martedì 20 giugno 2023

Liam Gallagher svela il segreto degli Oasis: "Decisivi il mio incontro con Shaun Ryder, i furgoni e gli Stone Roses. Eravamo fighi perché ..."

Durante la chiacchierata con Jo Whiley su BBC Radio 2 (
audio qui), andata in onda il 15 giugno, Liam Gallagher ha raccontato ancora una volta di quando, adolescente, incontrò Shaun Ryder degli Happy Mondays e ha svelato il segreto degli Oasis: quell'incontro, gli Stone Roses e i furgoni.

"Ovviamente Noel si era appassionato agli Happy Mondays prima di noi. La prima volta che vidi Shaun Ryder facevo l'operaio, scavavo buche per una ditta irlandese, la Murphy's o la Paddy's, o Paddy, non ricordo. Guidavamo verso Withworth Street e vidi un piccolo skinhead. Fu in quel periodo. Aveva questa giacca blu con questi grandi pantaloni brillanti a zampa d'elefante. Pensai: 'Chi è quello? Sono sicuro che si tratta di uno degli Happy Mondays'. Poi andai a vederli, credo alla Albert Hall a Manchester".

"Come fu? Grandioso. La scena di Manchester ... io ero pronto per tutta quella roba, capisci? E poi tutta quella roba mi ha aperto altra roba più classica. Tornai indietro nel tempo e iniziai ad appassionarmi ai Beatles e ai Rolling Stones, ai Kinks e agli Who e tutta quella roba, ma senza tutti quei furgoni non sarei arrivato dove sono ora".

Jo Whiley ha poi fatto ascoltare a Liam un estratto di un'intervista che la conduttrice aveva fatto a lui e a suo fratello nel 1994 e gli ha chiesto se con quelle parole volesse "provare a fare il figo" per impressionare la rivista NME, che all'epoca era molto importante. 

"Eravamo fighi, non provavamo ad esserlo", ha detto Liam. "Non ci importava di impressionare l'NME. Non ci interessava comparirvi o meno. Saremmo comunque arrivati ai ragazzi anche se non fossimo stati sulle copertine, perché eravamo in giro a fare concerti. E di questo molta gente si è dimenticata. Gli Oasis non erano famosi perché qualche tizio della radio o di una rivista ci montava, ma perché eravamo in giro a fare concerti, suonavamo ogni sera e arrivavamo ai ragazzi in quel modo, capisci? Ovviamente quello ci ha aiutato un po', ma saremmo emersi comunque. Saremmo comunque arrivati ai ragazzi, perché eravamo in giro a fare quello che dovevamo fare. Oggi ci sono molte band e nessuna prende il furgone per andare a fare concerti".

"Abbiamo avuto i nostri momenti", riflette Liam. "C'erano giorni in cui eravamo grandiosi e giorni in cui non lo eravamo. C'erano giorni in cui non avremmo dovuto scendere dal letto, ma se ci ripenso credo che per l'80% siamo stati decenti". 

"Com'era sentire la pressione delle case discografiche? Io non ero l'autore delle canzoni, per cui immagino che alzarsi e dover inventare canzoni, se fai un grande album per l'anno successivo per le case discografiche ... Io me la spassavo, non ho mai parlato con le case discografiche, non perché non mi piacciano, ma perché non c'è molto da dire. Io mi alzavo e facevo quello che dovevo fare, ma immagino che essere il paroliere all'epoca ti mettesse pressione, ma non era una cosa mia. Io ero fuori a divertirmi e penso che sia questo l'elemento chiave del fare parte di una band. Noi eravamo in giro a divertirci. E per il resto penso che fossimo piuttosto fichi".

Decisivi per gli Oasis furono anche gli Stone Roses. Il cantante ha voluto mandare in onda I am the Resurrection, canzone simbolo della band che gli ha cambiato la vita. 

"Senza quella band non sarei qui", ha detto Liam. "Andai a vederli all'International 2 di Plymouth Grove, a Manchester. Penso che sia stato il primo concerto a cui sono andato. Quando Ian Brown è salito sul palco ho detto: farò questo. Prima di chiamarsi International 2 si chiamava The Carousel e, ironia della sorte, fu proprio su quella pista da ballo che si incontrarono i miei genitori. Ebbi lì la mia epifania per fondare la band. Ed eccoci qui oggi". 

traduzione e trascrizione di oasisnotizie 

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