Chris Simpson di StageLeft Podcast ha
intervistato il polistrumentista Dan McDougall, 31 anni, batterista di Liam
Gallagher, lo scorso 24 febbraio prima del concerto di Liam al
Razzmatazz di Barcellona.
Nei prossimi giorni vi forniremo la traduzione integrale della chiacchierata, disponibile qui.
Ecco una piccola anticipazione dell'intervista.
"Non
mi resi conto che avrei voluto fare il musicista prima dei 13, 14 anni", dice Dan.
"Ne abbiamo parlato con Liam. Stavamo cenando, eravamo seduti al tavolo.
Mi ha chiesto: 'Qual è il tuo album preferito di tutti i tempi, Dan?'.
Sapevo che non gli sarebbe piaciuta la risposta. 'Il primo album dei
Coldplay'. Mi ha tolto la birra e ha annunciato alla tavolata che io ero
troppo ubriaco. Ha detto: 'Dan deve aver alzato troppo il gomito: pensa
che il primo album dei Coldplay sia l'album migliore di tutti i tempi'.
Gli ho detto: 'Dammi un minuto per giustificare la risposta.
Considerato che avevo 13 anni, quando sentii per la prima volta quella
cosa alla radio qualcosa entrò in sintonia con dove era che stessi
andando. Non so cosa mi piacque, ma misi da parte la paghetta e aspettai
che l'album uscisse. Ero con mia madre, la accompagnai a fare compere.
Lo presi. Con me avevo il mio piccolo walkman. Lo ascoltai dall'inizio
alla fine, mentre lei comprava le cose. Mi fece venire voglia di
comporre musica'. E poi Liam mi ha restituito la birra. Bene così!".
oasisnotizie
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
Liam Gallagher e Richard Ashcroft insieme sul palco nel mese di maggio. L'ex cantante di Oasis e Beady Eye, impegnato nel tour di supporto al suo primo album da solista, As You Were, uscito ad ottobre, sarà in tour in coppia con l'ex frontman dei Verve per una serie di concerti negli Stati Uniti d'America e in Canada.
I due si esibiranno il 10 maggio al The Masonic di San Francisco, l'11 al Greek Theatre di Los Angeles, il 13 al Sony Centre For The Performing Arts di Toronto, Canada, il 14 al Blue Hills Bank Pavilion di Cambridge, il 16 al Central Park Summerstage di New York, il 17 al Festival Pier At Penn's Landing, mentre il 19 maggio l'ex Oasis sarà da solo al Lincoln Theatre di Washington D.C.
Oasis e The Verve si sono già esibiti sullo stesso palco, ma questa è la prima volta che i due cantanti suonano insieme da solisti.
Liam Gallagher sarà in Italia a giugno per l'I-Days, a Rho (Milano).
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
Di scena il 18 marzo all'edizione cilena del festival Lollapalooza - la stessa "accorciata" di un giorno a causa delle cattive condizioni metereologiche registrate a Santiago, dove ha avuto luogo la manifestazione - l'ex frontman degli Oasis Liam Gallagher ha stupito il suo pubblico "ritirandosi" sua sponte dietro le quinte perché insoddisfatto della resa del suo live set.
"Me ne vado, cazzo. La voce è assolutamente devastata. Non resterò qui in piedi tutta la sera a urlare, sta suonando orribile, cazzo. Quindi mi dispiace molto, non riesco a cantare una canzone. Quindi vado via, cazzo. Andrà a puttane. Se non vi divertite sto sprecando il mio tempo". Queste le parole di Liam, prima di arrendersi e ritirarsi nel backstage.
Qualche ora dopo, via Twitter, il cantante, che si era esibito in Argentina per due date qualche giorno prima, ha chiarito:
"A causa di un'infezione alle vie respiratorie in corso, siamo stati costretti a tagliare lo show al Lollapalooza di Santiago del Cile di questa sera", si legge nella nota ufficiale: "A Liam è stata diagnosticata una forma di sinusite: l'infezione, partita dal naso qualche settimana fa, ha poi interessato anche alle orecchie, per poi estendersi e tramutarsi in bronchite. Ha cercato di proseguire nei concerti ma oggi faceva fatica a respirare sul palco e non è stato in grado di proseguire lo spettacolo. E' molto deluso e arrabbiato per non essere riuscito a terminare il concerto e vuole scusarsi con quanti siano venuti a vederlo questa sera per quanto successo: la promessa è quella di recuperare quanto prima la data a Santiago".
Al momento non è chiaro se le prossime date nel calendario di Liam - tutte in sudamerica, la prima delle quali dopodomani, mercoledì 21 marzo, a San Paolo, in Brasile - siano da considerare o meno a rischio.
Liam Gallagher si esibirà in Italia il prossimo 21 giugno all'I-Days Festival di Rho, nell'hinterland nord ovest di Milano.
Qui sotto il momento in cui Liam abbandona il palco e il video dell'esibizione di ieri a Santiago, durata 22 minuti. Lo show si è interrotto durante la quinta canzone, Wall of Glass.
Source: Rockol
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
Liam Gallagher ha colpito ancora una volta la moglie di Noel Gallagher,
paragonandola al presidente russo Vladimir Putin.
La relazione gelida
della coppia ha toccato l’apice all’inizio di quest’anno, quando Liam ha
detto che la moglie di suo fratello, Sara MacDonald, è stata la ragione
per cui gli Oasis si sono separati. Ora, dopo averle dato della "strega" in risposta ad una accusa della stessa Sara, Liam la prende ancora una
volta di mira.
