Intervistato negli USA dalla rivista Rolling Stone (audio alla fine del post,
l'intervista risale a maggio ma è stata diffusa l'11 luglio), Noel
Gallagher ha parlato di ciò che lo caratterizza come persona originaria
di Manchester, delle sue città preferite, dei suoi eroi musicali, delle
sue regole di vita, dei fan che gli chiedono i selfie, dei suoi libri
preferiti, della reunion degli Oasis e di molto altro.
Ecco una nostra traduzione - la terza - delle sue parole. In questa parte dell'intervista Noel parla dei suoi libri preferiti, della musica che lo commuove, delle band meno note che apprezza e dei suoi eroi musicali.
PARTE 3
Qual è il tuo libro preferito?
Noel al promo West Fest di Columbus il 15 luglio 2016
I romanzi non fanno per me, ma un romanzo che ho letto dall'inizio alla fine e ho pensato fosse fantastico è On the Road
(noto in Italia come Sulla strada, ndr) di Jack Kerouac.
E so che questo mi fa sembrare un intellettuale
adesso, perché non lo sono per un cazzo. Lo lessi perché all'epoca ero
molto preso da Bob Dylan e lessi un'intervista in cui parlava di questo
libro.
Quando lo presi riuscii a capire da dove venisse la connessione
tra Dylan. È una storia incredibile. Non direi che è il mio libro
preferito, ho letto molte autobiografie. Come ho detto non sono un avido
lettore, capisci? Io leggo cose "fattuali", i romanzi non mi
interessano proprio, ma On the Road è fantastico per lo stile di
scrittura.
Sembra quasi di sentire quel blues hipster di Subterranean
Homesick Blues di Bob Dylan, come velocità e ritmo di scrittura.
E se pensiamo che risale al 1957, era proprio avanti.
È
fottutamente incredibile. E mi ha fatto capire perché San Francisco era
così predestinata. Qualcuno fa: 'Perché sono tutti ossessionati da San
Francisco? New York è dieci volte la città che è San Francisco'. E mi
rendo conto che il motivo è il jazz. Gli hipster jazz erano tutti a San
Francisco, era la loro La Mecca. Un libro fantastico. E ovviamente fu
scritto in un unico tentativo, il cane che fugge con l'ultimo pezzo e
tutte quelle cose lì sono incredibili.
Quale libro stai leggendo attualmente?
Nessuno.
Devo trovarne uno buono. L'ultimo libro che ho letto era sulla spia
britannica Kim Philby, che defezionò andando con i russi durante la
guerra fredda. È scritto dalla prospettiva dei suoi amici, nessuno dei
quali sapeva che lui fosse un doppio agente. È affascinante. Non ricordo
come si chiami quel libro, però è grandioso.
Mi piace la roba della
seconda guerra mondiale e della guerra fredda, mi piace tutto quel
periodo, le manovre dei superpoteri di allora per dominare il mondo sono
affascinanti. E come si arrivò vicini al punto che qualcuno
schiacciasse il tasto.
Penso
che in America la gente non si renda conto di cosa significhi subire
blitz, non concepisce l'idea di vedere la tua città distrutta dalle
bombe. C'era follia.
L'America
non è mai stata invasa ed è per quello che quando è accaduto l'11
settembre per l'America è stata una cazzo di cosa terribile: 'Cosa? Sul
nostro cazzo di suolo?'.
In Inghilterra, invece, le attività
terroristiche i sono sempre state. L'Inghilterra è stata invasa e teatro
di guerra per secoli, capisci? Quindi quaggiù non è poi tutta questa
gran cosa. Londra è stata teatro di bombe dell'IRA negli anni '70 ed è
andata vicina all'invasione dei nazisti ed è stata invasa dai romani e
dai francesi e bla bla bla.
Quindi
sì, gli americani non capiscono proprio come sia, ma d'altro canto è
una cosa buona. Io preferirei vivere in un paese che non è mai stato
invaso.
Parlami della musica che ancora ti commuove di più.
Sono
ancora i classici. Mi capita ancora di sentire in I am the Walrus o in
roba degli anni '70 come Strawberry Fields qualcosa che non ho mai
sentito prima. È una cosa strabiliante da dire. Ti ritrovi in bagno, con
Strawberry Fields nell'altra stanza, ti colpisce qualcosa di quelle
canzoni ed è come se le stessi ascoltando per la prima volta. E non mi
riferisco solo ai Beatles e a John Lennon, ma alla maggior parte di
quella musica degli anni '70, che per me evolve ancora, capisci?
Ovviamente
in quest'epoca di playlist e Internet ... ho una playlist di tutte le
più grandi canzoni degli anni '70 e sono quelle canzoni che riescono a
fermare una conversazione in una stanza piena di gente. Se non senti
Love Me Till the Sun Shines dei Kinks da quattro o cinque anni fai:
'Porca troia! Senti che cazzo di pezzo!'. Trovo tutto quel periodo di
grande ispirazione.
È incredibile pensare che da Love Me Do ad Abbey Road siano trascorsi solo otto anni.
Sì,
ma non è solo quello. Basti pensare che molte delle band che si
ispirarono ai Beatles all'epoca di Love Me Do non si erano neanche
formate. E poi quando sei arrivato all'anno di Woodstock era spuntata
un'intera fottuta generazione e cultura che era quasi alla fine. In
sette anni o giù di lì. È fottutamente stupefacente quello che successe.
Sto ancora scoprendo qua e là dei brani della fine degli anni '70 che
mi fanno pensare: 'Wow, porca troia! Ogni volta che andavano in studio
registravano un capolavoro, è incredibile!'.
E anche band che hanno pubblicato un solo album, che hanno avuto vita molto breve, erano eccezionali.
