem mi ha salutata. Alla fine del concerto ero mega felice. Ho cominciato a stalkerare di nuovo per un paio d’ore finché mi fermo, ormai senza speranze, ai piedi di un hotel fuori Taormina. Avevo camminato un sacco, ero esausta, avevo fame e sonno. Ho detto: “vabbè, io rimango qui tutta la notte; se c’è, bene, altrimenti fanculo, vuol dire che non è destino”. POI LA SVOLTA. Sento dall’interno qualcuno che parlava inglese. Si apre la porta e vedo il bodyguard Steve che da un’occhiata fuori e sento dire “there’s only a girl” (sì raga, ero sola alle 3 di notte sotto un albergo inculato di Taormina). DOPO 5 MINUTI, sento dire “Goodnight!” Vedo uscire un tassista italiano basso, panzuto e con gli occhiali, seguito dal bodyguard Steve. E Noel. NOEL. Avevo Noel a due metri di distanza. Io, incredula, pronuncio il suo nome, lui si gira e (incredulo anche lui) e mi sorride. Mi fiondo su di lui con album, pennarello e telefono. Io muoio, resuscito, muoio di nuovo e resuscito di nuovo nel giro di due secondi. Lui mi vede così e mi chiede “what’s your name?”. Gli rispondo. Sorride. Gli chiedo “can I hug you?” E lui “of course”. L’HO ABBRACCIATO FORTISSIMO MA TALMENTE FORTE CHE LUI SI È MESSO A RIDERE. Mi autografa l’album con tanto di cuore e bacini sparsi. Ci facciamo fare la foto dal vecchio buon Steve, mi guarda, mi sorride e mi augura buonanotte. L’ho visto salire in macchina, l’ho salutato con la mano e sono SCOPPIATA IN LACRIME. Per quanto mi riguarda, posso anche morire felice adesso. Addio.
Seconda di sei parti (sottotitolate in italiano) dell'intervista di Liam Gallagher a Virgin Radio (13.06.2018). Qui Liam parla di com'è stato suonare con i Rolling Stones allo Stadio Olimpico di Londra (a maggio), si paragona ironicamente a Gesù e svela cosa mette nella sua Guinness.
Prima di sei parti (sottotitolate in italiano) dell'intervista di Liam Gallagher a Virgin Radio (13.06.2018). Qui Liam parla dei programmi futuri e di com'è essere un solista rispetto a militare in una band.
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Ieri, al Malahide Castle di Dublino, Liam Gallagher ha riportato sul palco tre canzoni degli Oasis: Whatever, Listen Up e Bring It On Down. Ecco due brevi clip dell'esibizione.
Il tour di Liam prosegue oggi 16 giugno al Belsonic Festival di Belfast. Forse ci sarà qualche altra novità in scaletta.
Scaletta di Liam Gallagher a Dublino, 15/06/2018
Intro - Fuckin' in the Bushes
Rock 'n' Roll Star
Morning Glory
Greedy Soul
Wall of Glass
Bold
Paper Crown
Bring It on Down
Listen Up
Slide Away
I've All I Need
You Better Run
Whatever
Supersonic
Some Might Say
Cigarettes & Alcohol
Live Forever
Wonderwall
Ai microfoni di Absolute Radio Liam Gallagher ha di recente parlato della durata dei suoi concerti e di come oggi sia un cantante con uno stile di vita disciplinato.
--- (Dave Berry): Esibirti dal vivo è ancora la parte preferita del tuo lavoro?
(Liam Gallagher): Senza dubbio. Si fa dura quando invecchi perché la voce non è forte come prima, ma penso che per un'ora posso emozionare la folla, capisci? Chi vuole due ore di me? Non le voglio io voglio due ore di me. Di sicuro non voglio un'ora e mezza di me, capisci?
Serge dei Kasabian ha detto che segue una ferrea regola che prescrive l'astinenza da alcol fino a trenta minuti prima di salire sul palco.
