mercoledì 21 novembre 2018

Studio Aperto - Video: Noel Gallagher nuovo ambasciatore di Virgin Radio

Studio Aperto delle 12.25 del 20 novembre ha mandato in onda un servizio in cui compare in bianco e nero (e con immagine stranamente "specchiata" dopo il video editing) Noel Gallagher, nuovo "ambasciatore" di Virgin Radio, con sottotitoli in italiano. Eccolo qui sotto.

Il video compare anche sulla pagina Facebook di Virgin Radio Italy. Grazie a Sarah, Giuseppe e Fabio per la segnalazione.


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lunedì 19 novembre 2018

Liam Gallagher: "Ho cavalcato sulla schiena di Frankie Dettori da ubriaco in piscina"

Liam Gallagher ha avuto un incontro con il fantino Frankie Dettori mentre i due erano in vacanza e dopo una sbronza a base di tequila, in preda all'ubriacatura, ha cavalcato sulla sua schiena in una piscina.

Lo ha raccontato lo stesso cantante in una sua storia di Instagram, spiegando che nella circostanza si trovava in vacanza con Liam Howlett dei Prodigy, all'epoca suo cognato (ha sposato Natalie Appleton, sorella di Nicole Appleton, ex moglie di Liam), e con un amico di nome Adam. 

Gallagher rivela che era seduto a bere un drink con gli amici quando il fantino si è avvicinato con indosso le infradito. I due sono finiti in piscina e Liam è salito sulla schiena di Dettori e l'ha cavalcata, dopo che questi si era vantato della forza delle sue gambe.

"Allora, i tequila volavano e tutta quella roba lì e la cosa ha preso una piega un po' dannatamente scema", ha detto l'ex Oasis. "Gli davo veri e propri schiaffoni sul culo".

Un portavoce di Dettori avrebbe confermato al Daily Star la veridicità dell'episodio, aggiungendo: "È stato dieci anni fa".

Di recente il cantante Tom Grennan ha rivelato di aver trascorso una nottata alcolica in compagnia di Liam dopo l'esibizione sua e di Liam al festival musicale Sziget, a Budapest, aggiungendo che gli piacerebbe un sacco lavorare con l'ex Oasis.

"Voleva incontrarmi, quindi mi ha chiesto di venire nel suo camerino", ha ricordato Grennan in un'intervista all'Evening Standard. "Ho preso una Guinness con lui e poi gli ho detto che volevo tornare al mio hotel. Lui ha fatto: 'Che stai dicendo, amico? Cazzo, sei con me!'. Così siamo saliti a bordo della sua Mercedes con i vetri oscurati e siamo tornati al suo hotel e siamo andati nel suo attico".

Non è certo la prima volta che Liam interagisce con i suoi fan sui social. Di recente, in una notte, ha pubblicato vari tweet in cui ha punzecchiato i Radiohead, chiedendosi "come cazzo abbiano fatto a diventare famosi".

Anche nell'intervista concessa nel 2017 a John Dorhan per la serie British Masters di Noisey (qui sotto con nostri sottotitoli in italiano) Liam aveva citato l'episodio che vede coinvolto Dettori. 

oasisnotizie - via NME



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venerdì 16 novembre 2018

"Rinviato al febbraio 2020 il tour europeo di Liam Gallagher", lo scrive Live Nation Belgio

I fan di Liam Gallagher dovranno avere ancora molta pazienza per rivedere il loro beniamino cantare dal vivo. Non ci sono ancora notizie ufficiali in merito, ma pare proprio che l'intero tour europeo  di Liam (il secondo di questo nuovo ciclo, dopo quello del febbraio/marzo 2018) sia stato rimandato al febbraio 2020. Lo comunica Live Nation Belgio sulla pagina Facebook ufficiale dell'evento Liam Gallagher live at Forest National.

Come noto da luglio, la tournée europea di Liam prevista per novembre 2018 era stata cancellata "per imprevisti impegni del cantante", come si leggeva sul comunicato ufficiale diramato dall'entourage dell'artista. Nel comunicato si parlava anche di una riprogrammazione immediata delle date, che però non è ancora avvenuta, il che ha suscitato delusione e una certa rabbia tra i fan. 

