Un allarme bomba ha interrotto il concerto di Noel Gallagher lo scorso weekend al Saratoga Performing Arts Center (SPAC), nello stato di New York.
L'ex Oasis è attualmente impegnato con i suoi Noel Gallagher's High Flying Birds nel tour americano in supporto al nuovo album Council Skies, che lo vede impegnato insieme a Metric e Garbage.
Stando a quanto riportato, le due band supporter avevano completato i loro show senza problemi quando la minaccia di una bomba nella venue ha allertato le forze dell'ordine. Lo show è stato immediatamente interrotto, impedendo a Noel Gallagher di salire sul palco, e il luogo è stato evacuato poco prima che gli headliner (artisti principali della serata) si esibissero.
Anche gli stessi Garbage, in un primo momento, non conoscendo la situazione in modo chiaro, avevanocondiviso sui social la propria meraviglia, dicendo di essere stati solo scortati fuori immediatamente per una non meglio precisata emergenza.
La situazione è stata chiarita il giorno seguente da una nota ufficiale della New York State Park Police che ha chiarito le motivazioni dell'evacuazione.
"L'8 luglio 2023, la polizia del New York State Park, la polizia dello Stato di New York, il dipartimento di polizia di Saratoga Springs, il dipartimento di polizia di Troy e l'ufficio dello sceriffo della contea di Saratoga hanno risposto a una minaccia di bomba al Saratoga Performing Arts Center", si legge nella comunicazione diramata dalle forze dell'ordine. "Per precauzione, il concerto al Saratoga Performing Arts Center è stato sospeso alle 21:40 e i partecipanti al concerto sono stati evacuati senza incidenti. I K9 hanno completato una perlustrazione del locale dopo che la folla è uscita, con risultati negativi risultati.
"Questo incidente è sotto inchiesta", si aggiunge alla fine, "questo caso sarà indagato come 'Minaccia terroristica provocata', un reato di Classe D".
Source: Radio Freccia
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Ecco il servizio del TG1 delle ore 20.00 del 2 luglio 2023 sul concerto del giorno prima di Liam Gallagher all'I-Days di Milano. Si parla dell'attesa reunion degli Oasis e dello sfottò di Liam ai tifosi interisti (con ringraziamento ai tifosi milanisti). Guardalo qui e iscriviti al nostro canale YouTube.
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«C’è qualche fan degli Oasis qui stasera?». Domanda retorica che Liam Gallagher ripete tre volte, per aizzare la folla. Basta guardare velocemente le t-shirt che spuntano qua e là, insieme ai tantissimi cappellini da pescatore, suo marchio di fabbrica, per avere un’idea della nostalgia che pervade il pubblico nei confronti del gruppo di Manchester, scioltosi nel 2009 dopo l’ennesimo litigio con il fratello Noel. Anzi, sarebbe da capire se qualcuno fra gli oltre 27mila accorsi sabato sera all’Ippodromo Snai La Maura, sia venuto lì per il repertorio solista di Liam e non per risentire i pezzi degli Oasis.
Il rocker britannico, 50 anni, lo sa bene e infatti nella scaletta del suo concerto agli I-Days (preceduto da The Black Keys e Nothing but thieves, stasera arrivano i Red Hot Chili Peppers e il 15 gran finale con gli Arctic Monkeys), dosa equamente brani suoi e quelli della mitologica band Britpop, partendo in quarta con «Morning glory» dopo essersi fatto annunciare dal coro da stadio Manchester City Champions Chant e da una serie di scritte sui maxischermi che lo descrivono, tra l’ilarità della gente, come «iconico», «umile», «alla mano», «zen» e una lunga serie di altri aggettivi lusinghieri e improbabili, ad accrescere il suo ego smisurato da rockstar.
Parka e pantaloncini corti, consueto modo di protendersi sul microfono tenendo le mani dietro la schiena, Liam conferma il suo status di icona degli anni 90, acclamatissimo dalla gente. La voce, però, almeno in questa occasione non è certo quella di una volta, nonostante l’aiuto del pubblico e delle tre coriste che si aggiungono a una band di sei musicisti: «Certe sere la voce ce l’hai, certe altre no, è la vita», dice lui scusandosi e mettendo da parte per un attimo la proverbiale strafottenza. In poco più di un’ora di concerto, iniziato alle 22 e tagliato corto subito dopo le 23 dicendo «devo proprio andare bellissima gente», l’entusiasmo sale alle stelle sui pezzi degli Oasis, fra «Stand by me» e «Roll it over», chiudendo con «Cigarettes & alcohol», «Wonderwall» e «Champagne supernova», mentre si smorza sui pezzi suoi, meno conosciuti.