"Ho avuto una grave infezione al torace da Parigi", ha twittato, "non molto tempo dopo che Sara mi ha augurato la morte". Quando i fan
hanno chiesto perché stava portando in causa la moglie di suo fratello,
Liam ha risposto: "Ho bisogno di far sapere al mondo che lei è lì al
livello di Putin".
Ha poi continuato: "È la ragione per cui gli Oasis non
sono più – lei è oscura". Ricordando un aneddoto risalente ai tempi degli
Oasis, ha scritto: "Stavamo per andare in tour negli Stati Uniti, ha
rubato il passaporto di Noel. È venuto a piangere alla mia porta, lei è
proprio oscura".
Le frecciate sono proseguite in una recente intervista, in cui
Liam ha affermato che Noel è "alla disperata ricerca di riavere gli
Oasis, ma sa che ha attraversato il limite e non gli è permesso, la sua
signora non glielo permetterà ora".
La storia è presto detta. Stando a quanto ha scritto il tabloid Sunday Sport, che ha riportato la notizia definendola "un'esclusiva", Liam e Noel Gallagher, noti per essersi intrufolati in molte abitazioni di Manchester durante l'adolescenza (con vittime illustri, tra cui il presentatore televisivo Richard Madley), si sarebbero introdotti, nel 1989, in casa della vicina, tale Gladys Tomlinson, e dopo aver messo a soqquadro l'abitazione avrebbero addirittura espletato i propri bisogni fisiologici nella vasca da bagno.
A raccontarlo è stata la stessa signora. "Mi hanno rubato i soprammobili e i video, ma sono andati oltre ogni limite", ha spiegato. "Scommetto una sterlina contro un penny che è stato uno di loro a cacare nella vecchia vasca".
Su Instagram Noel si è voluto scusare con la signora Tomlinson. Il cantautore ha pubblicato una foto dell'articolo con le rivelazioni della signora e la didascalia (in forma un po' dialettale): "Sono colpevole, capa. Pensavamo fosse la casa di Richard Madely. Scusa Gladys. Senza offesa".
Noel Gallagher intervistato da Talia Schlanger di World Cafe (NPR Music) negli USA. Si parla del nuovo album, di valori familiari, di Don't Look Back in Anger, di ispirazioni, di Kanye West, delle colpe dei coffee shop e di Friends e del suo odio per Be Here Now. E di altro.
Traduzione italiana di oasisnotizie.
---
Oakland, 10 marzo 2018 (@keenybaby1)
Nella creazione di Who Built the Moon? hai lavorato con il produttore di musica elettronica Dave Holmes. Per me tu sei un vero autore delle canzoni che componi e delle cose che fai. Sembra che stavolta tu abbia accettato che lui ti spingesse in direzioni diverse.
Che lo abbia pensato consciamente o inconsciamente, non avrei potuto portare molto oltre quella cosa che inventai quando, nel 1991, mi unii agli Oasis. David mi ha detto: "Puoi startene lì seduto con quella chitarra acustica e scrivere canzoni come The Dying of the Light, Wonderwall e Talk Tonight per il resto della tuavita e in quello sei il migliore, ma vuoi indossare per sempre gli stessi vestiti?" Quando ha detto così ho pensato: "Sai che c'è, è giusto. So fare roba così a occhi chiusi". Si è giunti ad un punto in cui in cui fai: "Proviamo qualcosa di nuovo". Mi sono messo in disparte su molte cose, devo dire, e ho lasciato che David facesse la cosa sua.
Sento molti diversi canoni rock and roll in questo album. È molto rivolto in avanti, ma dà anche la sensazione di una raccolta di ispirazioni da molti posti diversi. Hai detto che una delle canzoni l'ha ispirata "lo spirito di Blondie".
She Taught Me How to Fly.
Sento proprio l'influenza di Blondie specialmente nella batteria, quella di Clem Burke. Come lo fai? Pensi di scrivere per la voce di Blondie? Semplicemente la ascolti e filtra?
Una canzone per Blondie la scrivi così: ogni mattina prima di andare a lavorare ascolti il Best of Blondie e all'improvviso le cose iniziano a piovere dal cielo. Mentre la cantavo pensavo: "Riesco a sentire Debbie Harry che la canta e riesco a sentire Clem che suona la batteria, e riesco a sentire tutte queste cose a Top of the Pops".
Orpheum Theatre, Los Angeles, 12 marzo 2018
In quel momento cosa ti trattiene dal chiamare Blondie e dirle: "Ehi, Debbie, ho scritto una canzone per te"?
Perché la canzone è davvero bella e a Blondie non piaceva. Se fosse stata la cosa giusta da fare avrei sempre potuto chiamare Blondie. Ed è davvero eccezionale, potrà prenderla quando non mi servirà più.
Ho sentito che parli di co-autori e sembra che tu non sia un grande appassionato dell'idea di collaborare alla scrittura delle canzoni.
Lascia che te lo chiarisca: se il tuo nome è sulla copertina di un disco da solista per favore concedi almeno che tu scriva tutte le canzoni. A volte mi deludono gli artisti solisti. Penso: "Chiaramente non l'hai scritta tu". Se hai problemi a scrivere una canzone e hai bisogno di un co-autore, le band servono per quello.
Qual è la differenza tra quello e scrivere qualcosa con lo spirito di qualcuno come Blondie che giunge attraverso di te? È una sorta di scrittura a quattro mani di tipo spirituale?
