Ieri sera Liam Gallagher si è esibito all'I-Days di Milano, all'ippodromo La Maura, dopo i Nothing but Thieves e i Black Keys.
"È da un po’ di tempo che penso che Liam Gallagher, la magnetica voce degli Oasis, rock’n’roll star degli anni ’90 e icona di un brit pop da birra al pub, cori da stadio (possibilmente a una partita del Manchester City) e attitude da spaccone sia ormai fuori tempo massimo. Troppo preso dai continui bisticci con il fratello Noel e dal tentativo di essere sempre e ancora supersonic con pezzi che ricordano gli Oasis abbastanza da non perdere i fan della storica formazione britannica, ma non così tanto da esserne una stucchevole imitazione, Liam sta invecchiando nella sua arroganza.
Sempre più musicisti, più o meno giovani, si stanno mettendo alla prova in termini di tutela e valorizzazione delle differenze e delle minoranze (anche in musica, pensiamo anche solo all’attenzione per le produzioni non anglofone), di ampliamento dei propri orizzonti e di protezione dell’ambiente. In un contesto in cui avviene tutto questo, Gallagher appare terribilmente fuori luogo. Fornire prospettive inedite in termini tanto sonori quanto concettuali è uno dei compiti della musica e la musica che continua a ripetersi con irrisorie variazioni sul tema, senza prestare orecchio ai cambiamenti, presto inizia a raggrinzire.
Anche se continua a mangiarsi il palco – Gallagher resta un grande performer e lo ha dimostrato anche ieri sera agli I-Days all’Ippodromo La Maura di Milano – il cantante britannico sta iniziando, nel suo ritenersi un celestiale profeta spirituale (parole sue, andate sul suo profilo Twitter), a parlare sempre più a se stesso e non a chi gli sta intorno. Un conto è farlo dopo la pubblicazione di album come Definitely Maybe o (What’s the Story) Morning Glory?, un altro è farlo dopo C’mon You Know, la terza prova discografica solista dell’ex Oasis uscita lo scorso anno.
A Gallagher il pubblico non manca. Per molti fan ogni sua mossa è culto e quando partono Stand by Me o Champagne Supernova, la classica chiusura, ci si emoziona tutti. Ma la sensazione è sempre quella di un tuffo nel passato, che porta comunque una certa euforia dopo quelli che non credo dovremmo aver paura di definire brani minori, da Why Me? Why Not. a More Power, per citarne un paio. Se come dice qualcuno ciò che conta sono le idee, in questo set e nella carriera solista dell’artista non ce ne sono moltissime.
La formula di ieri sera che all’artista britannico ha accostato i Black Keys, che pur avendo suonato prima di Gallagher non erano propriamente opening act, arricchisce l’esperienza (prima di loro si sono esibiti i Nothing but Thieves, ndr). Se vi eravate dimenticati di loro, vi aggiorno: dopo un paio di album più scarichi dei precedenti e una pausa di riflessione – e di progetti solisti – di cinque anni, nel 2019 Dan Auerbach e Patrick Carney sono tornati in forze con nuove produzioni di cui l’ultima, Dropout Boogie, del 2022".
(Rolling Stone)
"Dopo la pioggia che ha segnato e accompagnato il concerto di Travis Scott della sera precedente, il sereno è tornato su Milano ad accompagnare la serata rock proposta degli I-Days 2023 di fronte a circa 27.000 persone. Tre erano gli appuntamenti previsti nella giornata del sabato all’Ippodromo SNAI La Maura con un pubblico pronto a godersi le esibizioni di (nell’ordine) Nothing but Thieves, Black Keys e a chiusura Liam Gallagher (questi ultimi due co-headliner con set da 75 minuti cadauno).
Arrivano le 22.00 e a favor di tenebre, introdotto da cori da stadio (l’inno del Manchester campione) e un potente rock (Fuckin’ in the Bush firmato Oasis), torna sul palco dell’I-Days (dove era già stato nel 2018) Liam Gallagher, con tanto di parka d’ordinanza, bermuda e tra le mani le mitiche maracas e il tamburello. Ad accoglierlo un’ovazione del pubblico. L’attacco del concerto è tutto dedicato alla sua storia, o meglio a quella fantastica avventura con suo fratello. Ecco così che il cantante si riallaccia agli Oasis (indissolubile rapporto) per avviare i motori del concerto. Morning Glory e Rock 'n' Roll Star sono un bel e inevitabile inizio e scaldano il pubblico che ovviamente questi brani li maneggia e li appassiona. La band che lo accompagna (una “large band” composta da otto elementi e quattro coriste) spinge e picchia duro, sostenuta anche da un volume adeguato, con le chitarre protagoniste. Se quelle dei Black Keys erano anni ’70 qui siamo inevitabilmente nel mondo del rock anni ’90.
Liam sul palco fa Liam, canta sempre proteso verso il microfono, nel suo consueto modo, con la voce non perfetta e il suo fare che sembra tra lo strafottente e l’annoiato. Nelle aperture musicali viaggia per il palco, guarda in alto (forse attratto da una luna quasi piena che fa mostra sulle teste del pubblico) come su tutto ciò che lo circonda non lo riguardasse. Non è un mostro di empatia e anche quando si rivolge al pubblico lo fa con apparente “freddezza” e poco trasporto.
Nello sviluppo del concerto Liam si divide tra le sue canzoni da solista e i grandi successi della band. Ovviamente i brani storici sono ben accolti, un po’ più di distacco dalla platea sulle sue canzoni che sono molto in stile Oasis o meno li accomuna la band che lo accompagna. Tra le esecuzioni spicca Stand by Me che diventa un inno corale tra pubblico e palco.
Sul finire del set Liam punta molto sul suo repertorio e quello è il momento in cui il pubblico pare essere più distratto, lontano. Ma arriva subito una sterzata finale sulle note delle canzoni degli Oasis. Il trittico conclusivo, tutto dedicato al repertorio della band è coinvolgente, Soprattutto quando arrivano le prime note dell’iconica Wonderwall diventato un inno generazionale. Su Champagne Supernova si va tutti a casa, così, senza una parola. Tutti soddisfatti canticchiando Wonderwall ci si avvia all’uscita. L’impressione, che in realtà offre sempre Liam, è quella che il compito sia fatto, messo da parte anche questo concerto.... ma è solo un’impressione. La realtà è che si tratta di un concerto ben confezionato e più appassionante quando affonda le mani nel vecchio repertorio".
(Rockol)
Vedi anche: Liam Gallagher dal palco di Milano ringrazia i tifosi del Milan
La scaletta:
Morning Glory
Rock 'n' Roll Star
Wall of Glass
Better Days
Why Me? Why Not. (con un pezzo di Come Together alla fine)
Stand by Me
Roll It Over
Slide Away
More Power
Diamond in the Dark
The River
Once
Cigarettes & Alcohol
Wonderwall
Champagne Supernova
Per Liam si trattava della seconda data del tour europeo di quest'estate, dopo l'esibizione di venerdì 30 giugno al Rock Werchter, in Belgio. Prossimo appuntamento sabato 8 luglio al Mad Cool Festival di Madrid, in Spagna.
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