Ospite di Johnny Vaughan su Radio X il 17 dicembre, Noel Gallagher ha esordito così in trasmissione: "Non avevo letteralmente niente di meglio da fare".
Il cantautore ha poi parlato della propria avversione per il Natale, come aveva fatto anni fa (guarda qui e qui). "Non sono per niente un fan del Natale, come la gente saprà, anche se mi chiamo così proprio in onore di quella dannata cosa", ha detto. "Quando sono nato? Il 29 maggio, ma i miei genitori hanno avuto questa eccezionale idea di chiamarmi come la festività natalizia. Non mi piace il Natale, non mi piace l'aspetto religioso, non mi piacciono le canzoncine di Natale, non mi piace il cibo natalizio, odio il giorno di Natale. Odio tutto del Natale".
Alla domanda su quale sia il suo singolo natalizio preferito, Noel ha risposto: "Be', quello degli Slade (Merry Christmas Everybody, anche coverizzato dagli Oasis, ndr). Ricordo che una volta ebbi un litigio con il fratellino. Alla fine virò sul violento, dato che lui sosteneva che War is Over di John Lennon fosse la migliore canzone natalizia di tutti i tempi, mentre io gli dicevo: 'È Merry Christmas Everybody degli Slade!'. Mi farei ammazzare per gli Slade, amo quella band".
Malgrado non ami il Natale, Noel apprezza gli involtini di maiale tipici dei momenti conviviali natalizi. "Il mio cibo natalizio preferito? Quelle salsicce dal nome stupido. L'unico consiglio che dò a tutti è di non esagerare con quelle agli inizi, perché poi non ce la farete a mangiare il tacchino".
L’intervista a Riccardo Mancini tra Oasis e Manchester City.
I microfoni di OasisNotizie hanno raggiunto in esclusiva Riccardo Mancini, giornalista sportivo e telecronista di DAZN, grande appassionato di Oasis e vero "mad fer it".
Riccardo, quando nasce la tua passione per gli Oasis?
“La passione per gli Oasis nasce più o meno intorno alla prima liceo, quando avevo 14 anni. A quell’epoca non c’erano strumenti come quelli del giorno d’oggi (ad esempio, Shazam) e, sentendo le loro canzoni, avvertivo che mi piacevano molto. Poi, casualmente, un mio compagno di classe mi fece ascoltare alcuni loro brani e ricollegai tutto quanto: scoprii chi fossero e rappresentano ufficialmente i miei cantanti preferiti. Da lì è nata la passione”.
Quali sono le tue canzoni preferite degli Oasis? E gli album che ami maggiormente?
"Questa è la mia top 3: al primo posto in assoluto, metto Don’t Look Back in Anger, la canzone della mia vita a cui sono legato sin da quei tempi. Si tratta di un brano di cui non sapevo nulla, non sapevo chi la cantasse, così quando l’ho scoperto, sono “impazzito” ed ero felicissimo perché finalmente avevo dato un volto a chi la cantasse. Poi dico Stand By Me e Supersonic.
Di conseguenza, i miei due album preferiti li metto a 'pari merito' e sono Be Here Now e (What’s The Story) Morning Glory?. Dal mio punto di vista, i loro migliori album".
Il rapporto tra il mondo del calcio e gli Oasis è sempre stato molto forte. In una recente intervista, Noel Gallagher ha scelto Supersonic come canzone per definire le qualità di Erling Braut Haaland, attaccante del Manchester City. Tu che conosci benissimo il calcio inglese, sei d’accordo?
"Sicuramente, è 'supersonico'. Lo accosterei anche a Rock'n'Roll Star perché ovviamente è una star, è qualcosa di inimmaginabile fino a qualche tempo fa, soprattutto considerando il gioco di Guardiola. Invece il tecnico ha stupito ancora una volta tutti quanti prendendo un centravanti vero che, al momento, per il ruolo di numero 9 è nettamente il migliore al mondo. Al di là di quanto si dica, è lui il più forte, nonostante i suoi 22 anni: credo che possa crescere ancora molto. Fa molti gol, deve dare tanto e non ho dubbi che vi riuscirà, considerando le sue doti".
Una tua previsione sulla stagione del Manchester City? Ritieni che i Citizens possano vincere la Premier League? Credi che sia la squadra indiziata per vincere la Champions League?
"Sulla corsa Champions e Premier League, sono convinto che il Manchester City sia la squadra più forte in entrambe le competizioni, poi ci sono moltissime variabili da considerare.
Per quanto riguarda la Premier League, per il momento, nel testa a testa Arsenal-City, sono avanti i Gunners ma, per me, il City riuscirà a tener testa alla squadra di Arteta. Ad oggi, dico che la rimonta dei Citizens è possbile ed è una rimonta potenziale legata al cammino in Champions. Voglio capire se il City si manterrà più 'concentrato' in Europa (di fatto, unico obiettivo che manca a Guardiola con il Man City) oppure se cercherà di bilanciarsi. Conoscendolo e conoscendo la sua ambizione, prevarrà la voglia di vincere la Champions.
Ovviamente, non posso dire che il City sia la favorita né per l’una né per l’altra copmpetizione, sia perché in campionato l’Arsenal ha fatto meglio sia per il fatto che vi sono anche altre contendenti. Stesso discorso per la Champions, dove giocano grandi squadre, ma il City se la gioca su entrambi i fronti. Direi che forse è un po' più 'semplice' in campionato perché, ad oggi, c’è un solo avversario davanti al City, mentre in Champions dipenderà dai sorteggi, da diversi fattori e variabili.
È, comunque, una squadra in grado di fare il 'double' (al di là delle vittorie eventuali nelle coppe nazionali) e se la può giocare fino in fondo".
Ringrazio infinitamente Riccardo Mancini per la cortesia e la disponibilità che ha dimostrato nella nostra intervista.
E lo ringrazio anche per la passione che mette in ogni telecronaca e nel suo lavoro.
Valerio Pieraccini
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I microfoni di OasisNotizie hanno raggiunto il cantautore italiano Daniele Groff, grande conoscitore del mondo musicale e “mad fer it” come tutti noi.
Daniele, da dove nasce la tua passione per gli Oasis?
“Io provengo dal mondo della musica classica che ho studiato con grande passione. La musica pop/rock è arrivata dopo, quando ho avuto la necessità di “evadere” ed a 18 anni sono andato in moto in Inghilterra da solo a fare un viaggio. In quel momento, i Gallagher non avevano ancora fondato gli Oasis ma ho avvertito, in quegli istanti, un’atmosfera ed alcune sensazioni in cui mi ritrovavo, un po' come in una reincarnazione, e che anticipavano comunque le sonorità di Liam e Noel.
Poi quando ho iniziato a scrivere le mie canzoni qui a Trento ed iniziavano ad uscire i pezzi degli Oasis, sono rimasto folgorato perché univano la melodia “dura” alla Beatles ad un sound “sporco” molto rock ed altrettanto carico che ha colto nel segno, rappresentando forse l’ultima delle grandi icone del mondo musicale degli ultimi anni, insieme ai Nirvana.
