Sources: NME, Rockol, Wales Online
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Noel Gallagher segue il Manchester City da quando è bambino e quando può va allo stadio. Se si trova in tournée segue la partita anche nei bar e se non la trasmettono in televisione la ascolta alla radio. Parla di calcio con la stessa competenza con la quale parla di musica e con il suo solito tono ironico. Intervistato in esclusiva per Sky Sport Italia, racconta il momento del City e spiega come pensa si svilupperà questa particolare stagione di Premier League che è stata interrotta per il mondiale.
Felice del sorteggio di Champions League?
"Sono molto contento: felice che il City sia stato sorteggiato con il Lipsia, poi lo United incontri il Barcellona e il Liverpool il Real Madrid. Il PSG affronterà, invece, il Bayern. Dunque due di queste sono fuori. Molto bene".
Come hai reagito alla notizia dell’acquisto di Haaland?
"C'era la sensazione che sarebbe arrivato, anche perché quali erano le alternative? Da quando abbiamo sentito che era sul mercato, abbiamo sempre pensato di essere in corsa per prenderlo. Potevamo pagarlo più di chiunque altro. Quando però abbiamo sentito che arrivava per davvero eravamo estatici. La squadra era già eccezionale con Guardiola e tutti gli altri giocatori. Aggiungere lui è stato incredibile. Nessuno credo si aspettasse che sarebbe stato così bravo. È al di sopra di qualsiasi scala di misura, è semplicemente incredibile. Si immaginava potesse fare bene, ma è andato oltre ogni aspettativa. Pensavo che potesse essere capocannoniere, ma ha già segnato 22 gol, è ridicolo. Dopo aver segnato la tripletta contro il Nottingham Forest ha chiesto di fare una foto con me. Io ho pensato: 'Wow'. È il ragazzo più normale che tu possa incontrare. Semplicemente un bravo ragazzo giovane, così tranquillo, fantastico".
L'atteggiamento è molto importante per un calciatore.
"Devo dire - ho spesso occasione di vedere i giocatori - che hanno davvero un bel gruppo all’Etihad. Ritengo che tutte le squadre rispecchino poi l’allenatore e Guardiola ha una personalità fantastica. Quando lo senti parlare in televisione ti ispira, mi sento ispirato da lui. Deve essere incredibile per un ragazzo giovane di circa 22 anni ascoltarlo insegnarti di calcio. Devo però dire che tutti i ragazzi del City sono bravi. Sono consapevole del fatto che sappiano chi sono e che con me si comportino diversamente, ma non senti mai storie brutte su di loro".
Cosa portano gli italiani in Premier?
"Dirò una cosa ovvia: la passione. Sono persone molto passionali, appassionati di calcio, un po’ pazzi. Odiano perdere e odiano le ingiustizie. Abbiamo avuto Mancini, Balotelli, entrambi un po’ pazzi. Conte è un grande allenatore, un grandissimo allenatore. Ci sono sempre stati grandi italiani in Premier League e credo che fare bene qua per loro significhi molto. Portano passione per lo sport e per il nostro paese".
Se potessi scegliere un giocatore da portare al City chi sarebbe?
"Jude Bellingham. Credo che a un certo punto Gündoğan andrà via e forse anche Bernardo Silva, vorrà giustamente andare in un posto più caldo. Credo che Bellingham sarebbe perfetto per noi, lo sarebbe per qualunque squadra, ma nella nostra sarebbe incredibile. In realtà la persona che vorrei vedere firmare è Pep. Vorrei vedere il mio amico Pep firmare un contratto di dieci anni e poi tutto andrà bene. Si tratta di una fantasia, ma sarebbe bello firmasse un nuovo contratto prima della fine della stagione. Se invece dovessi scegliere un giocatore, sarebbe Bellngham".
Chi vedete come vostri principali rivali?
"Il rivale principale rimane il Liverpool. Molti si stanno agitando per l’Arsenal che continua a vincere, anche partite importanti. Credo però che su 38 partite, una lunga stagione, dopo la pausa per il mondiale, rimarrà il Liverpool. Quando si arriverà all’ultimo mese della stagione il Liverpool sarà lì. Poi l’Arsenal, certo. Probabilmente loro non vorrebbero che ci fosse il mondiale in questo momento perché sono in ottima forma e si devono fermare un mese. Il City credo che darà continuità, ma sarà come avere due metà della stessa stagione. Se continuiamo come stiamo facendo credo che andrà bene".
Scegli una canzone, fra le tue, per Guardiola, Haaland e De Bruyne.
"Per Pep è 'The Masterplan', perché lui ha il piano. Per Haaland sarebbe 'Supersonic', perché lui è supersonico. Per Kevin de Bruyne dico 'What a life' perché iniziare così come ha fatto lui e poi arrivare a giocare in Premier League, essere venduti. Venire definiti un fallimento per poi ritornare in Premier per tanti soldi e avere tutti in Inghilterra che dicono che non ce l’avrebbe fatta: Infine poi fare bene come ha fatto. Lui è… non ho parole per descriverlo. Lui e Haaland si miglioreranno a vicenda".