Qualche giorno fa il sito mojo.nl aveva scritto che il concerto in programma ad Amsterdam, inizialmente previsto per il 23 novembre e poi annullato come tutti gli altri in Europa, si terrà il 7 febbraio 2020. Questo aveva dato adito a numerose voci su un presunto spostamento dell'intero tour per il febbraio 2020, voci che a questo punto sembrano essere state confermate dal comunicato di Live Nation Belgio, che informano del possibile recupero a febbraio 2020 del concerto al Forest National di Bruxelles, previsto inizialmente per il 21 novembre 2018. Attendiamo sviluppi in merito.

Le date italiane del tour, annunciate ad aprile insieme alle altre, erano quelle del 15 novembre alla Zoppas Arena di Conegliano e del giorno successivo, 16 novembre, al Palalottomatica di Roma. Come già detto, le date sono state annullate a luglio, mentre i biglietti erano stati commercializzati già dal 4 aprile.

Le richieste di rimborso possono essere presentate entro e non oltre il 30 dicembre 2018, recandosi presso il punto vendita da cui si è acquistato il biglietto. Per rimborsi on-line contattare il servizio clienti http://www.ticketone.it/help se si è effettuato l’acquisto su Ticketone oppure fan.support@ticketmaster.it se si è effettuato l’acquisto su Ticketmaster.

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sabato 3 novembre 2018

Intervista a Noel Gallagher: "Dieci anni dopo gli Oasis mi sento più giovane, più bello e ho una band migliore"

Da Corbyn a Blair, dal Manchester City all'ingresso nella sua vita della moglie Sara ("L'ho incontrata in una discoteca di Ibiza e l'ho conquistata facendole conoscere la serie Seinfeld"), dalle differenze tra la band attuale e gli Oasis (Rispetto a dieci anni fa "mi sento più giovane, più bello e ho una band migliore"), dalla riconciliazione con Damon Albarn a come si vede a 70 anni, da come oggi scriva canzoni diverse rispetto a quando aveva 25 anni (il contrario "sarebbe ridicolo") a come la sua esistenza si riduca - per sua stessa ammissione - a calcio, musica e amore" per la compagna, ecco una chiacchierata con il re del Britpop, Noel Gallagher.


Il 28 agosto 2009 gli Oasis avrebbero dovuto presentarsi sul palco del festival parigino Rock en Seine. Era una delle ultime date del loro tour mondiale che si sarebbe dovuto concludere all'I-Days Festival, a Milano. Poco prima dell'esibizione una discussione tra Noel Gallagher e suo fratello Liam divenne prima un litigio, poi si tramutò nella cancellazione del concerto. Le litigate tra i fratelli non erano certo una novità per i fan della band, ma l'esito di quell'alterco lo fu. L'indomani il chitarrista pubblicò sul sito ufficiale degli Oasis un comunicato che recitava: "Con un po' di tristezza e grande sollievo vi comunico che ho lasciato gli Oasis".

Numerose voci si susseguirono sui particolari del litigio, quasi degenerato in una zuffa. Si disse che Liam avesse lanciato all'indirizzo di Noel una prugna, poi che avesse brandito la sua chitarra a mo' di ascia. Nove anni dopo, Noel Gallagher ha una spiegazione meno colorita, ma più semplice. "Semplicemente si arrivati a una fine", spiega a Rolling Stone Argentina, poco prima di tornare a Buenos Aires per esibirsi al Luna Park (il 4 novembre), a vent'anni dal debutto degli Oasis in Argentina, in quello stesso stadio.

"Non è stata una cosa in particolare, ma una dietro l'altra. Gli Oasis non erano l'esercito, non stavamo servendo la nostra bandiera, era una cazzo di band di rock & roll. Se non ti piaceva te ne potevi andare. E io ho fatto questo, e ho dimostrato a me stesso che avevo ragione".