Personalmente, mi sento proprio il connubio tra questi mondi, quello del britpop e del grunge, un sound molto avanti per l’Italia di allora. Ed io amavo questi suoni: per me 20enne rappresentava veramente una folgorazione ed il mio primo disco è fortemente ispirato agli Oasis. E voglio, in tal senso, raccontarvi un aneddoto: ho incontrato i Gallagher in hotel a Roma quando ero in Sony, stavo parlando con Liam Gallagher al bancone, dopo averci introdotto il discografico che disse loro che avevo portato il sound degli Oasis qui in Italia. Io espressi a Liam il fatto che nel mio lavoro mi ispiravo a loro ed il più piccolo dei Gallagher rispose con la sua solita simpatica ironia: “so, give me your f*****g money!”.
Nel mio primo disco, c’è una netta e voluta ispirazione agli Oasis, cui poi però vanno aggiunte le mie conoscenze della musica classica e la mia personalità”.
La canzone o l’album che ti ha colpito maggiormente degli Oasis?
“In Definitely Maybe c’era tutto, come in ogni primo disco. Personalmente, ho avuto la fortuna di lavorare a Roma ai Forum Studios, i più grandi studi italiani dove ho incontrato i più grandi artisti italiani e stranieri e, quando avevo vent’anni, tutti mi dicevano: “goditi il tuo primo disco perché vi racconti la tua vita fino a quel momento”. I primi dischi hanno tutti qualcosa di speciale e, in Definitely Maybe, c’era già l’immaginario, l’estetica, l’iconografia, la copertina fatta di psichedelia e simbolismo di matrice popolare, il sound all’avanguardia degli Oasis. Sono riusciti a portare questo genere sonorità grazie al testo, la melodia fatta di un pop originalissimo che ritengo straordinario. Basti pensare ad un capolavoro come Wonderwall. Questa fu la loro grande forza. Se dovessi scegliere, preferisco i primi 2 album per la loro purezza, anche se Be Here Now contiene grandissimi pezzi”.
Personalmente, stai lavorando a qualche progetto in particolare?
“La musica è un percorso “terapeutico” per chi la fa e per chi la ascolta e, in questo momento della mia vita, vivo un attimo di riflessione. Ho messo molta intensità nei miei primi lavori. Ho tanti pezzi, ho scritto cose e sto cercando ancora una direzione che mi convinca e non è semplice in questi tempi: tutto è molto frazionato. Mi piacerebbe pubblicare qualcosa di nuovo, ho in tal senso una “promessa” con i miei fans ed ascoltatori, però vorrei che fosse per me qualcosa di significativo. E per fare questo devo aspettare il momento giusto”.
Voglio ringraziare profondamente Daniele per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di tutta l’intervista.
Valerio Pieraccini
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Oggi alle 21.00 sul canale VH1 Italia (167 del digitale terrestre, 22 Tivùsat e 715 di Sky) andrà in onda lo speciale sul concerto evento di Liam Gallagher a Knebworth 2022. La pellicola era disponibile in streaming su Paramount+ dal 6 dicembre.
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Due nuovi giganti della musica si aggiungono ai nomi che calcheranno il palco degli I-Days 2023: THE BLACK KEYS e LIAM GALLAGHER saranno i co-headliner della serata di sabato 1 luglio 2023 della rassegna che la prossima estate porterà la migliore musica live all’Ippodromo SNAI La Maura di Milano.
Dopo l’annuncio dei primi tre headliner degli I-Days 2023, i fan hanno ora l’occasione di vedere sullo stesso palco i The Black Keys, la band che ha conquistato quattordici nomination ai Grammy Awards e sei vittorie, e Liam Gallagher, portabandiera del britpop nel mondo.
Nelle prossime settimane verranno annunciati i nomi degli altri artisti che andranno a completare il cast degli I-DAYS 2023.
BIGLIETTI
BIGLIETTI DISPONIBILI IN PREVENDITA MY LIVE NATION DALLE ORE 12.00 DI LUNEDÌ 5 DICEMBRE
VENDITA GENERALE SU TICKETMASTER, TICKETONE E VIVATICKET DALLE ORE 12.00 DI MARTEDÌ 6 DICEMBRE
Facendo seguito alla pubblicazione del terzo album solista C’MON YOU KNOW, LIAM GALLAGHER porterà il suo inconfondibile carisma in un live che proporrà ai fan italiani i suoi più grandi successi, tra i quali i brani dei due precedenti album solisti As You Were e Why Me? Why Not (anch’essi al primo posto della classifica UK nella prima settimana di pubblicazione), oltre alle hit iconiche degli Oasis che sono entrate di diritto nella storia della musica rock e della cultura pop contemporanea.
Source: Virgin Radio
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Liam Gallagher ha risposto a coloro che lo criticano perché in concerto da solista esegue anche le canzoni degli Oasis. Su Twitter il cantante ha scritto: “Chiunque abbia dei problemi perché canto le canzoni degli Oasis non è un vero fan degli Oasis, ma solo un enorme coglione", per poi aggiungere in un altro tweet: "Oasis fino alla morte".
Di recente proprio su questa questione Liam Gallagher ha affermato che il fratello gli ha impedito di usare le canzoni degli Oasis nel suo documentario Knebworth 22, che testimonia il suo ritorno sul palco di Knebworth la scorsa estate ventisei anni dopo gli iconici concerti degli Oasis nel 1996. Pertanto il film (che nelle sale cinematografiche italiane non sarà trasmesso) non avrà nessuno dei brani firmati Oasis a causa del veto del fratello Noel.
A precisa domanda postagli su Twitter da un fan, ovvero se le canzoni degli Oasis sarebbero state presenti nel documentario, Liam ha risposto: "Nessuna canzone degli Oasis, poiché la canaglia arrabbiata lo ha impedito. Ha bloccato anche la canzone degli Oasis che ho cantato per il tributo a Taylor Hawkins, è un ometto orribile."
Tornando successivamente sull'argomento Liam Gallagher ha detto: "Puoi impedirci di usare le canzoni ma non puoi cancellare i nostri ricordi. Vergognati, Noel Gallagher".
Riguardo al suo concerto a Knewborth Liam ha dichiarato: "Sono ancora scioccato per aver suonato due sere a Knebworth, 26 anni dopo averlo fatto con gli Oasis. Sto ancora cercando di capirci qualcosa. Avere suonato per diverse generazioni nello stesso luogo a così tanti anni di distanza va al di là del credibile. Sono davvero felice che l'abbiamo documentato. Knebworth per me è stato e sarà sempre una celebrazione dei fan così come della musica. Godetevi il film e lo rifacciamo tra altri 26 anni."
Sources: NME, Rockol, Wales Online
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Noel Gallagher segue il Manchester City da quando è bambino e quando può va allo stadio. Se si trova in tournée segue la partita anche nei bar e se non la trasmettono in televisione la ascolta alla radio. Parla di calcio con la stessa competenza con la quale parla di musica e con il suo solito tono ironico. Intervistato in esclusiva per Sky Sport Italia, racconta il momento del City e spiega come pensa si svilupperà questa particolare stagione di Premier League che è stata interrotta per il mondiale.
Felice del sorteggio di Champions League?
"Sono molto contento: felice che il City sia stato sorteggiato con il Lipsia, poi lo United incontri il Barcellona e il Liverpool il Real Madrid. Il PSG affronterà, invece, il Bayern. Dunque due di queste sono fuori. Molto bene".
Come hai reagito alla notizia dell’acquisto di Haaland?
