Dopo la breve esibizione al concertone del Primo Maggio, Noel Gallagher torna in Italia in compagnia degli High Flying Birds per due attesi concerti, qualche giorno dopo il passaggio dalle nostre parti del fratello Liam.
La splendida cornice di Piazza Sordello a Mantova accoglie il 9 luglio 3500 fan accorsi per ascoltare l’ex Oasis sotto un cielo che si limiterà a minacciare pioggia per tutta la serata.
Come accade ormai da qualche tempo, l’inizio del concerto è tutto dedicato alle nuove produzioni. Sembra una dichiarazione di intenti: la vita artistica di Noel Gallagher dopo gli Oasis ha un suo percorso ben preciso.
Così “Fort Knox”, “Holy mountain”, “Keep on reaching”, “It’s a beautiful world” e “She taught me how to fly” sono presentate nello stesso ordine della tracklist di “Who built the moon”, l’ultimo disco sulla lunga distanza risalente oramai a due anni fa. Dal vivo, però, i brani sono più diretti ed elettrici rispetto alle atmosfere elettroniche che si respirano sul disco.
Atmosfere che si sposano bene anche con “Black Star Dancing”, title track dell’ultimo EP, e la successiva “Rattling Rose”, pubblicate qualche settimana fa e primo capitolo di un nuovo progetto che prevede altre due uscite nei prossimi mesi. “Black star dancing” mantiene quei suoni dance che hanno sorpreso alla sua uscita e che Noel, in modo provocatorio, dedica ai fan degli Oasis presenti nel pubblico.
Una versione acustica e struggente di “Dead in the water”, forse il punto più alto della serata, è la cesura tra la prima e la seconda parte del concerto. Da questo punto Noel Gallagher inizia a pescare a piene mani dal suo passato, scatenando l’entusiasmo dei fan nostalgici dei tempi in cui divideva il palco con il fratello Liam.
Le note di “Little by little” e soprattutto di “The masterplan” sono accolte da un boato e il pubblico spesso si sostituisce alla voce di Noel, apparsa qua e là un po’ affaticata. Inutile sottolineare come sulla spensierata “Whatever” e soprattutto su “Stop crying your heart out” si senta la mancanza di Liam. E tutti si chiedono se mai ci saranno un riavvicinamento tra i due fratelli e la tanto agognata reunion.
L’inizio dei bis prevede la travolgente “AKA…What a life!”, unico episodio della prima parte della sua carriera solista, e il grande classico “Don’t look back in anger”, anche questo con il pubblico protagonista assoluto e il sodale Gem Archer che esegue degli eleganti ricami alla chitarra.
Il tutto si conclude con la consueta cover dei Beatles “All you need is love”, quasi volesse ricordare le sue radici e unire in una sola serata presente, passato e futuro di uno dei più importanti songwriter britannici degli ultimi vent’anni.
Simone Bianchi - rockol.it
Scaletta
Fort Knox
Holy mountain
Keep on reaching
It’s a beautiful world
She taught me how to fly
Black star dancing
Rattling Rose
Dead in the water
The importance of being Idle
Little by little
Whatever
The masterplan
Half the world away
Wonderwall
Stop crying your heart out
***
AKA…what a life!
Don’t look back in anger
All you need is love
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Dopo il concerto al Pistoia Blues, ritroviamo Noel Gallagher penella elegante e blindatissima Piazza Sordello di Mantova per la seconda e ultima data italiana
Il fratello maggiore dei mai dimenticati Oasis è salito sul palco accompagnato dalla sua fantastica band, gli High Flying Birds. La set list dello spettacolo prevede all’inizio i pezzi della carriera solista di Noel negli ultimi dieci anni, a cominciare dalla ritmata Fort Knox, per poi proseguire con i grandi successi degli Oasis, concludendosi, prima del bis, con Wanderwall e Stop crying your heart out, intonate a gran voce da tutti i presenti in piazza. Gallagher si congeda dal pubblico con All you need is love, il consueto omaggio ai Beatles.
