Impegnato in questi giorni in un tour in Sudamerica, Noel Gallagher è stato intervistato da El Observador, giornale uruguaiano.
Prima di tutto chiariamo definitivamente questa leggenda: è vero che sei stato a Montevideo con gli Inspiral Carpets nel 1991?
Sì, l'unica cosa che ricordo è che quando siamo arrivati all'aeroporto e siamo passati dalla costa abbiamo fatto lo stesso percorso che abbiamo fatto ieri. Ricordo che feci questo percorso seduto sul retro di un bus, fumando e ascoltando alla radio Herp Albert and the Tijuana Brass. Non ricordo nient'altro. Penso che sia una città molto antica. In Brasile ho trovato qualcosa di più moderno, qui sembra veramente un viaggio indietro nel tempo.
Parliamo proprio di questo. Mesi fa hai affermato che il senso di questa fase da solista non è riempire gli stadi, ma "fare le cose nel miglior modo possibile". Come si misura questa cosa?
Credo che si tratti soltanto di fare questo nel miglior modo possibile, perché ... (riflette, ndr) non lo so, è una cosa istintiva. Gli Oasis sono sempre stati una specie di lotta e corsa ad ostacoli. Era una lotta permanente, sia a livello creativo che con gli altri membri della band. Questo è molto di più un lavoro basato sul rapporto tra le canzoni che faccio e le persone che vengono ad ascoltare queste canzoni. Onestamente negli Oasis non contava nulla di tutto questo.
Nel 2014, però, hai detto che del tuo ultimo disco, Chasing Yesterday, ti annoiavano già le canzoni e lo stesso titolo dell'album. Qual è oggi il tuo rapporto con quelle canzoni?
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Ovunque nel mondo le tue canzoni sono ascoltate più di quanto lo siano quelle epiche degli Oasis. Speravi che accadesse questo?
Credo che questo accada perché sono dannatamente incredibile e non ci sono molte persone nel mondo che possano fare quello che faccio io. E penso che pochissime persone al mondo siano benedette dal talento necessario per fare ciò che riesco a fare io. Ora con gli High Flying Birds ho un certo stile, che non ha nulla a che fare con quello che sto registrando, questo è certo. Uno stile che sta ispirando giovani a venire ai concerti e che stanno anche scoprendo quello che negli Oasis non potevano vedere. Se sapessi esattamente come farlo, pagherei qualcun altro per farlo e rimarrei a casa, onestamente.
Proprio di questo hai parlato un bel po'. Dici che oggi non c'è una pop star che possa raccogliere la tua eredità. Davvero non vedi nessuno all'orizzonte?
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Ci resta una sola domanda e nel tuo camerino è appesa una bandiera del Manchester City, la tua squadra. Quale giocatore uruguaiano vorresti che giocasse oggi nel City?
Suárez, senza dubbio. Anche quello che gioca nel PSG, però. Come si chiama? Cavani, lui. Però anche quello che gioca nell'Atlético, Godín, è abbastanza bravo, è un gigante. Ma il primo che sceglierei è senza dubbio Suárez. È tra i primi cinque al mondo. Non è il migliore, però forse è il secondo. O il terzo.
Fonte: El Observador
GALLERY del concerto al Teatro de Verano di Montevideo
Fonte: El Observador
GALLERY del concerto al Teatro de Verano di Montevideo
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