L'affermazione conduce Noel ad enumerare i suoi trionfi personali ottenuti da quando ha deciso di intraprendere la carriera da solista insieme alla sua band, gli High Flying Birds. "Dieci anni dopo vado ancora in tour e mi sento più giovane, più bello, ho una band migliore e scrivo canzoni migliori. Sono più contento e il Manchester City ha vinto tre volte la Premier League, cosa posso chiedere di più?", dice senza falsa modestia.

Noel in concerto con una Fender Jaguar
I fatti gli danno ragione: i suoi tre album come solista hanno raggiunto la prima posizione nelle classifiche britanniche, in un percorso artistico che è passato dalla ricerca di una linea di continuità con gli Oasis all'uscita dalla comfort zone con Who Built the Moon?, pubblicato nel novembre 2017. Ciononostante, malgrado la netta sterzata, Gallagher non vede il suo presente come una risposta alla sua opera precedente.

"Non credo che ogni cosa che io faccia debba necessariamente essere più o meno diversa da una cosa che ho fatto in passato, però scrivo canzoni con la chitarra acustica a casa mia. Ho 51 anni e non penso di poter comporre nello stesso modo in cui componevo quando ne avevo 25, sarebbe ridicolo. Quando me ne sono andato dagli Oasis non l'ho fatto perché non mi piaceva il sound degli Oasis, perché a dire il vero l'ho inventato io".

Parte del rinnovamento di questa ricerca si deve a David Holmes, noto per le sue collaborazioni con i Manic Street Preachers e i Primal Scream. Al momento di iniziare a lavorare insieme a Gallagher, Holmes ha organizzato una serie di incontri in cui si è parlato solo di musica, mentre i due ascoltavano dischi degli anni '60 e '70, e ha stabilito con Noel una politica di lavoro che Noel doveva rispettare alla lettera: entrare in studio senza alcun demo per scrivere le canzoni dal nulla. Sebbene all'inizio le istruzioni lo preoccupassero, Noel ha finito per seguirle per un nuovo disco che sta iniziando a elaborare.

"Ha fatto sì che il tempo qui dentro fosse molto più interessante, perché non sai cosa stai facendo, tutto è una scoperta. Proprio ora sto andando in studio e non ho la minima idea di cosa farò quando arriverò lì, né di cosa succederà una volta che me ne sarò andato. Può essere una giornata incredibile così come no".

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Noel in Cile, ottobre 2018
Con gli Oasis sei diventato uno degli ultimi compositori di inni rock, un ruolo che è rimasto scoperto nell'ultimo decennio o poco più. A cosa pensi sia dovuto questo?

Il mondo è cambiato. I giovani si interessano di cose diverse: le reti sociali e Internet hanno dominato il pianeta. Nel mondo tutti sono connessi tra di loro e a loro non frega più di cosa suoni alla radio. Il rock and roll, la musica rock o come la si voglia chiamare, si continua a fare, solo che non è più qualcosa alla modané ha l'importanza che aveva in altre epoche. Non so, neanche presto troppa attenzione alla musica contemporanea, ad essere onesto. Non mi sono mai considerato un guitar hero. Sono un compositore di canzoni, niente di più. Le mie canzoni prendono forma in base a dove mi trovo in quel momento in termini musicali, spirituali e tutte quelle cose.

E quale credi che sia l'ultimo grande momento per il rock nel tuo paese? Alla fine del documentario Supersonic si solleva l'argomento secondo cui, dopo i concerti degli Oasis a Knebworth nel 1996 (125.000 persone a serata per due serate), non ci fu nulla di più grande, almeno nel Regno Unito.

Non so cosa sia successo, ti posso solo dire quello che è successo a noi. Siamo diventati molto grandi e famosi e abbiamo guadagnato molti soldi ... le personalità erano cambiate e le cose erano molto diverse da come erano prima di quei due concerti. Il periodo che ha condotto a Knebworth è stato il più vitale della storia degli Oasis, per quanto ci siano state cose buone nel periodo tra quei concerti e il momento in cui lasciai la band nel 2009.