I riferimenti calcistici, dopo il trionfo in Champions League della sua squadra, non si limitano all’inno iniziale: «Ci sono tifosi dell’Inter qui fra voi?» chiede Liam, tra qualche fischio e insulto. «E ci sono tifosi del Manchester City?», prosegue, alzando la mano, mentre la sconfitta subita a Istanbul brucia ancora. «Devo dire che i tifosi del Milan sono stati molto gentili mentre ero qui, grazie per tutto il vostro amore e rispetto», conclude dedicando loro «Wonderwall». L’ironia a Liam non manca, né la voglia di punzecchiare. Quel che manca sono gli Oasis. Ma per la reunion più attesa del rock (e anche da lui) bisogna aspettare, chissà quando, il nulla osta del fratello.
Durante il concerto di ieri sera all'I-Days di Milano, Liam Gallagher, cantante inglese e grande tifoso del Manchester City, ha ironizzato con i tifosi dell'Inter nell'introdurre la celebre canzone Wonderwall: "C'è qualche tifoso dell'Inter qui? C’è qualche tifoso del Manchester City invece?".
E poi i complimenti ai tifosi rossoneri: "Devo ammettere che i tifosi del Milan sono stati molto carini quando siamo stati qui. Grazie per tutto il vostro amore e rispetto. Questa si chiama Wonderwall".
L'ex Oasis ha voluto così omaggiare la vittoria del Manchester City contro l'Inter nella recente finale della UEFA Champions League.
Ecco il video con le parole di Liam.
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Ieri sera Liam Gallagher si è esibito all'I-Days di Milano, all'ippodromo La Maura, dopo i Nothing but Thieves e i Black Keys.
"È da un po’ di tempo che penso che Liam Gallagher, la magnetica voce degli Oasis, rock’n’roll star degli anni ’90 e icona di un brit pop da birra al pub, cori da stadio (possibilmente a una partita del Manchester City) e attitude da spaccone sia ormai fuori tempo massimo. Troppo preso dai continui bisticci con il fratello Noel e dal tentativo di essere sempre e ancora supersonic con pezzi che ricordano gli Oasis abbastanza da non perdere i fan della storica formazione britannica, ma non così tanto da esserne una stucchevole imitazione, Liam sta invecchiando nella sua arroganza.
Sempre più musicisti, più o meno giovani, si stanno mettendo alla prova in termini di tutela e valorizzazione delle differenze e delle minoranze (anche in musica, pensiamo anche solo all’attenzione per le produzioni non anglofone), di ampliamento dei propri orizzonti e di protezione dell’ambiente. In un contesto in cui avviene tutto questo, Gallagher appare terribilmente fuori luogo. Fornire prospettive inedite in termini tanto sonori quanto concettuali è uno dei compiti della musica e la musica che continua a ripetersi con irrisorie variazioni sul tema, senza prestare orecchio ai cambiamenti, presto inizia a raggrinzire.
Anche se continua a mangiarsi il palco – Gallagher resta un grande performer e lo ha dimostrato anche ieri sera agli I-Days all’Ippodromo La Maura di Milano – il cantante britannico sta iniziando, nel suo ritenersi un celestiale profeta spirituale (parole sue, andate sul suo profilo Twitter), a parlare sempre più a se stesso e non a chi gli sta intorno. Un conto è farlo dopo la pubblicazione di album come Definitely Maybe o (What’s the Story) Morning Glory?, un altro è farlo dopo C’mon You Know, la terza prova discografica solista dell’ex Oasis uscita lo scorso anno.
A Gallagher il pubblico non manca. Per molti fan ogni sua mossa è culto e quando partono Stand by Me o Champagne Supernova, la classica chiusura, ci si emoziona tutti. Ma la sensazione è sempre quella di un tuffo nel passato, che porta comunque una certa euforia dopo quelli che non credo dovremmo aver paura di definire brani minori, da Why Me? Why Not. a More Power, per citarne un paio. Se come dice qualcuno ciò che conta sono le idee, in questo set e nella carriera solista dell’artista non ce ne sono moltissime.