Sì, penso di sì. Potrei scommettere una delle mie case che a Debbie Harry e Chris (Stein) farebbe piacere che qualcuno dalla loro musica abbia tratto l'ispirazione per scrivere una canzone così bella. Quindi quando gli Arctic Monkeys e i Kasabian, i Razorlight e i Libertines e tutte quelle band venute fuori dall'Inghilterra nel 2004, 10 anni dopo Definitely Maybe, iniziarono tutte a dire: "Ci appassionammo agli Oasis", io feci: "OK, bene, sarà meglio che sia una cosa buona questa". Perché molte persone fondano band per via di quello che fai tu. Il novanta percento delle band sono orribili. Tutte queste band sono fantastiche e mi piacciono tutte. E feci: "Bene, abbiamo fatto qualcosa di fantastico allora, dato che so che dopo quello vengono cose fantastiche".
Noel con Charlotte Marionneau, sua suonatrice di forbici
La canzone Fort Knox, che apre il disco, trae un po' dallo spirito di Kanye West.
Il giorno in cui uscì quel suo pezzo Fade capitò che fossimo in studio. L'avevo sentita quella mattina e ne ero rimasto strabiliato: quel pezzo è grandioso. Andammo in studio e io chiesi a David: "Hai sentito il nuovo brano di Kanye?". Così la mettemmo su con le casse grandi e mi disse: "Dovremmo fare un brano per Kanye". Così ascoltammo Power. Power ha quei cori di ragazze e io feci: "Allora, bene, dobbiamo ottenere quello". Così abbiamo ingaggiato le nostre ragazze e loro hanno fatto qualcosa di simile. Siamo stati attenti a non infrangere il copyright di nessuno.
Come lo fai?
Devi dire alle ragazze: "Questo pezzo è chiaramente di Kanye. Faremo qualcosa di simile, ma non uguale". Non mi piace fornire alla gente disposizioni assolute in studio. Mi piace, quando ingaggio gente che suoni per il mio disco, vedere prima cosa tirano fuori loro e poi provare ad adattarlo a cosa sto facendo.
Cosa ti piace di Kanye e di quello che fa?
Ha avuto una serie di singoli che mi hanno lasciato a bocca aperta, come Black Skinhead, Fade, Power ... È proprio sui generis. Non si fa problemi a dire quello che pensa. È piuttosto spassoso. Non so se è spassoso intenzionalmente, ma è uno spirito libero, amico. Ci sono somiglianze tra te e Kanye?
Quando è uscita Black Skinhead mi è capitato di trovarmi ad una festa dove c'era Rick Rubin. Lui ha prodotto Yeezus. E gli ho detto: "Quanto di quella cosa è sua e quanto c'è di tuo?". In particolare quel brano, perché non suona come nessun'altra cosa che abbia fatto. E mi ha detto: "Oh, è tutta roba sua". Ho fatto: "Wow". Ho molto più rispetto per lui ora che prima di avere una conversazione con Rick.
Ho sentito dire questo di Rick Rubin, che il suo genio se ne sta seduto e fa fare alle persone quello che fanno.
@levolumecourbe | Instagram
È quello che dovrebbero fare i grandi produttori: non dovrebbero entrare e fare un disco per te. Dovrebbero trovare qualcosa dentro di te che tu non sapevi che esistesse. Per esempio io scrivevo parti di chitarra e David fermava costantemente la registrazione e diceva: "Quella suona come gli Oasis, non farla". E poi ne facevo un'altra e diceva: "Suona come gli High Flying Birds, non farla. Fai qualcos'altro". Una volta che hai esaurito tutti i tuoi trucchi e tutte le cose che ti fanno suonare come te stesso, lasci perdere e inizi ad essere creativo.
Al momento c'è qualcuno che nel Regno Unito stia facendo una musica che porti avanti la stirpe del rock and roll secondo te?
La radio in Inghilterra è pessima. La principale stazione radiofonica nazionale, Radio 1, francamente mi dà fastidio. È roba per bimbi di sette anni, il mio figlio di sette anni la ama. La guitar music non ha presenza alla radio, il che rende piuttosto incredibile che i brani di Who Built the Moon? siano state delle hit radiofoniche piuttosto importanti. In Inghilterra alla radio non ti becchi canzoni come Holy Mountain.
Cos'è per te il rock and roll?
Per me è libertà di pensiero. Libertà di espressione. Non è la fiacca di pelle e il Jack Daniels, anche se quello aiuta sempre. Peer me quando ho iniziato nel mondo della musica il rock and roll erano i Led Zeppelin e i Beatles, gli Stones e i Sex Pistols, e poi a metà degli anni '90 la gente ha iniziato a produrre in massa magliette celebrative del tour del 1971 dei Rolling Stones e magliette degli MC5. La gente faceva: "È proprio rock and roll, no?" e la cosa ha perso senso.
Noel con Charlotte, sua suonatrice di forbici
È successo quello? Le magliette hanno ucciso la rock and roll star?
Le magliette e il caffè. Dall'ascesa dei coffee shop la cultura è sparita, non credi? La gente inorridisce che si debba pagare per avere la musica. La musica! Ma 20 dollari per due caffè ... oh, sì, assolutamente.
Sento che la resistenza alle tariffe sulla musica è una cosa venuta dopo che la gente ci si è abituata. Forse il fatto è che si sono abituati a spendere per prodotti che sembrano cultura - come il caffè - e poi ha modificato le sue priorità finanziarie. O forse il fatto è che all'improvviso la musica è diventata gratuita.
Io dò la colpa a Friends.
La sitcom televisiva? Per cosa vuoi dare la colpa a Friends?
Per l'ascesa dei coffee shop. Andare in giro con i maglioni a bere caffè venduto a prezzo esagerato e parlare di scemenze. Sei in tour per supportare Who Built The Moon?, suoni per lo più roba dei Noel Gallagher's High Flying Birds, ma anche alcune vecchie canzoni che scrivesti per gli Oasis. Quando suoni canzoni come Wonderwall o Don't Look Back in Anger cosa ne ricavi oggi?