Nuovo album, nuovi sound?
"Il singolo che c’è al momento 'Pretty Boy' è un po’ un’anomalia rispetto al resto dell’album. Non c’è altro che gli assomigli. Quando incido una nuova canzone penso sempre che tutto ricordi il mio modo di fare musica, poi esce e nessuno pensa sia così. Ci sono però alcuni elementi caratteristici: è molto orchestrale, molti archi, molti bei cori, credo piacerà molto ai miei fans. Ci sono però forse un paio di cose che non abbineresti a me, ma non voglio svelare troppo. Ogni canzone è molto diversa da quella precedente, il che è un bene".
La top 3 dei momenti che hai vissuto da tifoso del City?
"La mia prima partita, nel 1974, giocavamo in casa contro il Newcastle e abbiamo vinto 4 o 5 a 1. Questo sarebbe il primo. Il secondo sarebbe l’'Aguero moment'. Ero in tour in Cile, erano tipo le 8 del mattino e la stavo guardano in un bar vuoto. È stata una partita mai vista, da pazzi. Il terzo sarebbe contro l’Aston Villa la scorsa stagione. Ero alla partita ed eravamo sul 2 a 0 venti minuti alla fine. Quei 20 minuti sono stati pazzeschi, senza alcun senso".
Alla fine della scorsa stagione ti sei infortunato a fine partita...
"Il padre di Ruben Dias era seduto qualche fila dietro. Stavo tenendo mio figlio in braccio, avevamo appena segnato il gol della vittoria. Lo avevo appena messo giù, mi sono girato e il padre di Ruben Dias mi ha scontrato. Il mio naso... c’era sangue ovunque. Non dimenticherò mai quella giornata!"
Molti ricordi legati al City, belli e brutti.
"Sicuramente, molti anche brutti. Ho visto la squadra retrocedere per tre volte. Tempi terribili. Ora è tutto bello. Mio figlio di dodici anni viene allo stadio con me e non conosce un’altra versione del City se non quella incredibile. Non capisce fino in fondo da dove arrivi il club e non gli interessa nemmeno. Pensa solo che siamo la cosa migliore del mondo, lo siamo sempre stati, lo saremo sempre".
Source: skysport.it
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Intervistato da Nikki e Federico Russo, Noel Gallagher parte dicendo che non festeggia Halloween perché è una cosa "da americani", per poi parlare della particolare atmosfera del proprio studio di registrazione: "Non festeggio Halloween, la vedo più come una cosa americana".
"L’anno scorso però abbiamo fatto una call su Zoom e c’era un’atmosfera nel tuo studio un po’ Halloween, con candele, funghetti e luce bassa", ricorda Federico Russo.
Il 31 ottobre, oltre a essere la festività più amata dai bambini di tutto il mondo, rappresenta anche un’altra grande festa: il compleanno di Johnny Marr, chitarrista della band inglese degli Smiths. Inevitabile per Nikki chiedere a Noel Gallagher se sia stata una coincidenza far uscire il singolo Pretty Boy proprio in questa giornata: "Oggi esce una canzone con il tuo eroe, Johnny Marr. Non è una coincidenza visto che è il suo compleanno, vero?".
"Non lo sapevo! Stamattina ci siamo sentiti, lui mi ha detto: mamma come suona bene il nostro brano alla radio!", e ho scoperto all’ultimo che era anche il suo compleanno! Buon compleanno Johnny, a questo punto. Possiamo dire che più che un regalo per lui, questo singolo è un regalo per me".
Pretty Boy si potrebbe effettivamente definire un gran bel regalo per Noel Gallagher. L’artista racconta a Nikki: "Non potrei mai definirmi neanche lontanamente bravo come Johnny, è uno dei miei eroi. Sono un grandissimo fan degli Smiths, di Paul Weller, un chitarrista che suonava con David Bowie, Steve Jones dei Sex Pistols. Devo dire sono fortunato abbastanza da conoscere così bene Johnny Marr da potergli chiedere di venire a suonare la chitarra sul mio pezzo, e sono anche fortunato per il fatto che a Johnny piace quello che faccio insomma".
La voglia di sentire Noel Gallagher suonare in Italia è tanta e Federico Russo non può fare a meno di chiederglielo: quand’è che torna? La sua risposta: "Non vedo l’ora, dobbiamo aspettare ancora un po’, forse un anno o forse più, ma ne varrà la pena. Sarà una lunga attesa, ma anche gli High Flying Birds non vedono l’ora di tornare. L’Italia è uno dei nostri posti preferiti dove suonare".
Le canzoni di Noel Gallagher hanno sempre una componente cinematografica molto forte, come racconta Nikki a Summer Camp. Ogni volta che sente una sua canzone, gli sembra di star assistendo a un film non ancora creato. E se Noel si dedicasse al mondo cinematografico? L’artista risponde: "Guarda, devo dire che non me l’hanno mai chiesto, ma mi piacerebbe tantissimo per esempio scrivere una sigla per uno dei James Bond o magari delle musiche per un film porno".
Nikki: "Magari potresti scrivere un porno con James Bond!" (ride).
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