I David. Hai sentito quell'album di
quella band, i David? Credo fossero californiani. Si dice che fossero
stati chiamati alle armi per la guerra del Vietnam ed è questo il motivo
per cui nessuno ha più sentito parlare di loro. Penso che il loro album
si chiami Another Day, Another Lifetime. È fottutamente folle. E tutta la roba ... Come cazzo si chiama quella band? ... Hanno scritto Walk Away Renee.
I Left Banke.
I Left Banke. Tutta la roba dei Left Banke. Cioè ... porca troia! Incredibili!
Nei
primi anni '70 se non fosse stato per David Bowie e poche altre persone
... Il mainstream pop era divenuto così orribile in così poco tempo.
Sai,
nei primi anni '70 il rhythm & blues e il blues in sé si erano
fatti spazio oltre l'Atlantico e gli inglesi avevano creato la propria
cultura di quel tipo e l'avevano fatta tornare in America. Gli inglesi
presero i Velvet Underground e gli Stooges e inventarono il punk rock e,
sai, cambiarono il mondo. E anche quei primi dischi punk, dei Ramones,
dei Sex Pistols e dei Clash, ti lasciano ancora a bocca aperta.
Chi sono i tuoi eroi e perché?
I
miei eroi musicali penso che sarebbero i Beatles e gli Stones, perché
... Perché? ... Cazzo! Perché avevano le migliori canzoni, penso.
Ray
Davies perché scriveva le migliori canzoni, Pete Townshend perché non
gliene fregava un cazzo, David Gilmour e Roger Waters perché combinati
l'uno con l'altro erano il fuoco e il ghiaccio.
Di
Roger Waters mi piaceva fottutamente la sua megalomania. Di David
Gilmour mi piace la sua figaggine, il suo modo di suonare la chitarra.
John
Lydon, perché è una persona molto vera e un po' mi agito quando lo
incontro, anche se penso di piacergli, perché abbiamo trascorso
bellissime serate insieme. Andiamo proprio d'accordo e gli voglio bene.
Poi ci sono i Jam con Paul Weller, che è divenuto un mio ottimo amico e mio vicino di casa.
E gli U2, anche loro divenuti miei amici. E li amo perché da ragazzo ascoltavo The Joshua Tree
ed era di grande ispirazione, era un modo di comporre le canzoni così
semplice, ma si connetteva con chiunque nel mondo e quella cosa mi
piaceva molto.
E poi gli Stone
Roses. Scrissero una canzone di nome Sally Cinnamon, la comprai il
giorno che uscì, la portai a casa, la ascoltai e pensai: 'So che posso
farcela ora, perché so scrivere canzoni così'.
Poi
ci sono Morrissey e Marr degli Smiths perché portarono la composizione
delle canzoni su un altro cazzo di livello. Morrissey è un figlio di
puttana ed è talmente spassoso che è incredibile, ti fa venire i dolori
per quanto ti fa ridere. Johnny Marr è come me, è di Manchester e viene
da una famiglia irlandese, siamo quasi la stessa cosa. Anche se lui è un
mago e io un mero apprendista mago.
Chi
altro? Mia moglie, perché è fottutamente bellissima e per un qualche
folle incantesimo del fato ho finito per sposarla dopo averla incontrata
in un nightclub e abbiamo due figli fantastici.
Mia
figlia adolescente è un'eroina, perché ha superato delle avversità ed è
fottutamente figa, ma - come ho detto - non sarà mai figa quanto me. E il fatto che lo
accetti la rende più figa di me, il che non può essere possibile.
Chi altro? Mia madre, perché ha cresciuto Liam Gallagher. Cazzo! Wow! Provate a farlo voi!
È un peccato che due dei tuoi eroi musicali, Morrissey e Marr, dopo alcuni anni abbiano smesso di fare musica insieme, perché non riuscivano a sopportarsi.
È una cosa buffa e strana. Sembra che nessuna somma di denaro possa farli tornare insieme sul palco, ma in fondo io li ammiravo ancora di più per quel motivo, capisci?
Ah, aspetta un attimo. Dico anche Neil Young e Bob Dylan. Io ora mi sono liberamente trasformato in un cantautore, ma in realtà loro lo sono, cazzo. Ogni volta che vedo Neil Young penso: 'Porca troia! Fa mai un concerto di merda?'. Gli Oasis hanno suonato con lui e abbiamo avuto proprio l'ccasione di uscire insieme. Veniva nel nostro camerino e conosceva le nostre canzoni e pensava fossimo fighi. E noi pensavamo: 'Gesù! Neil Young! Questo era a Woodstock! Porca zozza!'.
Pare che Bob Dylan, i Rolling Stones, Roger Waters, gli Who, Paul McCartney e Neil Young possano riunirsi per un superconcerto al Coachella, ad ottobre.
Cosa? Cosa?
Sì, è stato annunciato ieri.
Dov'è questa cosa? Ad ottobre al Coachella.
Cazzo, ci vado, perché il mio tour finisce a settembre.
Wow, fallo!
Rendi noto che sono disponibile ad aprire fottutamente il concerto di chiunque suonando il banjo!
Si dice che incassino sette milioni di dollari ciascuno.
Sul serio?
Giuro su Dio.
Suoneranno mezz'ora ciascuno?
No, sarà una tre giorni. La prima sera ci sono Bob Dylan e gli Stones, la seconda Neil e McCartney, la terza Roger Waters e gli Who. Giuro su Dio. È stato annunciato ieri.
Cazzo, è fatta. Ci vado. Se ora riattacco non ti offendere, è perché vado adesso a prendere i biglietti.
traduz. oasisnotizie
FINE PARTE 3 Segui i prossimi post per leggere le altre parti dell'intervista di Rolling Stone a Noel.