Non bevo prima di salire sul palco. Faccio così da quando feci quel concerto a Wembley (nel luglio 2000, ndr), quando avevo appena divorziato e avevo bevuto molto. Mi presentai ubriaco di fronte a 50 miliardi di persone. Da allora non mi sono più ubriacato (prima dei concerti). In ogni caso sembro piuttosto ubriaco quando vado sul palco e sembro ubriaco il più delle volte.
Prendo del tè con aceto di sidro di mele. Bevo molta acqua. Poi quando scendo dal palco e il concerto è stato abbastanza decenti prendo due cicchetti successivamente, ma di questi tempi faccio il bravo.
Quando bevo voglio anche una sigaretta. Una volta che bevo, inizio a fumare. Una sigaretta al giorno, appena scendo dal palco. In questo periodo sono proprio disciplinato.
Se il fratello Noel ha dichiarato che ai mondiali di Russia 2018, ormai imminenti, farà il tifo per il Belgio dei Citizens Vincent Kompany e Kevin De Bruyne, Liam Gallagher tiene ancora all'Inghilterra, anche se non pensa che quest'estate potrà conseguire la vittoria finale. Lo ha detto lo stesso frontman in un'intervista concessa a Dave Berry di Absolute Radio.
"Se tifo per l'Inghilterra? Sì, ma quando tutti cominciano a eccitarsi dannatamente per la nazionale spero che vengano sconfitti, capisci? Solo per (vedere) un po' di caos. Voglio che vadano il più lontano possibile, ma non mi piacciono tutti questi guidatori di furgoni. Vadano a fanculo! Mi piace l'Inghilterra, ma non penso che vincerà il mondiale però. Non ce la può fare, no?".
C'è del vero nella storia secondo cui Liam fu una delle prime persone a incontrare Gareth Southgate dopo che fallì il calcio di rigore nella semifinale di Euro 1996?
"No, non l'ho mai incontrato in vita mia, anche se l'ho letto", ha risposto il cantante. "Non frequenta per niente i posti che frequento io, di certo! Non avrebbe ottenuto il ruolo di allenatore dell'Inghilterra se frequentasse i posti che frequento io".
Guarda qui l'intervista a Liam e ascolta il seguito (solo audio).
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Nella recente intervista concessa ad Absolute Radio a Liam è stato chiesto di scegliere chi chiamerebbe ad aiutarlo se trovasse un cadavere nel bagagliaio dell'auto. Queste le opzioni: Keith Richards, Tom Meighan dei Kasabian e Richard Ashcroft.
"Tom manderebbe tutto a troie, amico. Attirerebbe l'attenzione. Ma l'ho ammazzata io questa persona? Ah ok, ho trovato un cadavere nell'auto. No, non chiamerei Tom perché butterebbe giù l'edificio. Neanche chiamare Keith Richards sarebbe cosa buona: lui finirebbe nel bagagliaio dell'auto insieme al cadavere, no? Ashcroft potrebbe essere ragionevole, ma anche lui è folle. Non lo so, non chiamerei nessuno di loro".
Altra domanda di Dave Berry a Liam. "Di recente hai traslocato. Stormzy, Shaun Goater (leggenda del Man City), e Bonehead, devono venire a soggiornare a casa tua per una settimana, ma hai spazio solo per uno di loro / non sopporti l'idea che qualcuno soggiorni a casa tua. Chi scegli e perché?".
"Dev'essere Bonehead", ha risposto Liam. "Ed è un tuttofare, Bonehead. Se ci fosse qualche lavoro di costruzione da fare per risparmiare lui sarebbe disponibile. Lui comunque faceva l'operaio, lui in casa lo terrei".
Intervistato da Dave Berry di Absolute Radio, Liam Gallagher ha parlato brevemente anche dei Rolling Stones, di cui ha aperto il concerto del 22 maggio al London Stadium.