Quando tra il pubblico vedo adolescenti — che erano appena nati quando gli Oasis si sono sciolti, figurarsi quando eravamo insieme — penso: "Wow, abbiamo fatto qualcosa di speciale e senza tempo, che le generazioni che vengono molto dopo quella cosa lo apprezzano ancora. Quindi ecco cosa. Direi che è tutto. È difficile mettere insieme una scaletta, perché pensi: "Ho chiuso con quella canzone? Quante altre volte la suonerò?". Sei come obbligato almeno a fare un tentativo. Quanto a Don't Look Back in Anger, non penso che mi farebbero uscire dal luogo del concerto se non la suonassi. È come la mia Hey Jude.
Volevo parlare un pochino di quella canzone. Sappiamo tutti che nel maggio 2017 c'è stato l'orribile attentato alla Manchester Arena, al concerto di Ariana Grande. Quella settimana ci fu quel momento pubblico di silenzio e proprio alla fine questa donna iniziò a cantare Don't Look Back in Anger. E poi l'intera folla scoppiò a cantare.
Lo stavo guardando in diretta al telegiornale.
Soundcheck di Noel ad Austin, 2018 (pic by Sharon Latham)
Cosa ti passava per la testa mentre lo vedevi?
In quel momento penso che per la testa non mi passasse neanche un singolo pensiero. Ero semplicemente sconvolto. Mi ha dimostrato — non che avessi bisogno di una prova a riguardo — quanto sia importante la musica, o una canzone, per la gente ... Tutte le parole che erano state dette dai leader religiosi e politici fino a quel momento della commemorazione erano cose che senti tutte le volte. Una ragazza ha deciso di rompere il silenzio con una canzone e ha riunito tutti. Ora che la canzone sia mia o meno è irrilevante: se fosse stata una canzone di qualcun altro sarei comunque rimasto a bocca aperta di fronte al fatto che la musica è quello che ha portato tutte quelle persone a condividere questa esperienza. E poi ho avuto l'occasione di riaprire l'arena qualche settimana dopo. Cantare quella sera — lì c'erano alcuni dei sopravvissuti — è stato whew, è stato sui generis.
Io e il mio produttore eravamo seduti a guardarlo stamattina mentre ci preparavamo. E ci ha fatto piangere. È davvero commovente. Ma pensavo anche a qualcosa che ho letto qualche tempo fa a proposito di quella canzone: che è come nata da un testo senza senso.
La scrissi dopo essere uscito da un locale di spogliarelli.
Ecco qua. Parlamene.
È iniziata come una canzone di ribellione, parlava di questa donna. Lei vede metaforicamente il diario della sua vita che scorre e pensa: "Sai che c'è? Non ho rimpianti". Ci fa un brindisi. Poi è diventata questa canzone di celebrazione. E ora è come un inno. Non la suono più in elettrico, non sembra più giusto suonarla in elettrico. Penso sia ancora una canzone di ribellione.
Noel Gallagher ad Austin, 5 marzo 2018
Be', lo è. Specialmente in quel contesto poi.
Quindi inizia come una canzone sul non avere rimpianti e poi finisce per essere questo inno di ribellione sul non farsi abbassare al livello dei terroristi.
Quando scrivi una canzone così hai in testa una tecnica secondo cui pensi: "Questo è ciò che posso fare con questa canzone per renderla qualcosa che diventerà davvero famoso e che sarà in sintonia con molte persone per molto tempo"?
Be', più invecchi, più successo hai e più inizi a giudicare con il senno di poi. Se avessi saputo quella sera cosa sarebbe diventata Don't Look Back in Anger non l'avrei mai portata a termine. Come avresti potuto ultimare quella canzone? Non sarebbe mai stata abbastanza bella,
È di quello che ha sofferto Be Here Now. Era la prima volta in cui mi fosse richiesto di scrivere un album in qualità di compositore più importante del mondo, così sono avvizzito sotto quella pressione, penso. Odio quell'album.
Ne eri consapevole all'epoca?
Lo scrissi in vacanza. Tanto per cominciare non dovresti scrivere dischi rock and roll in pantaloncini. Ricordo di essere tornato a Londra con le registrazioni demo e di aver pensato che andasse tutto bene. Lo feci sentire a tutti e onestamente era come se avessero sentito il disco più grande di tutti i tempi. E pensai: "Oh, forse è davvero bello allora". Tutti quelli che mi circondavano — management, casa discografica, il resto della band — faceva: "Questo è incredibile. Questa è la cosa migliore che tu abbia fatto". E io pensavo: "Forse lo è!". Pubblichiamolo, otterrà le migliori recensioni che un disco degli Oasis abbia mai ricevuto.
Così ricordo che ero in tour. I due album che dovevamo suonare erano Morning Glory e Definitely Maybe e molte di queste nuove canzoni. Divenne subito molto evidente, dopo circa quattro settimane, che queste nuove canzoni non erano assolutamente all'altezza del livello delle altre. Lo capivi quando le suonavi. Se provi a far seguire a Rock 'n' Roll Star, sai, Magi Pie, non devi essere un neurochirurgo per capirlo. Lo odio.
Quello che mi ha colpito della nuova canzone Be Careful What You Wish For è stato che ... io sono cresciuto amando quello che fai e quello che fanno molti dei miei artisti preferiti. E quello che quella canzone evocava in me era che forse la gente che ammiro non ha modo di esprimere veramente il dolore o la vulnerabilità o la verità che avrebbe bisogno di esprimere, perché deve cantare queste canzoni per noi che noi prendiamo come un surrogato. Sono proprio fuori strada?