Intervistato negli USA dalla rivista Rolling Stone (audio alla fine del post,
l'intervista risale a maggio ma è stata diffusa l'11 luglio), Noel
Gallagher ha parlato di ciò che lo caratterizza come persona originaria
di Manchester, delle sue città preferite, dei suoi eroi musicali, delle
sue regole di vita, dei fan che gli chiedono i selfie, dei suoi libri
preferiti e di molto altro.
Qual è la parte migliore del successo e quale la peggiore?
La
parte migliore del successo sono i soldi. Avere una bella casa in cui
far vivere tua moglie e i tuoi figli, dar loro tutto ciò che desiderano è
una cosa eccezionale. Non so se ci sia uno svantaggio della fama, non
credo di averne mai sperimentato uno. Ci sono cosine futili. Sai, è
imbarazzante essere inseguiti nei reparti dei supermercati. Tu sei lì
che cammini, stai andando a comprare la biancheria intima e c'è gente
che ti segue con i telefonini per fare le foto e merdate simili. Non ho
ancora sperimentato, però, uno svantaggio della fama. Non capisco la
gente che se ne lagna e se ne lamenta fottutamente.
Man
mano che la società va avanti bisogna che i giovani siano preparati a
questo. Se sei un ragazzetto che è da poco nel mondo della musica e il
tuo album sta per sfondare, devi essere preparato alla fama. Perché per
50, 60 anni questa cosa è andata avanti prima che arrivassi tu, quindi
ti ci devi abituare, cazzo! Non è stata mai un problema per me. Non è
una cosa che abbia mai agognato, ma l'ho accolta a braccia fottutamente
aperte. Pensavo: 'Cazzo, ne trarrò fuori tutto il possibile!'. Mi sono
goduto ogni singolo giorno della fama. È fantastica.
Sei stufo dei fan che ti chiedono selfie con loro?
A
loro dico semplicemente di andarsene a fare in culo. Non mi faccio
mettere in soggezione da uno con la fotocamera del telefonino. E non mi
frega neanche se pensano che sia uno stronzo. Rifiuto foto da parte
della gente ogni giorno. Specialmente in quest'epoca la gente si risente
... ti chiede: 'Possiamo fare una foto?'. Tu fai: 'No'. E loro:
'Davvero?'. Tu fai: 'Sì, sul serio. Sono fottutamente impegnato a
comprare la biancheria intima, capisci?'. C'è gente che si offende e
gente che insiste, insiste così tanto ... Se ne ho voglia lo faccio, se
non ne ho voglia vadano a fanculo. Non vivo la mia vita per farmi
scattare foto dai fan, che comprino o dischi o meno. Non chiedo a loro
di comprare i miei dischi, li comprano perché li apprezzano.
Dimmi quali sono le regole più importanti cui impronti la tua vita.
Le
regole più importanti sono: conosci te stesso, sii orgoglioso di te,
una moglie felice è una casa felice, una casa felice equivale ad una
vita felice. Ricorda sempre ai tuoi figli - e io questo lo faccio
regolarmente - questo: 'Sei grandioso, sei giovane e sei bello, ma
voglio che tu sappia che non sarai mai figo quanto me. Mai. OK? Quindi
prenditi il tuo fottuto skateboard e le tue merdate, vai fuori nel
fottuto giardino con tuo fratello e gioca al fottuto calcio, perché non
sarai mai figo quanto me'.
E loro?
Concordano. Fanno: 'Sappiamo. Lo sappiamo, cazzo! Gli Oasis, bla bla bla'.
Altro?
Sii
te stesso. Non dare mai per scontato nessun aspetto positivo di quello
che fai. Rimani concentrato sul tuo lavoro perché se il tuo lavoro è
fantastico, interessante e importante allora non è necessario che lo sia
tu, capisci? Io non devo essere bravo e carino con le persone, perché
la gente apprezza la mia musica e il rapporto finisce lì, capisci?
Sei
conscio del fatto che i tuoi figli non hanno avuto l'infanzia che hai
avuto tu? Con tutte le cose che tu puoi offrire loro ...
Ovviamente.
Come ho detto all'inizio, io sono un ragazzo di un quartiere popolare
di Manchester. I miei figli non provengono da un quartiere popolare di
Manchester. E a me non interessa minimamente che sperimentino quello
stile di vita sol perché l'ho fatto io. Ho detto che una delle mie
regole di vita è: conosci te stesso, sii orgoglioso di te. Lo stesso
vale per loro. Devono sapere chi sono ed essere fieri di chi sono.
Negli
anni '90 la maggior parte delle persone che facevano parte di band
fingevano di provenire dalla classe operaia perché era considerato figo
per via degli Oasis. E ora è considerato figo essere della classe media.
La realtà è che sono fighe entrambe le cose, capisci? Bisogna sapere
chi si è e andarne fieri, cazzo! E andare avanti.
FINE PARTE 2 Segui i prossimi post per leggere le altre parti dell'intervista di Rolling Stone a Noel.
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Liam Gallagher potrebbe tornare a breve con un nuovo progetto musicale. Dopo un silenzio artistico durato oltre due anni, l'ex cantante di Oasis e Beady Eye ha affidato a Twitter un messaggio nel quale sembra lasciare intendere la sua volontà di tornare a fare musica. Per una volta Liam dimentica di prendere di mira il fratello Noel e pare fare riferimento ad un imminente ritorno sulle scene del music business, ma il contenuto del messaggio resta piuttosto criptico:..
"Abbiate paura voi cosiddetti menestrelli e voi rocker di plastica. Date alla vostra corona di carta un ultimo tenero abbraccio, perché sto arrivando io. LG x".
