Per il primo ministro Keir Starmer, «così non va». Per la ministra della cultura Lisa Nandy, «è una situazione molto deprimente». Per la Commissione europea, «è il momento di analizzare il sistema e considerare se introdurre nuove norme».
Il problema che suscita tanto clamore è la determinazione dinamica dei prezzi: quell’algoritmo che modifica i costi a seconda della richiesta – utilizzato dal 30% delle aziende britanniche ed europee - ha la colpa di aver reso impossibile la vita di più di 10 milioni di persone di 158 paesi diversi che sabato hanno tentato di acquistare un biglietto per la tournée della reunion degli Oasis.
Dagli aerei, ai treni, alle camere d’albergo, il consumatore è ormai abituato alla possibilità che i prezzi cambino a seconda di quando si effettua una prenotazione. In Gran Bretagna, ad esempio, chi non si muove per tempo rischia di pagare 400 euro per raggiungere Manchester da Londra in seconda classe e senza un posto assegnato, per non parlare dei viaggi effettuati sotto le feste: nessuno ha mai pensato, però, di scomodare il primo ministro. A volte la portata di un gruppo si misura anche dagli eventi che lo circondano: se il dynamic pricing era stato utilizzato anche per Harry Styles, Taylor Swift e un’infinità di altri artisti è solo adesso – con gli Oasis – che diventa un caso.
«È un tema importante che riguarda biglietti di ogni tipo», ha sottolineato il premier Starmer, come se fosse un problema nuovo. «Credo che ci siano varie cose che possiamo fare per affrontare la situazione». Ecco che Ticketmaster finisce sotto esame e che anche a livello europeo sale l’indignazione. Lara Wolters, europarlamentare olandese, ha sottolineato al Guardian che «serve una legge nuova che protegga il consumatore da questo tipo di inflazione dei prezzi». Il garante per le pubblicità, la Advertising Standards authority, ha ricevuto mezzo migliaio di denunce per informazioni fuorvianti. Indagherà.
E loro, Noel e Liam Gallagher, i fratelli di Manchester che dopo 15 anni hanno fatto pace e tornano a esibirsi insieme? I biglietti dovevano costare massimo 150 sterline, sono arrivati a diverse centinaia di sterline in più: non è ciò che forse ci si aspetterebbe da due «eroi working class». «Dobbiamo chiarire che gli Oasis lasciano le decisioni sui prezzi e le modalità di vendita dei biglietti ai loro promoter e manager», ha sottolineato la band con un comunicato.
«Non siamo stati informati che sarebbe stata utilizzata la determinazione dinamica dei prezzi. La strategia adottata avrebbe dovuto assicurare ai fan un’esperienza positiva. In questo è stata un fallimento».
A Wembley, allora, gli Oasis si esibiranno due sere in più, per un totale di sette concerti. La priorità verrà data ai quegli appassionati che hanno cercato di ottenere un biglietto e non ci sono riusciti.
Paola De Carolis
Source: Corriere della Sera
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