La formula di ieri sera che all’artista britannico ha accostato i Black Keys, che pur avendo suonato prima di Gallagher non erano propriamente opening act, arricchisce l’esperienza (prima di loro si sono esibiti i Nothing but Thieves, ndr). Se vi eravate dimenticati di loro, vi aggiorno: dopo un paio di album più scarichi dei precedenti e una pausa di riflessione – e di progetti solisti – di cinque anni, nel 2019 Dan Auerbach e Patrick Carney sono tornati in forze con nuove produzioni di cui l’ultima, Dropout Boogie, del 2022".
(Rolling Stone)
"Dopo la pioggia che ha segnato e accompagnato il concerto di Travis Scott della sera precedente, il sereno è tornato su Milano ad accompagnare la serata rock proposta degli I-Days 2023 di fronte a circa 27.000 persone. Tre erano gli appuntamenti previsti nella giornata del sabato all’Ippodromo SNAI La Maura con un pubblico pronto a godersi le esibizioni di (nell’ordine) Nothing but Thieves, Black Keys e a chiusura Liam Gallagher (questi ultimi due co-headliner con set da 75 minuti cadauno).
Arrivano le 22.00 e a favor di tenebre, introdotto da cori da stadio (l’inno del Manchester campione) e un potente rock (Fuckin’ in the Bush firmato Oasis), torna sul palco dell’I-Days (dove era già stato nel 2018) Liam Gallagher, con tanto di parka d’ordinanza, bermuda e tra le mani le mitiche maracas e il tamburello. Ad accoglierlo un’ovazione del pubblico. L’attacco del concerto è tutto dedicato alla sua storia, o meglio a quella fantastica avventura con suo fratello. Ecco così che il cantante si riallaccia agli Oasis (indissolubile rapporto) per avviare i motori del concerto. Morning Glory e Rock 'n' Roll Star sono un bel e inevitabile inizio e scaldano il pubblico che ovviamente questi brani li maneggia e li appassiona. La band che lo accompagna (una “large band” composta da otto elementi e quattro coriste) spinge e picchia duro, sostenuta anche da un volume adeguato, con le chitarre protagoniste. Se quelle dei Black Keys erano anni ’70 qui siamo inevitabilmente nel mondo del rock anni ’90.
Liam sul palco fa Liam, canta sempre proteso verso il microfono, nel suo consueto modo, con la voce non perfetta e il suo fare che sembra tra lo strafottente e l’annoiato. Nelle aperture musicali viaggia per il palco, guarda in alto (forse attratto da una luna quasi piena che fa mostra sulle teste del pubblico) come su tutto ciò che lo circonda non lo riguardasse. Non è un mostro di empatia e anche quando si rivolge al pubblico lo fa con apparente “freddezza” e poco trasporto.
Nello sviluppo del concerto Liam si divide tra le sue canzoni da solista e i grandi successi della band. Ovviamente i brani storici sono ben accolti, un po’ più di distacco dalla platea sulle sue canzoni che sono molto in stile Oasis o meno li accomuna la band che lo accompagna. Tra le esecuzioni spicca Stand by Me che diventa un inno corale tra pubblico e palco.
Sul finire del set Liam punta molto sul suo repertorio e quello è il momento in cui il pubblico pare essere più distratto, lontano. Ma arriva subito una sterzata finale sulle note delle canzoni degli Oasis. Il trittico conclusivo, tutto dedicato al repertorio della band è coinvolgente, Soprattutto quando arrivano le prime note dell’iconica Wonderwall diventato un inno generazionale. Su Champagne Supernova si va tutti a casa, così, senza una parola. Tutti soddisfatti canticchiando Wonderwall ci si avvia all’uscita. L’impressione, che in realtà offre sempre Liam, è quella che il compito sia fatto, messo da parte anche questo concerto.... ma è solo un’impressione. La realtà è che si tratta di un concerto ben confezionato e più appassionante quando affonda le mani nel vecchio repertorio".
Morning Glory
Rock 'n' Roll Star
Wall of Glass
Better Days
Why Me? Why Not. (con un pezzo di Come Together alla fine)
Stand by Me
Roll It Over
Slide Away
More Power
Diamond in the Dark
The River
Once
Cigarettes & Alcohol
Wonderwall
Champagne Supernova
Per Liam si trattava della seconda data del tour europeo di quest'estate, dopo l'esibizione di venerdì 30 giugno al Rock Werchter, in Belgio. Prossimo appuntamento sabato 8 luglio al Mad Cool Festival di Madrid, in Spagna.
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