Un messaggio che ha subito stimolato la reazione dei fan, che rispondendo al tweet gli hanno chiesto se ci fosse un album in uscita, senza ricevere una risposta. Ora non resta che aspettare le prossime mosse di Liam, sperando che non si tratti soltanto di uno dei suoi numerosi "sfoghi" social.
Tanto tuonò che piovve. È stata, infatti, annunciata ufficialmente oggi dalla Big Brother Recordings la data dell'attesa ristampa del terzo album degli Oasis, Be Here Now, edito originariamente nel 1997. La riedizione, inizialmente annunciata due anni e mezzo fa insieme a quelle di Definitely Maybe e (What's the Story) Morning Glory?, non era più stata pubblicata e sembrava essere stata abbandonata. Poi, nel maggio dello scorso anno, era stato lo stesso Noel Gallagher a tranquillizzare fan e collezionisti, confermando che la ristampa avrebbe visto la luce. E annunciando anche la pubblicazione dei famosi demo di Mustique, oggetto del desiderio degli appassionati.
L'edizione rimasterizzata di Be Here Now sarà disponibile dal 7 ottobre 2016 e includerà lati B di singoli, demo, brani inediti, remix e tracce rare quali, appunto, i demo registrati sull'isola di Mustique, dove Noel si ritirò in "esilio compositivo" insieme al produttore Owen Morris e una drum machine nell'estate del 1996, dopo i grandiosi concerti di Knebworth. Ne risultarono 14 brani registra il nucleo originario (i demo) di Be Here Now, che poi sarebbe stato ovviamente affidato alla voce di Liam.
Tra le altre chicche, una versione di Stand By Me registrata nello studio situato nell'abitazione del chitarrista Paul Benjamin
"Bonehead" Arthurs, una cover acustica di Setting Sun, pezzo dei Chemical
Brothers cui Noel collaborò contribuendo al testo e prestando la propria voce, e la prima versione dal vivo di My Big Mouth, presentata a Knebworth Park nell'agosto 1996.
Non manca una versione odierna e "ripulita", ripensata da Noel ("NG's 2016 rethink"), della hit D'You Know What I Mean? (la nuova copertina è qui a destra), il singolo di lancio del disco, uscito il 7 luglio 1997. Il brano è disponibile su YouTube e per lo stream anche su Spotify, oltre che come download istantaneo con tutti i pre-ordini dell'album.
"Con il passare degli anni ho iniziato ad accettare il fatto che le canzoni di Be Here Now fossero in realtà follemente ... troppo lunghe! A qualcuno (non ricordo chi) venne l'idea di farci rivisitare e rimodificare l'intero album per i posteri. Siamo arrivati a farlo per la prima traccia, poi non ce ne poteva fregare di meno e abbiamo mollato. Suona fottutamente grandioso però".
Noel Gallagher
La riedizione masterizzata di Be Here Now è la terza del ciclo
Chasing The Sun ed è disponibile nei seguenti formati: CD standard,
digital download standard, triplo CD, deluxe digital download, vinile
standard e Super Deluxe Box Set (con LP, triplo CD con tutti i bonus, libro coffee table,
un vinile esclusivo, un 12 pollici white label con i "Mustique demos" e vario
merchandising della band).
Si preannuncia, dunque, un ricco mese di ottobre per i fan degli Oasis, che in quel mese vedranno anche per la prima volta il nuovo docufilm Supersonic.
Questi i brani inclusi nelle edizioni più complete (ovviamente quelle
standard contengono il solo album originale rimasterizzato):
Intervistato negli USA dalla rivista Rolling Stone (audio alla fine del post, l'intervista risale a maggio ma è stata diffusa l'11 luglio), Noel Gallagher ha parlato di ciò che lo caratterizza come persona originaria di Manchester, delle sue città preferite, dei suoi eroi musicali, delle sue regole di vita, dei fan che gli chiedono i selfie, dei suoi libri preferiti e di molto altro.
Ecco una nostra traduzione delle sue parole, traduzione che vi proporremo in varie parti di qui ai prossimi giorni.
PARTE 1
Noel, dimmi quali sono le prime cose di Manchester che hai.
Il mio accento, il mio senso dell'umorismo e la mia visione della vita. La prima cosa di me che hanno notato gli americani è stata il mio accento. Quando venni in America per la prima volta mi sottotitolarono su MTV, cosa che trovai molto fottutamente buffa. Quando tornai a Manchester e dissi ai miei amici che mi avevano messo i fottuti sottotitoli, mi risposero: 'Ma che cazzo? Sul serio?'. E io: 'Sì' ... Anche i miei vestiti penso che mi caratterizzino come mancuniano. Sì, le cose che riguardano l'apparenza.
Se fossi nato in una famiglia chic le cose per te sarebbero state molto diverse. Sarebbe cambiato tutto per te.
Certo. Il luogo in cui nasci dice molto di te, specialmente in Inghilterra. Non lo so se negli States o nei grandissimi paesi sia così, ma in Inghilterra viviamo in un paese che è la metà del Texas e ha circa 50 accenti regionali diversi, ognuno completamente diverso dall'altro. E culture diverse in parti diverse del paese, quindi dove nasci in Inghilterra dice tutto di te. Se fossi nato ragazzo della classe media del Buckinghamshire non penso neanche che avrei fatto parte di una band.
Sono sicuro che tu sia riconoscente verso Manchester per essere cresciuto lì, ti ha formato.
Sono molto orgoglioso di essere mancuniano, anche se non abito più a Manchester. Sono fiero di essere originario di quel luogo. Mi ha dato tutto, mi ha fornito una grande istruzione musicale. Tutti i miei eroi musicali - New Order, Smiths Joy Division, Stone Roses, Happy Mondays - erano di Manchester, erano grandi band e band iconiche, mi hanno dato qualcosa cui aspirare.
