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Ecco l'articolo tratto dal sito del quotidiano.
Intanto è giocoforza finito il rimescolamento discografico, ossia la vendemmia di dischi dal vivo, ristampe e greatest hits dei supernomi storici e garantiti: consumati quelli, tocca investire su gente nuova. E così quasi tutti gli osservatori (dalla autorevole Bbc fino al termometro di Amazon) puntano già a colpo sicuro su Anna Calvi che ha affogato le sue origini italiane in un inglesissimo rock molto indie e molto ombroso che è già piaciuto a Nick Cave (l’ha portata nel suo tour europeo) e fa quasi a pugni con una bellezza strepitosa e inedita per una dark lady: arriverà a fine gennaio e quindi manca poco. Anche James Blake - tutt’altra pasta e tutt’altro genere, molto soul - piace molto, esattamente come i Mona (in veneto una parolaccia, nella loro Nashville il sinonimo di un bel rock’n’roll zeppo di tradizione), la anglopakistana Rumer (disco per Warner da tenere d’occhio) e soprattutto Clare Maguire, una bella voce blues sbocciata a Birmingham e allevata a furia di composizione e scrittura, visto che accatasta canzoni sue da quando ha sette anni (ora 22). A seguire, gli indie pop punk Funeral party di Los Angeles, quella Alexis Jordan che a 17 anni è già finita alla corte di Jay Z e poi ancora Jai Paul, The Vaccines, Warpaint, Labyrinth, Nero, Daley e il duo hip hop di Filadelfia Chiddy Bang. Infine ci sono le consacrazioni, che possono essere di culto come quelle pressoché sicure dei Ting Tings e di Joan as police woman ossia Joan Wasser, l’ex fidanzata di Jeff Buckley che ha un disco bomba e gode con Rufus Wainwright e Antony Hegarty di Antony and the Johnsons dell’atmosfera nutriente che si respira a Brooklyn. Oppure le conferme possono essere anche di grande mercato, come sono probabili quelle degli elettro-tenebrosi White Lies e di Adele, già battezzata dal successo di critica e pubblico del cd 19 e ora pronta a pubblicare a fine gennaio il nuovo 21, descritto come favoloso da chi se ne intende. Idem per Bruno Mars, che è nato nell’85 vicino a Honolulu, in realtà si chiama Peter Gene Hernandez e qui è sconosciuto ai più nonostante sia stato già incoronato da sette nomination ai prossimi Grammy: il suo (bel) cd Doo-wops & hooligans, che pompa ottimo r&b e hip hop, uscirà in Italia su Warner a febbraio, proprio nei giorni in cui scoprirà quanti premi ha vinto. A quel punto saremo nel bel mezzo della corsa, il pop e il rock avranno già dato le nuove coordinate e stà a vedere che saranno quelle di un successo che da un bel po’ ce lo scordiamo.
(il giornale.it, anche sulla copia cartacea di oggi)
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