I primi due versi sono iniziati come un messaggio ai miei figli sulla fama, sul denaro e le droghe e tutto quello. "Semplicemente fai attenzione a quello che ti auguri". I tre versi seguenti parlano di — ora sembrerò pretenzioso — un monito per i figli degli altri, capisci cosa intendo? ... La fama è incostante; non è vera. Le emozioni sono vere. Quindi ti fanno cantare la tua canzone, ma non vogliono proprio sapere come ti senti. Ora, quella cosa in sé va bene. Mi è servita tantissimo negli anni. Non voglio che nessuno sappia chi sono. Onestamente non desidero che nessuno mi chieda come mi sento. Sono qui per la musica.
Ma la gente pensa di sapere come tu ti senta, più o meno, perché tu canti quelle canzoni.
Se faccio bene il mio lavoro le mie canzoni dovrebbero dirti più di te che di me. Se scrivo e rileggo un verso ed è troppo personale lo tolgo immediatamente.
Noel Gallagher con Gem Archer durante un soundcheck
Dove finiscono quelle cose?
Nel cestino. Non mi piace ascoltare canzoni personali su altre persone, perché per me non significa nulla. Sai, ti è morta la mamma. La mia non è morta, quindi perché lo stiamo ascoltando? Capisci? Le mie canzoni tendono a parlare delle verità universali della vita. Tutti amiamo e odiamo e perdiamo e vinciamo a volte, e tutte quelle cose.
Tra le verità universali della vita giace la magia. Se sei molto pragmatico —"Questa è una canzone che parla di come mio padre abusasse di me quando ero bambino" — io faccio: "Davvero? Sarà meglio che sia una bella canzone, perché non sembra che saranno cinque minuti felici". Quando ascolto la roba solista di John Lennon e parla di sua madre a me non interessa.
L'esempio sul fatto di essere vittima di abusi del padre è interessante. È qualcosa che è successo a te.
Sì, certo.
Non hai scritto alcuna canzone a riguardo.
No. Ma ne ho parlato molto presto. I padri di molti miei amici erano uguali. Erano i tardi anni '70, i primi '80, un'epoca brutale nel nord ovest. Non avrei mai voluto parlarne, mai. Nel mondo c'è troppa gloria per scrivere di dolore.
Soundcheck ad Atlanta, 28/02/2018
In quel contesto penso a Be Careful What You Wish For. Hai detto che è stato, in parte, un messaggio ai tuoi due figli. Quanti anni hanno?
Hanno 10 e 7 anni. So che hai parlato del rapporto con uno dei tuoi fratelli fino alla nausea e non mi interessa affatto infilarmi in quel tunnel.
Bene.
Quello che mi interessa, e va bene se non è uno stupido gioco, è come stai crescendo due figli che sono fratelli, e se ci sono cose che provi a essere consapevole di fare o non fare per assicurarti che abbiano la fraternità che vorresti che avessero.
I principi fondamentali sono facili. Se la tua casa è piena di amore e rispetto è tutto lì. Se ami i tuoi figli e ami tua moglie è tutto lì. I miei figli sono i ragazzi più felici. Non fraintendermi, demoliranno qualunque cosa io abbia di più caro, se arriveranno a metterci le mani. Non hanno rispetto per niente ... e si azzuffano come gatto e cane. Ma sono ragazzi eccezionali, impegnati, spiritosi, perché il loro ambiente è pieno di amore e rispetto.
Se vieni da una casa che non è così finisci per trasmetterlo ai tuoi figli. Qualcuno deve rompere la catena ad un certo punto. E la chiave per tutto è tua moglie: se rispetti tua moglie il gioco per i tuoi figli è facile. Non c'è nient'altro che debbano imparare.
Soundcheck ad Atlanta, 28/02/2018
Quindi è questo quello che tu non hai visto a casa? Tuo padre non rispettava tua madre quando eri piccolo?
No, era un marito terribile, un padre terribile. E per me sarebbe facile essere così, perché è quello il tuo modello, è così che sono stato cresciuto. Ma per mia fortuna ero sempre dalle mie zie; mia madre ha qualcosa come sette sorelle. Gravitavo più attorno alle donne, per un qualche motivo.
Ricordo che di recente mia moglie ha invitato degli amici a cena. Discutevano di femminismo e io facevo: "Femminismo, non importa". E Sara mi ha detto: "Di cosa stai parlando? Tu sei un femminista". E io ho fatto: "Davvero?". E poi ha elencato tutti i motivi per cui lo ero, in cui ora non mi addentrerò.
Me ne puoi fornire uno.
Ha detto: "Be', tratti le donne allo stesso modo. E non c'è misoginia né sessismo" ... Io canzonavo loro che discutevano di femminismo e loro facevano: "Whoa, aspetta un attimo". Quella cosa mi ha dato una lezioncina.
Per tornare al punto originario, i miei due figli litigano, ma si amano. Se i tuoi genitori si amano ... è una parte fondamentale della crescita dei bambini, se tua madre e tuo padre sono ancora insieme. Conosco molte persone a Londra le cui figlie hanno seri problemi con i loro padri perché sono assenti e ragazzi i cui padri vanno e vengono. Hanno seri problemi quando diventano grandi. Quindi hai interesse a rimanere nei paraggi e gestire la situazione?
Oh, assolutamente sì. Se non altro per infastidirli.