Dimmi quali sono le tue città preferite.
Ne ho tre e non te le dico in ordine di preferenza. Londra, dove vivo. Ci vivo da 23 anni ed è ancora uno dei posti più belli del mondo. È un posto fantastico dove vivere, uscire, divertirsi.
Scusa, ne ho quattro. Devo menzionare Manchester, altrimenti mi taglieranno la gola la prossima volta che tornerò a Manchester. Manchester perché è la città della mia squadra del cuore e delle mie origini. Ed è dove ha avuto origine ogni cosa che mi riguarda. Cammino per le strade di Manchester e mi sento a casa.
La terza è New York. Penso che gli attentati terroristici del 2001 abbiano sconvolto il mondo perché chiunque sia stato a New York ci si è innamorato e si è sentito parte di New York, perché ogni singola gara ha toccato il porto di New York, perché è il melting pot multiculturale originario.
Noel Gallagher in una foto del 1988
Penso che chiunque nel mondo abbia una qualche connessione con New York, per lo meno quando ci va. C'è una grande comunità irlandese lì, ci sono inglesi, spagnoli, persone di tutti i tipi. C'è gente che viene da tutto il mondo e New York è un'idea favolosa, nessuno sa ancora cosa sia e dove andrà a finire. È un posto straordinario. Quando ti danno il programma del tour non vedi l'ora di andarci. Fai: 'Per favore, per favore non fatemi andare a New York a novembre, cazzo, perché mi si congelerebbero i testicoli, ne sono fottutamente sicuro!'. Quindi se sei fortunato ci vai in primavera o in autunno.
La quarta città è Buenos Aires, in Argentina. Non so se tu ci sia mai stato, ma per me è la New York del Sudamerica. C'è gente fottutamente incredibile. Se da ogni città che visiti ti porti via dei ricordi, io di Buenos Aires serbo i ricordi migliori, a Buenos Aires ho fatto i concerti migliori, le persone più belle. Anche a New York, Londra e Manchester. Di Manchester ho ricordi incredibili, mi ha reso ciò che sono. A Londra vivo ogni giorno, i miei amici e i miei figli sono lì, sai ...
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Noel Gallagher aveva promesso che nel nuovo documentario sugli Oasis, in uscita ad ottobre, ci saranno bestemmie. Nel frattempo è stata resa nota la data di uscita di Supersonic nei cinema italiani.
La pellicola, diretta dal regista Mat Whitecross, vede James Gay Rees, premiato con l'Oscar per il film Amy
su Amy Whinehouse, nelle vesti di produttore ed è stata realizzata in
collaborazione con Fiona Neilson, Simon Halfon e il produttore esecutivo
Asif Kapadia.
Il film diretto da Whitecross, noto per aver già diretto molti video dei Coldplay e Spike Island (2012), il docufilm sul noto concerto del 1990 degli Stone Roses, sarà pubblicato nelle sale cinematografiche inglesi il prossimo ottobre, mentre ora è nota anche la data di diffusione nelle sale italiane.
Lucky Red lo distribuirà nelle sale del Bel Paese con uno speciale evento il 7-9 novembre 2016.
Qualche giorno fa Noel aveva dichiarato che, con la cover del celebre brano degli Oasis, Ryan Adams gli ha fatto ripensare Wonderwall in chiave blues e malinconica.
Martedì 12 luglio, sul palco del Meadow Brook Amphitheater di Rochester Hills, negli Stati Uniti, i due si sono ritrovati e si sono salutati.
Noel era in tour con la sua band, gli High Flying Birds, e Ryan per l'occasione ha proposto dal vivo, oltre al suo repertorio, anche due brani degli Oasis, Morning Glory e Supersonic. GUARDA I VIDEO QUI SOTTO
PHOTOGALLERY NOEL GALLAGHER E RYAN ADAMS LIVE A ROCHESTER HILLS - CLICCA QUI
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Noel Gallagher e Ryan Adams sono buoni amici da oltre dieci anni. Nel 2004 la cover di Wonderwall che Adams presentò gli fece vincere un Grammy Award e a quella cover si è ispirato Noel per una "nuova" versione acustica del brano, proposta più volte nei suoi tour dopo lo scioglimento degli Oasis.
Martedì 12 luglio Adams e gli High Flying Birds di Noel saranno sul palco del Meadow Brook Amphitheatre di Rochester Hills, Michigan.
"La scaletta che seguo è divisa in tre sezioni: il primo terzo è la roba nuova, il secondo terzo è un misto di nuovo e vecchio e poi la terza parte è i vecchi Oasis", spiega Noel, 49 anni, 18 dei quali trascorsi in una delle più grandi band del Regno Unito. "Quindi a seconda di quale sia il tuo gusto c'è qualcosa per tutti".
Intervistato dal Detroit Free Press prima del concerto al Meadow Brook, Noel parla delle sue vecchie hit, di come Ryan Adams gli abbia fatto cambiare il modo di suonare Wonderwall, della sua nuova canzone scritta con Paul Weller per i Monkees e della distinzione che fa tra "rock 'n' roll" e "rock" di oggi.
---
Tu e Ryan Adams siete noti per essere ... diciamo così, personalità elettriche. Andate d'accordo?
Tanto d'accordo quanto potresti sperare, sì. Sono sempre andato d'accordo alla grande con lui. Penso che lui potrebbe essere un po' più complicato di me. L'ho visto indossare calzini di colori diversi, sai? No, non so cosa significhi, ma io indosso sempre calzini dello stesso colore, sai? Prendila per quel che può valere. Ma lui mi piace. Quando escono i suoi dischi ci dò sempre un ascolto e possiedo il disco uscito di recente. Assumendo che non ne abbia fatti altri sei nel frattempo, che è quello che fottutamente fa.