"C'era la sensazione che sarebbe arrivato, anche perché quali erano le alternative? Da quando abbiamo sentito che era sul mercato, abbiamo sempre pensato di essere in corsa per prenderlo. Potevamo pagarlo più di chiunque altro. Quando però abbiamo sentito che arrivava per davvero eravamo estatici. La squadra era già eccezionale con Guardiola e tutti gli altri giocatori. Aggiungere lui è stato incredibile. Nessuno credo si aspettasse che sarebbe stato così bravo. È al di sopra di qualsiasi scala di misura, è semplicemente incredibile. Si immaginava potesse fare bene, ma è andato oltre ogni aspettativa. Pensavo che potesse essere capocannoniere, ma ha già segnato 22 gol, è ridicolo. Dopo aver segnato la tripletta contro il Nottingham Forest ha chiesto di fare una foto con me. Io ho pensato: 'Wow'. È il ragazzo più normale che tu possa incontrare. Semplicemente un bravo ragazzo giovane, così tranquillo, fantastico".
L'atteggiamento è molto importante per un calciatore.
"Devo dire - ho spesso occasione di vedere i giocatori - che hanno davvero un bel gruppo all’Etihad. Ritengo che tutte le squadre rispecchino poi l’allenatore e Guardiola ha una personalità fantastica. Quando lo senti parlare in televisione ti ispira, mi sento ispirato da lui. Deve essere incredibile per un ragazzo giovane di circa 22 anni ascoltarlo insegnarti di calcio. Devo però dire che tutti i ragazzi del City sono bravi. Sono consapevole del fatto che sappiano chi sono e che con me si comportino diversamente, ma non senti mai storie brutte su di loro".
Cosa portano gli italiani in Premier?
"Dirò una cosa ovvia: la passione. Sono persone molto passionali, appassionati di calcio, un po’ pazzi. Odiano perdere e odiano le ingiustizie. Abbiamo avuto Mancini, Balotelli, entrambi un po’ pazzi. Conte è un grande allenatore, un grandissimo allenatore. Ci sono sempre stati grandi italiani in Premier League e credo che fare bene qua per loro significhi molto. Portano passione per lo sport e per il nostro paese".
Se potessi scegliere un giocatore da portare al City chi sarebbe?
"Jude Bellingham. Credo che a un certo punto Gündoğan andrà via e forse anche Bernardo Silva, vorrà giustamente andare in un posto più caldo. Credo che Bellingham sarebbe perfetto per noi, lo sarebbe per qualunque squadra, ma nella nostra sarebbe incredibile. In realtà la persona che vorrei vedere firmare è Pep. Vorrei vedere il mio amico Pep firmare un contratto di dieci anni e poi tutto andrà bene. Si tratta di una fantasia, ma sarebbe bello firmasse un nuovo contratto prima della fine della stagione. Se invece dovessi scegliere un giocatore, sarebbe Bellngham".
Chi vedete come vostri principali rivali?
"Il rivale principale rimane il Liverpool. Molti si stanno agitando per l’Arsenal che continua a vincere, anche partite importanti. Credo però che su 38 partite, una lunga stagione, dopo la pausa per il mondiale, rimarrà il Liverpool. Quando si arriverà all’ultimo mese della stagione il Liverpool sarà lì. Poi l’Arsenal, certo. Probabilmente loro non vorrebbero che ci fosse il mondiale in questo momento perché sono in ottima forma e si devono fermare un mese. Il City credo che darà continuità, ma sarà come avere due metà della stessa stagione. Se continuiamo come stiamo facendo credo che andrà bene".
Scegli una canzone, fra le tue, per Guardiola, Haaland e De Bruyne.
"Per Pep è 'The Masterplan', perché lui ha il piano. Per Haaland sarebbe 'Supersonic', perché lui è supersonico. Per Kevin de Bruyne dico 'What a life' perché iniziare così come ha fatto lui e poi arrivare a giocare in Premier League, essere venduti. Venire definiti un fallimento per poi ritornare in Premier per tanti soldi e avere tutti in Inghilterra che dicono che non ce l’avrebbe fatta: Infine poi fare bene come ha fatto. Lui è… non ho parole per descriverlo. Lui e Haaland si miglioreranno a vicenda".
Nuovo album, nuovi sound?
"Il singolo che c’è al momento 'Pretty Boy' è un po’ un’anomalia rispetto al resto dell’album. Non c’è altro che gli assomigli. Quando incido una nuova canzone penso sempre che tutto ricordi il mio modo di fare musica, poi esce e nessuno pensa sia così. Ci sono però alcuni elementi caratteristici: è molto orchestrale, molti archi, molti bei cori, credo piacerà molto ai miei fans. Ci sono però forse un paio di cose che non abbineresti a me, ma non voglio svelare troppo. Ogni canzone è molto diversa da quella precedente, il che è un bene".
La top 3 dei momenti che hai vissuto da tifoso del City?
"La mia prima partita, nel 1974, giocavamo in casa contro il Newcastle e abbiamo vinto 4 o 5 a 1. Questo sarebbe il primo. Il secondo sarebbe l’'Aguero moment'. Ero in tour in Cile, erano tipo le 8 del mattino e la stavo guardano in un bar vuoto. È stata una partita mai vista, da pazzi. Il terzo sarebbe contro l’Aston Villa la scorsa stagione. Ero alla partita ed eravamo sul 2 a 0 venti minuti alla fine. Quei 20 minuti sono stati pazzeschi, senza alcun senso".
Alla fine della scorsa stagione ti sei infortunato a fine partita...
"Il padre di Ruben Dias era seduto qualche fila dietro. Stavo tenendo mio figlio in braccio, avevamo appena segnato il gol della vittoria. Lo avevo appena messo giù, mi sono girato e il padre di Ruben Dias mi ha scontrato. Il mio naso... c’era sangue ovunque. Non dimenticherò mai quella giornata!"
Molti ricordi legati al City, belli e brutti.
"Sicuramente, molti anche brutti. Ho visto la squadra retrocedere per tre volte. Tempi terribili. Ora è tutto bello. Mio figlio di dodici anni viene allo stadio con me e non conosce un’altra versione del City se non quella incredibile. Non capisce fino in fondo da dove arrivi il club e non gli interessa nemmeno. Pensa solo che siamo la cosa migliore del mondo, lo siamo sempre stati, lo saremo sempre".
Source: skysport.it
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Il 31 ottobre Noel Gallagher ha presentato il singolo Pretty Boy a Summer Camp, la trasmissione di
Radio Deejay. Il brano, che vede la partecipazione di Johnny Marr degli Smiths, è stato al centro della chiacchierata al telefono con Nikki e Federico Russo. L'audio è alla fine del post.
Intervistato da Nikki e Federico Russo, Noel Gallagher parte dicendo che non festeggia Halloween perché è una cosa "da americani", per poi parlare della particolare atmosfera del proprio studio di registrazione: "Non festeggio Halloween, la vedo più come una cosa americana".
"L’anno scorso però abbiamo fatto una call su Zoom e c’era un’atmosfera nel tuo studio un po’ Halloween, con candele, funghetti e luce bassa", ricorda Federico Russo.
"Vero, il mio studio è esattamente così", risponde Noel, "ma non ha niente a che vedere con Halloween" (ride).
