Il nostro collaboratore Valerio Pieraccini ha intervistato il giornalista sportivo e critico musicale Luca Fausto Momblano, grande fan degli Oasis.
È stata una bellissima intervista, che vi proponiamo qui di seguito. Grazie a Valerio e Luca.
Abbiamo raggiunto Luca Fausto Momblano, autore, giornalista sportivo e critico musicale, in esclusiva per Oasis Notizie. Appassionato di calcio applicato e narrazioni dietro le quinte, dalla carta stampata alla tv il passo è breve: per anni a Juventus Channel in qualità di opinionista tecnico, attualmente è giornalista e redattore in forza al gruppo Mediapason (TeleLombardia, Antenna, TopCalcio24).
Ciao Luca, che ricordi ti suscitano gli Oasis?
“I ricordi sono legati ad un momento della vita molto bello e speciale: quello dell’autonomia con gli amici, dell’università, dei primi lavori, dei viaggi con la fidanzata. Si tratta di un momento in cui – nel range di ascolti già molto variegato e, intorno ai vent’anni, spigoloso fatto di ricerca anche di situazioni sperimentali e “spinte” nel panorama del rock e non solo – gli Oasis hanno rappresentato una levigatura necessaria, avevano la giusta parte d’istinto e di rotondità che sono state già presenti nei primissimi singoli del gruppo. Singoli che avevo conosciuto, in particolare “Whatever”, all’interno di uno di quei “bunker” da ballo che esistevano ancora a Torino con i mitici Giorgio Valletta e Sergio Ricciardone che facevano i DJ al “Faster”. C’era un bel movimento trasversale e, tra i pezzi nuovi, ricordo anche alcuni dei primi singoli degli Oasis legati al boom di “Definitley Maybe”: all’epoca comprai il cd dell’album che comprendeva, in un’unica confezione, anche Whatever.”
Il link degli Oasis con il mondo del pallone è forte, con i fratelli Gallagher che non hanno mai nascosto la loro passione per il calcio. Associ i ricordi di una partita in particolare al gruppo mancuniano?
“Il calcio e la musica rappresentano i miei due mondi e sono molto fortunato ad averci lavorato, ma non frequentemente sono interconnessi. Se devo legare un brano degli Oasis ad un evento calcistico che mi toccava da vicino, ricordo con certezza che, nella consolazione dell’estate del post-finale di Champions League persa dalla Juventus nel 1997 contro il Borussia Dortmund – una finale giocata bene dai bianconeri, forse l’unica per la quale nutro un profondissimo rammarico – iniziavo a conoscere il primo singolo di “Be Here Now”, ossia “D’You Know What I Mean?”. Trovai azzeccatissimo e coraggioso quel brano e lo lego al video: ricordo questa estate amara, gli elicotteri e l’incedere anche abbastanza psichedelico – forse come mai prima – di un pezzo che mi è rimasto dentro”.
Parlando di Oasis, da critico musicale quale sei, mi stileresti una tua personalissima classifica degli album dei fratelli Gallagher?
“Noi leghiamo i dischi ed il loro valore a due fattori che si confondono tra loro e dei quali si mischia l’oggettivo ed il soggettivo. Il dato oggettivo di conoscenza degli Oasis è il corso naturale del tempo e delle uscite, mentre quello soggettivo è il momento della propria vita in cui si conosce e si ha voglia o meno di accogliere un determinato artista. Questa la mia classifica: 1° per distacco “Definitlely Maybe” (credo che nessun critico musicale possa disquisirne); 2° posto per “Be Here Now”, album sottovalutato: la pomposità di quel disco (nonostante Noel la considerasse un punto debole) corrisponde a quello che erano gli Oasis in quel momento, avevano bisogno di qualcosa di “zuccherino e pomposo”, un po' meno piatto di “(What’s The Story) Morning Glory?” che inserisco al 3° posto della mia classifica. Miglior pezzo di WTSMG è “Some Might Say” che, di fatto, è un brano da “Definitely Maybe” dato che alla batteria vi è sempre Tony McCarroll. 4° “Heathen Chemistry”, siamo in una fase di declino. Al 5° posto, “Standing On The Shoulder of Giants”. Credo, infine, che “Dig Out Your Soul” sia un disco da 6,5 in pagella in cui vi è stato il tentativo di recuperare la scrittura dei tempi migliori”.
Infine, parlando delle carriere da solisti di Noel e Liam Gallagher, che giudizio ne dai?
“Ritengo le carriere da solisti dei due fratelli Gallagher del tutto irrilevanti per ovvi motivi. Nel senso che la mente musicale degli Oasis era Noel, leggermente superiore a Liam, ma se un artista come il maggiore dei due abbia effettuato le cose migliori nelle collaborazioni prima che nei suoi dischi, rappresenta il fatto che io trovi abbastanza insignificanti le due carriere post. Il tenore degli artisti non è ovviamente quello di John Lennon e Paul McCartney, già le cui carriere hanno avuto diversi momenti anonimi: non è facile, lo capisco. Non ho avvertito una scossa nella produzione della carriera da solista di Noel e Liam che conquisti la mia attenzione”.
Ringrazio di cuore Luca Momblano per la cordialità, la disponibilità e la professionalità dimostrata nel corso della nostra intervista.
Valerio Pieraccini
(L'Intervista - n. 1)
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