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La separazione degli Oasis ha costretto i fratelli Gallagher a concordare una tacita divisione dei beni. Liam è rimasto con la manodopera: il chitarrista Gem Archer, il bassista (ma originariamente chitarrista) Andy Bell e il batterista Chris Sharrock lo accompagnarono nei Beady Eye, gruppo formatosi rapidamente sulle ceneri degli Oasis e passato a miglior vita quasi con la medesima fretta dopo che il loro secondo album ebbe una fredda accoglienza. La ripartizione lasciò Noel con un capitale simbolico, ma molto più prezioso: il suo talento compositivo, una risorsa per nulla disprezzabile se si tiene conto che ha scritto lui la totalità dei singoli che gli Oasis hanno pubblicato dal 1994 al 2009 ad eccezione di due scritti dal fratello minore (Songbird e I'm Outta Time). I detrattori della band sostengono che la sua scintilla si sia esaurita dopo i primi tre album, qualcosa su cui Noel sembra concordare alla distanza.

Noel a Buenos Aires, 2 novembre (@jessica_jaraph)
"Non è una coincidenza che gli Oasis siano stati migliori quando io ero a capo di tutto. Man mano che si cresce si sente di più la necessità di far valere la propria voce, cosa che non mi sembra negativa. All'improvviso, però, tutti passarono ad avere le proprie opinioni, perché ora erano stelle del rock con questa mentalità da 'non puoi dirmi tu cosa fare, come cantare o vestirmi'. Io ero felice all'idea di trascorrere un momento sui sedili posteriori, però non è una coincidenza che la nostra epoca migliore sia stata il periodo in cui non era così. Ora che con gli High Flying Birds sono in controllo di tutto, le cose sono tornate al proprio posto".

Man mano che la sua carriera solistica prendeva una sua forma propria, Noel ha sentito la necessità di risistemare i pezzi. L'attuale versione della band ha un formato esteso che arriva a undici componenti grazie all'ingaggio di tre cantanti e polistrumentiste donne e una sezione di fiati. Gli High Flying Birds formato 2018 includono, però, due ex compagni negli Oasis: Archer e Sharrock, a cui si aggiunge il tastierista Mike Rowe, che faceva parte della prima formazione degli Oasis durante i live. La mossa, però, non ha nulla a che fare con una strizzata d'occhio al passato, almeno così assicura Noel.

"Sono tre dei miei migliori amici e avevo bisogno di musicisti che suonassero con me. Quando ho iniziato per conto mio loro erano nei Beady Eye, ma appena la band si è sciolta mi sono detto: 'OK, devo avere questi tizi nella mia band perché voglio fare questo con gente che mi piace".

Ha la sua logica: la prima versione della sua band di supporto si è completata con session men che, benché svolgessero il proprio ruolo con efficacia, non cessavano di essere dipendenti retribuiti.

"Ora si sente di più che è una band", dice Noel. "C'è un'atmosfera più familiare e mi ricorda un po' come erano le cose prima. Non solo musicalmente, ma anche per quello spirito di gruppo e per come tutto risulta facile".

Quantunque ambedue i Gallagher abbiano ricevuto offerte per riunire gli Oasis sin dal primo giorno successivo alla separazione, ultimamente la scena si è ripetuta: mentre Liam si è mostrato più che disposto a fare pace, Noel ha negato seccamente che ci sia una possibilità percorribile in qualche tipo di scenario. Ciononostante la situazione ha avuto una svolta impensabile a fine ottobre, quando Noel ha detto che sarebbe capace di riconsiderare la sua opinione in merito se questo servisse ad evitare che il candidato laburista Jeremy Corbin, definito da Noel "folle" e "comunista", diventi primo ministro britannico. 

Noel live al Metropolitano di Rosario, 3 nov (@velvetsky67)
Ciò che ha fatto effetto non è stata solo l'apertura, benché fatta in chiave ironica, a una reunion, prospettiva che Noel aveva sempre ricusato, ma anche il commento tagliente su Corbyn. Noel sostenne pubblicamente la campagna di Tony Blair nel 1997. Era un altro mondo ed era un'altra Inghilterra: la Cool Britannia della sinistra allo champagne e il Britopop, e i Gallagher rappresentavano il trionfo di una nuova generazione della classe operaia. "La mia opinione sulla politica è cambiata", dice ora Noel. 