Il 31 ottobre, oltre a essere la festività più amata dai bambini di tutto il mondo, rappresenta anche un’altra grande festa: il compleanno di Johnny Marr, chitarrista della band inglese degli Smiths. Inevitabile per Nikki chiedere a Noel Gallagher se sia stata una coincidenza far uscire il singolo Pretty Boy proprio in questa giornata: "Oggi esce una canzone con il tuo eroe, Johnny Marr. Non è una coincidenza visto che è il suo compleanno, vero?".
"Non lo sapevo! Stamattina ci siamo sentiti, lui mi ha detto: mamma come suona bene il nostro brano alla radio!", e ho scoperto all’ultimo che era anche il suo compleanno! Buon compleanno Johnny, a questo punto. Possiamo dire che più che un regalo per lui, questo singolo è un regalo per me".
Pretty Boy si potrebbe effettivamente definire un gran bel regalo per Noel Gallagher. L’artista racconta a Nikki: "Non potrei mai definirmi neanche lontanamente bravo come Johnny, è uno dei miei eroi. Sono un grandissimo fan degli Smiths, di Paul Weller, un chitarrista che suonava con David Bowie, Steve Jones dei Sex Pistols. Devo dire sono fortunato abbastanza da conoscere così bene Johnny Marr da potergli chiedere di venire a suonare la chitarra sul mio pezzo, e sono anche fortunato per il fatto che a Johnny piace quello che faccio insomma".
La voglia di sentire Noel Gallagher suonare in Italia è tanta e Federico Russo non può fare a meno di chiederglielo: quand’è che torna? La sua risposta: "Non vedo l’ora, dobbiamo aspettare ancora un po’, forse un anno o forse più, ma ne varrà la pena. Sarà una lunga attesa, ma anche gli High Flying Birds non vedono l’ora di tornare. L’Italia è uno dei nostri posti preferiti dove suonare".
Le canzoni di Noel Gallagher hanno sempre una componente cinematografica molto forte, come racconta Nikki a Summer Camp. Ogni volta che sente una sua canzone, gli sembra di star assistendo a un film non ancora creato. E se Noel si dedicasse al mondo cinematografico? L’artista risponde: "Guarda, devo dire che non me l’hanno mai chiesto, ma mi piacerebbe tantissimo per esempio scrivere una sigla per uno dei James Bond o magari delle musiche per un film porno".
Nikki: "Magari potresti scrivere un porno con James Bond!" (ride).
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Rispondendo su Twitter a un proprio follower che gli ha domandato come sarebbe suonata la sua voce in un brano degli High Flying Birds, Liam Gallagher ha risposto pronto: "Mai sentito parlare di loro". Un altro fan ha invece chiesto se avesse sentito la nuova canzone del fratello Noel, Pretty Boy, uscita qualche giorno fa. Liam gli ha dato soddisfazione con una battuta: "Non ho sentito nulla, non sapevo che stesse ancora facendo musica".
Di recente Liam aveva accusato il fratello Noel di aver bloccato l'utilizzo delle canzoni degli Oasis per il docufilm sui concerti che l'ex cantante degli Oasis ha tenuto a Knebworth nel giugno 2022.
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Nella giornata di lunedì Noel Gallagher è stato intervistato al telefono da Ringo nella trasmissione Revolver, su Virgin Radio. L'ex Oasis ha parlato del suo nuovo singolo Pretty Boy, uscito in giornata. Ecco l'audio della chiacchierata.
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Noel Gallagher, intervistato da Cecilia Songini, in arte Cecile B, su Radio Freccia dalle 15.40 del 31 ottobre 2022, parla del suo nuovo singolo Pretty Boy, uscito in giornata.
"Sì, il brano suona come i Cure", ha detto Noel. "Robert Smith dei Cure ha fatto un remix di questo brano che suona esattamente come i Cure. Se vedete il video e leggete il testo, si spiega da sé, ma mi piace l'ultimo verso del brano, che dice 'vorrei cambiare il mio segno zodiacale perché non mi si addice'. Dura 4 minuti e 55 secondi e tutti questi minuti sono fantastici".
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Come anticipato giorni fa, è stato pubblicato stamane il nuovo singolo dei Noel Gallagher's High Flying Birds. Si intitola Pretty Boy ed è il primo inedito estratto dal nuovo album in studio, la cui uscita è prevista per il prossimo anno. Il video della canzone è alla fine del post.
Pretty Boy segna l'inizio di un nuovo capitolo creativo per l'ex Oasis. Registrato nello studio di Noel a Londra (Lone Star Sound) e coprodotto con Paul "Strangeboy" Stacey, vede anche la partecipazione dell'amico e collaboratore di lunga data Johnny Marr, il leggendario chitarrista degli Smiths.
A proposito del singolo, Noel ha raccontato: "Questo nuovo brano è stato il primo che ho scritto ed il primo che ho finito, quindi è giusto che sia il primo progetto che il pubblico può ascoltare. Un enorme plauso a Johnny Marr per aver aggiunto il suo tocco unico e speciale. Oh ... e fate attenzione a un mio cameo nel video ... il primo che mi vede vince una borsa di Flamin' Hot Wotsits Giants!".
Il precedente album in studio di Noel Gallagher, intitolato Who Built The Moon?, era stato pubblicato nel 2017 e aveva subito raggiunto il primo posto della classifica britannica degli album. A questo sono seguiti tre EP.
Nel giugno 2021 era uscito Back The Way We Came: Vol 1 (2011-2021), la raccolta celebrativa dei dieci anni di carriera dei Noel Gallagher's High Flying Birds. Si è trattato del quarto album consecutivo della band a raggiungere il primo posto delle chart e il dodicesimo album asceso al primo posto nella prolifica carriera di Noel.
La scorsa estate la band di Noel è andata in tour per il Regno Unito, con il culmine in una esibizione sul prestigioso Pyramid Stage di Glastonbury.
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La leggenda degli Who Roger Daltrey vuole che gli Oasis si riuniscano. Il cantante lo ha dichiarato nel corso di un'intervista rilasciata insieme a Yungblud per l'edizione statunitense di Rolling Stone.
"Bisogna reidratarsi quando si scende dal palco. Quando la temperatura si fa troppo alta, ti puoi cuocere il cervello. Una volta abbiamo fatto un concerto a Parigi e in platea c'erano 45 gradi. C'era Liam Gallagher tra il pubblico. Il caro Liam era in piedi in mezzo alla folla con un dannato impermeabile. Lui è il tizio più figo, gli voglio un mondo di bene. Tu l'hai mai incontrato?".
Alla risposta negativa del giovane collega, che ha comunque espresso la proprio ammirazione per l'ex cantante degli Oasis, Daltrey ha replicato: "Liam è il migliore e vorrei che gli Oasis tornassero insieme. Anche se adesso è riuscito a ritagliarsi una propria nicchia, gli voglio davvero bene e penso sia fantastico. È una persona completamente onesta, non è spaventato dall'esprimere i propri sentimenti. Credo sia molto simile a te, mi ricordi molto lui".
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Neanche il tempo di essere messe in vendita sul sito ufficiale e nei due nuovi negozi di Manchester e Londra lo scorso 21 ottobre che le LG Rambler disegnate da Liam Gallagher per Clarks Originals sono subito andate esaurite. Ora però si trovano su eBay a 300 sterline (345 euro), ovvero più del doppio del prezzo originario, che era 130 (150 euro), con i fan inferociti per l’evidente speculazione originata dall’edizione limitata del prodotto. «La gente le ha comprate solo per realizzare un profitto o per collezionarle, ma non le indosseranno mai», ha scritto non a caso un utente sulla pagina social del brand.