Che ne pensi della sua cover di Wonderwall? È l'unica cover di quella canzone di cui ti ho sentito parlare bene.
Ci ha messo dentro la tristezza, la malinconia. Scrissi quella canzone e poi la registrai molto rapidamente. Poi alcuni anni dopo lui ne faceva una versione dal vivo e qualcuno che era lì in quel luogo mi chiamò e mi disse: "Sta facendo questa canzone!". Ci ha messo dentro proprio la malinconia, la tristezza. E devo dire che rimasi sbalordito quando la sentii. Veramente sbalordito. Cazzo, l'ha fatta alla grande.
Ti ha ispirato nel modo in cui ora ti approcci a quella canzone?
Sì, ho modificato leggermente la melodia proprio per come la cantava lui. Il modo in cui Liam la cantava era fantastico, è la versione del disco e ha cambiato la vita alle persone e bla bla bla, ma quando ho sentito Ryan cantarla l'ho modificata leggermente. Ora è più blues triste, la faccio così per via di Ryan. E per questo lo ringrazio.
Ti senti ancora in grado di investire emotivamente nelle vecchie canzoni? Siamo a 25 anni da alcuni di quei brani.
Sì, finché va avanti io lo faccio ancora. Perché molte di quelle canzoni furono scritte e registrate molto rapidamente. Quindi non sono mai invecchiate in studio. E, volendo essere brutalmente onesti su molte delle canzoni degli Oasis, a me non piace come sono state registrate. Non avevamo proprio idea di cosa stessimo facendo in studio. Eravamo molto giovani. Quindi tiri ancora fuori parti migliori, capisci? Per me quelle canzoni sono ancora molto vive. Non invecchiano.
E, onestamente, quando guardi e tra il pubblico vedi un gruppo di ragazzi che non erano neanche nati quando l'hai scritta, e loro hanno preso questo brano e l'hanno portato nelle loro vite, non puoi permetterti di farlo invecchiare. La tua prossima generazione di fan - che sono fottutamente fortunato ad avere, il pubblico continua ad rigenerarsi - sono loro che lo mantengono giovane. Lo ascolti attraverso le loro orecchie per la prima volta. Quindi provi a non perderlo mai di vista.
Che ne pensi dello stato attuale del rock 'n' roll?
Il rock è vivo e scalcia e urla e grida. Il rock 'n' roll è morto e sepolto, tesoro. E c'è una enorme differenza. Vallo a chiedere a Keith
Richards. È come se il rock fosse da qualche parte a urlare e gridare in pantaloncini corti.
Il rock 'n' roll è suonato da vecchi come me e non sono molte le giovani band che sanno fare rock 'n' roll. Sanno fare rock. Sono sicuro che anche Justin Bieber ha una canzone rock. Quando tutte queste pop star attaccano la spina e fingono di suonare una Les Paul (fa una voce acuta, ndr): "Ehi, facciamo rock, amico!".
Rock 'n' roll è il tuo modo di camminare e il tuo modo di parlare e di fumare e il tipo di occhiali che indossi e il tuo taglio di capelli. E il rock è più di un amplificatore Marshall e una bottiglia di jack Daniel's. Anche se il Jack Daniel's aiuta (ride, ndr).
Qualunque cosa sia artificiosa non è rock 'n' roll, no? Vedi queste mamme che accompagnano i figli e questi hanno l'obbligatoria maglietta del tour del 1972 dei Rolling Stones, che hanno comprato da Gap. Quindi dovremmo adorare i vecchi dischi e quelle cose lì.
Se ci pensi può risultare un po' triste.
Be', sì. Solo quest'anno abbiamo perso Prince, uno dei più grandi. Abbiamo perso Bowie, uno dei più grandi. Abbiamo perso Lemmy, uno dei più grandi. Ti chiedi: ci sarà lo stesso clamore il giorno in cui morirà uno dei Maroon 5? Non penso. Ce ne sono ancora un sacco: Neil Young, Iggy Pop, John Lydon, Paul Weller. Ancora grandiosi. McCartney è ancora grandioso. Di recente ero ad una festa e si è presentato David Gilmour e ha suonato, ed è stato fantastico. È un peccato. Di rado vai in un posto e vedi una band di ventenni di fronte a cui fai: "Wow!". Alcuni di loro indossano gli abiti giusti e suonano di merda. Alcuni di loro suonano bene, ma non indossano i vestiti giusti.
Per quanto possa sembrare bizzarro, è proprio così. Allora, io e Paul Weller siamo amici da oltre 20 anni. Siamo vicini di casa, viviamo l'uno dietro l'angolo dell'altro a Londra. Talvolta ci ritroviamo insieme in studio e cazzeggiamo, scriviamo canzoni. Abbiamo scritto questa canzone intitolata The Birth of an Accidental Hipster (La nascita di un hipster casuale). Non l'abbiamo finita in tempo per inserirla nel disco che stava facendo Paul e poi neanche per il disco che stavo facendo io. Quindi è rimasta lì in uno stato di "semiscritta". Non sapevamo cosa farne.
Poi un giorno un tizio mi ha mandato una e-mail di punto in bianco e mi ha detto: "I Monkees stanno facendo un nuovo disco, stanno chiedendo alla gente di scrivere canzoni per loro". Io ho pensato: "Chi diavolo è questo tizio? I Monkees? Pensavo fossero tutti morti". Poi mi è capitato di parlarne con Paul Weller e lui mi ha chiesto: "Che ne dici di quella canzone che abbiamo?". Siamo andati ad ascoltarla e ci siamo detti: "Sai che c'è? Suona veramente come qualcosa dei Monkees". Così abbiamo mandato loro un demo e a loro è piaciuto.