"Ero abbastanza interessato perché sentivo, soprattutto durante l'epoca di Blair, che le cose andavano in una certa direzione. In Inghilterra, dove io vivo, c'è bisogno di un tipo che si faccia carico di tutto, e questa persona non è lui, semplicemente questo. C'è bisogno di gente che possa prendere in mano le redini della situazione. Jeremy Corbyn? No, grazie". 

Ciononostante la sua posizione non lo pone neanche dalla parte dei conservatori: "Secondo la stessa regola, Theresa May e tutta questa gente ... certo che no, sono il nemico. La politica è in uno stato pietoso. È da tre elezioni generali che non voto, anche se l'ho fatto contro il Brexit, perché, qual era il senso di questo? Ho cose migliori da fare con il mio tempo, come guardare partite di calcio".  

La sua passione per il calcio è celebre. Anche in camerino ha la bandiera della sua squadra, il Manchester City. "Se non sono in tour o in studio sto guardando partite di calcio", dice.

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Negli ultimi otto anni Noel Gallagher ha scelto una dinamica inversa rispetto a quella che si suppone detti il manuale della rockstar media quando arriva ai 50 anni. Se la maggior parte delle rockstar ha sempre più spazio per l'ozio, lui divide i mesi tra tour lunghissimi e sessioni di registrazione che possono sfociare in risultati concreti o passare per un limbo indefinito, come il disco che registrò nel 2011 con il duo neopsichedelico Amorphous Androgynous, che ora assicura che riposa nel cassetto dei suoi calzini perché la miscela non era sufficientemente buona.

Noel a Buenos Aires, 2 nov (@jessica_jaraph)
"Purtroppo sono arrivato a rendermi conto che nella vita non faccio nient'altro oltre alla musica. Quando non sono in studio o non sono in tour me ne sto a casa a scrivere canzoni, non faccio nessun'altra cazzo di cosa. Se non sto facendo questo sto guardando partite di calcio alla televisione, e se non sto facendo questo sto giocando a calcio con i miei figli. Quando non sto facendo questo sto uscendo di notte con mia moglie a spassarmela. È questa la mia vita: non ho hobby, non ho interessi per altre cose. Tutto si riduce al calcio, alla musica e all'amore, questo è tutto e non mi importa di nient'altro", afferma.

Ironicamente questa presunta vita carente di sfumature è stata quella che gli ha permesso di firmare un armistizio con il suo maggior rivale creativo negli anni '90. Nel picco di popolarità del Britpop, gli Oasis e Blur rappresentavano lo yin e lo yang dello sciovinismo britannico di fine secolo: da un lato gli eroi della classe operaia di Manchester; dall'altro gli alunni discoli delle scuole d'arte londinesi. L'inimicizia fu fatta di dispetti inoffensivi e fruttiferi per tutti, come quando entrambe le band pubblicarono un singolo nello stesso giorno (i Blur raggiunsero la vetta delle classifiche con Country House e relegarono Roll with It al secondo posto) e anche bellicosità estrema, come quando Noel dichiarò, ubriaco in un'intervista, di augurarsi che Damon Albarn e il bassista Alex James morissero di AIDS, affermazione poi ritrattata pochi giorni dopo. Sei anni fa, in una delle uscite con sua moglie, la pubblicista Sara MacDonald, Noel ha incontrato Damon e hanno fatto pace.  

"Siamo andati al bowling ed era pieno di gente. Damon e io ci siamo letteralmente imbattuti l'uno nell'altro in mezzo a un corridoio", racconta Noel. "Eravamo sorpresi perché non ci vedevamo da anni, così siamo andati al bar a prendere le nostre bibite mentre parlavamo di tutte le follie di merda che abbiamo fatto e abbiamo detto, e questo è stato tutto.Inoltre molti dei musicisti che suonano nei Gorillaz sono miei amici, li conosco da anni, quindi abbiamo molte gente in comune e parliamo di questo".

