mercoledì 5 agosto 2015

Noel Gallagher: "Apple Music? Fa paura, è roba da Orwell. E il 99% degli artisti sta sempre a twittare e instagrammare, dipende da Internet"


Ho visto la cerimonia di lancio di Tidal. Queste persone pensano di essere i cazzo di Avengers? Salveranno il cazzo di mondo? Il giorno dopo ho chiesto a Chris Martin: ti sei candidato al Premio Nobel? È quello ciò cui aspiri? E Apple Music, la radio del mondo, non è una specie di roba alla George Orwell? E a chi cazzo frega cosa stia facendo l'artista? I blog sono una fottuta rottura di palle, così ho smesso di tenerlo durante il tour. Ora uso Instagram, ma solo per il tour. Non sapevo neanche cosa fosse. Mi ha suggerito mia figlia di usarlo. 

Non le aveva mandate a dire, Noel Gallagher, quando s'era trattato di esprimere un parere sul servizio di streaming musicale lanciato da Jay-Z. A maggio, intervistato da Rolling Stone, l'ex Oasis aveva bollato Tidal come "una cazzo di stronzata" e aveva esortato i presenti sul palco nella serata di inaugurazione del servizio a capire che "non somigliano a dei Jay-Z in miniatura". 

"Queste persone pensano di essere i cazzo di Avengers? Salveranno il cazzo di mondo?", si era chiesto sarcasticamente Noel. "Il giorno dopo ho chiesto a Chris Martin: ti sei candidato al Premio Nobel? È quello ciò cui aspiri? Sembrava facessero: siamo qui per salvare il fottuto music business. Io ero lì seduto e pensavo: tanto per cominciare, iniziate a scrivere un cazzo di ritornello decente. Lasciate stare le cazzo di royalties e il 'potere della musica'. Scrivete un pezzo. Cominciate così, cazzo. Ho visto la cerimonia inaugurale solo perché qualcuno mi ha detto: dai un'occhiata a quel gruppo di coglioni, il tuo amico del cazzo, Chris Martin, e tutti questi coglioni. Sono andato su YouTube e tutti facevano: oh, ohhh, ohhhhhhh". 

Due mesi dopo Noel ha stroncato anche il servizio dedicato allo streaming musicale a pagamento lanciato da Apple, Apple Music. L'occasione è stata un'intervista rilasciata in Svezia lo scorso 2 luglio.

"Apple Music, la radio del mondo, non è una specie di roba alla George Orwell? Come puoi essere così arrogante da arrivare a dire: adesso, cazzo, dominiamo la radio mondiale? Mi sono trovato questa roba nel mio telefono. E cosa dovrei ascoltarci? Non fanno sentire i Kinks. E a meno che non veda una sezione che si chiama Noel Gallagher's music collection non ascolterò niente".

A parte queste esternazioni a effetto, Gallagher in particolare ha da ridire sul fatto che le playlist di Apple Music diano a qualcuno la facoltà (e il potere) di selezionare musica per chi paga un abbonamento, creando, così, un effetto negativo che si ripercuote sul modo in cui i fan si avvicinano alla musica e agli album in particolare. 

"Se mi dici che l'era dell'acquisto dei dischi è finita, mi rattristo", osserva. "La cultura del comprare e credere in un disco è finita. Quella roba è andata e ora il credo è che la musica sia in affitto; i soldi che paghi ti lasciano accedere alla musica di tutti, ma non ne possiedi. Credo sia un momento triste. Capisco che è il futuro, ma è triste".

Gallagher ha anche espresso forti dubbi sulla funzione "Connect", che deve fungere da ponte fra artisti e fan, facendoli interagire.

"A chi cazzo frega cosa stia facendo l'artista? A chi importa? Il mio amore per gli Smiths non ha mai risentito del fatto che non sapevo cosa stessero facendo. Andavano in tour, poi scomparivano e poi pubblicavano un disco. E tu facevi: Oh è uscito un nuovo album! Porca troia! Come si chiama? Non lo sa nessuno. A chi importa cosa stia facendo Thom Yorke? Sul serio, a chi cazzo importa? Io, se tutti volessero sapere cosa sto facendo, la troverei una cosa spaventosa. A chi cazzo frega?". 

"E che vuol dire rimanere in contatto con l'artista? Entrare nella sua mente?", si chiede ancora Noel. "Perché vuoi entrargli nella mente? Ascolta la sua musica e comprala, cazzo. E basta". 

"L'era digitale è chiaramente fantastica", rileva il musicista, "perché una famiglia può rimanere connessa. Se è sparpagliata per il mondo - per esempio i genitori a Londra, la figlia a Los Angeles e il figlio nella fottuta Dubai - allora possono rimanere in contatto attraverso Instagram e Twitter e tutte quelle cose, ma quando le celebrità e le merdate prendono il sopravvento diventa una cosa alquanto strana, capisci?".

Noel sul palco del T in The Park il 12 luglio 2015
L'ex Oasis ha anche spiegato come mai ha deciso di abbandonare il blog del tour e di optare su Instagram per tenersi in contatto con i fan. Ne ha approfittato per criticare l'ossessione delle star di oggi per i social media.

"Sì, ho un account Instagram, ma non lo prendo sul serio. Sarà attivo fino a che sarò in tour, ma non oltre. Non è che pubblicherò cose del tipo: Ehi, questo è ciò di cui ho bisogno a colazione! Uova! Chi ama le uova? Capisci?".

"Anche stavolta ho tenuto un diario e onestamente era una fottuta rottura di palle. L'ho tenuto per ogni tour e alla fine tutti i tour sono uguali. Cambiano solo i vestiti, i capelli si fanno più grigi, prendi un po' più di peso e canti canzoni un po' diverse per un pubblico un po' meno entusiasta. Lo scrivevo e pensavo: ma io l'ho già scritta 'sta roba ... Ho suonato negli stessi posti, soggiornavo negli stessi hotel, così ho pensato: non lo scrivo più il blog o com'è che si chiama, il diario del tour. Mi hanno detto: devi fare qualcosa. Così mia figlia mi ha detto: perché non fai Instagram? Le ho chiesto cosa fosse e mi ha risposto: metti delle foto con sotto una piccola didascalia. Ah, questo sembra proprio facile, cazzo! Ed eccoci qua".

"Non ci penso mai su, è solo un telefono. Tutta la cazzo di vita e ogni merdata dipendono dalle reazioni di Internet. Io rimango ancora un tizio con la chitarra che si siede e scrive canzoni. Per chi? Non lo so, cazzo. Per quante persone? Non me ne fotte un cazzo. Quando esce il disco non lo so, ma tu sarai il secondo a saperlo, capisci? E basta".

E ancora: "Il 99% degli artisti oggi prendono troppo fottutamente sul serio Internet e la cosa digitale, e bla bla bla e questo e quello, twittano di qua, tumblrano di là ... ma questa è l'alba della nuova era, sai".


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