Suppongo che sul tuo curriculum ci sia un bel rigo piccolino: "Ha collaborato ad un disco dei Monkees".
È la cosa più bizzarra che mi sia capitata in vita mia.
Eri fan di questi tizi da ragazzino?
Be', ero fan della trasmissione televisiva e tutta quella roba lì. E Porpoise Song resta uno dei grandi momenti psichedelici di cui si abbia notizia nella storia. È una canzone incredibile. Sai, sentire Mike Nesmith e Mickey menzionare il mio nome in un'intervista per Rolling Stone è stato tipo: "Wow, è fuori di testa! È pazzesco". I Monkees! È pazzesco.
Negli ultimi due anni hai detto che all'orizzonte vedi un termine, che forse tra 10 anni ti stancherai di andare in tour. Operi con un reale orizzonte temporale definito nella tua testa?
Non penso che farei tour tanto per farli. Penso che se ancora stai facendo musica sei obbligato a registrarla e pubblicarla. Perché Dio solo sa ... c'è tanto di quel dolore e sofferenza e barbarie nel mondo che pubblicare musica è ancora un atto rivoluzionario. Dovrebbe essere fatto il più possibile. Quindi finché continuerò a pubblicare canzoni continuerò a farlo.
Se smettessi di scrivere canzoni non sono il tipo di persona che se ne starebbe seduto a casa a pensare: "Oh, mi piacerebbe andare in tour perché è ciò che faccio". Finché avrò degli album andrò ancora in tour.
"Voglio dedicare la prossima canzone ad una mia amica che è morta questo pomeriggio. Si chiamava Caroline ed era una donna molto, molto, molto spiritosa. Usò questa canzone per una sit-com inglese eccezionale di nome The Royle Family. Quindi, ovunque tu sia ... ".
Con queste parole sabato 2 luglio un commosso Noel Gallagher sul palco del Ryman Auditorium di Nashville, negli USA (video qui sotto), ha dedicato Half the World Away, brano degli Oasis, a Caroline Aherne, brillante attrice britannica, ideatrice della serie The Royle Family, una sitcom del 1998, i cui dialoghi oggi sono oggetto di studio nelle scuole di cinema. Al termine del brano Noel ha rivolto l'indice verso il cielo, gesto cui la folla ha risposto con un sentito applauso.
La Aherne, morta a 52 anni nella sua casa di Timperley (Manchester), sconfitta dal cancro, era una delle attrici comiche più amate della Gran Bretagna anche grazie al personaggio di Mrs Merton, vera e propria eroina della classe operaia senza peli sulla lingua e protagonista di un talk show della BBC. È scomparsa dopo una lunga battaglia con il cancro che le avevano diagnosticato due anni fa, che l'ha colpita prima alla retina e quindi alla vescica, al polmone e infine alla gola.
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Noel Gallagher ha intervistato, presso il centro di allenamento del Manchester City, il nuovo allenatore della squadra, Pep Guardiola, introdotto qualche giorno fa sul palco sulle note di Morning Glory degli Oasis (guarda i due video qui sotto). L'ex Oasis ha esposto tutte le sue curiosità sulla futura
gestione tecnica del club, che dovrà tenere in considerazione non solo
l'ambizione nazionale ed europea, ma anche l'accesa competizione con il Manchester
United e José Mourinho. Tutto comincia con la domanda "perché Manchester, perché il City?"
Ho scelto quest'avventura perché il club ha sempre dimostrato la ferrea volontà di affidarmi la panchina,
non solo nell'ultimo periodo. Sono rimasto colpito dall'ammirazione che
hanno nei miei confronti. Adesso non vedo l'ora di cominciare: poter
contare su Txiki Begiristain (direttore sportivo, ndr) e Ferran Soriano
(direttore generale, ndr) è una grande fortuna, li conosco da tanto
tempo e sono sicuro che mi aiuteranno a farmi sentire a casa fin da
subito. Il City parte sempre per vincere, bisogna
convincere i giocatori di questo: il mio obiettivo è quello di giocare
nel miglior modo possibile, i successi devono diventare la conseguenza
di quanto facciamo durante la settimana.
Dopo Liga e Bundesliga, la Premier League è una sfida inedita e ricca di difficoltà. L'approccio ad un campionato
del genere passa dalle esperienze precedenti, con l'ambizione di
scoprire nuovi dettagli e rendere la propria idea di gioco compatibile
con squadra e campionato. Alla domanda di Gallagher Guardiola non nasconde le possibili insidie:
Non voglio basarmi sui preconcetti che il campionato inglese trasmette a chi si trova all'esterno. Ciò che conta è l'esperienza sul campo, nessuno può arrivare qui e dire agli altri come si gioca.
Sono venuto in Inghilterra per vincere, certo, ma anche per imparare e
migliorarmi. Sono sempre convinto del mio modo di intendere il calcio,
ma in Germania ho dovuto adattarlo alle dinamiche imposte dalla
Bundesliga. Non c'è un metodo infallibile, quindi anche la Premier avrà
le sue differenze e le sue trappole rispetto agli altri campionati. Ho
mantenuto ugualmente la sicurezza e l'entusiasmo di voler provare questa
nuova esperienza, per vedere se la mia idea tattica si sposa con le
esigenze britanniche. Staremo a vedere.