Realizzate con pellami di provenienza europea, le scarpe hanno l’iconica suola in suede e lacci in corda e sono declinate nelle tonalità autunnali marrone e marrone chiaro, mentre la linea è caratterizzata da dettagli unici, fra cui i loghi LG Rambler e il volto stilizzato di Gallagher sul tallone. «Nel 2018 Liam ha pubblicato un tweet chiedendo se qualcuno alla Clarks potesse procurargli un paio di Clarks Rambler, allora fuori produzione. Da allora abbiamo collaborato con lo stesso Gallagher per progettare le sue LG Rambler», ha scritto l’azienda di calzature sulla propria pagina Instagram, presentando le nuove scarpe.
Source: Corriere della Sera
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Ventisei anni dopo gli storici concerti degli Oasis del 1996, nel giugno scorso Liam Gallagher è tornato a Knebworth e ha raccolto 170.000 spettatori. Ora la storia di quei due giorni straordinari diventa un film. Arriva in anteprima esclusiva, nei cinema di tutto il mondo, Liam Gallagher - Knebworth 2022, il docu-film evento, nei cinema italiani solo il 17 e 18 novembre 2022. Con interviste inedite, dietro le quinte e materiali preziosi, per la reunion di tutti i fan dell’artista.
Trafalgar Releasing, Warner Music Entertainment e MTV Entertainment Studios sono lieti di annunciare l’arrivo nelle sale cinematografiche di tutto il mondo del docu-film Liam Gallagher – Knebworth 22, che debutterà nei cinema italiani solo il 17 e il 18 novembre (prevendite aperte dal 21 ottobre. Elenco sale su nexodigital.it). Le proiezioni in sala saranno arricchite da due canzoni aggiuntive tratte dall’esibizione di Knebworth che verranno suonate in chiusura del docu-film: un contenuto esclusivo per le sale cinematografiche che non apparirà in nessun’altra uscita del film e che i fan potranno godersi sul grande schermo solo in questa occasione.
All’inizio di quest’anno Liam Gallagher ha superato ogni aspettativa ed è tornato a Knebworth, circa 26 anni dopo gli storici concerti degli Oasis del 1996. L’evento di quest’anno ha coinciso con la pubblicazione del terzo album da solista, C’mon You Know, che è valso la conquista del suo terzo numero uno nella classifica degli album in UK.
Liam Gallagher – Knebworth 22, diretto da Toby L (Foals – Rip Up The Road / Olivia Rodrigo – Sour Prom / Tonight With Arlo Parks / Bastille – ReOrchestrated / Rihanna – 777), è un documentario che riporta Liam Gallagher nel luogo delle esibizioni più importanti della sua ex band, con interviste inedite, dietro le quinte e filmati dei concerti ripresi da 20 camere. Ma il docu-film si spinge anche oltre, alla ricerca di storie e punti di vista di collaboratori e fan di diverse generazioni provenienti da tutto il mondo, confrontando il contesto emotivo e sociale degli spettacoli degli anni ’90 rispetto al tumulto della nostra epoca attuale.
Racconta Liam Gallagher: "Sono ancora sotto shock per il fatto di aver potuto suonare a Knebworth due sere, 26 anni dopo averci suonato con gli Oasis. Sto ancora cercando di capacitarmene. Aver suonato per più generazioni nello stesso luogo a così tanti anni di distanza è stato biblico, anzi qualcosa di più. Sono felice di averlo documentato. Per me Knebworth è stato e sarà sempre una celebrazione dei fan e della musica. Godetevi il film e rifacciamolo tra altri 26 anni".
Il regista Toby aggiunge: "Volevamo aggiungere un altro livello alla storia di Liam Gallagher, celebrando il suo ritorno in un luogo così sacro come artista solista, ma anche condividendone la luce con coloro che rendono Knebworth un luogo così importante: le persone. Pochi spettacoli raggiungeranno mai una tale portata e pochi momenti preziosi come quello vissuto all’inizio dell’estate possono significare tantissimo per tante persone. In un momento in cui è facile sentirsi impotenti di fronte al peso del mondo che ci circonda, speriamo che questo film possa essere un piccolo promemoria di ciò che siamo in grado di superare. È una lettera d’amore alla musica dal vivo e all’essere di nuovo insieme".
Kate Shepherd, Managing Director di Warner Music Entertainment UK, ha dichiarato: "Liam è all’apice delle sue capacità e per noi era davvero importante catturare non solo la sua incredibile performance, ma anche i fan multigenerazionali che hanno reso questo momento così fondamentale. Questo film dimostra che Liam è una delle più grandi rockstar britanniche di sempre e che la portata del suo lavoro è più forte che mai".
In Italia il docu-film è distribuito in esclusiva da Nexo Digital in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY, MYmovies.it e Live Nation.
MUSICA: LIAM GALLAGHER
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: SEBASTIAN CORT
REDATTORE PRINCIPALE: DANNY ABEL
ASSISTENTE AL MONTAGGIO: ALEX TOWNEY
COLONNA SONORA ORIGINALE: ED HARCOURT
ASSISTENTE ALLA PRODUZIONE: KATIE COOPER
PRODUTTORE: JOSH CONNOLLY
PRODUTTORI ESECUTIVI: JOSH CONNOLLY, TOBY L, DEBBIE GWYTHER, SAM ELDRIDGE, KATE SHEPHERD, LAURA COLLINS, JEREMY DAVIES & BRUCE GILLMER
DIRETTO DA TOBY L
Si informano gli spettatori che i cinema del circuito The Space non aderiscono alle convenzioni.
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Mentre la reunion degli Oasis rimane un lumicino lontano per i fan della band inglese, continuano le diatribe tra i fratelli Gallagher.
L'ultima, raccontata sui social da Liam è il divieto arrivato dal familiare a usare i brani degli Oasis nel documentario sul suo concerto a Knebworth, in uscita a novembre. "Non ci saranno canzoni degli Oasis perché quel moccioso incazzato non l’ha permesso come per quelle che ho cantato al concerto tributo di Taylor Hawkins. È un piccolo uomo orribile", ha scritto il cantante in risposta a un utente che chiedeva informazioni sui brani presenti nel doc.
IL VELENO SU TWITTER - Liam Gallagher ha poi proseguito su Twitter lanciando l'ennesima freccia avvelenata contro il fratello: "Puoi impedirci di usare le canzoni, ma non puoi cancellare i nostri ricordi. Vergognati, Noel Gallagher".
IL DOCUMENTARIO - Il documentario sul concerto di Knebworth di Liam Gallagher, che si è tenuto a 26 anni dalla storica doppia data degli Oasis del 1996, uscirà il 17 novembre nelle sale cinematografiche inglesi. In estate l'ex frontman degli Oasis è tornato, a distanza di 26 anni, a Knebworth, dove la band è stata protagonista nel 1996 di uno degli eventi dal vivo più importanti nella storia moderna del Regno Unito radunando 250mila fan. Questo storico evento, tra l'altro, è stato a sua volta protagonista del documentario "Oasis Knebworth 1996".