Pubblico in delirio ieri per Liam Gallagher a Buenos Aires. Alla DirecTV Arena della capitale argentina, dove lo show è andato in scena dopo lo spostamento dal Teatro Vorterix deciso un mese fa (a causa dell'enorme richiesta di biglietti, polverizzati in poche ore a gennaio), l'ex cantante degli Oasis, che si era sbarbato e ci aveva scherzato su su Twitter chiamando la sua barba John ("nessuno è mai rimasto male per la rimozione di John. Gli ho concesso una vacanza di qualche mese tutto pagato, come meritava"), ha presentato un misto di brani tratti da As You Were, il riuscitissimo primo disco da solista, e vecchie hit uscite dalla penna del fratello Noel.
Dopo un inizio col botto, durante la serata Liam ha accusato alcuni problemi vocali. Su For What It's Worth si è mostrato infastidito da un problema tecnico da attribuire all'audio generale e al fonico e ha abbandonato l'esecuzione, facendo proseguire il pubblico, per poi tornare poco dopo al centro del palco. Il siparietto si è ripetuto più volte durante il concerto, ma il finale è stato entusiasmante. Nel corso dell'esecuzione di Universal Gleam Liam ha poi preso in mano il microfono (non è chiaro perché) e ha continuato a cantare tenendolo, fatto piuttosto raro.
Liam, birra e maracas in mano, ha chiuso tra l'entusiasmo traboccante del pubblico argentino, che si dimostra sempre una garanzia di calore e passione.
In una serie di tweet Liam ha poi ringraziato la folla. "Buenos Aires il miglior pubblico di sempre, senza dubbio. Mi scuso per la voce, ma la bestia dell'est (il raffreddore, ndr) era ancora in zona". E ancora: "Non ci sono parole per la folla di ieri. Non ho mai visto tanta passione in vita mia".
Liam ha precisato in un altro tweet che dal concerto di Parigi è afflitto da "infezione alle vie respiratorie".
Rock 'n' Roll Star
Morning Glory
Greedy Soul
Wall of Glass
Paper Crown
Bold
For What It's Worth
Some Might Say
Slide Away
Come Back to Me
You Better Run
Universal Gleam
Be Here Now
Wonderwall
Encore:
Supersonic
Cigarettes & Alcohol
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
Noel Gallagher ha annunciato tre nuove date nel nostro paese per il prossimo mese di giugno: il già principale compositore degli Oasis sarà di scena per tre nuove tappe del suo "Stranded on the Earth World Tour" il prossimo 19 giugno al Teatro Antico di Taormina, il 21 all'Etes Arena Flegrea di Napoli e il 22 alla Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, nell'ambito del Roma Summer Fest.
I biglietti saranno disponibili a partire dalle ore 10.00 del prossimo venerdì, 16 marzo, sul circuito TicketOne e presso tutte le altre piattaforme autorizzate.
CLICCA QUI per acquistare i biglietti.
Come riportato da StrettoWeb.com, i biglietti per il concerto di Noel a Taormina
saranno disponibili da venerdì 16 marzo in tutte le prevendite
autorizzate dei Circuiti Box Office Sicilia (tel. 0957225340
www.ctbox.it) e Ticketone. La vendita online sarà effettuata solo da
ticketone su www.ticketone.it. I prezzi dei biglietti, comprensivi del
diritto di prevendita, variano dai 55,00 euro della Cavea Non Numerata
ai 135,00 euro della Poltronissima VIP.
Il maggiore dei fratelli Gallagher ha già confermato due date in Italia: la prima avrà luogo il prossimo 11 aprile al Fabrique di Milano, mentre la seconda chiuderà la sua parentesi estiva nello Stivale, il prossimo 23 giugno, all'iDays Festival di Rho, in provincia di Milano.
Fonte: Rockol
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
Noel al Majestic Theatre di Dallas il 6 marzo (mtcmag.com)
Noel Gallagher ha registrato due tracce dal vivo esclusivamente per Spotify Singles, agli Abbey Road Studios di Londra. Una è It's a Beautiful World (tratta dal suo ultimo disco, Who Built The Moon?) e l’altra è Go Let Out degli Oasis, dall’album Standing On the Shoulder Of Giants del 2000.
Noel, che a febbraio a Detroit era tornato ad eseguire Go Let It Out dal vivo per la prima volta dopo 15 anni e che sta portando tuttora il brano in tour, ha dunque deciso di dare una rispolverata alla sua versione (leggi "cantata da lui") della canzone, peraltro già presente dal 2000 sotto forma di demo.
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
In questo video realizzato da Noisey, e che vi proponiamo in italiano con nostri sottotitoli, Liam Gallagher è intervistato da alcuni bimbi per Noisey.
L'ex Oasis ha dispensato divertenti consigli alla ciurma di bimbi entusiasti che, divertita, gli ha posto varie domande.
"Se vuoi essere una rock star guarda fuori dalla finestra, fissa le nuvole e fai scorregge rumorose".
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
La rivista NME gli ha appena tributato la sua onorificenza più illustre. “Godlike Genius” con tanto di statuetta a forma di gigantesco dito medio. Liam Gallagher è tornato, in grande stile, sorprendendo molti e forse anche se stesso. Sì perché da quando i fratelli Gallagher sono diventati i “Caino e Abele” della musica, sulle sue spalle ha sempre volteggiato come un gufo del malaugurio una presunta verità, ripetuta, sussurrata o pensata talmente tante volte che viene da domandarsi se non ci abbia creduto lui stesso qualche volta: “Liam Gallagher è un cantante mediocre, privo di talento, che se non fosse per le canzoni di suo fratello sarebbe finito ubriaco in qualche pub di Manchester”.