La sfida principale di Pep, a quanto pare, è quella di aprire un ciclo vincente alla guida dei Citizens. Dal 2009 nessuna squadra è riuscita ad imporsi per due stagioni consecutive:
Credo che la differenza tra la Premier e gli altri campionati sia il
livello d'intensità che caratterizza l'intera stagione. A Barcellona e
Monaco sono riuscito a creare continuità, cosa che in Inghilterra manca
da uno degli ultimi cicli di Ferguson allo United. Negli ultimi 7 anni non c'è stata una squadra capace di imporsi per due anni di fila,
dev'essere questo il nostro obiettivo. Molte persone hanno sminuito il
lavoro fatto in Liga e Bundesliga, dicendo che con Barça e Bayern è
troppo facile. Adesso sono qui, il livello è più alto e diversificato:
il Leicester ha dimostrato che è un campionato estenuante, che si può
vincere solo con il duro lavoro.
Un compito reso ancor più arduo dalla competizione sulle panchine. I
migliori manager del mondo sono in Premier League e il confronto con
Josè Mourinho sull'altra sponda di Manchester sarà tra i temi roventi
del prossimo campionato:
È vero, mancano all'appello soltanto Ancelotti e Simeone.
Dopo tutte le battaglie che abbiamo disputato in questi anni, ognuno
conosce alla perfezione le strategie dell'altro. A prescindere dalle
qualità degli allenatori, è importante poter contare su una rosa valida,
capace di mantenere il ritmo per tutta la durata della stagione. Per
quel che riguarda il rapporto con i miei colleghi, non ho alcun
problema. Sarò felice di scambiare due chiacchiere prima e dopo averli affrontati in partita. Manchester, in particolar modo, vedrà un approccio mediatico molto complicato per i manager, ma credo di poter sopravvivere.
Non sarà solo una questione di Premier. Il Manchester City è reduce da una semifinale di Champions League in cui ha tenuto testa agli attuali campioni d'Europa. Guardiola non può limitare la sua ambizione al ritorno sulla vetta nazionale:
L'asticella degli obiettivi si è alzata sensibilmente ormai da
diversi anni, ancora prima della semifinale contro il Real Madrid,
ragion per cui diventa ovvio guardare ad ogni competizione. Sono andato
via da Monaco raccogliendo la stima di tanti giocatori, ma alla fine
conta quanti e quali trofei porti a casa. In un ambiente come
Manchester, in cui i media osservano le vicende della squadra ogni
minuto, non ci si può permettere di tralasciare questo o
quell'obiettivo. È un dovere che abbiamo nei confronti dei tifosi, che
all'Etihad hanno sempre dimostrato un grande supporto e l'ho potuto
sperimentare da avversario. A loro chiedo il sostegno per questa esperienza, noi ci impegneremo al massimo per renderli orgogliosi di tifare per il City.
Infine, un aneddoto d'altri tempi. Gallagher tira in ballo il rifiuto di Stuart Pearce, all'epoca allenatore dei Citizens, circa un contratto da proporre al 34enne Guardiola, che adesso risponde:
Sono venuto al City più di 10 anni fa ed incontrai
alcune persone al vecchio campo d'allenamento. Per chi arriva a 33-34
anni in certe condizioni, cambiare stile di gioco e di vita è sempre un
disastro. Stuart fu intelligente ad opporsi, anche se giocare in Premier
League era un sogno che poi è rimasto nel mio cassetto. Evidentemente, era destino che le nostre strade si incrociassero nuovamente.
Sento di essere arrivato a Manchester in un momento estremamente
migliore, l'entusiasmo non mi manca. Cercherò di essere una figura
presente, sempre disponibile con i giocatori della prima squadra e con i
ragazzi dell'Academy, oltre che con dirigenza, staff, media e tifosi.
Da buon latino, voglio immedesimarmi nei tifosi e capire cos'è meglio
per loro. Il mio obiettivo è quello di vincere, ma anche di farmi
rispettare per quello che sono.
Per Noel Gallagher, nelle vesti di rappresentante dei tifosi, la promessa del massimo impegno da parte di Pep Guardiola. Il Manchester City è chiamato a compiere il definitivo salto di qualità,
non solo con la riaffermazione in Premier League, ma anche e
soprattutto ricoprendo un ruolo da protagonista nell'Europa che conta, a
cominciare dai preliminari di Champions. La sfida è aperta.
Liam Gallagher ha smentito le ennesime voci di una reunion degli Oasis, ma sembra aver confermato quelle secondo cui starebbe lavorando a nuove canzoni. Lo ha fatto con il suo consueto linguaggio colorito, non risparmiando insulti ad un utente che gli aveva indirizzato dei tweet provocatori (vedi foto in basso).
Stanotte il cantante, molto attivo sul suo profilo Twitter, ha prima citato Richard Ashcroft e il titolo della sua canzone C'mon People (We're Making It Now) e poi ha scritto: "È ufficiale. Il rock 'n' roll è tornato".
Liam ha poi scritto: "Ascoltate, non ci sarà nessuna reunion degli Oasis. A Ourkid la cosa non entusiasma. A me sì, ma lui è troppo impegnato ad essere noioso. Nuovi suoni. Rimanete fighi e soprattutto rilevanti". Evidente il riferimento alle recenti parole di Noel sul bisogno di Liam di "rimanere rilevante".
E subito dopo il frontman ha polemizzato vivacemente con un utente che lo aveva invitato a smetterla di "frignare fintamente" e di smetterla di "vivere sulle spalle del talento del fratello, che ti ha reso multimilionario". Questo il tweet di replica di Liam: "Il contrario, faccia di cazzo. Io ho reso lui tale e ho reso te tale. Ora vai a giocare con la tua bambola di Noel, fanatichello". E ha rincarato la dose: "Tu dici, stronzo sdolcinato? Lui è un mediocre e tu lo sai. Tieni le orecchie pronte e preparati a rimanere abbagliato, fro*io".
Il 29 giugno Liam era tornato a definire Noel "patata", stavolta con l'aggettivo "imbronciata", pubblicando una sua foto del 2011.
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