mercoledì 13 aprile 2016

Video - Noel Gallagher: "I fan italiani e latini sono folli. La fama? Una cosa buffa, ma me la godo ancora. Nuovo album? Già composto"

In questa videointervista rilasciata qualche settimana fa a El País, a Montevideo, Noel Gallagher cita anche i fan italiani, che accomuna a quelli spagnoli e sudamericani nel definirli "fottutamente folli". Noel parla anche del suo rapporto con la fama e della molla che lo spinge a comporre ancora canzoni ("Il nuovo disco l'ho già composto", spiega).


"Non penso si possa essere preparati a diventare famosi, perché è una cosa strana, ma forse il fatto che avessi già viaggiato per il mondo prima di diventare famoso e che venissi da una famiglia povera, senza un soldo, hanno fatto sì che per me la fama mi sembrasse tutto un grande scherzo". 

"Mi diverte che la gente si esalti quando mi vede. Lo trovo buffo. Lo capisco, perché io sono appassionato di musica. Mi piace essere famoso, ho deciso rapidamente che potresti anche godertela la fama, perché può darsi che non duri per sempre. Purtroppo per me dura da molto tempo, ma me la godo ancora. È bello essere inseguito da ragazze per strada, è la cosa per cui tutti viviamo".

SULLE FOTO FATTEGLI DAI FAN

"Non mi piace che mi facciano foto, lo odio e basta. Lo faccio, ma a volte vorrei non mi facessero foto, perché è una fottuta rottura di palle, capito? Ti chiedono: 'Posso fare una foto veloce?'. E tu rispondi: 'Sì, certo'. E poi non riescono ad azionare la fottuta fotocamera. E poi non sanno che cazzo stanno facendo e prima che tu te ne accorga tutto diventa un po' una cazzo di scenetta e fai: 'Devo andare' ..."

"Nei paesi latini - Italia, Spagna e America Latina - i fan sono fottutamente folli". 

SULLE ESIBIZIONI DA SOLISTA

"A volte sento che sarebbe più facile far parte di una band. Non necessariamente quella band (gli Oasis, ndr), ma sarebbe più facile far parte di una band.  E a volte mi manca fare soltanto il chitarrista e suonare la chitarra e basta, mentre ora sono chitarrista, cantante e compositore, fottuto capo di produzione, politico, sacerdote, lavoratore sociale e un po' padre superfigo. Quindi a volte mi manca essere una cosa sola, chitarrista, e divertirmi a suonare la chitarra".

SUL NUOVO DISCO E LE SUE MODALITÀ COMPOSITIVE

"Ho già iniziato a fare un nuovo disco, a cui stavo lavorando già prima di venire in tour in Sudamerica, per cui l'ho già composto. Quindi ora non mi devo prendere la briga di comporlo, ma in realtà non sento proprio l'esigenza di pubblicare un disco. Il mio processo creativo o il mio rapporto con la mia musica non è mai cambiato. Scrivo canzoni perché mi piace tanto. Sai, in vita mia non c'è nulla di più gratificante che sedersi in una stanza vuota e suonare la chitarra. E magari fai una canzone, sai. E poi raccolgo tutte queste canzoni e faccio un disco, quindi non sento proprio l'esigenza di fare nulla. Lo faccio perché voglio farlo".

SUL RITORNO IN URUGUAY

"Pensavo che gli Oasis fossero già venuti qui in Uruguay, mentre non era così. Quando passavamo in macchina lungo la costa però me ne sono ricordato bene, perché nel 1988 o 1989 eravamo tutti seduti sui sedili posteriori di un bus fumando e ascoltando Herp Albert & The Tijuana Brass alla radio".

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