L'INTERVISTA A NOEL - Intanto, solo un giorno prima Noel Gallagher sembra aver chiuso per l'ennesima volta le porte a una possibile reunion degli Oasis (GUARDA QUI CON SOTTOTITOLI ITA). Durante la chiacchierata da pub del programma Pub Talk, con gli ex calciatori Ray Parlour e Alan Brazil, il chitarrista ha detto a proposito della band con il fratello: "Andreste in vacanza con la vostra ex?", spiegando: "Se ci rimettessimo assieme diventerebbe un circo. Non avrebbe senso". "Lasciamo le cose come stanno. Sono felice così. Lui fa la sua cosa. Voglio dire, lui fa ancora il tutto esaurito a Knebworth. In bocca al lupo, amico!". Ha poi dichiarato che le vendite odierne sono uguali a quelle di un tempo: "Oggi gli Oasis vendono lo stesso numero di dischi all’anno di quando eravamo assieme. Siamo popolari oggi quanto allora. E mi sta bene così".
Source: TGCOM
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Alla domanda, immancabile, sulla possibilità di una reunion degli Oasis, Noel, interpellato a Pub Talk dagli ex calciatori Ray Parlour e Alan Brazil, ha risposto perentorio: "Andresti in vacanza con la tua ex?". Gallagher ha aggiunto che il ricongiungimento con il fratello sul palco potrebbe accadere, ma solo "in circostanze straordinarie". CLICCA QUI e guarda il video con sottotitoli in italiano.
"Per quanto sembri strano, gli Oasis vendono lo stesso numero di dischi all'anno di quando eravamo assieme", ha spiegato Noel. "Agli occhi della gente oggi siamo popolari quanto allora. E ne sono contento. Se ci rimettessimo assieme diventerebbe un circo e non avrebbe senso. Lasciamo le cose come stanno: io sono felice, lui fa la cosa sua. Cazzo, fa ancora il tutto esaurito a Knebworth lui! Amico, in bocca a lupo!".
Nella stessa intervista, Noel Gallagher ha detto che per lui il disco che meglio rappresenta gli Oasis è Definitely Maybe e non (What’s the Story) Morning Glory?, poiché quest'ultimo non è stato composto con la medesima cura: "Per il secondo album non ho fatto dei demo. Per metà è stato scritto in studio, non c'è trasporto. L'abbiamo un po’ improvvisato perché eravamo sempre in tour".
Nei prossimi giorni sul nostro canale YouTube potrete vedere l'intervista integrale sottotitolata in italiano, in cui Noel parla anche di attacchi di panico, del giorno in cui ha smesso con la cocaina, dei suoi ricordi di tifosi del Man City, di Haaland e della passione di suo figlio Sonny per il calcio, del successo che ha travolto Amy Winehouse, dell’importanza di essere circondato dalle persone giuste.
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"You're too good for giving up", "sei troppo bravo per arrenderti", canta Liam Gallagher in uno dei brani contenuti nel suo ultimo album, C'mon You Know, uscito nel maggio scorso. La canzone, Too Good for Giving Up, è diventata un video, che Liam Gallagher ha pubblicato qualche giorno fa sui social dedicandolo al tema della salute mentale.
Uscita il 10 ottobre, nella giornata dedicata alle patologie psichiatriche, la clip accompagna il toccante brano musicale dell'ex cantante degli Oasis, oggi solista, che richiama l’attenzione su un tema così delicato. Per questo nuovo singolo Gallagher ha collaborato con Talk Club, un’organizzazione benefica che offre terapia e sostegno a persone in difficoltà e con problemi di natura mentale.
Nei post con cui presenta il nuovo video l’artista britannico diffonde anche un messaggio personale: "Tutti noi conosciamo qualcuno che ha dovuto affrontare le conseguenze di un suicidio, i casi sembrano essere tristemente ai massimi storici. Ho perso molte persone troppo presto e so quanto è importante parlarne. Sono molto felice di poter essere di aiuto con la mia canzone Too Good For Giving Up e di collaborare con Talk Club" .
Poi Liam, in un altro post, si rivolge direttamente al suo pubblico mostrandosi in primo piano con in mano un cartello con su scritto: "Come stai da 1 a 10?". Giovedì 13 ottobre, dall’account Twitter dell’associazione Talk Club, Liam ha poi risposto alle domande sulla salute mentale che gli hanno rivolto gli utenti.
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Liam Gallagher scalda i fan. Sui propri profili social il cantante ha annunciato oggi l'uscita di un nuovo documentario sul concerto di Knebworth, "…beyond Biblical", "oltre che biblico". Il docufilm sarà disponibile per un periodo limitato nelle sale cinematografiche il 17 novembre, mentre i biglietti saranno messi in vendita venerdì 21 ottobre alle 9 di mattina.
Il concerto, tornato nello storico sito degli spettacoli del 1996 con gli Oasis, è andato esaurito per entrambe le date del 3 e del 4 giugno scorsi. Un evento che ha visto l’apertura affidata alla voce di Sergio Pizzorno dei Kasabian. Praticamente in contemporanea con il giubileo di platino dell’ormai defunta regina Elisabetta, Liam Gallagher era riuscito a radunare oltre 170mila persone sotto il palco della campagna dell'Hertfordshire.
Ventisei anni fa gli Oasis portarono a Knebworth 250mila spettatori in due serate, il 10 e l'11 agosto 1996, e stavolta uno solo dei fratelli Gallagher ha segnato un nuovo punto nella storia del Britpop. Liam ha deciso di immortalarlo con un documentario che vede alla regia Toby L. Questa nuova produzione segue il docufilm uscito nel 2021 sullo storico concerto di Knebworth 2022.
"Knebworth 22 è un nuovo lungometraggio-documentario che ripercorre Liam nel luogo delle cruciali esibizioni della sua ex band, comprese interviste completamente nuove, dietro le quinte e filmati del concerto catturati da 20 posizioni della telecamera. Il film va anche un po' oltre, cercando storie e prospettive di collaboratori e fan di diverse generazioni da tutto il mondo, trasponendo il contesto emotivo e sociale degli spettacoli degli anni '90 rispetto al tumulto della nostra era attuale". Questo è quanto si legge nella presentazione del docufilm.
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In questo video la seconda e ultima parte dell'intervista concessa ad agosto da Liam Gallagher a Matt Wilkinson di Apple Music (la chiacchierata è stata diffusa il 21 settembre), con sottotitoli di OasisNotizie.
Liam parla del legame con il compianto Taylor Hawkins e dell'ipotesi di ricongiungimento con il fratello Noel per rimettere in piedi gli Oasis ("non andrò in giro a implorare") e della sua predilezione per Lennon rispetto a McCartney.
L'ex cantante degli Oasis ribadisce: "Non sono quel tipo di persona che si siede a casa con la chitarra e prova a scrivere una canzone. Ho altro da fare in vita mia, non sono uno di quei cantautori impegnati che si siedono lì alla ricerca della grande canzone, capisci? Sono felice se lo fa un altro fottuto tizio e io la canto".
Infine Liam commenta brevemente la propria cover di I don't wanna be a soldier di Lennon.
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Intervistato ad agosto da Matt Wilkinson di Apple Music (la chiacchierata è stata diffusa il 21 settembre), Liam Gallagher ha toccato vari argomenti, dalle differenze tra il concerto di Knebworth 1996 e Knebworth 2022 alla condotta prima delle esibizioni dal vivo ("ho ripreso con l'alcol prima dei live, bevo brandy, ma con moderazione"), dall'ipotesi di un supergruppo con John Squire all'ingresso di Little Barrie nella band che lo accompagna sul palco, dalla fine degli Oasis, avvenuta, a dire di Liam, per colpa dei "capricci" e delle "stronzate di Noel", al modo rabbioso di cantare che caratterizza lo stesso Liam.
