mercoledì 13 aprile 2016

Noel Gallagher racconta (parte 4): "Vi spiego perché stimo Paul Weller. Lui dà tutto se stesso e si arrabbia perché io non faccio altrettanto"

Ecco la quarta e ultima parte dell'intervista che il 1° aprile Gemma Pike di Triple J, radio australiana (AUDIO ALLA FINE DEL POST), ha fatto a Noel Gallagher, che ha scelto "le 5 canzoni e le 5 band che gli hanno insegnato qualcosa".

In questa quarta parte che vi proponiamo Noel parla di cosa gli ha insegnato Paul Weller, di cui ha scelto la canzone Going My Way.

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 Paul Weller - Going My Way 


Noel e Paul Weller nel 2014
Paul è il mio amico più vecchio nel mondo della musica, e con vecchio non intendo che ha 103 anni, ma che lo conosco da tanto, tanto tempo.
Con lui ho vissuto varie situazioni: sul palco, in tour, ho suonato con lui nelle sue band, con lui mi hanno cacciato dagli hotel, ho partecipato a zuffe con lui, insieme abbiamo visto il sole sorgere.
È uno di quei tizi che ho incontrato che vivono veramente e completamente giorno per giorno e fanno le cose con serietà. E quando è in studio è totalmente immerso nel disco che sta facendo. E, come i Primal Scream, lui è un altro che non si ripete mai, o almeno prova a non ripetersi. 

È un tizio che trasmette una grandissima motivazione. A volte può essere complicato. Mi prende in giro incessantemente, a volte in cucina, su qualunque cosa io indossi o su chi frequento. Non penso, però, che riusciresti a trovare nel mondo della musica uno che in quello che fa metta più passione di lui.
Penso che non si sia mai preso un giorno libero. Se non sta lavorando ad un disco sta lavorando ad un libro fotografico. E se non sta facendo quello sta lavorando ad una mostra, o sta provando a mettere insieme una compilation da pubblicare con un'etichetta discografica soul degli anni '70. O sta cercando una spilla che ha perso nel 1978, capisci? 

Weller si sforza ancora di essere il migliore e di essere rilevante e non scende mai a compromessi. Stiamo parlando di un tizio che ha scritto alcune tra le più grandi canzoni del ventesimo secolo. Penso perché nella testa sia ancora giovane. Quando viene a casa mia, non sei seduto lì a conversare con un tizio che è nel mondo della musica da tanti anni. Cioè lo è, perché stiamo parlando di un tizio che fa queste cose da cinquant'anni, ma non sembra di quell'età. Sembra un adolescente. E quella è qualcosa cui aspirare. 

Cosa ho imparato da lui? Che devi padroneggiare la cosa e farla seriamente. E lui ce la mette tutta nei suoi concerti, nelle sue esibizioni e nelle sue sessioni di registrazione. E lo fa infuriare il fatto che io non lo faccia. E io gli dico: "Ma Paul, i più grandi non devono mica sforzarsi! Tu stai sudando le sette camicie lì, mentre io accendo il bollitore e guardo la partita qui! Succede e basta, succede e basta". E mi fa: "Non so come tu faccia, amico! Io mi annoio. Mi annoierei". 
Interrogato sui programmi futuri, Noel ha spiegato che ha "un mini-infarto prenotato per la metà di settembre circa. Poi mi riprenderò e lavorerò fino a novembre. Dopodiché mi faranno una trasfusione di sangue e fingerò la mia morte. Nel frattempo avrò già cambiato nome in Shirley. Se vedrete una donna di mezza età dal look estremamente sospetto la cui voce somiglia alla mia, ma il cui aspetto è quello di una delle vostre zie, saprete che sono tornato".



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