Il destino poi vuole che, a discapito di quanto detto più volte, l’ex frontman degli Oasis decida di pubblicare un disco da solista, As You Were, con solo un mese di anticipo sull’uscita della nuova fatica del genio di famiglia Noel. Era ancora una volta lì pronta ad aspettarlo l’eterna infame comparazione che, secondo le previsioni di tutti, avrebbe salutato con piacere l’ennesima brillante produzione dell’uno e sancito l’ultimo fiacco tentativo da parte dell’altro di tornare ai fasti degli Oasis. Mancava solo il “ciak, si gira”, uno sceneggiatore non avrebbe potuto orchestrarlo meglio.
Liam in concerto a Milano il 26 febbraio
Come nei film fatti bene però, quelli che ancora riescono a tenerti incollato allo schermo, non sarebbe potuta andare più diversamente di così. Mentre gran parte della critica e pubblico sta ancora cercando di capire le sperimentazioni new age di Noel e della sua suonatrice di forbici, il disco del presunto “fratello scarso” ha conquistato tutti. Disco di platino, un tour che è andato completamente sold out in meno di 2 ore, critica e pubblico ai suoi piedi e, soprattutto, la netta sensazione che la musica abbia ancora maledettamente bisogno di uno come lui.
È stato un disco potente nella sua semplicità e, come detto dallo stesso Gallagher, “non c’era l’ambizione di scoprire la ruota” (probabilmente riferendosi ai tentativi estrosi del fratello) o di fare un disco che sarebbe passato alla storia della musica. C’era la voglia di fare un disco Rock and Roll in un periodo in cui nessuno sembra più interessato a farlo. In un momento storico in cui le vere rockstar si contano sulle dita di una mano, diventa quindi vitale che quelle poche riescano a mettere i propri demoni nel cassetto anche solo per il tempo di un disco.
Detrattori, per uno come lui che la parola moderazione non sa dove sia di casa, ce ne saranno sempre, e a tutti quelli che speravano che As You Were sarebbe stato l’ennesimo buco nell’acqua discografico, non è rimasto che ritornare alla vecchia storia che Liam non ha scritto quelle canzoni ma che anzi sia stato aiutato da un team di produttori di primissimo livello (Andrew Wyatt e Greg Kurstin su tutti). Anche su questo, la risposta del frontman “made in Manchester” è la migliore che si potesse dare:
“Sono sempre stato un cantante di una band. Qualsiasi cosa mi porti su quel palco va bene. Non scrivo canzoni, l’ho detto più di una volta. Non farò mai un album interamente da solo con una chitarra. Sergio Aguero (attaccante della sua squadra del cuore, Manchester City, ndr) non difende, ma quando la palla arriva in attacco la ficca dentro. Non sarà un calciatore capace di fare tutto, ma lì davanti comanda lui. Ecco, io mi vedo così”.
Liam in concerto a Parigi il 2 marzo
Chiedere a un fan degli Oasis chi si preferisca tra Noel e Liam è un po’ come chiedere ad un bambino se vuole più bene alla mamma o al papà, e posso capire come, risolti alcuni dissidi interiori, la scelta ricada, per quasi tutti, su Noel. La storia della musica è sicuramente dalla sua parte, così come la qualità delle sue canzoni, sia con gli Oasis che come solista, è un biglietto di sola andata per l’immortalità. Nulla da aggiungere a riguardo. Tuttavia, ritengo che il talento di Liam sia largamente sottovalutato e viziato da un fraintendimento di fondo che da sempre è legato a cosa voglia dire essere una “Rockstar”.
Sì, perché essere una “rockstar” non dovrebbe limitarsi al suonare uno strumento e scrivere belle canzoni. Una rockstar degna di questo nome dovrebbe essere qualcuno capace di dire la cosa giusta nel momento sbagliato, di dire quello che tutti pensano ma non hanno il coraggio di dire, di stare immobile su un palco senza mossette o inutili fronzoli, armato di niente se non di un tamburello e di una straripante personalità. Attitudine e credibilità. Liam Gallagher le ha entrambe, e quando ho avuto la fortuna di vederlo live durante la data londinese del suo tour trionfale, è apparso lampante come alla sua gente non possa fregare di meno di una stonatura o se la sua voce non è più ruggente come ai tempi di Morning Glory. La gente lo ama perché è autentico, specie nel suo essere adorabilmente insopportabile. I suoi tweet molesti, le sue interviste sopra le righe, la benedetta voglia di provocare sempre e comunque perché se sei un artista e non sfidi l’ordine costituito, che razza di artista sei?
Un andare contro tutti e tutto che è durato per troppo tempo per essere solo un’astuta trovata di marketing per far parlare di sé. Vittima della croce di non essere capace di essere nient’altro che sé stesso. È stato il suo anno, pochi dubbi a riguardo. Degna rivincita per tutti coloro che durante la loro vita sono sempre stati all’ombra di qualcun altro. Del domani non c’è certezza, e non mi sento di garantire che questa luminosa pagina della sua carriera sia destinata a durare per sempre ma, forse, il suo bello sta proprio in questo. Perchè ogni rockstar è destinata a cadere, Liam nel corso della sua carriera è caduto più volte, fragorosamente. Oggi, per la prima volta nella sua vita, i riflettori sono tutti su di lui. Qualcosa nel suo sguardo sembra rivelare la consapevolezza che si potrebbero spegnere da un momento all’altro. Ma, come dice una famosa canzone degli Oasis, essere una rockstar non è un premio alla carriera, a volte lo si può essere anche solo per una notte.
Noel Gallagher in concerto nel Mezzogiorno d'Italia? La voce circola con insistenza negli ultimi giorni, anche se mancano conferme ufficiali. Come riportano vari siti web, l'ex Oasis dovrebbe esibirsi il 19 giugno 2018 nello splendido scenario del Teatro antico di Taormina, in provincia di Messina.