Guarda il video con sottotitoli ITA by frjdoasis. Prima parte.
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In esclusiva per OasisNotizie, abbiamo raggiunto l’intrattenitore, attore e speaker radiofonico di Radio 105 Edoardo Mecca, per parlare di Oasis e anni '90.
Quali ricordi ti suscitano gli Oasis?
“Gli Oasis sono un grandissimo gruppo che ha fatto la storia del rock-pop: una band che ha accompagnato l’adolescenza di noi millenials. I Coldplay, attualmente, mi ricordano quello che rappresentavano gli Oasis negli anni ’90. Gli Oasis erano un gruppo che puntava molto sul carisma dei due leader, ossia i fratelli Gallagher, che poi hanno fatto parlare di loro anche per situazioni extra-musicali e per la loro passione calcistica mai celata per il Manchester City”.
Canzoni preferite?
“Wonderwall è sicuramente la canzone degli Oasis che ricordo con maggior gioia, dato che mi ha accompagnato durante una fase molto bella della mia vita: l’età della spensieratezza. Ci sono quelle canzoni che ti accompagnano anche nel percorso di crescita dell’adolescenza: ecco, Wonderwall è certamente una di queste. Si tratta di un brano, di una colonna sonora generazionale, per chi, come me, è nato alla fine degli anni ’80 ed ha vissuto il periodo gli anni ’90-’00”.
Il binomio anni ’90-Juventus è molto forte. Cosa ne pensi?
“La Juventus negli anni ’90 era una squadra che incuteva timore negli avversari. Era quella Juve per cui Gary Neville, intervistato in un post-partita di un match dei gironi di Champions, provava un gesto di stizza perché all’ultimo minuto i bianconeri vincevano con l’Olympiakos e superavano il girone. Era una squadra che in Europa nessuno avrebbe mai voluto affrontare”. Professionalmente hai qualche progetto in cantiere?
“Per me è un grande piacere lavorare in radio, è un enorme traguardo: un mezzo meraviglioso, un sogno vero e proprio per me. Sto proseguendo con lo spettacolo teatrale Avrei soltanto voluto sul tema del cyberbullismo ed è indirizzato non solo alle nuove generazioni, ma anche ai miei coetanei, ai genitori e a tutti coloro che devono capire come lo strumento tecnologico possa essere sia importante che un’incognita. È fondamentale comprendere il giusto utilizzo di questo strumento. Poi ci sono tanti altri progetti in cantiere: serate, eventi e, in più, sto scrivendo uno spettacolo da portare in giro. L’importante è non fermarsi mai!”.
Ringrazio di cuore Edoardo per la grande disponibilità e gentilezza dimostrate nel corso della nostra intervista.
Valerio Pieraccini
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Intervistato da Absolute Radio a proposito del suo cinquantesimo compleanno, Liam Gallagher si è detto entusiasta di essere vivo e orgoglioso di tagliare questo traguardo.
Poi, interrogato su dove celebrerà la ricorrenza, ha scherzato: "Ho detto alla gente dove andrò. Mi svaligeranno casa, ma darò in escandescenze se ...". Guarda il video con sottotitoli ITA by frjdoasis.
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Liam Gallagher, intervistato qualche giorno fa da Dave Berry di Absolute Radio, ha regalato un simpatico siparietto sul parka che avrebbe indossato al concerto di Cardiff del 15 settembre 2022. Poi ha aggiunto: "Per me il Galles viene trascurato dal rock 'n' roll. È sempre Glasgow, Scozia, Inghilterra, Irlanda, ma il pubblico gallese è matto quanto lo siamo noi".
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Intervistato da Johnny Vaughan su Radio X il 2 settembre, alla vigilia dell'esibizione al concerto tributo a Taylor Hawkins, Liam Gallagher rivela che celebrerà il proprio cinquantesimo compleanno sull'isola caraibica di Mustique "perché lì non ci sono coglioni coi telefoni: i telefonini non sono ammessi".
Liam spiega anche perché si tiene alla larga da Brian May e dalla "banda" dei Queen. "L'ho insultato, per cui se lo vedo mi metto il cappuccio e scappo via. Se lo incontrassi, darei la colpa a Noel dicendogli: 'È stato lui a insultarti!' ...". A proposito del compianto Hawkins, Liam dice: "Non direi che fossimo amiconi, ma parlavamo molto al telefono di rock 'n' roll a orari stupidi. È triste".
Guarda il video con sottotitoli ITA by frjdoasis.
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Intervistato da Radio X il 2 settembre, Liam Gallagher dice che i veri avventori dei pub sono quelli che ci vanno d'inverno. Poi spiega che i rocker come lui faticano molto più dei calciatori, che a suo dire si limitano a giocare a calcio.
Guarda il video con sottotitoli ITA by frjdoasis.
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In esclusiva per OasisNotizie, abbiamo raggiunto il cantautore e musicista italiano Bugo, grande appassionato di Oasis.
Da dove nasce la passione di Bugo per gli Oasis?
“Io sono nato nel 1973, quando i Gallagher sono usciti, nel 1994, avevo 21 anni ed ero nel pieno della mia gioventù musicale. Mi ricordo che sono arrivato alla musica nel '90-'91 principalmente grazie ai Nirvana e quando Kurt Cobain se n’è andato, nell’aprile '94, gli Oasis sono usciti con “Definitely Maybe” nell’agosto dello stesso anno. Abitavo ancora a Cerano, in provincia di Novara, ed andavamo tuti i sabati a Novara al negozio di CD (perché nel mio paese non c’erano): una volta, sono tornato a casa con il primo album degli Oasis”.
Canzoni o album preferiti?
“Va un po' a periodi, i primi 3 album sono tra i miei preferiti, poi dipende da quello che ho bisogno di sentire: la settimana scorsa ho ascoltato 2 volte consecutive “Standing on The Shoulder of Giants”, da cui ho tratto diversi spunti per l’album su cui sto lavorando. Mi ricordo che quando comprai “Definitely Maybe”, il disco mi colpì molto: si tratta di un album che, ancora adesso, ha una sua potenza sonora che avverto sin da subito da musicista. Possiede un’irruenza sonora che, da primo album, rappresenta un insegnamento per gli altri artisti: perché il primo album di un artista non deve essere troppo “pettinato” ma una sorta di “sberla in faccia” e quello lo è. Poi, acquistato “Be Here Now”, andai a vedere il primo concerto degli Oasis il 16 novembre 1997 al Forum di Assago e ricordo bene lo stile British dell’evento”.
Nelle canzoni di Bugo ci sono interconnessioni con gli Oasis? Ci dicevi che stai lavorando ad un nuovo album?
“Quando ho formato la mia band, io avevo 2 gruppi di riferimento, ossia Nirvana ed Oasis: decisi di pormi sulla strada di un gruppo “alla Nirvana” perché capii che allora un rock in Italia “alla Oasis” non avrebbe fatto presa. Non eravamo pronti e se guardo quelli che hanno imitato gli Oasis mi sembrano ridicoli. Poi, andando avanti nella mia carriera, gli Oasis sono sempre stati i miei ascolti ed i miei riferimenti crescendo con la mia musica, nel look e nel non avere peli sulla lingua. Venendo al disco nuovo che ho registrato quest’anno a Brescia, la mia intenzione era quella di creare un album più chitarristico, mi sono di nuovo avvicinato alla musica che ascoltavo da ragazzo e finisco sempre lì: torno agli Oasis ed ai Nirvana ma anche ai Fontaines D.C.. Il disco è stato registrato da gennaio 2022 fino ad agosto 2022 ed uscirà nel 2023”.
