giovedì 5 settembre 2024

Oasis, la polemica sui prezzi dei biglietti arriva alla Commissione UE: eurodeputati del Pd depositano un'interrogazione

Assistere alla reunion degli Oasis è un'esperienza che non ha prezzo, ma forse si è sforato il limite. Devono averlo pensato anche gli eurodeputati del Partito Democratico Brando Benifei e Pierfrancesco Maran, membri della commissione Mercato interno dell'Eurocamera, che hanno depositato un'interrogazione alla Commissione europea denunciando le modalità con cui i costi per accaparrarsi un posto per una tappa del prossimo tour dei fratelli Gallagher.

«Con la tecnica del 'dynamic pricing' applicata dal rivenditore online Ticketmaster, i fan, dopo aver atteso diverse ore in fila, hanno visto il prezzo dei biglietti dei concerti aumentare di quattro volte, passando dai 96,50 euro a oltre 400» spiegano i due parlamentari europei.

Quindici anni hanno dovuto aspettare i fan del gruppo brit-pop più famoso degli anni Novanta per rivedere Liam e Noel Gallagher di nuovo sullo stesso palco. I fratelli avevano sciolto il gruppo nel 2009 in pieno tour, con Noel che aveva comunicato di aver lasciato la band poco prima del concerto previsto a Milano.

Il 27 agosto Liam pubblica su X una foto insieme al fratello. «Le armi sono state deposte. Le stelle si sono allineate. La grande attesa è finita. Venite a vedere. Non sarà trasmesso in televisione», scrive. L'annuncio in concomitanza dei trent'anni dall'uscita del loro primo album: Definitely Maybe. La reunion è realtà.

Quattordici date che animeranno l'estate di Regno Unito e Irlanda. Debutto a Cardiff, al Principality Stadium con due show il 4 e 5 luglio 2025, poi il ritorno casa con quattro concerti all'Heaton Park di Manchester (11, 12, 19 e 20 luglio) per poi spostarsi a Londra, allo stadio di Wembley, dove si esibiranno il 25 e 26 luglio e il 2 e 3 agosto. Il tour si chiuderà con una doppietta al Croke Park di Dublino il 16 e 17 agosto.

Da subito i fan sono rimasti colpiti se non delusi dal costo dei biglietti. Una gamma di offerte che va dal peggior posto a sedere - 73 sterline a Cardiff, l'equivalente di 86,60 euro, un po' di più a Manchester e Londra - al Pre-show party & exhibition fan package - che arriva a 600 euro. Ma si sà che nel mercato è l'equilibrio fra offerta e domanda a fare il prezzo. «Sto pagando 361 sterline per stare nel parco della mia città», scrive sul Guardian il giornalista Josh Halliday. Fortunato lui che è riuscito a prenderli!

Le piattaforme ufficiali Ticketmaster.co.uk, Gigsandtour.com e Ticketmaster.ie sono state intasate dai fan di tutto il mondo. Fra questi anche Luca Argentero, Michela Giraud e Zerocalcare, che sono rimasti a mani vuote raccontando sui social le file online senza fine e la delusione.

Biglietti finiti quindi? No, bisogna cercarli su altri siti a prezzi anche decuplicati, con pass esclusivi che hanno raggiunto i settemila euro. Non è solo bagarinaggio, ma anche 'dynamic buying' attuato dai canali di vendita ufficiali. Si intende quel meccanismo per cui, quando diminuisce la disponibilità, aumentano i prezzi.

Le proteste dei fan hanno subito mobilitato la politica. Prima nel Regno Unito, con il governo del premier laburista Keir Starmer che ha promesso di avviare una consultazione in autunno sul fenomeno. Vittima dei prezzi gonfiati anche una componente del consiglio dei ministri, la Leader of the House Lucy Powell, che a dovuto pagare più del doppio per un biglietto (da 135 a 355 sterline).

Ora anche in UE si punta il dito contro il 'dynamic pricing'. «Ha dimostrato di essere lesivo per i consumatori e rischia di essere in contrasto con i principi di equità e accessibilità sui quali si fonda il mercato unico», spiegano Benifei e Maran, che chiedono se la Commissione europea ritenga «che il sistema di 'dynamic pricing' utilizzato dalla piattaforma sia conforme alle normative sulla protezione dei consumatori e se intende intervenire per introdurre regole per limitare queste pratiche e proteggere i consumatori, con particolare riguardo all'offerta culturale, sportiva e di entertainment». Insomma, va bene la legge della domanda e dell'offeta, ma c'è un limite a tutto.