Il reincontro ha avuto i suoi frutti: Noel ha invitato Damon e il chitarrista Graham Coxon a partecipare ad un concerto benefico e ha suonato con loro Tender dei Blur. Qualche anno dopo ha co-scritto con Damon Albarn il singolo dei Gorillaz We Got the Power, che interpreta con la band ogni volta che può. L'anno scorso Noel voleva ricambiare il favore, ma non è stato possibile. "Volevo che suonasse la linea melodica in Be Careful What You Wish For, sarebbe stato bello, ma faremo qualcosa insieme un giorno".

Noel e Sara ai FIFA Football Awards. Londra, 24 settembre
Noel ha conosciuto Sara MacDonald, sua attuale moglie, durante una vacanza ad Ibiza a metà del 2000. Il suo argomento per avvicinarsi a lei non furono i dischi d'oro né la sua collezione di chitarre, ma una delle cose che più piacciono a Noel: Seinfeld. "Ho conosciuto la serie nel 1990 e mi ci appassionai immediatamente, la trovo dannatamente divertente. Ho capito che Sara era la donna fatta apposta per me appena l'ho conosciuta. Eravamo in un hotel, le ho chiesto se le piacesse Seinfeld e non lo aveva mai visto. L'ho mostrata a lei e le è piaciuta un sacco. A partire da quel momento pensai: 'Voglio trascorrere il resto della mia vita con lei' ".

Da allora Sara è diventata la sua grande consigliera, la persona su cui per prima fa affidamento nel momento in cui deve testare qualche cosa nuova che abbia composto. "Magari sto scrivendo una canzone che è incredibile e che non suona come nulla che abbia scritto prima. Arrivo a casa, la faccio ascoltare a lei e lei mi risponde sempre con la stessa frase: 'Fammela sentire quando è completa'. Le faccio sapere che ci sono cambiamenti o che il testo non è definitivo e finisce per predere interesse. E la capisco. Quando la gente mi mostra cose di questo tipo ... perché cazzo lo fa? Non mi frega se non è finita, non ho tempo".

Gli Oasis pubblicarono il loro primo singolo, Supersonic, l'11 aprile 1994, appena sei giorni dopo la morte di Kurt Cobain. Il successo della canzone diede un impulso definitivo al gruppo e cementò l'idea di un passaggio da un orecchio all'altro dell'Atlantico, un effetto di azione e reazione che Gallagher minimizza.

"Tutta 'sta visione del Britpop come una risposta al grunge è una cosa dei giornalisti. Personalmente il genere non mi è mai piaciuto, anche se amo i Nirvana, ovviamente. Non che io disprezzi qualsiasi altra cosa, semplicemente non mi piace il rock 'n' roll americano. Mi sembra un po' dannatamente noioso, ma non è che all'epoca prestassi molta attenzione a questo. Non lo so, non ho scritto Champagne Supernova come risposta ai Pearl Jam, perché non avevo la più pallida idea di cosa stessero facendo".

Pochi mesi dopo la pubblicazione di Definitely Maybe, il loro disco di debutto, gli Oasis incontrarono negli Stati Uniti un fan inaspettato, Lars Ulrich. "Ci ha seguito ovunque nel nostro primo tour nordamericano. Siamo arrivati a conoscerlo ed è una persona adorabile. Non ho neanche un singolo dei Metallica. Conosco Enter Sandman, che mi piace, e Nothing Else Matters, perché era sempre su MTV negli anni '90, e questo è tutto. Li conosco e non mi interessa cosa fanno, ma Lars è una persona fantastica con cui trascorrere del tempo, è molto divertente".

Noel in concerto durante in tour di Be Here Now (1997-98)
Nel 1997, incoraggiati dal successo del loro secondo album e dei suoi due principali singoli (Wonderwall e Don't Look Back in Anger), gli Oasis registrarono il loro terzo lavoro in studio, Be Here Now, negli studi di Abbey Road. La megalomania del gruppo si tradusse nel risultato seguente: un album di oltre 70 minuti con canzoni lunghe, intenti psichedelici beatlesiani e sovraincisioni di chitarre che Noel ha descritto anni dopo come "il sound di cinque tizi in studio, fatti di droga, a cui non fregava un cazzo; tutte le canzoni sono lunghissime e i testi sono una merda e per ogni secondo in cui Liam non dice una parola c'è un riff di chitarra che sembra uscito da Fusi di testa". 