Noel
convince, porta inaspettatamente sul palco anche pezzi che permettono
al pubblico di scatenarsi ed offre uno show eccezionale. Tutti però
speriamo che, prima o poi, ritorni sul palco con suo fratello.
Silvia Saponaro - spettakolo.it
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In 3500 hanno affollato piazza Sordello per il primo concerto di Mantova Estate Live quello di Noel Gallagher. Non un gran pienone, ma il pubblico che ha cantato in piazza Sordello è stato comunque entusiasta, trascinato per 90 minuti dalla verve dell’ex Oasis.
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Noel Gallagher e i suoi High Flying Birds in concerto in Piazza Sordello a Mantova. Novanta minuti di concerto davanti a un pubblico entusiasta. Non sono mancati i brani degli Oasis e un omaggio ai Beatles. Torneranno in Italia il 15 e 16 febbraio 2020 a Roma e a Milano. LA RECENSIONE
(@BassoFabrizio - inviato di SkyTG24 a Mantova)
Ti appare dietro un angolo, Piazza Sordello, con tutta la sua storia e le sue storie, la tua storia e le tue storie. Ieri sera, 9 luglio, era vestito a festa, questo luogo fascinoso di Mantova. Sul palco Noel Gallagher e i suoi High Flying Birds che aprono la rassegna di concerti dell’estate mantovana in una delle più suggestive piazze della città. Aspettando il nuovo album, la band naviga per il mondo sulla scia del successo degli ultimi anni. Puntuale come sempre, il maggiore dei fratelli Gallagher sale sul palco insieme alla band e parte subito alla carica con Fort Knox, brano d’apertura del loro ultimo album Who built the Moon? del 2017. Con Holy Mountain Noel presenta la sua crew, ma è una introduzione veloce, il ritmo dello show resta alto e arrivano Keep On Reaching, It’s a Beautiful World e She Taught Me How To Fly. Gli High Flying Birds hanno eseguito i primi cinque pezzi nella medesima successione dell’album e le pause tra un brano e l'altro sono dettate unicamente dai continui cambi di chitarre del frontman.
L’ex Oasis spiaccica a stento qualche parola e con un "This song is for you" presenta al pubblico il nuovo singolo della band, Black Star Dancing, con sonorità decisamente più disco e dunque molto lontane dal brit-pop a cui siamo stati abituati. Segue Rattling Rose, brano anch’esso contenuto nell’EP Black Star Dancing, uscito il 14 giugno di quest’anno (il nuovo album si intitola Why Me? Why Not. ed è in uscita il prossimo 20 settembre). Dopo le due novità la band si ritira e lascia Noel solo sul palco, illuminato da un fascio di luce per l’intensa Dead in the water. Ed ecco finalmente ciò che tutti aspettavano: una carrellata di pezzi all’insegna della nostalgia, una profonda, intensa incursione nell'epica degli Oasis. Liam e Noel Gallagher sono molto spesso sotto i riflettori a causa delle loro continue baruffe e degli insulti che si scambiano sui social, ma in Piazza Sordello Noel lascia spazio solo alla musica e pare quasi divertirsi nel vedere la gente così coinvolta a cantare insieme a lui canzoni che hanno fatto la storia. The importance of being Idle, Little by Little, Whatever, The Masterplan, Half the world away, Stop crying your heart out non hanno certo bisogno di presentazioni ma solo di essere accompagnate da un immenso, spontaneo coro.
I musicisti si concedono qualche minuto di pausa dietro le quinte e rientrano per la chiusura del concerto che prevede Aka...What a life! del 2011 e poi l'immensa Don’t look back in anger, in cui Noel Gallagher ha voluto far cantare per un po’ il pubblico da solo. Per il gran finale The Chief omaggia i Beatles, forse la band inglese che più ha ispirato la carriera degli Oasis e che accomuna i litigiosi fratelli: All you need is Love è un inno all’amore e alla semplicità, un pezzo che non stanca mai, il giusto tributo a una delle band che più hanno cambiato il corso della musica negli ultimi 50 anni. Novanta minuti di concerto, come una partita del suo Manchester City, che sono volati e che ci hanno fatto cantare tanto e hanno riacceso la voglia di una serata tutta...Oasis.
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