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Anche la Commissione europea intende indagare sulla pratica dei dynamic pricing usata nella vendita dei biglietti degli Oasis. Lo ha appreso il Guardian. È notizia di ieri la revisione «urgente» che il governo inglese intende fare dell’uso dei prezzi dinamici nel Regno Unito.

Com’è noto, il sistema del dynamic pricing è già usato negli Stati Uniti, un caso clamoroso e che ha sollevato forti malumori è quello del tour di Bruce Springsteen. In buona sostanza, il prezzo del biglietto varia al variare della domanda: più gente richiede una certa categoria di tagliando e più il prezzo aumenterà in tempo reale oltre quello annunciato, il cosiddetto face value.

La giustificazione dell’uso di questa pratica è che per i concerti più richiesti quegli stessi biglietti verrebbero comunque venduti a un prezzo maggiorato sul mercato secondario. Se la gente è disposta a spendere 400 euro per un biglietto che ne vale 150, dicono i sostenitori del dynamic pricing, tanto vale che a incassare quel surplus siano l’artista e gli organizzatori, non bagarini e speculatori. Tanto più che i prezzi fissati dal dynamic pricing sono comunque più bassi di quelli “pazzi” che ritrovano sul mercato secondario.

Chi osteggia la pratica la considera moralmente inaccettabile e pensa che, applicando questo sistema, gli artisti si mettano sullo stesso piano degli speculatori che fanno soldi sulla passione dei fan.

Da una parte gli Oasis hanno cercato di limitare le speculazioni del mercato secondario, intimando di non rivendere i biglietti a prezzo maggiorato pena la loro cancellazione. Dall’altra però hanno consensito che sul sito di Ticketmaster il prezzo ufficiale di alcuni biglietti aumentasse da 135 a 350 sterline grazie al dynamic pricing. Il colosso del ticketing afferma che la pratica è perfettamente legale, che viene usata per i prezzi dei voli aerei e delle camere d’hotel, che in ogni caso il prezzo e il meccanismo sono fissati dal gruppo e dal suo management.

Dopo l’inglese Competition and Markets Authority, che ha annunciato un’indagine, anche esponenti della Commissione europea, l’organo esecutivo dell’Unione Europea presieduto da Ursula von der Leyen, hanno detto che (citiamo il Guardian) «stiamo esaminando l’uso di prezzi dinamici per i biglietti dei concerti, in seguito alle crescenti preoccupazioni dei parlamentari di Bruxelles».

Una delle parlamentari è l’olandese Lara Wolters (Alleanza progressista di Socialisti e Democratici). «Da questa situazione» dice «escono vincitori solo le grandi piattaforme di biglietteria e questo a discapito dei fan». C’è per Wolters anche un rivolto etico e diciamo così romantico: «Questo sistema non mira a massimizzare la gioia riempiendo gli stadi coi fan più accesi di un artista, ma di massimizzare il profitto dalla musica come con qualsiasi altro prodotto. È un sistema privo di anima e intendo porvi fine».

Per la prima volta l’uso del dynamic pricing nella vendita di biglietti in Europa desta scalpore e potrebbe portare a una qualche iniziativa legislativa per limitare o normare meglio la pratica. Il problema non è nel dynamic pricing per sé, che non è fuori legge, ma nella mancanza di trasparenza nei confronti dei consumatori giacché il venditore è obbligato a «fornire informazioni chiare e accurate sul prezzo che il consumatore pagherà», cosa che non sarebbe accaduta coi biglietti degli Oasis. I consumatori insomma non sarebbero stati avvisati dell’uso del dynamic pricing. L’altro problema è l’eventuale aumento del prezzo durante la transazione, da quando il consumatore clicca su “compra” a quando se lo trova nel “carrello”.

Non ci sono per ora stati commenti da parte del gruppo. Alcuni utenti sono però andati a recuperare un tweet del 2017 cui Liam Gallagher se la prendeva col fratello per i pezzi dei biglietti: «350 dollari per andare a vedere Rkid negli Stati Uniti: che stronzo».

Intanto, secondo quando riporta Wales Online, una delle piattaforme secondarie scelte per la rivendita dei biglietti degli Oasis, Twickets, ha annunciato l’abbassamento al 10% delle commissioni dopo le tante lamentele sui social dei fan, con un tetto massimo delle fees a 25 sterline a biglietto. I fan che hanno sborsato commissioni maggiori saranno rimborsati.

Sources: Il Messaggero, Rolling Stone

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