Ringrazio di cuore Bugo ed il suo manager Marco per le grandi disponibilità e gentilezza dimostrate nel corso della nostra intervista.
Valerio Pieraccini
(L'Intervista - n. 2)
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Il nostro collaboratore Valerio Pieraccini ha intervistato il giornalista sportivo e critico musicale Luca Fausto Momblano, grande fan degli Oasis.
È stata una bellissima intervista, che vi proponiamo qui di seguito. Grazie a Valerio e Luca.
Abbiamo raggiunto Luca Fausto Momblano, autore, giornalista sportivo e critico musicale, in esclusiva per Oasis Notizie. Appassionato di calcio applicato e narrazioni dietro le quinte, dalla carta stampata alla tv il passo è breve: per anni a Juventus Channel in qualità di opinionista tecnico, attualmente è giornalista e redattore in forza al gruppo Mediapason (TeleLombardia, Antenna, TopCalcio24).
Ciao Luca, che ricordi ti suscitano gli Oasis?
“I ricordi sono legati ad un momento della vita molto bello e speciale: quello dell’autonomia con gli amici, dell’università, dei primi lavori, dei viaggi con la fidanzata. Si tratta di un momento in cui – nel range di ascolti già molto variegato e, intorno ai vent’anni, spigoloso fatto di ricerca anche di situazioni sperimentali e “spinte” nel panorama del rock e non solo – gli Oasis hanno rappresentato una levigatura necessaria, avevano la giusta parte d’istinto e di rotondità che sono state già presenti nei primissimi singoli del gruppo. Singoli che avevo conosciuto, in particolare “Whatever”, all’interno di uno di quei “bunker” da ballo che esistevano ancora a Torino con i mitici Giorgio Valletta e Sergio Ricciardone che facevano i DJ al “Faster”. C’era un bel movimento trasversale e, tra i pezzi nuovi, ricordo anche alcuni dei primi singoli degli Oasis legati al boom di “Definitley Maybe”: all’epoca comprai il cd dell’album che comprendeva, in un’unica confezione, anche Whatever.”
Il link degli Oasis con il mondo del pallone è forte, con i fratelli Gallagher che non hanno mai nascosto la loro passione per il calcio. Associ i ricordi di una partita in particolare al gruppo mancuniano?
“Il calcio e la musica rappresentano i miei due mondi e sono molto fortunato ad averci lavorato, ma non frequentemente sono interconnessi. Se devo legare un brano degli Oasis ad un evento calcistico che mi toccava da vicino, ricordo con certezza che, nella consolazione dell’estate del post-finale di Champions League persa dalla Juventus nel 1997 contro il Borussia Dortmund – una finale giocata bene dai bianconeri, forse l’unica per la quale nutro un profondissimo rammarico – iniziavo a conoscere il primo singolo di “Be Here Now”, ossia “D’You Know What I Mean?”. Trovai azzeccatissimo e coraggioso quel brano e lo lego al video: ricordo questa estate amara, gli elicotteri e l’incedere anche abbastanza psichedelico – forse come mai prima – di un pezzo che mi è rimasto dentro”.
Parlando di Oasis, da critico musicale quale sei, mi stileresti una tua personalissima classifica degli album dei fratelli Gallagher?
“Noi leghiamo i dischi ed il loro valore a due fattori che si confondono tra loro e dei quali si mischia l’oggettivo ed il soggettivo. Il dato oggettivo di conoscenza degli Oasis è il corso naturale del tempo e delle uscite, mentre quello soggettivo è il momento della propria vita in cui si conosce e si ha voglia o meno di accogliere un determinato artista. Questa la mia classifica: 1° per distacco “Definitlely Maybe” (credo che nessun critico musicale possa disquisirne); 2° posto per “Be Here Now”, album sottovalutato: la pomposità di quel disco (nonostante Noel la considerasse un punto debole) corrisponde a quello che erano gli Oasis in quel momento, avevano bisogno di qualcosa di “zuccherino e pomposo”, un po' meno piatto di “(What’s The Story) Morning Glory?” che inserisco al 3° posto della mia classifica. Miglior pezzo di WTSMG è “Some Might Say” che, di fatto, è un brano da “Definitely Maybe” dato che alla batteria vi è sempre Tony McCarroll. 4° “Heathen Chemistry”, siamo in una fase di declino. Al 5° posto, “Standing On The Shoulder of Giants”. Credo, infine, che “Dig Out Your Soul” sia un disco da 6,5 in pagella in cui vi è stato il tentativo di recuperare la scrittura dei tempi migliori”.
Infine, parlando delle carriere da solisti di Noel e Liam Gallagher, che giudizio ne dai?
“Ritengo le carriere da solisti dei due fratelli Gallagher del tutto irrilevanti per ovvi motivi. Nel senso che la mente musicale degli Oasis era Noel, leggermente superiore a Liam, ma se un artista come il maggiore dei due abbia effettuato le cose migliori nelle collaborazioni prima che nei suoi dischi, rappresenta il fatto che io trovi abbastanza insignificanti le due carriere post. Il tenore degli artisti non è ovviamente quello di John Lennon e Paul McCartney, già le cui carriere hanno avuto diversi momenti anonimi: non è facile, lo capisco. Non ho avvertito una scossa nella produzione della carriera da solista di Noel e Liam che conquisti la mia attenzione”.
Ringrazio di cuore Luca Momblano per la cordialità, la disponibilità e la professionalità dimostrata nel corso della nostra intervista.
Valerio Pieraccini
(L'Intervista - n. 1)
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Intervistato il 2 settembre da Radio X, Liam Gallagher parla di cosa ha provato nell'estate del 2022, tornando sul palco di Knebworth dopo ventisei anni, e di come preferisca cantare dal vivo piuttosto che in studio. Spazio anche per alcune domande su quello che guarda in TV.
Guarda il video con sottotitoli ITA by frjdoasis.
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Tra le numerose star che ieri hanno animato, nello stadio londinese di Wembley, la serata tributo a Taylor Hawkins figuravano anche Queen, Paul McCartney, Brian Johnson, Lars Ulrich e Liam Gallagher.
La giornata di esibizioni, volta a omaggiare la memoria di Hawkins, è stata organizzata dai Foo Fighters e dalla famiglia del batterista, scomparso a marzo. Per l'occasione i Foo Fighters, prima di esibirsi, hanno suonato per Liam, accompagnandolo in due brani, Rock 'n' Roll Star e Live Forever.
Liam, legato a Hawkins da un rapporto di reciproca stima e amicizia, è salito sul palco di Wembley alle 17.00. Un'esibizione di due brani per poi volare in Andalusia, dove già alle 20.00 era sul palco del festival che si è tenuto a La Cala de Mijas, in Andalusia.
Ecco il video dell'esibizione, che sarà mandato in onda oggi domenica 4 settembre alle ore 21.10 su MTV (canale 131 di Sky) e alle 20.00 su MTV Music (canale 132 di Sky).
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