Noel ha già calcato il palco del Teatro antico della città siciliana il 22 giugno 2002, quando vi si esibì in playback con gli Oasis al Festivalbar per la puntata trasmessa qualche giorno dopo su Italia 1 (VIDEO QUI).
Per tornare all'attualità, alcuni fan degli Oasis ricorderanno la performance dei Kasabian al Teatro antico di Taormina, l'estate scorsa.
Gli spettacoli della stagione estiva al Teatro antico di Taormina includerebbero un concerto dei Simpe Minds e di David Guetta, che potrebbe essere sostituito con un concerto di Ornella Vanoni qualora l’artista non fosse disponibile per la data.
In concerto a Taormina potrebbero poi arrivare, oltre a Gallagher, Sting a luglio ed Ermal Meta ad agosto, oltre a Negrita e Gianna Nannini. A Taormina potrebbe esserci anche Giorgia e ancora: Baustelle, Max Gazzè, Renzo Arbore e Fabrizio Moro.
Tredicesima e ultima parte della nostra traduzione dell'intervista concessa
mercoledì 14 febbraio da Liam Gallagher a Jo Whiley di BBC Radio 2.
Potete ascoltare l'intervista alla fine di questo post.
PARTE 13
Liam parla dell'esordio televisivo degli Oasis e dell'esibizione del fratello a MTV Unplugged nel 1996, evento in cui il più piccolo dei Gallagher, allora fuori gioco per via del mal di gola, identifica "la fine degli Oasis". Poi afferma di non pentirsi di nulla.
Liam in concerto a Padova il 27 febbraio
"Ricordi di quando abbiamo suonato a The Word (debutto televisivo degli Oasis, ndr)? Ricordo che era davvero luminoso, c'erano molti colori e pensavo: 'Qualcuno può abbassare un po' queste luci?'. È stato bello e poi abbiamo fatto Top of the Pops che è stato fantastico. Lo amavo quello show, dovrebbe ancora andare in onda. È un'istituzione. Abbiamo ancora Coronation Street e EastEnders che vanno in onda. Non riusciamo a rimandare in onda Top of the Pops? C'è ancora il telegiornale delle 22 ... pensa a quanto sono noiose le cose. Ridateci Top of the Pops, smettetela di ciondolare! C'era TFI Friday, anche se non vi l'abbiamo mai partecipato. Era il periodo in cui Noel pensava di farci qualcosa, ma non abbiamo mai avuto modo di parteciparvi".
"Ricordi del concerto per MTV Unplugged del 1996 alla Royal Albert Hall? Ad essere onesti la sera prima avevo bevuto troppo e avevo mal di gola. Avrò pensato: 'Sai che ti dico? Non vale la pena sottoporre queste persone a questo spettacolo triste di me che grido e urlo. Non sarà bello come pensavo. Il fratellone è disponibile a farlo'. Così l'ha fatto lui".
"Ha detto di recente che quella cosa gli ha messo molta pressione addosso? A lui è piaciuto molto, amica. È stato allora che ho scoperchiato il vaso di Pandora e ho fatto uscire il genio dalla lampada. Appena ha fatto quello, lui ha pensato: 'Oh, so fare questo!'. Penso che sia stata quella la fine degli Oasis. Penso abbia fatto un buon lavoro. Ho assistito all'esibizione dalla balconata, continuando a bere ..."
"Se mi pento di quello? No, non mi pento di nulla. Le cose succedono, no? Se inizi a pentirti di tutto e cominci a tornare indietro nel tempo poi non è giusto, capisci? Certe cose succedono, no? Sono onesto, amica. Se fossimo tutti perfetti penso che sarebbe molto noioso, capisci? Sono uscito e forse mi sono sballato e forse ho bevuto troppo, ma penso comunque di essermene scusato subito dopo. No, non mi pento di nulla".
In questa bella videointervista per The Feed, registrata nel gennaio 2018 in Australia e diffusa qualche giorno fa, Liam Gallagher parla della sua infanzia segnata dalle violenze del padre, del suo disco, di come a suo dire Noel "non abbia più dentro di sé suonare le canzoni" e il fuoco rock 'n' roll, dell'album con cui è tornato prepotentemente in auge e del futuro.
Sottotitoli in italiano a cura di oasisnotizie.
OasisNotizie è di nuovo su Facebook. Aiutaci a ripartire e crescere con un like alla nostra pagina. Clicca qui.
Dodicesima parte della nostra traduzione dell'intervista concessa
mercoledì 14 febbraio da Liam Gallagher a Jo Whiley di BBC Radio 2.
Potete ascoltare l'intervista alla fine di questo post.
PARTE 12
Liam racconta un curioso aneddoto relativo alla sua visita ad Amsterdam con scalo a Rotterdam
"La mia prima gita all'estero? Ovviamente in Irlanda, ma a parte quello
penso che sia stato ad Amsterdam. No, non con la famiglia, ma con la
band. Sei di noi andarono lì in traghetto. Soggiornammo in un ostello di
Rotterdam o qualcosa del genere. Saremmo dovuti tornare a casa
l'indomani e per terra trovai un portafogli pieno di non so quanto
denaro, così rimanemmo per un paio di altri giorni. Lanciammo tutte le
carte di credito nel fiume. Consegnarlo? No, prendemmo tutti i
soldi, amica! Se oggi farei diversamente? No, mi terrei i soldi, amica.
Lascerei il portafogli lì, non lo butterei nel lago, ma di sicuro i
soldi li terrei. Assolutamente sì, amica. Mi aspetterei che i miei figli
facessero altrettanto? Sì. Io non li ho mica presi. Li ho trovati e
basta, capisci? Non li ho rubati. Li ho trovati e li ho tenuti".