Be Here Now fu anche il biglietto da visita degli Oasis di fronte al pubblico argentino, nel marzo 1998, con due date al Luna Park segnate da un'energia elettrica eseguita a tutto volume. Financo le ballate suonarono avvolte da una spessa veste di distorsione valvolare. Senza nessun tipo di interazione tra Liam e Noel (e, quindi, neanche con il pubblico), palesemente stanchi e con un incontro notturno con Diego Maradona come corollario, i concerti consentirono di prevedere la sperimentazione sonora dei dischi successivi in un blocco acustico in cui Noel presentò una rivisitazione di Setting Sun, inno big beat lisergico che aveva registrato insieme ai Chemical Brothers l'anno prima, in un formato acustico privato di precussioni e droni orientali.

Quando nel 2016 Be Here Now è stato rivisitato per la ristampa, Noel ha voluto fare un editing per renderlo più spoglio, ma ha gettato la spugna dopo la prima canzone.

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Noel, Sara, Anais, Donovan e Sonny
Sei molto critico con te stesso per quanto riguarda le tue opere precedenti?

Assolutamente sì, sono il peggiore, il peggiore di tutti. Sono molto critico con la mia opera attuale, e con le mie opere precedenti sono terribile. Perché si capisca: non ho nessuna idea di come suonino dal vivo gli High Flying Birds, perché mi rifiuto di ascoltare qualsiasi cosa abbiamo registrato. Non ci riesco, sono troppo critico e perfezionista. Se facciamo un DVD finisce di ascoltarlo qualcun altro per mixarlo, perché io non lo faccio. Se ascolto qualcosa e non sento che è assolutamente perfetto mi rovina la giornata. Vivo il momento. Quando sono sul palco si percepisce come qualcosa di incredibile, ma una volta che il concerto finisce non voglio parlare di questo con nessuno. È questa la differenza tra la mia band attuale e la precedente: la mia band precedente trascorreva del tempo a discutere su come fosse stato il concerto e bla bla, e io li mandavo a cagare. Quelli di adesso mi conoscono così bene che non devo dirlo: anche se il concerto è stato fantastico, una volta che la mia chitarra torna sul suo supporto, fine della storia e non voglio parlarne. In caso contrario, se le cose andassero malissimo qualcuno lo direbbe, no?  Suppongo che siamo bravi.

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Un mese fa Paul McCartney ha pubblicato un nuovo album e poco tempo fa i Rolling Stones erano in tour in Europa. Immagini di fare qualcosa di simile quando arriverai a 70 anni?


Assolutamente sì. Continuerò a fare tour mondiali fino a che non avrò più il fisico per farlo, perché la gente come noi deve farlo. Non mi arrenderò, e non perché si creda che io sono il migliore o il più grande di tutti, ma perché lo amo troppo. La musica mi ha dato tutto, assolutamente tutto ciò che ha valore nella mia vita. E non intendo sprecarlo, perché più musica faccio, migliore diventa la mia vita, migliore diventa la mia vita familiare, quella di tutti ... Quindi perché buttare via tutto questo? 

traduzione di oasisnotizie - Source: La Nación

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giovedì 1 novembre 2018

Il messaggio di Liam Gallagher contro il cancro: "È una lotta e bisogna tirare qualche pugno. Daremo al cancro una bella lezione!"

Liam Gallagher ha partecipato, il 26 ottobre, a Stand Up to Cancer, show benefico in onda su Channel 4, che aveva l'obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro.

Questo il videomessaggio di Liam: "Ma c'è una cosa che ancora non è stata detta: va' al diavolo, cancro! Prendi il tuo dolore, prendi le tue sofferenze e facci un favore. Questo non è solo un amorevole evento benefico, questa è una lotta. Una lotta per tua madre, tuo padre, i tuoi figli, i tuoi fratelli e le tue sorelle, anche gli amici. Stiamo combattendo per tutti noi. Una battaglia non si vince senza tirare qualche pugno. Questo è l'inizio. È ora di ripagare tutti i dolori. Quindi ben presto ci guarderemo indietro e diremo: abbiamo dato al cancro una bella lezione".


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