"Se non puoi essere i Beatles, allora devi essere gli Stones. Penso che i Beatles siano stati più pionieri in quanto band migliore, ma penso che come rock 'n' roll band e band che se l'è spassata e ha fatto cose illegali nessuno si avvicini agli Stones. Quini sono la migliore rock 'n' roll band del mondo e sono ancora attivi, per cui vederli sul palco e tutta quella roba lì è stato ... 'Guarda un po' qui, amico, si tratta di questo, sono loro che hanno cominciato tutto!' ... Li ho incontrati prima del concerto e sono stati tutti simpatici. Non penso che sapessero chi fossi ...".
Liam Gallagher ha raccontato a Dave Berry di Absolute Radio una disavventura accadutagli all'aeroporto di Madrid, dove ha perso la sua valigia.
"È ancora lì, all'aeroporto di Madrid", ha detto Liam. "Sono andato a Cannes per quel film, Supersonic. Comunque passavo dall'aeroporto per andare in vacanza. Sai quando al gente è troppo impegnata a guardarti la testa e fare: 'Oh, è lui?' e fa passare la valigia senza prima averci messo su l'etichetta?".
"Poi si girano e mi fanno: 'No, ti daremo 200 sterline'. E io: 'Per cosa? Per il cazzo di dentifricio?'. Capisci? 200 sterline ... Lì dentro avevo metà della mia attrezzatura. Avevo la mia attrezzatura di primo livello. Che alla gente piaccia o no, ho della roba decente lì dentro. Ed è sparito tutto. Avevo delle scarpe fighe lì dentro e sono sparite. E so che ora sono lì ferme all'aeroporto di Madrid. Sono un pigrone del cazzo e non me ne può fregare di meno ... Non ci avevo messo su neanche l'etichetta, quindi forse è colpa mia. Spagnoli che girano con indosso le mie scarpe? Li riconoscerei dall'odore, amico".
Ecco l'audio di Liam (si parla dell'episodio dal minuto 6 in avanti).
[o.n.]
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Liam Gallagher non è un fan del modo di vestire di Ed Sheeran, Craig David e Mick Jagger.
Intervistato da Dave Berry su Absolute Radio, l'ex frontman degli Oasis ha risposto alla domanda: 'Di quale di questi tre artisti indosseresti gli abiti?' dicendo: "Oh Gesù! Mai. Piuttosto rimarrei nudo. Preferirei darmi fuoco. Craig David si veste di
bianco, giusto? Capisci cosa intendo? Non è certo una cosa buona andare così conciati ad un festival, no? Mick
Jagger, dai cazzo, amico, non ci entro neanche nei suoi vestiti per quanto è magro, no? Ed Sheeran ... no".
Liam Gallagher tornerà in Italia il 21 giugno per esibirsi sul palco dell'I-Days Festival, a Milano, insieme ai Killers e a Richard Ashcroft. Tre giorni dopo, sullo stesso palco salirà il fratello Noel con i suoi High Flying Birds.
Liam Gallagher ha risposto ad una divertente domanda di Dave Berry di Absolute Radio, rivelando chi sceglierebbe come avvocato difensore tra sua madre Peggy, Iggy Pop e Brandon Flowers.
A marzo Liam aveva sorpreso il frontman dei Killers sul palco del Lollapalooza a San Paolo del Brasile (video qui).
Ecco la trascrizione della chiacchierata su Absolute Radio (video alla fine del post).
(Dave Berry): Sei in tribunale in Thailandia per ragioni in cui non ci addentreremo. Chi scegli come difensore tra Iggy Pop, Brandon Flowers e tua madre Peggy e perché?
(Liam Gallagher): Oddio, direi Brandon Flowers. Ha una faccia credibile, no?
Angelica.
Sì, angelica. Mia madre sarebbe troppo impegnata a dire: "Andate a fare in culo!". Iggy Pop a ballare. Direi Brandon Flowers. Una volta ci siamo trovati sull'aereo con Brandon. Abbiamo dato un'occhiata a cosa vedeva sull'aereo. Indovina, hai tre tentativi.
Peppa Pig?
No.
The Wire?
No.
La casa nella prateria. Lo guardava al suo PC. Noi lo guardavamo così ... Cioè io in realtà all'epoca ero appassionato, ma La casa nella prateria, amico. L'ha guardato per cinque, sei ore, amico.
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