Senza sorpresa di nessuno l'album di debutto del duo, dal titolo prosaico Liam Gallagher John Squire, suona come un incrocio tra Oasis e Stone Roses, le loro band precedenti, e i loro fan lo adoreranno.
Qualche settimana fa Liam Gallagher si è rivolto ai social media per parlare del suo album realizzato in collaborazione con John Squire. Dichiarandolo sia “spirituale” sia “cruciale”, ha anche condiviso i suoi pensieri sul suo potenziale pubblico. "Penso che le persone che amano gli Stone Roses e gli Oasis e cose del genere lo adoreranno, cazzo!".
Si può prendere in giro questa affermazione se si vuole: qualcuno pensa che il titolo prosaico di Liam Gallagher John Squire sembri qualcosa dei 100 Gecs, ma al centro c’è ancora una presentazione di vendita straordinariamente mirata. Esiste ancora una nutrita schiera di persone che tengono in così alta considerazione gli Oasis e gli Stone Roses da ritenere che un album che coinvolge i rispettivi vocalist e chitarrista solista rappresenti automaticamente una manna dal cielo. La continua esistenza di questi fan significa che Liam Gallagher John Squire sarebbe probabilmente un successo se consistesse in una registrazione audio vérité di 45 minuti dei suoi due principali partecipanti che accendono le proprie scoregge.
La sensazione che Gallagher e Squire lo sappiano, e che di conseguenza il loro album sia essenzialmente a prova di critica, è difficilmente eludibile, anche prima di premere play o di far cadere la puntina. Qualsiasi artista preoccupato di ciò che potrebbero dire i critici non pubblica un album contenente canzoni intitolate come Make It Up As You Go Along o I'm So Bored (quest'ultima contenente il verso "I'm so bored of this song", "questa canzone mi annoia tanto"), rappresentando questo una sorta di assist a porta vuota per chiunque sia incline a scrivere una recensione negativa. E in particolare non mette I'm So Bored accanto a una canzone intitolata, aspetta, You're Not the Only One, nella lista delle tracce.
Inoltre se Liam Gallagher, un uomo che ha trascorso tutta la carriera tormentato dall'accusa di spacciare una pallida imitazione dei Beatles, fosse preoccupato di dare argomenti ai propri oppositori allora non concluderebbe l'album con qualcosa che si chiama Mother Nature's Song, che è – e può darsi che qui voi mi abbiate preceduto – il titolo di una traccia dei Beatles con una lettera aggiunta alla fine.
Allo stesso modo la musica non è disturbata da ciò che pensa chiunque non sia già a bordo, dato che poggia quasi interamente su un tira e molla tra il suono delle ex band di Gallagher e Squire. I'm So Bored affonda le radici negli Oasis arroganti e volgari Oasis di Morning Glory, mentre One Day at a Time ha un sound tale per cui avrebbe potuto inserirsi in Definitely Maybe - o almeno tra i lati B della stessa epoca. Nel frattempo Mars to Liverpool e Make It Up As You Go Along hanno melodie molto più accattivanti di quanto gli Oasis avrebbero mai tollerato, più simili al genere di cose che gli Stone Roses tentarono con Mersey Paradise o Going Down. Love You Forever è radicata nei riff pesanti e nella batteria rimbombante del loro singolo di ritorno del 1994 Love Spreads, e You're Not the Only One non sarebbe fuori posto neanche in Second Coming.
Ovviamente tutto questo è quello che si può immaginare. Nel corso dei 45 minuti di Liam Gallagher John Squire non accade nulla che tu non ti aspettassi di sentire ancora di ascoltarlo, con la possibile eccezione di I'm a Wheel, che supera il blues-rock ispirato ai Led Zeppelin che ha alimentato Second Coming nel più diretto territorio del revival blues della fine degli anni '60: ha letteralmente uno di quei goffi riff di I'm a Man che fa der-NERRRR-nuh-NUH, sposato con un ritornello glamour. E una cosa che potresti ragionevolmente aspettarti che accada non accade. Non c'è niente qui che assomigli al suono ipnotico, alimentato dal breakbeat e dal pedale wah di Fool's Gold, il che sembra un peccato, anche perché potrebbe essere divertente sentire Liam Gallagher cantare su un ritmo dance, qualcosa che ha fatto sorprendentemente bene in Shoot Down dei Prodigy.
Detto questo, è un album notevolmente migliore di qualsiasi altra opera del Gallagher post-Oasis, e in effetti di qualsiasi cosa Squire abbia pubblicato da quando ha lasciato gli Stone Roses nel 1996. La scrittura delle canzoni è melodicamente più forte e le performance più vibranti, con una netta sensazione che entrambe le parti siano stimolate l'uno dalla compagnia dell'altro. Non ha una canzone che eguagli le vette ampiamente riconosciute delle loro band precedenti - Slide Away o She Bangs the Drums - anche se l'apertura Raise Your Hands si avvicina relativamente, sposando l'abile esecuzione di Squire con un ritmo alla She's Electric e inserendo un ritornello scatenato e un bridge di pianoforte preso da Let's Spend the Night Together dei Rolling Stones.
E ancorché si possa considerare la sua prevedibilità come un fallimento dell’immaginazione, lo si potrebbe anche dipingere come l'opera di persone che comprendono completamente il proprio mercato. Il suddetto gruppo di fan non spende i propri soldi in cerca di sorprese, nemmeno il consistente contingente che è troppo giovane per ricordare in prima persona gli anni '90. Si può, se lo si vuole, sollevare qualche perplessità sulla loro volontà di credere alle storie di guerre di papà degli anni in cui era mad for it, ma se i tuoi gusti vanno all'alternative rock a tratti ampio allora il 2024 non ha molto da offrire e difficilmente puoi essere biasimato perché ti richiami a un’epoca in cui sembrava che quella cosa dettasse l’ordine del giorno. Liam Gallagher John Squire propone un simulacro di quell'epoca molto più forte rispetto alla manciata di smorte band tappabuchi sorte per soddisfare le tue esigenze negli anni successivi al crollo e all'incenerimento del Britpop 2.0 degli anni 2000. È altamente improbabile che le persone a cui è rivolto si sentano imbrogliate.
Source: The Guardian
traduzione di oasisnotizie
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